N. 1 - Anno II - Febbr/Marzo 2011 Reg. Trib. Roma n.214/2010. FRANCO MANDELLI: Ho sognato un mondo senza cancro



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N. 1 - Anno II - Reg. Trib. Roma n.214/2010 FRANCO MANDELLI: Ho sognato un mondo senza cancro

copertina salutepiù n.1/2011_layout 1 25/03/11 12.59 Pagina 2

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 1 EDITORIALE Sanità: quando... pubblica funziona Roberto Scenna Biagioli Prof. Franco Mandelli Direttore Responsabile Roberto Scenna Biagioli Redazione Katia Carlini - Francesco Randazzo Giuliano Valeri Relazioni Esterne Carmen Marini Hanno collaborato Dott. F. Candeloro Dott. Paolo Colangelo Prof. Franco Mandelli Dott.ssa Rossella Paroni Sterbini Direzione e Redazione Via R. Venuti 20-00162 Roma 3273898756 - Fax 06.62.27.65.58 info@salutepiu.it Pubblicità diretta RBS Roberto Scenna Biagioli 330856354 info@salutepiu.it Agenzia pubblicitaria Roma Media Group 06.24.40.64.11/06.244.10.585 www.romamediagroup.it info@romamediagroup.it Progetto e impaginazione Palli Comunicazione srl - Roma www.pallicomunicazione.it Tipografia TIPOGRAFICA ARTIGIANA srl Via dell Acqua Donzella 19-00179 Roma Editore RBS Roberto Scenna Biagioli Distributore COOP. TRANSPORT SERVICE a r.l. Via Anagnina 259 - Roma tel. 06/79811355-06/79815663 Numero 1 - Febbraio/Marzo 2011 Reg.Trib.di Roma n. 214/2010 del 23/05/2010 SalutePiù on line w w w. s a l u t e p i u. i t Le collaborazioni giornalistiche alla rivista sono da considerarsi ad esclusivo titolo gratuito, salvo accordi particolari con i singoli autori. Tutti i materiali giunti in redazione non verranno restituiti. E' vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da SalutePiù. inaugurata in questi giorni la nuova Unità di cure E stata residenziali intensive (Ucri) dell'ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, dedicata ai pazienti in stato vegetativo persistente. Il reparto romano è il primo nel suo genere in Italia interamente realizzato in una struttura sanitaria pubblica. Conta oggi 10 posti letto, che a regime saranno 30. E l unica struttura pubblica in Italia in un Dea (Dipartimento d emergenza e accettazione), di secondo livello, che si è dotata di ambienti residenziali, affinché mariti, mogli o genitori dei pazienti possano trascorrere la notte, mangiare e passare le giornate con i loro cari. Nel reparto c è una palestra per la riabilitazione neuromotoria, le stanze sono monitorate h24 e hanno dispositivi multimediali attraverso i quali il paziente può effettuare ''videoterapia'' con la proiezione di filmati e immagini che rievocano momenti ed emozioni importanti della sua vita prima del coma. Per Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio, questa è "una struttura di eccellenza e dimostra che, pur in un'azione forte di risanamento e di riconversione, siamo stati in grado di aggiungere un'altra eccellenza a quelle che già esistono nella nostra Regione e in un campo delicato che sta al confine della vita. Effettivamente, nel settore della Sanità, la Regione ha messo in campo una serie di importanti iniziative a favore anche della prevenzione ricercando standard e professionalità nei servizi, in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini. In quest ottica s inseriscono le campagne di screening per le donne, la riduzione delle liste d'attesa con l'apertura degli ambulatori nei giorni festivi e i check-up gratuiti nei mercati L On. Renata Polverini Presidente della Regione Lazio per gli anziani. Infatti, dopo il Progetto Donna, la campagna di prevenzione dei tumori al seno e all'utero che ha coinvolto migliaia di donne di tutto il Lazio nel periodo natalizio, è in corso in questi giorni la nuova iniziativa della Regione Lazio per la promozione della salute degli over 50 e oltre. Fino al 2 aprile, a Roma e in tutte le Province, davanti ai mercati rionali, sono presenti i camper del progetto Mi state a cuore, con a bordo medici specializzati dell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini e dell'istituto San Gallicano che effettueranno visite ed esami e gratuite. Numerose le prestazioni garantite tra cui la visita cardiologica, urologica, geriatrica, dermatologica, internistica, otorinolaringoiatrica, il controllo dei nei, della glicemia, della pressione arteriosa, la consulenza diabetologia e oculistica. Inoltre, la Regione Lazio ha messo a punto un progetto pilota con l'obiettivo di incrementare la quota di esami e visite specialistiche, aprendo gli ambulatori anche nei giorni di sabato e domenica inizialmente in 3 strutture ospedaliere romane: San Giovanni, Sant'Andrea e San Camillo. L obiettivo di questa iniziativa è quello di ridurre i tempi d'attesa per sottoporsi a prestazioni sanitarie urgenti. Infatti, attraverso il proprio medico di famiglia, per le patologie più serie può essere garantito l'appuntamento entro 3 giorni. Tutto questo è certamente un segnale positivo, vuol dire che la Regione si sta muovendo nella giusta direzione e noi ci auguriamo di darvi, sempre più spesso, nota d iniziative di eccellenza nella nostra città. 1

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 2 Salutepiù è distribuito gratuitamente a Roma in: farmacie, studi medici, centri diagnostici, Asl, case di cura e ospedali, Università: La Sapienza, Tor vergata, Roma Tre - Facoltà di Medicina Istituzioni: Ministero della Salute, Regione, Provincia, Comune PRIMO PIANO Ho sognato un mondo senza cancro Prof. Franco Mandelli 4 8 ODONTOIATRIA Terapia per l osteoporosi: BIFOSFONATI Dott. Paolo Colangelo PREVENZIONE Allergotest: con un prelievo di sangue scopri l allergia Dott. Guido Cimatti - Dott. Gianni Cimatti 10 INTERVISTA 12 IL LASER un arma contro la miopia Laser e miopie un binomio sempre più utilizzato per migliorare aspetto e vista Intervista al Prof. Jean Marc Vergati PSICOTERAPIA La sindrome da acquisto compulsivo Quando lo shopping diventa una malattia Katia Carlini 17

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 3 18 AUDIOPROTESI Allarme danni acustici causati da rumore e musica ad alto volume Dott. Maurizio Serra - Dott. Giuseppe Cittadino SPORT&SALUTE Sport&disabilità Una riflessione ponderata per uscire fuori dai luoghi comuni Francesco Randazzo 21 22 ANTROPOLOGIA CULTURALE Storia della medicina 5 a puntata LA MEDICINA DEL MEDIOEVO Giuliano Valeri OMEOPATIA Tempi di cura 24 L omeopatia, fin dal suo atto di origine, si prefigge come scopo principale quello di ridare la salute alle persone malate, ciò che vuol dire guarirle Dott. Francesco Candeloro 27 LA CURA DEI NOSTRI ANIMALI Trasfusione di sangue nel cane e nel gatto Quando si rende necessario eseguirla. I diversi gruppi sanguigni. Il donatore ideale Intervista al Dott. Piergiorgio P. Carbonelli DIAGNOSTICA Logopedia Come, quando, perchè Dott.ssa Rossella Paroni Sterbini 32

