A.1 DEFINIZIONI...2 A.2 INFORMAZIONI SULL IMPIANTO...2 A.3 ITER ISTRUTTORIO...2 B.1 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE...2 C.1 PIANO DI MIGLIORAMENTO...

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1 Allegato 1 Le Condizioni dell AIA A. SEZIONE INFORMATIVA...2 A.1 DEFINIZIONI...2 A.2 INFORMAZIONI SULL IMPIANTO...2 A.3 ITER ISTRUTTORIO...2 B. SEZIONE FINANZIARIA...2 B.1 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE...2 C. SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE...3 C.1 PIANO DI MIGLIORAMENTO...8 D. RISPONDENZA AI REQUISITI IPPC PIANO DI ADEGUAMENTO DELL IMPIANTO SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO E PRESCRIZIONI...8 D.1 ELENCO TECNICHE ADOTTATE...8 D.2 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL IMPIANTO...9 D.3 CONDIZIONI ECCEZIONALI...9 D.4 GESTIONE DEL FINE VITA DELL IMPIANTO...9 E. PRESCRIZIONI...10 E.1 CONFORMITA EDILIZIA DEI CAPANNONI...10 E.2 CICLI DI ALLEVAMENTO...10 E.3 FORMAZIONE DEL PERSONALE...10 E.4 RACCOLTA DATI E COMUNICAZIONI TECNICHE...10 E.5 CONSERVAZIONE DEI DOCUMENTI...10 E.6 MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE E DEGLI IMPIANTI...11 E.7 LOCALIZZAZIONE E GESTIONE DEGLI STOCCAGGI...11 E.8 STOCCAGGIO DEI MANGIMI E MATERIE PRIME PER L ALIMENTAZIONE...11 E.9 STOCCAGGIO DEI COMBUSTIBILI AGRICOLI E ALTRI MATERIALI...11 E.10 SCARICHI IDRICI...12 E.11 ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI...12 E.12 ACQUE METEORICHE...12 E.13 PRELIEVI IDRICI...12 E.14 EMISSIONI IN ATMOSFERA...13 E.15 BARRIERE VEGETALI...15 E.16 GESTIONE DEGLI EFFLUENTI...15 E.17 STOCCAGGIO DEIEZIONI...15 E.18 ENERGIA...17 E.19 PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI...17 E.20 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, GENERATORI...17 E.21 REQUISITI IN MATERIA DI PREVENZIONE E GESTIONE DEGLI INCIDENTI...17 F. PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL IMPIANTO...18 G. OGGETTO DEL PIANO...18 G.1 COMPONENTI AMBIENTALI a Consumo materie prime e prodotti finiti b Consumo risorse idriche c Consumo energia d Consumo combustibili e Emissioni in aria f Rifiuti g Suolo...21 G.2 GESTIONE DELL IMPIANTO a Controllo fasi critiche, manutenzioni, depositi b Indicatori di prestazione...23 G.1 ATTIVITA A CARICO DELL ENTE DI CONTROLLO di 23

2 A. SEZIONE INFORMATIVA A.1 DEFINIZIONI Le definizioni della terminologia utilizzata nella stesura della presente autorizzazione sono le medesime di cui all art. 2 comma1 del D.Lgs. 59/05. A.2 INFORMAZIONI SULL IMPIANTO Per tutto quanto concerne le informazioni descrittive dell impianto si fa riferimento alla relazione tecnica, alle planimetrie e alle integrazioni fornite dall Azienda nella domanda di AIA. A.3 ITER ISTRUTTORIO Domanda di autorizzazione integrata ambientale della ditta pervenuta in data prot.. pubblicazione dell estratto della domanda sul Bollettino Ufficiale Regionale del N cui ha provveduto la Provincia di Forlì-Cesena???; pubblicazione dell estratto della domanda sul quotidiano Il resto del Carlino??? a diffusione locale del cui ha provveduto il gestore; Nei 30 giorni successivi alla pubblicazione sul BUR sopra richiamata non sono pervenute osservazioni; In data si è tenuta la Conferenza dei Servizi istruttoria per la richiesta di integrazioni da inviare alla ditta; Con nota del Prot. N. è stata effettuata la richiesta di integrazione delle informazioni contenute nella domanda iniziale; La Ditta con nota Prot. n. del ha inviato le integrazioni richieste; In data si è tenuta la Conferenza dei Servizi B. SEZIONE FINANZIARIA B.1 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE Per il settore allevamenti è prevista una tariffa unica forfetaria pari a euro 850. È stato verificato il pagamento effettuato. Il gestore è tenuto a versare l eventuale conguaglio alle spese istruttorie come previsto dalla Delibera GR 11 Aprile 2005 n. 667 Modalità per la determinazione da parte delle Province degli anticipi delle spese istruttorie per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) entro 30 giorni dalla pubblicazione del provvedimento di approvazione delle spese istruttorie, fornendo altresì riscontro del versamento allo scrivente Servizio. 2 di 23

3 C. SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE Specie allevata Tipologia produttiva Suini Ingrasso ( > 30 Kg ) Pollastre Numero di capi/ciclo Superficie utile d allevamento (mq) Peso vivo medio capi allevati (t/a) 186 2,3 Descrizione ciclo produttivo Il ciclo produttivo e finalizzato essenzialmente all ingrasso dei suini, secondariamente all allevamento di pollastre che non rientra in AIA. Esso inizia con l approvvigionamento delle materie prime: i suinetti svezzati, dal peso di circa 30 kg cadauno, vengono immessi nei capannoni nel periodo che va da Gennaio a Marzo di ogni anno ed allevati per circa 210 gg. (7 mesi) fino al raggiungimento del peso di circa 160 kg/capo; Nell allevamento in questione si adotta ai fini della stabulazione la seguente tecnica: box multipli con pavimento pieno e corsia di defecazione esterna fessurata su fossa a pareti verticali con svuotamento continuo mediante tracimazione ; l adozione di questa tecnica condiziona gli animali a riservare la parte del pavimento pieno al riposo ed all alimentazione ed a rilasciare le deiezioni direttamente sulla parte fessurata, limitando la superficie emittente a quella della sottostante fossa. I liquami prodotti dagli animali sono convogliati in continuo, tramite un sistema fognario funzionante a tracimazione, in un primo lagone di raccolta, per poi essere ripresi e inviati nel secondo lagone di stoccaggio e maturazione tramite stazione di pompaggio. E presente inoltre piccolo allevamento di pollastre in un fabbricato colonico per un numero pari a 4000 capi allevati. Ciascun ciclo ha una durata di circa 120 giorni al termine dei quali i capi allevati vengono trasferiti in allevamenti non di proprietà.si compiono 2 cicli all anno. La lettiera una volta asportata viene messa in cumulo a piè di campo per poi essere utilizzata a scopo agronomico durante le fasi di spandimento. Altre attività : Mangimificio aziendale Il mangimificio si trova in un locale di 150 mq., il rifornimento di materie prime è sia di provenienza aziendale sia esterna, queste ultime quindi vengono rifornite tramite autocisterne, scaricate in tramoggia provvista di griglia di sicurezza e coperchio, sollevate mediante elevatore a tazze e redler e stoccate in otto silos. I silos all esterno dell edificio non sono in pressione e sono dotati di sfiato naturale all esterno. Le materie prime come crusca e tritello sono invece stoccate direttamente nelle apposite fariniere F11 F12 F13 F14 interne al capannone. Le fariniere all interno dell edificio non sono in pressione non sono dotate di sfiato pertanto non si configurano scarichi diretti in atmosfera. I cereali dai silos esterni vanno direttamente al molino; il trasferimento avviene tramite sistema di canalizzazione a coclea chiuso con coperture metalliche. Le materie prime sono sottoposte a macinazione tramite molino a martelli; il macinato viene poi inviato con sistema pneumatico tramite coclea alle fariniere. Il ventilatore utilizzato per il trasferimento è posizionato sopra al ciclone,, e l aria del ventilatore viene inviata all impianto di filtraggio delle polveri delle emissioni dei silos, costituito da un filtro a maniche con sistema di pulizia pneumatico in automatico, in grado di garantire il 3 di 23

