PANORAMA INTERNAZIONALE
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1 PANORAMA INTERNAZIONALE Il contenuto degli accordi tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese Dott. Rodolfo Bastianelli Giornalista articolista di Ideazione Fermo ormai da quattro anni, il processo di pace in Medio-Oriente, con l elezione di Abu Mazen alla testa dell Autorità Nazionale Palestinese, si trova oggi di fronte ad una concreta opportunità di aprire una nuova fase secondo quanto auspicato da tutta la comunità internazionale. Proprio per comprendere il percorso compiuto fin qui dai negoziati, l analisi seguente descriverà il contenuto degli accordi sottoscritti dalle due parti dal 1993, anno della storica stretta di mano tra Rabin e Arafat a Washington, fino al 2000, quando con l esplodere della seconda intifada palestinese il dialogo si è praticamente interrotto. Accordo di Washington sulla Dichiarazione di Principi (13 settembre 1993) Dopo la convocazione della conferenza di Madrid nell ottobre 1991 seguita al conflitto iracheno del febbraio precedente, la ricerca di una soluzione capace di risolvere la questione palestinese divenne una delle priorità della diplomazia internazionale. Questo portò il governo di Gerusalemme ad approvare il 31 agosto 1993 una Dichiarazione di Principi che prevedeva la concessione di un autonomia per le zone di Gaza e Gerico gettando così le basi per l avvio di un negoziato tra le parti. Successivamente il 9 settembre, attraverso uno scambio di lettere, il Primo Ministro israeliano Ytzchak Rabin riconosceva l OLP come legittimo interlocutore Il nuovo leader palestinese Abu Mazen e il Premier israeliano nelle trattative di pace Sharon mentre a sua volta il leader palestinese Yasser Arafat si impegnava ad accettare le Risoluzioni 242 e 338 approvate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ed a riconoscere il diritto di Israele a vivere entro confini sicuri. Il 13 settembre veniva così firmata a Washington la Dichiarazione di Principi con la quale si poneva ufficialmente fine a quarantacinque anni di ostilità tra Israeliani e Palestinesi e si stabiliva la seguente serie di scadenze per il prosieguo del negoziato: il 13 ottobre 1993 la Dichiarazione di Principi sarebbe entrata formalmente in vigore; due mesi dopo, il 13 dicembre, le parti avrebbero proceduto alla firma dell accordo per il 18
2 ritiro da Gaza e Gerico; 13 aprile 1994 si sarebbe dovuto completare il ritiro israeliano da Gaza e Gerico, a cui tre mesi dopo avrebbe dovuto fare seguito l elezione per il Consiglio Palestinese ed il ridispiegamento delle Forze Armate israeliane; il 13 aprile 1996 avrebbero dovuto cominciare i negoziati sullo status definitivo dei territori palestinesi; per il 13 aprile 1999 si sarebbe attuato lo status definitivo dei territori palestinesi. Viene quindi fissato per il processo di pace un percorso in quattro fasi che terminerà cinque anni più tardi con l attuazione dello status definitivo dei territori palestinesi. Composta di 17 articoli, 4 allegati e una decina di promemoria aggiuntivi, la Dichiarazione di Principi definisce gli aspetti del governo palestinese ad interim per il periodo in questione, stabilisce le modalità per arrivare ad un accordo per il trasferimento di competenze all amministrazione palestinese a Gaza e Gerico, unitamente al ritiro delle Forze Armate israeliane, nonché per il passaggio sotto la responsabilità palestinese di alcune aree della Cisgiordania. Viene inoltre stabilita l elezione diretta del Consiglio palestinese incaricato di gestire l amministrazione e definita la sua composizione e le competenze che gli verranno attribuite. Trovano poi posto nella Dichiarazione di Principi numerosi altri punti riguardanti il campo economico, commerciale e sociale, mentre rimangono Washington 13 settembre 1993 escluse tutte le questioni relative alla sicurezza, che verranno discusse solo dopo il terzo anno di autogoverno palestinese. Proprio per regolare lo svolgimento delle elezioni per il Consiglio Palestinese, il 23 settembre 