Il 141 Reggimento Fanteria
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- Florindo Valentini
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1 UNITA' D'ITALIA 150 anniversario ADOLFO ZAMBONI Fasti della Brigata Catanzaro Il 141 Reggimento Fanteria nella Grande Guerra GUIDO MAURO - Editore - CATANZARO 1933 CAPITOLO V Nella mattinata giunse un ordine di operazione che avrebbe dovuto effettuarsi di sorpresa al calar della notte: bisognava ad ogni costo liberare i nostri pezzi di artiglieria; l'impresa difficilissima avrebbe avuto una grande importanza soprattutto morale. Al secondo battaglione del 141 Fanteria era affidato il compito di condurre l'operazione a termine; il terzo battaglione dello stesso Reggimento avrebbe protetto il fianco destro; un battaglione del 142 Fanteria era destinato di rincalzo: perchè il piano non venisse scoperto dal nemico, nessun movimento doveva farsi prima che calasse la sera. Il Comandante del II Battaglione, Maggiore Corrado, ferito ad un braccio fin dal mattino del 27, volle restare al suo posto di battaglia e dirigere personalmente l'azione, la quale riusciva tanto più ardua, in quanto gli effettivi erano molto ridotti e i reparti mancavano quasi interamente di ufficiali, rimasti uccisi o feriti nei recenti combattimenti.
2 2 Matrici dei biglietti, firmati dal sottotenente Zamboni e datati 27 maggio 1916, con cui si ordina al sottotenente Coppola e al sottotenente Reschigliani di assumere immediatamente il comando di una compagnia, a causa della morte o del ferimento dei Capitani e dei Tenenti. (Archivio Adolfo Zamboni) Alle ore 21 le truppe sferrarono l'assalto: ma il nemico era all'erta e rispose con fuoco micidiale di mitraglia e di bombe a mano; i nostri, invece, avevano l'ordine assoluto di avanzare senza far fuoco, servendosi della sola baionetta; soltanto dopo aver passata la linea dei cannoni avrebbero potuto fermarsi e rispondere al fuoco avversario. Le tenebre rendevano terribile la battaglia; le grida degli assalitori si confondevano con i lamenti dei feriti abbandonati sul terreno e calpestati dalle successive ondate dei compagni. L'eroico cimento durò fino alla mezzanotte, e furono tre ore d'infernale lotta corpo a corpo; ma i nostri cannoni furono raggiunti e liberati. Encomio del Tenente Generale Lequio, Comandante le Truppe dell'altipiano, per l'azione di ricupero dei pezzi d'artiglieria sul Monte Mosciagh, allegato al Diario della Brigata Catanzaro in data 28 maggio (Archivio Adolfo Zamboni)
3 3 Prima pagina del Corriere della sera del 30 Maggio 1916 col Bollettino del Comando Supremo del 29 Maggio che cita il brillante contrattacco delle valorose fanterie del 141 reggimento (brigata Catanzaro). (Archivio Adolfo Zamboni)
4 4 Prima pagina de La Tribuna del 30 Maggio 1916 col Bollettino del Comando Supremo del 29 Maggio. (Archivio Adolfo Zamboni) Da questo fatto d'armi, che ebbe una così simpatica ripercussione in tutto il Paese trepidante e commosso, il 141 Fanteria trasse il suo motto glorioso: «Su Monte Mosciagh la baionetta ricuperò il cannone», Incisione che illustra la presa dei cannoni sul monte Mosciagh, tratta dalla copertina dell opera di Adolfo Zamboni Il 141 Reggimento Fanteria nella Grande Guerra. (Archivio Adolfo Zamboni)
5 5 e l'insigne scultore calabrese Volterrani l'eternò in una magnifica medaglia di cui ogni fante del Reggimento volle avere un esemplare che gli fosse caro ricordo. Medaglia commemorativa della presa dei cannoni sul monte Mosciagh, opera dello scultore Volterrani, coniata in oro e in argento. (Archivio Adolfo Zamboni) Dal canto suo il Comando Supremo, nel bollettino del 29 maggio si compiacque additare alla riconoscenza della Nazione i combattenti del Mosciagh con queste parole: «Le valorose fanterie del 141 con furiosi attacchi sono riuscite a togliere al nemico e a mettere in salvo alcune batterie da campagna». Ma anche le posizioni del Mosciagh, conquistate con tanto sangue, dovettero essere abbandonate il giorno 28 maggio, perchè la linea difensiva era stata dai superiori comandi arretrata al margine meridionale dell'altipiano d'asiago. «Ritirarci? - si chiedevano i soldati - ma perchè? Mandino altre truppe, si dispongano ai nostri lati, e noi continueremo ad avanzare». Ma la ritirata era una tristissima necessità ed i fanti obbedirono con nell'animo un grande sconforto, anche perchè si dovettero lasciare sul terreno, senza alcuna sepoltura, i nostri morti e, doloroso a dirsi, persino i feriti gravi. Il nemico incalzava più a Sud e la presenza del Reggimento era indispensabile altrove: tra Magnaboschi e il Cengio. E sulle pendici di questi monti famosi e gloriosi le truppe della «Catanzaro», insieme coi Granatieri, contesero giorno e notte, a palmo a palmo, il terreno al feroce assalitore; il 3 di giugno la Brigata, attaccata in pieno a Magnaboschi, fece un supremo sforzo e riuscì a ributtare gli Austriaci, che tentarono qualche giorno dopo l'ultima disperata prova sui monti Barco, del Busibollo e Pau; ancora una volta i fanti della «Catanzaro» si mostrarono più forti del tracotante nemico e lo fiaccarono definitivamente.