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 4 PRIMO PIANO Ho sognato un mondo senza cancro Abbiamo chiesto al professor Mandelli come i grandi progressi compiuti dalla ricerca possano consentire ai malati di leucemie, linfomi e mieloma di guardare al futuro con maggiore ottimismo Prof. Franco Mandelli (Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma) si occupa da più di 40 anni L AIL delle malattie tumorali del sangue leucemie, linfomi e mieloma. Parlando di leucemie bisogna distinguere le forme acute dalla forme croniche. Le forme acute si distinguono in due gruppi principali linfoidi e mieloidi. Le forme linfoidi prevalgono nei bambini, le mieloidi negli adulti e negli anziani. Le terapie e la prognosi sono molto diverse. Le forme linfoidi del bambino di età inferiore ai 18 anni guariscono nel 75-80% dei casi. La probabilità di guarigione nelle forme linfoidi dell adulto è del 40-50% e nell anziano è ancora inferiore del 20-30%. Le leucemie acute mieloidi hanno una prognosi diversa in rapporto con le caratteristiche iniziali, ma soprattutto con l età. Nei bambini la guarigione si ottiene in più del 60% dei casi, negli adulti di età inferiore ai 50 anni nel 30-50% dei casi; la percentuale diminuisce con l aumentare dell età fino ad arrivare a meno del 10% nei pazienti di età superiore ai 70 anni. Una particolare varietà di leucemia acuta mieloide è la leucemia promielocitica. Si distingue per alcune tipiche caratteristiche biologiche e cliniche. Accertata la diagnosi, la terapia attuale dà risultati straordinari con la guarigione che si ottiene in più del 70% dei casi avvicinandosi ai risultati che si ottengono nei bambini con leucemia linfatica acuta. Le leucemie croniche sono di due tipi, la mieloide cronica e la linfoide cronica. Nella mieloide cronica, malattia prevalente nell adulto, un farmaco innovativo (GLI- VEC) che impedisce la proliferazione leucemica a livello molecolare, ha cambiato così radicalmente la prognosi con più dell 80% dei pazienti viventi ed in remissione dopo 5 anni che in questa forma il trapianto di cellule staminali da donatore sano non è più indicato. Nuovi farmaci più potenti del GLIVEC vengono attualmente utilizzati non solo nei pazienti resistenti con risultati molto validi, ma anche nei pazienti all esordio, con risultati addirittura superiori al GLIVEC. La leucemia linfatica cronica colpisce in grande prevalenza soggetti anziani e si divide in varietà diverse in rapporto all andamento clinico che dipende dalle caratteristiche clinico-biologiche all esordio. Vi sono forme cosiddette indolenti che non richiedono alcuna terapia e che possono addirittura avere un miglioramento spontaneo, altre forme che devono essere curate con trattamenti blandi ed altre ancora che richiedono per la loro aggressività terapie anche molto intensive, fino al trapianto di cellule staminali. Altre malattie molto frequenti di cui si occupa l AIL sono i linfomi che si distinguono in linfoma di Hodgkin ed in linfomi non Hodgkin. Il linfoma di Hodgkin è frequente soprattutto nei pazienti di età compresa fra i 20 ed i 30 anni. Per la terapia è fondamentale una diagnosi sicura con esame istologico effettuato su una ghiandola linfatica asportata chirurgicamente. Vi può essere la presenza o meno di segni sistemici febbre, sudorazione profusa dimagrimento e prurito. Valutato lo stadio cioè l estensione della malattia anche con indagini radiologiche (TAC e PET), si deve iniziare la terapia che si basa sull impiego della radioterapia e della chemioterapia che ancora oggi utilizza l ABVD. La guarigione si ottiene nel 70-80% dei casi. I linfomi non Hodgkin sono distinti in due varietà, quelli a basso grado e quelli ad alto grado di malignità, i primi molto simili alla leucemia linfatica cronica colpiscono tutte le età della vita esclusi i bambini e vengono curati sulla base delle caratteristiche cliniche e biologiche con forme in cui si può osservare il malato senza terapia, forme che devono essere trattate in modo blando ed altre che vanno curate in modo intensivo. L approccio terapeutico molto aggressivo è la regola per i linfomi ad alto grado di malignità che possono colpire anche i bambini. Con le attuali strategie terapeutiche che includono anche gli anticorpi monoclonali, la terapia determina la guarigione in circa il 60% dei casi. Il mieloma multiplo è un tumore maligno delle plasmacellule, cellule deputate alla produzione di anticorpi e che sono presenti anche nel midollo dei soggetti normali. E denominato multiplo perché le plasmacellule proliferano interessando più zone del midollo osseo con lesioni che interessano prevalentemente la colonna vertebrale, il bacino, le costole e che possono determinare fratture 4

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 5 PRIMO PIANO patologiche. Più rare sono le forme localizzate (mieloma solitario) e le forme leucemiche (leucemia plasmacellulare). E molto frequente in età avanzata ed è caratterizzato oltre che dalla comparsa di lesioni ossee, dalla presenza di un elevata quantità di proteine tutte uguali (monoclonali) con possibilità di anemia, di insufficienza renale e di infezioni. La terapia negli ultimi anni è cambiata radicalmente con risultati straordinari. Il prototipo di questo cambiamento non è legato solo a trattamenti intensivi seguiti da infusione di cellule staminali, ma soprattutto all impiego di nuovi farmaci biologici il cui prototipo è la talidomide che associata a prednisone ad alte dosi ha cambiato la prognosi. Fra i farmaci biologici vi sono nuove molecole fra cui il bortezomid e la lenalidomide. Con protocolli che prevedono anche l associazione di più farmaci, si ottiene la remissione completa della malattia anche in soggetti anziani con sopravvivenza che supera nella maggior parte dei casi i 10 anni. Molto frequenti sono le gammopatie monoclonali, forme benigne che non richiedono alcuna terapia, ma solo osservazione attenta per diagnosticare precocemente quelle che possono trasformarsi in mieloma. Nelle malattie tumorali del sangue fondamentale è poter avere una diagnosi sicura e quanto più possibile precoce. E quindi importante una collaborazione con i medici di famiglia e con i pediatri che quando sospettano un tumore ematologico devono senza perdere tempo inviare il paziente, bambino, adulto od anziano che sia, ad un centro ematologico. Tali centri sono presenti dall estremo nord all estremo sud in tutte le province italiane e garantiscono al malato di avere terapie a livello delle migliori del mondo. Ciò grazie all AIL ed ai suoi straordinari volontari. I programmi nella terapia delle malattie oncoematologiche sono realizzati grazie a quattro cardini fondamentali: corticosteroidi, radioterapia, chemioterapia, trapianto di cellule staminali autologhe ed allogeniche. I corticosteroidi sono tuttora utilizzati con modalità diverse in molte malattie ematologiche. Rivestono un ruolo fondamentale nelle leucemie acute linfoidi, nelle leucemie linfatiche croniche e nel mieloma multiplo; ma sono impiegate anche in altre forme. La radioterapia riveste un ruolo importante e con le attuali tecnologie si possono ridurre i campi da irradiare alle zone strettamente necessarie con minori effetti collaterali. La polichemioterapia che utilizza i chemioterapici in associazione, ha un ruolo fondamentale nella terapia di tutte le neoplasie ematologiche, anche associata all impiego di nuovi farmaci. Il trapianto di cellule staminali autologhe, utilizzando quelle dello stesso paziente prelevate quando la malattia è in remissione, consentono di impiegare una chemioterapia ad alte dosi che avrebbe una tossicità proibitiva a livello midollare, se non si realizzasse la ricostituzione del midollo con l impiego delle sue cellule staminali. Il trapianto di midollo allogenico da un donatore normale fino a qualche anno or sono poteva utilizzare come donatore solo un fratello compatibile; attualmente è quasi sempre possibile utilizzare le cellule staminali dei donatori volontari, quelle del cordone ombelicale e quelle di parenti del malato che hanno solo il 50% di compatibilità (trapianto aploidentico). Il trapianto allogenico agisce non soltanto come supporto di cellule staminali dopo chemioterapie eradicanti, ma anche e soprattutto per un attività diretta contro le cellule tumorali del malato (graft). I trapianti hanno indicazione in tutte quelle malattie che non sono guaribili con la sola radio-chemioterapia e con i cosiddetti farmaci intelligenti che hanno un azione prevalente sulle cellule maligne risparmiando quelle normali. Il primo di questi farmaci utilizzati in terapia è stato l acido retinoico (ATRA) un derivato della vitamina utilizzato per la prima volta in Cina per le cure delle leucemia acuta promielocitica. E stata una vera rivoluzione cinese di- 5

