SPECIALE CONVEGNO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI : GLI ATTI PRIMA SESSIONE - GESTIONE UNITARIA E IDEA DI SCUOLA

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1 Dirigenti Scolastici NOTIZIARIO NAZIONALE N. 32/ Maggio 2013 R. CIUFFREDA - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC SPECIALE CONVEGNO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI : GLI ATTI 01. Dirigenti scolastici: l 8 e 9 maggio Convegno nazionale a Senigallia 02. Dirigenti Scolastici - Convegno nazionale : IL PROGRAMMA PRIMA SESSIONE - GESTIONE UNITARIA E IDEA DI SCUOLA 03. Presentazione Antonio Bettoni - Presidente Nazionale Proteo Fare Sapere 04. Relazione introduttiva - Gianni Carlini Coordinatore nazionale SdC DS della FLC CGIL 05. Tra leadership, democrazia e collegialità - Anna Maria Poggi, Università di Torino SECONDA SESSIONE - I PROBLEMI E LE PROSPETTIVE 06. Gestire le risorse strumentali ed economiche nel tempo della crisi - Marcello Degni Docente Scuola Superiore P.A. Roma 07. La gestione delle risorse professionali: modelli e indicatori Cinzia Mion - Formatrice e dirigente scolastica 08. La gestione delle risorse umane - Aspetti psicodinamici - Cinzia Mion 09. Un finestra sull Europa: modelli, linee di tendenza, problemi Angelo Paletta Università di Bologna 10. La FLC di fronte alle nuove sfide Domenico Pantaleo Segretario Nazionale FLC CGIL TERZA SESSIONE - LE STRATEGIE 11. Gestione e rendicontazione nella valutazione del DS. I LEP come questione dirimente. Franco De Anna - Dirigente tecnico- slide 12. Gestione e rendicontazione nella valutazione del DS. I LEP come questione dirimente. Franco De Anna - Dirigente tecnico- relazione 13. La DS tra coordinamento e delega. Per una leadership distribuita Piergiuseppe Ellerani Università di Bolzano CONTRIBUTI AL DIBATTITO PROGRAMMATI 14. La gestione unitaria delle scuole come leva per l equità - Antonio Valentino 15. La valutazione come elemento costituente della scuola autonoma - Roberto Proietto, Struttura nazionale di comparto dirigenti scolastici FLC CGIL (SCNDS-FLC) 16. Proviamo a partire da quello che si può fare nelle scuole - Patrizia Di Franco, Struttura nazionale di comparto dirigenti scolastici FLC CGIL (SCNDS-FLC) ALTRI INTERVENTI

2 N.B. PER MOTIVI TECNICI, IL NOTIZIARIO NAZIONALE E GLI ALLEGATI SONO ARCHIVIATI ED ACCESSIBILI SUL SITO REGIONALE FLC LOMBARDIA TUTTI GLI ATTI (relazioni presentazioni ed interventi) DEL CONVEGNO DI SENIGALLIA SONO STATI RIPRODOTTI ALL INTERNO DEL NOTIZIARIO al fine di agevolare oltre che la lettura in sequenza anche l archiviazione. Solo alcune presentazioni per le loro caratteristiche tecniche sono invece allegate e alcune SUDDIVISE IN PIU PARTI PER permettere L INVIO ED IL download. Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN ALLEGATO: LA RELAZIONE DI PRESENTAZIONE DI ANTONIO BETTONI Valentino A., Relazione tenuta al IX CONVEGNO Cosa resta della scuola. Fine del discorso educativo? Organizzato da Jonas Milano Onlus - Centro Studi Riccardo Massa (2012) LA PRESENTAZIONE DI MARCELLO DEGNI SENIGALLIA 8 MAGGIO 2013 PRESENTAZIONE ANGELO PALETTA SENIGALLIA 8 MAGGIO 2013 PARTE 1^ PRESENTAZIONE ANGELO PALETTA SENIGALLIA 8 MAGGIO 2013 PARTE 2^ LA PRESENTAZIONE DI PIERGIUSEPPE ELLERANI SENIGALLIA 8 MAGGIO 2013 *********** SPECIALE CONVEGNO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI GLI ATTI DEL CONVEGNO 01. Dirigenti scolastici: l 8 e 9 maggio Convegno nazionale a Senigallia Nelle Marche l annuale convegno dei dirigenti scolastici della FLC CGIL. Si è tenuto a Senigallia nell'auditorium comunale "Chiesa dei cancelli", l'annuale Convegno nazionale dei dirigenti scolastici organizzato dalla FLC CGIL e dall'associazione nazionale Proteo Fare Sapere. Il tema di quest'anno era "GESTIRE IL DECLINO O COSTRUIRE IL FUTURO? La gestione unitaria della scuola autonoma alla prova del presente: nuovi bisogni formativi, dimensionamento, miglioramento e valutazione, innovazioni organizzative e ordinamentali". Le tre sessioni del convegno dell'8 e 9 maggio 2013 si sono articolate in riflessioni su: 1. Gestione unitaria e idea di scuola 2. I problemi e le prospettive 3. Le strategie. I nuovi criteri quantitativi e organizzativi adottati per il sistema di istruzione hanno determinato problemi che mettono in crisi il modello di dirigente scolastico così come è stato "agito" a partire dall'istituzione dell'autonomia scolastica.

3 L'aumento delle dimensioni delle scuole, le reggenze, la forte riduzione delle risorse professionali ed economiche, l'attribuzione di maggiori compiti per le scuole, il mancato sostegno alle scuole da parte degli enti locali a causa del taglio dei finanziamenti hanno prodotto crepe e smottamenti di fronte ai quali è prevalso un generale senso di rassegnazione che non ha fatto bene alle scuole e ai loro dirigenti scolastici. Le cause di un generalizzato declino del sistema scuola sono molteplici e le azioni di contrasto sono state deboli e frantumate. In questo contesto il Convegno si è proposto di mettere al centro della riflessione un'area di responsabilità del dirigente scolastico, quella della gestione unitaria, che è diventata sempre più problematica dall'avvento dell'autonomia e che nell'ultimo quinquennio ha assunto caratteristiche tali da stravolgere, in modo caotico e senza una visione prospettica, il profilo del dirigente così come lo disegna l'attuale quadro normativo. Le questioni connesse e le sofferenze che ne derivano sul piano organizzativo e gestionale - e quindi sulle difficoltà del fare scuola e dei suoi risultati - sono molteplici. Il Convegno ha inteso privilegiare soprattutto le seguenti: Le ragioni e il senso di una gestione unitaria delle istituzioni scolastiche, per rimettere al centro del fare scuola il progetto curricolare e formativo come espressione di autonomia e di appartenenza al sistema I problemi e le prospettive, legati ai nuovi dimensionamenti, alle risorse sempre più scarse, alle professionalità sempre meno curate, ai traguardi delle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo e delle linee guida per il riordino dl secondo ciclo Le strategie da mettere in campo perché il tema della gestione unitaria, condivisa e responsabile delle istituzioni scolastiche diventi occasione per mettere al centro l'idea della scuola come organizzazione complessa e quindi le ragioni urgenti dello sviluppo e della valorizzazione delle sue risorse professionali. Le analisi e le riflessioni si svilupperanno sempre secondo linee di ricerca che avranno come obiettivo la messa a punto di proposte operative e di indicazioni di lavoro per una più efficace professionalità del dirigente scolastico. L'iniziativa essendo organizzata da soggetto qualificato per l'aggiornamento (DM ) è automaticamente autorizzata ai sensi degli artt. 64 e 67 CCNL 2006/2009 del Comparto Scuola, con esonero dal servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze brevi e come formazione e aggiornamento dei Dirigenti Scolastici ai sensi dell'art. 21 del CCNL Area V e dispone dell'autorizzazione alla partecipazione in orario di servizio. *********** 02. Dirigenti Scolastici - Convegno nazionale : IL PROGRAMMA IL PROGRAMMA

