GIURISPRUDENZA SULL ART. 649 C.P. (Non punibilità a querela della persona offesa, per i fatti commessi a danno di congiunti)

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1 GIURISPRUDENZA SULL ART. 649 C.P. (Non punibilità a querela della persona offesa, per i fatti commessi a danno di congiunti) Delitto tentato In virtù dell'autonomia del delitto tentato, gli effetti giuridici sfavorevoli previsti con specifico richiamo di determinate norme incriminatrici vanno riferiti alle sole ipotesi di reato consumato, poiché le norme sfavorevoli sono di stretta interpretazione, ed in difetto di espressa previsione non trovano applicazione anche per le corrispondenti ipotesi di delitto tentato. (In applicazione del principio, la S. C. ha ritenuto che tra i reati di cui agli artt. 628, 629 e 630 cod. pen., per i quali, ai sensi dell'art. 649, comma terzo, prima parte, cod. pen., la causa di non punibilità prevista da detta disposizione non opera, non rientrano le corrispondenti ipotesi tentate). (Annulla senza rinvio, App. Lecce, 27/05/2011) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Il tentativo di estorsione commesso con minaccia in danno del genitore (o, come nella specie, dell'affine in linea retta) non è punibile ex art. 649, comma terzo, u.p. cod. pen., in quanto le ipotesi criminose che rimangono escluse dall'operatività della disposizione concernono solamente, da un lato, i delitti consumati di cui agli artt. 628, 629 e 630 cod. pen., e, dall'altro, tutti gli altri delitti contro il patrimonio, anche se tentati, che siano commessi con violenza; ne consegue che la predetta causa di non punibilità opera con riguardo a tutti i delitti tentati contro il patrimonio commessi con minaccia. (Annulla senza rinvio, App. Lecce, 27/05/2011) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Soggetti affini in linea retta Nel caso in cui uno dei coniugi abbia un figlio nato da precedente matrimonio, ai fini dell'operatività della causa di non punibilità di cui all'art. 649, comma primo, n. 2, seconda ipotesi, il figlio del coniuge è affine in linea retta dell'altro coniuge. (Annulla senza rinvio, App. Lecce, 27/05/2011) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Inapplicabilità dell'esimente: L'operatività dell'esimente di cui all'art. 649, comma primo, n. 1, cod. pen. per i delitti contro il patrimonio viene meno non con l'ordinanza presidenziale che autorizza in via provvisoria i coniugi a vivere separatamente, ma soltanto per effetto della pronuncia della sentenza che conclude il procedimento instaurato con l'azione di separazione legale tra i coniugi. (Dichiara inammissibile, App. Palermo, 20 marzo 2009) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Concorso di persone:- concorrente estraneo al rapporto di parentela o affinità- - effetti sulla procedibilità La procedibilità per i reati contro il patrimonio commessi senza violenza alle persone in danno del coniuge legalmente separato, del fratello o della sorella non conviventi, o dello zio, del nipote o dell'affine di secondo grado che però siano conviventi, richiede la querela, nei casi in cui al fatto concorra un soggetto estraneo a tali rapporti, soltanto nei confronti dell'autore legato alla persona offesa da tali rapporti, perché nei confronti del concorrente estraneo la procedibilità è d'ufficio. (Annulla in parte senza rinvio, App.Lecce s.d. Taranto, 04/05/2010) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Inapplicabilità dell'esimente:- fattispecie- - illecito uso di tessera bancomat Non è applicabile l'esimente di cui all'art. 649 cod. pen. (fatti commessi in danno di congiunti) al reato di illecito uso di una carta di credito (art. 12 del D.L. 3 maggio 1991, convertito in l. 5 luglio 1991, n. 197, successivamente abrogato e trasferito sotto la previsione di cui all'art. 55, comma nono, del D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231), nell'ipotesi in cui la condotta delittuosa sia stata posta in essere da un familiare (nel caso di specie, il figlio) del titolare della carta, stante la natura plurioffensiva del reato "de quo", la cui dimensione lesiva trascende il mero patrimonio individuale per estendersi, in modo più o meno diretto, a valori riconducibili all'ambito dell'ordine pubblico, economico e della fede pubblica, mentre la

