LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA SCOPI PROCEDURE SVILUPPI
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- Teodoro Magni
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1 LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA SCOPI PROCEDURE SVILUPPI
2 PREMESSE A breve tempo, le indicazioni emerse dagli studi statistici compiuti, hanno evidenziato che la dipendenza energetica dell UE dalle fonti energetiche esterne è destinata ad aumentare dal 50% al 70% nel 2030 Di pari passo anche le emissioni di gas serra nell UE sono stimate in costante aumento, il che rende ancora più difficile far fronte al cambiamento climatico ed assolvere gli impegni stabiliti con il protocollo di Kyoto. Analizzando poi i diversi settori, i dati disponibili evidenziano che quello civile assorbe nell UE più del 40% dei fabbisogni di energia. Al contempo però il settore civile presenta un potenziale di risparmio energetico di oltre il 22%
3 Consumi finali d energia (Mtep) per settori d uso (Fonte Istat 2009)
4 Fabbisogno di energia primaria totale in kwh/m2 anno
5 OBIETTIVI Le politiche di riduzione dei consumi energetici degli edifici, ad oggi adottate si sono basate su alcuni elementi principali: L istituzione di un quadro generale per un metodo comune di calcolo integrato del rendimento energetico degli edifici per una omogenea valutazione L applicazione di norme minime sul rendimento energetico agli edifici di nuova costruzione e agli edifici in ristrutturazione L introduzione di un sistema di Certificazione Energetica degli edifici di nuova costruzione ed esistenti in base alle norme di cui sopra.
6 PRINCIPALE QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO PRESENTI E PASSATE L. 30 aprile 1976, n Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici. D.P.R. 28 giugno 1977, n Regolamento di esecuzione alla L. 30 aprile 1976, n. 373, relativa al consumo energetico per usi termici negli edifici. L. 9 gennaio 1991, n.10 -Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. D.P.R. 26/08/1993, n.412 -Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art.4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10. Dir. 2002/91/CE del 16 dicembre Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul rendimento energetico nell edilizia. D.Lgs. 19 agosto 2005, n Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia rendimento nell'edilizia D.Lgs. 29 dicembre 2006, n Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico relativa nell edilizia.
7 PRINCIPALE QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 2 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. Decreto Ministeriale 26/6/2009 Ministero dello Sviluppo Economico Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (G.U. 10/7/2009 n. 158 in vigore dal 25/7/2009) Decreto Legislativo 115 del 30 maggio 2008 e Decreto Legislativo 29/03/2010 n. 56 Modifiche ed integrazioni al decreto, n. 115, recante attuazione della direttiva 2006/32/CE, concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e recante abrogazioni della direttiva 93/76/CEE (Gazzetta Ufficiale 21/04/2010 n Entrata in vigore del provvedimento: 06/05/2010) PDECRETO LEGISLATIVO 3 marzo 2011, n. 28 Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. (11G0067) (GU n. 71 del Suppl. Ordinario n.81) note: Entrata in vigore del provvedimento: 29/03/2011.
8 Finalità metodologia di calcolo del rendimento energetico integrato degli edifici individuazione di requisiti minimi prestazionali per gli edifici di nuova costruzione individuazione di requisiti minimi per gli edifici esistenti di grande metratura sottoposti a ristrutturazione Requisiti minimi prestazionali per edifici sottoposto a manutenzione straordinaria certificazione energetica degli edifici determinazione dei criteri per i controlli periodici delle caldaie e dei sistemi di condizionamento d aria negli edifici
9 Le norme del presente decreto e dei decreti ministeriali applicativi nelle materie di legislazione concorrente si applicano alle regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto al recepimento della direttiva 2002/91/CE2002/CE sino alla data di entrata in vigore della normativa di attuazione adottata da ciascuna regione e provincia autonoma. D.Lgs. 192/05, Art. 17
10 In grigio le Regioni italiane che hanno emanato dei provvedimenti legislativi in tema di certificazione energetica degli edifici
11 Quadro legislativo regionale e delle Province autonome in tema di efficienza energetica degli edifici
12 Attestati di certificazione energetica depositati al 1/01/2012
13 CONCETTI BASILARI DELLA CERTIFICAZIONE ENERGETICA
14 FUNZIONI DELL INVOLUCRO L involucro di un edificio è la superficie attraverso la quale si realizzano gli scambi termici tra interno ed esterno. Esso si compone di forma, orientamento e materiali. Tutti questi elementi interagiscono tra di loro a realizzare il risultato energetico del fabbricato.
15 La funzione principale, dal punto di vista termico, dell involucro edilizio è quella di ridurre gli scambi tra interno ed esterno in inverno, quando deve evitare le perdite di calore ed in estate quando deve ridurre il surriscaldamento dell aria ambiente. Nella progettazione è fondamentale stabilire quali siano gli scambi termici tra interno ed esterno. Tanto maggiore è l efficacia dell isolamento termico tanto più contenuti saranno gli scambi tra interno ed esterno sia in inverno che in estate. IL FATTORE DI FORMA In un edificio, ciò che si riscalda è un volume, lo scambio termico tra interno ed esterno avviene, invece, attraverso la sua superficie. Il parametro di riferimento in tale senso è quindi il rapporto S/V tra la superficie di scambio termico ed il volume.