1995 è stato sottoscritto un accordo sul sistema di voto da utilizzare per la consultazione e per l aggiornamento delle liste elettorali dei residenti a Gaza ed in Cisgiordania. Dagli elenchi degli aventi diritto al voto sono esclusi gli abitanti di Gerusalemme, per i quali la registrazione verrà effettuata da un ente speciale l Ibrahimimiya College che per lo svolgimento delle operazioni dovrà servirsi solo di personale palestinese in possesso di documenti di residenza nella città, mentre la stessa campagna elettorale sarà soggetta alle leggi israeliane. In tal modo, si evita che funzionari dell Autorità Nazionale Palestinese operino in quella che il governo di Gerusalemme considera la capitale indivisibile dello Stato d Israele. Accordo de Il Cairo (9 febbraio 1994) Sottoscritto da Yasser Arafat e dal Ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres, il testo dell accordo ha consentito la ripresa dei negoziati su Gaza e Gerico, iniziati a metà ottobre nella cittadina egiziana di Taba e prolungatisi a lungo per le difficoltà incontrate. Il testo di questa intesa sottoscritta nella capitale egiziana, oltre a favorire il dialogo tra le parti, stabilisce dei punti importanti per il controllo dei valichi di frontiera tra Gaza e Gerico ed il territorio israeliano, nonché una serie di punti relativi al problema della sicurezza. Accordo de Il Cairo relativo alla sicurezza della città di Hebron (31 marzo 1994) Sottoscritto per Israele dal generale Lipkhin Shahak e dall ANP dal dr. Nabil Sha ath l accordo, stipulato dopo la strage compiuta il 25 febbraio da un colono israeliano contro un gruppo di Palestinesi e ufficialmente condannata dalla Knesset tre giorni dopo attraverso una risoluzione, prevede l istituzione di una Presenza Internazionale Temporanea a Hebron (Temporary International Presence in Hebron / TIPH ), composta da 160 osservatori provenienti da diversi Paesi tra cui l Italia, con il compito di dare una sensazione di sicurezza ai Palestinesi di Hebron. A questa forza internazionale spettano compiti di controllo senza però disporre di poteri di polizia e di monitoraggio. È stabilito inoltre che la forza internazionale riferisca ad una Commissione Congiunta di Hebron composta da due rappresentanti israeliani e palestinesi. 19
3 Accordo de Il Cairo su Gaza e Gerico (4 maggio 1994) Sottoscritto pochi giorni dopo il protocollo firmato a Parigi il 29 aprile sulle relazioni economiche tra Israele e le zone di Gaza e Gerico, l accordo sull autonomia si compone di quasi trecento pagine e sei mappe dettagliate a colori, il cui contenuto può essere così riassunto: il testo dell accordo (preambolo e 23 articoli) protocollo allegato sulle misure di sicurezza (12 articoli) protocollo allegato sul passaggio dei poteri ai civili e sulle disposizioni in materia legale (2 articoli e 5 appendici) protocollo allegato sui rapporti economici (11 articoli) Secondo i contenuti dell accordo, l Amministrazione civile israeliana a Gaza e Gerico viene sciolta e le sue competenze passano all Autorità Nazionale Palestinese, che si comporrà di un unico organismo di 24 membri. Riguardo al problema della sicurezza, ad Israele viene lasciato il controllo dei confini esterni e dello spazio aereo, nonché la responsabilità dell ordine pubblico sui cittadini e gli insediamenti israeliani, mentre l ANP avrà piena autorità sui residenti palestinesi. I cittadini di Paesi terzi presenti nelle aree passate sotto il controllo dell Autorità Palestinese saranno soggetti ad un regime misto in base al quale dovranno sottostare all autorità della polizia palestinese tranne che su quattro strade in cui invece rimarrà la competenza delle forze di polizia israeliane in materia di fermi ed arresti. All Autorità Nazionale Palestinese viene poi preclusa qualsiasi attività a livello internazionale, non potendo questa aprire né ambasciate e consolati all estero, né sottoscrivere accordi con altri Stati. Tuttavia, in quest ultimo settore, è previsto che l ANP possa sottoscrivere accordi in materia di cooperazione