PIEMONTE-KYOTO. Monitoraggio e analisi di politiche e interventi per l attuazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto in Piemonte [PTK_09-11]

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PIEMONTE-KYOTO Monitoraggio e analisi di politiche e interventi per l attuazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto in Piemonte [PTK_09-11] Sintesi descrittiva dell attività progettuale 2009-2011 Via Pomba, 23-10123 Torino, Italia Tel +39 011 5714750 - Fax +39 011 5714751 www.fondazioneambiente.org - info@fondazioneambiente.org

Premessa L attività progettuale descritta, svolta con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ha concluso nel 2011 il progetto Piemonte-Kyoto (PTK), avviato dalla Fondazione Ambiente T.Fenoglio (FA) nel 2006 con lo scopo di fornire al sistema piemontese strumenti di conoscenza e valutazione per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra posti agli Stati nazionali dal Protocollo di Kyoto, il cui periodo quinquennale (2008-2012) di attuazione scade il prossimo anno.. Per informazione sulle fasi precedenti del progetto si rinvia al documento di Sintesi della prima fase del progetto [PTK] http://www.fondazioneambiente.org/files/ptk/-[ptk]sintesi.pdf oltre alle relazioni scientifiche e alle presentazioni pubbliche disponibili nella pagina web del sito della FA http://www.fondazioneambiente.org/index.php?option=com_content&task=view&id=28 &Itemid=42 Contesto La rilevanza tematica generale del progetto in questi ultimi anni, anche se sostanzialmente trascurata nel dibattito e nelle agende politiche in ambito nazionale, ha acquistato nella realtà ancora maggio peso, in uno scenario globale sempre più preoccupante per quanto riguarda i rischi climatici condizionati dall aumento antropogenico di concentrazioni di gas ad effetto serra (ghg) nell atmosfera ( global warming ). Negli ultimi due anni in particolare si è acuito il contrasto tra la dinamica evolutiva del fenomeno (le emissioni di CO 2 nel 2010 - secondo l Agenzia Internazionale dell Energia - IEA - sono aumentate sino a toccare per la prima volta il livello record di 30 Gt.) e la effettiva disponibilità in sede politica ad affrontarlo con misure concordate di mitigazione, al di là del riconoscimento della sua urgenza. (dalla Conferenza di Copenhagen del dicembre 2009 i negoziati internazionali sull adozione di un nuovo sistema di regole in sostituzione di quelle in scadenza sono entrati in una fase di stallo senza prospettive di risultati soddisfacenti). Mentre i conflitti di punti di vista tra Paesi sviluppati, emergenti e poveri, e diverse condizioni geografiche, non trovano termini di composizione delle rispettive responsabilità e conseguenti impegni, il pianeta viaggia, in assenza di contromisure, verso la soglia di concentrazione di ghg (450 ppm), formalizzata (Conferenza di Cancun 2010) come limite non superabile per evitare che i rischi climatici diventino incontrollabili. La crisi finanziaria ed economica esplosa nel 2008 nei Paesi sviluppati, e tuttora in pieno svolgimento, ha peraltro determinato, con il rallentamento della produzione e dei consumi, anche una attenuazione delle emissioni, contribuendo in modo decisivo a far rientrare anche l Italia (in precedenza tra i Paesi tendenzialmente più inadempienti) vicino ai target (peraltro ormai insufficienti), del vigente Protocollo di Kyoto stipulato nel 1997. Nello stesso tempo tuttavia si riducono in tale quadro anche le capacità di investimento nelle innovazioni necessarie a garantire una strutturale conversione dei. Relazione descrittiva dell attività progettuale PTK 2009-2011 2

