Piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza

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1 Piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza Gennaio 2017

2 INDICE TITOLO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI 1 Paragrafo 1 Premessa 1 Paragrafo 2 Contenuto e finalità del Piano 4 Paragrafo 3 Classificazione delle attività e organizzazione di Arpa 4 Paragrafo 4 Gestione del rischio Valutazione e trattamento del rischio Monitoraggio delle misure 7 TITOLO II MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Paragrafo 5 Soggetti preposti al controllo e alla prevenzione della corruzione 18 Paragrafo 6 Strumenti di controllo e prevenzione della corruzione Rinvio alla tabella di analisi del rischio Verifica sulla insussistenza di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi di cui al d.lgs n. 39 del Incarichi ed attività non consentiti ai pubblici dipendenti Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro Formazione di commissioni, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna penale per delitti contro la Pubblica Amministrazione 6.6 Obblighi di informazione Disposizioni in merito alla rotazione del personale Disposizioni in materia di rapporti con i rappresentanti/consulenti delle imprese Codice di comportamento 26 Paragrafo 7 Formazione del personale 27 Paragrafo 8 Obblighi di trasparenza TITOLO III DISPOSIZIONI FINALI 32 Paragrafo 9 Report annuale sulle attività di prevenzione della corruzione 32 Paragrafo 10 Cronoprogramma e azioni conseguenti all adozione del Piano 33 Paragrafo 11 Adeguamento del Piano e clausola di rinvio 33 Paragrafo 12 Entrata in vigore 34 Allegato: Tabella obblighi di pubblicità e trasparenza

3 TITOLO I DISPOSIZIONI PRELIMINARI Paragrafo 1 (Premessa) 1. La legge 6 novembre 2012, n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione (c.d. legge anticorruzione) prevede una serie di misure finalizzate a contrastare il verificarsi di fenomeni corruttivi nelle Amministrazioni Pubbliche sia centrali che locali. 2. La nozione di corruzione rilevante ai fini dell applicazione della suddetta legge ha una connotazione più ampia rispetto a quella penalistica e comprende, oltre ai delitti contro la Pubblica Amministrazione di cui al Titolo II, Capo I del Codice Penale, le varie situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, venga in evidenza un malfunzionamento dell Amministrazione a causa dell uso a fini privati delle funzioni attribuite. 3. La legge ha individuato l Autorità nazionale anticorruzione nella CIVIT - Commissione per la valutazione, la trasparenza e l integrità delle amministrazioni pubbliche prevista dall art. 13 del d.lgs. n. 150 del 2009 (ora ANAC a seguito della Legge n. 135/2013), ed ha attribuito a tale autorità compiti di vigilanza e controllo sull effettiva applicazione, nelle singole Amministrazioni, delle misure anticorruzione e di trasparenza previste dalla normativa: la medesima autorità, che ha adottato il primo Piano Nazionale Anticorruzione con Delibera n. 72 dell 11 settembre 2013, riceve notizie e segnalazioni di illeciti nella materia di cui si tratta ed applica le sanzioni amministrative previste per le ipotesi di mancata adozione dei documenti richiesti dalla normativa da parte delle singole Amministrazioni. 4. Ciascuna Amministrazione è tenuta ad adottare un proprio Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC) e ad individuare un dirigente con funzione di Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC): tale soggetto collabora alla predisposizione del Piano triennale, svolge attività di verifica e controllo del rispetto delle prescrizioni in tema di anticorruzione e promuove la formazione dei dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Pagina 1 di 34

4 5. In sede di prima applicazione della legge n. 190 del 2012, il Direttore Generale di Arpa Emilia- Romagna ha individuato il Responsabile dell Area Affari Istituzionali, Legali e Diritto Ambientale, quale Responsabile della prevenzione della corruzione dell ente: tale incarico, inizialmente conferito con funzione di coordinamento dell attività di elaborazione del Piano triennale di avvio della prevenzione della corruzione, è stato da ultimo prorogato sino al al fine di garantire l omogeneità del presidio sull applicazione delle misure previste nel Piano e la continuità della strategia di prevenzione, anche alla luce del processo di riorganizzazione che ha coinvolto l Agenzia per effetto della L.R. Emilia-Romagna 30 luglio 2015, n. 13 di riordino del sistema delle autonomie locali di cui si dirà più oltre. Ai sensi di quanto disposto dal d.lgs. 25 maggio 2016, n. 97, al fine di realizzare più efficacemente l integrazione sinergica tra la trasparenza amministrativa e la strategia di prevenzione della corruzione, con Delibera del Direttore Generale n. 150 del 23/12/2016, sono state attribuite al Responsabile della prevenzione della corruzione anche le funzioni di Responsabile della trasparenza dell ente precedentemente esercitate dal Direttore Amministrativo dell Agenzia: la figura risulta quindi attualmente ridenominata come Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT). 6. Il presente Piano è adottato ai sensi della legge n. 190 del 2012 ed in conformità alle indicazioni fornite dai vari Piani nazionali anticorruzione (di seguito P.N.A.) approvati, rispettivamente, con Delibera della CIVIT (ora ANAC) n. 72 dell 11 settembre 2013, con Determinazione ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015 e con Delibera ANAC n. 833 del 3 agosto 2016 nonché all Intesa della Conferenza Unificata n. 79 del 24 luglio Il presente Piano costituisce documento programmatico dell Agenzia ed in esso confluiscono le finalità, gli istituti e le linee di indirizzo che il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ha elaborato congiuntamente alle professionalità amministrative e tecniche che hanno contribuito alla definizione della strategia di prevenzione dell Agenzia. Ai sensi di quanto disposto dal d.lgs. n. 97 del 2016, a partire dall aggiornamento per il triennio il Piano triennale di prevenzione della corruzione comprende anche il Programma triennale per la trasparenza e l integrità della Pubblica Amministrazione, il quale ne costituisce una specifica sezione (si veda il successivo paragrafo 8): pertanto il presente documento è definito come Piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza (PTPCT). 7. All aggiornamento del Piano, previsto con cadenza annuale ai sensi di quanto stabilito dalla disciplina nazionale in materia, provvede il Responsabile della prevenzione della corruzione e della Pagina 2 di 34

