Comitato Provinciale Associazioni Volontariato Protezione Civile Parma

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1 Comitato Provinciale Associazioni Volontariato Protezione Civile Parma

2 PROGETTO FORMATIVO 2014 Corso per Volontari A.I.B. (Anti Incendio Boschivo) Comitato di Parma Relatore : Giorgio Cenci - U.N.U.C.I.

3 Perché un corso A.I.B.? Le esigenze di tutela territoriale, sia nelle nostre zone sia nel contesto nazionale, richiedono un sempre maggior impegno di tutti i soggetti preposti a fronteggiare situazioni che, se non affrontate in tempo, potrebbero degenerare in vere e proprie catastrofi territoriali. Tra questi spicca la figura del Volontariato, figura che sta prendendo sempre più un ruolo essenziale al quale, oggi, nessuno può rinunciare Oltre che al numero di volontari formati, per poter ottemperare alle esigenze, bisogna che si possa contare su un buon numero di volontari operativi e non solo brevettati

4 La sicurezza del numero dei volontari OPERATIVI, unitamente a quello del calo fisiologico degli aderenti ( idoneità medica- vecchiaia- abbandono- non partecipazione ecc.) è il motivo trainante che ha reso necessario l organizzazione del presente corso. Non tragga in inganno il numero dei partecipanti iscritti, dispiace dirlo ma i numeri parlano chiaro: ci sono difficoltà nella corretta gestione dei piani programmati, i volontari sui quali si può contare effettivamente non sono tanti e, purtroppo, non solo da noi in quanto cosa comune ad altri comitati.

5 QUADRO NORMATIVO Legge n. 353 del 21 novembre 2000: legge quadro sugli incendi boschivi 21 novembre 2000 Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 30 novembre 2000! Legge quadro in materia di incendi boschivi (testo aggiornato con il decreto legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito nella legge n. 100 del 12 luglio 2012)

6 QUADRO NORMATIVO Capo I Previsione, prevenzione e lotta attiva 1. Finalità e princìpi. 1. Le disposizioni della presente legge sono finalizzate alla conservazione e alla difesa dagli incendi del patrimonio boschivo nazionale quale bene insostituibile per la qualità della vita e costituiscono princìpi fondamentali dell'ordinamento ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione. 2. Per il perseguimento delle finalità di cui al comma 1 gli enti competenti svolgono in modo coordinato attività di previsione, di prevenzione e di lotta attiva contro gli incendi boschivi con mezzi da terra e aerei, nel rispetto delle competenze previste dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, nonché attività di formazione, informazione ed educazione ambientale. 3. Le regioni a statuto ordinario provvedono ad adeguare i rispettivi ordinamenti sulla base delle disposizioni di principio della presente legge.

7 QUADRO NORMATIVO 2. Definizione. 1. Per incendio boschivo si intende un fuoco con suscettività a espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste all'interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree.

8 QUADRO NORMATIVO 3. Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. 1. Le regioni approvano il piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, sulla base di linee guida e di direttive deliberate, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delegato per il coordinamento della protezione civile (3), che si avvale, per quanto di rispettiva competenza, del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, di seguito denominato «Dipartimento», del Corpo forestale dello Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di seguito denominata «Conferenza unificata» (4).

9 QUADRO NORMATIVO 2. Le regioni approvano il piano di cui al comma Il piano, sottoposto a revisione annuale, individua: a) le cause determinanti ed i fattori predisponenti l'incendio; b) le aree percorse dal fuoco nell'anno precedente, rappresentate con apposita cartografia; c) le aree a rischio di incendio boschivo rappresentate con apposita cartografia tematica aggiornata, con l'indicazione delle tipologie di vegetazione prevalenti; d) i periodi a rischio di incendio boschivo, con l'indicazione dei dati anemologici e dell'esposizione ai venti; e) gli indici di pericolosità fissati su base quantitativa e sinottica; f) le azioni determinanti anche solo potenzialmente l'innesco di incendio nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo di cui alle lettere c) e d);

10 QUADRO NORMATIVO g) gli interventi per la previsione e la prevenzione degli incendi boschivi anche attraverso sistemi di monitoraggio satellitare; h) la consistenza e la localizzazione dei mezzi, degli strumenti e delle risorse umane nonché le procedure per la lotta attiva contro gli incendi boschivi; i) la consistenza e la localizzazione delle vie di accesso e dei tracciati spartifuoco nonché di adeguate fonti di approvvigionamento idrico; l) le operazioni silvi- colturali di pulizia e manutenzione del bosco, con facoltà di previsione di interventi sostitutivi del proprietario inadempiente in particolare nelle aree a più elevato rischio; m) le esigenze formative e la relativa programmazione; n) le attività informative; o) la previsione economico- finanziaria delle attività previste nel piano stesso.