6 6 Copertina de La Domenica del Corriere dell giugno 1916 col disegno di A. Beltrame che illustra il brillante contrattacco dei valorosi Calabresi del 141 Fanteria. (Archivio Adolfo Zamboni)
7 7 Furono combattimenti giganteschi, nei quali non si potrebbe dire se più rifulgessero per valore i semplici gregari o gli ufficiali di grado elevato; Infatti a Magnaboschi, in uno dei momenti più gravi della mischia, il generale Carlo Sanna e il colonnello Gavino Manunta, impugnarono il fucile come umili soldati e attaccarono alla baionetta, portando tra le file dei nostri un indescrivibile entusiasmo che assicurò la vittoria. Il maggior generale Carlo Sanna, comandante della brigata Catanzaro dal 12 agosto 1915 al 21 ottobre (Archivio Sanna Dessì Baraldi) In una di quelle mattine dei primi di giugno il terzo Battaglione del 141 Reggimento ebbe ordine di attaccare sul Cengio, a fianco dei Granatieri; occorreva perlustrare la fitta boscaglia e riferire al Comandante, Maggiore Manginelli, dove fossero più rilevanti le forze avversarie: fu incaricato dell'ardua impresa l'aiutante in 2 a tenente Sapellani, il quale prese con sè il ciclista Luigi Scopel, feltrino, dimostratosi altre volte valoroso ed audace; egli possedeva la dote rarissima di potersi orientare colla massima facilità sul terreno più insidioso. Mentre procedevano guardinghi per l'intricata boscaglia i due giovani furono scoperti da una pattuglia di tre Austriaci, nascosti dietro un masso; quando i due Italiani furono vicini, i nemici fecero fuoco addosso all'ufficiale che stramazzò al suolo colpito al petto e alla testa. Lo Scopel allora si buttò a terra e si finse morto; usciti dal loro nascondiglio, i tre avversari si avvicinarono per esaminare la loro preda, ma il ciclista spianò d'improvviso il moschetto e ne uccise due ferendo leggermente il terzo; poi,
8 8 caricatosi sulle spalle la salma del proprio ufficiale e facendosi precedere dall'austriaco prigioniero, ritornò incolume al Comando del Battaglione. Medaglia d argento al Valor Militare conferita al sottotenente Adolfo Zamboni per l azione sul monte Mosciagh (Archivio Adolfo Zamboni) Croix de Guerre avec Palme, altissima decorazione francese di cui il sottotenente Adolfo Zamboni fu insignito per l'azione sul Monte Mosciagh. (Archivio Adolfo Zamboni)
9 9 Ritaglio di giornale con la cronaca della parata militare e della cerimonia di consegna di dieci Croci di Guerra con Palma, tra cui quella concessa al sottotenente Adolfo Zamboni. La croce venne appuntata sul petto del sottotenente Zamboni dal Presidente della Repubblica Francese Poincaré alla presenza del Re d Italia. (Archivio Adolfo Zamboni)
10 10 Citation a l'ordre de l'armée del sottotenente Adolfo Zamboni per l azione sul monte Mosciagh, firmata au Grand Quartier Général da le Général Commandant en Chef, p. o. le Major Général Anthoine e consegnata dal Maréchal de France Commandant en Chef les Armées de l'est - Pétain (Archivio Adolfo Zamboni)
11 11 Ritterkreuz des Militär Maria Theresien Ordens, altissima decorazione austroungarica assegnata all Oberleutnant Miezislaus Skulski, dell IR.73, che condusse l azione sul monte Mosciagh che aprì agli Austriaci la via per Asiago, dopo la strenua resistenza del 141 fanteria terminata solo a seguito dell'ordine di ripiegamento. (Da Tutti i diritti riservati. Proprietà letteraria Adolfo Zamboni.
Il 141 Reggimento Fanteria
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