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 6 PRIMO PIANO sporre di un farmaco che a differenza dei chemioterapici non distrugge le cellule leucemiche ma le elimina facendole maturare. Associato alla chemioterapia ha trasformato una forma leucemica che era una delle più gravi in una forma guaribile nella maggior parte dei casi, anche negli anziani. Il GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell Adulto) da me coordinato e nato più di 25 anni or sono è stato fra i primi nel mondo ad adottare questa terapia con l associazione ATRA ed Idarubicina (protocollo AIDA). Altri farmaci intelligenti sono quelli che inibiscono l attività tirosinchinasica, prodotto finale della alterazione molecolare tipica della leucemia mieloide cronica. Il primo di questi farmaci è il Glivec ormai impiegato da più di 10 anni con i risultati insperati nel 90% dei casi con pazienti sopravviventi ed in remissione dopo oltre 7 anni. Si tratta di una terapia che per ora non può essere sospesa per evitare recidive, ma che è così ben tollerata da essere considerata la prima scelta per i pazienti affetti da leucemia mieloide cronica. Farmaci intelligenti di grande importanza sono gli anticorpi monoclonali che hanno cambiato la prognosi dei linfomi non Hodgkin e della leucemia linfatica cronica. Sono farmaci attivi contro antigeni presenti sulla superficie delle cellule tumorali. Il prototipo è il Rituximab diretto contro l antigene CD20 espresso nella grande maggioranza delle cellule linfomatose. Questo anticorpo associato alla chemioterapia ha migliorato in modo significativo la prognosi dei linfomi, sia ad alto che a basso grado di malignità, e della leucemia linfatica cronica con un aumento significativo della sopravvivenza. Risultati interessanti sono stati ottenuti nelle leucemie mieloidi acute con un anticorpo diretto contro l antigene CD33 presente negli elementi leucemici; il farmaco è stato utilizzato sia come terapia d attacco che come terapia di mantenimento dopo la remissione della leucemia. HO SOGNATO UN MONDO SENZA CANCRO La vita e le battaglie di un uomo che non si arrende di Franco Mandelli con Roberta Colombo pagg. 280 euro 18,00 Prefazione di Maurizio Costanzo Introduzione di Giuseppe Remuzzi L AUTORE Franco Mandelli, nato a Bergamo il 12 maggio 1931, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1955. Ha insegnato presso l Università La Sapienza di Roma per trent anni. Attualmente ricopre la carica di Presidente di due realtà: il GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell adulto) di cui è stato anche fondatore e l Associazione di volontariato AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma). Per la sua attività scientifica e di solidarietà ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, fra i quali l onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Medaglia d oro per meriti nel campo della Sanità pubblica. Ha al suo attivo centinaia di pubblicazioni scientifiche sia in Italia sia all estero. IL CONTENUTO Il grazie di una donna guarita da leucemia e ora diventata madre. Le visite senza camice per non spaventare i pazienti bambini. Il volto felice di un ragazzino affetto da linfoma che può tornare a scuola, grazie all assistenza domiciliare. La vita di un medico è una grande avventura. Quella di Franco Mandelli è stata molto di più. È stata una corsa in salita, cominciata negli anni in cui leucemie e linfomi erano una condanna a morte certa. Il professore così lo chiamano tutti i suoi pazienti ha scelto che cosa andava messo al centro: il malato. In nome di questo credo è riuscito a fare dell Ematologia di Roma (e italiana) una realtà di livello europeo, superando tutti gli ostacoli: la burocrazia ottusa, la scarsa lungimiranza di alcuni colleghi, la cronica mancanza di risorse e di spazi. Ma ha saputo contagiare tutti con il suo cocciuto entusiasmo, dai medici impegnati nella stessa battaglia ai volontari disinteressati e generosi (l anima di quella magia che è stata ed è tuttora l AIL), fino agli uomini di spettacolo conquistati dalla sua passione. Attraverso i volti e le storie di uomini, donne e bambini da lui curati, Franco Mandelli racconta per la prima volta la sua vita. I PROVENTI DELLA VENDITA DI QUESTO LIBRO SARANNO DEVOLUTI ALL AIL AIL - Associazione Italiana contro le Leucemie linfomi e mieloma ONLUS Sede Nazionale: Via Casilina 5-00182 Roma (Italia) Tel. +39 06 7038601 - Fax +39 06 70386041 www.ail.it 6