economica, scambi culturali, piani di sviluppo regionale e di donazioni ed aiuti. Accordo sul trasferimento dei poteri e delle responsabilità (29 agosto 1994) Siglata ad Eretz dal generale israeliano Danny Rotschild e dal delegato palestinese dr. Nabil Sha ath l intesa, composta di 13 articoli e 6 allegati ognuno dei quali include un appendice, coordina il trasferimento di competenze all Autorità Nazionale Palestinese nelle zone di Gaza e Gerico, regola i suoi rapporti con le autorità civili e militari israeliani e stabilisce le funzioni che gli sono attribuite. Queste comprendono campi quali l istruzione e la cultura, la sanità, i servizi sociali, il turismo e la raccolta delle imposte dirette. Accordo ad interim per l attuazione di quanto sottoscritto nella Dichiarazione di Principi (8 settembre 1995) Firmato a Washington, con questo accordo, denominato Oslo 2, viene attuato quanto concordato tra Israeliani e Palestinesi nella Dichiarazione di Principi, sottoscritta il 13 settembre I punti principali dell accordo sono: la creazione di un autogoverno palestinese nei Territori, con graduale passaggio di competenze; il ridispiegamento delle Forze Armate israeliane che deve avvenire secondo un calendario definito. Viene poi stabilito che il Consiglio palestinese verrà eletto da tutti i residenti palestinesi a Gaza ed in Cisgiordania di almeno 18 anni e che le consultazioni avranno luogo 22 giorni dopo il ritiro dell Esercito israeliano dalle aree interessate. Il Consiglio disporrà di 82 membri ed avrà poteri legislativi ed esecutivi, i quali verranno emanati da un organismo designato dal Consiglio: l Autorità Esecutiva. Le competenze dell amministrazione civile israeliana nei Territori passano al Consiglio, fermo restando che tutte le funzioni non inserite tra quelle attribuite al Consiglio, rimangono competenza delle Autorità israeliane Nella prima fase è previsto il ritiro delle Forze Armate di Israele da sei città Jenin, Nablus, Tulkarem, Kalkilya, Ramallah e Betlemme e 450 villaggi, fermo restando che lo Stato israeliano rimane sempre competente per il controllo della sicurezza verso l esterno e dei confini, e per la sicurezza dei cittadini e degli insediamenti israeliani. Sempre in merito all ordine pubblico ed alla sicurezza, l accordo prevede tre diverse aree di competenza all interno dei territori della Cisgiordania: le prime due (zone A e B) coprono il 30% del territorio della Cisgiordania, mentre il restante 70% rientra nella zona C: 20
4 AREA A ( area marrone ) comprende le sei città sopra elencate. In queste il Consiglio dispone di piena autorità per l ordine pubblico e la sicurezza. AREA B ( area gialla ) include le cittadine ed i villaggi della Cisgiordania a popolazione palestinese. Al Consiglio spetta piena autorità sull amministrazione civile e l ordine pubblico, mentre ad Israele rimane il controllo generale della sicurezza ed i poteri di coordinamento nella lotta al terrorismo. Inoltre le forze di sicurezza israeliane hanno in questa zona la precedenza su quelle palestinesi e gli stessi movimenti della polizia palestinese devono essere coordinati dalle autorità israeliane e da queste ricevere l approvazione. AREA C ( area bianca ) comprende le aree non popolate, gli insediamenti ebraici e le zone di confine con la Giordania. In questa area Israele mantiene la piena autorità sull ordine pubblico e la sicurezza, mentre al Consiglio palestinese spettano solo le competenza dell amministrazione civile. Il ridispiegamento avverrà in ulteriori fasi ad intervallo di sei mesi, comprese le stesse zone dell area C, le quali passeranno progressivamente sotto il controllo del Consiglio palestinese, che alla fine del ritiro israeliano avrà competenza su tutto il territorio della Cisgiordania, salvo gli insediamenti ebraici e le zone militari. Rimane il diritto delle forze armate e di sicurezza israeliane di muoversi entro i Territori, ed analoga libertà di movimento conservano i cittadini israeliani, nei confronti dei quali la polizia palestinese non potrà procedere né a fermi, né ad