4 Note rispetto della concentrazione massima di 20 mg/mc di materiale particellare in atmosfera e posto all interno dell edificio, pertanto non si configurano scarichi diretti in atmosfera. Le polveri trattenute dal filtro vengono poi reimmesse nel ciclo produttivo. I cereali dopo macinazione vengono stoccati in 5 fariniere aventi la capacità di 50 q.li ciascuna: F1 grano, F2 orzo, F3 soia, F4 farina di mais a granulometria grossa per i polli, F5 farina di mais a granulometria fine per i suini. La distribuzione alle fariniere dedicate avviene mediante valvola stellare ed il trasferimento orizzontale avviene tramite sistema di canalizzazione a coclea chiuso con coperture metalliche. Le 5 fariniere, alte circa mt. 6, si trovano all interno dell edificio, non sono in pressione, non sono dotate di sfiato pertanto non si configurano scarichi diretti in atmosfera. Le farine stoccate, dopo pesatura, sono immesse nel miscelatore B assieme agli integratori, ai grassi ed ai prodotti chimici necessari per le diverse formulazioni dei mangimi e dopo un periodo di miscelazione di 5 minuti il mangime viene inviato mediante raccordo diretto per caduta al miscelatore A; dopo altri 5 minuti di miscelazione il prodotto finito viene mandato mediante sistema di canalizzazione a coclea ai silos di stoccaggio. Il prodotto miscelato, pronto per l utilizzo, viene stoccato nei silos M1 M2 da 110 q.li e M4 M5 da 150 q.li se destinato all alimentazione dei suini Il sito dista circa 3,5 km dal piu vicino centro abitato ed oltre mt. dall abitazione più vicina. Esso e posizionato sul lato rivolto a Nord Ovest della dorsale Est che limita la vallata del torrente Samoggia. L allevamento ricade all interno del SIC ( Sito Importanza Comunitaria ) denominato Pietramora, Ceparano, Rio dei Cozzi e della ZRC ( Zona Ripopolamento e Cattura )denominata Monte Poggiolo ed è circondato da coltivazioni agricole. Produzione e stoccaggio deiezioni Azoto prodotto da liquami (kg/a) Azoto prodotto da letami (kg/a) 754,4 Azoto prodotto totale (kg/a) 21214,4 Volume liquami prodotto (mc/a) * Volume letami prodotto (mc/a) 43,01 Capacità contenitori di stoccaggio liquami (mc) * il volume è stato calcolato prevedendo pulizia con acqua ad alta pressione 4 di 23

5 CICLO PRODUTTIVO ALLEVAMENTO Allegato n.4 Materiali, risorse, energia IN INGRESSO FASI PRODUTTIVE Inquinanti e prodotti IN USCITA Materie prime (suini svezzati di circa 30 kg/capo) INGRESSO ANIMALI Materie prime (mangimi, farmaci, acqua, G.P.L., gasolio) ) Energia (illuminazione, funzionamento macchinari) Risorse idriche (abbeveraggio, alimentazione) ALLEVAMENTO ANIMALI Emissioni in atmosfera Rumore Rifiuti Letame e liquame Carico suini USCITA ANIMALI Prodotto finito (Grassi, 160 kg/capo) Materie prime (disinfettanti, acqua) PULIZIA E PREPARAZIONE Acque di lavaggio TRATTAMENTO Emissioni in atmosfera STOCCAGGIO Emissioni in atmosfera SPANDIMENTO AGRONOMICO Emissioni in atmosfera 5 di 23

6 SCHEMA A BLOCCHI MANGIMIFICIO Scarico Materie prime Silos Materie prime granaglie E12 E13 E14 E15 E16 E17 E18 E19 Farinerie per stoccaggio materie prime F11 F12 F13 F14 Macinazione materie prime tramite mulino a martelli Filtro a maniche interno Farinerie F1 F2 F3 F4 F5 Miscelatore B Miscelatore A Silos stoccaggio prodotto miscelato E7 E8 E9 E10 E11 6 di 23

7 Emissioni in atmosfera Produzione di inquinanti atmosferici: confronto tra situazione ATTUALE (al momento della presentazione della domanda) e sistema di riferimento. Inquinante Metodo applicato per il calcolo Emissioni TOTALI (t/a) Riduzione rispetto il sistema di riferimento (%) Riduzione futura il sistema di riferimento (%) NH 3 Net Ippc 15,8 6,5 10 CH 4 Net Ippc 67,8 0 0 Emissioni in atmosfera derivanti dal mangimificio L attività effettuata dall azienda comporta emissioni diffuse qualitativamente caratterizzate da polveri, provenienti da lavorazione e movimentazione delle materie prime e da movimentazione del prodotto ed in particolare durante la fase di macinazione delle granaglie e la fase di miscelazione delle farine per la produzione dei mangimi. Le polveri prodotte durante le fasi delle suddette lavorazioni vengono inviate all impianto di filtraggio delle polveri, costituito da un filtro a maniche, posto all interno dell edificio. Sono inoltre presenti emissioni diffuse derivanti dalla fase di caricamento dei silos di materie prime, granaglie e prodotti finiti, secondo quanto indicato nella tabella sottostante. Silos MP P Carico Carico Capacità interno esterno sfiato coclea botte ton. E12 X X 40 X X (*) E13 X X 40 X X (*) E14 X X 30 X X (*) E15 X X 30 X X (*) E16 X X 30 X X (*) E17 X X 30 X X (*) E18 X X 30 X X (*) E19 X X 110 X X (*) F11 X X 5 X F12 X X 5 X F13 X X 5 X F14 X X 5 X F1 X X 5 X F2 X X 5 X F3 X X 5 X F4 X X 5 X E7 X X 11 X E8 X X 11 X E9 X X 15 X E10 X X 15 X MP materie prime P prodotti finiti (*) Lo sfiato risulta essere convogliato all impianto di abbattimento consistente in un filtro a maniche posizionato internamente all edificio. 7 di 23

