IMMAGINI DI UOMINI E DI DONNE DALLE NECROPOLI VILLANOVIANE DI VERUCCHIO

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1 IMMAGINI DI UOMINI E DI DONNE DALLE NECROPOLI VILLANOVIANE DI VERUCCHIO Giornate di studio dedicate a Renato Peroni Verucchio Aprile 2011 MARTA. MAZZOLI, ANNALISA. POZZI I troni di Verucchio tra archeologia e iconografia Il presente intervento prende in considerazione i rinvenimenti di troni effettuati all interno delle sepolture delle necropoli verucchiesi, tentandone un inquadramento attraverso i dati prettamente archeologici ed utilizzando per tale analisi il supporto del dato iconografico. Iniziando l esame della documentazione archeologica proveniente dai rinvenimenti effettuati durante gli scavi del secolo scorso si segnalano troni in legno all interno di quattro tombe, di cui tre individuate nella necropoli Lippi ed una dalla necropoli Moroni: Lippi 1972/85 Lippi 1972/89 Lippi 1971/B Moroni 1969/26 Tutte queste sepolture si distinguono per la particolare ricchezza del corredo e per la complessità strutturale, mentre per quanto riguarda il sesso del defunto, tre sono quelle maschili ed una sola, la nota tomba Moroni 26, femminile. La recente ripresa degli scavi nella necropoli Lippi, con le campagne condotte dal 2005 al 2008 sotto la direzione di Patrizia von Eles, ha permesso di incrementare questo numero: Lippi 2006/32 Lippi 2006/40 e 40bis Lippi 2008/71 Lippi 2008/72 Lippi 2008/73 Lippi 2008/76 Lippi 2008/82 Sette sono infatti le tombe caratterizzate da troni lignei, tutte di altissimo rango, sia femminili, come le tombe Lippi 32 e 40-40bis rinvenute nel 2006, sia in particolar modo maschili, come le tombe Lippi 71, 72, 73 e 76 rinvenute nel Le analisi antropologiche eseguite per la tomba 82 hanno evidenziato la presenza di due individui, uno di sesso maschile e uno indeterminabile.

2 Tali dati quantitativi indicano di conseguenza come ad oggi le tombe verucchiesi caratterizzate da troni in legno siano in tutto undici. A tale documentazione si deve aggiungere, per ottenere un quadro completo, anche il trono fittile miniaturizzato appartenente alla Collezione Pecci, proveniente anch esso probabilmente da un contesto funerario. A livello cronologico si sottolinea come la presenza del trono si possa riscontrare in una fase già molto antica: nella tomba Lippi 72, rinvenuta nel 2008, esso è infatti associato ad un corredo caratterizzato dalla presenza di un rasoio riconducibile al tipo Grotta Gramiccia nella sua Variante B, databile intorno alla metà dell l VIII secolo a.c. anche se la tomba contiene elementi databili alla fase Verucchio 4 collocata alla fine del secolo. La maggior parte delle sepolture si colloca comunque nella fase Verucchio 4, mentre quelle più recenti, riconducibili alla prima metà del VII secolo a.c., sono la tomba Lippi 85 dai vecchi scavi e le tombe Lippi 71 e 82 rinvenute nel Ciò mette in evidenza una pratica di collocare i troni nelle sepolture che si sviluppa tra la seconda metà dell VIII secolo a.c. e la metà del secolo successivo. Tutti questi dati mettono in luce come i nuovi scavi abbiano incrementato sensibilmente la conoscenza di questo arredo, in quanto il rapporto percentuale tra la quantità di tombe scavate nel secolo scorso e quelle con troni è pari al 3%, mentre il rapporto tra la quantità di tombe scavate nelle recenti campagne e quelle che hanno restituito troni è pari all 8%. Di conseguenza, rispetto a quel carattere di eccezionalità che si riconosceva in passato alle tombe con trono, se ne deve sottolineare una maggiore diffusione. Del resto, sembrerebbe possibile evidenziare come le nuove tecniche di scavo, caratterizzate da una maggiore cura per il dettaglio e condotte con maggiore attenzione, abbiano permesso di documentare questi troni lignei, di cui solo in casi assolutamente eccezionali è possibile il recupero, mentre nella maggior parte dei casi, come è stato possibile documentare negli ultimi scavi, si può esclusivamente individuare la traccia organica decomposta visibile sul terreno. Questo indica come la percentuale pari al 3% pertinente ai vecchi scavi debba essere presa in considerazione con cautela, in quanto non rappresentativa della totalità delle presenze di questi arredi, ma solo dei troni recuperati, in quanto in buono stato di conservazione (si pensi ad es. al trono della Tomba Lippi 89). Questo l inquadramento generale dei dati archeologici e da questi si partirà per analizzare nel dettaglio i seguenti aspetti: - la posizione del trono all interno della tomba ed il suo significato rituale; - il rapporto tra i troni e le tombe femminili o maschili; - gli eventuali gruppi parentelari che si distinguono per l uso del trono.