sistemi di produzione e consumo verso standard ambientalmente e climaticamente sostenibili. In questo contesto, cresce l urgenza a tutti i livelli territoriali di iniziative mirate al controllo e al miglioramento dei bilanci di gas serra delle attività umane, anche perché intrinseci indicatori di equilibrio economico e ambientale a livello locale pertanto garanzia di svliluppo duraturo e di benessere, in coincidenza con le finalità e gli obiettivi del progetto Piemonte-Kyoto. Attività Come dall inizio, le attività del progetto si sono divise anche in questa ultima fase temporale in due linee principali: Il miglioramento della capacità del sistema territoriale di monitoraggio complessivo delle emissioni nette, cioè calcolando anche i risultati di mitigazione dell effetto serra ottenuti dalla sottrazione di C dall atmosfera del comparto forestale (facoltà prevista dal Protocollo di Kyoto ed in effettti esercitata dall Italia) : mediante predisposizione di strumenti di inventario adeguati [PTK-Inv] La focalizzazione sul ruolo potenziale delle foreste nella mitigazione delle concentrazioni di gas serra, attraverso l analisi degli interventi selvicolturali più efficienti a valorizzarlo nel territorio regionale come fattore di sviluppo sostenibile del settore e del territorio. [PTK-For] La descrizione schematica delle attività mantiene perciò nel seguito, dove necessario, questa distinzione Contenuti Si rinvia ai rispettivi rapporti scientifici svolti per l esame di dettaglio dei risultati degli studi PTK-Inv Relazione finale Contributi all inventario delle emissioni di gas ad effetto serra in provincia di Cuneo [PTK-Inv-CN] http://www.fondazioneambiente.org/files/ptk/ptk-inv-cn_20110803.pdf PTK-For Relazione finale Bilanci CO 2 di progetti forestali in Piemonte [PTK-For-CO 2 ] http://www.fondazioneambiente.org/files/ptk/ptk-for-co2_20110803.pdf. Relazione descrittiva dell attività progettuale PTK 2009-2011 3

Sintesi PTK-For Questa parte del progetto Piemonte-Kyoto, sviluppata da F.A. in collaborazione con IPLA a partire dal 2006, si è posta come obiettivo l applicazione di analisi alla funzione di sequestro di CO2 atmosferica svolta dagli ecosistemi forestali e impianti arborei più rappresentativi nel territorio piemontese, con rilevamenti specifici e valutazioni costi-benefici degli effetti di diverse opzioni di gestione agri-selvicolturale. L esame è stato principalmente focalizzato sul confronto tra opzioni alternative di gestione, contrapponendo modelli più orientati al ricavo produttivo nel breve periodo, quindi con l accorciamento dei cicli e la massimizzazione degli assortimenti energetici, a modelli più orientati al miglioramento qualitativo delle risorse naturali, dei prodotti e dei servizi forestali nel medio-lungo periodo, ritenuti più sostenibili. Nell ambito del progetto complessivo è stata istituita a livello piemontese una rete di misura e monitoraggio volta ad individuare in quale entità differenti superfici forestali (o di arboricoltura) contribuiscano all assorbimento del carbonio atmosferico. In particolare sono stati confrontati casi di: 1. foreste gestite appartenenti a differenti categorie forestali (robinieti, castagneti, faggete, lariceti, querceti) confrontando differenti opzioni selvicolturali 2. afforestazione (nuovi impianti arborei) con differenti caratteristiche e finalità (arboricoltura da legno a ciclo medio-lungo, breve, short rotation forestry, impianti con finalità bosco, imboschimenti per recupero ambientale) 3. colonizzazione naturali di superfici ex pascolive (acero-tiglio-frassineti, ontaneti di ontano verde) Per la determinazione degli stock di carbonio si è proceduto con l applicazione sito-specifica della metodologia IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), prendendo in esame i cinque tipici serbatoi di accumulo (pool) forestali identificati dalle linee guida IPCC Good Practice Guidance for land use, land- use change and forestry, 2003 (LuLucF GPG) cioè biomassa epigea, biomassa ipogea, necromassa, lettiera, suolo, ma contemporaneamente considerando il ruolo di accumulo (non ancora ufficialmente riconosciuto) dei prodotti legnosi durevoli. Per ciascun caso di studio i rilevamenti e relative elaborazioni hanno riguardato, a scopo di confronto, parcelle diverse per situazioni colturali e opzioni gestionali (selvicolturali). Al fine di svolgere un adeguato bilancio CO2 delle diverse opzioni, si è quindi proceduto ad una estrapolazione temporale (prossimi 50 anni) dei dati ottenuti, che ha permesso un confronto sulla variazione dei serbatoi di carbonio negli ecosistemi esaminati in periodi medio-lunghi, risultato del saldo tra gli assorbimenti legati alle fasi di crescita delle fitocenosi e le emissioni rappresentate dai prelievi selvicolturali. Le analisi hanno seguito un duplice profilo: emissioni prodotte, assorbite o evitate, cioè mediante: la variazioni di accumulo di C nell ecosistema; gli effetti sul bilancio delle emissioni nette dall utilizzo dei prodotti legnosi come combustibili alternativi a quelli fossili (gas naturale) o come materiale d opera È stato infatti preso in considerazione anche il destino dei materiali legnosi fuori foresta, distinguendo tra assortimenti a destinazione energetica e a prodotti legnosi durevoli. Il primo profilo, svolto in tutti casi e fondamentale per caratterizzare la neutralità della biomassa ricavata per uso energetico, è rappresentato come l incremento o la riduzione media dello stock di C nel periodo considerato rispetto all anno zero, ed è espresso come la corrispondente. Relazione descrittiva dell attività progettuale PTK 2009-2011 4