16 È evidente come, a parità di volume complessivo, una forma aggregata abbia un rapporto S/V più favorevole di una articolata. In ogni caso, per un edificio che si avvicini ai criteri energetici dell edificio passivo tale valore dovrebbe essere inferiore a 0,6 [m-1]. Maggiore è la volumetria migliore è il rapporto
17 LA TRASMITTANZA La trasmittanza termica indicata con U, si definisce (UNI EN ISO 6946 ) come il flusso di calore che attraversa una superficie unitaria sottoposta ad una differenza di temperatura pari ad 1 C ed è legata alla caratteristica del materiale che costituisce la struttura ed alle condizioni di scambio termico liminare: 1 RT = Rsi + R1 + R Rn + Rse U = Rsi : resistenza superficiale interna RT R1,.Rn : resistenza termica di ciascuno strato Rse : resistenza superficiale esterna
18 L impianto termico per il riscaldamento degli ambienti è composto generalmente dai seguenti sottosistemi: Generazione : sistema dove viene prodotto il calore necessario al fabbisogno termico dell edificio, solitamente attraverso caldaie a combustione di gas o gasolio, più raramente con l impiego di pompe di calore elettriche e altri sistemi meno diffusi. Accumulo : sistema dove viene accumulato il calore prodotto dal generatore in attesa di essere trasferito agli ambienti da riscaldare (è piuttosto diffuso nei sistemi a biomassa ed in quelli a pompa di calore aria-aqua, molto meno negli altri casi)
19 L impianto termico per il riscaldamento degli ambienti è composto generalmente dai seguenti sottosistemi: Distribuzione : sistema con il quale il calore prodotto dal generatore (ed eventualmente stoccato nell accumulo) viene trasportato nei locali da riscaldare (in genere il vettore termico è composto da acqua o da aria, più raramente dai gas frigoriferi nei sistemi a pompa di calore aria-aria). Emissione : sistema con il quale il calore trasportato viene diffuso negli ambienti da riscaldare (solitamente attraverso termosifoni, pavimenti radianti, termoconvettori, ventilconvettori, ecc.)
20 L impianto termico per il riscaldamento degli ambienti è composto generalmente dai seguenti sottosistemi: Regolazione : sistema con il quale viene tenuta sotto controllo la temperatura all interno degli ambienti riscaldati, tagliando o modulando la quantità di calore che viene immessa all interno degli stessi. Ciascun sottosistema ha un rendimento proprio che dipende dall efficacia con cui riesce a svolgere il proprio compito e, semplificando il concetto, il rendimento globale dell impianto di riscaldamento è dato dal prodotto dei singoli rendimenti.
21 L impianto per la produzione di acqua calda sanitaria è composto generalmente dai seguenti sottosistemi: Generazione : sistema dove viene prodotto il calore necessario al fabbisogno termico per la produzione dell acqua calda sanitaria, solitamente attraverso caldaie a combustione di gas o gasolio, più raramente con l impiego di pompe di calore elettriche e altri sistemi meno. Accumulo : sistema dove viene accumulata l acqua calda sanitaria in attesa di essere trasferita alle utenze (raramente è presente negli impianti termoautonomi combinati ) Esistono anche boiler elettrici dotati di termo-resistenze : in tal caso generatore ed accumulo costituiscono un unico oggetto. Distribuzione (ed erogazione) : sistema con il quale l acqua calda viene veicolata (ed erogata) alle utenze.
22 Come nel caso dell impianto di riscaldamento, ciascun sottosistema ha un rendimento proprio che dipende dall efficacia con cui riesce a svolgere il proprio compito ed anche in questo caso, semplificando il concetto, il rendimento globale dell impianto dell acqua calda sanitaria è dato dal prodotto dei singoli rendimenti.
23 IL DLGS 192/2005 (Art.2 commi 1 e 2) successivamente integrato e modificato con il D.LGS 311/2006 e con il D.P.R.59/2009 (Art.2 commi 3, 4 e 5) Definizioni Attestato di qualificazione energetica Certificazione energetica dell edificio Diagnosi energetica
24 IL DLGS 311/2006 Esclusioni Edifici tutelati dai beni culturali (edifici storici e artistici) Edifici di culto Fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali (che sono riscaldati per esigenze di processi produttivi) Edifici ad occupazione saltuaria e con superficie utile < 50 m2
25 IL DLGS 192/2005 e Regolamento di attuazione D.P.R. 59/2009 Art. 4 -Metodologia di calcolo e requisiti della prestazione energetica Criteri generali, metodologie di calcolo Criteri generali di prestazione energetica Requisiti professionali per la certificazione energetica
26 IL DLGS 192/2005 Art. 6 -Certificazione energetica Definizione di metodologia per la compilazione dell attestato di certificazione energetica Durata massima: 10 anni Attestato da rendere disponibile in fase di costruzione, compravendita o locazione di ogni edificio Esposizione dell attestato in luogo visibile negli edifici di uso pubblico (targa energetica)
27 GLI INDICATORI DELLA QUALITA ENERGETICA
28 CERTIFICAZIONE ENERGETICA Cosa è la certificazione energetica di un edificio o di un alloggio? È una pagella che informa il proprietario o l inquilino sul livello di consumo della sua casa o del suo appartamento Consiste in una scheda che descrive le caratteristiche dell edificio e un voto che indica l efficienza energetica della casa e del suo impianto di riscaldamento
A voti unanimi e palesi delibera:
Vista la Direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia, mediante la cui applicazione l Unione Europea ha inteso promuovere il
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