3 L analisi deve infatti tenere conto che il linguaggio simbolico si delinea attraverso l organizzazione degli spazi, i rituali, la scelta degli oggetti che compongono il corredo e la loro distribuzione all interno della tomba. Struttura della tomba, posizione del trono, significato rituale Per quanto riguarda il primo livello di analisi, si prende in considerazione la posizione del trono all interno della struttura sepolcrale: tale aspetto è importante per poter indagare se il trono collocato nella tomba sia concepito come: - un semplice elemento di arredo di prestigio - un elemento legato alla rappresentazione simbolica del defunto - un simbolo di identità e/o di rango A livello strutturale le tombe con trono manifestano una certa complessità. Nella documentazione a disposizione si nota una pluralità di strutture tombali e non sembra quindi possibile individuare una tipologia strutturale preferenziale per la collocazione del trono. Si va da tombe più semplici, come la tomba 72 del 2008 caratterizzata da un pozzetto con dolio, a strutture più complesse, che in età tarda si manifestano come vere e proprie camere funerarie, come nel caso della nota tomba Lippi 85 rinvenuta nel Passando ad analizzare la posizione del trono all interno della tomba, questa risulta significativa e con una precisa valenza simbolica. Da questo punto di vista, se si prende in considerazione ciò che è noto in letteratura, sia attraverso i dati archeologici, sia attraverso quelli iconografici, si può evidenziare la seguente casistica: - Il trono si identifica con il defunto (si possono citare come esempi la tomba 5 della necropoli di Imola Pontesanto (non posteriore alla metà dell VIII secolo a.c.) dove il cinerario vestito era collocato al di sopra di un trono ligneo decorato con borchiette metalliche e si indicano inoltre i canopi chiusini deposti sempre su troni fittili); - Il trono, collocato in posizione intermedia nella tomba, richiama il culto degli antenati (esemplificativa è la tomba delle 5 Sedie di Cerveteri); - Il trono è in relazione alla cerimonia del banchetto (in questo caso si hanno a disposizione importanti esemplificazioni dai dati iconografici, come la raffigurazione presente sul cinerario di Montescudaio e le decorazioni incise sulle situle bronzee). L analisi della posizione del trono nelle tombe di Verucchio non permette un preciso inserimento nell una o nell altra casistica, ma il tutto sembrerebbe fortemente carico di significati ideologici e simbolici in relazione ai gruppi aristocratici, dove i personaggi più eminenti si distinguono proprio per la collocazione del trono ligneo

