Gf: Nata ad Angolo Terme, Anfurro, frazione di Angolo Terme.

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1 CD 5.4 GIULIA COTTI (Provenienza: Anfurro, frazione di Angolo Terme, Bassa Valle Camonica. Durata dell'intervista: 13 minuti) Gf: Cotti Giulia. intervistatrice: Ehm, di che paese è, dov è nata? Gf: Nata ad Angolo Terme, Anfurro, frazione di Angolo Terme. intervistatrice: E la sua famiglia come era composta e che lavoro facevano i suoi genitori? Gf: I miei genitori erano/ erano della campagna, contadini, dopo mio fratello era partigiano, una sorella ha fatto la staffetta e anche noi altri, una sorella che c ho suora a Bologna e io eravamo ragazzine, però ci abbiamo dato dentro a fare quello che abbiamo potuto fare intervistatrice: Lei quanti anni aveva? Gf: A diciassette/ sedici, diciassette e lei un anno meno di me intervistatrice: Eravate giovani proprio! Ehm, ci vuole raccontare un pochino quale è stata la sua esperienza? Gf: È stata un po brutta l esperienza, perché avevamo sempre sti partigiani/ ribelli, come dicevano loro, erano sempre in casa, dopo c era i fascisti e i tedeschi che venivano tutto il giorno, in una stanza avevamo cinque partigiani, eh, armati, e fuori nell altra stanza sono venuti i tedeschi che volevano da mangiare e allora noi abbiamo detto «Non abbiamo niente da mangiare!» perché/ anzi, noi essendo contadini avevamo di tutto, però sti ragazzi venivano morti di fame, allora su polenta alla bella meglio e allora quel giorno lì erano proprio quelli delle SS, proprio quei/ e allora mi hanno detto/ sono entrati con l allarme/ le armi a mano e mi hanno detto «Dov è vostro fratello?» Allora noi siamo rimaste, nostro fratello è alla TODT, andavano alla TODT di giorno e di notte e allora dice «Eh, dov/ e dov è poi a lavorare?» «Sono qua, erano lì vicino a casa» E allora dice «Dov è vostro fratello?» mi dice a me, dopo piano piano io ci ho detto, dico «Ma come fanno loro a sapere che io c ho un fratello?» Allora dice «Perché noi entriamo in una casa, se ci sono le donne anziane e le mamme diciamo dov è vostro figlio, se invece sono le ragazzine come voi diciamo dov è vostro fratello, che se noi/ voi non avete fratelli non potete mentire» E allora io ci ho detto/ dico io «Sì, c ho un fratello che lavora qui alla TODT» intervistatrice: Cos è la TODT? 170

2 Gf: La TODT era una/ una ditta tedesca che lavorava per fare le/ le/ come si chiamavano? quelle trincee/ trincee per la/ per la sicurezza che dopo entravano c erano/ nell eventualità che c era da fare la guerra, insomma. Allora mi ha detto «Adesso noi vogliamo mangiare» Allora «Pazienza» dico «Eh, se vi accontentate della polenta ve la facciamo, però non abbiamo il sale» e allora ci abbiamo fatto sta polenta lì che sembrava il mangiare delle galline perché spiaceva fare la polenta buona a loro e dare da mangiare al/ e allora avevamo/ e al monte/ rifugio Magnolini lasciavano giù e/ e il lancio e i fran/ gli inglesi, lasciavano giù le armi, lasciavano giù da mangiare, lasciavano giù lo zucchero, caffè, sale che allora costava mille lire al chilo, però il sale non volevo darlo per fare la polenta a loro perché avevamo bisogno noi più degli altri a far da mangiare. Allora sono andati a fare l ispezione in casa e dove avevamo i sacchi del/ del grano in mezzo c era un sacchetto così di venticinque chili di sale che l avevano appena lasciato dal/ però a loro non ci ho detto che era sale, «Se volete facciamo la polenta, però senza sale» «Sì, sì, va bene lo stesso, va bene lo stesso!» Sta polenta l abbiamo lavorata dieci minuti, poi l ho messo dentro in un/ un asciugamano ho detto «Andate là adesso a mangiarla, ma portate qui l asciugamano e/ e il cestino dove l abbiamo messo dentro» Loro sono venuti l han portato, «Grazie, grazie!» ho detto/ dico ma ho dato una scodellina di/ di latte, figurarsi polenta nel latte senza sale [ride] chissà che bontà, comunque loro l hanno mangiata pacifici e poi «Grazie, grazie!» «Sì, sì, grazie, grazie, andate!» Allora gli altri erano lì che ascoltavano dietro che tu li conosci, neh? E quando sono usciti «Brava, brava! Brava! Brava! Brava!» ma io facevo così dalla paura e c era mia madre e mio padre, ehm... Mio padre lavorava alla TODT e di notte sapete cosa facevano? Andavano/ c erano i mucchi del fieno dove tagliavano il fieno e dopo le/ lo ammucchiavano per il giorno dopo, per spargerlo il giorno dopo si mettevano sotto il/ i mucchi del fieno a dormire perché avevano paura a star/ delle/ perché lì capitavano di notte intervistatrice: E quindi nascondevate i partigiani nei vostri fienili, proprio in casa vostra? E cosa rischiavate cioè se vi/ se li scoprivano? Gf: [Ride] Eravamo in mano di Dio, o c erano qualcuno che pregavano per noi o non era la nostra ora! intervistatrice: Eh, già! E mi diceva che sua/ sua sorella ha fatto anche la staffetta? Gf: Si! intervistatrice: Ma chi erano le staffette? Gf: Le staffette volevano dire che erano/ andavano al gruppo dove c erano i partigiani e le portavano al/ al/ al comando, che era a Darfo, del Cemmi (?), lo sai, no? e allora portava giù le lettere e da lì le portavano su, si cambiavano, insomma. E tante volte che venivano con/ un giorno/ eravamo, ero io quella volta lì, perché lei/ mia sorella era andata in valle di Scalve, perché ce ne erano anche in val di Scalve e allora mi avevan/ 171

