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Transcript:

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTÁ DI ARCHITETTURA Laurea Magistrale in Architettura Lezioni del corso di IMPIANTI TECNICI 2011-1212 Cenni su concetto di comfort e sua percezione Docente: Prof. Ing. SALVATORE MURA

Lo stile di vita consolidato porta l essere umano a trascorrere buona parte del suo tempo all interno di ambienti confinati. Ciò determina la necessità di creare all interno di questi un microclima artificiale che ne consenta la piena e soddisfacente fruizione. If fattori itermo igrometrici i i caratterizzanti ti uno spazio confinato possono identificarsi come di seguito:

Le caratteristiche termo fisiche del involucro involucro, Le eventuali sorgenti intere di calore e vapore, Le condizioni climatiche esterne, La presenza o meno di impianti di climatizzazione, la loro tipologia e le relative modalità funzionali.

Prima di parlare di comfort si vogliono caratterizzare i due elementi citati; ovvero l essere umano e l ambiente confinato che lo circonda. L essere umano dal punto di vista termodinamico può essere assimilato ad una macchina termica.

Infatti attraverso processi ossidativi dei cibi introdotti, trasforma l energia chimica di questi in altre forme di energia necessarie alla vita (energia muscolare, calore, riserve). Tutto ciò viene definito flusso metabolico.

Il metabolismo M può essere espresso in [W/m 2 ] con riferimento all unità di superficie corporea. Condizione essenziale per la vita dell essere essere umano è la sua capacità di mantenere costante nel tempo il valore della sua temperatura interna corporea al variare delle condizioni esterne. Tale condizione i detta di omeotermia è caratterizzato dal valore di circa 37 ± 0,5[ C] per il nucleo centrale sede degli organi vitali.

Tale condizione, dal punto di vista termodinamico corrisponde ad una variazione nulla dell energia interna del corpo. Variazioni positive di energia interna tenderebbe ad incrementare il valore della temperatura corporea, variazioni negative porterebbero ad una riduzione della stessa. Stante la necessità dell omeotermia il corpo umano reagisce a queste variazioni mediante il proprio sistema di termoregolazione

Figura 1a

Le condizioni di equilibrio omeotermo sono mantenute da meccanismi di termoregolazione del tipo: a) Naturale o involontario Regolazione vasomotoria o fisiologica. L insieme delle reazioni spontanee del corpo umano alle variazioni di temperatura interna. Qualora la regolazione vasomotoria, modificazione involontaria del flusso sanguigno g periferico superficiale, non sia sufficiente a garantire i necessari scambi interviene un secondo livello di carattere comportamentale: Sudorazione do comparsa di brividi.

b) Volontaria o artificiale Al variare della temperatura interna volontariamente il soggetto decide di aumentare o ridurre l attività fisica oppure di modificare il proprio p abbigliamento, variando così l intensità degli scambi termici fra corpo ed esterno. In alternativa a ciò si può ricorrere alla creazione di un microclima artificiale ricorrendo all impiego degli impianti di climatizzazione.

Il sistema di termoregolazione interviene al fine di eguagliare g anche il valore dell'energia termica e meccanica interna al corpo (metabolismo) e l insieme degli scambi di calore e lavoro che avvengono tra il corpo e l'ambiente circostante. Ciò in relazione all'attività svolta. L'azione del sistema di termoregolazione attraverso i suoi meccanismi determina la sensazione percepita di freddo o di caldo. Da questa considerazione deriva che le grandezze che determinano le sensazioni termiche sono quelle che danno luogo agli scambi di calore tra ambiente e corpo umano.