4 all interno della sepoltura. Si sottolinea, infatti, come il tema della figura seduta in trono è un evidente incunabolo del linguaggio del potere aristocratico che già nelle rappresentazioni di area orientale della fine del IX secolo a.c. (fregio a rilievo di una pisside in avorio da Nimrud-Iraq) è un indicatore di alto rango; ci sono tuttavia attestazioni ancora più antiche come la statuetta del sovrano divinizzato da Quatna (Siria) XVI-XV secolo a.c. Scendendo nel dettaglio dei tre casi evidenziati, si rileva come nel primo la relazione diretta tra il trono ed il defunto non sia presente nelle sepolture di Verucchio: in nessun caso il cinerario è deposto al di sopra del trono, mentre al contrario sembra possibile riconoscere una volontà di collocare il trono in uno spazio distinto da quello specifico della deposizione. Da questo punto di vista si deve sottolineare come nelle tombe di Verucchio sia fortemente prevalente l ubicazione del trono nello spazio corrispondente all anticamera C. Tale posizione intermedia è posta generalmente in relazione, come nella tomba delle 5 Sedie, al culto degli antenati: il trono vuoto posto nell anticamera della sepoltura sottolinea e simboleggia la presenza degli antenati del defunto o dei defunti seppelliti nella tomba. Da tutto ciò Verucchio si discosta fortemente, in quanto non vi sono dati che attestano la presenza di culti legati agli antenati. La posizione del trono, collocato al di sopra del contenitore della sepoltura, sia esso un dolio o una cassa lignea, è deliberata ed attribuibile alla volontà di isolare ed enfatizzare la funzione connessa al rango del defunto. Ad esempio nel caso della tomba Lippi 89 il trono era collocato al di sopra del cassone ligneo che conteneva il cinerario ed i vari oggetti di corredo, mettendo in evidenza già nello spazio C (anticamera) l elevato rango sociale del defunto. Analogamente nella tomba Lippi 72 del 2008 e nella tomba Moroni 26, il trono era collocato al di sopra del coperchio del dolio. In questi casi il trono è stato definito da L. Bentini e D. Neri come un segnacolo monumentale identificativo dell eminente personaggio sepolto nella tomba e di conseguenza non può essere concepito come un semplice arredo della sepoltura, ma la sua posizione sembra voler sottolineare un legame diretto con la persona del defunto, indiziandone l elevato status sociale: il trono non sembra alludere alla rappresentazione simbolica del defunto, ma alla necessità di sottolinearne l alto rango. La posizione isolata ed enfatizzata è documentata anche in altre sepolture, ad esempio nelle tombe Lippi 2006/32, 2008/71, 2008/73, dove il trono non è collocato al di sopra del contenitore della sepoltura, ma addirittura in una nicchia laterale mettendo così ancor più in evidenza la volontà di distinzione tra sepoltura vera e propria e simbolo di prestigio per eccellenza quale può essere il trono. In questi casi, si aggiunge un ulteriore valenza, quella della pratica del banchetto, cerimonia aristocratica per eccellenza. In queste tombe, a cui si aggiungono le tombe Lippi 1971/B e 1972/85, strutturate come vere e proprie camere funerarie, i troni sono associati a oggetti e offerte di cibo, riconducibili a cerimonie di banchetto rituale. Ciò è particolarmente percepibile nelle tombe Lippi 1972/85 e 2006/32, dove il trono è

5 associato ad altri elementi di arredo ligneo, come tavolini, legati alla pratica del banchetto e ad un set di vasellame ceramico e bronzeo. In questi casi è quindi possibile confrontare la realtà di Verucchio con ciò che ci tramandano le fonti storiche, in particolare i testi omerici, ed i dati iconografici desumibili dal coperchio del cinerario di Montescudaio (prima metà VII sec. a.c.), dai fregi della situla Benvenuti e quella di Providence e guardando verso oriente dal fregio del palazzo di Assurbanipal presso Ninive ( a.c.), e dal fregio a rilievo di una pisside di avorio dal Palazzo sud-est di Nimrud (Iraq) (IX-VIII sec. a.c.). Le due posizioni, in cui è attestata la collocazione del trono, risultano quindi cariche di significati legati al mondo aristocratico, dove tale arredo è simbolo di distinzione sociale. Importante è il confronto che può essere istituito con la Tomba 36 della Necropoli di Colle del Forno (Roma), recentemente edita, dove è stata registrata la duplicazione del trono come importante elemento di distinzione sociale: un trono fittile era collocato all interno della camera funeraria dove si trovano i resti cremati del defunto ed un altro trono doveva essere collocato al di sopra della tomba. Nonostante il diverso livello cronologico a cui tale tomba fa riferimento (siamo alla fine del VI secolo a.c.) la documentazione di Verucchio trova in questa tomba un preciso seppur tardo parallelismo nella collocazione del trono: al di sopra della tomba e all interno della camera funeraria. Rapporto tra troni e tombe femminili e maschili Per il secondo livello di analisi si prende in considerazione l associazione dei troni alle tombe maschili e a quelle femminili. Le tombe maschili che hanno restituito troni sono in quantità prevalente (7) rispetto a quelle femminili (3), ma a parte la particolare se non eccezionale ricchezza del corredo non è possibile individuare differenze specifiche che possano essere legate alla presenza del trono. L identità del defunto maschile o femminile è rappresentata rispettivamente da una connotazione dell uomo come guerriero con panoplie spesso molto ricche, in cui ricorre la presenza dell elmo, e dalla connotazione della donna con elementi legati al suo ruolo di filatrice/tessitrice. Tali elementi caratterizzano le tombe femminili e maschili, sia presente o meno il trono, e di conseguenza non sembra esserci una differenziazione nella composizione del corredo tra le tombe caratterizzate dal trono e quelle che ne sono prive. Anche per quanto riguarda la distinzione tra tombe maschili e femminili, spesso sono concepite con una organizzazione degli spazi e della ritualità analoga. Ne è un esempio la tomba femminile Lippi 32 del 2006 dove troviamo un organizzazione interna con trono, tavolino e vario vasellame con offerte di cibo, che trova una quasi perfetta corrispondenza con la tomba maschile Lippi 85 dei vecchi scavi. Ciò sembra dipendere dal carico di significato rituale e simbolico del trono, non elemento di distinzione tra personaggi maschili e femminili, ma elemento di distinzione della classe aristocratica (ciò come si è visto è sottolineato dalla posizione, sopra alla tomba a segnalare lo status, o dalla connessione alla pratica del banchetto).

