Raccomandazioni per le politiche sul ritorno
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- Ricardo Bruni
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1 Raccomandazioni per le politiche sul ritorno RN LATAM II Rete europea e latino americana sul ritorno volontario: per un processo completo, efficace e sostenibile di ritorno e reintegrazione RN LATAM II Red europea y latinoamericana de retorno voluntario: para un proceso integral, eficaz y sostenible de retorno y reintegración
2 Raccomandazioni per le politiche sul ritorno Il processo del ritorno volontario ha come obiettivo aiutare i migranti 1 nei paesi di accoglienza a tornare e reintegrarsi nei loro paesi di origine o in altri paesi in cui dichiarano di avere forti legami familiari o altri legami personali o professionali. A causa delle sue caratteristiche transnazionali, il processo del ritorno volontario coinvolge sia i paesi di origine 2 che i paesi di accoglienza, dando un ruolo chiave a istituzioni e politiche internazionali, europee e nazionali e facendo emergere (per tutti gli attori coinvolti) la necessità di sviluppare un approccio chiaro, coordinato e integrato unitamente ad una strategia comune e coerente per la promozione di un ritorno volontario sostenibile e assistito (RVA). 1 La categoria dei Ritornanti così come utilizzata in questo documento include tutti i migranti regolari e irregolari oltre che i richiedenti asilo dinegati che hanno deciso di tornare a vivere, attraverso il RVA o autonomamente, nei propri paesi di origine. 2 In questo documento le definizioni Paesi di ritorno e Paesi di origine si riferiscono entrambe a Paesi Latino- Americani. 1
3 A livello europeo e internazionale Gli attori internazionali dovrebbero introdurre il tema del ritorno volontario nell ambito di tutte le politiche in materia di migrazione e sviluppo. Il Fondo Europeo per il Ritorno o altre future linee di finanziamento dovrebbero includere criteri di eleggibilità dei beneficiari basati più sul loro livello di vulnerabilità che sul loro status legale, dirigendosi tanto a migranti regolari che a irregolari. La crisi economica sta influenzando profondamente la popolazione dei migranti: alcuni si ritrovano in situazione irregolare dopo la perdita del diritto al permesso di soggiorno come conseguenza di situazioni di sotto-occupazione o disoccupazione, altri invece, sebbene riescano a conservare il permesso di soggiorno, si ritrovano in condizioni economiche molto critiche. I migranti che desiderano tornare dovrebbero poter scegliere di farlo ovunque desiderino e/o ovunque abbiano contatti e legami 2
4 più forti. L introduzione del concetto di Regione di Origine invece che di Paese di Origine potrebbe servire a questo scopo. Tutti i programmi nell ambito del ritorno volontario assistito dovrebbero sempre includere il supporto alla reintegrazione visto che una reintegrazione positiva nel paese di ritorno è risultata essere un elemento chiave per la sostenibilità del processo di ritorno. Dovrebbero essere istituiti servizi e fondi specifici al fine di garantire un supporto alla reintegrazione a tutti i ritornanti. Le ONG e le associazioni che lavorano nei paesi di ritorno dovrebbero aver titolo a ricevere direttamente il finanziamento da parte del Fondo Europeo per il Ritorno o di qualunque altra linea di sovvenzione, esistente o futura, dato il ruolo centrale che rivestono nel garantire e sostenere la reintegrazione dei ritornanti. Tutti i programmi in materia di ritorno volontario assistito dovrebbero promuovere il ruolo e l impatto delle migrazioni di ritorno all interno dei programmi di sviluppo locale e regionale, attraverso la gestione delle risorse esistenti ed elaborando linee guida di riferimento. 3
5 A livello nazionale: i paesi di accoglienza I programmi di ritorno dovrebbero essere pianificati in modo da offrire supporto specifico alle persone vulnerabili (minori non accompagnati, persone con problemi di salute, vittime di tratta o di traffico, etc.). Nei paesi di accoglienza dovrebbero essere adeguatamente rinforzati i servizi informativi sui programmi di ritorno assistito, in quanto non sempre l informazione raggiunge le persone potenzialmente interessate a ritornare al loro paese di origine. Molti migranti non arrivano a sapere dell esistenza di tali programmi e delle risorse a loro disposizione. L informazione sul ritorno volontario dovrebbe essere fornita con certa sensibilitá: il ritorno del migrante al paese di origine non dovrebbe infatti essere percepito come prioritá rispetto alla promozione della sua integrazione sociale e lavorativa nel paese di accoglienza. Per questa ragione l informazio- 4
6 ne sul ritorno dovrebbe essere promossa, in primo luogo, attraverso il coinvolgimento dei servizi e delle associazioni per migranti, delle organizzazioni non governative e attraverso i mezzi di comunicazione che potrebbero fungere da misura complementare. Diffondere le informazioni attraverso i canali di comunicazione tradizionali potrebbe inoltre rappresentare l opportunitá per la società civile di essere maggiormente consapevole sul diritto dei migranti a un ritorno volontario assistito. I programmi di ritorno dovrebbero prevedere un servizio di assistenza nella fase precedente alla partenza. I migranti dovrebbero avere accesso a servizi di consulenza appropriati in modo che possano prendere una decisione informata sulla base della loro situazione personale e delle prospettive sia nel paese di accoglienza che in quello di ritorno. Ciò presuppone la sussistenza di una consulenza individuale e di un orientamento sociale in entrambi i paesi, possibilmente forniti dai partner locali. I programmi di ritorno dovrebbero includere, nell ambito dei servizi previ alla partenza, una valutazione dell esperienza la- 5
7 6 vorativa e professionale del migrante. Questo tipo di servizio svolge un ruolo chiave al fine di valutare le capacità acquisite durante il processo migratorio e di consolidare le competenze tecniche, umane e relazionali consolidate in Europa. Questo passaggio ha una funzione propedeutica ad un ritorno consapevole e ad un integrazione sostenibile.