4 La ragioni e i temi del convegno. Le attese Premessa I nuovi criteri quantitativi e organizzativi (il forte innalzamento della soglia numerica, gli istituti comprensivi come modalità generalizzata di organizzazione della scuola del primo ciclo; le aggregazioni, nel secondo ciclo, di settori e indirizzi di vario tipo), e i problemi che pongono, mettono in crisi il modello di DS così come è stato agito a partire dall istituzione dell AS. Le reggenze di questi ultimi hanno evidenziato crepe e smottamenti di fronti ai quali è prevalso un generale senso di rassegnazione che non ha fatto bene ai dirigenti scolastici e alle scuole. Come ben sappiamo le ragioni di un generalizzato declino del sistema scuola sono molteplici e le azioni di contrasto sono state deboli e frantumate. Problemi aperti, linee di ricerca e risultati attesi Alla luce di questa premessa, il Convegno si propone di mettere al centro della riflessione un area di responsabilità del DS che è diventata sempre più problematica dall avvento dell autonomia e che nell ultimo quinquennio ha assunto caratteristiche tali da stravolgere, in modo caotico e senza una visione prospettica, nella maggior parte dei casi, il profilo del DS così come lo disegna l attuale quadro normativo. Le questioni connesse e le sofferenze che ne derivano sul piano organizzativo e gestionale - e quindi sulle difficoltà del fare scuola e dei suoi risultati sono molteplici. Qui abbiamo scelto di privilegiare soprattutto le seguenti Le ragioni e il senso di una gestione unitaria delle IS (per rimettere al centro del fare scuola il progetto curricolare e formativo come espressione di autonomia e di appartenenza al sistema). I problemi e le prospettive (legati ai nuovi dimensionamenti, alle risorse sempre più scarse, alle professionalità sempre meno curate, ai traguardi delle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell infanzia e del primo ciclo e delle Linee guida e delle Indicazioni nazionali per il riordino del secondo ciclo). Le strategie da mettere in campo perché il tema della gestione unitaria, condivisa e responsabile delle IS diventi occasione per mettere al centro l idea della scuola come organizzazione complessa che necessita di articolazione di compiti e figure e quindi le ragioni urgenti dello sviluppo e della valorizzazione delle sue risorse professionali. Le analisi e le riflessioni si svilupperanno sempre secondo linee di ricerca che avranno di mira la messa a punto di proposte operative e di indicazioni di lavoro per una più efficace professionalità del DS. CONVEGNO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI GESTIRE IL DECLINO O COSTRUIRE IL FUTURO? ACCOGLIENZA CURATA DA STUDENTESSE E STUDENTI DELL'ISTITUTO ALBERGHIERO "PANZINI" DI SENIGALLIA LA GESTIONE UNITARIA DELLA SCUOLA AUTONOMA ALLA PROVA DEL PRESENTE 8 e 9 MAGGIO 2013 AUDITORIUM COMUNALE CHIESA DEI CANCELLI VIA DEGLI ARSILLI SENIGALLIA (AN) Segreteria organizzativa: Proteo Fare Sapere segreteria@proteofaresapere.it Tel L iniziativa essendo organizzata da soggetto qualificato per l aggiornamento (DM ) è automaticamente autorizzata ai sensi degli artt. 64 e 67 CCNL 2006/2009 del Comparto Scuola), con esonero dal servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze brevi e come formazione e aggiornamento dei Dirigenti Scolastici ai sensi dell'art. 21 CCNL 11/4/2006 Area V e dispone dell autorizzazione alla partecipazione in orario di servizio. ACCOGLIENZA CURATA DALLE STUDENTESSE E STUDENTI DELL'ISTITUTO ALBERGHIERO "PANZINI" DI SENIGALLIA

5 Mercoledì 8 maggio Prima sessione Gestione unitaria e idea di scuola Ore 10,00 13,30 Presiede Lidia Mangani Presidente Proteo Marche Presentazione Antonio Bettoni Presidente Nazionale Proteo Fare Sapere Relazione introduttiva Gianni Carlini Coordinatore nazionale SdC DS della FLC CGIL Dibattito I relatori rispondono Contributi tematici A cura della Struttura nazionale di comparto dirigenti scolastici FLC CGIL La FLC di fronte alle nuove sfide Domenico Pantaleo Segretario Nazionale FLC CGIL Saluti istituzionali di benvenuto Tra leadership, democrazia e collegialità Anna Maria Poggi Università di Torino Dibattito I relatori rispondono Giovedì 9 maggio Terza sessione Le strategie Ore 9,00 13,30 Presiede Manuela Carloni Segretaria generale FLC CGIL Marche Seconda sessione I problemi e le prospettive Ore 15,00 19,00 Presiede: Emanuela Zoia SdC DS della FLC CGIL Gestire le risorse strumentali ed economiche nel tempo della crisi Marcello Degni Docente Scuola Superiore P.A. Roma La gestione delle risorse professionali: modelli e indicatori Cinzia Mion Formatrice e dirigente scolastica Un finestra sull Europa: modelli, linee di tendenza, problemi Angelo Paletta Università di Bologna Gestione e rendicontazione nella valutazione del DS. I LEP come questione dirimente. Franco De Anna Dirigente tecnico La DS tra coordinamento e delega. Per una leadership distribuita Piergiuseppe Ellerani Università di Bolzano Contributi tematici A cura della Struttura nazionale di comparto dirigenti scolastici FLC CGIL Dibattito I relatori rispondono Conclusione dei Lavori Gianni Carlini Coordinatore nazionale SdC DS della FLC CGIL ***********