11 QUADRO NORMATIVO 4. Previsione e prevenzione del rischio di incendi boschivi. 1. L'attività di previsione consiste nell'individuazione,, delle aree e dei periodi a rischio di incendio boschivo nonché degli indici di pericolosità. Rientra nell'attività di previsione l'approntamento dei dispositivi funzionali a realizzare la lotta attiva di cui all'articolo L'attività di prevenzione consiste nel porre in essere azioni mirate a ridurre le cause e il potenziale innesco d'incendio nonché interventi finalizzati alla mitigazione dei danni conseguenti. A tale fine sono utilizzati tutti i sistemi e i mezzi di controllo e vigilanza delle aree a rischio di cui al comma 1 ed in generale le tecnologie per il monitoraggio del territorio, conformemente alle direttive di cui all'articolo 3, comma 1, nonché interventi colturali idonei volti a migliorare l'assetto vegetazionale degli ambienti naturali e forestali.

12 QUADRO NORMATIVO 3. Le regioni programmano le attività di previsione e prevenzione ai sensi dell'articolo 3. Possono altresì, nell'àmbito dell'attività di prevenzione, concedere contributi a privati proprietari di aree boscate, per operazioni di pulizia e di manutenzione selvi- colturale, prioritariamente finalizzate alla prevenzione degli incendi boschivi. 4. Le regioni provvedono altresì alla predisposizione di apposite planimetrie relative alle aree a rischio di cui al comma 1 e, nell'esercizio delle proprie competenze in materia urbanistica e di pianificazione territoriale, tengono conto del grado di rischio di incendio boschivo del territorio. 5. Le province, le comunità montane ed i comuni attuano le attività di previsione e di prevenzione secondo le attribuzioni stabilite dalle regioni.

13 QUADRO NORMATIVO 5. Attività formative. 1. Ai fini della crescita e della promozione di un'effettiva educazione ambientale in attività di protezione civile, lo Stato e le regioni promuovono, d'intesa, l'integrazione dei programmi didattici delle scuole e degli istituti di ogni ordine e grado. 2. Le regioni curano, anche in forma associata, l'organizzazione di corsi di carattere tecnico- pratico rivolti alla preparazione di soggetti per le attività di previsione, prevenzione degli incendi boschivi e lotta attiva ai medesimi. 3. Per l'organizzazione dei corsi di cui al comma 2, le regioni possono avvalersi anche del Corpo forestale dello Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

14 QUADRO NORMATIVO 6. Attività informative. 1. Le amministrazioni statali, regionali e gli enti locali promuovono, ai sensi della legge 7 giugno 2000, n. 150, l'informazione alla popolazione in merito alle cause determinanti l'innesco di incendio e alle norme comportamentali da rispettare in situazioni di pericolo. La divulgazione del messaggio informativo si avvale di ogni forma di comunicazione e degli uffici relazioni con il pubblico, istituiti ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29.

15 QUADRO NORMATIVO 7. Lotta attiva contro gli incendi boschivi. 1. Gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi comprendono le attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi da terra e aerei. 2. Ai fini di cui al comma 1, il Dipartimento, garantisce e coordina sul territorio nazionale, avvalendosi del Centro operativo aereo unificato (COAU), le attività aeree di spegnimento con la flotta aerea antincendio dello Stato, assicurandone l'efficacia operativa e provvedendo al potenziamento e all'ammodernamento di essa. Il personale addetto alla sala operativa del COAU è integrato da un rappresentante del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (8).