5 trasparenza previa pubblica consultazione da effettuarsi tramite l inserimento della bozza del documento nella sezione Amministrazione trasparente del sito web istituzionale dell Agenzia. La pubblicazione della bozza preliminare del Piano è finalizzata a consentire la partecipazione attiva alla strategia di prevenzione da parte della società civile e dei dipendenti dell ente, i quali possono far pervenire le osservazioni e i suggerimenti che ritengano opportuni nelle modalità indicate dall ente. La bozza preliminare del Piano è altresì trasmessa ai membri del Comitato di Direzione dell Agenzia e ai Responsabili delle Strutture Autorizzazioni e Concessioni (SAC) al fine di acquisirne eventuali indicazioni e di assicurare la più ampia ed efficace declinazione degli strumenti di prevenzione rispetto alle specificità della struttura e delle funzioni dell Agenzia. La predisposizione del Piano di avvio e ciascuno degli aggiornamenti sono stati altresì condivisi dal Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza con il Direttore Generale dell Agenzia, con il quale è stato mantenuto un costante confronto sia relativamente alla individuazione della strategia preventiva che con riferimento al momento della valutazione degli esiti del monitoraggio: tale interazione, favorita dalla collocazione organizzativa del Responsabile anticorruzione in staff alla Direzione Generale, è coniugata ad una più marcata autonomia operativa del Responsabile rispetto ai vari dirigenti gestionali potenzialmente sottoposti al controllo del medesimo e consente un migliore presidio sulla efficacia della strategia di prevenzione complessivamente intesa. 8. Il presente documento costituisce altresì lo strumento di progressivo adeguamento della strategia di prevenzione dell Agenzia alle modifiche introdotte dall intervento di riordino istituzionale del governo locale disposto con L.R. Emilia-Romagna n. 13/2015, con il quale sono attribuite alla nuova Agenzia regionale per la prevenzione, l ambiente e l energia Arpae (subentrata ad Arpa a partire dal 1 Gennaio 2016) le funzioni previamente esercitate dalle Province e dai Servizi Tecnici di Bacino di livello regionale in materia di ambiente, energia e gestione del demanio. L adeguamento complessivo degli strumenti di prevenzione è subordinato al definitivo completamento della fase di attuazione della riforma di cui alla sopra citata legge regionale di riordino (ad oggi non ancora giunto a conclusione nelle more della revisione della L.R. n. 44/1995 istitutiva dell Agenzia) ed avverrà pertanto anche con successivi interventi di aggiornamento. Pagina 3 di 34

6 Paragrafo 2 (Contenuto e finalità del Piano) 1. In osservanza a quanto stabilito dalla legge n. 190 del 2012 e dai Piani Nazionali Anticorruzione succedutisi nel tempo, il presente Piano contiene anzitutto una mappatura delle attività dell Agenzia maggiormente esposte al rischio di corruzione ed inoltre la previsione degli strumenti che l ente intende adottare per la gestione di tale rischio. 2. Analogamente a quanto è stato osservato per gli adempimenti di comunicazione relativi all adozione del Piano di avvio, della versione aggiornata è data notizia mediante pubblicazione del documento sul sito web istituzionale dell Agenzia: inoltre ai dipendenti e ai collaboratori è data comunicazione della pubblicazione sulla rete intranet nonché mediante segnalazione via personale affinché ne prendano atto e ne osservino le disposizioni. Il presente Piano, unitamente al codice di comportamento di cui al D.P.R. n. 62/2013 e a quello aziendale, verranno altresì consegnati ai nuovi assunti ai fini della presa d atto e dell accettazione del relativo contenuto. 3. Il Piano è soggetto ad aggiornamento annuale e i relativi contenuti possono subire modifiche ed integrazioni secondo le modalità indicate nel successivo paragrafo 11. Paragrafo 3 (Classificazione delle attività e organizzazione di Arpae) 1. Con L.R. n. 13/2015, attuativa della legge n. 56/2014 (c.d. Legge Delrio), la Regione Emilia- Romagna è intervenuta sull impianto di governo locale ridefinendo il ruolo dei diversi livelli istituzionali sul territorio regionale e delineando un sistema di governance multilivello nell ambito del quale l esercizio delle competenze ex provinciali in materia di ambiente ed energia è stato trasferito alla nuova Agenzia regionale per la prevenzione, l ambiente e l energia dell Emilia- Romagna (Arpae). 2. La suddetta Agenzia, operativa a partire dal 1 gennaio 2016 a seguito del trasferimento di una prima parte del personale addetto allo svolgimento delle nuove funzioni, è subentrata ad Arpa Emilia-Romagna quale nuovo centro di competenza interistituzionale a cui la Regione ha Pagina 4 di 34

7 demandato l esercizio delle funzioni ex provinciali in materia di ambiente ed energia e svolge, per l effetto, le funzioni di concessione, autorizzazione, analisi, vigilanza e controllo nei settori ambientale ed energetico. Nel corso dell anno 2016 sono state attribuite ad Arpae ulteriori funzioni istituzionali precedentemente esercitate da altri Enti del sistema delle autonomie locali: ci si riferisce, in particolare, alle funzioni di gestione del demanio esercitate dai Servizi Tecnici di Bacino di livello regionale (STB) e, da ultimo, alle funzioni di gestione, mediante apposita struttura organizzativa, delle attività in materia di informazione ed educazione alla sostenibilità definite e previste dalla L.R. n. 27/ La disciplina di dettaglio e i principi organizzativi relativi alla nuova Agenzia sono demandati alla futura modifica organica della L.R. n. 44/1995 istitutiva di Arpa Emilia-Romagna, sino all approvazione della quale continuano ad applicarsi gli atti generali relativi all Agenzia originaria. Nelle more della riforma della suddetta legge, l assetto organizzativo attuale riveste dunque carattere transitorio essendo mantenuta (cfr. DGR n del 21/12/2015 in fase di revisione) l organizzazione generale a rete caratterizzata da un sistema articolato sul territorio e costituito dalla Direzione Generale, strutturata in Nodi integratori, e dai Nodi operativi individuati nelle Sezioni Provinciali e nelle Strutture Tematiche: al fine di consentire l assorbimento delle nuove funzioni e del relativo personale, alle Sezioni Provinciali sono state tuttavia affiancate le strutture provenienti dalle Amministrazioni Provinciali competenti allo svolgimento delle funzioni autorizzatorie e concessorie (c.d. Strutture Autorizzazioni e Concessioni SAC). Paragrafo 4 (Gestione del rischio) 4.1 Valutazione e trattamento del rischio 1. In osservanza a quanto disposto dalla legge n. 190 del 2012 e dal primo P.N.A. approvato con Delibera CIVIT n. 72/2013, in sede di prima applicazione della nuova disciplina l Agenzia, mediante apposito gruppo di lavoro incaricato dell istruttoria preliminare all adozione del Piano triennale di avvio, ha proceduto alla mappatura delle aree maggiormente esposte al rischio di corruzione nonché all individuazione, per ciascuna area, dei processi più frequentemente soggetti al verificarsi del rischio corruttivo: le aree di rischio comprendono quelle individuate come aree sensibili dall art. 1, comma 16 della legge n. 190 del 2012 e riprodotte nell Allegato 2 al P.N.A. di Pagina 5 di 34

