IMMAGINI DI UOMINI E DI DONNE DALLE NECROPOLI VILLANOVIANE DI VERUCCHIO Giornate di studio dedicate a Renato Peroni Verucchio Aprile 2011

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1 IMMAGINI DI UOMINI E DI DONNE DALLE NECROPOLI VILLANOVIANE DI VERUCCHIO Giornate di studio dedicate a Renato Peroni Verucchio Aprile 2011 LISA MANZOLI, CLAUDIO NEGRINI, PAOLA POLI Legami di vita oltre la morte: casi di deposizioni doppie o plurime Lo studio sistematico svolto negli ultimi anni su tutti i contesti funerari verucchiesi ha permesso di analizzare su di un campione così ampio il fenomeno delle tombe plurime, argomento estremamente complesso per le sue implicite connotazioni rituali e sociali. Infatti grazie allo studio integrato dei corredi sia dal punto di vista archeologico che, in parecchi casi, dal punto di vista antropologico, si è riscontrato come a Verucchio la presenza di sepolture plurime rappresenti un dato piuttosto significativo ed attestato in tutti i sepolcreti. Sebbene la casistica di tali deposizioni sia stata più volte presa in considerazione in letteratura, occorre tuttavia dichiarare quali sono i criteri utilizzati per definire cosa s intende con l espressione tomba doppia o plurima nello specifico contesto verucchiese, caratterizzato dal rituale dell incinerazione con deposizione delle ossa quasi esclusivamente in un unica urna all interno della struttura funeraria. L elemento che ci permette di identificare con un alto grado di attendibilità questa pratica funeraria è innanzitutto quello fornito dalle analisi antropologiche, cioè quelle analisi osteologiche che hanno evidenziato la presenza di due e, in un paio di casi, di addirittura tre individui all interno di una stessa sepoltura. A ciò si aggiunga l analisi dei dati archeologici, rappresentati non solo dai corredi funerari pertinenti alla/e sepoltura/e, ma anche dalla struttura stessa della tomba. Il numero totale di sepolture a Verucchio è di 562 attestazioni, considerando nel numero anche quelle deposte nelle tombe a struttura complessa su cui si ritornerà in seguito. Si tratta infatti di una casistica a parte, che comprende cremazioni di due individui deposti in cinerari distinti accompagnati dal relativo corredo, ma collocati contestualmente all interno dello stesso pozzetto. Dall analisi effettuata, si sono pertanto individuati 4 gruppi di tombe, che descriveremo a seguire: 1

2 Gruppo 1: Tombe con due individui accertati: Gruppo 1.A: Tombe con due individui, verificati sia antropologicamente che archeologicamente; Gruppo 1.B: Tombe con due individui identificati antropologicamente, di cui solo uno risulta confermato dal punto di vista archeologico. Gruppo 2: Tombe in cui antropologicamente sono attestati tre individui; Gruppo 3: Tombe con possibile presenza di due individui con determinazione semplicemente archeologica, indiziati per la compresenza di oggetti di genere diverso: Gruppo 3.A: Tombe con un individuo identificato antropologicamente, nel cui corredo sono presenti più oggetti per ciascuno dei generi; Gruppo 3.B: Tombe con un individuo identificato antropologicamente, dove nel corredo uno dei generi è prevalente e un solo oggetto segnalerebbe un individuo di genere diverso; Gruppo 3.C: Tombe per cui non si dispone di dati antropologici, ma in cui il corredo segnala due individui di generi diversi con più oggetti; Gruppo 3.D: Tombe per cui non si dispone di dati antropologici, ma in cui un solo oggetto segnalerebbe un individuo di genere differente; Gruppo 3.E: Tombe in cui antropologicamente risulta un solo individuo di genere determinato, ma in cui il corredo segnala un individuo di genere opposto a quello riconosciuto antropologicamente. Gruppo 4: Tombe con due individui accertati, deposti in due sepolture distinte all interno di una struttura unitaria. Sul numero totale di 562 tombe, si sono riconosciute 42 deposizioni plurime antropologicamente attestate, di cui 36 bisome (Gruppo 1), 2 trisome (Gruppo 2), tutte ad incinerazione e, come si è scritto, principalmente in un unico ossuario, tranne una, la Tomba Lippi 81/2008, che ospita l inumazione di una donna adulta con bambino, decisamente tarda dal punto di vista cronologico; a queste abbiamo scelto di aggiungere le 4 a struttura complessa (Gruppo 4). Unitamente a queste, sono state prese in considerazione 40 tombe con possibile presenza di due individui, di cui uno solo identificato antropologicamente oppure con elementi discordanti nel genere in tombe prive di analisi antropologiche (Gruppo 3). 2