8 C.1 PIANO DI MIGLIORAMENTO L Azienda intende adottare, su formato informatico, un registro che preveda l annotazione dei consumi di: acqua mangime energia elettrica carburante formazione personale D. RISPONDENZA AI REQUISITI IPPC PIANO DI ADEGUAMENTO DELL IMPIANTO SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO E PRESCRIZIONI Vista la documentazione presentata, il rapporto istruttorio di ARPA di Forlì-Cesena e i risultati dell istruttoria dello scrivente Servizio provinciale, si conclude che l assetto impiantistico proposto (di cui alle relazioni tecniche, alle planimetrie allegate alla domanda di autorizzazione e relative integrazioni, depositate agli atti presso questa Amministrazione) secondo quanto affermato nelle L.G. nazionali per il settore allevamenti, non risulta chiaramente classificabile come MTD, anche in considerazione del fatto che netippc effettua la stima delle emissioni, presupponendo per il pavimento pieno con CE fessurata e fossa sottostante, l esecuzione di lavaggio quotidiano con acqua di tutte le superfici di stabulazione. Nel caso specifico, una minore emissione di ammoniaca può quindi essere riconosciuta a condizione che siano garantite buone condizioni di pulizia delle stalle attraverso il lavaggio quotidiano con acqua ad alta pressione. Si accetta la proposta dell azienda di effettuare il lavaggio dei box tramite idropulitrice solamente al bisogno. La tecnica utilizzata per lo spandimento dei liquami sul terreno, oltre a non essere prevista tra le MTD, non è accettabile dal punto di vista della corretta pratica agronomica in quanto non consente una uniforme distribuzione del liquame sull intera superficie da concimare, non consente il rispetto delle dosi massime di azoto da distribuire per ettaro e nei terreni con pendenze superiori al 10% contrasta con i disposti dell art. 40 della deliberazione ass. legislativa regionale n 96 del 16/01/2007. Entro il 31 marzo 2008 l azienda dovrà adottare per lo spandimento dei liquami, una delle tecniche descritte tra le MTD nelle L.G. nazionali per il settore allevamenti. D.1 ELENCO TECNICHE ADOTTATE Le tecniche indicate di seguito, una volta adottate, dovranno essere mantenute costantemente in perfetta efficienza: buone pratiche di allevamento: programmi di formazione del personale aziendale registrazione dei consumi di energia e materia (acqua, mangimi, fertilizzanti minerali, naturali ecc..) procedure di emergenza programma di manutenzione ordinaria Programma manutenzioni straordinarie Pianificazione delle attività nel sito di allevamento nel modo più appropriato: es. programmazione spandimento effluenti, acquisto e consegna combustibili, mangime,, trattamenti contro mosche e ratti Riduzione consumi di acqua: pulizia ambienti con idropulitrici o acqua ad alta pressione Controllo perdite raccordi Controlli sulla pressione di erogazione degli abbeveratoi Riduzione consumi energetici: 8 di 23

9 Corretta regolazione dei bruciatori Coibentazione tubi esterni Frequenti ispezioni e pulizia dei sistemi di ventilazione ( condotti e ventilatori ). Manutenzione e piantumazione di idonee alberature perimetrali con funzione ombreggiante e microclima (anche con funzione paesaggistica, con particolare riguardo alle viste più esposte, con utilizzo di essenze vegetali autoctone) D.2 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL IMPIANTO Il Piano di monitoraggio e controllo (Allegato 2 all AIA) deve essere realizzato secondo le previsioni. Eventuali necessità di aggiustamenti dovuti a difficoltà di realizzazione, dovranno essere concordate preventivamente e autorizzate esplicitamente dalla Provincia di Forlì Cesena. D.3 CONDIZIONI ECCEZIONALI Le situazioni anomale che possono generare emissioni eccezionali dovranno essere governate come segue: Situazione Impatto causato Azione preventiva Azione correttiva Recupero del liquame Dispersione di Presenza di una pompa di disperso e ripristino liquame riserva dell area. Sostituzione della pompa Rottura pompa movimentazione liquame dai lagoni Rottura/guasti al sistema fognario di raccolta liquami verso i lagoni Dispersione accidentale di mangime e quindi di polveri durante le operazioni di caricamento Perdite o rotture degli abbeveratoi Dispersione accidentale di prodotti chimici Dispersione di liquame Dispersione di polveri eccessiva Produzione di liquami superiori alla norma Possibile inquinamento acque/suolo Controlli periodici Adeguata formazione degli operatori Controllo Giornaliero della pressione con cui l acqua viene spinta negli abbeveratoi ed osservazione sul regolare funzionamento delle stesse. Adeguata formazione degli operatori Intervento immediato con riparazione del danno Raccogliere il materiale disperso Tempestiva chiusura della fonte che alimenta la perdita Raccogliere le sostanze disperse con materiale assorbente e suo smaltimento ai sensi normativa rifiuti D.4 GESTIONE DEL FINE VITA DELL IMPIANTO Per le coperture in eternit verrà presentato all Autorità competente un piano di smaltimento da parte di ditta specializzata e dopo approvazione si provvederà alle operazioni di recupero e smaltimento. Per le strutture in cemento e/o laterizi si provvederà al trasporto delle macerie presso un impianto di trattamento per la bonifica. Per le attrezzature se riutilizzabili si provvederà alla revisione e riutilizzo presso altri impianti simili mentre per le parti obsolete si provvederà al loro smaltimento tramite ditte autorizzate. 9 di 23