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salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 8 ODONTOIATRIA Terapia per l osteoporosi: BIFOSFONATI Dott. Paolo Colangelo (*) è una delle cause più frequenti d invalidità tra la popolazione femminile, dopo i 50 L osteoporosi anni una donna su 3 e un uomo su 8 sono a rischio per questa patologia. In Italia ogni anno 40.000 nuove fratture di femore e 50.000 fratture vertebrali sono i numeri che drammaticamente coinvolgono la popolazione. Da alcuni anni è possibile trattare l osteoporosi con una serie di farmaci noti come bifosfonati (BF), tali farmaci vengono impiegati con successo, anche in pazienti oncologici. In seguito all utilizzazione dei bifosfonati è stata segnalata la possibilità e la correlazione nella insorgenza di alcuni fenomeni necrotici a carico dell osso mascellare superiore e/o della mandibola conosciuti come Osteonecrosi dei mascellari (ONJ). L Osteonecrosi dei mascellari è stata ampiamente discussa nei congressi scientifici delle discipline odontostomatologiche, oncologiche e internistiche, rappresentando così uno dei temi più attuali e discussi in patologia e chirurgia oromaxillofacciale. Questa condizione morbosa fu descritta la prima volta nel 1915 da Black, va ricordato che in precedenza era stata definita come la malattia dei lavoratori nelle fabbriche dei fiammiferi, in quanto la combinazione dell ambiente umido di lavoro e la presenza del fosforo, portava alla formazione di un composto chimico non troppo diverso dagli attuali bifosfonati di uso corrente. In realtà l osteonecrosi dei mascellari (ONJ) non deve essere considerata una patologia autonoma ma piuttosto la conseguenza di una serie di eventi in grado di modificare l apporto ematico del distretto osseo interessato, questi possono essere traumi, radioterapia, terapia con corticosteroidi, patologie neoplastiche ed infine anche cause odontoiatriche accidentali quali l utilizzo di paste devitalizzanti che sconfinano nell osso alveolare o come la cosiddetta alveolite secca post estrattiva (dry sochet). Di conseguenza, l insorgenza dell ONJ può iniziare dopo una estrazione dentaria e/o in seguito a patologie neoplastiche, il sintomo comune è comunque sempre una lesione che non guarisce spesso accompagnata da aggravamento locale e in alcuni casi anche generale. Le segnalazioni più recenti che hanno portato alla luce questa condizione patologica si riferiscono all anno 2003, ma è nel 2005 che viene maggiormente evidenziata nel mondo scientifico l importanza della conoscenza e della prevenzione nel trattamento dell ONJ, si sono così stabilite delle linee guida per il medico specialista prescrittore di BF e per l odontostomatologo quando deve ricorrere a terapie a livello locale in questi pazienti. Negli anni più recenti in seguito alle numerose osservazioni cliniche e ai casi riportati è stata posta l attenzione sui diversi trattamenti utilizzati in presenza di ONJ, soffermandosi sul tipo di terapia ricevuta in funzione della sua pregressa patologia osteoporotica e in particolare sui pazienti oncologici, infatti è questo il vero spartiacque per l insorgenza dell osteonecrosi dei mascellari e ciò deve indurre l odontostomatologo ad assumere una attenzione particolarmente oculata quando si trova in presenza di soggetti sottoposti o che sono stati sottoposti a terapia con bifosfonati. John Bilezikian,medico farmacologo, nelle pagine del New England Journal of Medicine (2006) afferma I pazienti che PRINCIPALI BIFOSFONATI IN COMMERCIO IN ITALIA AC. CLODRONICO AC.CLODRONICO EG AC.CLODRONICO UNION HEALT ACTONEL ADRONAT ALENDROS AMIDROX AREDIA BONDRONAT BONVIVA CLASTEON CLIMACLOD CLODRONATO (abc) CLODRONATO (TEVA) CLODY CLODEOSTEN DIDRONEL DIFOSFONAL DISODIO CLORONATO ALTER DRONAL EDITRON EDITRONATO + CALCIO BICAR- BONATO FOSAMAX FOSAVANCE GENALEN MOTICLOD NERIXIA NIKLOD OPTINATE OSSITEN OSTEONORM OSTEOSTAB PAMIDRONA DISODICO (IPB) PAMIDRONATO DISODICO SOCLONAT ZOMETA 8

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 9 ODONTOIATRIA hanno sviluppato osteonecrosi mandibolare hanno tutti assunto per via endovenosa questo tipo di farmaci per un periodo che va da un anno e mezzo ai tre anni. E interessante notare come tali problematiche siano state riportate in alcuni articoli di giornali (Sole 24 Ore febbraio 2008 e Espresso marzo 2008) e nel web con migliaia di voci correlate. COSA SONO I BIFOSFONATI? I bifosfonati (BF) sono dei farmaci che si localizzano prevalentemente nel tessuto osseo legandosi ai cristalli di idrossiapatite, che è il costituente minerale dell osso, hanno azione di soppressione riguardo il riassorbimento osseo e rimangono per lungo tempo legati al tessuto stesso senza andare incontro ad un vero e proprio processo metabolico, infine sono escreti dalle urine. Essi vengono usati da circa trent anni nella terapia dell osteoporosi, la somministrazione avviene per via orale e dal 1995 sono utilizzati in soggetti affetti da mieloma multiplo o da metastasi ossee. Si deve ricordare che il rischio è più elevato se somministrato per via endovenosa (acido zolendronico e pamidronato di sodio).il rischio è decisamente più basso quando la somministrazione è per via orale (alendronato, risedronato, ibandronato), e ciò avviene nel trattamento dell osteoporosi post menopausale, in quella secondaria all assunzione di glucocordicoidi e nella malattia di Paget. Questi farmaci vengono prevalentemente utilizzati nella prevenzione dell apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni che interessano il tessuto osseo, nel trattamento di metastasi ossee da tumore solido (cancro della mammella) e in quello dell ipercalcemia neoplastica e infine nel morbo di Paget. OSTEONECROSI DEL MASCELLARE (ONJ) L osteonecrosi del mascellare è una condizione morbosa che può rimanere asintomatica e latente per periodi molto lunghi, spesso l identificazione è del tutto casuale durante una visita odontoiatrica senza che il paziente ne abbia mai lamentato la presenza, al contrario altre volte i disturbi segnalati possono essere assai evidenti e manifesti e portano il soggetto interessato a uno stato di profondo malessere. L osservazione clinica più comune delle ONJ consiste in una porzione più o meno estesa di osso necrotico, di colore grigiastro, esposto nella cavità orale. Possono essere interessate entrambe le ossa mascellari ma generalmente è più colpita la mandibola rispetto al mascellare superiore. Le ONJ possono essere spontanee o comparire in seguito a lesioni traumatiche come per esempio una protesi mobile o in seguito a procedure chirurgiche. La caratteristica di queste lesioni consiste nella difficoltà del processo di guarigione che non avviene in un lasso di tempo ragionevole protraendosi per mesi. Da non trascurare un altro dei suoi aspetti che consiste nella mancata restitutio ad integrum dei tessuti. Per semplicità si possono suddividere le lesioni in due tipologie: 1) Lesioni iniziali, quelle sopra descritte. 2) Lesioni avanzate che colpiscono più elementi dentali o siti estrattivi adiacenti con coinvolgimento di una cospicua porzione della mandibola o del mascellare superiore. In questo secondo caso si possono manifestare fratture patologiche della zona interessata che nella maggioranza dei soggetti è la mandibola, per ovvie considerazioni anatomiche. Ricordiamo infine le complicazioni, generalmente di tipo batterico, causate dalla diffusione dell infezione ai distretti anatomici adiacenti quali ascessi, flemmoni e sinusiti del seno mascellare con tutti gli inconvenienti da essi derivati. Quando la lesione interessa il tessuto mandibolare possono comparire sintomi neurologici quali parestesie e/o anestesie per il coinvolgimento della terza branca del trigemino (nervo alveolare inferiore) CONCLUSIONI Secondo l attuale letteratura i BF sono da considerarsi un presidio terapeutico, per ora, non sostituibile anche se nel corso del tempo possono interferire nel metabolismo del tessuto osseo ciò può comportare, dopo determinati interventi odontostomatologici e di chirurgia maxillofacciale una compromissione della ripresa post-operatoria e/o l esarcebazione di un processo patologico latente. L odontoiatra se deve intervenire con terapia di tipo chirurgico, endodontico, parodontale o implantoprotesico è opportuno che non sottoponga i soggetti curati con BF per via endovenosa, a questi trattamenti odontoiatrici. Riguardo i pazienti sottoposti a trattamento con bifosfonati per via orale si consiglia estrema cautela nell attuazione della terapie odontoiatriche che devono essere eseguite solo in caso di estrema necessità. Comunque è sempre opportuno prima e dopo gli interventi odontoiatrici adottare in questi pazienti che sono da considerare a rischio una profilassi antibiotica. Inoltre si consiglia prima del trattamento con BF un rigoroso programma di prevenzione odontoiatrica, di notevole importanza è l eliminazione di foci dentali, ed una corretta e rigorosa igiene orale. Dott. paolo colangelo Medico Chirurgo Specialista in odontostomatologia Studio privato Via Bertoloni, 37-00197 Roma - tel. 06 8075367 9