2 previsione di cui all'art. 649 cod. pen. concerne esclusivamente i delitti contro il patrimonio ed ha una natura eccezionale che ne preclude l'applicazione in via analogica. (Rigetta, App. Firenze, 17/09/2010) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Il tentativo di estorsione commesso con minaccia in danno del genitore non è punibile ex art. 649 cod. pen. (Annulla senza rinvio, App. Brescia, 24/05/2010) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Inapplicabilità dell'esimente:- fattispecie La causa di non punibilità prevista dall'art. 649 cod. pen. non si applica all'estorsione commessa con violenza verso i congiunti indicati in tale disposizione neanche se il delitto sia stato solo tentato. (Dichiara inammissibile, App. Torino, 16 dicembre 2009) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) I reati consumati di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione restano esclusi dall'area di applicabilità della previsione dell'art. 649 cod. pen., pur se posti in essere senza violenza alle persone, bensì con la sola minaccia. (Annulla con rinvio, Trib. Macerata, 01 Luglio 2008) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Inapplicabilità dell'esimente: La causa di non punibilità di cui all'art. 649 cod. pen. non è applicabile nell'ipotesi in cui la cosa sottratta appartenga a persona diversa dal congiunto, il quale ne abbia soltanto la custodia, anche temporanea ed a qualsiasi titolo. (Annulla con rinvio, Gip Trib. Verona, 29 ottobre 2009) Sez. VI, sent. n del (ud. del ), (rv ) Inapplicabilità dell'esimente: In tema di reati contro il patrimonio, il rapporto di affinità tra autore e vittima del reato che fonda la causa di non punibilità ovvero la procedibilità a querela di cui all'art. 649 cod. pen. non opera allorché sia morto il coniuge da cui l'affinità stessa deriva e non vi sia prole. (Rigetta, App. Firenze, 03 dicembre 2008) Sez. II, sent. n del (ud. del ), (rv ) Convivenza: La causa soggettiva di esclusione della punibilità prevista per il coniuge dall'art. 649 cod. pen. non si estende al convivente "more uxorio". (Fattispecie di ricettazione di assegno bancario il cui smarrimento era stato denunciato dal convivente "more uxorio" della persona offesa all'epoca del fatto) (Annulla con rinvio, App. Treviglio, 28/10/2005) Sez. II, sent. n del (ud. del ), P.G. Presso la Corte D'Appello di Brescia c. (Omissis) (rv ) I reati consumati di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione restano esclusi dall'operatività della previsione dell'art. 649 cod. pen., pur se posti in essere senza violenza alle persone. (Annulla con rinvio, Gip Trib. Pescara, 01/12/2006) Sez. II, sent. n del (ud. del ), Procuratore Generale della Repubblica Presso la Corte D'Appello dell'aquila (rv )