10 E. PRESCRIZIONI Tutti i termini prescritti di seguito decorrono a partire dalla data di rilascio del presente atto. E.1 CONFORMITA EDILIZIA DEI CAPANNONI Ogni capannone deve possedere tutti i requisiti urbanistico edilizi. E.2 CICLI DI ALLEVAMENTO L azienda ha scelto di allevare in un unico ciclo all ingrasso con durata di 7 mesi. Qualora si intenda modificare tale modalità di allevamento dovrà essere chiesta modifica dell AIA documentando la rispondenza ai requisiti IPPC. E.3 FORMAZIONE DEL PERSONALE Il gestore deve assicurare che l impianto sia gestito da personale adeguatamente preparato e pertanto tutti i lavoratori vengono opportunamente informati e formati, anche mediante affissione di opportuna cartellonistica, in merito a: effetti potenziali sull ambiente e sui consumi durante il normale esercizio degli impianti; prevenzione dei rilasci e delle emissioni accidentali; l importanza delle attività individuali ai fini del rispetto delle condizioni di autorizzazione; effetti potenziali sull ambiente dell esercizio degli impianti in condizioni anomale e di emergenza; azioni da mettere in atto quando si verificano condizioni anomale o di emergenza. Della documentazione comprovante la realizzazione dei moduli formativi dovrà essere conservata copia presso l impianto a disposizione delle autorità di controllo per almeno cinque anni. E.4 RACCOLTA DATI E COMUNICAZIONI TECNICHE Con periodicità annuale (entro il mese di febbraio, a partire dal 2009) dovrà essere presentata alla Provincia e ad Arpa una relazione sugli esiti del Piano di monitoraggio e controllo espletato l anno precedente contenente: la conferma dell effettuazione degli autocontrolli programmati o le difficoltà incontrate; i casi di malfunzionamento o le anomalie riscontrate e gli interventi correttivi adottati, in particolare per le attività con livello di criticità elevato; i dati derivanti dai controlli programmati eseguiti da Arpa; un commento dell andamento dei controlli ed eventuali proposte correttive del Piano di monitoraggio e controllo. E.5 CONSERVAZIONE DEI DOCUMENTI Oltre ai registri obbligatori per legge (rifiuti, mangimi medicati, decessi ) devono essere conservati presso l insediamento a disposizione degli organi di controllo per almeno cinque anni i seguenti registri: registri dei trattamenti di demuscazione e derattizzazione registro dei consumi idrici registro dei consumi elettrici registro delle manutenzioni registro delle emergenze registro degli interventi di formazione del personale. 10 di 23

11 Una copia dell AIA in vigore, originale e completa della documentazione fornita in sede di domanda di autorizzazione (relazione tecnica, allegati, schede, planimetrie ed integrazioni), dovrà essere conservata presso l insediamento a disposizione degli organi di vigilanza. E.6 MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE E DEGLI IMPIANTI Tutte le strutture, gli impianti e le aree cortilizie adiacenti ai capannoni dovranno essere mantenute in buone condizioni operative e di pulizia, al fine di garantire l accesso alle zone che periodicamente verranno ispezionate individuando il personale responsabile delle ispezioni e manutenzioni. In particolare, si dovranno eseguire ispezioni e pulizia dei sistemi di ventilazione ( E1- E2 -E3 ) almeno ogni quattro mesi. Al fine di monitorare lo stato di conservazione dei tetti realizzati in materiali contenenti amianto, l Azienda dovrà effettuare verifiche e analisi su detti materiali almeno ogni sei anni (le prime verifiche e analisi dovranno essere eseguite su tutti i tetti, entro un anno dal rilascio del presente atto); si consiglia di seguire le LINEE-GUIDA per la Valutazione dello stato di conservazione delle Coperture in Cemento-Amianto e per la Valutazione del rischio ( in cui si fa riferimento al metodo UNI 10608, definito a strappo, che consente di misurare la quantità di fibre di amianto libere o facilmente liberabili presenti sulla superficie di lastre ondulate o piane). E.7 LOCALIZZAZIONE E GESTIONE DEGLI STOCCAGGI A. Il gestore dovrà detenere presso l allevamento una planimetria dell impianto con indicati: 1. locali o spazi adibiti a deposito; 2. tipologia di materiali stoccati nei locali o negli spazi adibiti a deposito. B. Non sono consentiti depositi o stoccaggi di materie prime, rifiuti al di fuori degli spazi individuati e debitamente indicati nella planimetria dell impianto. C. E vietato il deposito di sostanze pericolose e di rifiuti a cielo aperto. D. Gli stoccaggi interrati di idrocarburi di nuova realizzazione dovranno essere collocati in manufatto a tenuta, ovvero essere realizzati con cisterna a doppia camicia ispezionabile. E. Le zone intorno agli edifici saranno gestite in modo da mantenerle pulite dagli effluenti di allevamento, concimi o mangimi. F. Le acque piovane devono essere convogliate separatamente da altri reflui e dagli effluenti di allevamento. G. La chiusura di eventuali pozzi dismessi dovrà essere effettuata secondo le modalità stabilite dall autorità competente. E.8 STOCCAGGIO DEI MANGIMI E MATERIE PRIME PER L ALIMENTAZIONE La preparazione e distribuzione dei mangimi deve avvenire nel rispetto delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 183/2005. Il gestore, inoltre, deve: A. stoccare i materiali polverulenti o potenzialmente polverulenti in sistemi chiusi quali appositi silos o sotto coperture; B. effettuare la macinazione e la miscelazione delle materie prime per la produzione dei mangimi, nonché il trasferimento delle materie prime per la produzione dei mangimi e dei mangimi da e per le aree di stoccaggio, in modo da evitare o minimizzare le emissioni di polveri in aria; C. stoccare le materie prime per la produzione di mangimi e i mangimi in contenitori idonei a prevenire le perdite e minimizzare la produzione di rifiuti; D. proteggere dai danni accidentali i serbatoi per lo stoccaggio delle materie prime per la produzione di mangimi e dei mangimi. E.9 STOCCAGGIO DEI COMBUSTIBILI AGRICOLI E ALTRI MATERIALI 11 di 23