6 PRIMA SESSIONE - GESTIONE UNITARIA E IDEA DI SCUOLA 03. Presentazione Antonio Bettoni - Presidente Nazionale Proteo Fare Sapere abstract Gestire il declino o costruire il futuro La gestione unitaria Della scuola autonoma Alla prova del presente LE QUESTIONI POSTE 1. Le ragioni e il senso di una gestione unitaria delle IS (per rimettere al centro del fare scuola il progetto curricolare e formativo come espressione di autonomia e di appartenenza al sistema). 2. I problemi e le prospettive (legati ai nuovi dimensionamenti, alle risorse sempre più scarse, alle professionalità sempre meno curate, ai traguardi delle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell infanzia e del primo ciclo e delle Linee guida e delle Indicazioni nazionali per il riordino del secondo ciclo). 3. Le strategie da mettere in campo perché il tema della gestione unitaria, condivisa e responsabile delle IS diventi occasione per mettere al centro l idea della scuola come organizzazione complessa che necessita di articolazione di compiti e figure e quindi le ragioni urgenti dello sviluppo e della valorizzazione delle sue risorse professionali.» Gli studi e le ricerche a livello internazionale ci parlano di disinvestimenti un po in tutti i paesi (ovviamente, non mancano le eccezioni, ma il trend è abbastanza generalizzato) nel settore dell istruzione e della formazione e della tendenza a privilegiare apprendimenti funzionali essenzialmente allo sviluppo economico degli stati.» il grosso rischio che sembra si corra attualmente riguarda non tanto la fine del discorso educativo quanto un suo scivolamento verso logiche di profitto proprie della cultura neoliberistica imperante e aspetto ancora più allarmante verso forme di più accentuata diseguaglianza (dislivello) tra chi moltiplica le sue possibilità/opportunità di istruzione e formazione e chi non riesce neanche a pensarle. Con ricadute negative sul futuro del pianeta: il patrimonio collettivo delle intelligenze sarebbe destinato a perdere le potenzialità legate allo sviluppo culturale di quanti oggi non possono neanche alfabetizzarsi. Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN ALLEGATO: LA RELAZIONE DI PRESENTAZIONE DI ANTONIO BETTONI Valentino A., Relazione tenuta al IX CONVEGNO Cosa resta della scuola. Fine del discorso educativo? Organizzato da Jonas Milano Onlus - Centro Studi Riccardo Massa (2012) ***********

7 03. Relazione introduttiva - Gianni Carlini Coordinatore nazionale SdC DS della FLC CGIL Carissime colleghe e carissimi colleghi, Abbiamo bisogno di dire con estrema chiarezza e subito che le due opzioni del titolo di questo nostro convegno non possono essere considerate ugualmente percorribili come possibili strategie di gestione dell attuale situazione delle scuole pubbliche statali. Non lo pensiamo noi e probabilmente nessun altro lo dice. Bisogna però considerare possibile uno scenario nel quale si debba dover gestire il declino se non si esce e rapidamente dalla attuale condizione. Potrebbe essere questa la prospettiva per le scuole. Ad esse dobbiamo prestare la massima attenzione e cura perché sono i soggetti fondamentali del sistema educativo di istruzione e di formazione. Perché sottolineo che le scuole sono i soggetti fondamentali del sistema educativo? Perché bisogna dire continuamente le scuole al primo posto, nelle politiche, in tutte le decisioni, nell uso delle risorse? Bisogna dirlo perché così non è stato e dirlo è invece indispensabile. Lo dice la scelta irreversibile dell autonomia scolastica che alle scuole ha affidato la responsabilità di realizzare i processi necessari all educazione, all istruzione ed alla formazione dei cittadini. È interessante leggere quello che dicono i sei saggi ai quali il Presidente Napolitano aveva affidato, prima della sua rielezione, la stesura dell Agenda Possibile in materia economicosociale ed europea. Nel paragrafo potenziare l istruzione e il capitale umano i saggi individuano le priorità per far superare all Italia il suo forte deficit in termini di qualità del capitale umano rispetto ai principali paesi europei. Si tratta di compiti che solo le scuole possono realizzare: dal contrasto all abbandono scolastico alla promozione del merito per aumentare le opportunità, dall istruzione per migliorare la salute e ridurre i costi del sistema sanitario alla scuola digitale e alla cultura dei dati. Al di là del grado di condivisione che si può esprimere sugli obiettivi del documento, tutti riconoscono che per migliorare l istruzione ci si deve rivolgere alle scuole. Lo ha detto anche il nuovo Ministro dell Istruzione Maria Chiara Carrozza: la scuola salverà l economia ed ha poi precisato se poi le scuole non funzionano, è inutile pensare alla rivoluzione digitale. E allora le scuole devono essere messe al primo posto. Così non è stato negli ultimi anni durante i quali la FLC CGIL ha sempre considerato necessario cambiare le politiche dei governi nei confronti delle scuole per non condannarle al declino. Una premessa Nella nostra discussione penso che sia necessario partire dalle attuali condizioni delle scuole e dal lavoro che in esse deve fare il dirigente scolastico, non per ricordare ai dirigenti ciò che conoscono bene, ma per ritrovare forza e convinzione, per contribuire a creare le condizioni per costruire il futuro delle scuole e del sistema educativo. Cosa possiamo fare noi, cosa possiamo chiedere agli altri di fare. I relatori che abbiamo invitato ci aiuteranno, come sempre nei nostri convegni, ad approfondire problemi e analisi e a confrontarci sulle prospettive e sulle proposte. Abbiamo previsto l intervento di colleghi della struttura di comparto nazionale dei dirigenti scolastici della FLC CGIL per alcuni contributi tematici da esperti in campo, per far sentire ed ascoltare la voce delle scuole e del mestiere del dirigente scolastico. Nella locandina del nostro convegno abbiamo voluto richiamare la funzione della dirigenza scolastica e il suo essere incentrata sulla gestione unitaria del progetto curricolare e formativo della scuola, sulla sua autonomia e sulla sua appartenenza al sistema educativo. Il tema delle strategie agibili da parte del dirigente ci porta ad indagare la complessità organizzativa delle scuole, oggi fortemente colpita da processi che ne hanno minato profondamente la capacità di tenuta. Questa mia introduzione si occuperà quindi del contesto e delle condizioni nelle quali oggi il dirigente svolge la sua funzione, lasciando ai relatori il compito di contribuire ad un analisi dell esercizio della leadership educativa e delle sue prospettive. Se un organizzazione complessa ed articolata, come quella della scuola, viene continuamente disorganizzata da provvedimenti che incidono sulla quantità e sulla certezza delle risorse assegnate ed è soggetta a modifiche continue, anche la funzione di guida del dirigente viene