arresti, ma solo a controlli sull identità e sugli autoveicoli. È poi stabilito che, entro due mesi dall insediamento del Consiglio, l OLP procederà all abrogazione degli articoli della sua carta in cui si negava il diritto all esistenza dello Stato d Israele. Proprio per rispondere a quanto previsto dagli accordi prima, il 21 Consiglio Nazionale palestinese riunito a Gaza tra il 22 ed il 25 aprile 1996 provvedeva a cancellare dalla Carta Nazionale Palestinese gli articoli che negavano il diritto all esistenza dello Stato d Israele e successivamente tra il 5 ed il 6 maggio venivano avviate le trattative per la definizione dello status permanente dei territori. Tenutisi nella cittadina egiziana di Taba, i colloqui terminavano con un comunicato in cui si annunciava l istituzione di un gruppo di lavoro composto da 4 o 5 persone per parte incaricate di esaminare le Ridispiegamento israeliano in Cisgiordania secondo quanto previsto dall accordo ad interim Ridispiegamento israeliano in Cisgiordania secondo quanto previsto dall accordo ad interim 21
5 diverse questioni al centro dei negoziati in modo da consentirne il progresso e si ribadiva l impegno a rispettare quanto concordato nelle intese sottoscritte fino a quel momento. Protocollo concernente il ridispiegamento a Hebron (15 gennaio 1997) Una scuola per bambini di Hebron Siglato dal Premier israeliano Benjamin Netanyahu e dal Presidente dell Autorità Nazionale Palestinese Yasser Arafat, il protocollo risolve il problema dello status della città di Hebron, al centro fin dall inizio dei negoziati israelo palestinesi. Secondo i termini del Protocollo d intesa relativi alle competenze in materia di ordine pubblico, la città di Hebron è stata divisa in due aree distinte: l area H 1 in cui la responsabilità della sicurezza viene affidata ai Palestinesi; l area H 2 in cui invece questa spetta alle forze israeliane. Sono poi previste delle misure di sicurezza congiunte all interno di aree delicate a cui provvederanno delle unità mobili e pattuglie congiunte. Nelle zone più a rischio dell area H 1, a ridosso dell area H 2, la polizia palestinese potrà istituire posti di blocco e di controllo per impedire il passaggio di manifestanti che possano causare turbamenti all ordine pubblico, mentre ogni attività di polizia all interno di questa zona dovrà essere comunicata al Centro di Comando Congiunto. Si tratta quindi di una zona cuscinetto (nel testo Zona Adiacente Concordata ) la cui istituzione dovrebbe, nelle intenzioni delle parti, limitare i rischi di scontro tra le due comunità. È prevista la protezione ed il diritto di libero accesso ai luoghi santi ebraici, posti tutti all interno dell area H 1 e quindi all interno della zona di competenza palestinese. Vengono inoltre confermate le funzioni della forza di osservazione internazionale (TIPH), istituita con l accordo de Il Cairo del 31 marzo 1994, i cui effettivi passano da 160 a 180 uomini. Accordo di Wye Plantation (23 ottobre 1998) Sottoscritto negli Stati Uniti tra il Premier israeliano Netanyahu ed il Presidente dell ANP Arafat con la mediazione del Presidente degli Stati Uniti Clinton. L accordo prevede: status finale dei territori. Le due parti si impegneranno a concordare l assetto definitivo dei Territori palestinesi, di Gerusalemme, degli insediamenti ebraici e della divisione delle risorse idriche; è previsto il ritiro delle Forze Armate israeliane dal 13,1% della Cisgiordania. In tre tappe successive suddivise in 12 settimane, Israele si ritirerà dal 12% dei territori palestinesi, consegnando l amministrazione civile nelle mani dell ANP, rimanendo tuttavia ad Israele la responsabilità esclusiva della sicurezza. Un ulteriore 1,1% di territorio sarà poi successivamente consegnato all Autorità Nazionale Palestinese. Dopo il ridispiegamento delle truppe israeliane l ANP controllerà il 40% della Cisgiordania ed il 60% di Gaza; si richiede all Autorità Nazionale Palestinese di attuare un piano di prevenzione e repressione delle attività dei gruppi terroristici. È prevista l