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 10 PREVENZIONE Allergotest: con un prelievo di sangue scopri l allergia Grazie a un semplice esame del sangue è ora possibile diagnosticare un'allergia (antibiotici, anestetici, FANS, mezzi di contrasto, alimenti, veleno degli insetti, polveri, muffe, pollini ) senza esporre il paziente a procedure potenzialmente pericolose. Recentemente presentato alla European Academy of Allergology and Clinical Immunology (EAACI), il Test di Attivazione dei Basofili (BAT) rileva l espressione di particolari molecole di superficie marcatori immunologici di attivazione (CD63/CD203c/CRTH2, CCR3, CD13) su tali cellule, coinvolte nella flogosi allergica in tutte le sue manifestazioni, compreso lo shock anafilattico. In alcuni studi, che hanno valutato pazienti con reazioni immediate ad antibiotici beta-lattamici, tale test ha dimostrato di possedere una specificità superiore al 90% e una sensibilità di circa il 50%. I basofili sono lo 0,5-1% di tutti i globuli bianchi del sangue; sulla superficie di queste cellule ci sono milioni di IgE (gli anticorpi che reagiscono agli allergeni, le sostanze cui si è allergici). L'unione dell'allergene con le IgE produce uno stimolo che determina l'attivazione del basofilo e la liberazione di istamina e altre sostanze. Durante questo processo sulla superficie del basofilo compaiono delle molecole, che indicano l'attivazione della cellula; il BAT consente di evidenziarle. Il paziente deve semplicemente sottoporsi a un prelievo: il sangue verrà poi messo a contatto con l allergene "sospettato" di provocare un' allergia, che sarà rivelata dalla attivazione dei basofili. Mentre nelle classiche allergie, come quelle ai pollini, il nuovo test si può affiancare a metodi già disponibili (prove cutanee e RAST: esame sul siero del paziente per individuare la presenza di IgE specifiche verso un allergene), nelle reazioni avverse a farmaci potrebbe rivelarsi molto prezioso. Le reazioni allergiche di tipo immediato possono essere particolarmente pericolose: includono varie manifestazioni cliniche come shock anafilattico, orticaria, angioedema, rinite e asma bronchiale e sono causate principalmente da antibiotici beta-lattamici (penicilline, cefalosporine ecc.), miorilassanti e mezzi di contrasto. Per la maggior parte dei farmaci la presenza di un'allergia può essere dimostrata con certezza solo ricorrendo ad un test in vivo di "provocazione orale" che prevede l'assunzione, sotto controllo medico, di una dose infinitesimale del medicinale in questione, con possibili rischi per il paziente. Tale iniziativa mette in risalto, ancora una volta, il crescente interesse di Analisi Cliniche Cimatti, sia nell innovazione scientifica sia nell ampliamento delle indagini diagnostiche offerte. Infatti, soprattutto in campo allergologico, dove il paziente viene sottoposto a test in vivo, quali cutireazioni e test di esposizione controllata, si è reputato necessario migliorare l algoritmo diagnostico con la messa a punto del test di attivazione dei basofili con metodica citofluorimetrica che, essendo realizzato in vitro, non comporta alcun rischio per il paziente. Dott. guido cimatti Patologo clinico Direttore Tecnico analisi cliniche cimatti Viale Angelico 39-00195 Roma tel. 06 3720322 e-mail: cimattilab@analisicimatti.it web: www.analisicimatti.it Dott. gianni cimatti Medico Chirurgo 10

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salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 12 INTERVISTA IL LASER un arma contro la miopia Intervista al Prof. Jean Marc Vergati(*) Laser e miopie un binomio sempre più utilizzato per migliorare aspetto e vista Da oltre 30 anni si ricorre alla chirurgia refrattiva per correggere alcune patologie dell occhio. Oggi per curare la miopia, spesso si ricorre al trattamento laser. Per capire meglio vantaggi e rischi di questa metodologia, chiediamo lumi al prof Jean Marc Vergati. Nato a Macamic in Canada, il prof Vergati dopo la laurea presso l Università La Sapienza di Roma, si specializza in oftalmologia presso l Università di Tor Vergata. Numerosi sono i suoi stages e master seguiti in varie nazioni: Unione Sovietica, Spagna, Messico, Stati Uniti. Il prof. Vergati è docente della S.I.O.R. (Società Italiana di Chirurgia Refrattiva) e tra gli iniziatori della chirurgia refrattiva italiana. Ed uno dei primi esecutori mondiali di metodiche quali la cheratotomia radiale e curve, i trattamenti di PRk e LASEC per laser ad eccimeri e della cherato-mileusi, da cui, si svilupperà la LASIk. Prof. Vergati, in un epoca dove la rivalutazione dell aspetto fisico diventa esigenza comune, non da meno, per quanto riguarda gli occhi per eliminare la dipendenza di occhiali e lenti a contatto è divenuta essa stessa una priorità. Stiamo parlando del trattamento laser della 12