12 A. Tutti i sistemi per lo stoccaggio dei combustibili agricoli debbono essere dotati di vasca di contenimento delle perdite accidentali e di tettoia per evitare accumulo di acque meteoriche ( per quanto riguarda il serbatoio di gasolio posto all interno del deposito attrezzi agricoli, è sufficiente la presenza di vasca di contenimento delle perdite accidentali). B. I prodotti fitosanitari e altri prodotti ad azione biocida debbono essere tenuti in depositi idonei a raccogliere le perdite, asciutti, protetti dal gelo e dagli accessi non autorizzati (la detenzione e l uso dei prodotti fitosanitari è effettuata nel rispetto delle disposizioni di cui all Allegato 1 del sopra citato Regolamento (CE) n. 183/2005). C. La detenzione e l utilizzazione dei medicinali veterinari è effettuata in conformità alle disposizioni previste dal decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193 e i locali ed i depositi nei quali sono detenute le scorte di medicinali debbono essere idonei ed asciutti. E.10 SCARICHI IDRICI Con la presente AIA si considera accettabile e si autorizza lo scarico delle acque reflue domestiche provenienti dai servizi igienici con recapito finale nel lagone per lo stoccaggio dei reflui zootecnici in considerazione del quantitativo trascurabile di queste, rispetto al volume complessivo dei reflui zootecnici, con le seguenti prescrizioni: effettuare un adeguata e costante gestione e manutenzione della rete fognaria e del relativo impianto di chiarificazione con idonei interventi e attrezzature; adottare tutte le misure necessarie per evitare aumento, anche temporaneo dell inquinamento; vuotare la fossa Imhoff e il pozzetto degrassatore con periodicità adeguata. I fanghi raccolti dovranno essere allontanati con mezzo idoneo e smaltiti presso un Depuratore Pubblico autorizzato. I documenti comprovanti la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei fanghi dovranno essere conservati a disposizione degli organi di vigilanza per un periodo non inferiore a anni cinque; ogni diversa destinazione dell insediamento nonché qualsiasi modificazione che interferisca con lo scarico dovrà essere comunicata per iscritto all Autorità Competente. E.11 ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI Con l adozione di protocolli nutrizionali a basso tenore proteico l azienda dovrà trasmettere all Autorità Competente la documentazione che certifica l osservanza delle seguenti prescrizioni gestionali: A. Al fine di minimizzare la quantità di azoto contenuto nelle escrezioni, dovranno essere previsti tipi di diete differenziate durante il ciclo per la produzione e/o per l accrescimento e l'ingrasso conformi a quanto descritto nella sez. E punti 2.1; 2.2; 2.3 delle Linee Guida Nazionali per il settore allevamenti B. Gli edifici e le infrastrutture adibite alla alimentazione, quali i silos di immagazzinamento dei mangimi, dovranno permettere un regime d'alimentazione per fasi. C. Per le finalità di cui alle lettere a) e b) il gestore è tenuto a mantenere aggiornati i registri relativi ai mangimi medicati ed alle materie prime (ai sensi del suddetto Regolamento n. 183/2005) e a registrare la presenza di non conformità alle norme vigenti rilevate dalle altre Autorità preposte ai controlli in materia. E.12 ACQUE METEORICHE Le aree in cemento inerenti il carico/scarico animali, quelle interessate dalla movimentazione dei reflui prodotti, e quelle nella zona della pesa ed il piazzale antistante la fossa di scarico delle granaglie per il mangimificio, che vengono dilavate durante gli eventi meteorici, devono essere accuratamente spazzate al termine di ogni utilizzo. E.13 PRELIEVI IDRICI Entro tre mesi dal rilascio dell autorizzazione l azienda dovrà installare un contatore per monitorare i consumi di acqua prelevata dall invaso alimentato da sorgente. 12 di 23

13 E.14 EMISSIONI IN ATMOSFERA La riduzione e il contenimento delle emissioni in atmosfera con specifico riguardo alla formazione ed alla diffusione degli odori, è garantito dal gestore mettendo in atto e rispettando le buone pratiche gestionali delle tecniche utilizzate nell impianto autorizzato e provvedendo alle conseguenti registrazioni specificate nel piano di monitoraggio e controllo. In particolare si dovrà provvedere a effettuare il lavaggio di tutte le pavimentazioni dei locali di stabulazione utilizzati almeno due volte alla settimana. Le caratteristiche delle emissioni in atmosfera autorizzate sono indicate nelle tabelle seguenti. Ventilazione artificiale con emissione forzata di aria interna da locali chiusi (fasi di stabulazione, trattamento, stoccaggio) Codice Capannone/ Reparto (All. 3E) Sigle emissioni (All. 3A) Tipo ventilazione 1 Numero Ventilatori (Estrattori o immissori) Portata massima unitaria (m 3 /h) Sistema di controllo ventilatori 2 Sistema di controllo aperture 3 Lato di emissione 4 Protezioni alla emissione 5 2 E1 DEPRESSIONE MANUALE - TETTO - 2 E2 DEPRESSIONE MANUALE - TETTO - 2 E3 DEPRESSIONE MANUALE - TETTO - Sono inoltre autorizzate le emissioni diffuse provenienti dall allevamento avicolo. 13 di 23

14 Gli sfiati dei silos esterni vengono convogliati mediante canalizzazione collegata all aspirazione del filtro,posizionata all interno dell edificio, generando emissioni diffuse. PRESCRIZIONI RELATIVE AL CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI DIFFUSE Il gestore mediante l attenta pulizia del piazzale e l attenta gestione delle operazioni di scarico in fossa delle materie prime deve prevenire, per quanto possibile, le emissioni diffuse di polveri. Una volta al mese, il gestore dovrà controllare l effettivo funzionamento del sistema di pulizia delle maniche, che avviene in maniera automatica mediante il flusso di aria compressa in controcorrente rispetto all aspirazione. Lo stoccaggio dei liquami senza una copertura fissa, deve essere effettuato minimizzando la frequenza delle movimentazioni del liquame e introducendo i liquami al di sotto del pelo libero della superficie. Entro sei mesi dal rilascio dell autorizzazione di AIA dovranno essere adottati accorgimenti idonei ad evitare la diffusione di emissioni diffuse da eventuali pozzetti e canalette scoperte utilizzate per la movimentazione dei liquami, tramite la loro copertura. L azienda dovrà inoltre garantire un adeguata manutenzione delle coperture di cui sopra. 14 di 23