8 cui alla Delibera CIVIT n. 72/2013 nonché quelle ulteriori specificamente connesse alle attività istituzionali dell Agenzia. Per ciascun processo sono stati individuati i potenziali rischi corruttivi, la probabilità del verificarsi di tali rischi nonché l impatto economico, organizzativo e di immagine che l Amministrazione potrebbe subire nell ipotesi del verificarsi degli stessi. La valutazione del grado di rischio è stata condotta con riferimento al rischio attuale a ciascun processo, cioè prima dell applicazione delle ulteriori misure di prevenzione indicate nel Piano stesso. L analisi del rischio e l individuazione delle misure di prevenzione è stata realizzata dai vari dirigenti coinvolti per le aree di rispettiva competenza con il coordinamento del Responsabile della prevenzione della corruzione. 2. La mappatura originaria predisposta in occasione dell approvazione del Piano triennale di avvio e confermata in sede di primo aggiornamento del documento, è stata già oggetto di revisione in occasione dello scorso aggiornamento (triennio ) al fine di adeguare la strategia di prevenzione alle modifiche introdotte dalla riforma di cui alla L.R. Emilia-Romagna n. 13/2015 che ha profondamente inciso sulla struttura e le competenze dell Agenzia, nonché alle novità contenute nella legge n. 68/2015 (c.d. legge sugli ecoreati), con la quale sono stati attribuiti nuovi e significativi poteri in capo agli operatori dell Agenzia titolari della qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria. Tale intervento ha richiesto un analisi articolata non soltanto dei profili di rischio connessi alle nuove funzioni attribuite ad Arpae ma anche degli ambiti di interazione delle stesse con i compiti istituzionali tradizionalmente svolti dall ente. In esito alla predetta operazione è stato dunque realizzato un primo intervento di adeguamento della mappatura, mediante l inserimento della nuova macroarea di rischio costituita dalle funzioni autorizzatorie e concessorie esercitate dalla nuova Agenzia, nonché attraverso la definizione dei principali processi afferenti a tale area ritenuti a rischio e l individuazione di alcune specifiche misure di prevenzione da adottare. Ciò premesso, in occasione del presente aggiornamento è stato necessario procedere ad una nuova rilettura dell analisi di rischio alla luce dell attuazione del trasferimento delle funzioni di gestione del demanio regionale previsto dalla L.R. n. 13/2015 ma operativamente posticipato rispetto all entrata in vigore della legge stessa: ciò al fine di configurare il Piano come uno strumento dinamico che sia omogeneo rispetto alla realtà operativa dell ente e consenta una declinazione il più possibile efficace delle misure di prevenzione. Pagina 6 di 34

9 Tuttavia, poiché nel corso dell anno 2016, con successivi interventi normativi di novellazione della L.R. n. 13/2015, sono state devolute all Agenzia ulteriori funzioni di competenza propria di diversi livelli istituzionali nonché in ragione della possibilità che nelle more della modifica della legge istitutiva la Regione Emilia-Romagna proceda a delegare ad Arpae l esercizio di altre attività, al fine di garantire la massima efficacia del Piano e della strategia ad esso sottesa, si ritiene che la revisione complessiva dell analisi di rischio debba intendersi subordinata al completamento della fase di attuazione della riforma regionale e alla conseguente definitiva riorganizzazione della struttura e del funzionamento dell Agenzia. Nell analisi di rischio relativa alle attività del nuovo ente continueranno ad essere utilizzati i criteri impiegati in sede di predisposizione del Piano di avvio, ai quali sarà affiancata la disamina degli strumenti di prevenzione adottati nelle strutture originariamente titolari delle competenze riallocate e la valutazione degli episodi corruttivi eventualmente ivi verificatisi: sulla base di tali indicatori, si procederà ad una nuova valutazione delle aree maggiormente esposte a rischio con particolare riferimento ai singoli processi coinvolti nonché ad una revisione del grado di rischio anche in considerazione della complessità organizzativa e strutturale della nuova Agenzia, del livello di attuazione dato alle misure e del contesto esterno nel quale gli operatori si trovano ad operare. 4.2 Monitoraggio delle misure 1. Nel corso dell anno 2016 è proseguito l impegno dell Agenzia al fine di garantire il monitoraggio sull applicazione operativa e non meramente documentale delle misure di prevenzione contenute nel Piano: ciò è stato realizzato sia mediante il consolidamento dell impiego degli strumenti di controllo predisposti dal RPC in coordinamento con i Responsabili delle Aree interessate per i processi a rischio in ambito amministrativo (già avviato negli anni precedenti) sia attraverso la prosecuzione delle verifiche eseguite direttamente presso le Strutture Territoriali preposte alla vigilanza ambientale da parte di un team composto da figure dirigenziali con professionalità diverse (Responsabile dell Area Vigilanza e Controllo della Direzione Tecnica e dal Direttore del Servizio Sistemi di Gestione Integrati: Sicurezza Qualità Ecomanagement dell ente) e coordinato dal RPC. Queste verifiche hanno avuto la duplice finalità di conoscere il livello effettivo di applicazione delle misure di prevenzione obbligatorie e di quelle specifiche in uno degli ambiti di attività più sensibili per l Agenzia ed anche quella di acquisire le indicazioni relative alle criticità riscontrate nell adempimento dei nuovi obblighi mediante il confronto diretto con gli operatori. Il medesimo team ha svolto verifiche anche presso le nuove Strutture di provenienza provinciale al fine di valutare la tipologia delle misure di prevenzione adottate prima dell ingresso in Arpae e il grado di attuazione delle stesse: tale operazione ha evidenziato, invero, una declinazione non Pagina 7 di 34