6 Tale mancanza di distinzione sembrerebbe suggerita anche dal duplice significato del trono, non solo simbolo di prestigio e potere, ma ricollegabile anche alla sfera del sacro. Da questo punto di vista esemplificative sono due tombe, una maschile la Tomba Lippi 89, ed una femminile, la Tomba Lippi 32 dei nuovi scavi. Per quanto riguarda la tomba Lippi 89 nella sua edizione completa il defunto è stato definito come guerriero e sacerdote. Così per la tomba Lippi 32 è possibile parlare di una defunta che si connota come domina e sacerdotessa. In questa tomba, oltre al rituale del banchetto testimoniato da vario vasellame, si può scorgere un valore rituale in relazione ad attività di culto nella tazza con ansa traforata a disco solare deposta sul trono. Questo aspetto sembra confermare, assieme alla struttura complessa della tomba e al ricco corredo, il ruolo della defunta nella comunità verucchiese, caratterizzandola non solo come donna di alto rango, ma anche come sacerdotessa. Il fatto che il trono sia presente in sepolture di entrambi i generi a Verucchio permette di istituire confronti con una serie di manufatti che ne attestano l uso sia femminile che maschile per un arco cronologico ed un area geografica molto vasta. Nell Arte delle Situle sono generalmente i personaggi maschili eminenti ad avere il privilegio di sedere sul trono, raffigurati durante cerimonie a cui prendono parte come bevitori o suonatori. Alcuni documenti iconografici risultano poi particolarmente eloquenti poiché identificano certe prerogative che sembrano essere esclusivo appannaggio delle donne di alto rango. Si tratta delle raffigurazioni di donne sedute in trono intente a tessere, dove l attività della tessitura, in quanto ricca di implicazioni relative al sapere tecnico, appare l operazione di più elevato prestigio sociale e come tale riservata alla materfamiliadomina. Altrove la donna viene rappresentata in trono su un carro, con una figura femminile (da indentificare verosimilmente con la madre) al suo fianco e un corteo di inservienti e armati. Quest iconografia rimanda al corteo nuziale, al trasporto cerimoniale della sposa verso la casa dello sposo; la scelta di rappresentarla in trono, sembra voler sottolineare il ruolo importante che la donna assume nello scambio matrimoniale. Il matrimonio è inteso dunque, come strumento privilegiato di alleanza tra famiglie o comunità diverse; e pertanto indissolubilmente connesso col potere. Infine, l importanza che il trono assume sia per la figura femminile, sia per quella maschile è ben documentato da una placca di cinturone da Brezje (metà VII) che fornisce un esempio piuttosto realistico di un matrimonio sacro : vi è raffigurata una donna in trono nell atto di accoppiarsi con un uomo inginocchiato dinnanzi a lei; il vaso cerimoniale (lebete) rappresentato accanto alle due figure contribuisce a rendere il carattere rituale della scena. Gruppi parentelari che si distinguono per l uso del trono Per quanto riguarda l indagine sui gruppi parentelari, l analisi della topografia della necropoli Lippi ha evidenziato la presenza di addensamenti delle sepolture in

