REGIONE CAMPANIA COMUNE DI BASELICE. Provincia di Benevento LAVORI DI BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA DELLA DISCARICA COMUNALE IN CONTRADA SERRE

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1 REGIONE CAMPANIA COMUNE DI BASELICE Provincia di Benevento LAVORI DI BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA DELLA DISCARICA COMUNALE IN CONTRADA SERRE PROGETTO ESECUTIVO (Art. 33 D.P.R. 207/2010) RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA QUADRO ECONOMICO TAV. 1 IL PROGETTISTA Ing. Domenico Catapano IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Gem. Leonardo Parisi

2 COMUNE DI BASELICE Provincia di Benevento Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Parte quarta Progetto esecutivo di bonifica e messa in sicurezza permanente della discarica comunale di rifiuti solidi urbani in contrada Serra Cod. Sito CSPI 2007C001 Relazione tecnica descrittiva e quadro economico Premessa La presente relazione, redatta su incarico del Comune di Baselice, riguarda il progetto esecutivo della bonifica e messa in sicurezza permanente della discarica di rifiuti solidi urbani in contrada Serra, a seguito del Decreto Dirigenziale n 793 del di approvazione del progetto operativo di bonifica e del rilascio dell autorizzazione per l esecuzione delle opere da parte della Regione Campania U.O.D. Autorizzazioni Ambientali e Rifiuti di Benevento, ai sensi dell art. 242 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Parte quarta (Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati) Nell ambito del P.O.R. Campania Misura 1.8, con la Delibera di Giunta Regionale n 400 del ed il successivo Decreto dirigenziale n 208 del furono finanziate le indagini preliminari delle discariche comunali e consortili inserite nel Censimento dei Siti Potenzialmente Inquinati (CSPI) del Piano regionale di Bonifica pubblicato sul B.U.R.C. del Sulla base delle attività preliminari, con Decreto dirigenziale n 911 del , il Settore Tutela Ambientale finanziò l attività di caratterizzazione della discarica di Baselice incaricando l ARPAC della successiva validazione dei risultati. Il Piano di Caratterizzazione del sito, su incarico del Comune di Baselice, fu redatto dalla BRA Italia s.r.l., le cui risultanze, a seguito di conferenza dei servizi, furono approvate con Decreto Dirigenziale n 5 del Col medesimo decreto il Settore Ecologia di Benevento richiese al Comune di redigere il progetto operativo degli interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente da sottoporre per l approvazione. Il progetto operativo di bonifica fu redatto dall Ufficio Tecnico Comunale ed a seguito di conferenza dei servizi, è stato approvato col citato D.D. n 793 del da parte della U.O.D. Autorizzazioni Ambientali e Rifiuti di Benevento. La copertura finanziaria delle opere è stata assicurata dalla Regione Campania con la D.G.R.C. n 175 del 03/06/2013 che ha previsto il finanziamento della bonifica di 49 siti regionali di discarica in procedura d infrazione 2003/2077, a valere sulle risorse in dotazione all'obiettivo Operativo 1.2 Migliorare la salubrità dell'ambiente del Programma Operativo Regionale Campania FESR

3 1. Riferimenti amministrativi e normativi I riferimenti amministrativi per l elaborazione del presente progetto esecutivo di bonifica sono i seguenti: Decreto Dirigenziale n 5 del Approvazione risultanze Piano di Caratterizzazione e documento di analisi di rischio; Decreto Dirigenziale n 793 del Approvazione del progetto operativo di bonifica e rilascio dell autorizzazione per l esecuzione delle opere previste nel medesimo progetto ai sensi dell art. 242 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Parte quarta (Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti. Le norme di riferimento principali per la redazione del progetto esecutivo di bonifica sono le seguenti: Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n Norme in materia ambientale; Decreto legislativo 13 gennaio 2003, n Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti; Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. - Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture; D.P.R. 5 ottobre 2010, n Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163; DM 14 gennaio Norme tecniche per le costruzioni. Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n Testo unico della sicurezza - Attuazione dell' articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; II Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Parte quarta (Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati) e successive modifiche ed integrazioni, costituisce il nuovo quadro di riferimento normativo delle attività. Il decreto, prevede l'attuazione di norme specifiche in materia di bonifiche definendo in particolare (art. 240, comma 1): sito: l'area o porzione di territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, materiali di riporto, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti; concentrazioni soglia di contaminazione (CSC): i livelli di contaminazione delle matrici ambientali che costituiscono valori al di sopra dei quali è necessaria la caratterizzazione del sito e l'analisi di rischio sito specifica, come individuati nell'allegato 5 alla parte quarta del presente decreto. Nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati; concentrazioni soglia di rischio (CSR): i livelli di contaminazione delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con l'applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica secondo i principi illustrati nell'allegato 1 alla parte quarta del presente decreto e sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, il cui superamento richiede la messa