15 E.15 BARRIERE VEGETALI Le piante che insistono sul perimetro aziendale, dovranno essere adeguatamente curate e prontamente sostituite in caso di morte. E.16 GESTIONE DEGLI EFFLUENTI La gestione degli effluenti è effettuata dal responsabile mettendo in atto e rispettando le buone pratiche gestionali delle tecniche utilizzate nell impianto autorizzato e provvedendo ai conseguenti rilevamenti e registrazioni specificati nel piano di monitoraggio e controllo. Gestione lettiera avicola Dovrà essere posta particolare attenzione alla cura della qualità della lettiera, sia durante la fase di allevamento attraverso controlli frequenti, assicurando la densità ottimale di capi per unità di superficie, governando gli sprechi idrici, arieggiando e aggiungendo idonee quantità di paglia o altro materiale, in modo da garantire comunque un grado di umidità della lettiera tale da contenere lo sviluppo di odori eccessivi, in ogni fase di allevamento. E.17 STOCCAGGIO DEIEZIONI A Il gestore dovrà detenere presso l allevamento una planimetria dell impianto, mantenuta aggiornata, dove sono indicati: 1. locali o spazi adibiti a deposito; 2. tipologia di materiali stoccati nei locali o negli spazi adibiti a deposito. B. Non sono consentiti depositi o stoccaggi di effluenti di allevamento al di fuori degli spazi individuati e debitamente indicati nella planimetria dell impianto. Lagoni Entro un mese dal rilascio del presente atto l azienda dovrà presentare nuova relazione di collaudo così come riportato al p.to 15 lett. A dell allegato 3 della Deliberazione dell Assemblea Legislativa Regionale n. 96 del 16 gennaio Entro 1 anno dovranno essere realizzati pozzi piezometrici di controllo a valle di entrambi i lagoni di stoccaggio liquami. Secondo l allegato 3 della Deliberazione dell Assemblea Legislativa Regionale n. 96 del 16 gennaio 2007, il lagone di stoccaggio liquami deve essere sottoposto a verifica periodica di idoneità. Si fissa in 10 anni il limite massimo di tale verifica. La relazione geologico-tecnica di verifica dovrà essere fornita alla Provincia entro lo scadere della periodicità fissata. Il livello del refluo zootecnico non dovrà in nessun caso superare il franco di sicurezza del contenitore. Mantenere in efficienza idraulica i fossi di coronamento, le condotte idrauliche, i pozzetti di raccolta. Dovranno essere comunicati alla Provincia senza ritardo le eventuali osservazioni di smottamenti, cedimenti, rigonfiamenti, fessure di trazione, sollevamenti del telo impermeabile. Dovranno essere comunicati preventivamente alla Provincia gli eventuali lavori da eseguirsi nell area di pertinenza di ciascun lagone, fissata in m 5 dalla base dell argine esterno. Una volta l anno il gestore dell azienda, dovrà provvedere alla verifica dei pozzi piezometrici mediante campionamento e analisi dei reflui presenti all interno dei pozzi medesimi. Gestione cumuli a pié di campo Si dovrà effettuare la copertura con teli impermeabili di lettiere avicole al fine di mantenere i corretti valori di sostanza secca (60/70%) in fase di stoccaggio a piè di campo. Utilizzo agronomico II gestore effettua l utilizzazione agronomica del letame e dei liquami in conformità al Piano di Utilizzazione Agronomica redatto a norma della Deliberazione dell Assemblea Legislativa 96/2007 (da presentare entro il 31/03/2008) che diverrà parte integrante della presente Autorizzazione Integrata Ambientale. Qualora il gestore 15 di 23

16 attribuisca a terzi le fasi di trattamento, stoccaggio, depurazione e/o distribuzione in campo degli effluenti, entro il 31/01/2008, dovrà fornire all Amministrazione Provinciale copia dei contratti in cui sia esplicitamente indicato il soggetto che si assume la responsabilità della gestione dell effluente, o del PUA nel caso di distribuzione in campo. In attesa della presentazione del PUA, si autorizzano all utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici solo i terreni già elencati nell autorizzazione n.142 del e successive integrazioni e di seguito riportati: COMUNE DI CASTROCARO ZONA NON VULNERABILE Bosi Ermanno Foglio 10 partt Foglio 18 partt Bosi Ermanno in disponibilità Foglio 11 partt Foglio 18 partt Foglio 19 partt Il gestore durante le fasi di spandimento dovrà attenersi alle seguenti prescrizioni: lo spandimento dei reflui dovrà essere effettuato unicamente al fine della concimazione dei suoli agricoli, nel rispetto della corretta pratica agronomica; lo spandimento dei reflui può essere effettuato anche negli appezzamenti dove vi sia contemporanea distribuzione di lettiera solida, rispettando però il quantitativo totale di azoto calcolato per quel particolare appezzamento; lo spandimento dei reflui non dovrà produrre inconvenienti ambientali, come rischi per la salute pubblica e diffusione di odori fastidiosi e persistenti; è vietato lo spandimento dei reflui sui suoli agricoli a coltivazione orticola in atto e i cui raccolti siano destinati ad essere consumati crudi da parte dell uomo; è vietato lo scarico dei reflui nei periodi di neve, gelo, pioggia intensa o altre condizioni microclimatiche che rendano impossibile la mineralizzazione e l assorbimento da parte del terreno; dovranno essere evitate, mediante adeguate sistemazioni idraulico-agrarie all atto della somministrazione dei reflui, fenomeni di impaludamento, ruscellamento o sconfinamento in altre proprietà e più in generale lo scarico sul suolo dovrà essere attuato in modo da assicurare un idonea dispersione ed innocuizzazione e garantire che le acque superficiali e sotterranee, il suolo e la vegetazione, non subiscano degradazione o danno; è fatto assoluto divieto di effettuare lo spandimento dei reflui: - nelle aree urbane; - nelle aree di cava; - a distanza inferiore a mt. 80 dai pozzi di alimentazione idrica eventualmente presenti sul fondo e nelle zone di tutela ai sensi del DPR 236/88 (a distanza inferiore a mt. 200 da sorgenti, pozzi e punti di presa di acque destinate al consumo umano; - nelle aree di rispetto dei corsi d acqua non arginati di cui ai piani regolatori generali; - nelle superfici golenali aperte; - nelle riserve naturali; - nelle aree ricoperte da bosco escluso i pioppeti; 16 di 23