10 sempre omogenea delle strategie di prevenzione adottate e una diversa percezione dell esposizione a potenziale rischio corruttivo dei settori sensibili. 2. Nel corso dell anno 2017 si intende proseguire l esecuzione delle verifiche presso le Strutture territoriali dell Agenzia (strutture preposte all attività di vigilanza e controllo ambientale e Strutture di Autorizzazione e Concessione) implementando il confronto con il personale addetto alle funzioni tecniche mediante la previsione di una o più fasi della verifica dedicate all interlocuzione diretta con figure professionali non aventi qualifica dirigenziale: ciò al fine di poter acquisire elementi funzionali alla modulazione operativa delle misure di prevenzione previste per le funzioni maggiormente esposte a potenziale rischio corruttivo. Nell ambito delle suddette verifiche, particolare attenzione sarà dedicata alla disamina del livello di attuazione delle misure di prevenzione adottate nell esercizio delle funzioni di gestione del demanio di provenienza regionale anche al fine di predisporre misure di prevenzione specifiche per la riduzione del rischio. Inoltre, sempre nell anno 2017, anche alla luce del significativo ampliamento del ruolo e delle funzioni del RPCT introdotto dalla più recente normativa in materia e dai relativi pronunciamenti dell ANAC, si intende realizzare un potenziamento delle figure dei Referenti per la prevenzione della corruzione ridefinendone compiti e responsabilità nell ambito della nuova veste istituzionale assunta dall Agenzia: ciò evidentemente al fine di garantire una più efficace e sistematica azione di presidio e monitoraggio della disciplina anticorruzione nelle varie articolazioni territoriali e funzionali dell ente. * * * Nella tabella sotto riportata sono individuate le macro aree di attività a rischio di corruzione e, per ciascuna area, i singoli processi esposti al rischio del verificarsi di fenomeni corruttivi (con l indicazione dei principali fattori di rischio utilizzati per l individuazione di tali processi), le strutture coinvolte oltre che la ricognizione delle misure di prevenzione già adottate e quelle ulteriori da adottare per ridurre il verificarsi del rischio. Pagina 8 di 34

11 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE - Comparazione di posizioni soggettive di diversi candidati e/o offerenti; - esercizio di discrezionalità tecnica e/o amministrativa; - riconoscimento di benefici economici di varia natura; - effettuazione di accertamenti dai quali possono scaturire provvedimenti sanzionatori; - svolgimento di istruttorie preliminari al rilascio di autorizzazioni da parte delle Autorità competenti; - esercizio di attività contraddistinta da elevato margine di autonomia operativa da parte di singoli dipendenti; - svolgimento di attività a pagamento a potenziale conflitto di interesse con le attività istituzionali dell ente. MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE A. Gestione del personale PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE A.1. Acquisizione del personale (accesso dall esterno e progressioni interne) A.2. Conferimento incarichi di lavoro autonomo A.3. Elaborazione cedolini stipendiali A.4. Liquidazione rimborsi spese missioni A.5. Conferimento incarichi dirigenziali A.6. Gestione di istituti/benefici contrattuali (P.O., 150 ore, telelavoro, buoni pasto etc.) A.7. Rilascio autorizzazioni per incarichi esterni A.8. Esercizio del potere disciplinare A.9. Gestione cartellini orari e verifica presenze/assenze dei dipendenti STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE - Area ASRURS (singoli operatori e Responsabile) - Strutture amministrative di Nodo (singoli operatori e Responsabili) - Direttori di Nodo - Dirigenti assegnatari di risorse umane - Direttore Amministrativo - Componenti delle commissioni di valutazione - Responsabili del procedimento - Servizio Sistemi Informativi (singoli operatori, Responsabile e Amministratore di sistema) - Direttore Generale MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE - Verifica sulla composizione delle commissioni esaminatrici (assenza di incompatibilità, condanne penali etc.) - Verifica sui requisiti posseduti dai candidati e sulla veridicità delle dichiarazioni rese - Emanazione linee di indirizzo per l espletamento delle procedure comparative e sulla disciplina del conflitto di interessi dei collaboratori esterni - Pubblicazione degli atti relativi alla gestione delle risorse umane nel rispetto della normativa vigente - Rendicontazioni periodiche sulle spese di personale -Adozione di un regolamento per l autorizzazione agli incarichi esterni dei dipendenti - Definizione del valore di regalie o altre utilità accettabili dal dipendente - Comunicazioni al Dipartimento della Funzione Pubblica sugli incarichi autorizzati ai dipendenti - Pubblicazione codici disciplinari - Adozione di Linee Guida in materia di esercizio del potere disciplinare - Adozione di circolari in materia di orario di lavoro e gestione dei cartellini - Controlli periodici incrociati tra diverse banche dati (Cezanne, jobtime, ADS) - Controlli a campione sulla effettiva presenza in servizio del personale - Controlli a campione su singole missioni - Acquisizione delle dichiarazioni VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) A1 medio A2 medio A3 basso A4 basso A5 basso A6 basso A7 basso A8 medio A9 alto PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE - Composizione delle commissioni di concorso con meccanismi di rotazione nella formazione delle stesse - Valutazione sull opportunità di rotazione nell espletamento delle attività a maggior rischio di corruzione, secondo quanto previsto nel successivo paragrafo 6.7 Pagina 9 di 34