4 in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di accettabilità per il sito; sito contaminato: un sito nel quale i valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR), determinati con l'applicazione della procedura di analisi di rischio di cui all'allegato 1 alla parte quarta del presente decreto sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, risultano superati; sito dismesso: un sito in cui sono cessate le attività produttive; messa in sicurezza permanente: l'insieme degli interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente. In tali casi devono essere previsti piani di monitoraggio e controllo e limitazioni d'uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici; bonifica: l'insieme degli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR); ripristino e ripristino ambientale: gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, anche costituenti complemento degli interventi di bonifica o messa in sicurezza permanente, che consentono di recuperare il sito alla effettiva e definitiva fruibilità per la destinazione d'uso conforme agli strumenti urbanistici; L art. 242 del Titolo V del Decreto indica le procedure operative ed amministrative che devono essere seguite ai fini della bonifica dei siti inquinati ed in particolare, stabilisce al comma 7 che qualora gli esiti della procedura dell'analisi di rischio dimostrino che la concentrazione dei contaminanti presenti nel sito è superiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR), il soggetto responsabile sottopone alla regione, nei successivi sei mesi dall'approvazione del documento di analisi di rischio, il progetto operativo degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente, e, ove necessario, le ulteriori misure di riparazione e di ripristino ambientale, al fine di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente nel sito. Con il medesimo Decreto Legislativo ( allegato 3 alla parte IV) sono stati adottati specifici criteri generali per la selezione e l esecuzione degli interventi di bonifica e ripristino ambientale, di messa in sicurezza (d urgenza, operativa o permanente), nonché per l individuazione delle migliori tecniche d intervento a costi sopportabili. In particolare per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente precisa che la scelta della soluzione da adottare tiene conto del processo di valutazione dei benefici ambientali e della sostenibilità dei costi delle diverse tecniche applicabili anche in relazione alla destinazione d uso del sito. La definizione di un programma di bonifica/messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale di un sito inquinato può essere schematizzata in questo modo: - definizione della destinazione d uso del sito prevista dagli strumenti urbanistici; - acquisizione dei dati di caratterizzazione del sito, dell ambiente e del territorio influenzati, secondo i criteri definiti nell allegato 2; - definizione degli obiettivi da raggiungere, secondo i criteri definiti nell allegato 1, e