3 Convivenza:- fatti commessi in danno di convivente "more uxorio" Non è punibile il furto commesso in danno del convivente "more uxorio", ma è punibile, a querela dell'offeso, il furto commesso in danno di persona già convivente "more uxorio". (In motivazione, la Corte ha precisato che la prevalenza dell'interesse alla riconciliazione rispetto a quello alla punizione del colpevole, posto a fondamento della causa soggettiva di esclusione della punibilità di cui all'art. 649 cod. pen., ricorre anche con riguardo ai soggetti che siano, o siano stati, legati da un vincolo non matrimoniale, ma ugualmente caratterizzato da una convivenza tendenzialmente duratura, fondata sulla reciproca assistenza e su comuni ideali e stili di vita). (Vedi Corte cost. 7 aprile 1988, n. 423, 20 dicembre 1988, n. 1122, 25 luglio 2000, n. 352). (Rigetta, Trib. Ancona, 11 Luglio 2008) Sez. IV, sent. n del (ud. del ), Procuratore Generale della Repubblica Presso Corte D'Appello di Ancona c. T.V. Esimente:- natura In tema di furto, la causa di non punibilità prevista dall'art. 649 cod. pen. ha natura personale, con la conseguenza che non si estende all'eventuale concorrente. (Rigetta, App. Reggio Calabria, 08 luglio 2008) Sez. IV, sent. n del (ud. del ), G.M. (rv ) Inapplicabilità dell'esimente:- fattispecie L'esclusione dell'esimente per i delitti contro il patrimonio in danno di congiunti si riferisce, nel fare menzione dei delitti di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione, alle sole forme consumate e non anche al tentativo. (Nella fattispecie la Corte ha ritenuto applicabile la causa di non punibilità alla moglie che era stata riconosciuta colpevole di tentata estorsione ai danni del marito, dal quale non era legalmente separata non essendo ancora intervenuta sentenza, relativamente alla minaccia di propalazioni compromettenti in cambio di concessioni economiche in sede di accordo per la separazione medesima). (Annulla senza rinvio, App. Milano, 15 Novembre 2004) Sez. II, sent. n del (ud. del ), F.A. (rv ) In tema di circonvenzione di incapace, anche la violenza morale esclude la configurabilità della causa di non punibilità e della perseguibilità a querela per i reati contro il patrimonio commessi in danno di prossimi congiunti. (Annulla in parte con rinvio, Gip Trib. Roma, 9 ottobre 2007) Sez. VI, sent. n del (ud. del ), Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma c. L.P. (rv ) L'esclusione della causa di non punibilità di cui all'art. 649 cod. pen. in riferimento alle fattispecie criminose di rapina, estorsione e sequestro di persona a scopo d'estorsione è normativamente estesa anche alle corrispondenti fattispecie di tentativo, che strutturalmente comportano l'uso della violenza alla persona, pur solo preordinata e non realizzata. (La Corte ha precisato che nella nozione di "violenza alle persone", di cui all'ultima parte dell'art. 649, comma terzo, cod. pen., rientra anche la violenza morale, e ciò perché tutte le fattispecie criminose a cui si riferisce la causa di non punibilità si connotano per l'equiparazione della violenza alla minaccia). (Rigetta, Trib. lib. Milano, 26 Giugno 2007) Sez. VI, Sent. n del (ud. del ), C.G. (rv ) Inapplicabilità dell'esimente:- fattispecie- - delitti commessi con violenza In tema di delitti contro il patrimonio, la causa di non punibilità per fatti in danno dei congiunti non trova applicazione nei casi in cui siano commessi con violenza fisica, consistente in qualsiasi atteggiamento di coartazione della libertà fisica del soggetto passivo, costretto pertanto a fare, tollerare o omettere qualche cosa, indipendentemente dall'esercizio su di lui di un vero e proprio costringimento fisico. (Fattispecie in cui la Corte ha annullato con rinvio l'ordinanza di non convalida del fermo, motivata anche con la mancanza del requisito della violenza fisica, per il fatto commesso da un soggetto che, per procurarsi un ingiusto profitto, aveva compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i genitori a consegnargli la somma di denaro di euro 100, scagliando contro costoro vari oggetti dopo averli ripetutamente minacciati di morte). (Annulla con rinvio, Gip Trib. Torre Annunziata, 22 Maggio 2006)