16 QUADRO NORMATIVO 2- bis. La flotta aerea antincendio della Protezione civile è trasferita al Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Restano fermi i vigenti contratti comunque afferenti alla flotta aerea in uso al Dipartimento della protezione civile. 3. Le regioni programmano la lotta attiva e assicurano il coordinamento delle proprie strutture antincendio con quelle statali istituendo e gestendo con una operatività di tipo continuativo nei periodi a rischio di incendio boschivo le sale operative unificate permanenti (SOUP) avvalendosi, oltre che delle proprie strutture e dei propri mezzi aerei di supporto all'attività delle squadre a terra:

17 QUADRO NORMATIVO a) di risorse, mezzi e personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato in base ad accordi di programma; b) di personale appartenente ad organizzazioni di volontariato, riconosciute secondo la vigente normativa, dotato di adeguata preparazione professionale e di certificata idoneità fisica qualora impiegato nelle attività di spegnimento del fuoco; d) di mezzi aerei di altre regioni in base ad accordi di programma.

18 QUADRO NORMATIVO 4. Su richiesta delle Regioni, il Centro operativo di cui al comma 2 interviene, con la flotta aerea di cui al medesimo comma, secondo procedure prestabilite e tramite le SOUP di cui al comma 3 (10). 5. Le regioni assicurano il coordinamento delle operazioni a terra anche ai fini dell'efficacia dell'intervento dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi boschivi. A tali fini, le regioni possono avvalersi del Corpo forestale dello Stato tramite i centri operativi antincendi boschivi articolabili in nuclei operativi speciali e di protezione civili da istituire con decreto del capo del Corpo medesimo (11).

19 PREVISIONE E PREVENZIONE Sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione e prevenzione dei RISCHI, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l emergenza connessa ad eventi calamitosi (ex L.225/92 art.3, comma 1).

20 PREVISIONE E PREVENZIONE Previsione La previsione consiste nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi (ex 225/92 art.3, comma 2).

21 PREVISIONE E PREVENZIONE Prevenzione La prevenzione consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi (ex 225/92 art.3, comma 3). La regione Emilia Romagna nell ambito delle competenze proprie o delegate dallo Stato assicura lo svolgimento delle attività di previsione e prevenzione attraverso la predisposizione ed attuazione dei PROGRAMMI REGIONALI DI PREVISIONE E PREVENZIONE e nel contempo svolge una azione di indirizzo rivolta alle province per la predisposizione dei PROGRAMMI PROVINCIALI DI PREVISIONE E PREVENZIONE.

22 PREVISIONE E PREVENZIONE Nell ambito delle attività di previsione e prevenzione l'agenzia di Protezione Civile cura in particolare (art.3 comma 2 L.R. 45/1995): la realizzazione di sistemi per la rilevazione ed il controllo dei fenomeni naturali o derivanti da attività antropiche; le attività di censimento ed identificazione dei rischi presenti sul territorio regionale; la realizzazione di CARTOGRAFIA di pericolosità

23 PREVISIONE E PREVENZIONE Situazione a Parma Come anche verrà precisato dal CFS nella nostra provincia non si riscontrano grosse criticità per gli incendi boschivi. I numeri, le località, stimate secondo analisi storica, contribuiscono alla formazione dei piani di previsione e prevenzione In questi ultimi anni gli incendi si sono ridotti di numero e di magnitudo anche per le continue campagne e la sistematica presenza del volontariato che presidia strade e territorio.

24 PREVISIONE E PREVENZIONE Situazione Emilia! Trend alternativo e simile anche nelle altre zone della regione. Le forze locali sono sempre state in grado di gestire gli eventi anche se in zona Pineta di Ravenna i rischi sono nettamente maggiori che in altre zone.

25 ORGANIZZAZIONE- COMPITI DEL VOLONTARIATO AGENZIA REGIONALE E l organo verticistico per la gestione del servizio A.I.B. sul territorio. Si avvale del : S.O.U.P ( sala operativa unificata permanente ( ex C.O.R.) È una sala operativa, all interno della sede PC, nella quale sono presenti i vari soggetti preposti alla gestione degli eventi. Chi sono 1- Funzionari regionali 2- C.F.S. 3- VVF 4- Volontariato