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 13 INTERVISTA miopia. In che cosa consiste questa macchina? Prima di rispondere alla sua domanda vorrei sottolineare come l'aspetto estetico sia solo una delle motivazioni che può spingere un paziente ad operarsi. Innanzi tutto va sottolineato che quando il vizio di vista è di valore medio od elevato (dalle 4 diottrie in su) l'occhiale fornisce immagini che saranno tanto più deformate, sopratutto in periferia, quanto maggiore è il vizio; per miopie elevate la visione diventa quasi tubulare (cioè buona al centro ma assolutamente deformata in periferia) rendendo difficili attività quotidiane quali la guida. In secondo luogo ci sono molti lavori in cui l'occhiale rappresenta un serio ostacolo (cuochi, panettieri, operai, fabbri ecc.). Infine non va sottovalutata la difficoltà ad eseguire attività sportive, specie quelle in cui si sudi o si sia a contatto con l'acqua. Questa parentesi è per sfatare l'assunto che chi si opera lo faccia solo per apparire più bello. Per rispondere alla sua domanda i laser ad accimeri sono una famiglia di apparecchiature che hanno una caratteristica comune: emettono radiazione ultravioletta alla lunghezza d'onda di 193 nanometri. Assodata questa peculiarità, i laser sono molto differenti sia per dimensione del fascio laser che emettono (da qualche millimetro a decimi di millimetro), sia per forma dello stesso fascio (da rettangolare a circolare) sia per la frequenza con cui questi fasci colpiscono l'occhio (da decine a centinaia di volte al secondo). Queste sono caratteristiche importanti che fanno si che alcuni laser ad eccimeri siano da preferire per il trattamento della miopia, altri per le ipermetropie, altri ancora per la pulizia di cicatrici corneali. Quali interventi sono eseguibili con il laser ad eccimeri? I laser ad eccimeri trovano la loro più frequente utilizzazione per trattamenti di vizi di vista quali la miopia, l'ipermetropia e l'astigmatismo. Possono, però, essere di enorme utilità per trattare patolgie della superficie oculare quali malattie dell'epitelio, cheratopatia a bandelletta (cioè depositi di calcio sulla cornea), cicatrici corneali da infezioni o da traumi ecc. Cosa sono le tecniche PRK e LASIK? A quelle che lei mi chiede aggiungerei la LASEk. Rappresentano 3 filosofie. Il LASEk per eseguire il suo lavoro deve essere utilizzato sulla cornea privata dell'epitelio. La PRk rappresenta il primo sistema utilizzato, più di 20 anni fa, per eseguire un trattamento laser: dopo aver instillato delle gocce di anestetico, il chirurgo rimuove l'epitelio manualmente, esegue il trattamento ed applica, alla fine, una lente a contatto direttamente a contatto del tessuto trattato. I sintomi postoperatori possono essere molto intensi: dolore, bruciore, lacrimazione e, sopratutto possono durare qualche giorno. Per ovviare a questi sintomi, circa 15 anni fa si è iniziata la metodica LASIk; essa consiste nel taglio, mediante un microcheratomo (una microscopica affettatrice), di uno strato di cornea dello pessore di circa 150-180 microns (circa 1/4 dello spessore totale) che viene sollevato ed al di sotto del quale viene effettuato il trattamento. Al termine dell'intervento il flap precedentemente sollevato, viene ridisteso sulla cornea trattata. E' un vero e proprio intervento chirurgico i cui vantaggi sono rappresentati dal ridotto dolore post operatorio e da un rapido recupero visivo. Ha, però, anche degli svantaggi ed a volte può essere rischioso. La LASEk,infine, rappresenta un'invenzione tutta italiana, oggi diffusissima a livello mondiale. Ha la caratteristica di avere molti dei pregi della LASIk senza però averne i difetti. La metodica consiste nello scollamento dell'epitelio come nella PRk; ma a differenza della vecchia metodica, l'epitelio viene conservato e ridisteso sulla cornea alla fine del trattamento; questo consente di proteggere la cornea da tutta una serie di sostanze che potrebbero irritare l'occhio (aria, polveri, citochine lacrimali, ecc.) ma ha anche il vantaggio rispetto alla LASIk di non indebolire la cornea. Quali rischi e inconvenienti per questi trattamenti? Dato per scontato che nelle migliori mani chirurgiche ed utilizzando il miglior laser si può avere, anche se ra- TECNICA PRK 13

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 14 INTERVISTA ramente, un piccolissimo residuo (dell'ordine di 0,50/ 0,75) va sottolineato come mai sia accettabile la comparsa di complicanze. L'intervento con laser ad eccimeri non è semplice, non viene eseguito passivamente dal laser; esso è l'insieme di un buon medico, di una buona programmazione chirurgica, di un buon laser e di un paziente con cornea sana e pupilla di dimensioni adeguate. Se tutti questi fattori sono presenti l'intervento è assolutamente sicuro e privo di rischi. Quali le differenze tra il trattamento per la miopia da quello per l ipermetropia o astigmatismo? Il trattamento per la miopia è il più vecchio. I primi laser, infatti, potevano trattare solo questo vizio di vista. Da metà degli anni 90 anche l'astigmatismo è entrato nel novero dei difetti corregibili anche se, i primi anni, i risultati non erano soddisfacenti. Fu grazie all'intuizione di un collega italiano che si riuscirono ad ottenere risultati decisamente migliori utilizando una metodica chiamata "cilindri crociati". Con questa tecnica l'astigmatismo viene operato suddividendo il trattamento in tanti sottotrattamenti (sempre, però, nella stessa seduta). Il trattamento dell'ipermetropia è l'ultimo arrivato. Questo dipende dal fatto che mentre nella miopia il laser deve lavorare al centro della cornea, nell'ipermetropia si deve trattare la sua periferia. Sembra un problema banale ma richiede laser che abbiano una grande energia ed un fascio estremamente omogeneo. Da 6 anni sono in commercio due laser che hanno permesso di superare tutti gli ostacoli che rendevano il trattamento poco prevedibile ed i risultati che stiamo ottenendo sono veramente esaltanti. Dopo i trattamenti di PRK e LASIK sono possibili regressioni da risultato? Le regressioni dipendono da tre fattori, tutti ampiamente prevedibili: - eseguire un trattamento su miopie in movimento. Il laser non ferma la miopia ma corregge quella attualmente presente. E', quindi, sempre buona norma attendere almeno un anno di stabilità del vizio di vista prima di operare. - eseguire un trattamento in pazienti che abbiano sospeso da poche ore o pochi giorni l'utilizzo delle lenti a contatto. Questo avviene perche le lenti possono deformare la cornea e nascondere una parte anche rilevante di miopia. E' indispensabile che il paziente si astenga dal loro uso per almeno 10 giorni. La topografia corneale, poi, ci dirà se la cornea presenta ancora impronte dovuro a schiacciamento delle lenti a contatt. Se ciò si verificasse è opportuno attendere il perfetto ripristino delle curvature corneali. - l'intervento ha determinato un eccessivo assotigliamento della cornea che, nel tempo, può sfiancarsi determinando un incremento di miopia. Anche questo evento è evitabile ricordandosi di mantenere uno spessore corneale di almeno 300 microns. Dopo questi trattamenti la miopia può ripresentarsi? E' molto raro che una miopia ferma per almeno 1-2 anni possa nuovamente muoversi. Di solito si assiste ad un aumento di miopia negli anziani dovuta a cataratta; ma ciò è assolutamente indipendente dal trattamento laser. Quale è l età migliore per sottoporsi all intervento? Il trattamento, a patto che la miopia sia ferma, può essere eseguito a qualunque età. Nella mia carriera ho operato ragazzi con forte astigmatismo di 14 anni ed anche anziani di 75-80 anni. In questo secondo caso si è trattato di pazienti operati di cataratta in cui era stato inserito un cristallino artificiale di potere sbagliato. Oggi i trattamenti laser sono migliori di quelli utilizzati anni fa? TECNICA LASIK 14