4 Sez. II, Sent. n del (ud. del ), Pubblico Ministeropresso G.I.P. Tribunale di Torre Annunziata c. F.F. (rv ) Inapplicabilità dell'esimente:- fattispecie- - illecito uso di tessera bancomat Non è applicabile l'esimente di cui all'art. 649 cod. pen. (fatti commessi in danno di congiunti), al reato di illecito uso di una tessera bancomat (di cui all'art. 12 D.L 3 maggio 1991, convertito in L. 5 luglio 1991, n. 197), nel caso in cui tale uso sia stato effettuato con carta di credito appartenente al coniuge separato di fatto, considerato che il reato di cui al suddetto art. 12 L. n. 197 del 1991 ha natura plurioffensiva avendo di mira la tutela del patrimonio e insieme della sicurezza dei traffici finanziari e commerciali e, pertanto, una dimensione lesiva che trascende il mero patrimonio individuale per estendersi, in modo più o meno diretto, a valori riconducibili all'ambito dell'ordine pubblico, economico e della fede pubblica; ne consegue che esso confligge con la ratio della previsione di cui all'art. 649 cod. pen., la quale concerne esclusivamente i delitti contro il patrimonio e ha natura eccezionale che ne preclude l'applicazione in via analogica. (v. Corte cost., sent. n. 302 del 2000). (Annulla con rinvio, Trib. Asti, 7 ottobre 2005) Sez. V, sent. n del (ud. del ), Pubblico Ministero presso Giudice Udienza Preliminare di Asti c. L.L. (rv ) L'art. 649, comma 3, c.p., nella parte in cui esclude l'operatività delle disposizioni di favore contenute nei commi precedenti in materia di reati contro il patrimonio commessi in danno di prossimi congiunti quando trattisi di delitti caratterizzati da "violenza alle persone", intende riferirsi, con detta ultima espressione, alla sola violenza fisica e non anche a quella psichica, estrinsecantesi nella minaccia. (Nella specie, in applicazione di tale principio, è stato escluso che fosse da qualificare come "violenza" quella costituita dalla minaccia portata con un coltello dall'autore del fatto, rubricato come tentativo di estorsione, nei confronti della madre, persona offesa). Sez. II, sent. n del (cc. del ), Bernini (rv ). In tema di reati contro il patrimonio commessi in danno di congiunti, la causa di non punibilità e la condizione di non procedibilità di cui ai commi primo e secondo dell'art. 649 cod. pen. si applicano anche alle ipotesi tentate dei delitti di cui agli artt. 628, 629 e 630 cod. pen., che non siano commesse con violenza alle persone. Sez. II, sent. n del (cc. del ), Losito (rv ). Il soggetto passivo del delitto di circonvenzione d'incapace (art. 643 cod. pen.), titolare del diritto di querela nei casi previsti dal secondo comma dell'art. 649 cod. pen. (fatti commessi a danno di congiunti), è soltanto l'incapace - ossia il soggetto che abbia subito la circonvenzione - quale portatore dell'interesse tutelato dalla norma incriminatrice, e non anche il terzo che abbia subito danni in conseguenza degli atti dispositivi posti in essere dall'incapace medesimo; il terzo, infatti, riveste solo la qualità di persona danneggiata dal reato ed è pertanto, come tale, legittimato solamente ad esercitare l'azione civile ai sensi dell'art cod. civ. Sez. II, sent. n del (cc. del ), Vannucchi (rv ). Non è punibile il tentativo di estorsione (artt. 56 e 629 cod. pen.) commesso con minaccia in danno del coniuge; nella specie, deve trovare applicazione, infatti, la causa di non punibilità prevista dall'art. 649 cod. pen., in quanto le ipotesi criminose che rimangono escluse dalla sua operatività concernono solamente, da un lato, i delitti consumati - dai quali necessariamente si distinguono, per la loro autonomia, le rispettive forme tentate - di cui agli artt. 628, 629 e 630 cod. pen.; e, dall'altro, tutti i delitti contro il patrimonio anche tentati ma commessi con violenza, con l'esclusione quindi di ogni rilevanza, al fine che interessa, di quelli commessi con minaccia. Sez. II, sent. n del (ud. del ), Pozzobon (rv ).

