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1 Corso di Web Programming 7. JavaScript Parte II (Complementi) Paolo Milazzo Dipartimento di Informatica, Università di Pisa milazzo milazzo di.unipi.it Corso di Laurea in Informatica Applicata A.A. 2010/2011 Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

2 Sommario 1 Programmazione orientata agli oggetti in JavaScript 2 Dynamic HTML: alternative Metodi alternativi per la generazione di codice HTML 3 Le espressioni regolari Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

3 Gli oggetti: creazione e manipolazione (1) Per il momento abbiamo usato JavaScript come un linguaggio fondamentalmente imperativo con qualche elemento di programmazione orientata agli oggetti e funzionale JavaScript è molto più object-oriented di quanto non sembri: le variabili globali e le funzioni definite sono implicitamente proprietà e metodi dell oggetto globale window Anche le funzioni in realtà sono internamente rappresentate come oggetti Questo consente di simulare gli aspetti di programmazione funzionale che abbiamo visto (il passaggio di una funzione ad un altra funzione) Vediamo ora come è possibile creare e manipolare oggetti in JavaScript Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

4 Gli oggetti: creazione e manipolazione (2) Differentemente da Java, in JavaScript non esiste un vero e proprio costrutto per la definizione di classi Per specificare le caratteristiche di un nuovo oggetto è sufficiente definirne il costruttore, che non è altro che una normalissima funzione che al suo interno fa uso di this function Persona ( nome, cognome, eta ) { this. nome = nome ; this. cognome = cognome ; this. eta = eta ; A questo punto si può usare new per creare un istanza della classe che abbiamo definito var p = new Persona (" Paolo "," Milazzo ",32); E si può accedere alle proprietà dell oggetto con la solita sintassi: alert (p. nome +p. cognome ); Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

5 Gli oggetti: creazione e manipolazione (3) Per definire i metodi di un oggetto è comodo usare le funzioni anonime: function Persona ( nome, cognome, eta ) { this. nome = nome ; this. cognome = cognome ; this. eta = eta ; this. hello = function () { return this. nome + " + this. cognome + " ti saluta!"; E anche i metodi possono essere invocati con la solita sintassi p. hello (); Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

6 Gli oggetti: creazione e manipolazione (4) Esiste anche una notazione compatta per creare oggetti anonimi (senza usare un costruttore): var p = { nome : " Paolo ", cognome : " Milazzo ", eta : 32, hello : function () { return this. nome + " + this. cognome + " ti saluta!"; Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

7 Gli oggetti: creazione e manipolazione (5) Inoltre è anche possibile modificare aggiungere nuove proprietà o nuovi metodi a oggetti già costruiti semplicemente assegnandoli: var p = { nome : " Paolo ", cognome : " Milazzo ", p. eta = 32; p. hello = function () { return this. nome + " + this. cognome + " ti saluta!"; Questo consente di creare oggetti dinamicamente partendo da un oggetto vuoto ottenuto tramite il costruttore Object() var p = new Object (); p. nome : " Paolo "; p. cognome : " Milazzo "; p. eta = 32; p. hello = function () { return this. nome + " + this. cognome + " ti saluta!"; Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

8 Gli oggetti: creazione e manipolazione (6) Per accedere alle proprietà di un oggetto si può usare la solita notazione., oppure la notazione degli array associativi Gli array associativi sono array i cui indici possono non essere valori numerici, ma (solitamente) stringhe: si possono quindi accedere come segue a["ciao"] Questo consente di simulare gli array associativi tramite gli oggetti: var elencotel = new Object (); elencotel [" Paolo "] = " "; elencotel [" Mario "] = " "; elencotel [" Luca "] = " "; Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

9 Gli oggetti: creazione e manipolazione (7) E anche possibile ispezionare il contenuto di un oggetto usando la parola chiave in p = new Object (); p. nome = " Paolo "; if (" nome " in p) alert (" il nome esiste ed e " + p. nome ); Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