Da quanto detto deriva che il corpo umano è assimilabile ad un sistema termodinamico che scambia calore con l'esterno. e di cui è possibile definire un bilancio energetico del tipo:

S = M L Eresp C resp -Ev C R K Dove: S = rappresenta la variazione dell'energia corporea unita di tempo M = quantità di energia prodotta per attività metaboliche l'unità di misura del metabolismo è il met. Espresso secondo le unità SI, il valore di 1 met corrisponde a 58 [W/m 2 ], L = rappresenta il lavoro scambiato dal corpo con l'esterno nell'unità di tempo. È espresso in [W] watt E resp = potenza termica dispersa con la respirazione come calore latente [W] C resp = potenza termica dispersa con la respirazione come calore sensibile [W] E v = potenza termica scambiata per evaporazione del sudore sulla superficie della pelle [W] C = potenza termica sensibile scambiata per convezione tra il corpo e l aria che lo circonda [W] R = potenza termica sensibile scambiata per irraggiamento tra il corpo le superfici in dipendenza della temperatura a cui si trovano che definiscono lo spazio confinato [W] K = potenza termica sensibile scambiata per conduzione [W]

Figura 1b

Figura 1c [1]

Dall'esame dei termini del bilancio termico figura 1b risulta che lo Stato termico del corpo umano è influenzato da quattro parametri fisici ambientali: 1) temperatura dell'aria che lambisce il corpo [ta] 2) velocità con la quale l'aria impatta sul corpo [V] 3) umidità relativa dell'aria ambiente [UR%] 4) temperatura media radiante [t m rad]

UNI 7730 - riportate come da tabella di pag. 5 del testo di Antonio Carbonaro 17 con termo Due parametri relativi al singolo individuo 1) metabolismo del singolo nel rapporto alla propria attività fisica (M) 2) resistenza termica degli indumenti indossati (clo) I primi quattro parametri identificati riguardano quindi l'ambiente lambiente fisico, spazio sconfinato, all'interno del quale vivere uomo.

Da lavoro Abbigliamento I cl (clo) I cl (m 2 C/W) Mutande, tuta da lavoro, calzini, scarpe 0.70 0.110 Mutande, camicia, pantaloni, calzini, scarpe 075 0.75 0115 0.115 Mutande, camicia, tuta da lavoro, calzini, scarpe 0.80 0.125 Mutande, camicia, pantaloni, giacca, calzini, scarpe 0.85 0.135 Mutande, camicia, pantaloni, grembiule, calzini, scarpe 0.90 0.140 Biancheria intima a maniche e gambe corte, camicia, pantaloni, giacca, calzini, scarpe 1.00 0.155 Biancheria intima a maniche e gambe corte, camicia, pantaloni, tuta, calzini, scarpe 1.10 0.170 Biancheria intima a maniche e gambe corte, camicia, pantaloni, giacca, giacca con imbottitura pesante, tuta, calzini, scarpe Biancheria intima a maniche e gambe lunghe, giacca termica e pantaloni, giacca termica per l esterno e pantaloni, calzini, scarpe 1.85 0.285 2.20 0.340 Giornaliero Slip, maglietta, pantaloncini, calzini leggeri, sandali 0.30 0.050 Slip, camicia a maniche corte, gonna, calze, sandali 0.55 0.080 Mutande, camicia, pantaloni leggeri, calzini, scarpe 0.60 0.095 Slip, sottoveste, calze, abito, scarpe 0.70 0.105 Slip, camicia, gonna, maglione a girocollo, calzettoni spessi al ginocchio, scarpe 0.90 0.140 Slip, camicia, pantaloni, giacca, calzini, scarpe 1.00 0.155 Slip, blusa, gonna lunga, giacca, calze, scarpe 1.10 0.170 Biancheria intima a maniche e gambe lunghe, camicia, pantaloni, maglione con scollo a V, giacca, calzini, scarpe 130 1.30 0200 0.200 Biancheria intima a maniche e gambe corte, camicia, pantaloni, gilet, giacca, cappotto, calzini, scarpe 1.50 0.230