quantità di emissioni CO2 sottratte o aggiunte annualmente all atmosfera, nell osservanza delle regole internazionali di contabilizzazione inventariale. L indicatore (tco2/ha/anno) stimato ha consentito di valutare immediatamente in modo omogeneo i vari casi a confronto. Si è osservato che i modelli di ceduazione tradizionale (su robinieti, castagneti e faggete) hanno nell arco temporale considerato un bilancio CO2 di segno +, cioè sono fonti di emissioni, mentre i corrispondenti modelli di gestione sostenibile con trattamenti selettivi, mantenendo mediamente in equilibrio il saldo tra incrementi e prelievi, conservano alla fine del periodo l assetto iniziale realizzano la parità di bilancio CO2, e così assicurando la effettiva neutralità della biomassa prodotta. Per apprezzare meglio i valori assoluti dell indicatore, si sono evidenziati i risultati di assorbimento medio annuo realizzati da formazioni spontanee su suoli prato-pascolivi abbandonati (acero-tiglio-frassineti e ontaneti di ontano verde) e da impianti artificiali su suoli es agricoli con finalità bosco, arboricoltura o produzione di biomassa. Il secondo profilo sopra indicato ha considerato l effetto addizionale sul bilancio CO2 dell accumulo di C conservato nei prodotti legnosi durevoli che può migliorare ulteriormente le prestazioni climatiche di quelle opzioni gestionali che prevedono tale destinazione per una quota più o meno rilevante della ripresa. Per quanto riguarda invece il ruolo della ripresa destinata a scopo energetico, si deve notare che, sempre nell arco di 50 anni, l effetto di emissioni evitate mediante sostituzione di gas naturale con legna come combustibile, soltanto in alcune condizioni (come nel caso esaminato del castagneto) riesce a invertire il segno del risultato di bilancio emissivo, ottenendo un saldo di riduzione complessiva. A tale risultato contribuisce, oltre che l incremento avvenuto dopo l ultimo taglio, anche la migliore efficienza di trasformazione energetica prevista in questo caso (centrale termica a cippato, anziché l impianto domestico alimentato a legna in tronchetti). Viceversa nel caso del robinieto e della faggeta, l uso energetico della biomassa in forma di legna da ardere, meno efficiente (anche se più redditizia per il produttore) - registra alla fine un aumento di emissioni. I risultati della analisi integrata forestale ed energetica confermano e precisano quanto sia decisivo mantenere nel tempo l equilibrio del C accumulato in foresta per colmare il gap iniziale tra emissioni rilasciate ed evitate. Dallo studio si ricavano in conclusione chiare indicazioni favorevoli alle opzioni selvicolturali sostenibili, anche solo considerando il mero obiettivo climatico del miglioramento dei bilanci di gas serra, e non anche tutti gli altri benefici indiretti, di natura non economica, che il miglioramento della gestione forestale apporta al sistema locale (co-benefits). Come atteso, le criticità per queste opzioni emergono invece sul piano della sostenibilità economica, con ricavi produttivi che risultano inferiori per quantità e valore attualizzato nelle opzioni sostenibili, oltre a costi di investimento e di esercizio superiori rispetto alle opzioni correnti. Il contributo informativo conclusivo dello studio è perciò consistito, sotto quest ultimo profilo nell indicare caso per caso il prezzo ( /tco2) del beneficio addizionale di C delle opzioni sostenibili adeguato a colmare il divario di competitività rispetto alle opzioni correnti prese a riferimento. I risultati forniscono indicazioni significative nella valutazione degli strumenti di remunerazione, siano essi di mercato (crediti di carbonio) o di sussidio pubblico, eventualmente previsti per promuovere l effettivo sviluppo di gestioni sostenibili.. Relazione descrittiva dell attività progettuale PTK 2009-2011 5