17 - nelle aree calanchive; - nelle aree di rispetto dei monumenti, dei cimiteri e degli edifici religiosi ubicati nelle zone extraurbane; - a distanza inferiore a 100 mt dagli abitati; - nelle aree franose o geologicamente instabili; - nelle aree costituenti casse di espansione fluviale; dovranno essere effettuati trattamenti periodici di demuscazione, in merito alle modalità e periodicità di tali trattamenti dovrà essere richiesto parere all USL competente per territorio; dovrà essere mantenuta funzionante, l'apparecchiatura per la misurazione del livelli dei liquami nella vasca di stoccaggio la quale dovrà essere realizzata e condotta in modo tale da non costituire pericolo per la salute e l incolumità pubblica; dovrà essere tenuto aggiornato un registro vidimato dall'amministrazione Provinciale di Forlì - Cesena sul quale annotare tutti i movimenti di liquame dai bacini di accumulo ai siti dello spandimento. Il registro deve essere aggiornato entro 48 ore dalle operazioni di spandimento e deve riportare la data di spandimento, la quantità distribuita, il sito di spandimento e le modalità di distribuzione. Tale registro deve essere tenuto a disposizione dell'autorità di controllo per un periodo di cinque anni dopo l'ultima annotazione; Il gestore dell allevamento, titolare dell autorizzazione allo spandimento, è tenuto a comunicare senza indugio ogni cessazione di disponibilità di terreni, per perdita di idoneità degli appezzamenti o parte di essi (es. frane), per revoca o decadimento della disponibilità del proprietario (es. decesso o cambio di proprietà). E.18 ENERGIA Il gestore è tenuto a seguire le buone pratiche relative all uso efficiente dell energia, monitorando i consumi secondo modalità e frequenze definite nel piano di monitoraggio e controllo. Dovranno essere eseguite ispezioni con cadenza quindicinale volte a mantenere un ottimale livello di pulizia dei sistemi di ventilazione (condotti e ventilatori). Il gestore, entro sei mesi dal rilascio del presente atto, dovrà provvedere all installazione di lampade a fluorescenza al fine di ridurre i consumi energetici derivanti dall illuminazione. E.19 PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI La gestione e lo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano, è effettuata dal gestore nel rispetto delle disposizioni previste dal Regolamento (CE) n. 1774/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio e successive modifiche. Per tutte le altre tipologie di rifiuti, in particolare quelli classificati pericolosi come ad esempio i tubi al neon rotti, e sanitari pericolosi, il gestore provvede al loro stoccaggio, trattamento e smaltimento nel rispetto delle norme vigenti e tenendo regolare registro di carico/scarico. Si precisa che dovrà essere conservata copia dei formulari di avvenuto smaltimento dei rifiuti prodotti dall azienda. Sono considerati rifiuti liquidi anche i fanghi di spurgo della fossa di sedimentazione dei servizi igienici. E.20 IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, GENERATORI Impianti di riscaldamento a gasolio Le emissioni indicate nella domanda di autorizzazione con sigla E5 ed E6, provenienti dagli impianti di riscaldamento a gasolio sono escluse dall applicazione del titolo I della parte V del D.lgs. 152/06 in conformità a quanto indicato all art. 269 comma 14 del medesimo Decreto. E.21 REQUISITI IN MATERIA DI PREVENZIONE E GESTIONE DEGLI INCIDENTI 17 di 23

18 A. Il gestore segue il Piano di prevenzione degli incidenti e di gestione delle emergenze ambientali che deve essere tenuto a disposizione presso l impianto. B. Il gestore deve revisionare il Piano a seguito di situazioni di emergenza e in ogni caso almeno una volta all anno. C. Il gestore dovrà segnalare e registrare secondo le modalità definite nel piano di monitoraggio e controllo ogni incidente che può essere causa d'inquinamento significativo, ed in particolare: - rilasci accidentali nel reticolo delle acque superficiali, nel suolo e nel sottosuolo, di carburanti e lubrificanti, fitofarmaci, e di altri liquidi contenenti sostanze pericolose, così come definite dalla normativa vigente; - sversamenti di liquami per danneggiamenti delle strutture di contenimento o dei sistemi o attrezzature di distribuzione. F. PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL IMPIANTO GESTORE GESTORE ARPA ARPA ARPA FASI Campionamenti/anal Controllo Autocontrollo Reporting Ispezioni programmate isi reporting Consumi Materie prime controlli alla ricezione annuale annuale annuale Risorse idriche semestrale annuale annuale annuale Energia bimestrale annuale annuale annuale Combustibili mensile annuale annuale annuale Aria Valutazione sullo stato di conservazione dei materiali contenenti ogni 6 anni ogni 6 a nni annuale annuale amianto Suolo Misure periodiche annuale annuale annuale annuale/ biennale annuale Rifiuti Rifiuti prodotti ad ogni invio annuale annuale annuale Parametri di processo Formazione del personale annuale annuale annuale Gestione stabulazione quotidiano annuale annuale annuale Gestione deiezioni: stoccaggio trasporto quotidiano quotidiano annuale annuale annuale Utilizzo agronomico quotidiano, stagionale, annuale, poliennale Indicatori di performance annuale annuale annuale annuale G. OGGETTO DEL PIANO G.1 COMPONENTI AMBIENTALI Nelle tabelle seguenti sono presenti alcune voci a titolo esemplificativo. Il gestore è tenuto a integrare o a sostituire con le voci specifiche del proprio impianto. Ad esempio, l approvvigionamento di acqua può essere diverso da pozzo o acquedotto: in tal caso, indicare l effettiva fonte di approvvigionamento (sorgente, lago, corso d acqua ) 1.a Consumo materie prime e prodotti finiti Tabella Materie prime Denominazione Ubicazione stoccaggio Fase di utilizzo Quantità Kg/a o t Metodo misura Frequenza autocontrollo registrazione dei controlli Reporting Controllo Arpa Animali in ingresso stalla Produzione uova Bolle DDT alla ricezione Registro veterinari annuale reporting 18 di 23

19 Mangime a basso contenuto azotato silos alimentazione Bolle DDT alla ricezione annuale reporting Integratori Disinfettanti Tabella Prodotti finiti Denominazione Stato fisico Ubicazione stoccaggio Quantità prodotta UM Metodo misura Frequenza autocontrollo registrazione dei controlli Reporting Controllo Arpa Animali stalle ad ogni ciclo Registro veterinari annuale reporting 1.b Consumo risorse idriche Tabella Risorse idriche Tipologia di approvvigionamen to Punto misura Metodo misura Fase di utilizzo Quantità utilizzata mc/a Frequenza autocontrollo registrazione dei controlli Reporting Controllo Arpa Da laghetto Da acquedotto P1 P2 lettura contatore lettura contatore abbeveraggi o - lavaggi per ciclo o semestrale Cartacea su Scheda o elettronica su server annuale Reporting e ispezione programmata annuale 1.c Consumo energia Tabella Energia Descrizione Tipologia Punto misura Metodo misura Quantità MWh/a Frequenza autocontrollo registrazione dei controlli Reporting Controllo Arpa Energia importata da rete esterna energia elettrica sigle da planimetrie lettura contatori EE bimestrale cartacea su scheda o elettronica su server annuale Reporting e ispezione programmata 1.d Consumo combustibili Tabella Combustibili Tipologia Punto misura Fase di utilizzo Metodo misura Quantità UM Frequenza autocontrollo registrazione dei controlli Reporti ng Controllo Arpa Gasolio sigle da planimetrie Riscaldamento /autotra- contatore Smc/anno mensile cartacea ed elettronica su annuale Reporting e ispezione 19 di 23