Maglieria intima Capo di abbigliamento Slip 0.03 Maglia a maniche corte 0.09 Maglia a maniche lunghe 0.12 Camicie I cl (clo) Leggera, a maniche corte 0.15 Leggera, a maniche lunghe 0.20 Di flanella, a maniche lunghe 0.30 Pantaloni Corti 006 0.06 Leggeri 0.20 Normali 0.25 Abiti gonne Gonna leggera (estiva) 0.15 Gonna pesante (invernale) 0.25 Abito leggero, a maniche corte 0.20 Abito invernale, a maniche lunghe 040 0.40 Maglioni Gilet 0.12 Maglione leggero 0.20 Maglione pesante 0.35

Giacche Capo di abbigliamento I cl (clo) Giacca leggera (estiva) 0.25 Giacca pesante (invernale) 0.35 Accessori Calzini 0.02 Calzini pesanti lunghi 0.10 Calze di nylon 0.03 Scarpe (suola sottile) 0.02 Scarpe (suola spessa) 0.04

Questa teoria si basa sullo studio delle risposte circa 1300 individui considerati come soggetti passivi all'interno di ambienti circoscritti e climatizzati. Le seguenti equazioni rappresentano le altre due condizioni sufficienti per definire le condizioni di benessere E v =0,42 (M-58,15) [W/m 2 ] potenza dispersa per sudorazione T sk = 35,7 0,0372 M [ C] temperatura della pelle

Gli indici di con forza introdotti dal Fanger sonno il PMV (predicted mean vote) ed il PPD (predicted Percentage of Dissatisfied) l'indice globale di benessere termico PMV esprime il valore medio dei voti di un campione significativo di soggetti in una scala sensazioni termiche a sette punti compresa in un intervallo da -3 a +3. il PMV pertanto esprime la sensazione termica percepita in quel determinato ambiente da un soggetto sano dotato di media sensibilità.

L'indice di comfort PMV funzione delle sei variabili di cui sopra PMV = f(ta, V, U.R., T m.rad, M, clo) di fatto non tiene conto di alcuni aspetti che alla luce di nuove conoscenze appaiono di sicuro interesse. Fra questi: a) il clima esterno in relazione alla localizzazione dell'involucro da abitare (conoscenza del luogo), b) il comportamento dell'involucro in riferimento alle condizioni climatiche esterne (contestualizzazione col resto), c) il profilo energetico dell'utente (sono economici, culturali),

Al modello di comfort proposto dal Fanger, che vede l'individuo come un soggetto passivo all'interno di un ambiente confinato dotato di un impianto di climatizzazione e ventilazione, si affianca il modello di comfort adattativo che vede l'individuo come artefice attivo in relazione diretta con l'ambiente confinato che lo circonda. Alla base del concetto di comfort adattativo si pone il presupposto che l'individuo, forse inconsciamente, svolga un ruolo attivo nella definizione del microclima che lo circonda e che genera in sé la sensazione di comfort. Ciò si concretizza con un processo di graduale adattamento ottenuto attraverso una riduzione delle reazioni individuali di termoregolazione descritte in figura 2.

Secondo l'ashrae il comfort è quel particolare stato della mente che esprime soddisfazione con l'ambiente circostante. Ancora, considerando le complesse interazioni di scambio termico tra corpo e ambiente, lo si può definire come quella piacevole sensazione di equilibrio fra corpo e ambiente circostante. Ovvero all'interno degli ambienti confinati non si avvertono sensazioni di caldo in estate né sensazioni di freddo in inverno. Gli ambienti moderni così come progettati e con la corretta dotazione impiantistica simulano abbastanza bene le condizioni previste dal Fanger. (Impianti fully mechanically, controlled)

Gli indici di comfort PMV e PPD risultano facilmente calcolabili in funzione delle quattro variabili ambientali e delle due soggettive. Le modalità costruttive degli difficili residenziali fino all'introduzione della componente impiantistica erano tese a costituire uno schermo che, integrando con le condizioni climatiche esterne del luogo, consentisse un livello di comfort interno accettabile.