3 Delle 36 tombe bisome attestate antropologicamente, in 15 casi (Gruppo 1.A) i dati osteologici trovano conferma anche dal punto di vista archeologico tramite corredi costituiti da oggetti riferibili a generi diversi. In 21 casi (Gruppo 1.B) invece si registrano delle discordanze tra il dato archeologico e quello antropologico, poiché, nonostante la presenza di due individui attestati dalle analisi, solo uno di questi sembrerebbe archeologicamente confermato. In realtà ciò potrebbe essere imputato alla deposizione di due soggetti del medesimo genere in un unica tomba. Tuttavia alcune tra queste ultime presentano cremati di sesso diverso, mentre ben 13 sono caratterizzate dalla presenza di un bambino. E possibile quindi che talvolta il corredo potesse essere ricondotto ad uno solo dei defunti, a cui si conferiva in tal modo un evidente importanza ed una visibilità ben maggiori rispetto all altro. I motivi possono essere ricercati nelle età diverse dei due defunti, ma anche nelle dinamiche complesse interne al gruppo gentilizio, dinamiche che non siamo attualmente in grado di ricostruire. È interessante infatti constatare, per quanto riguarda le tombe plurime antropologicamente accertate, come sia estremamente rilevante la presenza dei bambini in associazione ad un adulto. Si tratta di una casistica che supera il 50% del totale con ben 24 attestazioni. Una delle motivazioni si può cercare anche in possibili vincoli parentali, come sembra trasparire almeno nell unica inumazione individuata, che contiene una donna deposta abbracciata ad un bambino a sottolineare con questo gesto uno stretto legame tra i due. In soli 2 casi (Gruppo 2) i dati osteologici hanno portato all individuazione di 3 individui: si tratta delle tombe in dolio Le Pegge 3/1970 e Lippi 18/1972, dove, nella prima, all interno di un unico ossuario, erano conservati i resti cremati di un neonato e di due giovani tra i 7 e i 14 anni, tutti di genere femminile; mentre nella seconda quelli di un maschio adulto (20-40 anni), di un secondo adulto di sesso non determinabile e di un infante. In merito poi alla tomba Le Pegge 3/1970 ci sarebbero alcuni dati archeologici da considerare in vista della lettura del rituale adottato, ovvero: 1 - la presenza di alcuni oggetti miniaturizzati (diversi rocchetti, una minuscola fusaiola, un paio di orecchini piccolissimi, una fibulina in ambra, un carrettino ed una statuina fittili), che parrebbero confermare l esistenza di una bambina cremata; 2 - la duplicazione sia di alcuni ornamenti personali (orecchini), che di diversi strumenti da filatura e tessitura (conocchie, rocchetti e fusaiole), che avvalorerebbero la presenza di un secondo individuo di genere femminile; 3

4 3 infine l esistenza di alcuni reperti più antichi, come la scodella di copertura, diversi frammenti ceramici decorati a pettine ed il quinto orecchino spurio, che verosimilmente testimonierebbero nel corredo anche la presenza di un'altra tomba più antica. Le tombe con possibile presenza di due individui con determinazione semplicemente archeologica, indiziati per la compresenza di oggetti di genere diverso, sono invece 20. Per 10 di queste (Gruppo 3.C) ci si basa esclusivamente sulla presenza di due corredi di genere diverso, perché non si dispone di dati antropologici a causa dell estrema frammentarietà delle ossa, per l antichità dei ritrovamenti oppure per un quantitativo insufficiente di ossa conservate. Sempre per la presenza di due corredi attribuibili a generi differenti sono state riconosciute altre 7 tombe (Gruppo 3.A) nelle quali gli antropologi hanno riconosciuto un solo soggetto. Nelle rimanenti 3 (Gruppo 3.E), viene individuato dalle ossa sempre un solo individuo, ma il cui genere diverge da quello mostrato dal corredo. In questi ultimi due casi bisogna però tener presente come le ossa di un feto o di un neonato possano non lasciare tracce dopo la cremazione, falsando così il mero dato antropologico. Il totale di questo tipo di tombe è da considerare comunque in difetto nel numero perché, ovviamente, senza analisi osteologiche precise su tutto il campione due individui del medesimo genere, all interno di una sola tomba ed in unico cinerario, non sono archeologicamente distinguibili a Verucchio. Quattro di queste tombe, la Tomba Campo del Tesoro 1/1893, la Tomba Ripa 7/1894, entrambe del Lavatoio, e la Tomba Lippi (Gardini) 14/1963 e la Tomba 55/1972 della necropoli Lippi, mostravano anche discrepanze a livello cronologico per la presenza di materiali più recenti rispetto al resto del corredo; tali discordanze portano ad ipotizzare una riapertura del pozzetto e dell urna, già precedentemente accennata nel caso della tomba trisoma Le Pegge 3/1970. Si tratta di un azione volta a collocare all interno di una tomba già esistente le ceneri di un discendente o di un antenato ridotto, fatto ben documentato in ambito bolognese ed anche nel territorio a ovest di Bologna, ma fino ad oggi non emerso chiaramente a Verucchio. Analizzando i singoli casi sopra citati: la Tomba Campo del Tesoro 1/1893, archeologicamente, è di genere femminile; presenta un solo ossuario contenente più fibule di scarsa omogeneità cronologica. Ciò induce a pensare a due diversi corredi entrambi femminili in un unica deposizione. In assenza di analisi antropologiche si potrebbe pensare di trovarsi di fronte alla conservazione di ornamenti di famiglia o alla riapertura del cinerario. Per quanto riguarda invece la Tomba Ripa 7/1894, insieme ad un corredo femminile riferibile alla fase 3 nella cronologia verucchiese (Verucchio 3), è venuta alla luce 4

