AUTONOMIA DELLA SCIENZA METODO PROCESSO COSMOLOGIA

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METODO AUTONOMIA DELLA SCIENZA COSMOLOGIA PROCESSO

METODO Il metodo galileiano è il cosiddetto metodo sperimentale, ossia un insieme di processi di tipo razionale ed empirico. Per questa ragione è un metodo del tutto innovativo, poiché è comprensivo e sintetico di precedenti proposte. Esso consta di cinque fasi: 1- Osservazione del fenomeno (empirica) 2- Misurazione del fenomeno (empirico-razionale) 3- Formulazione dell ipotesi (razionale) 4- Verifica dell ipotesi (empirico-razionale) 5- Formulazione della legge (razionale)

OSSERVAZIONE DEL FENOMENO Nella lettera a Cristina di Lorena, Galileo scrive: Pare che quello degli effetti naturali che la sensata esperienza ci pone dinanzi agli occhi, non debba in conto alcuno esser revocato in dubbio. Questo passo è altamente significativo poiché in esso Galileo ha racchiuso la strada effettivamente seguita nelle sue scoperte. Con l espressione sensata esperienza, egli ha voluto evidenziare il momento osservativo-induttivo della sua scienza, in cui ci si sporca le mani per osservare il fenomeno.

MISURAZIONE DEL FENOMENO In questa fase si ha un approccio sia di tipo empirico che di tipo razionale, poiché una volta misurato il fenomeno bisogna effettuare un attenta analisi dei dati. Ma le prime due fasi non erano sempre realizzabili, così nacquero laboratori atti a riprodurre artificialmente la situazione più propizia per lo studio di un determinato fenomeno.

FORMULAZIONE DELL IPOTESI Questa è la fase intermedia ed è anche la più importante, poiché, basandosi sui risultati delle precedenti fasi, si dovrà formulare l ipotesi che dovrà poi esser dimostrata.

VERIFICA DELL IPOTESI La verifica di ciò che si è ipotizzato avviene attraverso due momenti che si ripetono ciclicamente: osservazione (empirico) ed esperimento (razionale). A questo punto possono succedere due cose: che ciò che si era ipotizzato si verifica continuamente (si passa alla quinta fase) o, viceversa, che non si verifica e così bisognerà tornare indietro sino alla terza fase per riformulare l ipotesi.

FORMULAZIONE DELLA LEGGE Una volta dimostrata l ipotesi si passa alla quinta fase, ossia la formulazione della legge. HOME

AUTONOMIA DELLA SCIENZA Il primo risultato storicamente decisivo dell opera di Galileo è la difesa dell autonomia della scienza. La Controriforma aveva stabilito che ogni affermazione ed ogni forma di sapere dovesse sottostare alle Sacre Scritture, nella precisa interpretazione che ne aveva fornito la Chiesa cattolica. Galileo, scienziato e uomo di fede, pensa invece che una tale posizione avrebbe ostacolato il libero sviluppo del sapere e così nelle cosiddette lettere copernicane affronta il problema del rapporto tra scienza e fede. La natura (oggetto della scienza) e la Bibbia (base della religione) derivano entrambe da Dio, quindi non possono oggettivamente contraddirsi fra di loro. Eventuali contrasti fra verità scientifica e verità religiosa sono quindi solo apparenti e vanno risolti rivedendo l interpretazione della Bibbia.

AUTONOMIA DELLA SCIENZA HOME In conclusione, se la Bibbia è arbitra nel campo etico-religioso, la scienza è arbitra nel campo delle verità naturali, in relazione alle quali non è la scienza che deve adattarsi alla Bibbia, ma viceversa, l interpretazione della Bibbia deve adattarsi alla scienza. (clicca sullo schermo per visualizzare il flusso logico) la BIBBIA libro scritto in lingua popolare DIO parla tramite la NATURA libro scritto in lingua matematica La Bibbia è finalizzata alla salvezza ed è arbitra in campo etico-religioso La scienza è finalizzata alla conoscenza ed è arbitra in campo naturale

COSMOLOGIA Galileo aveva intuito la verità del copernicanesimo sin dall inizio dei suoi studi. In seguito, grazie all uso del telescopio, che gli permetteva di scrutare i vasti spazi del cielo con più acuta vista, egli pervenne a delle scoperte, le quali rappresentano al tempo stesso la verifica empirica del copernicanesimo ed il colpo decisivo alla vecchia cosmologia aristotelico-tolemaica, fondata sul dualismo fra cieli e terra. Il cannocchiale Le macchie solari Le fasi di Venere I pianeti medicei Le macchie lunari