8 continuamente distolta e sviata. Non si tratta di una condizione con la quale fare i conti nella prospettiva, sempre presente, di dover contestualizzare il lavoro di orientamento e valorizzazione delle risorse, si tratta di una condizione da cambiare per poter contrastare il continuo snaturamento del ruolo stesso e delle funzioni della dirigenza scolastica. L organizzazione del servizio di istruzione. Per discutere della situazione della scuola italiana partiamo quindi dall evoluzione della sua distribuzione sul territorio, dell organizzazione e del suo finanziamento. E poi importante anche capire le caratteristiche e il punto di arrivo delle trasformazioni che hanno prodotto l attuale situazione: come siano state realizzate e quale sia stato l accompagnamento su cui le scuole hanno potuto contare nei processi realizzati. Una cosa va sottolineata: fin dall inizio i Governi del centrodestra hanno usato l autonomia scolastica per allontanare da sé le responsabilità della gestione del sistema di istruzione, ormai diventata difficile e consegnarla direttamente agli operatori scolastici. Questa scelta e stata attuata con una forte dose di autoritarismo nei processi organizzativi, nelle innovazioni ordinamentali e negli indirizzi didattici e pedagogici ed ha segnato negativamente le politiche scolastiche degli ultimi anni, caratterizzando contenuti e tipo di rapporto fra il MIUR e le scuole - unidirezionale e dall alto al basso - e causando tante difficoltà alle scuole autonome. La rete scolastica italiana è stata riorganizzata attraverso interventi attuati nel rispetto di una norma generale coeva all istituzione dell autonomia, non applicata in modo omogeneo dalle regioni su tutto il territorio nazionale. A partire dal 2010 alle norme sono state apportate diverse modifiche finalizzate ad innalzare il numero minimo di alunni per l attribuzione alle scuole dei dirigenti e dei direttori, mentre l autonomia è rimasta conferita ad ogni istituzioni scolastica indipendentemente dalle sue dimensioni. Si è trattato di norme inserite in provvedimenti finalizzati alla riduzione delle spese della pubblica amministrazione che hanno operato essenzialmente attraverso la riduzione del personale. I tagli sulla scuola e le loro conseguenze Dal 2008 è stato avviato un processo di progressiva riduzione del personale docente ed ATA che ha portato alla diminuzione di docenti (-11,5%) e di ATA (-17,5%). Tale processo è avvenuto nonostante l aumento di alunni rispetto al 2008 ed è stato attuato attraverso la diminuzione del tempo scuola e il taglio delle compresenze che hanno prodotto una riduzione del costo del personale: è proprio questo taglio che ha contribuito in maniera significativa alla riduzione della spesa per gli stipendi del settore pubblico. Recentemente l ARAN ha comunicato che il costo di tutti i dipendenti pubblici si è ridotto dell 1,6% nel 2011 rispetto al 2010 e di un ulteriore 2,3% nel 2012 rispetto al Le previsioni per il 2013 mostrano un ulteriore diminuzione. A produrre questa riduzione ha contribuito quasi da sola la scuola pubblica statale. In conseguenza di questi interventi, in Italia la spesa pubblica per l istruzione è scesa al 4,9% del PIL contro una media OCSE del 5,6% e a fronte del 6,8% della tanto citata Finlandia dagli ottimi risultati nei test di apprendimento. Se si considera che i dati sono riferiti al 2009 e che gli altri Paesi, nel frattempo, hanno tutti investito nel sistema di istruzione, il divario sarà ancora più alto. Rispetto ai dirigenti scolastici i dati mostrano un intervento ancora più pesante. Nell anno scolastico 2007/08 le scuole statali autonome erano , nell anno scolastico 2011/12 sono diventate , e quest anno sono Secondo le previsioni del piano di dimensionamento, l anno prossimo le scuole autonome saranno di cui 553 sottodimensionate e quindi con un dirigente e un direttore in comune con un'altra scuola. Secondo i dati utilizzati per il calcolo del fondo nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato del 2013, i dirigenti scolastici in servizio nel 2009/10 erano , nel 2010/ , nel 2011/ e nel 2012/13 sono (in realtà sono considerate le mancate assunzioni in Lombardia). Si tratta quindi di una riduzione di oltre dirigenti con una diminuzione del 24,9%. L intervento sulle scuole e i suoi organici è stato sempre definito di razionalizzazione e la verità è stata mistificata attraverso l enfasi data all intenzione di qualificare la spesa per ottenere miglioramenti. Come sia possibile costruire scuole con un numero sempre più alto di alunni, di sedi e di relazioni con i soggetti del territorio e contemporaneamente migliorare le loro condizioni di funzionamento ancora nessuno l ha spiegato. Quest anno scuole sono dirette da un