12 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE B. Stipulazione e gestione dei contratti con fornitori (forniture, servizi e lavori pubblici) PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE B.1. Predisposizione atti di gara (specifiche tecniche e criteri premianti per la scelta del contraente) B.2. Attività valutativa delle Commissioni B.3. Affidamenti diretti sulla base di valutazioni di esclusiva STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE - Aree Acquisizione Beni e Servizi; Patrimonio e Servizi Tecnici; Bilancio e Controllo Economico (singoli operatori e Responsabili) - Strutture amministrative di Nodo (singoli operatori e Responsabili) MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE richieste dalla normativa nazionale e dal PNA con riferimento ai contratti di assunzione del personale, agli atti di conferimento di incarichi di membro di commissioni di affidamento di commesse o di concorso nonché di incarichi dirigenziali o di altri incarichi di cui all art. 3 del d. lgs. n. 39 del 2013 e di assegnazione agli uffici che abbiano le caratteristiche di cui all art. 35 bis del d.lgs. n. 165 del Predisposizione di atti attuativi interni della disciplina nazionale in materia di dichiarazioni di situazioni di inconferibilità ed incompatibilità - Adozione di un Atto di indirizzo concernente misure di prevenzione di possibili irregolarità in materia di accettazione di regali, attestazione in servizio e distribuzione buoni pasto - Esecuzione del regolamento approvato nell anno 2013 per lo svolgimento di incarichi esterni da parte dei dipendenti - Esecuzione di controlli sulla gestione dei buoni pasto in attuazione dell Atto di indirizzo concernente misure di prevenzione di possibili irregolarità in materia di accettazione di regali, attestazione in servizio e distribuzione buoni pasto - Utilizzo del mercato elettronico per ampliare le indagini di mercato e favorire la concorrenza - Ampliamento del ricorso al confronto concorrenziale anche nelle ipotesi in cui la legge consente l affidamento diretto - Separazione di competenze tra titolare del potere decisionale e di VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) B1 medio B2 medio B3 medio B4 basso B5 basso B6 basso B7 alto PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE - Composizione delle commissioni di gara con meccanismi di rotazione nella formazione delle stesse - Previsione dell'attivazione di Consultazioni preliminari di mercato, ai sensi Pagina 10 di 34

13 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE B.4. Vigilanza sull esecuzione dei contratti (penali, gestione subappalti, verifica SAL, collaudi, rilevazioni inadempimenti) B.5. Autorizzazione al pagamento e liquidazione fatture B.6. Gestione casse economali B.7. Gestione del patrimonio immobiliare (locazioni, alienazioni, acquisizioni e manutenzione) STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE - Direttori di Nodo - Direttore Amministrativo - Direttore Tecnico - Responsabili Aree della D.T. - Componenti delle commissioni di valutazione - Responsabili del procedimento - Direttori dell esecuzione - Servizio Sistemi Informativi (singoli operatori, Responsabile e Amministratore di sistema) - Direttore Generale MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE spesa e RUP - Verifica sulla composizione delle commissioni giudicatrici (assenza di incompatibilità, di conflitto di interessi etc.) - Rafforzamento della pubblicità in sede di apertura delle offerte - Monitoraggio sulle attività di acquisto dell Agenzia, con particolare riferimento alle modalità di scelta del contraente e predisposizione di report periodici - Pubblicazione degli atti relativi alla gestione dei contratti nel rispetto della normativa vigente - Richiesta di nulla osta al pagamento delle fatture da parte del dirigente competente o RUP delegato - Effettuazione dei controlli obbligatori propedeutici al pagamento di fatture - Affidamento all Agenzia del Territorio delle operazioni di stima dei canoni di locazione e del valore degli immobili da alienare o acquisire - Acquisizione dell attestazione di regolarità delle forniture e dei verbali di verifica di conformità - Controlli annuali sulla gestione delle casse economali - Redazione di relazioni tecnicoillustrative relative alla progettazione dei servizi e forniture - Ulteriore implementazione del mercato elettronico - Estensione della modalità di apertura delle offerte in seduta pubblica anche oltre gli obblighi di legge - Relazione periodica al CDD dei monitoraggi sui contratti effettuati VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE dell'art. 66 del d. lgs. 50/16, per le principali gare sopra soglia comunitaria - Valutazione sull opportunità di rotazione nell espletamento delle attività a maggior rischio di corruzione, secondo quanto previsto nel successivo paragrafo Valutazione sulla applicabilità delle misure di prevenzione proposte nell Allegato relativo ai contratti pubblici alla Determinazione ANAC n. 12/2015 di aggiornamento del PNA Pagina 11 di 34