5 selezione della tecnica di bonifica. - selezione della tecnica di bonifica e definizione degli obiettivi da raggiungere, secondo i criteri definiti nell allegato 1; - selezione delle eventuali misure di sicurezza aggiuntive; - studio della compatibilità ambientale degli interventi; - definizione dei criteri di accettazione dei risultati; - controllo e monitoraggio degli interventi di bonifica/messa in sicurezza permanente e delle eventuali misure di sicurezza; - definizione delle eventuali limitazioni e prescrizioni all uso del sito. Gli interventi di bonifica/messa in sicurezza permanente devono assicurare il raggiungimento degli obiettivi previsti col minor impatto ambientale e la maggiore efficacia, in termini di accettabilità del rischio di eventuali concentrazioni residue nelle matrici ambientali e di protezione dell ambiente e della salute pubblica. Il sistema di classificazione generalmente adottato per individuare la tipologia di intervento definisce: - interventi in-situ: effettuati senza movimentazione o rimozione del suolo; - interventi ex situ on-site: con movimentazione e rimozione di materiali e suolo inquinato, ma con trattamento nell area del sito stesso e possibile riutilizzo; - interventi ex situ off-site: con movimentazione e rimozione di materiali e suolo inquinato fuori dal sito stesso, per avviare i materiali e il suolo negli impianti di trattamento autorizzati o in discarica. Il collaudo degli interventi di bonifica/messa in sicurezza permanente dovrà valutare la rispondenza tra il progetto definitivo e la realizzazione in termini di: - raggiungimento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) o di concentrazioni soglia di rischio (CSR) in caso di intervento di bonifica; - efficacia delle misure di sicurezza in caso di messa in sicurezza permanente, in particolare di quelle adottate al fine di impedire la migrazione degli inquinanti all esterno dell area oggetto dell intervento; - efficienza di sistemi, tecnologie, strumenti e mezzi utilizzati per la bonifica/messa in sicurezza permanente, sia durante l esecuzione che al termine delle attività di bonifica e ripristino ambientale o della messa in sicurezza permanente. Le azioni di monitoraggio e controllo devono essere effettuate nel corso e al termine di tutte le fasi previste per la messa in sicurezza, per la bonifica e il ripristino ambientale del sito inquinato, al fine di verificare l efficacia degli interventi nel raggiungere gli obiettivi prefissati. In particolare: - al termine delle azioni di messa in sicurezza d emergenza e operativa; - a seguito della realizzazione delle misure di sicurezza a valle della bonifica, per verificare che: i valori di contaminazione nelle matrici ambientali influenzate dal sito corrispondano ai livelli di concentrazione residui accettati in fase di progettazione; non siano in atto fenomeni di migrazione dell inquinamento; sia tutelata la salute pubblica; - nel corso delle attività di bonifica/messa in sicurezza permanente per verificare la congruità con i requisiti di progetto; - a seguito del completamento delle attività di bonifica/messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale, per verificare, durante un congruo periodo di tempo, l efficacia dell intervento di bonifica e delle misure di sicurezza.

6 2. Ubicazione del sito La discarica di r.s.u. interessata dagli interventi è ubicata alla località Serra o Macchie, a sud del centro abitato, distante circa 700 m dal perimetro urbano e circa 200 m da case isolate. Il sito risulta agevolmente raggiungibile dalla viabilità principale stradale e successivamente attraverso un viale d accesso. L area è posta a circa 760 metri di altitudine sul livello del mare, ha giacitura sub pianeggiante con pendenza media del 20%. Essa è localizzata alle pendici nord-orientali del Monte Barbato (945 m slm) a circa 500 m dal Vallone del Confine, affluente in sinistra del fiume Fortore. Catastalmente il fondo interessato dall'intervento è contraddistinto dalla particella 117 del foglio 53, di proprietà comunale, ed occupa una superficie di circa 1 ettaro. L area risulta essere individuata nel P.R.G. come zona F area destinata a servizi comunali e sovra comunali ed è sottoposta a vincolo idrogeologico. 3. Stato attuale della discarica La discarica comunale in esame, adeguata ai sensi della legge n 441/87, rientra nella fattispecie di discarica autorizzata, gestita dal Comune di Baselice ed esaurita. L'impianto è stato realizzato, agli inizi degli anni '90, all interno di un fondo di proprietà comunale con accesso da un stradone laterale ed è stato utilizzato per circa cinque anni per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani del Comune. Nel rilievo plano altimetrico è riportata la situazione attuale dell impianto. L area di discarica è occupata da una vasca tronco-piramidale rovescia delle dimensioni in sommità di circa m 70 x m 30 circa e di altezza massima m 4, ormai esaurita. Alla conclusione della gestione, risalente probabilmente al 1998, l area è stata coperta con uno strato di terreno di riporto fino a raggiungere una quota topografica circa pari a quella del piano campagna circostante. In assenza di dati certificati sullo smaltimento dei rifiuti è possibile stimare, in relazione alla volumetria geometrica dell'invaso ed agli ordinari valori di compattazione di una discarica comunale di questo tipo, una quantità di rifiuti smaltiti di circa 2400 ton. Dall esame degli elaborati progettuali del progetto originario, ed in particolare della perizia di variante si evince che il fondo è stato impermeabilizzato con uno strato di argilla (di spessore 1 m) ed una geomembrana in HDPE (spessore 2 mm). La discarica è dotata di un sistema di captazione del percolato, costituito da trincee drenanti che convergono in un un pozzetto di estrazione localizzato al centro della zona Sud - Est della vasca. Parimenti si evince l'esistenza di un sistema di captazione di acque meteoriche che convergono verso un unico pozzetto posto nel lato meridionale dell invaso verso la zona dell'accesso con esito nel fosso colatore a margine dello stradone. La massa dei rifiuti si presenta stabile e compatta e su di essa ha già attecchito una discreta vegetazione. L'esistente muro di sostegno a valle, invece, è stato oggetto di fenomeni di ribaltamento.