Probabilmente si potrebbe affermare che i progettisti ed i costruttori dei tempi citati, siano stati i precursori dell'adaptive approach al comfort tenendo ben presente il comportamento dell'uomo nei confronti delle sollecitazioni termiche dovute alle mutabili condizioni climatiche esterne, mitigandole attraverso le prestazioni dell'involucro. Oggi tali edifici verrebbero definiti "a controllo climatico naturale". Campagne di misura in situ effettuate da de Dear e Brager in edifici a controllo climatico naturale ed edifici a controllo climatico meccanico hanno evidenziato come un insieme di fattori di adattamento (fisiologico comportamentale è psicologico) influenzino la sensibilità del soggetto alla condizione climatica percepita. In tal senso si parla di comfort adattativo.

- L adattamento fisiologico, in relazione al tempo di permanenza in ambienti caratterizzati da certe condizioni climatiche, comporta una crescente tollerabilità alle stesse. - L'adattamento comportamentale è rappresentato dall'insieme di azioni che il soggetto attua al fine di modificare il proprio bilancio energetico. (modifica dell'abbigliamento, modifica della propria attività fisica, interagisce con l'impianto di climatizzazione). Infine l'adattamento psicologico attiene al bagaglio delle esperienze vissute e le aspettative che tendono a modificare la percezione degli stimoli e di conseguenza la reazione agli stessi.

Per una trattazione più esaustiva di quanto esposto si rimanda alla letteratura specifica. Ai fini di cui trattasi occorre evidenziare come dalle indagini condotte da Brager e de Dear si sia riscontrata una relazione fra la temperatura esterna media e quella ottimale del tipo: T ott = a T e + b Dove: T ott = temperatura interna di comfort, T e = temperatura esterna di riferimento, a = una costante del legame tra T ott e T e b = una costante che rappresenta la temperatura minima accettabile.

Nel caso dell'europa (McCartney e Nicol) T ott =030T 0,30 T e +1939[ C] 19,39

Per gli Stati Uniti T ott =031T 0,31 T e +178[ C] 17,8

Da quando detto appare evidente come la ricerca e del comfort ambientale implichi una serie di conoscenze trasversali di cui occorre tenere conto nella fase di progettazione e realizzazione degli edifici. In tal senso il ricorso alla progettazione integrata e coordinata rappresenta il giusto approccio al problema. Al fine completare il percorso si introduce il concetto di ambiente termico. Gli ambienti termici vengono convenzionalmente divisi in riferimento ai soggetti che li occupano in due macro classi:

1. ambienti termici moderati in cui l obiettivo è il raggiungimento del comfort un termoigrometrico, 2. ambienti termici severi caldi/freddi in cui l'obiettivo è la sicurezza delle persone e la attenuazione dello stress termico.

Il confort termoigrometrico dell'individuo che occupa un ambiente termico moderato è legato alle sue caratteristiche individuali (metabolismo e vestiario) e alle caratteristiche fisiche dell'ambiente: temperatura dell'aria, temperatura superficiale delle pareti confinanti, umidità relativa è velocità dell'aria. Le caratteristiche fisiche dell'ambiente sono la conseguenza diretta delle scelte progettuali e realizzative dell'edificio. E importante pertanto conoscere quali strategie e scelte effettuare al fine di creare ambienti che ottimizzino il rapporto dei suddetti parametri con i fruitori degli ambienti. Tutto ciò nell ottica del contenimento energetico e del basso impatto ambientale.

Occorre in sintesi, mettere al centro della progettazione non solo l'involucro edilizio con le sue prestazioni ma anche l'uomo protagonista responsabile della gestione energetica. Questo, considerando la necessaria complementarietà fra confort globale secondo Fanger e comfort adattativo di de Dear e Brager. Quindi un involucro edilizio che funga da elemento di dialogo tra le mutanti condizioni esterne e le aspettative di comfort di chi in quegli ambienti soggiorna. Dialogo inteso come la possibilità di trarre vantaggio da ciò che l'ambiente lambiente esterno con il suo clima pone a contatto dell'involucro edile. Questo è un aspetto in continua evoluzione che richiede una accurata fase sperimentale.