14 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE C. Gestione dei rapporti con i clienti D. Supporto tecnico al rilascio di autorizzazioni e alla predisposizione di piani ambientali, attività di vigilanza e monitoraggio ambientale PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE C.1. Applicazione del tariffario e del listino prezzi C.2. Recupero crediti nei confronti dei clienti morosi D.1. Predisposizione di relazioni istruttorie e pareri tecnici per autorizzazioni ambientali settoriali ed integrate (AIA e AUA) D.2. Partecipazione a conferenze di servizi per realizzazione ed esercizio di impianti produttivi D.3. Sopralluoghi presso impianti produttivi di STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE - Area Bilancio e Controllo Economico (singoli operatori e Responsabili) - Strutture amministrative di Nodo (singoli operatori e Responsabili) - Direttori di Nodo - Direttore Amministrativo - Direttore Tecnico - Responsabili Aree della D.T. - Responsabili del procedimento - Singoli operatori che effettuano le prestazioni - Area Affari Istituzionali, Legali e Diritto Ambientale - Servizio Sistemi Informativi (singoli operatori, Responsabile e Amministratore di sistema) - Direttore Generale - Servizi Territoriali (singoli operatori, Responsabili dei Distretti, Responsabili dei Servizi) - Servizi Sistemi Ambientali (Responsabili e singoli operatori) - Centri Tematici Regionali (Responsabile e singoli operatori) - Direttori di Sezione MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE - Recepimento del protocollo di legalità per i contratti pubblici adottato dalla Regione Emilia- Romagna - Adozione di Linee Guida sull applicazione delle tariffe e del listino prezzi - Stipulazione di convenzioni per l esecuzione di attività a pagamento con clausola di segnalazione all Autorità competente in caso di superamento dei limiti - Adozione di Linee Guida della D.T. su attività di supporto tecnico, di vigilanza e controllo e di monitoraggio ambientale - Adozione di Linee Guida della D.T. comportamentali e relazionali - Riunioni periodiche tra S.T./S.S.A./C.T.R./Direzione di Sezione/D.T. - Verifica annuale delle modalità di applicazione delle Linee Guida VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) C1 medio C2 medio D1 medio D2 medio D3 alto D4 basso D5 alto D6 alto D7 basso D8 basso D9 basso D10 basso D11 medio PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE - Definizione di schemi tipo di convenzione omogenei su tutto il territorio regionale - Costituzione di un data base relativo alle convenzioni attive - Revisione della procedura di gestione ordini dei clienti per prestazioni a pagamento - Esame preventivo sulla sussistenza di situazioni di conflitto di interesse sulle attività a pagamento - Valutazione sull opportunità di rotazione nell espletamento delle attività a maggior rischio di corruzione, secondo quanto previsto nel successivo paragrafo Adozione di sistemi informativi di collegamento tra attività svolte e fatturazione - Ulteriori verifiche mediante controlli a campione effettuati dalla D.T. nei singoli Distretti sulla corretta applicazione delle Linee Guida comportamentali - Prosecuzione delle verifiche a campione da effettuarsi in loco presso uno o più Distretti da parte Pagina 12 di 34

15 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE iniziativa, su segnalazione, programmati o su delega A.G. D.4. Prelievo campioni su matrici ambientali D.5. Proposta di sanzioni amministrative D.6. Segnalazione di notizia di reato all Autorità Giudiziaria D.7. Gestione degli interventi in pronta disponibilità per emergenze ambientali D.8. Supporto tecnico alla elaborazione di piani e programmi ambientali D.9. Monitoraggio ambientale finalizzato all adozione di provvedimenti di tutela della salute pubblica D.10. Monitoraggio ambientale per finalità di protezione civile D.11. Verifiche di conformità legislativa nell ambito della procedura di registrazione EMAS D.12. Formulazione di pareri legali sull applicazione della normativa ambientale D.13. Dazione delle prescrizioni ambientali ex artt. 318 bis ss. d.lgs. n. 152/2006 D.14. Asseverazione delle prescrizioni ambientali ex artt. 318 bis ss. d.lgs. n. 152/2006 STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE - Direzione Tecnica (Direttore Tecnico, Responsabile Area Vigilanza e Controllo e Area Monitoraggio e Reporting ambientale) - Strutture Tematiche Daphne e Simc (singoli operatori e Direttori) - Direttori di Nodo - Servizio SGI:SQE - Area Affari Istituzionali, Legali e Diritto Ambientale - Servizio Sistemi Informativi (singoli operatori, Responsabile e Amministratore di sistema) - Direttore Generale MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE - Pubblicazione di report sull attività di monitoraggio ambientale - Certificazione del processo (D 11) secondo la norma UNI EN ISO 9001: Rifiuto di formulare pareri legali su richiesta di aziende private VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) D12 basso D13 alto D14 - alto PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE del RPCT relative all applicazione del Piano - Segnalazione al Responsabile del Servizio Territoriale e al Direttore di Sezione dei casi di inosservanza - Maggiore formalizzazione delle riunioni interne tramite redazione di verbali dettagliati - Inserimento delle previsioni contenute nella circolare Arpa PGDG n. 4597/2015 del 12/08/2015(in tema di prescrizioni ambientali) e nel Protocollo d Intesa con la Procura Generale del 18/05/2016 nell oggetto delle verifiche relative all attività di vigilanza svolte presso le strutture territoriali - Verifiche a campione da svolgere a cura del RPCT su un numero predeterminato di prescrizioni ambientali impartite con riferimento alla medesima matrice in Sezioni Provinciali differenti - Valutazione sull opportunità di rotazione nell espletamento delle attività a maggior rischio di corruzione ex paragrafo 6.7 Pagina 13 di 34

16 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE E. Rilascio di autorizzazioni e concessioni in materia ambientale ed energetica PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE E.1. Valutazione della documentazione presentata dai soggetti richiedenti il provvedimento E.2. Convocazione e gestione delle conferenze di servizi E.3. Rilascio dei provvedimenti di autorizzazione e concessione E.4. Gestione dei rapporti con le imprese nelle varie fasi dell iter autorizzatorio/concessorio E.5. Emanazione dell ordinanza-ingiunzione a seguito dell irrogazione di sanzioni amministrative STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE - SAC (singoli operatori e Responsabili) - Direzione Tecnica - Area Affari Istituzionali, Legali e Diritto Ambientale - Servizio Sistemi Informativi (singoli operatori, Responsabile e Amministratore di sistema) - Direttore Generale MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE Considerato il recente trasferimento ad Arpae delle funzioni di amministrazione attiva in materia ambientale ed energetica in ottemperanza a quanto previsto dalla L.R. di riordino n. 13/2015, si segnala che la disamina delle misure di prevenzione adottate dalle strutture ex provinciali confluite nella nuova Agenzia è iniziata nel corso dell anno 2016 in occasione dell attività di monitoraggio svolta dal RPCT e che proseguirà nel corso del Da una prima valutazione delle realtà assorbite nell Agenzia è stata rilevata una declinazione non sempre omogenea delle strategie di prevenzione adottate e, più in generale, una minore percezione dell esposizione a rischio delle attività sub E). Tra le misure di prevenzione rilevate in occasione delle verifiche in loco svolte dal team coordinato dal RPCT si segnalano: - Informatizzazione dei flussi relativi ai procedimenti preordinati al rilascio di autorizzazioni e concessioni al fine di consentire la tracciabilità delle singole fasi e l individuazione dei soggetti responsabili - Generale garanzia del rispetto del principio di separazione tra soggetto adottante il provvedimento di autorizzazione o concessione e responsabile del procedimento - Adozione di modalità finalizzate alla garanzia della condivisione del contenuto dei provvedimenti di concessione/autorizzazione. Ciò premesso, tra gli interventi VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) E1 medio E2 medio E3 alto E4 alto E5 alto PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE - Assegnazione della gestione delle pratiche a più funzionari anche nelle ipotesi in cui il dirigente responsabile sia un soggetto unico - Emanazione di Atti di Indirizzo e di Linee Guida finalizzati a garantire la omogeneizzazione della gestione delle pratiche nell ambito delle varie SAC - Verifiche da svolgere a cura del RPCT presso le SAC aventi ad oggetto la valutazione della tipologia delle misure di prevenzione adottate (prima del trasferimento in Arpae), il livello di attuazione delle stesse ed il grado di effettivo recepimento delle nuove misure introdotte per effetto dell ingresso nell Agenzia. - Valutazione sull opportunità di rotazione nell espletamento delle attività a maggior rischio di corruzione, secondo quanto previsto nel successivo paragrafo 6.7 Pagina 14 di 34