7 4. Descrizione degli interventi Come si è detto nell ambito del Piano di caratterizzazione sono state eseguite le seguenti indagini: - n 3 sondaggi a carotaggio continuo spinti fino alla profondità di 20 m con la successiva installazione di piezometri (S1 a monte della discarica, a valle S2 ad est e S3 a sud-est); - n 9 prelievi di campioni di suolo ( 3 per ciascun sondaggio ); - n 6 campioni di acqua superficiali ( 3 da ciascun sondaggio, 1 da un piezometro già realizzato in fase di indagini preliminari, 1 da un pozzo privato ed 1 da acqua di drenaggio superficiale. Dai risultati delle analisi ottenuti emerge che: - nei campioni di terreno analizzati sono stati riscontrati superamenti delle CSC relativamente al berillio, stagno e vanadio ma l analisi di rischio non ha evidenziato superamenti delle CSR; - nelle acque, invece, sono stati riscontrati superamenti delle CSC in tutti i campioni prelevati per la redazione del piano di caratterizzazione: - acqua drenata superficiale : ferro, manganese, piombo e solfati; piezometro S1 : ferro, m anganese, solfati e nitriti; piezometro S2 : ferro, piombo e solfati; piezometro S3 : ferro, manganese, nichel, piombo e solfati; piezometro indagine preliminare : piombo e solfati; pozzo privato : manganese, piombo e solfati. - nei campionamenti effettuati dall'arpac, invece, i superamenti delle CSC sono stati riscontrati solo nel campione di acqua di falda prelevato nel pozzo privato P1 per: manganese, nichel, solfati e cloroformio. La motivazione della variabilità dei risultati è probabilmente dovuta al diverso periodo di prelievo per la mutabilità della circolazione idrica sotterranea nei diversi periodi dell'anno. Alla luce delle risultanze di cui sopra, avendo rilevato un rischio per la falda non accettabile (essendo le concentrazioni dei contaminanti presenti nel sito superiori ai valori di CSC) si rende necessario avviare le procedure ai sensi dell art. 242 punto 7) del D. Lgs. 152/06 e s.m.i.. Le tecniche di risanamento di siti contaminati oggi disponibili prevedono: asportazione del terreno contaminato e successivo smaltimento in discarica; trattamenti fisici, chimici e/o biologici in sito e ex situ (on site, off site); sistemi di immobilizzazione dei contaminati. Un intervento di scavo e successivo trasporto e smaltimento in discarica del terreno contaminato, oltre ad essere estremamente costoso, costituisce una soluzione non corretta dal punto di vista ambientale in quanto produce impatti negativi e non consente la degradazione della sorgente contaminante.