5 anche una fibula serpeggiante evoluta datata invece alla fase Verucchio 5, quindi con un notevole salto cronologico. Lo stesso discorso sembra valere anche per la Tomba Lippi 55/1972, che alle analisi antropologiche restituisce un unico individuo. Anche questa archeologicamente è femminile, ma contiene sempre un fibula a drago di tipo evoluto. Inoltre alcuni elementi del corredo, come il vaso cinerario biconico e la relativa scodella di copertura, hanno caratteristiche arcaiche, come la decorazione a pettine. Anche la Tomba Lippi Gardini 14/1963, insieme ad un rasoio del tipo Grotta Gramiccia B ed ad una scodella di copertura sempre decorata a pettine pertinenti ad orizzonti cronologici vicini alla fase Verucchio 3, presenta anche altri materiali pertinenti a quella successiva. Proprio la presenza di pochi oggetti più recenti in contesti per la maggior parte più antichi, farebbe propendere per una riapertura piuttosto che alla conservazione di cimeli di famiglia. Questo problema tuttavia andrà affrontato nel quadro del significato complessivo degli oggetti di lunga durata. Si tratta comunque di casi abbastanza isolati, perché in tutte le altre sepolture plurime sembra emergere la simultaneità della deposizione, data la collocazione delle ossa in un unica urna in tombe i cui corredi sono assolutamente coerenti ed omogenei proprio dal punto vista cronologico. Si tenga comunque presente che a Verucchio non siamo stati in grado di distinguere riaperture estremamente ravvicinate nel tempo da sepolture contemporanee, perché non sono stati registrati casi di gruppi di ossa separate nello stesso cinerario. In altri 20 casi di tombe con possibile presenza di due individui (Gruppo 3.B e 3.D), si riconosce un solo ed unico elemento discordante nel genere. Questo fenomeno in letteratura è già stato associato principalmente a pratiche rituali piuttosto che alla bisomia. Questi reperti discordanti nel genere sono costituiti solitamente da un oggetto d ornamento, quasi sempre maschile, attestato in 10 casi, oppure da un arma in una tomba femminile, attestata in 8 casi, ed in 2 soli casi, da uno strumento da filatura all interno di una tomba maschile. E anche difficile riuscire a specificare quale significato potesse esere alla base di questo gesto. E pure possibile che il ritrovamento di un semplice elemento d ornamento discordante nel genere, solitamente rappresentato da una fibula serpeggiante o da uno spillone, possa indicare una non completa definizione del costume negli individui più giovani. In precedenza questa pratica è stata ricondotta generalmente ad un offerta. Questo potrebbe essere confermato nei casi caratterizzati dalla presenza di oggetti particolarmente pregnanti dal punto di vista simbolico quali le armi o gli strumenti 5