istituzione di un comitato congiunto israelo palestinese, nonché la presenza di funzionari della CIA in qualità di mediatori e consulenti tra le parti; entro due mesi, i 120 membri del Consiglio Centrale dell OLP si dovranno riunire a Gaza, alla presenza del Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, per abrogare gli articoli relativi alla distruzione dello Stato di Israele; vengono istituiti due corridoi per consentire il passaggio dei Palestinesi tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania; viene disposta la liberazione di 750 dei prigionieri palestinesi detenuti in Israele; allo stesso modo la polizia palestinese procederà 22
6 all arresto di 30 persone accusate di terrorismo inserite all interno di una lista di 36 nomi redatta da Israele; si autorizza la creazione di un aeroporto entro la Striscia di Gaza e viene ribadito l impegno israeliano a permettere l apertura di uno scalo marittimo commerciale a Gaza; un comitato congiunto israelo-palestinese sarà poi incaricato di preparare un piano per la terza fase del ritiro israeliano dalla Cisgiordania. Il comitato presenterà le sue conclusioni entro quattro mesi dalla firma dell accordo. L applicazione dell accordo fu sospesa per la sopravvenuta crisi dell esecutivo di centro destra guidato da Benjamin Netanyahu che costrinse a ricorrere ad elezioni politiche anticipate nel maggio 1999, elezioni vinte dal laburista Ehud Barak, che si impegnò a riprendere il negoziato di pace. Memorandum di Sharm el Sheikh (4 settembre 1999) L intesa prevede una serie di scadenze che tra il 10 settembre ed il 20 gennaio 2000 condurranno al ridispiegamento militare israeliano dalla Il contenuto degli accordi tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese Accordo a Wye Plantation tra il Premier israeliano Netanyahu ed il Presidente dell ANP Arafat con la mediazione del Presidente degli Stati Uniti Clinton Cisgiordania, all assunzione da parte dell Autorità Nazionale Palestinese di quasi tutte le funzioni amministrative e di polizia nella Striscia di Gaza ed all apertura di passaggi tra questa ed i territori della Cisgiordania. Inoltre, viene stabilita la riapertura del porto di Gaza e definite le procedure per il rilascio di 350 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Le due parti si impegnavano a definire entro il febbraio 2000 le linee di un Accordo Quadro sullo status permanente dei territori che doveva essere formalmente definito entro il settembre dello stesso anno. Si arrivava così ai colloqui di Camp David dell estate del 2000 che avrebbero dovuto portare all accordo sull assetto definitivo di Gaza e della Cisgiordania, nonché sulla questione di Gerusalemme e la sovranità dei suoi luoghi santi. Contrariamente alle aspettative, le trattative non portarono però ad alcun risultato, visto il rifiuto da parte palestinese di accettare le proposte avanzate dal governo israeliano. Due mesi dopo, con l esplodere della seconda intifada palestinese, i negoziati vennero interrotti e l intero processo di pace di fatto congelato. Bibliografia Bollettino NES Notizie e Stampa, relativamente a No. 12/1993 (Progressi verso la pace in Medio Oriente), No. 13/14/1993 (Una svolta verso la pace), No 2/1994 (L accordo de Il Cairo), No. 4/1994 (L accordo su Hebron), No. 6/1994 (L accordo de Il Cairo su Gaza e Gerico), No. 7/1995 (Un altro verso la pace: l accordo ad interim), No. 8/1996 (Prosegue il processo di pace: l emendamento della carta palestinese ed i negoziati di Taba), No 2/1997 (Il protocollo su Hebron), No 7/1999 (Il calendario del processo di pace secondo il memorandum di Sharm el Sheikh) Agreement on Preparatory Transfer of Powers and Responsabilities, Information Division, Ministry of Foreign Affairs, Jerusalem, August 1994 Documenti del Ministero degli Esteri israeliani reperibili al sito Documenti dell Ambasciata degli Stati Uniti a Tel Aviv reperibili al sito Documenti del U.S. Department of State, Near Eastern Affairs Section, reperibili al sito 23
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