8 Sia i trattamenti fisici, chimici e/o biologici che i sistemi di immobilizzazione dei contaminanti, vengono progettati e realizzati in funzione della tipologia e del livello di contaminazione. Se nel sito contaminato è presente un ampio spettro di sostanze contaminanti (metalli, sostanze organiche, fitofarmaci, ) un determinato processo di risanamento previsto per una sostanza può risultare meno efficace, se non addirittura controproducente, per un altra tipologia di contaminante. Inoltre, per raggiungere gli obiettivi di bonifica per ciascun contaminante sono necessari tempi molto lunghi. Non esiste attualmente una normativa specifica per quanto riguarda la progettazione, la realizzazione e la gestione dei sistemi di confinamento per terreni contaminati. Si è fatto, pertanto, riferimento alle normative relative alle discariche di rifiuti ed in particolare alla Direttiva 1999/31/CE del 26 aprile 1999, al D.Lgs. 13 gennaio 2003 n. 36 e al DM 13 marzo Per la discarica in esame il problema principale è costituito dalla contaminazione della falda, probabilmente per filtrazione del percolato formatosi in discarica e infiltratosi nei terreni a valle a causa del cattivo funzionamento del sistema di captazione delle acque meteoriche. Per tali motivi, oltre l'intervento prioritario sull'esito dal pozzetto delle acque meteoriche, risulta necessario garantire l'isolamento superficiale della discarica, per impedire le infiltrazioni delle piogge nel cumulo dei rifiuti, e l'isolamento laterale da possibili infiltrazioni provenienti da monte a mezzo di una trincea drenante. Al fine salvaguardare i terreni a valle da possibili contaminazioni dovute a eventuali fuoriuscite di percolato dalla vasca è necessario, infine, realizzare un ulteriore drenaggio nella zona meridionale.. La copertura superficiale impedisce alle acque di pioggia di filtrare nel corpo della discarica riducendo il volume di percolato in percentuali variabili dal 50 al 80%, impedendo al contempo la solubilizzazione di sostanze inquinanti. A discarica esaurita da almeno 15 anni, possono stimarsi valori estremamente contenuti di produzione di percolato; in ogni caso, al fine comunque di evitare un innalzamento del battente idrico che potrebbe incrementare la portata di eventuali piccole perdite dei sistemi di tenuta costringendo a frequenti estrazioni con cisterna, si prevede di installare in prossimità del pozzetto dei serbatoi di accumulo in vetroresina contenuti in una vasca della capacità complessiva di 10 mc da riempire a mezzo di motopompa diesel. Lo smaltimento finale, conformemente alla normativa, potrà avvenire a mezzo cisterna con conferimento presso piattaforme autorizzate. L'impermeabilizzazione superficiale, oltre a non far filtrare le acque meteoriche esterne, impedirà il flusso di gas potenzialmente inquinanti, dal corpo della discarica verso l'esterno in maniera diffusa. Sulla base della stima effettuata con il criterio della Reazione semplificata, allegato al progetto, si evince che la produzione annuale, a distanza di diversi anni dalla chiusura della discarica, è ormai quasi nulla e, pertanto, le eventuali modeste piccole quantità che si dovessero generare, assolutamente trascurabili non necessitano di un impianto di trattamento. In ogni caso va previsto un adeguato impianto di captazione del biogas, costituito da tubazioni orizzontali in HDPE perforate del diametro di 90 mm posate nello strato di rottura capillare e drenaggio confluenti in tre condotti di sfiato che eviteranno la formazione di sovrappressioni dei gas prodotti dalla discarica. Nella zona a valle, al posto dell'esistente muro in c.a. da demolire e rimuovere, è prevista la costruzione di una struttura di sostegno in terra armata preventivamente alla realizzazione della copertura finale della vasca per poter