9 reggente (il 17,5% del totale) e gran parte di esse ha un direttore dei servizi in comune con un altra scuola. Se a questo si aggiungono il taglio degli esoneri e semi esoneri dei collaboratori, il taglio della loro retribuzione con le interpretazioni autentiche, retroattive e quindi incostituzionali, sulle funzioni superiori di docenti e ATA e, in ultimo, il taglio del fondo di istituto e dei finanziamenti per il miglioramento dell offerta formativa, si vede come sia stato fatto un taglio enorme sulle risorse necessarie a far funzionare le scuole. Abbiamo definito il dimensionamento una tempesta nella quale le scuole hanno corso il rischio di naufragare, un processo estraneo alle necessità delle scuole che ne ha colpito le strutture stravolgendo gli istituti e gli strumenti della loro concreta gestione. La bozza di intesa Stato Regioni sul dimensionamento delle scuole, oggetto di un lungo ed inconcludente confronto, prevedeva un numero medio di alunni compreso fra un minimo 800 alunni per le regioni con bassa densità di abitanti (Basilicata e Molise) ed un massimo di 930 alunni per le regioni con alta densità (Campania, Lazio e Lombardia). In conseguenza di questi parametri, riferiti ad una popolazione nel 2012/13 di oltre 7 milioni e 850mila alunni, si prevedeva l esistenza di scuole autonome. Senza la sottoscrizione dell Intesa le scuole autonome per il 2013/14 saranno, come abbiamo detto, 8.646: 121 scuole in meno sul totale di quelle possibili, di cui 553 nemmeno dimensionate. Molte regioni avranno l anno prossimo meno scuole di quelle previste dalla bozza di Intesa, comprese anche quelle sottodimensionate, come la Lombardia (-96 scuole), il Veneto e l Emilia (-59), La Toscana (-50), il Piemonte (-17), il Lazio e la Puglia (-16). Senza la sottoscrizione dell Intesa il Governo Monti non ha abrogato, come promesso, la norma sul divieto di assegnazione di un dirigente e di un direttore alle scuole sottodimensionate (600/400 alunni), non mantenendo l impegno assunto neanche in presenza di meno scuole di quelle previste dalla bozza d Intesa e incassando così un risparmio maggiore. Le modalità con le quali la concertazione istituzionale fra lo Stato e le Regioni ha gestito le competenze condivise sull organizzazione del servizio di istruzione stanno mostrando i gravi limiti della politica, unica responsabile di quanto accaduto. Il processo di riduzione della spesa, basato sulla riduzione e sulla riorganizzazione delle istituzioni che amministrano e gestiscono il sistema scolastico, distrugge la stabilità e la continuità della gestione di migliaia di scuole e impedisce di attuare i progetti nel presente ed ancor di più di costruire quelli per il futuro. Purtroppo il MIUR non percepisce questo come un problema da affrontare e non sostiene né accompagna le scuole. Valga per tutti l esempio della gestione della revisione delle graduatorie per le supplenze che ha causato alle scuole enormi problemi e contenziosi. In questa situazione il dirigente, che dovrebbe operare per organizzare il miglioramento continuo delle prestazioni del servizio scolastico guardando ai risultati da raggiungere e utilizzando le risorse finanziarie, materiali ed umane disponibili, è invece costretto a dedicarsi principalmente agli adempimenti formali e non al cuore della sua funzione: diventa un dirigente amministrativo a tutti gli effetti e non riesce ad essere il dirigente di una comunità educante. Di questa condizione soffrono particolarmente i nuovi dirigenti scolastici, gli 837 colleghi vincitori dell ultimo concorso. Essi vedono il profilo del dirigente che hanno studiato del tutto diverso da quello che vivono nel concreto della gestione della scuola e toccano con mano quanto siano coinvolgenti le procedure amministrative, finanziarie e di gestione del personale che costituiscono una parte rilevante della loro attività e della loro responsabilità ed assorbono gran parte del loro tempo. Sentono tutta la distanza fra la partecipazione alla sperimentazione VALES, obbligata dai Direttori Generali e finalizzata al miglioramento e alla loro valutazione, e il lavoro concreto nel quale sono continuamente immersi. Soffrono la continua richiesta di rendicontazioni e report relativi alla loro attività e ai risultati, sulla qualità dei quali non hanno il tempo e gli strumenti per intervenire. La descrizione delle condizioni oggettive delle scuole e dei dirigenti disegna il contesto nel quale sono naufragate le intenzioni di innovazione organizzativa e gestionale dei governi degli ultimi anni. A dirlo è l ARAN nell ultimo rapporto sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici. In esso l ARAN dichiara - e quanto afferma si adatta perfettamente anche al caso della scuola pubblica statale - che non vi sono sufficienti evidenze di processi di innovazione organizzativa, tecnologica e di servizio. Il rapporto, dopo aver affermato che la riduzione del costo del lavoro pubblico mostra un positivo andamento sul piano finanziario, denuncia il rischio di effetti negativi sulla modernizzazione delle amministrazioni pubbliche. Tale rischio viene ricondotto ai vincoli rigidi che ostacolano i processi di innovazione e alle riduzioni lineari che colpiscono alla cieca e non si pongono il problema di una migliore allocazione delle risorse.

10 Negli ultimi anni sulla scuola pubblica, come su tutto il pubblico impiego, si sono abbattuti gli effetti di due politiche diverse ma entrambe segnate da presupposti fortemente ideologici. La prima, quella brunettiana, che connetteva gli strumenti per il cambiamento al giudizio negativo sui lavoratori pubblici, privilegiati rispetto agli altri lavoratori e fannulloni, da controllare e costringere a fare il proprio dovere; la seconda, dei tecnici, che considerava la spesa pubblica da rivedere alla luce di una attenta analisi degli sprechi e delle inefficienze. Entrambe le strategie hanno fatto danni e sono risultate inutili rispetto agli obiettivi dichiarati, causando invece, insieme alla riduzione della spesa pubblica, anche quella dei servizi resi oltre che lo stallo dei necessari processi di modernizzazione. In tutti questi anni sono state funzionali a quelle politiche la crescente centralizzazione della gestione del sistema di istruzione e la sua subordinazione al Ministero dell Economia. Coerenti con il contesto e le scelte sono state la riduzione degli spazi di autonomia lasciati alle scuole e perfino la cancellazione di ogni rappresentanza. Non è infatti casuale l estinzione del CNPI, unico strumento rimasto, per quanto inadeguato, di partecipazione dal basso delle scuole. È questo il motivo per il quale la FLC CGIL ha deciso di contrastare tale decisione, attraverso un ricorso al giudice amministrativo con l obiettivo di ottenere una proroga del suo funzionamento. La gestione finanziaria ed organizzativa sempre più difficile nelle scuole In questi anni la FLC CGIL ha sempre contrapposto alle politiche in campo un idea diversa, rivendicando la centralità delle scuole autonome, contrastando le scelte più perniciose e formulando proposte, spesso anche senza costo. Lo snaturamento della funzione della dirigenza scolastica e il progressivo ampliamento delle funzioni tipiche della dirigenza amministrativa sono proseguiti in maniera sempre più forte negli ultimi tre anni, caratterizzando in tal senso il lavoro del dirigente nella scuola. Oltre al blocco dei contratti e delle dinamiche retributive nel pubblico impiego, a cercare di conseguire ulteriori risparmi, sono intervenute numerosissime altre misure dal diverso impatto economico sulle scuole alle quali si è dovuta dedicare una attenzione sempre maggiore. In una prima fase alcuni servizi sono stati finanziati in modo insufficiente. E stato il caso prima della TARSU e poi delle visite fiscali, finanziate in quota in qualche modo proporzionale alle dimensioni della scuola ma senza alcun rapporto con l entità dei pagamenti da effettuare. Una forte pressione sul Ministero ha alla fine determinato l attuale sistema di pagamento diretto agli enti locali ed ha sgravato le scuole da obblighi che in molti casi avevano prodotto residui attivi ancora vantati dalle scuole per aver anticipato i pagamenti con le disponibilità economiche provenienti dai contributi delle famiglie. Da non dimenticare poi l obbligo, introdotto dal Ministro Brunetta e poi modificato, di mandare sempre i lavoratori a visita fiscale, anche per assenze brevissime. Una gran quantità di atti da formulare e motivare, di provvedimenti e di contenziosi, perfino con Equitalia per il pagamento delle visite fiscali e della TARSU, e di determinazioni organizzative da rivedere continuamente. Anche sulle supplenze si è cercato inizialmente di scaricare il costo delle sostituzioni del personale assente sulle scuole attraverso un finanziamento che si diceva non avrebbe potuto essere integrato. La non gestibilità e perfino la pericolosità per la sicurezza degli studenti delle disposizioni sulle supplenze hanno alla fine convinto il MIUR, ed in particolare la Direzione per il bilancio, a recedere da un impostazione sbagliata e non conforme alle norme sulla sostituzione del personale docente ed ATA nella scuola. Una gran parte delle risorse nominalmente destinate al funzionamento delle scuole nel bilancio del MIUR continua ad essere utilizzata per il pagamento delle ditte di pulizia. Si tratta in realtà di spese per il personale ATA il cui organico è ridotto in proporzione al servizio dato in appalto. Sono anni che sulle scuole si scaricano la gestione dei contratti e i contenziosi con le ditte con un assegnazione di fondi e una riduzione del personale ATA spesso sbagliata. Centinaia di scuole e i dirigenti e direttori dei servizi si debbono occupare di gestioni complesse e di rapporti contrattuali particolari che nulla hanno a che vedere con l organizzazione e la realizzazione dell offerta formativa. Nei contenziosi è oramai una prassi seguita da tutti gli Uffici Scolastici Regionali quella di delegare i dirigenti a rappresentare l amministrazione e a stare in causa da soli, perfino nelle cause seriali relative alla mancata stabilizzazione dei precari o nei contenziosi relativi al mancato pagamento delle funzioni superiori. Le scelte, del MIUR e della Ragioneria Generale dello Stato, relative ai diritti retributivi e contrattuali e le loro applicazioni producono una gran quantità di contenziosi nei quali l Amministrazione lascia