26 ORGANIZZAZIONE- COMPITI DEL VOLONTARIATO Cosa fanno al verificarsi di una segnalazione: 1. Il funzionario Regionale prende atto della comunicazione e ne attende gli sviluppi. Attiva la Provincia interessata ed il volontariato di pertinenza 2. Il C.F.S., avverte i propri funzionari di zona e chiede verifica 3. I VVF, fanno la stessa cosa 4. Il Volontariato attiva la squadra in reperibilità in fase di Attenzione ed il responsabile AIB- H24 In caso di evolversi dell evento: Ognuno prende le decisioni di pertinenza Il CFS fa una stima dell entità I VVF effettuano l intervento I volontari, in fase di attesa, intervengono se è fatta esplicita richiesta da parte dei VVF

27 ORGANIZZAZIONE- COMPITI DEL VOLONTARIATO LA PROVINCIA! E l organo locale cui fare riferimento per la gestione AIB Non ha personale attivo Verifica l operatività del volontariato Si occupa della parte politico/economico Concorda le azioni sul territorio

28 ORGANIZZAZIONE- COMPITI DEL VOLONTARIATO Il C.F.S.! E l organo preposto per la gestione tecnica di un evento Non ha personale che fa spegnimento attivo Assume la direzione di un evento con il D.O.S. ( direttore operazioni di spegnimento) Ha facoltà di attivazione servizio aereo Predispone i piani di previsione e prevenzione con la Provincia e il Volontariato Fa indagini e stila i verbali degli eventi

29 ORGANIZZAZIONE- COMPITI DEL VOLONTARIATO I VVF! Sono i preposti operativi sull incendio Acquisiscono il ruolo di R.O.S. ( responsabili operazioni di soccorso) Intervengono secondo le loro procedure Richiedono, se ritengono opportuno, ausilio al volontariato

30 IL COMITATO A.I.B ORGANIZZAZIONE- COMPITI DEL VOLONTARIATO E l interlocutore primario, dei vari organi istituzionali, a nome del volontariato E il punto di riferimento per i volontari Si occupa della gestione del personale volontario Cura gli aspetti economici e manutentivi dei mezzi in dotazione Sottoscrive convenzioni con gli enti E l unico soggetto al quale fare riferimento

31 ORGANIZZAZIONE- COMPITI DEL VOLONTARIATO I SINGOLI VOLONTARI! Sono soggetti indispensabili Operano seguendo precisi criteri Dipendono dal coordinatore o caposquadra Non prendono iniziative personali se non per giustificati motivi. Riconoscono i vari ruoli loro assegnati.

32 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO Ricognizione: Attività svolta al fine di accertare le condizioni poste ad una azione tattica, logistica, tecnica ( mil.) Comporta una preliminare valutazione dello scenario operativo entro il quale si deve intervenire Valutazione dei percorsi Riconoscimento di particolari Identificazione di eventuali punti sensibili Verifica copertura radio

33 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO Sorveglianza:! Attività di controllo del territorio al fine di garantire un normale svolgimento di una eventuale azione di intervento

34 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO Avvistamento L avvistamento è la fase finale predisposta dalle due precedenti operazioni con gli scopi di cui sopra.! Accertare un eventuale evento, Determinarne posizione ed entità. Comunicare al grado superiore. Attendere disposizioni

35 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO La funzione è svolta dal volontariato secondo gli schemi predisposti sotto elencati:! Sono stati individuati i percorsi da fare ( n 4) unitamente al CFS e Provincia E stata predisposta la frequenza e le modalità svolgimento controlli Sono state organizzate e definite le squadre, in base alla disponibilità data preventivamente e pianificata con segreteria AIB.

36 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO Le squadre sono formate da 2 persone di cui almeno una abilitata Avvistamento Seguono le disposizioni a loro impartite per ritiro cartina percorso, radio, binocolo Comunicano alla sala radio l avvenuta partenza Effettuano contatti solo per comunicare novità o dare la posizione evitando contatti ripetitivi e di nessun conto

37 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO Verificano la loro posizione rapportandola alla cartina in loro possesso Effettuano soste nei punti più idonei ad un ampio controllo del territorio Usano il binocolo o altri strumenti in dotazione

38 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO Al riscontro di un evento! fanno il punto stazione verificano visivamente di cosa si tratta determinano azimut e stimano la distanza contattano la sala radio descrivendo l evento e dandone una sommaria valutazione attendono disposizioni

39 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO In caso di richiesta di avvicinamento! Effettuano l operazione nella massima sicurezza Comunicano eventuali difficoltà riscontrate Fanno una più accurata valutazione e la trasmettono Attendono disposizioni NON intervengono attivamente se non in casi Eccezionali tipo rischio imminente di pericolo per qualcuno.