9 successivamente accogliere il terreno di riporto attualmente presente in sito da asportare per realizzare il capping. Come già detto, tali attività di movimentazione del terreno di copertura non comporta alcun problema in quanto dall'indagine effettuata risulta che lo stesso non è investito da alcun tipo di contaminazione. Ai fini della riqualificazione ambientale e paesaggistica dell area l'intera superficie sarà inerbita e piantumata in maniera opportuna al fine di permettere un accettabile inserimento nell ambiente circostante. Il Piano di caratterizzazione, confermato dai campionamenti effettuati dall'arpac, ha evidenziato, in particolare, la presenza di contaminanti al di sopra dei limiti previsti per i campioni prelevati dal pozzo privato denominato P1. Il pozzo indagato è il pozzo più vicino alla discarica ed in corrispondenza di un punto della discarica che può essere stato oggetto di episodi di fuoriuscita di percolato nel fosso colatore, a margine della sede stradale, con confluenza sui terreni limitrofi al pozzo in questione. Gli interventi progettati, coerenti col modello concettuale tridimensionale risultante dal piano di caratterizzazione e con la natura delle falde idriche locali di potenzialità limitata che danno luogo a stati di saturazione nelle porzioni episuperficiali dei pendii più acclivi ed adunamenti idrici poco profondi nelle zone meno acclivi, sono più che sufficienti ad impedire ed arrestare l inquinamento delle acque sotterranee a valle del sito contaminato dove insistono l abitazione con pozzo privato e più a valle l isola ecologica comunale. Durante il corso dei lavori, inoltre, prima di procedere alla realizzazione delle opere, saranno effettuati dei prelievi e dei controlli sulla rete esistente di monitoraggio nonché nel pozzo privato e nella rete di regimazione delle acque superficiali a valle della discarica occupata dall isola ecologica. In tal modo potrà verificarsi l effettiva contaminazione attuale delle acque di falda tenuto conto del notevole tempo trascorso (oltre 6 anni ) dalla redazione del piano di caratterizzazione e dei valori non gravi di superamenti delle CSC. In caso di persistenza della contaminazione, in conformità all articolo 243 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modificazioni, saranno adottate le necessarie misure di messa in sicurezza consistenti nell emungimento e trattamento depurativo delle acque sotterranee presso un apposito impianto di trattamento delle acque di falda o presso impianti di trattamento delle acque reflue industriali che risultino tecnicamente idonei. Tali azioni di controllo e messa in sicurezza saranno effettuate nel corso e al termine di tutte le fasi previste per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale del sito inquinato, al fine di verificare l efficacia degli interventi nel raggiungere gli obiettivi prefissati. In particolare esse saranno effettuate: prima dell inizio dei lavori; nel corso delle attività di bonifica/messa in sicurezza permanente per verificare la congruità con i requisiti di progetto;

10 a seguito della realizzazione delle misure di sicurezza a valle della bonifica, per verificare che: - i valori di contaminazione nelle matrici ambientali influenzate dal sito corrispondano ai livelli di concentrazione residui accettati in fase di progettazione; - non siano in atto fenomeni di migrazione dell inquinamento; - sia tutelata la salute pubblica; a seguito del completamento delle attività di bonifica/messa in sicurezza permanente e ripristino ambientale, per verificare, durante un congruo periodo di tempo, l efficacia dell intervento di bonifica e delle misure di sicurezza. opere: In definitiva il presente progetto esecutivo di bonifica prevede le seguenti scotico dello strato di terreno che costituisce l attuale copertura della vasca e dell area circostante ed accantonamento di tali materiali in cumuli nell area libera adiacente; costruzione di argini di contenimento sui lati est, sud ed ovest in terra armata, previa demolizione del muro esistente e adeguamento degli esistenti pozzetti di raccolta del percolato e delle acque meteoriche dalla vasca; realizzazione nella zona a monte ed a valle della vasca di trincee drenanti di profondità variabile; in particolare quella di valle a partire dalla quota dell imposta della struttura di sostegno in terra rinforzata; predisposizione del sistema di captazione del biogas mediante installazione del sistema di tubazioni di raccolta e di sfiato; impermeabilizzazione dell interno dell invaso (fondo, paramento interno dei nuovi argini) mediante geocomposito bentonitico e telo in HDPE di spessore 2 mm saldato alla guaina esistente e realizzazione del capping sulla superficie interessata dall abbanco dei rifiuti; realizzazione di una pista di servizio in prossimità della sommità dell argine della larghezza di circa 3 m realizzata in inerte stabilizzato di spessore 0,50 m per consentire il passaggio ai mezzi meccanici; regimazione delle acque superficiali con esito verso lo scarico a valle; realizzazione su tutto il perimetro dell area di intervento di una recinzione in rete metallica romboidale per un'altezza fuori terra di circa 2 m, sostenuta da profilati metallici infissi nel terreno ad interasse 2 m; sistemazione finale ai fini del rimodellamento del versante dell area al confine con la viabilità principale con sbancamento del terreno esistente e successivo rinterro nella zona a valle; sistemazione a verde con messa a dimora di piante.