10 Gli oggetti: creazione e manipolazione (8) Pur non essendoci un costrutto per la definizione di classi esiste comunque la possibilità di esprimere una forma di ereditarietà (estensione) tra gli oggetti si usa la proprietà prototype, che è un oggetto visibile a tutti gli oggetti creati usando lo stesso costruttore (ad esempio Array()) e che può accedere alle proprietà della classe da estendere tramite this var a = [3,5,4]; Array. prototype. sum = function () { var r =0; for ( var i = 0; i < this. length ; i ++) { r += this [i]; return r; var b = [1,2,3,4]; alert ("la somma fa: " + a. sum ()); // stampa 12 alert ("la somma fa: " + b. sum ()); // stampa 10 Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

11 Le eccezioni Come molti altri linguaggi di programmazione, JavaScript consente di usare le eccezioni: per intercettare e gestire gli errori nel codice per interrompere l esecuzione del proprio codice quando si verifichi una situazione che richiede l intervento di un apposito gestore Si usa il solito costrutto try/catch/throw try { allert (" ciao "); catch (e) { alert (" Errore : " + e); try {... throw " Eccezione ";... catch (e) { if (e == " Eccezione ") alert ("C e un problema... "); L eccezione sollevata può essere una stringa, un numero, un booleano o un oggetto Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

12 Metodi alternativi per la generazione di codice HTML Abbiamo visto che è possibile generare codice HTML dinamicamente accedendo al DOM del documento tramite i metodi getelementbyid(), getelementsbytagname(), createelement(),... Questo metodo è molto generale e può essere usato con qualunque tag HTML Esistono altri approcci (di definizione meno recente) un po più semplici che possono essere usati in casi particolari La generazione del codice tramite document.writeln() L accesso ad alcuni elementi della pagina (forms, immagini, link e ancore) tramite appositi array messi a disposizione dal browser Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

13 Generare codice HTML tramite document.writeln() (1) Un modo semplice per generare codice HTML dinamicamente è tramite il metodo document.writeln() usando come parametro un opportuna combinazione di stringhe e variabili Esempio: generazione di un form dinamico var n = parseint ( prompt (" quanti valori vuoi inserire?" )); document. writeln ("<form >"); for ( var i =0; i<n;i ++) { document. writeln ( < input type =" text " name ="v +i+ "><br > ); document. writeln (" </form >"); Attenzione: Bisogna fare attenzione all uso di virgolette e apici nelle stringhe Il codice diventa difficile da leggere ed è facile fare errori Questo approccio di solito NON SI PUO USARE quando l esecuzione del codice è legata a un evento (esempio: pressione di un bottone) Quando il browser finisce di caricare la pagina chiude lo stream di output che deve essere riaperto (cancellando il contenuto della finestra) per gestire chiamate a document.writeln() successive Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

14 Generare codice HTML tramite document.writeln() (2) Uso corretto di document.writeln(): <html > <head >... </ head > <body >... < script >... document. writeln ( stringa - html );... </ script >... </ body > </ html > Uso NON corretto di document.writeln(): <html > <head >... </ head > <body >... <input type =" button " onclick =" document. writeln ( stringa - html )">... </ body > </ html > Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

15 Gli array images, forms, links e anchors (1) Al termine del caricamento del documento HTML il browser inizializza i seguenti array con oggetti Element del DOM document.images oggetti relativi alle immagini nel documento document.forms oggetti relativi ai form nel documento document.links oggetti relativi ai link nel documento document.anchors oggetti relativi alle ancore (destinazioni di link interni) nel documento Gli oggetti negli array sono disposti in ordine di apparizione dei corrispondenti elementi Esempio: document.images[3] è l oggetto Element della quarta immagine nel documento Gli attributi degli elementi possono essere acceduti (anche in scrittura) come proprietà dell oggetto Element corrispondente Esempio: document.images[3].src="logo.png" assegna un nuovo valore all attributo src della quarta immagine nel documento Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