11 da soli i dirigenti e, quando soccombe, come molto spesso avviene, non restituisce i costi che le scuole anticipano. La continua diminuzione dei finanziamenti erogati alle scuole pubbliche statali è stata una delle scelte politiche più dannose del Ministero Gelmini che ha anche sottratto alle scuole gran parte dei finanziamenti per l autonomia della Legge 440/97 destinandoli alla realizzazione di proprie iniziative. Il successivo Governo Monti, nell intervenire con la cosiddetta spending review, ha operato delle scelte su tutta la pubblica amministrazione che, lungi dall intervenire sugli sprechi, hanno prodotto norme invasive del Contratto di Lavoro di difficile se non impossibile attuazione nelle scuole, come il divieto di monetizzazione delle ferie non godute. Si è trattato di una norma - poi corretta in parte e sulla cui applicazione è tuttora in corso un confronto fra le Organizzazioni Sindacali ed il MIUR che colpisce i lavoratori più deboli e produce contenziosi che si scaricano sulle scuole in un quadro caratterizzato da grande confusione ed incertezza. Anche Il taglio dei finanziamenti agli enti locali ha avuto conseguenze negative sulle scuole: tanti comuni non assicurano i trasporti e le mense e spesso ne scaricano la gestione sulle scuole; qualche comune, in dissesto finanziario, ha addirittura chiesto ai dirigenti di intestarsi le utenze di acqua, corrente elettrica ed energia pagandole direttamente, salvo un parziale rimborso nei limiti dei bilanci comunali. Il MIUR oscilla fra il riconoscimento dell autonomia delle scuole quando fa comodo per scaricare su di loro contraddizioni e problemi e l affermazione dei limiti dell autonomia delle scuole all interno di un sistema nel quale esse sono articolazioni funzionali della pubblica amministrazione e del MIUR stesso e sono quindi obbligate a seguire le disposizioni dettate in conformità di esigenze estranee alla loro funzione istituzionale. Quest ultima interpretazione dell autonomia è stata alla base dell applicazione alle scuole del cedolino unico per il pagamento del salario accessorio del personale e, ultimamente, dei supplenti temporanei, gestito direttamente dal MEF. E questa una modalità positiva per le scuole che noi avevamo chiesto e che chiediamo sia estesa alle ore eccedenti ed agli esami di stato. Il sistema di gestione della cassa delle scuola attraverso la tesoreria unica ha poi sottratto ulteriori risorse, quelle dei contributi e degli interessi attivi dati dalle banche, e fatto aumentare i costi per i servizi di pagamento e di gestione finanziaria. Il flusso di liquidità verso le istituzioni scolastiche, ridotto dal cedolino unico, è oggi in gran parte controllato e gestito dal MEF, con tempi diretti ad ottenere il maggior risparmio possibile sul finanziamento del debito pubblico e con ulteriori aggravi per le scuole che debbono gestire i processi connessi alle attività con tempi di finanziamento e di pagamento non controllati direttamente. Questo incide sulla capacità delle scuole di programmare e aumenta gli adempimenti a cui si devono attenere per assicurare la funzionalità di un sistema fortemente centralizzato i cui strumenti, informatici e procedurali, debbono essere continuamente adattati. Un sistema centralizzato che produce ritardi ed inefficienze. Ultimamente il MIUR ha dimostrato di essere consapevole di tale situazione cercando la collaborazione delle Organizzazioni Sindacali per adeguare le procedure automatizzate di rilevazione dei bisogni e di finanziamento delle supplenze ed ha aperto con maggior continuità tavoli di informazione e di confronto. Si tratta di una interlocuzione positiva ed è una delle modalità di partecipazione del sindacato previste dal contratto: il sindacato, che conosce e sa rappresentare il lavoro e la qualità professionale dei lavoratori impegnati nei processi, dà un contributo utile al miglioramento degli strumenti adottati ed allo loro applicabilità. Questa è una funzione essenziale del sindacato che è stata negata dai comportamenti sia dei decisori politici in quasi tutti i 13 anni dell autonomia scolastica sia di alcuni dirigenti del MIUR. Nei mesi trascorsi i supplenti hanno sofferto ritardi nei tempi di pagamento perché la centralizzazione richiede il controllo dei contratti e soprattutto l assegnazione dei finanziamenti sulle posizioni finanziarie delle scuole. Il meccanismo richiede procedure complesse per conoscere i fabbisogni, ricercare le risorse necessarie, adottare gli atti formali di natura finanziaria e fare le assegnazioni e le comunicazioni alle scuole. La necessità di procedere con atti formali sui quali il MEF esercita un controllo continuo allunga i tempi e provoca l emissione di decreti al termine dell anno scolastico e al termine dell esercizio finanziario per il ritiro e la rassegnazione dei fondi alle scuole. Si obbligano così le scuole a rispettare tempi che non sono quelli funzionali alle attività o alle proprie esigenze organizzative in conseguenza di controlli burocratici dei quali non si vedono la ragione e l utilità. La centralizzazione ha poi il grave