3 mi avevano dato una lettera il comandante dei partigiani, Fiamme Verdi, e mi ha detto «Questa la porti al comando» e io l avevo nascosta, l avevo messa qua sotto la e a passare il ponte di Darfo, c era la passerella, no? E a/ incontro un tedesco, che era poi stato sù a fare la/ la rastrellamento il giorno prima. Allora mi dice «Cosa fa qua? Cosa fai te qua?» Perché parlava un po il dialetto, ehm/ l italiano e allora gli dico «Eh, vado a trovare una zia perché c ho una zia malata lì/ qui a Darfo» Ehm, allora sono riuscita ad andare dal comando/ a portare ste lettere dal comando e quando sono tornata era lì ancora lui. E il giorno dopo sono venuti sù e lui mi sa/ sa/ mi ha salutato perché ero una gio/ giovane si vede che giovane anche lui, poverino! Perché loro la colpa non era del/ del soldati era del/ dei cannoni. Come sarebbe oggi la/ la Comunque allora diceva «Tu cosa facevi?» «Mah, sono andata a trovare» «Ma mi avevi detto che stavi giù due o tre giorni!» «Eh, ma mia zia stava bene allora sono tornata a casa» Eh,... avanti, sempre così! intervistatrice: E per esempio, mah, non so se ti è mai capitato di curare dei feriti? 07:55 Gf: Sì, ce n era uno che era stato ferito in una gamba e allora era dentro nel letto de/ da noi ragazze, no? E allora lui che stavo curando, era stato ferito in una gamba, aveva una pallottola, riˈkardo, Marino di Artogne, ˈɛko, e allora eravamo lì che/ a medicarlo '[ ] Riccardo, Marino di Artogne, ecco, e allora eravamo lì a medicarlo'. 08:20 Gf: Perché c era un altro/ c era un dottore che veniva su di Darfo, ˈspɛta kɛ to-l dirò quando ɛl me ɲiˈra ɛn mɛnt/ il coso/ il farmacista di Darfo= 'Perché c era un dottore che veniva su di Darfo, aspetta che te lo dirò [il nome del dottore] quando mi verrà in mente/ il farmacista di Darfo= =Polognoli? Sangalli? Gf: No, quello di prima, quello che c era prima, kɛl de Darfo, ɛl kɛ/ ˈorko, me reˈgorde pjø! E comunque era lui= 'No, quello di prima, quello che c era prima, quello di Darfo, è che/ Orco, non mi ricordo più! E comunque era lui [ ]'. =il farmacista di Darfo? Gf: No, no, non era un fascista Farmacista! Gf: Ah, farmacista, avevo capito fascista. E allora veniva su carico di/ di/ di medicinali e veniva su di notte e portava su. Quando m ha visto che ero lì che stavo curando ste «Cosa sta facendo lei qua?» «Sto curando sto ragazzo» dico «perché...» Allora ha 172