Il cannocchiale Il fatto che Galileo non avrebbe potuto rivoluzionare l astronomia senza il cannocchiale è una manifestazione dell importanza assunta dagli strumenti d osservazione nel corso della rivoluzione scientifica ed una prova ulteriore della convergenza, da essa promossa, fra sapere e tecnica. Nel Saggiatore Galileo scrive che, venuto a conoscenza del fatto che un olandese aveva presentato un occhiale mediante cui le cose lontane si vedevano così perfettamente come se fossero state molto vicine, aveva proceduto, grazie a deduzioni teoriche, a costruirne uno per proprio conto, all inizio poco capace e poi così potente da riuscire ad ottenere immagini mille volte più grandi.

I pianeti medicei Aristotele credeva che soltanto la terra, essendo immobile, fosse centro di moti astrali e che un corpo in movimento nello spazio non potesse costituire un nucleo di movimento per altri corpi. Invece Galileo scopre i quattro satelliti di Giove, battezzati pianeti medicei, che compivano attorno ad esso movimenti analoghi a quelli che la luna compie attorno alla Terra. Per cui se Giove ruota insieme ai propri satelliti attorno a sole, come suppone Copernico, nulla vieta di pensare che anche la Terra, con il suo satellite, possa ruotare intorno al sole.

Le macchie solari La cosmologia tolemaica sosteneva che i corpi celesti, essendo perfetti, fossero incorruttibili e non soggetti al divenire. Questa convinzione era già stata messa in dubbio, ma è soltanto con Galileo che riceve il suo colpo di grazia su base sperimentale. Infatti, grazie all uso del telescopio, lo scienziato toscano scoprì macchie oscure sulla superficie solare, che si formavano e scomparivano, dimostrando clamorosamente come anche i corpi celesti fossero soggetti a fenomeni di alterazione e mutamento.

Le fasi di Venere Nell antichità e nel medioevo si era sempre creduto che soltanto la Terra fosse un corpo opaco, illuminato dal sole e privo di luce propria. Invece la scoperta galileiana delle fasi di Venere, inducendo a pensare che tale astro ricevesse la luce dal sole girandovi attorno, offriva lo spunto per ritenere che tale spiegazione fosse valida anche per gli altri pianeti, tenebrosi per natura e illuminati esclusivamente dal sole.

Le macchie lunari Tradizionalmente si riteneva che la luna, analogamente agli altri corpi celesti e a differenza della Terra, fosse rivestita da una superficie liscia e levigata. Invece le osservazioni telescopiche di Galileo mostrano come molte delle macchie scure su di essa siano ombre proiettate dalle montagne lunari sotto effetto della luce del sole, e come la superficie della luna sia quindi rugosa e ricoperta, come la Terra, di prominenze e valli. HOME

PROCESSO Dopo anni di silenzio pubblico sul copernicanesimo, nel 1632 Galileo pubblicò il Dialogo, ricorrendo allo stratagemma di presentare in maniera obbiettiva i due più grandi sistemi astronomici della storia. Dopo appena sei mesi dalla pubblicazione per Galileo cominciano i guai: il Papa si sentì molto offeso, sia perché il suo argomento teologico era stato sostenuto dallo sciocco Simplicio, sia perché ebbe l impressione di essere stato preso in giro da un amico. Il 20 gennaio 1633 Galileo dovette partire per Roma, iniziava il famoso processo

PROCESSO L accusa più forte contro Galileo era di aver trasgredito il precetto del 1616 che gli vietava di insegnare o difendere la dottrina di Copernico. Trovandosi a malpartito e senza testimoni, pensò di aggirare le manovre degli inquisitori, sostenendo, con un ingenua quanto plateale bugia, che nel Dialogo non aveva affatto inteso insegnare il copernicanesimo, anzi aveva provato a dimostrare la sua erroneità. Ma nessuno credette alle sue parole, così dopo un altro interrogatorio, gli inquisitori emisero la loro definitiva sentenza: Dichiariamo che tu, Galileo suddetto, per le cose dedotte in processo e da te confessate, ti sei reso a questo S. Off. veementemente sospetto d eresia siamo contenti, pur che prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti di noi abiuri.

PROCESSO Nello stesso giorno, Galileo, in ginocchio davanti ai cardinali della Congregazione, pronunciò la sua abiura del copernicanesimo: con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li suddetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla S. Chiesa. (Galileo) HOME Fine