7 gruppi, ma la mancanza di uno studio generalizzato di ogni singolo complesso sepolcrale e di un inquadramento generale non permette di fornire indicazioni certe su tutte le tombe con trono. Si può comunque rilevare come sia stato in passato indagato il rapporto parentelare tra le tombe Lippi 85, 89 e 47. Soffermandosi, invece, sui nuovi scavi particolarmente evidente è risultato il rapporto tra le vicine tombe Lippi 73 e 76, dove non solo la struttura della tomba e la posizione del trono sono analoghe, ma anche la composizione del corredo presenta alcuni oggetti ricorrenti. Si tratta di due tombe a dolio entrambe maschili, con collocazione in una nicchia laterale del trono ligneo. Per quanto riguarda le caratteristiche del corredo, quello della tomba 76 appare sicuramente più ricco, ma si individuano alcuni importanti e particolari oggetti che ricorrono in entrambe le tombe: - contenitore in vimini; - elmo crestato con decorazione a sbalzo e speroni laterali decorati a giorno Infine, in connessione ai rapporti parentelari si rileva il caso singolare e per ora del tutto isolato, della collocazione del trono al di sopra della copertura del pozzetto comune alle tombe bis, in connessione ad oggetti legati al sacro, quali un sostegno in bronzo a nove gambe ed una tazza cratere. Il carattere di eccezionalità non permette di fare considerazioni certe, ma tale collocazione peculiare potrebbe dipendere dalla presenza di due defunti in relazione presumibilmente parentelare, il cui elevato status doveva essere segnalato per entrambi e di conseguenza il trono è stato deposto non sui coperchi dei due doli, ma sul coperchio del pozzetto. Analizzati questi tre aspetti principali, l esame della documentazione scende maggiormente nel dettaglio, con l inquadramento tipologico dei troni verucchiesi. Rispetto ad una vasta gamma formale dei sedili ad alto schienale, le sepolture hanno finora restituito solo esemplari a base cilindrica cava con schienale svasato e arrotondato, riconducibili al Throntyp I a,b di Steingraber. Questa tipologia di troni sembra diffondersi in ambito etrusco a partire dalla metà circa dell VIII secolo a.c. (esemplare Tomba XVIII necropoli dell Olmo Bello, Tomba Lippi 89) e gli esemplari verucchiesi trovano confronti con troni di legno in area padana. È il caso dei troni da Ponte Santo (Imola) databili alla seconda metà dell VIII secolo a.c. ed il trono della tomba 119 della necropoli di via Belle Arti a Bologna (Villanoviano IIIC). Altri confronti si riscontrano in alcuni esemplari metallici, in pietra e in terracotta dall Etruria Tirrenica, in particolare dalle ricche tombe orientalizzanti di Cerveteri e Palestrina e da quelli che sostenevano i canopi chiusini. Tra gli esemplari metallici i confronti migliori sono offerti dal trono rinvenuto nella tomba Barberini di Praeneste, dall esemplare conservato al museo di Karlshrue e da quello forse proveniente da Vulci al Musée du Louvre tutti riferibili alla prima metà del VII secolo a.c. Se i confronti per la forma possono essere trovati dunque in alcuni esemplari delle tombe principesche dell Etruria e del Lazio (Chiusi, Cerveteri e Palestrina) le modalità della deposizione dimostrano significati diversi. A Chiusi, a Bisenzio, a Imola-Ponte Santo e a Bologna i troni sono strettamente legati all immagine stessa

8 del defunto poiché sorreggono il vaso che ne contiene le ceneri e ne ricompone simbolicamente il corpo, mentre a Verucchio è stata sottolineata la volontà di distinguere tra sepoltura vera e propria e spazio dedicato al trono. È possibile inoltre classificare i troni sulla base della loro decorazione e delle loro dimensioni. Si rilevano infatti troni caratterizzati da un complesso apparato decorativo (Lippi T89, T 85 e Moroni T 26) accanto a esemplari lisci con probabili tracce di colore, che verosimilmente doveva essere stato utilizzato per ravvivarne la superficie con motivi decorativi. Lo stato di conservazione dei troni, di cui spesso si individuano le sole tracce di decomposizione organica, non permette di fare considerazioni sicure, ma è forse ipotizzabile che tutti gli esemplari deposti all interno delle tombe e di conseguenza carichi di significati simbolici e rituali, fossero caratterizzati da una decorazione dipinta. Ciò sembrerebbe confermato dall esemplare fittile miniaturizzato della Collezione Pecci, caratterizzato da una superficie interamente decorata. Per quanto riguarda le dimensioni si distinguono in grandi e medie, mentre miniaturizzato è il trono fittile della Collezione Pecci. Tra tutti questi costituisce un caso eccezionale il trono completamente intagliato con motivi geometrici e figurati, ravvivato da una decorazione a borchiette metalliche e da colore, rinvenuto all interno della Tomba Lippi 89. Molto simile per la realizzazione ad intaglio di una scena figurata, è il trono della tomba Moroni 26 nel quale è riconoscibile una teoria di guerrieri. I due esemplari mostrano una decorazione figurata che ha un intento narrativo e celebrativo: il trono, oltre a simbolo in quanto tale, diventa, in questi due casi, anche supporto per una narrazione figurata che sicuramente era decodificabile dai membri della comunità verucchiese. L analisi delineata di questo importante arredo deposto all interno delle tombe ne ha così evidenziato il significato di elemento di affermazione ed esibizione di orgoglio gentilizio, in relazione a personaggi sia maschili, sia femminili. Avvertenza Testo predisposto per il convegno; note e bibliografia verranno aggiunte in sede di stampa

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