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.57 Pagina 15 INTERVISTA Certamente i laser ad eccimeri sono molto migliorati rispetto a quelli utilizzati negli anni 90. Le novità più rilevanti sono state l'introduzione di sistemi che consentono al fascio laser di seguire i movimenti dell'occhi (eye tracking) e la possibilità di eseguire trattamenti customizzati, ossia programmati sulla base dell'esame topografico. Questa innovazione ci ha consentito di trattare pazienti con patologie quali cheratocono o cicatrici corneali prima non affrontabili con alcuna metodica chirurgica. Quando si può dire di un buon risultato del trattamento laser? Il buon risultato è definibile come il raggiungimento delle aspettative che paziente e medico hanno stabilito prima dell'intervento. Ciò significa un netto miglioramento della visione naturale ma, sopratutto, l'assenza di disturbi o complicanze. L'autonomia visiva va sempre garantita ed è sempre raggiunta; ma autonomia non significa perfezione. Come spiegato in precedenza, infatti, piccoli residui (dell'ordine di 0,5/0,75) possono essere presenti quando non si abbia una cicatrizzazione standard. Quali esami occorre fare prima di intervenire con questa metodologia? Gli esami preoperatori rappresentano una fase fondamentale; essi hanno lo scopo di valutare curvature e spessore della cornea, dimensioni della pupilla, presenza o meno di difficoltà lacrimali, assenza di patologie che controindichino l'intervento. Un altro aspetto che reputo fondamentale nella valutazione sull'operabilità è l'attenta valutazione delle aspettative del paziente; richieste sproporzionate alle reali possibilità di un intervento mi spingono, a volte, a sconsigliare il paziente. Dando, infatti, per assodati quei requisiti di sicurezza e risultato che devono essere garantiti, l'oculista si trova a volte a dover fronteggiare richieste inesaudibili (quali la garanzia assoluta di un totale azzeramento del vizio, la scomparsa di sintomi quali l'occhio secco o la fotofobia, precedenti alla chirurgia), ecc. Si può eseguire una chirurgia refrattiva in età pediatrica e nei bambini? Come precedentemente accennato, nella mia casistica posso annoverare anche pazienti giovani. Ma sono casi eccezionali che vanno sottoposti a chirurgia solo nel caso non sussistano alternative. Mi spiego: un caso che ricordo è quello di un ragazzo di 10 anni, con un elevato astigmatismo monolaterale; il paziente non sopportava la lente a contatto, l'occhiale era talmente spesso da determinare importanti aberrazioni e distorsioni della vista e l'occhio era diventato molto pigro. Anche con la buona volontà e con il bendaggio l'occhio malato non riusciva a recuperare visione. La decisione di intervenire presa di comune accordo con i genitori fu avallata dal ragazzo, che aveva sempre dimostrato maturità e volontà. La maturità è un aspetto fondamentale in quanto l'intervento viene effettuato solo con anestesia in gocce e richiede la collaborazione del paziente. E' ovvio che con i pazienti più grandi è tutto più semplice, ma i risultati ottenuti nel caso raccontato furono davvero splendidi e ci ripagarono di tutte le ansie e le fatiche. La miopia è ereditaria? E vero che stare molto all aria aperta, soprattutto in campagna, protegge e migliora la vista soprattutto a bambini e ragazzi? Tutti i difetti di vista sono ereditari, cosi come la predisposizione ad ammalarsi di alcune patologie. Nonostante tutto quello che si sente comunemente non c'è alcun rapporto tra vizi di vista ed affaticamento visivo. Guardare il televisore od il computer, anche da vicino, leggere con poca luce, studiare molte ore, giocare al Game Boy possono, certamente stancare ed arrossare gli occhi ma non possono essere considerati causa di comparsa di vizio di vista. E' ovvio che, facendo un parallelo, che una lunga camminata sulla spiaggia possa stancare molto ma, sicuramente, non danneggia. Quali scenari per il futuro? Il futuro prossimo è già presente ed è rappresentato da 3 importanti novità: laser a femtosecondi con cui si possono effettuare i lembi della LASIk che prima si ottenevano con i microcheratomi; i laser customizzati, quelli in grado di trattare l'occhio sulla base della topografia, stanno diventando più affidabili ed efficienti, mentre grazie al trattamento di cross linking che si sono dimostrati in grado di arrestare i cheratoconi, anche i pazienti affetti da questa patologia possono essere sottoposti a trattamento con laser ad eccimeri. prof. Jean MaRc VeRgaTi (*) Medico Specialista in Oftalmologia Docente della S.I.O.R. (Società Italiana di Chirurgia Refrattiva) www.vergati.net Studio ostia: lidolaser Via Isole del Capoverde 308 - tel. 06.56339860 Studio Roma: Piazza Cola di Rienzo 86 - Roma - tel. 06.3207153 Ugenze: cell. 3337449368 15