5 La disposizione di cui all'ultimo comma dell'art. 649 cod. pen., che esclude l'operatività della causa di non punibilità prevista per i reati contro il patrimonio commessi fra determinate categorie di familiari quando vi sia stato impiego di violenza alla persona, si applica anche ai delitti tentati e non solo a quelli consumati. (Fattispecie in tema di tentativo di rapina ai danni del coniuge). Sez. II, sent. n del (cc. del ), Calcopietro (rv ). La causa di non punibilità preveduta dal primo comma dell'art. 649 cod. pen. non si applica ai delitti consumati previsti dagli artt. 628, 629, 630 cod. pen., né ad ogni altro delitto contro il patrimonio (consumato o tentato), del quale la violenza costituisca elemento costitutivo o circostanza aggravante. Ne consegue che tale causa di non punibilità può trovare applicazione nell'ipotesi di tentata rapina commessa non con violenza bensì con minaccia a danno del coniuge non separato, costituendo il tentativo reato autonomo rispetto a quello consumato. Sez. II, sent. n del (cc. del ), Belgiorno (rv ). Il fondamento della causa di non punibilità di cui all'art. 649 cod. pen. è costituito dalle ragioni di carattere morale e sociale che connotano i rapporti fra certe categorie di familiari riguardo ai beni materiali ed in vista delle quali si è esclusa o condizionata a querela la punibilità di alcuni reati. L'espressa esclusione della rapina, dell'estorsione e del sequestro di persona è poi giustificata dalla necessità di reprimere l'impiego della violenza fisica o psichica contro le persone; l'esclusione deve comprendere anche il tentativo di questo delitto perché anche in esso ricorre l'impiego della violenza. Sez. II, sent. n del (cc. del ), Bruni (rv ). Danneggiamento La violenza alle persone, che rende procedibile d'ufficio i reati previsti nel titolo XIII del libro secondo del codice penale, se commessi in danno delle persone indicate nel secondo comma dell'art. 649 cod. pen., deve essere contestuale alla consumazione del reato. In particolare, per quanto riguarda il delitto di danneggiamento, detta violenza deve essere effettuata all'inizio o durante il corso dell'azione diretta alla distruzione o al deterioramento delle cose, rimanendo irrilevante la violenza successiva. Sez. V, sent. n del (cc. del ), Manni (rv ). Convivenza: Agli effetti dell'art. 649 cod. pen., per "convivenza" deve intendersi non già la semplice coabitazione temporanea od occasionale, ma un rapporto di una certa durata, caratterizzato dall'unicità del domicilio e dalla conseguente costituzione di un nucleo familiare unico. Sez. II, sent. n del (cc. del ), Vittor (rv ). Per individuare il soggetto passivo del reato di circonvenzione di persone incapaci, titolare del diritto di querela nei casi di cui all'art. 649 cod. pen., capoverso (fatto commesso a danno del coniuge legalmente separato, ovvero del fratello o della sorella che non convivono con l'autore del fatto, ovvero dello zio o del nipote o dell'affine in secondo grado con lui conviventi), si deve avere riguardo, soltanto alla persona che abbia subito la circonvenzione, quale portatrice dell'interesse tutelato dall'art. 643 cod. pen.; il terzo che abbia patito o possa patire un danno per effetto degli atti posti in essere dall'incapace circonvenuto, non è soggetto passivo del reato, bensì persona danneggiata dal reato stesso, e cioè una figura ben distinta dalla prima e come tale non legittimata ad esercitare il diritto di querela bensì soltanto l'azione civile ai sensi dell'art cod. civ., anche nell'ambito del processo penale se il reato sia perseguibile d'ufficio o vi sia querela della persona offesa. Sez. II, sent. n del (cc. del ), Antoci (rv ).

6 L'esclusione della causa di non punibilità per l'estorsione prevista dall'ultimo comma dell'art. 649 cod. pen. per fatti commessi a danno di congiunti è applicabile al reato consumato e non al reato tentato, che costituisce figura criminosa autonoma a sé stante e dà luogo ad autonomo titolo di reato. (La S.C. ha tratto il principio dall'analoga interpretazione data anche dalle Sezioni Unite in tema di inapplicabilità delle esclusioni oggettive previste per alcuni reati ai fini dell'amnistia e dell'indulto alle corrispondenti ipotesi di tentativo non espressamente considerate nel provvedimento di clemenza). Sez. II, sent. n. 229 del (ud. del ), Pisciotta (rv ). In tema di circonvenzione di persona incapace, soggetto passivo, e quindi titolare del diritto di querela, è soltanto la persona circonvenuta, e non il terzo che eventualmente subisca un danno o il pericolo di un danno per effetto dell'atto posto in essere dall'incapace. Pertanto, esclusa la punibilità dell'imputato in relazione al fatto compiuto in danno di un congiunto, ai sensi dell'art. 649, primo comma, n. 2, cod. pen., l'imputato stesso non è perseguibile per il medesimo fatto, riguardato nel suo aspetto dannoso nei confronti di altro congiunto (nella specie, fratello non convivente) che, quale danneggiato dal reato, resta unicamente legittimato all'azione civile. Sez. II, sent. n del (cc. del ), Castiglioni (rv ).

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