6 da filatura. E suggestivo infatti ricollegare a tale pratica la spada dalla tomba di bambina Tomba Lippi 102/1972 o il fuso nella Tomba Lippi 57/1972 riferito questa volta ad un bambino. Un caso a parte caratterizza invece la Tomba Lippi 32/2006, di genere femminile, ma che ha restituito tre fibule serpeggianti. Nonostante questo numero abbastanza elevato di fibule maschili, i dati di scavo hanno rivelato come tali ornamenti fossero stati deposti assieme ad un presentatoio, in un settore destinato verosimilmente ad offerte per la defunta. Per questo motivo si è deciso di escluderla dal novero delle tombe doppie. A conclusione di tali valutazioni, abbiamo considerato effettivamente tombe plurime, le sepolture coi dati antropologici accertati unitamente alle 4 a struttura complessa (42 unità), quelle in cui si ipotizza l esistenza di un secondo individuo per la presenza di un doppio corredo archeologicamente di genere diverso (17 unità), insieme a quelle in cui il corredo diverge dal genere attestato antropologicamente (3 unità), per un totale di 62 unità. Rituale della rappresentazione simbolica Prima di entrare nel dettaglio della distribuzione topografica e cronologica di questa pratica funeraria, è interessante controllare in quali termini venga resa la rappresentazione simbolica del defunto, nella fattispecie tramite la vestizione dell urna in un contesto in cui gli individui deposti sono più di uno. Il rituale della vestizione del cinerario è attestato in 33 cremazioni plurime. Solo in due occasioni sembra testimoniata la vestizione di due soggetti di genere diverso, tramite l unione di elementi ornamentali di entrambi i sessi. Negli altri casi invece si assiste al prevalere di solo uno dei due personaggi, a prescindere dal sesso e dall età, senza che uno dei due generi sia preferito all altro. Infatti le tombe contenenti un maschio ed una femmina talvolta presentano una vestizione maschile, talvolta una femminile. Lo stesso discorso vale per individui d età infantile, a cui viene riservata la rappresentazione simbolica tramite la vestizione, a discapito dell adulto sepolto assieme. E il caso della Tomba Moroni 27/1969 e dalla Tomba Lippi 55/1972, in cui si ha il cinerario abbigliato con ornamenti femminili da riferire ad una bambina deposta insieme ad un maschio adulto. Tombe a struttura doppia Dove invece la rappresentazione simbolica di entrambi i defunti non solo è presente, ma viene accuratamente enfatizzata, è nel caso delle tombe a struttura complessa. Si fa riferimento in specifico ad alcune tombe rinvenute con certezza solo all interno della necropoli Lippi, che presentano due individui accertati sia antropologicamente che archeologicamente deposti in due sepolture distinte all interno di una struttura unitaria (Gruppo 4): Lippi 20 e 20 bis/2005, con due bambini maschi all interno; 6

7 Lippi 24/2005 e 41/2006, con due donne d età diversa, una adulta ed una bambina; Lippi 40 e 40bis/2006, con due donne adulte; Lippi 64 e 64bis/2008, con un maschio ed una femmina. Ognuna di queste ospita non solo due cinerari, ma anche due contenitori destinati ad accogliere le differenti sepolture. In tre casi questi contenitori sono doli, mentre in una sola tomba i cinerari erano deposti in due cassette lignee affiancate con dentro, o nelle immediate vicinanze, un corredo ciascuno. Proprio questo sottolineare l individualità dei due defunti rappresenta la diversità di queste tombe rispetto alle tombe plurime trattate fino ad ora; infatti questo piccolo gruppo concentrato sia topograficamente che cronologicamente potrebbe avere connotazioni rituali differenti. Gli scavi hanno accertato che si tratta sempre di sepolture contestuali e contemporanee, talvolta con spazi comuni per oggetti che sottolineano la posizione sociale dei defunti. Infatti tutte presentano un grande pozzetto unitario, come pure un unico riempimento. La stessa contestualità sembra anche riguardare il momento stesso della cremazione attestato in tre casi su quattro. I defunti delle tombe Lippi 24/2005 e 41/2006, Lippi 40 e 40bis/2006 e Lippi 64 e 64bis/2008 infatti furono cremati verosimilmente in un azione unitaria, come dimostrano i resti della pira rinvenuti esclusivamente in uno solo dei contenitori delle sepolture oppure in un settore della tomba comune. Si cita come esempio il caso della tomba Lippi 24/2005 e 41/2006 in cui la terra di rogo, comune alle due cremazioni, non solo era stata raccolta e poi deposta tutta all interno di uno solo dei due doli, ma anche il residuo della ripulitura della pira funebre risultava collocato sullo spazio da considerarsi pertinente ad entrambe le sepolture, cioè sulla risega e sull assito ligneo del pozzetto. Una situazione analoga si verifica nella tomba Lippi 64 e 64 BIS/2008 dove l abbondante terra di rogo si trovava esclusivamente in uno dei due contenitori delle sepolture, costituito qui da una cassetta lignea. Anche in questo frangente si propende per una cremazione contestuale. Nel caso della tomba Lippi 40 e 40bis/2006 poi la maggior parte della terra di rogo era raccolta in una nicchia comune, mentre solo una piccola parte di essa, probabilmente anche in questo caso frutto della ripulitura finale della pira, appariva depositata al di sopra di un accumulo di oggetti metallici addossati ad uno dei due doli. Un caso diverso è rappresentato dalla tomba Lippi 20 e 20 bis/2005, in cui i due bambini deposti presentavano ciascuno terre di rogo differenti, a base cinerosa l uno, carboniosa l altro, cosicché si è portati a pensare a due roghi distinti. Dai dati di scavo non risultano però tracce di differenti tempistiche nelle due deposizioni, data l unitarietà del taglio e del 7