Valutazioni Risultati La qualità e il carattere innovativo delle analisi svolte, apprezzate dai soggetti che hanno partecipato o assistito al loro svolgimento, forniscono rilevanti elementi di valutazione strategica a decisori e operatori locali, in conformità alle finalità essenziali della FA. La tempistica della loro conclusione e diffusione si presta bene nell aggiungere significato al lavoro svolto, cadendo in pieno nel corso di un passaggio decisivo dell evoluzione delle politiche energetiche e ambientali in atto a tutti i livelli. Non solo in sede internazionale, come accennato nel paragrafo introduttivo, ma anche europea e nazionale, e in un quadro regionale caratterizzato dalla predisposizione di criteri e strumenti di attuazione alle nuove normative in tema di energie rinnovabili, tra cui le biomasse hanno un ruolo potenziale prioritario, ma nello stesso tempo forti complessità di pianificazione e criticità di applicazione.. PTK-Inv In particolare la fotografia di insieme realizzata dal lavoro inventariale alla scala locale sulle emissioni di gas ad effetto serra, con le opportunità di informazione e valutazione consentite da questo approccio, rappresenta per il sistema territoriale una ricaduta tanto più notevole, in quanto proprio in questo periodo si stanno affrontando i confronti tra le Regioni per la ripartizione degli obiettivi nazionali di riduzione. PTK-For Le analisi svolte in ambito forestale forniscono una esemplificazione quantitativa dei bilanci costi/benefici (trade-off) di alternative gestionali che possono avere ricadute notevoli sull assetto del settore forestale regionale, anche qui in una fase critica in cui sono in discussione a tutti i livelli, da quello internazionale e a quello locale, e in fase di decisione le strategie dei prossimi anni, ma con effetti sui prossimi decenni, date le caratteristiche naturali dei boschi,. Diffusione Questi argomenti sono al centro del convegno che la FA e la Camera di Commercio di Torino hanno organizzato a Torino il 17 novembre 2011 Sostenibilità ed efficienza dell energia da biomasse in Piemonte. http://www.fondazioneambiente.org/index.php?option=com_content&task=view&id=28 5&Itemid=30 Prospettive Sviluppi PTK-Inv Il quadro assai critico della finanza pubblica sembra decisamente escludere al momento la possibilità di avviare iniziative di replicazione e sviluppo in altre province. Relazione descrittiva dell attività progettuale PTK 2009-2011 6

dell esperienza svolta dal progetto PTK con il lavoro di composizione inventariali sulle emissioni di gas serra, svolta infatti anche a finalità dimostrative in provincia di Cuneo. E invece interessante osservare che alcuni approfondimenti, come quelli svolti nello studio PTK-Inv-CN, svelano crititicità ( e quindi anche opportunità di intervento) di grande rilevanza per le politiche e le strategie locali. Ne sono esempi il settore del riscaldamento domestico a legna, interessato negli ultimi anni da una crescita decisa, anche se in buona misura sotto traccia e pertanto poco conosciuta nei flussi di approvvigionamento e nelle caratteristiche di efficienza energetica e ambientale (oltre che climatica); o le filiere agro-energetiche attualmente orientate ad un uso delle risorse, a trasformazioni energetiche e gestioni dei residui di dubbia, rispettivamente, sostenibilità, efficienza e compatibilità con le componenti dell ambiente locale. Modelli di gestione e tecnologie alternative a confronto con quelle correnti rappresentano pertanto un opportunità di studio, promozione e, in un nuovo quadro di incentivi, investimento, su cui la stessa FA si sta impegnando per il prossimo futuro. PTK-Fot Alla stessa stregua le ipotesi innovative di gestione forestale, in una direzione complessivamente più equilibrata tra le diverse funzioni boschive, e dunque sostenibile, traggono dai risultati delle analisi svolte indicazioni di una potenziale remunerazione alternativa, e perciò vengono prese in considerazione con sempre maggiore interesse nel settore. Una applicazione sperimentale di piani forestali orientati in questa direzione è oggetto di uno studio dimostrativo che la FA, con il contributo a co-finanziamento della FCRT, sta avviando in aree forestali di proprietà prevalentemente pubblica situate in diverse fasce altimetriche della Regione Piemonte (progetto FORCREDIT). Le attività progettuali riguardanti il settore forestale qui descritte sono state riconosciute nel quadro della celebrazione mondiale delle Nazioni Unite 2011 - Anno Internazionale delle Foreste. Relazione descrittiva dell attività progettuale PTK 2009-2011 7