16 Gli array images, forms, links e anchors (2) Gli elementi degli array document.images, document.forms, document.links e document.anchors possono essere acceduti tramite la sintassi degli array associativi La chiave da usare è il valore dell attributo name dell elemento da accedere Esempio: document.images["logo"] è l oggetto Element dell immagine nel documento che include tra gli attributi name="logo" Quando l elemento specifica un name si possono usare anche le seguenti notazioni abbreviate: Esempio: document.images.logo è equivalente a document.images["logo"] Esempio: document.logo è equivalente a document.images["logo"] Il vantaggio della sintassi degli array associativi è che si può usare come indice una variabile o un espressione Esempio: document.images["a" + i] Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

17 Gli array images, forms, links e anchors (3) Tramite l array document.forms è possibile accedere anche a tutti i campi (caselle di testo, ecc...) dei form tramite l array elements Esempio: document.forms[0].elements[0] è l oggetto di tipo Element del primo campo contenuto in nel primo form Usando l attributo name nei tag <form> e <input> è possibile usare le seguenti sintassi semplificate: Esempio: document.dati.elements["cognome"] permette di accedere all elemento di input in cui vale nome="cognome" del form in cui vale nome="dati" Esempio: document.dati.cognome è equivalente a document.dati.elements["cognome"] Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

18 Gli array images, forms, links e anchors (4) Con le funzionalità fornite da document.forms è quindi possibile: leggere o modificare il valore inserito da un utente in una casella di testo Esempio: document.dati.cognome.value verificare se una checkbox è stata selezionata (checked) Esempio: document.dati.automunito.checked (restituisce true/false) verificare il valore selezionato tramite una lista radio Esempio: document.dati.sesso.value (restituisce il valore dell elemento radio correntemente selezionato) E possibile inoltre usare i metodi submit() e reset() dei form per simulare l evento di pressione di bottoni di tipo submit e reset Esempio: document.dati.submit() invia i dati del form dati a destinazione Esempio: document.dati.reset() cancella il contenuto dei campi del form dati Questi metodi consentono di accedere e controllare il contenuto dei campi di un form prima di inviare le informazioni al destinatario Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

19 Le espressioni regolari (1) Per lavorare con le stringhe (ad esempio con i valori immessi da un utente in una casella di testo) è spesso utile usare le espressioni regolari Un espressione regolare è un espressione che descrive un pattern di caratteri La definizione origninale si studia ad esempio nella teoria dei linguaggi regolari (riconosciuti da automi a stati finiti) Tutti i linguaggi di programmazione moderni forniscono metodi per lavorare sulle con le stringhe tramite una forma di espressioni regolari In JavaScript un espressione regolare è rappresentata da un oggetto della classe RegExp Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

20 Le espressioni regolari (2) Le espressioni regolari consentono di realizzare una forma avanzata di pattern matching: verificare se (e quante volte) un pattern è presente in una stringa operazioni di ricerca e sostituzione di un pattern con un altro all interno di una stringa Un espressione regolare si definisce in uno dei seguenti modi: var patt = new RegExp(pattern,modifiers); var patt = /pattern/modifiers; dove pattern descrive il pattern vero e proprio e modifiers descrive delle proprietà del pattern (ad esempio se deve essere case-sensitive oppure no) Ad esempio: L espressione /ci/gi fa match con: Cinquantacinque cincillà Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

21 Le espressioni regolari (3) Il pattern di una espressione regolare è definito dalla seguente sintassi (non completa): abcd una sequenza di caratteri fa match esattamente con se stessa /ac/ fa match con dddabacabacddd [aeiou] fa match con un singolo carattere tra quelli indicati (si possono usare notazioni abbreviate es. [A-Z], [0-9], ecc...) /[abc]/ fa match con dddabacabacddd [^aeiou] fa match con un singolo carattere che non sia tra quelli indicati (eventualmente con notazioni abbreviate come sopra) /[^abc]/ fa match con dddabacabacddd. fa match con un qualuque (singolo) carattere /a.a/ fa match con dddabacabacddd \s, \d,... (metacaratteri) fanno match con caratteri speciali (\s con uno spazio bianco, \d con un numero,... ) segue... Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