17 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE F. Rilascio di concessioni in materia di demanio PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE F.1. Valutazione della documentazione presentata dai soggetti richiedenti il provvedimento F.2. Convocazione e gestione delle eventuali conferenze di servizi F.3. Determinazione del valore del canone di concessione F.4. Rilascio dei provvedimenti di concessione F.5. Gestione dei rapporti con le imprese e i richiedenti nelle varie fasi dell iter procedimentale F.6. Svolgimento dei controlli sull osservanza del contenuto dei provvedimenti rilasciati F.7. Emanazione dell ordinanza-ingiunzione a seguito dell irrogazione di sanzioni amministrative STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE SAC (singoli operatori e Responsabili) - Direzione Tecnica (Area di coordinamento) - Area Affari Istituzionali, Legali e Diritto Ambientale - Servizio Sistemi Informativi (singoli operatori, Responsabile e Amministratore di sistema) - Direttore Generale MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE finalizzati alla omogenizzazione di alcune delle funzioni svolte dalle SAC si richiama l adozione della nota del Direttore Generale dell Agenzia PGDG/2016/9741 del 30/12/2016 in materia di emanazione di ordinanze ingiunzioni in campo ambientale e gestione delle conseguenti fasi di opposizione e riscossione dei pagamenti. Considerato il recente trasferimento ad Arpae delle funzioni di gestione in materia di demanio in ottemperanza a quanto previsto dalla L.R. di riordino n. 13/2015, si segnala che la disamina delle misure di prevenzione adottate dalle strutture ex regionali confluite nella nuova Agenzia sarà condotta nel corso dell anno 2017 in occasione dell attività di monitoraggio svolta dal RPCT. VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) F1 medio F2 medio F3 alto F4 alto F5 alto F6 alto F7 alto PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE - Individuazione di criteri per la definizione delle priorità nella trattazione delle pratiche pregresse - Assegnazione della gestione delle pratiche a più funzionari anche nelle ipotesi in cui il dirigente responsabile sia un soggetto unico - Obbligo di individuazione di un soggetto con qualifica di responsabile del procedimento ex l. n. 241/1990 per tutte le pratiche - Garanzia del rispetto, ove non manifestamente inattuabile, del principio di separazione tra il soggetto adottante il provvedimento ed il responsabile del procedimento - Informatizzazione dei flussi relativi ai procedimenti preordinati al rilascio dei provvedimenti al fine di consentire la tracciabilità delle singole fasi e Pagina 15 di 34

18 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO CORRUZIONE MACRO AREE A RISCHIO DI CORRUZIONE PROCESSI ESPOSTI A RISCHIO DI CORRUZIONE STRUTTURE DELL AGENZIA COINVOLTE MISURE DI PREVENZIONE GIA ADOTTATE VALUTAZIONE DEL GRADO DI RISCHIO (Basso, Medio, Alto) PROPOSTE DI ULTERIORI MISURE DI PREVENZIONE l individuazione dei soggetti responsabili - Emanazione di Atti di Indirizzo e di Linee Guida finalizzati a garantire la omogeneizzazione della gestione delle pratiche nell ambito delle varie SAC e dell Area di coordinamento della DT - Definizione di criteri oggettivi ed uniformi per la determinazione del valore del canone di concessione - Definizione di criteri per l emanazione delle ordinanze ingiunzioni relative a sanzioni amministrative (tendenziale rispetto del criterio di priorità cronologica) - Verifiche da svolgere a cura del RPCT presso le Strutture aventi ad oggetto la valutazione della tipologia delle misure di prevenzione adottate (prima del trasferimento in Arpae) ed il livello di attuazione delle stesse - Valutazione sull opportunità di rotazione nell espletamento delle attività a maggior rischio di corruzione, secondo quanto previsto nel successivo paragrafo 6.7 Pagina 16 di 34

19 G. Erogazione di prestazioni analitiche G.1. Analisi laboratoristiche nell ambito dell attività di vigilanza e controllo G.2. Analisi laboratoristiche a pagamento in favore di soggetti terzi (privati o pubblici) G.3. Gestione banche dati relative ai rapporti di prova - Laboratori integrati e tematici (Responsabili e singoli operatori) - Direttori di Sezione - Direzione Tecnica (Direttore Tecnico e Responsabile Area Attività Laboratoristiche) - Direttori di Nodo - Servizio Sistemi Informativi (singoli operatori, Responsabile e Amministratore di sistema) - Area Affari Istituzionali, Legali e Diritto Ambientale - Servizio SGI:SQE - Direttore Generale - Stipulazione di convenzioni per l esecuzione di attività a pagamento con previsione di segnalazione all Autorità competente in caso di superamento dei limiti - Accreditamento di prove di laboratorio secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025: Tracciabilità degli accessi e delle operazioni eseguiti nelle banche dati - Definizione di schemi tipo di convenzione omogenei su tutto il territorio regionale G1 basso G2 medio G3 basso - Esame preventivo sulla sussistenza di situazioni di conflitto di interesse sulle attività a pagamento - Valutazione sull opportunità di rotazione nell espletamento delle attività a maggior rischio di corruzione, secondo quanto previsto nel successivo paragrafo 6.7 Pagina 17 di 34