20 zione server programmata GPL sigle da planimetrie riscaldamento contatore Smc/anno mensile cartacea ed elettronica su server annuale Reporting e ispezione programmata 1.e Emissioni in aria Tabella Emissioni diffuse Descrizione Ammoniaca Fibre di amianto Origine (punto di emissione) stabulazione stoccaggio spandimento coperture capannoni prevenzione MTD e/o tecniche gestionali previste in AIA controllo stato di conservazione materiali controllo Frequenza di controllo registrazione dei controlli Reporting calcolo con modello annuale annuale annuale Linee Guida Regione Emilia-Romagna ( Metodo UNI ) 6 anni Conservazione Documentazione 6 anni Controllo Arpa Reporting e ispezione programmata Reporting e ispezione programmata Metano Calcolo con modello annuale annuale annuale Tabella Emissioni eccezionali Tabella Emissioni eccezionali in condizioni prevedibili Il processo in esame non presenta casi prevedibili di emissioni eccezionali che richiedano specifiche procedure di controllo Tabella Emissioni eccezionali in condizioni imprevedibili Il gestore riporterà gli eventi secondo il modello di reporting fissato nella Autorizzazione Integrata Ambientale 1.f Rifiuti Tabella Controllo rifiuti prodotti Attività Manutenzi one Manutenzi one Rifiuti prodotti (Codice CER) Denominaz ione Smaltim ento (t/a) Ubicazio ne stoccagg io Recuper o (t/a) Modalit à di controll o e di analisi Oli esausti * Lampade fluorescenti Imballaggi di plastica Imballaggi in materiali misti Imballaggi in vetro contenenti medicinali Altri imballaggi Modalità di registrazi one dei controlli reporti ng Annual e Contro llo Arpa ** 20 di 23

21 in vetro Altro Altro *Cartacea su Registro Carico e Scarico Rifiuti e su MUD Elettronica su software gestione rifiuti **Reporting e ispezione programmata Tabella Gestione capi deceduti in base a regolamento 1774/02 quantità (t/a) controllo e di analisi registrazione dei controlli reporting Controllo Arpa Cartacea su Registro Carico e Scarico ex regolamento 1774/02 Reporting e ispezione programmata 1.g Suolo Tabella Acque sotterranee Piezometro Parametro Metodo di misura (incertezza) Frequenza registrazione dei controlli Reporting Controllo ARPA A valle dei lagoni di stoccaggio liquami ph, conduttività, ammoniaca, nitriti, nitrati, cloruri annuale annuale annuale/biennale N.B. Almeno dieci giorni prima di ogni campionamento, dovrà essere effettuato lo spurgo dei piezometri che dovrà essere preceduto da un lavaggio. Tabella Spandimenti sul suolo Area di spandimento Da definire in sede di resentazione PUA Parametro P Olsen, Na scambiabile ESP, Cu, Zn,Azoto totale, Sost. Organica Metodo di misura (incertezza) Frequenza annuale registrazione dei controlli Reporting annuale Controllo ARPA G.2 GESTIONE DELL IMPIANTO 2.a Controllo fasi critiche, manutenzioni, depositi Tabella Sistemi di controllo delle fasi critiche del processo Fase critica formazione del personale Frequenza annuale controllo registrazione degli Interventi formativi effettuati Registrazione cartacea Registrazione informatica reporting Controllo ARPA Reporting e ispezione programmata Fase di stabulazione Efficienza delle tecniche di stabulazione (regolare Quotidiana Visivo Registrate le anomalie 21 di 23

22 funzionamento delle varie apparecchiature presenti in stalla) Verifica dell efficienza delle tecniche di rimozione delle deiezioni Condizioni di funzionamento dei distributori idrici ** Alimentazione a ridotto tenore azotato Condizioni dei sistemi di distribuzione e somministrazione dei mangimi Verifica impianto idrico** riscontrate e le azioni correttive adottate Quotidiana Visiva Quotidiana visivo Quotidiana visivo annuale Conteggio del contenuto di azoto nei mangimi, da cartellino Registrare anomalie Registrare conteggio Registrare anomalie Registrare anomalie ** effettuare lettura dai contatori durante periodi di fermo per verifica perdite (2 letture ripetute a distanza di un giorno l una dall altra) Fase di stoccaggio delle deiezioni Condizioni di funzionamento degli impianti (tracimazioni/debordamenti, infiltrazioni degli effluenti stoccati) Quotidiana visivo Registrare anomalie Pulizia dei piazzali Quotidiana visivo Fase di trasporto delle deiezioni e degli animali Condizioni di tenuta e copertura dei mezzi Imbrattamento delle strade Fase di utilizzo agronomico delle deiezioni Ad ogni trasporto Ad ogni trasporto visivo visivo Stato di qualità dei terreni 3 5 anni Campionamento e analisi terreni ritenuti più critici Referto di analisi 3-5 anni distribuzione Quotidiana visiva Registrazione nel Registro degli spandimenti 3-5 anni Condizioni agronomiche delle coltivazioni Stagionale visiva Valutazione agronomica del PUA Come da normativa regionale Tabella Interventi generali di gestione e manutenzione ordinaria sulle Macchine e sulle componenti del processo Componente Data inizio Data fine (personale, Tipo di registrazione e Frequenza intervento intervento strutture, intervento comunicazione Giorno/mese Giorno/mese macchinari) all autorità Personale formazione annuale 22 di 23

23 Condizioni strutturali dei Monitoraggio annuale locali Impianto idrico Verifica perdite annuale ventilatori Manutenzione programmata Altro Tabella Aree di stoccaggio (collaudi) Struttura di Data ultimo contenimento collaudo Lagone Lagone Data scadenza registrazione Reporting Controllo Arpa Reporting e ispezione programmata Reporting e ispezione programmata 2.b Indicatori di prestazione Tabella Monitoraggio degli indicatori di performance Indicatore e sua descrizione Consumo d acqua su unità di prodotto Energia elettrica consumata per unità di prodotto Quantitativo di azoto utilizzato per unità di prodotto Unità di misura calcolo Frequenza di monitoraggio Reporting Mc/kg Consumo acqua : kg di carne prodotta Kj/kg Energia : kg di carne prodotta Kg N / T-1 Kg N contenuto negli alimenti/ Ton di carne prodotta annualmente Indice di mortalità Controllo Arpa Controllo reporting Controllo reporting Controllo reporting Controllo reporting G.1 ATTIVITA A CARICO DELL ENTE DI CONTROLLO Nell ambito delle attività di controllo previste dal presente Piano, e pertanto nell ambito temporale di validità dell autorizzazione integrata ambientale di cui il presente Piano è parte integrante, l ente di controllo individuato in tabella D1 svolge le seguenti attività. Tabella Attività a carico dell ente di controllo Tipologia di intervento Monitoraggio adeguamenti Controllo dell impianto in esercizio e verifiche documentali Frequenza Componente ambientale interessata e numero di interventi Aria/acqua/stabulazione/alimentazione/tecniche spandimento Aria/acqua/stabulazione/alimentazione/tecniche spandimento Totale interventi nel periodo di validità del Piano Campionamenti acqua 5 Analisi campioni acqua di 23

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