11 5. Fattibilità dell intervento Va, preliminarmente, rilevato che l area interessata dai lavori è di proprietà pubblica e, pertanto, non è richiesta l'attivazione di alcuna procedura di esproprio e/o asservimento ed i lavori non determinano interferenze con altre infrastrutture. In fase di esecuzione dei lavori si prevede esclusivamente la necessità di un occupazione temporanea di una fascia di almeno 6 m del terreno a valle, nella zona meridionale del sito, per la demolizione del muro esistente e la costruzione della terra rinforzata. L area in esame è interessata dai seguenti vincoli: PRG del Comune di Baselice Il pendio su cui è prevista la posa in opera delle condotte è riportato urbanisticamente in parte in zona zona F area destinata a servizi comunali e sovra comunali. Gli interventi previsti, per la natura degli stessi, sono compatibili con le prescrizioni di zona. Vincolo idrogeologico di cui al R.D. n. 3267/1923 L area è assoggettata al vincolo idrogeologico di cui al R.D. n. 3267/1923; la Comunità Montana del Fortore, previo parere favorevole del Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste della Regione Campania, ha autorizzato l intervento. 6. Prescrizioni di sicurezza e salute da attuare Relativamente agli obblighi di cui al Decreto Legislativo 9 Aprile 2008, n 81 e successive modifiche ed integrazioni, si rappresenta che per i lavori in argomento sussiste la necessità di designare un coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di redigere il piano di sicurezza e coordinamento di cui all'art. 91, comma 1. Nel cantiere in esame, infatti, ricorrono le condizioni previste dall'art. 90, comma 3 del medesimo decreto e cioè: cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese, anche non contemporanea. Inoltre, conformemente alla normativa vigente, in sede di redazione del progetto esecutivo è stata determinata l incidenza percentuale degli oneri per la sicurezza da non assoggettare a ribasso (oneri interni ) e gli ulteriori oneri aggiuntivi che l impresa deve sopportare ai fini della sicurezza dei lavoratori (oneri esterni) derivanti dal Piano di Sicurezza e Coordinamento.

12 7. Quadro economico dell'intervento Ai fini della determinazione della spesa occorrente per la realizzazione dell'intervento, è stato redatto un computo metrico estimativo utilizzando il Prezzario dei lavori pubblici della Regione Campania - Edizione 2010 con l applicazione su tutte le voci dell aumento percentuale del 3,64% così come previsto dalla Delibera della Giunta Regionale Campania n. 508 del 04/10/2011. L aliquota I.V.A. da applicare ai lavori è quella agevolata al 10 % in forza dell articolo 266 del Dlgs 152/2006 in base alla quale "le opere, le costruzioni, e gli impianti destinati (...) alla bonifica di aree inquinate" sono da considerare attrezzature sanitarie e, che qualificandosi come opere di urbanizzazione secondaria scontano l aliquota agevolata. Il quadro economico risultante è il seguente: A) LAVORI A1 Importo lavori a misura ,26 A2 di cui oneri per la sicurezza 3.237,20 A3 Oneri speciali della sicurezza 3.499,17 TOTALE IMPORTO LAVORI (A1 + A3) ,43 B) Somme a disposizione dell Amministrazione B1 Imprevisti 8.115,43 B2 Indennità di occupazione temporanea 1.000,00 B3 Acquisto attrezzature e lavori in economia 5.000,00 B4 Prove e accertamenti di laboratorio 8.012,50 B5 Spese tecniche per progettazione esecutiva, DD.LL., contabilità, sicurezza, collaudo, geologo e CTI (il 12% di ,43) ,53 B6 Spese di gara 1.000,00 B7 IVA su B3, B4, B5, (22% di B3 + B4 + B5 escluso CTI 9.931,54) ,13 B8 IVA sui lavori e imprevisti 10% (A + B1) ,98 TOTALE SOMME A DISPOSIZIONE ,57 TOTALE COMPLESSIVO A + B ,00

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