40 RICOGNIZIONE- SORVEGLIANZA- AVVISTAMENTO Continuando il percorso :! Finiscono con le stesse modalità di partenza Comunicano la cessata attività Riconsegnano gli strumenti ritirati alla partenza Compilano il rapportino richiesto.

41 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Ruolo E il preposto a supporto alle istituzioni per gli interventi previsti dalle disposizioni di Legge succitate, Non agisce in modo autonomo ma esegue quanto definito dalle due figure istituzionali DOS/ROS Non è autorizzato ad intervento diretto su fuoco ma solo in operazione di bonifica e presidio Non è autorizzato ad interventi in ore notturne Garantisce quanto predisposto e sottoscritto nelle convenzioni

42 RUOLI E RESPONSABILITA E DEL DEL VOLONTARIO Responsabilità!! E responsabile delle azioni che compie sia in modo autonomo, sia su esplicita richiesta di altri soggetti E responsabile dei mezzi e delle apparecchiature a lui date in uso

43 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Figure e loro ruoli

44 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Coordinatori! Sono volontari particolarmente esperti che hanno acquisito questo titolo sia per lunga militanza e acclarata capacità, sia per aver fatto un corso dedicato. Come da definizione Coordinano, significa che in un contesto operativo hanno l onere di verificare che ogni cosa, o azione, nel settore di loro competenza, venga svolto secondo disposizioni e/o necessità. Il Coordinatore riveste un Ruolo che lo pone in una posizione ben precisa e che gli impone obblighi e responsabilità diverse da quelle dei volontari generici.

45 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Coordinatori! Il coordinatore da indirizzi operativi su Cosa fare Il coordinatore non dovrebbe entrare nel merito di Come fare quanto richiesto in quanto demandato ad altro livello ma deve sicuramente intervenire in caso verifichi l inadeguatezza dell operato Il coordinatore, quando non ricopre questo ruolo, è un semplice volontario e si attiene a quanto il coordinatore demandato decide.

46 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Caposquadra! E il responsabile della squadra a lui assegnata Ne assume la direzione e ne garantisce l operato E un volontario che ha fatto un corso particolare o che viene segnalato come tale dal suo gruppo E il riferimento del coordinatore Rispetta le procedure a lui richieste

47 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Autista! E un volontario abile alla conduzione del mezzo AIB completo in ogni condizione Può non essere abilitato allo spegnimento e, come tale, non interviene E il preposto alla gestione del mezzo e della motopompa facendo le operazioni di supporto alla squadra operativa Indispensabile che sappia alla perfezione come si utilizza il gruppo motopompa in ogni condizione di esercizio Fa le valutazioni di posizionamento del mezzo.

48 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Sala operativa! E la centrale di collegamento e direzione delle operazioni E posizionata presso la sede di Comitato ( sala radio) Mantiene i contatti con le squadre esterne Mantiene collegamenti con altri soggetti che possono intervenire Impartisce ordini o segnala quanto possa interessare le squadre esterne

49 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Volontari addetti allo spegnimento.! Chi sono: sono tutti i volontari che hanno ottenuto apposita autorizzazione Cosa fanno: intervengono a supporto delle istituzioni in ogni occasione ove richiesto e a determinate condizioni Come operano : in squadre di 4 possibilmente appartenenti ad uno stesso gruppo E possibile fare squadre miste: si in caso di necessità o per altri motivi come ad esempio la formazione di squadre territoriali ( Fidenza)

50 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Volontari addetti allo spegnimento.! Come si rapportano tra di loro : in base a quanto appreso sia nel corso sia in eventuali operazioni svolte con riferimento al caposquadra Chi utilizza le apparecchiature: tutti in modo alternativo al fine di dare ricambio a chi opera in altro modo e con altro dispendio di energia Cosa necessita di verifica: lo stato del mezzo, le dotazioni dello stesso, carburante di riserva e nei serbatoi, funzionamento motore pompa, pieno del serbatoio acqua ecc.