8 riempimento. Inoltre i due corredi risultavano coevi e in gran parte speculari. Non si può escludere a priori tuttavia l eventualità di una riapertura estremamente ravvicinata. In questo tipo di tombe si sono individuati inoltre spazi comuni spesso sopra i tavolati di copertura dei pozzetti; i reperti ivi rinvenuti sembrano avere la funzione sia di indicatori del rango dei due defunti, come il trono ligneo e il sostegno in bronzo a 9 gambe della tomba Lippi 40 e 40bis/2006, sia del loro ruolo sociale, come i rocchetti nella tomba Lippi 24/2005 e 41/2006 ed i fusi e le conocchie deposti sulla nicchia laterale del pozzetto della Lippi 40 e 40bis/2006. E però nella parte più profonda delle fosse in cui vengono deposti sia le sepolture che i materiali ad esse direttamente riferite, che si possono cogliere differenze nella composizioni dei corredi stessi. Infatti spesso le tombe possono presentare accanto ad oggetti ricorrenti in entrambe, anche notevoli differenze qualitative e quantitative ad indicare ruoli diversi dei defunti all interno della medesima deposizione, così come doveva essere stato nella vita. Il maggior prestigio di uno dei due defunti è da ricercare all interno delle dinamiche del gruppo gentilizio d appartenenza, dato che non è legato né all età né al sesso dei defunti: nella tomba Lippi 64 e 64bis/2008 il corredo più ricco e rappresentativo era quello della sepoltura femminile, mentre nella Lippi 20 e 20 bis/2005 era quello dell individuo più giovane. A tale proposito per quanto riguarda la tomba Lippi 40 e 40bis/2006 è da tener presente l attestazione di un solo accumulo di materiali metallici all interno del pozzetto addossato al dolio della Tomba Lippi 40/2006, elemento che potrebbe costituire una significativa differenza tra le due sepolture, che per il resto si mostrano quasi del tutto speculari. La complessità della tomba Lippi 40 e 40bis/2006 viene sottolineata anche dalla presenza di un elemento maschile in ciascuna delle due sepolture, secondo una pratica rituale già ampiamente trattata; nello specifico è stata rinvenuta una punta di lancia all interno del dolio della Tomba Lippi 40/2006, mentre addossato alle pareti esterne del dolio della Tomba Lippi 40bis/2006 si è scoperta una fibula ad arco serpeggiante. Distribuzione topografica Le tombe riconosciute plurime distribuite in tutti i sepolcreti sono almeno 62. E bene ricordare ancora una volta come tale numero comunque difetti nel totale, data l assenza (nel caso della necropoli del Lavatoio) o la parzialità (nel caso della necropoli Le Pegge) di analisi antropologiche su alcune necropoli di antico rinvenimento. Si è cercato quindi di tenere in considerazione l incidenza di questa pratica funeraria all interno delle varie necropoli, per verificare se il deporre più individui in una stessa tomba fosse una scelta rituale riconducibile ad un gruppo familiare specifico, oppure se si trattasse di un modello peculiare dell intera comunità verucchiese. 8