4 guardato e dice «Ha fatto bene! Ha fatto bene! Ha fatto bene! Eh, ha fatto bene!» Somma quello che mi avevano insegnato, perché sa tranne un po di/ di alcool e così era tutto quello che avevamo, un po di fasce lì dei/ bollite con l acqua e il sale, come una volta insomma, perché non avevamo mica la farmacia lì vicino di poter fare, eh! Ehm così è andata! intervistatrice: E si ricorda degli altri episodi che le sono rimasti impressi magari perché ehm/ anche perché sono stati emozionanti magari dei momenti anche belli all interno anche di= Gf: =Belli, erano belli quando erano andato via i fascisti e i tedeschi, allora era bello perché allora sti ragazzi uno era/ aveva la scarpa rotta, l altro era a piedi nudi, l altro s/ una giacca senza la manica e così tutti morti di fame e allora polenta! Polenta! Polenta! E c erano cinque te/ ehm, russi e allora uno dei miei/ uno dei nostri si era perso in montagna, perché avevano fatto un rastrellamento e allora si erano nascosti, no? È stato via tre giorni sto ragazzo? E allora venivano a casa ste/ tutti sti povera gent/ sti ragazzi, tutti morti di fame e io c ho chiesto a uno dei quei russi, c ho detto dico «Ma non avere visto Ross?» Ci dicevano Ross a questo qua, e allora lui mi risponde «No! Noi non avere visto Ross, noi avere visto tedeschi caput! Caput! E adesso fame, fame, fame!» E lì era chiara quello che/ anche se parlavano poco l italiano però si capiva lo stesso intervistatrice: E come mai c erano i russi? Gf: Perché erano/ anche loro erano in guerra, però dopo li avevano presi che loro volevano andare in Svizzera, volevano clandestinamente, allora i nostri ragazzi li hanno presi e li hanno accompagni fino al/ alle confine del/ del coso, come si chiama? Schilpario= =Schilpario Gf: E han fatto quel passo lì e sono andati in Svizzera intervistatrice: Ma perché volevano andare in Svizzera? Gf: Per salvarsi la pelle! Perché anche loro era come noi, eh! Come i nostri soldati perché loro erano scappati, non erano più sotto l esercito! intervistatrice: Bene, vuole dirci qualcos altro? Vuole raccontare qualcos altro? Gf: No, io non saprei intervistatrice: Ah! E quando c è stata la Liberazione, il 25 aprile, cosa è successo? 11:40 Gf: Quando c è stata la Liberazione, siamo partiti noi di Anfurro siamo venuti giù a piedi fino a Darfo, a Darfo c era un/ uno col cavallo, ol ˈtita, non so se te/ Sangalli, è kon de 173

5 sto/ kon de sto/ aveva kɛj carri lunghi, eravamo in diciassette o diciotto su in questo carro '[ ] a Darfo c era uno col cavallo, il Tita, non so se te/ Sangalli, è con questo/ con questo/ aveva quei carri lunghi, eravamo in diciassette o diciotto su questo carro [ ]'. Gf: Siamo venuti perché a Breno, al castello di Breno c era mio fratello che era stato ferito in una gamba e allora siamo venuti giù a far festa, tutti gridavano tutti che/ che era qualche cosa di/ c era un tedesco lì, proprio perché era i tedeschi avevano preso li avevano messi prigionieri lì alla/ alle Fonti di Boario e allora c era giù la/ la/ delle guardie dei nostri partigiani lì fuori dal/ del /del/ delle Fonti e allora ho detto dice c era uno di/ quel tedesco lì che c ho dato la polenta senza sale, allora quello lì che c era di guardia, il partigiano c ha detto «Quella signorina qui ve l ha fatta! Vi ha fatto mangiare la polenta cruda e senza sale!» [ridono] Mi ricordo che ho fatta una bella risata e tutti felice a cantare, ma che bello! E siam venuti poi al castello e c era mio fratello le, tutti contenti, tutti felici, moː che bello! intervistatrice: Grazie! 'E siamo venuti poi al castello e c era mio fratello lì, tutti contenti, tutti felici, moː, che bello!' 174