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salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.58 Pagina 17 PSICOTERAPIA La sindrome da acquisto compulsivo Quando lo shopping diventa una malattia Si sa la nostra società è di tipo consumistico tanto che spesso si acquistano oggetti che a ben vedere non hanno una reale utilità. I modelli televisivi e gli spot pubblicitari incentivano un comportamento di questa natura visto che la maggior parte di noi ha, in diverse occasioni, acquistato un gadget, un paio di scarpe, una maglia o altro che sono rimasti nella loro bella confezione. Ma se un atteggiamento del genere accomuna la popolazione occidentale, esiste un limite oltre il quale il comportamento diventa una vera e propria patologia. Si tratta della sindrome da acquisto compulsivo che indica il desiderio irrefrenabile di fare acquisti. Ecco, infatti, come le persone affette da questo disturbo, soprattutto donne di giovane età, se inizialmente comprano per il piacere che si ricava da un nuovo acquisto, in seguito riportano uno stato di tensione crescente in cui il desiderio di comprare diventa un impulso incontenibile. L inutilità dell oggetto è talmente evidente che spesso viene buttato via o regalato originando un sentimento di colpa o di vergogna. I criteri diagnostici Non sempre è facile fare una diagnosi chiara e precisa della sindrome da acquisto compulsivo, visto che tale patologia prende le mosse da un comportamento normale e quotidiano. Per cui anche laddove la sindrome è presente, non si arriva a una vera e propria diagnosi se non dopo che essa abbia prodotto delle disastrose conseguenze economiche o disagi psicologici familiari piuttosto importanti. Un contributo importante, in questa direzione, ci è stato offerto dalla studiosa statunitense S.L. McElroy che propone i seguenti criteri diagnostici per delineare la linea oltre la quale lo shopping non può più essere considerato una quotidiana attività divenendo a tutti gli effetti un comportamento patologico. 1. La preoccupazione, l impulso o il comportamento del comprare non adattivi esperiti come irresistibili, intrusivi o insensati; comprare frequentemente al di sopra delle proprie possibilità oggetti inutili (o di cui non si ha bisogno), per un periodo di tempo più lungo di quello stabilito. 2. La preoccupazione, l impulso o l atto del comprare causano stress marcato, fanno consumare tempo, interferiscono significativamente con il funzionamento sociale e lavorativo o determinano problemi finanziari (indebitamento o bancarotta). 3. Il comprare in maniera eccessiva non si presenta esclusivamente durante i periodi di mania o ipomania. Di fatto, rispetto a quest ultimo criterio, possiamo osservare come si possano distinguere due tipi di consumo patologico. Il primo è la cosiddetta consumopatia abusiva, in cui l acquisto è un sintomo compensatorio di un disturbo psicologico, diverso dalla sindrome da acquisto compulsivo, come la depressione, il disturbo bipolare o altri disturbi dell umore o d ansia. Il secondo è la cosiddetta "consumopatia morbosa" o da dipendenza, contraddistinta da ripetuti acquisti dovuti a impulsi compulsivi incontrollabili. Come intervenire Vista la complessità del disturbo, è necessaria dapprincipio una dettagliata raccolta d informazioni. La diagnosi e le indicazioni preliminari vengono poste durante un primo colloquio psicologico. In seguito sono indagati lo sviluppo e le condizioni scatenanti e mantenenti il comportamento sintomatologico, per quindi continuare con il ricostruire il significato dell acquisto. Non di rado le pazienti arrivano da molteplici tentativi falliti di porre fine ai comportamenti compulsivi, da qui la necessità di stabilire immediatamente una solida alleanza e di lavorare sull autostima della paziente, contrastando in tal modo anche le frequenti e marcate angosce di dipendenza e di controllo della stessa. L intervento vero e proprio può prevedere due parti: la prima riguarda la normalizzazione del comportamento compulsivo. Questa fase si caratterizza per la discussione, in un clima accettante, del comportamento patologico e delle circostanze che lo accompagnano, di percezioni ed emozioni della settimana passata, se gli incontri sono a cadenza settimanale, con l impiego di un diario e di un piano settimanale delle attività da svolgere. La seconda parte della terapia riguarda il consolidamento dei cambiamenti terapeutici, il marcamento e l elaborazione del conflitto nonché il passaggio della funzione terapeutica alla paziente. Di fatto, se la paziente ha sviluppato sufficiente esperienza, motivazione e competenza, può continuare il lavoro da sola, senza un ulteriore aiuto terapeutico o in un gruppo di auto aiuto. Katia Carlini Psicologa e Psicoterapeuta 17 Anno I - n. 0 Mensile di informaz

salute più interno1/2011_layout 1 25/03/11 12.58 Pagina 18 AUDIOPROTESI Allarme danni acustici causati da rumore e musica ad alto volume UDITO FARM Sedi: Roma Corso Trieste 17b tel 0644292267 Terracina Via Traiano 15 tel 0773705173 Vengono scarsamente divulgate oggi quali siano le possibili conseguenze all udito quando si viene sottoposti ad elevate pressioni acustiche causate da rumore o da musica. Sono a rischio i nostri ragazzi che ignari di questo, spinti da un insaziabile fame di tecnologia sfoggiano in metro o in ogni ambiente, i nuovi Walkman o Ipod ascoltando la musica ad alto volume in cuffietta, immergendosi in un mondo tutto loro e rischiando anche di non sentire segnalazioni ambientali quali clacson o ambulanze. Rischiano anche quei ragazzi che si recano frequentemente in discoteca e soprattutto tutte le persone che vi lavorano. Capita sovente ormai nei nostri studi di esaminare ragazzi giovanissimi che hanno subito perdite uditive permanenti superiori del 50% paragonabili ad anziani di 90 anni che si sono sottoposti a volumi elevati di musica in modo continuativo. Una recente indagine ha misurato la percentuale di giovani con perdite uditive essere salita dal 18% del 1980 al 38% nel 2010. Anche se la musica, può essere piacevole, diventa causa di eventi dannosi quando il livello acustico a cui si è esposti è eccessivo; Si può incorrere infatti in danni uditivi ed extrauditivi da rumore. La vulnerabilità soggettiva è variabile e dipende oltre che dal volume sonoro anche dal tempo di esposizione. Infatti eventi dannosi possono essere causati o dal livello istantaneo eccessivo di rumore (petardo, reattore di un aereo) o da un esposizione protratta nel tempo ad un livello più basso di rumore (musica in cuffia, discoteca, vigile urbano in strada ) Ascoltare la musica molto alta per diverse ore provoca una temporanea diminuzione della capacità uditiva, torpore, deconcentrazione e l insorgere di strani sibili nell orecchio (acufeni); Tutto questo può essere anche uno dei possibili motivi insieme agli effetti dell alcool e all assunzione di droghe, di incidenti stradali all uscita dalle discoteche. Un altro rischio è quello di abituarsi all ascolto di musica ad alto volume che sommati a quelli dell aumentato inquinamento acustico delle nostre città può velocizzare il decadimento uditivo che già di per sé ha un suo decadimento fisiologico. L esposizione al rumore è la maggior causa di danni uditivi a livello mondiale e sono legati al livello sonoro ed al tempo di esposizione. Esporsi ad un livello sonoro di 80dB per 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, rappresenta senz altro un rischio per un possibile danno uditivo. Per chi lavora in ambienti con rumorosità di tale entità il regolamento dei paesi europei prevedono la necessità di utilizzare sistemi di otoprotettori (cuffie, tappi antirumore su misura) che rappresentano il metodo più semplice per proteggersi in un ambiente lavorativo rumoroso e che devono essere costantemente indossati durante tutta l esposizione. Questa precauzione non è sufficiente da sola se non in unione con altre soluzioni come ridurre il rumore del macchinario, ridurre il numero delle persone esposte ed alternare il numero dei lavoratori esposti in modo che il livello di esposizione in ambiente rumoroso non superi gli 80 db per un massimo di 8 ore lavorative. Per quanto riguarda la musica in cuffia, secondo la norma europea gli auricolari dei walkman non dovrebbe oltrepassare quello di 100 db. Ma questo limitazione di livello purtroppo non basta a preservare da possibili danni uditivi e se poi consideriamo che la maggior parte dei riproduttori audio portatili oltrepassa di gran lunga questo livello, ci possiamo rendere conto del conseguente Allarme Udito a carico dei giovani della nostra generazione! L Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di stare sotto ad un livello di inquinamento acustico ambientale di 65 db di giorno e di 55 db di notte (in Italia l inquinamento acustico medio si attesta sui 70 db di giorno e 65 db di notte). Il pericolo per l udito è rappresentato dalla pressione acustica esercitata sulla membrana timpanica e di conseguenza sulla coclea. La sensibilità al rumore è soggettiva ma è stato stimato che un soglia di rumore accettabile per non incorrere in danni uditivi deve essere inferiore ai 70 db, ma questo rappresenta un livello quasi mai rispettato. Le persone sottoposte a lungo termine ad un livello nocivo di rumore, all inizio non se ne rendono conto ma quando iniziano a rendersene conto è ormai troppo tardi perché il danno è divenuto Irreparabile. Infatti all inizio il danno acustico va a dan- 18 Febbr/Marzo Anno I - n. 0 2011 Mensile di informazione e prevenzione medica