8 A livello nazionale: il paese di ritorno I paesi di origine dovrebbero istituire leggi specifiche sul ritorno dei migranti che facciano riferimento ai vari aspetti del tema e che facilitino l accesso ai diritti dei ritornanti. Tali leggi dovrebbero prevedere misure specifiche su: a. Riduzione e/o flessibilitá degli oneri e dazi doganali. b. Accesso e fruizione dei diritti sociali, con particolare riferimento ai diritti pensionistici. c. Accesso all educazione scolastica, per favorire la re-integrazione dei minori. Per quanto concerne questo aspetto, dovrebbero essere previsti servizi specifici per fronteggiare le carenze linguistiche e per promuovere il riconoscimento dei titoli ottenuti all estero. 7
9 d. Servizi specifici di assistenza sociale. E importante che i ritornanti beneficino di servizi di informazione (ad esempio, attraverso punti informativi presso gli aeroporti), abbiano accesso alla previdenza e all indennitá sociale, a crediti e borse di studio e possano usufruire, quando necessario, di uno specifico supporto sociale e psicologico. e. Accesso a risorse economiche che promuovano un ritorno produttivo. I programmi e servizi per il ritorno: a. Dovrebbero essere decentrati. b. Dovrebbero promuovere l interazione tra la reintegrazione dei ritornanti e lo sviluppo locale. c. Dovrebbero prendere in considerazione le storie individuali e le competenze dei ritornanti con lo scopo di creare programmi personalizzati messi in atto da diversi attori pubblici e privati. 8
10 Tali servizi dovrebbero sempre includere un sostegno psicologico: il processo di ritorno potrebbe essere un esperienza traumatica difficile da superare. L esistenza di tali programmi non dovrebbe avere l effetto di deresponsabilizzare i governi dei paesi di origine, che dovrebbero predisporre iniziative legislative e politiche nazionali proprie per i ritornanti. Inoltre, i servizi sociali e amministrativi nel paese di ritorno non dovrebbero mai essere sostituiti da programmi di RVA. Le autorità nel paese di origine dovrebbero sempre facilitare l accesso dei ritornanti ai programmi di sviluppo o ad altri programmi esistenti. I servizi di re-integrazione nei paesi di ritorno dovrebbero includere il complesso delle associazioni e dei servizi istituzionali in modo da supportare i diversi aspetti dell assistenza al ritornante, dalle necessità mediche all inclusione lavorativa, e da coprire tutto il territorio nazionale. 9
11 Cooperazione tra paesi di accoglienza e di ritorno Per facilitare un processo di reintegrazione sostenibile ed efficace, la cooperazione tra i suddetti paesi dovrebbe: Stabilire programmi di ritorno assistito pianificati in modo da identificare ed offrire degli standard minimi dei servizi da garantire sempre ai ritornanti. Promuovere programmi integrali, sia in termini di servizi offerti, sia in termini di lavoro di rete e di contatti con i paesi di accoglienza, ritorno e transito. A questo proposito sottolineiamo la necessità di uno sforzo coordinato tra i paesi coinvolti nel processo di ritorno, con il coinvolgimento di attori statali, della società civile ed in particolare delle comunità di ritornanti. Essere basata su un continuo scambio di informazioni sui paesi di origine tra le parti, così da garantire un processo di ritorno pienamente informato e la possibilitá di risolvere i problemi de- 10
12 rivanti dalla difficoltá di accesso a determinati dati e informazioni. L informazione sui paesi di origine consente di adattare il programma di ritorno alle esigenze concrete del ritornante e di aumentare la sostenibilità del progetto. Sostenere e promuovere un ritorno produttivo. In un processo di ritorno produttivo le esperienze e le competenze sviluppate in Europa hanno un ruolo centrale, permettendo ai ritornanti di rappresentare importanti risorse umane ed economiche. Per rendere il ritorno produttivo, i ritornanti dovrebbero avere facilitazioni per l accesso al credito. Ciò dovrebbe essere garantito attraverso l inclusione di uno specifico sostegno economico istituito dai paesi di ritorno. Promuovere il diritto a percepire la pensione, attraverso accordi bilaterali ufficiali che prevedano il riconoscimento e facilitino la fruizione del diritto a percepire la pensione maturata dai migranti durante gli anni lavorativi nei paesi di accoglienza. Tali accordi dovrebbero includere la possibilità di unificare i contributi degli indennizzi nazionali. Includere il riconoscimento di qualifiche e titoli. Dovrebbero firmarsi accordi bilaterali per l istituzione di procedure per ri- 11
13 12 conoscere, valutare e accreditare le competenze professionali acquisite attraverso le esperienze lavorative o qualunque altra forma di apprendimento. In questo modo si contribuirebbe a rendere più efficace l integrazione dei migranti in Europa e la reintegrazione dei ritornanti nei paesi di origine. A questo scopo, per valutare capacità e abilità, potrebbero essere utilizzati test professionali o certificazioni riconosciuti.
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