20 TITOLO II MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Paragrafo 5 (Soggetti preposti al controllo e alla prevenzione della corruzione) 1. Le funzioni di controllo e di prevenzione della corruzione all interno dell Agenzia sono attribuite al Responsabile della prevenzione della corruzione (che, a partire dal 1 gennaio 2017, assume anche il ruolo di Responsabile della trasparenza) e ai Referenti per la prevenzione della corruzione che operano nelle strutture territoriali e tematiche nonché presso la sede centrale dell ente. 2. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza è individuato con delibera del Direttore Generale tra i dirigenti che non si trovino in situazioni di conflitto di interessi rispetto al ruolo da assumere e alle attività da svolgere. Nell atto di conferimento dell incarico sono stabilite la durata dello stesso, le risorse umane e strumentali messe a disposizione del Responsabile e le eventuali modalità di rinnovo dell incarico. Lo svolgimento delle funzioni di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza non comporta il riconoscimento di emolumenti aggiuntivi se non nell ambito della retribuzione di risultato così come definita dalla normativa legislativa e contrattuale vigente. Le funzioni attribuite al Responsabile non sono delegabili se non in caso di straordinarie e motivate necessità. 3. Il nominativo del Responsabile è pubblicato, con adeguata evidenza, sul sito istituzionale dell Agenzia nella sezione Amministrazione trasparente. 4. Oltre alle funzioni acquisite in materia di trasparenza di cui al successivo paragrafo 8, il Responsabile: a) propone al Direttore Generale il Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza e i relativi aggiornamenti; b) definisce procedure appropriate per formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione ed individua, previa proposta dei dirigenti competenti, il personale da sottoporre a formazione e/o aggiornamento; Pagina 18 di 34

21 c) verifica l attuazione del Piano e la sua idoneità, anche con riferimento alle eventuali proposte formulate dai dirigenti competenti in ordine alle attività ed ai procedimenti esposti a maggior rischio di corruzione; d) propone modifiche del Piano anche in corso di vigenza dello stesso qualora siano accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano mutamenti nell organizzazione o nell attività dell Agenzia; e) verifica il rispetto degli obblighi di informazione a carico dei dirigenti; f) monitora, d intesa con il dirigente competente e compatibilmente con l organico aziendale, l effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; g) verifica il rispetto delle disposizioni in materia di inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi dirigenziali ai sensi del d.lgs. n. 39 del 2013; h) cura la diffusione dei Codici di comportamento all interno dell Agenzia e il monitoraggio sulla relativa attuazione; i) segnala all Ufficio per i procedimenti disciplinari eventuali fatti riscontrati che possono presentare una rilevanza disciplinare; j) informa la Procura della Repubblica di eventuali fatti riscontrati nell esercizio del proprio mandato che possono costituire notizia di reato; k) presenta comunicazione alla competente procura della Corte dei Conti nel caso in cui riscontri fatti che possono dar luogo a responsabilità amministrativa; l) presenta al Direttore Generale la relazione annuale di cui al paragrafo 9; m) riferisce al Direttore Generale sull attività svolta ogni qualvolta venga richiesto. 5. Al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza si applica il regime di responsabilità previsto dall art. 1, commi 12 e seguenti della legge n. 190 del Al fine di favorire la collaborazione operativa con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e promuovere il rispetto delle disposizioni del presente Piano, ciascun Direttore/Responsabile di Nodo, qualora non ritenga di assumere direttamente l incarico, individua il dirigente con funzione di Referente per la prevenzione della corruzione nell ambito della struttura di riferimento. Per quanto concerne la Sede centrale dell ente, intesa come Direzione Generale, Amministrativa e Tecnica, viene individuato dal Direttore Generale un unico Referente che coincide con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Pagina 19 di 34

22 Nell atto di conferimento dell incarico sono stabilite la durata dello stesso e le eventuali modalità di rinnovo. Fatta salva la facoltà di individuare un dirigente con funzione di Referente, la qualifica è assunta da ciascun Direttore/Responsabile di Nodo: per le nuove Strutture Autorizzazioni e Concessioni (SAC) la funzione di Referente è svolta dal Responsabile, salvo che lo stesso non individui una diversa figura dirigenziale interna alla struttura cui attribuire tale qualifica. 7. I Referenti sono designati nominativamente mediante successivo atto del Direttore Generale e di tale nomina è data evidenza sul sito istituzionale dell Agenzia nella sezione Amministrazione trasparente sottosezione Anticorruzione. 8. I Referenti collaborano con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza al fine di garantire l osservanza del Piano nell ambito delle strutture appartenenti al Nodo di riferimento ed in particolare: a) verificano l effettiva applicazione delle disposizioni normative e regolamentari finalizzate alla prevenzione della corruzione relativamente alle attività di competenza del Nodo di riferimento e favoriscono l integrazione della strategia di prevenzione dell Agenzia con le discipline vigenti in materia nelle strutture di provenienza provinciale e regionale acquisite per effetto della L.R. n. 13/2015; b) garantiscono il rispetto degli obblighi di formazione anche a livello di Nodo mediante la diffusione dei contenuti delle iniziative formative svolte a livello centrale o la promozione di eventi formativi presso le proprie sedi; c) riferiscono ogni qual volta se ne ravvisi la necessità al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza su circostanze potenzialmente integranti fattispecie corruttive nell ambito del Nodo di riferimento, segnalando le criticità riscontrate nell attuazione delle misure previste oltre che le ragioni di tali criticità ed eventualmente proponendo l adozione di misure specifiche ritenute maggiormente idonee a prevenire il verificarsi di eventi corruttivi. 9. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e i Referenti sono altresì facoltizzati a richiedere in ogni momento chiarimenti, per iscritto o verbalmente, a tutti i dipendenti relativamente a comportamenti che possono integrare anche solo potenzialmente fattispecie corruttive o comunque non conformi a canoni di correttezza ai sensi della normativa vigente in materia. Pagina 20 di 34

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