12 difetto di non consentire di correggere gli errori, come è avvenuto per molte scuole coinvolte nel dimensionamento. Le scuole hanno dovuto subire le conseguenze delle procedure attivate dal MIUR e dal MEF sul finanziamento del MOF e sulla ri-assegnazione delle economie dell esercizio finanziario Si tratta di fondi la cui gestione è stata sottratta al bilancio delle scuole e la cui quantificazione e certificazione da parte del MIUR allunga i tempi della contrattazione integrativa. Ai controlli di compatibilità finanziaria sulla contrattazione di istituto il MEF ha aggiunto quanto previsto dall applicazione del Dlgs 165/2001, come modificato dal dlgs 150/2009, ai fini del monitoraggio. L interpretazione della norma del MEF, invasiva delle prerogative della contrattazione e diretta ad esercitare un indebito controllo, ha imposto un ulteriore produzione burocratica (la relazione illustrativa e quella tecnico finanziaria) che aggrava il lavoro. La vicenda del ripristino degli scatti di anzianità maturati nel 2011 dal personale della scuola è paradossale: un diritto contrattuale dei lavoratori è stato alla fine pagato dai lavoratori stessi e dagli studenti. Così è soprattutto la scuola che esce più povera e più in difficoltà. Quasi tutti i dirigenti scolastici della provincia di Verona hanno sottoscritto una lettera aperta che denuncia la situazione insostenibile delle scuole e le negative prospettive per il futuro. La lettera chiede di fermarsi, di non proseguire nel taglio di risorse indispensabili al funzionamento e di restituire la possibilità di navigare nella stessa direzione, verso lo stesso orizzonte di crescita e di progresso per tutti, in quell impegno che ciascuno di noi si è assunto. L iniziativa assunta dai colleghi è una buona iniziativa, frutto insieme di passione e di ragionevolezza, ed indica una strada da percorrere. Al danno del taglio delle risorse per il MOF si sono aggiunti un metodo inaccettabile e tempi insostenibili per le scuole e per i dirigenti che tante volte hanno rifatto i conti, hanno programmato e rivisto le attività, hanno sospeso e riaperto il percorso negli organi collegiali e nella contrattazione, in un clima di paralizzante incertezza. Le scuole sono state messe all ultimo posto, non al primo. Le loro esigenze non hanno avuto alcuna considerazione e la loro funzionalità è stata messa in sofferenza. Il lavoro del dirigente scolastico ha avuto ben poco a che vedere con l offerta formativa e la sua programmazione e realizzazione. All affidamento alle scuole di compiti impropri, ricondotti alla responsabilità del dirigente, come le pratiche di gestione del rapporto di lavoro (graduatorie, ricostruzioni di carriera, riscatti, pensioni, contenziosi..) e della sicurezza e della tutela della privacy, si è aggiunta l applicazione delle innovazioni relative alla Pubblica Amministrazione. Tutte le norme finalizzate all innovazione e al miglioramento della pubblica amministrazione sono infatti ricadute sulle scuole come se esse non avessero una loro specificità e fossero uffici che erogano essenzialmente servizi amministrativi ai cittadini: certificati, autorizzazioni, riconoscimento di diritti. La definizione di criteri per assicurare efficienza, efficacia ed economicità all azione pubblica è stata applicata a tutte le amministrazioni pubbliche comprese le scuole di ogni ordine e grado. Bastino come esempi il rispetto dei termini per la conclusione dei procedimenti amministrativi, l obbligo di tracciabilità dei flussi finanziari, l obbligo del ricorso per gli acquisti al Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione e alla CONSIP, l applicazione delle norme anticorruzione, la certificazione dei debiti della pubblica amministrazione. Le innovazioni relative alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, alla dematerializzazione degli atti amministrativi e alla de-certificazione sono ricadute sulle scuole senza adattamenti e senza indicazioni e limiti e gli stessi dirigenti scolastici sono stati destinatari degli avvertimenti che si utilizzano in ogni norma quando ci si riferisce ai dirigenti della pubblica amministrazione: responsabilità disciplinare, responsabilità amministrativocontabile, elemento di valutazione ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e della performance organizzativa e individuale. Mancava la minaccia delle multe ma è arrivata anche quella con il provvedimento sulla certificazione dei debiti. Una serie di provvedimenti rappresentati con un aura di grande potenzialità innovativa e di modernizzazione che richiedono invece tempo, verifiche ed adattamenti, emanazione di norma attuative e soprattutto formazione per chi li deve applicare. Per capire quali siano le effettive dimensioni dei provvedimenti adottati, in particolare dal governo Monti, sono utili i dati riportati nell Agenda Possibile dai saggi del Presidente Napolitano: i provvedimenti legislativi adottati durante il Governo Monti ammontano complessivamente a 69, i quali rinviano a 832 atti di secondo livello da emanare da parte delle amministrazioni centrali. Circa un terzo delle norme in essi contenuti rinvia a successivi atti