9 A tal proposito si precisa che sono state prese in esame le necropoli nel loro complesso a prescindere dalle campagne di scavo, che in letteratura spesso vengono identificate in base ai nomi dei singoli poderi o dell anno d indagine. Pertanto i sepolcreti nella loro interezza sono: Lavatoio, Moroni, Le Pegge e Lippi. Le 62 tombe plurime rappresentano quindi l 11,03 % sul totale delle 562 deposizioni verucchiesi. Totale Sepolcreto sepolture Tombe doppie/plurime % Lavatoio ,68 Lippi ,81% Le Pegge ,5% Moroni % Totale ,03% Tabella della distribuzione topografica delle sepolture plurime Il dato appare però più significativo se confrontato per necropoli. Infatti se lo scarso numero di tombe individuate nel Lavatoio, solo due su 119 pari al 1,68%, è in parte da attribuire alla mancanza di analisi antropologiche, nonché all antichità del sepolcreto, si nota come la percentuale aumenti decisamente sia in Lippi che nella necropoli di Le Pegge. Nel primo sepolcreto infatti le tombe plurime sono 41 su 379, pari al 10,81 %, nel secondo sono 3 su 24, pari al 12,5 % del totale. Sempre dal punto di vista percentuale, stupisce il dato di Moroni, con ben 16 tombe plurime su 40, pari quindi al 40 %. Seppur la pratica della deposizione plurima sembri diffusa in tutta l antica comunità verucchiese, l incidenza percentuale differente che questa pare avere nelle varie necropoli si potrebbe spiegare con tradizioni rituali diverse tra i vari gruppi gentilizi. Una conferma di questo potrebbe per esempio essere vista sia nella notevole incidenza numerica delle sepolture plurime nel sepolcreto Moroni, sia nella pratica delle tombe a struttura complessa documentata con certezza solo nella necropoli Lippi. Evoluzione cronologica Se dal punto di vista percentuale le tombe plurime sembrano rappresentare all incirca l 11 % del totale, si deve anche analizzare il fenomeno nella sua evoluzione dal punto di vista cronologico. 9

10 Sepolcreto Fase % Fase % Fase % Fase % Fase % Lavatoio / / 1 11,1% / / / / 1 25% Lippi 1 11,1% 6 12,5% 3 8,1% 16 13,22% 15 23,8% Le Pegge / / / / / / / / 3 30% Moroni / / / / 1 50% 11 42,30% 4 44,4% Totale 1 1,72% 7 10,93% 4 9,52% 27 16,16% 23 24,46% Tabella con il numero delle sepolture distinte per necropoli e per fase, con il dato % rispetto al totale delle tombe di ogni singola fase per ogni singola necropoli Infatti si assiste ad una crescita progressiva nelle attestazioni che segue tutte le cinque fasi della cronologia locale. I casi documentati nella fase Verucchio 1 sembrano essere rappresentati da un unica tomba dalla necropoli Lippi, con un incidenza sul numero totale pari solamente all 1,72 %. Tuttavia già dalla fase Verucchio 2 le tombe plurime raggiungono il 10,93% del totale, quindi mostrano una leggera flessione al 9,52% nella fase Verucchio 3 per poi risalire fino al 16,16% nella fase Verucchio 4. Nell ultima fase le tombe plurime arrivano ad essere quasi un quarto del totale, raggiungendo il 24,46 %. L evoluzione del fenomeno di questo tipo di deposizioni quindi sembra seguire quella dei ceti dominanti locali, con lo stratificarsi di rapporti interpersonali, di influssi provenienti dall esterno e di consuetudini rituali tra vari gruppi gentilizi, che oltrepassano il semplice legame parentale o familiare. E interessante notare come proprio queste dinamiche sociali, nelle ultime due fasi della cronologia verucchiese, condizionino anche l evoluzione delle strutture funerarie. Compaiono infatti le già citate tombe a struttura complessa e, ancora più interessante, è constatare che tutti gli esemplari noti sono raggruppati in una medesima necropoli, ovvero nel sepolcreto Lippi. Questo uso della sistemazione di più individui deposti in cinerari distinti all interno della medesima struttura non sembrano attestate in altre necropoli verucchiesi, nemmeno in quelle con un alta percentuale di deposizioni plurime come il sepolcreto Moroni. Tale fenomeno rende questo contesto funerario un caso del tutto eccezionale, che trova confronti in altri ambiti più lontani. Ci sono infatti strutture tombali analoghe o concettualmente affini in necropoli d area padana, golasecchiana, di ambito laziale, etrusco e medio Adriatico. Ciò potrebbe far pensare ad una sorta di maggiore ricettività ed apertura verso usi e pratiche funerarie riscontrate in altre realtà coeve da parte del gruppo gentilizio che seppelliva i propri defunti nella necropoli Lippi. Avvertenza Testo predisposto per il convegno; note e bibliografia verranno aggiunte in sede di stampa 10

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