51 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Modalità di entrata in allarme (allertamento): Il S.O.U.P. allerta, via radio o tramite telefono, i responsabili H24 AIB e fa una breve descrizione di quanto oggetto di impossibile intervento H 24 AIB, tramite SEGREM o, in caso di urgenza anche direttamente, contatta la squadra reperibile, o di zona. Si assicura che, se confermata la richiesta,che si riesca a garantire l intervento. E possibile che la chiamata avvenga direttamente dai VVF, in questo caso H24 AIB comunica richiesta al SOUP e ne richiede autorizzazione formale IL SOUP effettua le ricerche del caso e conferma l allertamento In ogni caso le squadre preposte alla partenza si predispongono all operatività.

52 RUOLI E RESPONSABILITA DEL VOLONTARIO Modalità di entrata in allarme (allertamento) Altro percorso possibile, e frequente:! H 24 di P.C. riceve una segnalazione di un evento Il ROS di turno contatta i VVF al fine di acquisire maggiori info Il ROS contatta H 24 AIB H 24 AIB contatta il SOUP per info

53 MODALITA DI ALLERTAMENTO E ATTIVAZIONE Modalità di Attivazione (entrata in operatività):! Se è confermata la fase precedente il SOUP richiede l intervento H 24 AIB conferma alla squadra la richiesta La squadra si porta sulla zona ove effettuare l operazione H 24 AIB acquisisce tutte le informazioni possibili, contattando i VVF al fine di valutare l esatta entità delle persone da mandare ed i probabili tempi di intervento Attiva, se il caso lo richiedesse, la SEGREM che predisporrà i turni e quanto altro. Note Bene: non è possibile operare se non dietro esplicita richiesta del SOUP E possibile operare dietro richiesta VVF a condizione che la stessa richiesta venga formalizzata al SOUP

54 MODALITA DI ALLERTAMENTO E ATTIVAZIONE Reperibilità squadre di spegnimento! E formalizzato, già dall inizio campagna, un protocollo di reperibilità delle squadre che dovranno intervenire La regione chiede che una prima squadra sia attiva entro le due ore dal ricevimento della chiamata Altre squadre entro 4 ore

55 MODALITA DI ALLERTAMENTO E ATTIVAZIONE Reperibilità squadre di spegnimento! Il territorio è stato suddiviso in macro zone ove presenti squadre di prima chiamata: 1. Parma 2. Fidenza 3. Calestano 4. Borgo Taro 5. Sala Baganza! Ad eventi che interessano le zone sopra citate si da precedenza di chiamata a quelle presenti e più vicine per garantire il tempo minimo di intervento.

56 MODALITA DI ALLERTAMENTO E ATTIVAZIONE Squadre di supporto! In caso di necessità la SEGREM richiede squadre a supporto di quelle già operanti Le modalità di chiamata riguardano il solo comitato In caso di protrarsi dell evento vengono attivati anche i comitati limitrofi ( PC- RE) per garantire continuità. Ogni decisione viene presa su esplicita richiesta del DOS/ROS e supportata dal SOUP

57 CONCLUSIONE Ci si augura che i volontari che hanno frequentato questo corso partecipino attivamente ed in modo continuo alla campagna annuale. Se non siete sicuri della Vostra disponibilità e della vostra volontà all attività effettiva è importante che lo rendiate presente, per motivi etici ed economici, nessuno ve ne farà una colpa ma anzi apprezzeremo il gesto. Ci si renda conto che allo stato attuale si può contare solo sul 50% del personale abilitato

58 CONCLUSIONE Molte volte non è possibile formare squadre per avvistamento tanto che qualcuno deve impegnarsi in multipli turni /anno. Situazione che può portare a disaffezione e ritiro prematuro dalle attività. Difficoltà simili sono riscontrate anche a garantire i turni al SOUP a Bologna. In questo equilibrio negativo di abilitati/operanti dobbiamo fare i conti I costi: corso, vestiario, DPI e delle visite mediche. Tale è la loro entità da creare qualche problema alla struttura, tanto che, per il presente corso, non abbiamo la garanzia di rendere operativi, da subito, tutti i volontari.

59 BUONA FORTUNA e GRAZIE PER L ATTENZIONE Febbraio 2014 Cenci Giorgio (UNUCI PARMA)

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