13 normativi (regolamenti, Dpcm, Dpr): di questi, circa 319 verranno lasciati in eredità al prossimo Governo, secondo una tendenza che non è certamente nuova. Lo stesso Governo Monti ha dovuto adottare almeno 254 provvedimenti attuativi di normazione primaria approvati dai precedenti Governi. Questo spiega anche perché non sarà così semplice liberarsi delle scelte sbagliate per la scuola fatte dai due ultimi governi. Eppure la scuola non può attendere. Più si allontana la soluzione ai problemi che limitano i dispiegarsi delle potenzialità di cambiamento delle scuole, più si accumula ritardo, più si aggravano le prospettive. Le nostre proposte Alle scuole vanno assicurate tre cose indispensabili: continuità nell organizzazione dei servizi e della didattica; liberazione da compiti estranei ai processi di gestione del servizio di istruzione; certezza (adeguatezza e continuità) delle risorse professionali ed economiche per programmare e realizzare efficacemente i servizi e le attività didattiche. Il documento conclusivo approvato il 30 aprile dai direttivi unitari di CGIL CISL e UIL chiede di ammodernare e semplificare la Pubblica Amministrazione non attraverso tagli lineari, ma con la riorganizzazione e l efficacia del suo funzionamento, con il contenimento della legislazione concorrente ed eliminando tutte le formalità inutili che rallentano le decisioni. Il documento afferma che è fondamentale, per sostenere la crescita, investire nella scuola pubblica, nell università, nella ricerca pubblica e privata e nell innovazione. Quindi tornare ad investire, non solo smettere di tagliare. Il documento si conclude con un appuntamento, del quale prendere nota, il 22 giugno per la grande manifestazione nazionale a Roma che concluderà un percorso di iniziative che inizia lunedì prossimo. In ogni scuola non devono mancare un dirigente e un direttore dei servizi che si possano occupare dell offerta formativa e di quanto ad essa è necessario e tutto il personale della scuola deve poter contribuire al miglioramento della qualità dei processi attraverso la formazione. I concorsi regionali dei dirigenti hanno registrato rilevanti problematiche, contenziosi in tutte le regioni e rallentamenti insostenibili per la scuola. Tanti dirigenti che hanno superato il concorso stanno vivendo una situazione di disagio immeritata e inaccettabile. E necessario assicurare sempre il rispetto dei principi di trasparenza e legalità delle procedure e garantirne l efficacia. Per questo tutte le problematiche debbono essere gestite in modo unitario e responsabile da parte del Ministero. I concorsi per i dirigenti scolastici ed ancor di più quello per dirigenti tecnici hanno registrato problemi e contenziosi concludendosi con risultati che non assicurano la copertura degli organici e che lasciano la scuola priva di funzioni essenziali. Per una discussione produttiva sul sistema nazionale di valutazione che contribuisca al miglioramento di tutto il sistema, sia della sua funzionalità complessiva sia di quella delle singole scuole, si debbono definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP). Senza di essi manca un riferimento essenziale per le scuole e per il sistema educativo, pericolosamente sempre più disomogeneo sul territorio nazionale, ed anche la valutazione risulta priva di senso e di indirizzo. L anno scorso nel nostro convegno nazionale di Napoli discutemmo di valutazione dei dirigenti, ricordando la necessità del confronto con il sindacato e le competenze del contratto di lavoro vigente. Cosa è successo da allora? Abbiamo avuto l avvio della sperimentazione Vales, il coinvolgimento obbligatorio in essa dei colleghi vincitori del concorso e delle loro scuole, l adozione da parte del Governo di un regolamento che semina nelle scuole la sfiducia nei confronti di una valutazione percepita come una minaccia e allontana la disponibilità a ricercare e a sperimentare un piano di miglioramento. Nessun tavolo sindacale è stato attivato e gli impegni assunti non sono stati rispettati. Cogliamo un occasione, una possibile positiva prospettiva di sostegno alle scuole nelle prime dichiarazioni del nuovo Ministro quando riconosce che all innovazione non bastano le tecnologie. Ci aspettiamo che il tema di una nuova governance delle scuole sia finalmente affrontato.

14 Per questo sarebbe un buon punto di partenza se si potesse non dover impugnare davanti alla giustizia amministrativa il regolamento sul sistema di valutazione, come sta facendo la FLC, e si riaprisse invece un confronto nel merito. Cosa può essere fatto per restituire alla scuola la sua funzione e permettere ai dirigenti di fare il loro lavoro? La scuola non è un istituzione economica, è un istituzione di cultura, le si diano le risorse necessarie rivedendo criteri e tempi di assegnazione per creare le condizioni per la loro effettiva programmazione, la si liberi da funzioni improprie, si semplifichino le procedure amministrative, contabili e di acquisto, si spostino sull amministrazione i compiti di gestione del personale e seriali, si semplifichi e si renda più chiara la comunicazione verso le scuole, si rivedano le modalità dei flussi di informazioni dalle scuole verso il MIUR adeguandoli ai tempi ed alle esigenze delle scuole stesse. La costituzione di rappresentanze territoriali, regionali e nazionale delle scuole autonome è possibile, è senza costi ed è una scelta ampiamente condivisa, visto che ora non siamo più i soli a sostenerne la necessità. Per questi obiettivi abbiamo lavorato in questi anni duri per le scuole e i loro dirigenti, in un contesto continuamente peggiorato e nonostante i cambiamenti avvenuti. Il contributo dei dirigenti scolastici della FLC, nell interesse della scuola pubblica statale, è stato forte e sempre presente, nel sindacato e fra i dirigenti. Questo convegno è un momento importante per fare il punto e ripartire per un impegno al quale non rinunciamo. Buon convegno a tutte e tutti *********** 05. Tra leadership, democrazia e collegialità - Anna Maria Poggi, Università di Torino Sintesi della relazione Per individuare il ruolo del dirigente scolastico si potrebbe rileggere il progetto Sivadis : se in questo si rileggono gli obiettivi assegnati al dirigente scolastico non si può fare al meno di collocarli all interno di un quadro di complessità caratterizzato da obiettivi, appunto, che sono per loro natura di sistema, di missione, ineludibili per il sistema educativo e che devono tenere conto del contesto. Ma se si esamina tutta la normativa più recente relativa alla scuola, appare chiara una sorta di schizofrenia del sistema per cui al dirigente si indicano obiettivi di sistema che, nella prassi, non è possibile praticare né raggiungere. Per due motivi: la dirigenza della Pubblica Amministrazione e del legislatore è di tipo esclusivamente amministrativo, disegnata per un dirigente che applica decisioni politiche e non opera scelte. Assai difficoltoso, rispetto all ispirazione originaria, si è rivelato il percorso d attuazione dell autonomia delle istituzioni scolastiche. Due motivi hanno concorso in proposito: a) la pervasività della cultura statalista e ministeriale che probabilmente è assai dura a morire anche tra gli operatori della scuola; b) uno di tipo politico-istituzionale, e cioè il fatto che i due piani dell attuazione dell art. 21 della legge n. 59 e del decentramento amministrativo verso l ordinamento regionale si sono in qualche misura invertite. La logica dell autonomia scolastica si è così più volte scontrata con il riemergere di logiche centralistiche nella gestione del settore dell istruzione: un quadro di vincoli molto forti è calato sia sull organizzazione interna, su cui vanno rilevate continue correzioni rispetto a quanto previsto nella legge n. 59. Infatti la legge istitutiva dell autonomia prevedeva un dirigente scolastico con la caratteristica peculiare di portatore della missione dell istituzione scolastica, capace di coniugare l aspetto politico a quello amministrativo. Il dirigente scolastico, che rappresenta una comunità, costituisce un fatto peculiare nella pubblica amministrazione ma il legislatore, dal 97 ad oggi non è entrato in questa concezione culturale. Anzi, nel 2001, paradossalmente, il percorso delle autonomie scolastico si è fermato completamente e di conseguenza anche il ruolo del dirigente scolastico, appena istituito, non ha avuto il giusto spazio per svilupparsi. Negli ultimi anni si è perpetuata una concezione

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