22 Le espressioni regolari (4) pat1 pat2... patn fa match con stringhe che soddisfano uno tra i pattern indicati pat+ fa match con stringhe che soddisfino ripetutamente (almeno una volta) il pattern indicato pat* fa match con stringhe che soddisfino ripetutamente (anche zero volte = stringa vuota) il pattern indicato pat[n] fa match con stringhe che soddisfino N volte il pattern indicato pat[n,m] fa match con stringhe che soddisfino da N a M volte il pattern indicato pat? fa match con stringhe che soddisfino zero volte o una volta il pattern indicato ^pat fa match con una stringa che soddisfa il pattern indicato all inizio della stringa considerata pat$ fa match con una stringa che soddisfa il pattern indicato al termine della stringa considerata Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

23 Le espressioni regolari (5) Esempi: var s = " dcd (c( dabacabacd )d)db"; p1 = /\(.*\)/; // fa match con (c( dabacabacd )d) p2 = /\([^\(\)]*\)/; // fa match con ( dabacabacd ) p3 = /a(b c )/; // fa match con ab p4 = /( a( b c ))+/; // fa match con abacabac p5 = /(a(b c )){3/; // fa match con abacab p6 = /ad?b/; // fa match con ab p7 = /a.?a/; // fa match con aba p8 = /^d. d/; // fa match con dcd p9 = /d.d$ /; // fa match con dbd Note: Quando si vogliono usare caratteri della sintassi dei pattern (es. (,),.,[,],... ) come caratteri da matchare bisogna farli precedere da \ (esempio p1) Di default il pattern matching è massimale: dalla posizione di partenza si fa match con la stringa più lunga possibile (esempio p3) Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

24 Le espressioni regolari (6) Il parametro modifiers di un pattern è una stringa che può contenere i seguenti caratteri: g indica che il pattern è globale: vanno cercate tutte le occorrenze con cui fa match in una data stringa i indica che il pattern non è case-sensitive m consente il pattern matching multilinea (ossia ^ e $ fanno match ad ogni inizio e fine linea) Ad esempio: L espressione /ci/gi fa match con: Cinquantacinque cincillà Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

25 Le espressioni regolari (7) Un oggetto p della classe RegExp offre un paio di metodi utili: p.test(s) verifica se l espressone p fa match all interno della stringa s e restituisce true o false di conseguenza p.exec(s) restituisce la sottostringa di s che fa match con p (attenzione, restituisce un array che ha il risultato atteso in posizione 0) Inoltre, anche il metodo replace delle stringhe può essere usato con le espressioni regolari s.replace(p,s1) restituisce la stringa ottenuta rimpiazzando i match di p nella stringa s con s1 Attenzione ai modifiers: var s = var s = " dcd (c( dabacabacd )d) dbd "; document. writeln (s. replace (/a(b c)/,"gg")); document. writeln (s. replace (/a(b c)/g,"gg")); restituisce: dcd(c(dggacabacd)d)dbd dcd(c(dggggggggd)d)dbd Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

26 Le espressioni regolari (8) Le espressioni regolari sono particolarmente comode per controllare la forma dei dati immessi da un utente in un form. Esempio: function validateusername ( field ) { if ( field =="") return " Username non inserito "; else if ( filed. length <5) return " Lo username deve contenere almeno 5 caratteri "; else if (/[^a-za -Z0-9_ -]/. test ( field )) return " I caratteri consentiti sono a-z, A-Z, 0-9, _ e -"; return ""; E buona norma associare all evento onsubmit di un form il codice JavaScript che verifica la buona formatezza dei valori inseriti Se i controlli di buona formatezza sono superati, il codice JavaScript invocherà il metodo submit() del form. Paolo Milazzo (Università di Pisa) WebProg 7 - JavaScript Parte II A.A. 2010/ / 26

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