Si tratta cioè di mediare il concetto di involucro barriera altamente performante, integrato da impianti in grado di garantire, in simbiosi con l'involucro, le condizioni di conforto globale verificabili con i criteri già esposti, con quello di involucro dinamico è intelligente che concorra, con un contributo minimale degli impianti ad ottenere i livelli comfort attesi. Una grande sfida per gli architetti di oggi e di domani, secondo il nuovo modo di approcciare il tema progettuale con un orientamento al comfort adattativo. Vedi figura di seguito: il diagramma di Givoni

Finora si sono esaminati indici e metodi per la valutazione del comfort termico ambientale. Tuttavia occorre precisare che i parametri responsabili della condizione di comfort devono potersi percepire all'interno dello spazio confinato in modo uniforme. Infatti qualora questa condizione non fosse soddisfatta dovremo parlare di discomfort locale. Fra le principali cause del discomfort locale si considerano: 1) i gradienti verticali di temperatura dell'aria ambiente, 2) la temperatura del pavimento (caldo/freddo), 3) le correnti d'aria daria (velocità elevate), 4) le disuniformità della temperatura media radiante asimmetria radiante.

1) i gradienti verticali di temperatura dell'aria, poiché la temperatura dell'aria ambiente rappresenta uno dei più importanti fattori responsabili del benessere termo igrometrico le sue disuniformità possono generare sensazioni di discomfort. Questo quanto maggiore è il gradiente rilevabile verticalmente all'altezza delle caviglie e della testa. Questa disuniformità dipende dalle caratteristiche dei terminali ambiente dell'impianto di riscaldamento, dalla loro collocazione e in parte dalla geometria del locale.

L'influenza del gradiente termico verticale sulle condizioni di comfort è stata esaminata da Olesen (1979) sottoponendo campioni di individui, in condizioni di neutralità termica, a variabili gradienti termici verticali. Da questi studi è stato possibile ricavare una relazione che lega la ΔT fra la testa e le caviglie e la percentuale di persone insoddisfatte. Si veda la figura di seguito

1.10 m livello dell'addome 0.60 m Percentuale di insoddisfatti in funzione del gradiente termico verticale ΔT= T testa T caviglie [ C]

2. la temperatura del pavimento (caldo/freddo), ai fini del comfort termico il valore della temperatura del pavimento assume un ruolo rilevante. Infatti tale valore interviene sia nello scambio diretto tra piede e pavimento, sia con il suo elevato contributo nella definizione del valore della temperatura media radiante. Temperature elevate o troppo basse del pavimento inducono condizioni di discomfort localizzato a causa del contatto diretto piede pavimento. Ciò ovviamente risulta maggiormente avvertito se il piede è a contatto diretto. La sensazione di discomfort dipende oltre che dal valore della temperatura superficiale anche dal tipo di materiale e dal tempo di contatto. A tale fenomeno fu dato molto rilievo poiché per un lungo periodo si realizzarono impianti di riscaldamento del tipo a pavimento radiante.

Ciò veniva realizzato annegando nel massetto del pavimento tubazioni in acciaio di modesto diametro. Poiché i sistemi di termoregolazione erano pressoché inesistenti e non erano note le eventuali conseguenze relative alla temperatura dei pavimenti, questa veniva mantenuta a valori superiori ai 30 C. Questo ha determinato l insorgere di diverse patologie di tipo venoso soprattutto fra le persone che soggiornavano in tali ambienti per lungo tempo. Anche in questo caso si deve agli studi condotti da Olesen su individui esposti in condizioni di neutralità termica in modo tale che la loro risposta sia influenzata dal solo valore della temperatura superficiale del pavimento. Interessante appare il risultato ottenuto da Olesen nell individuare dei range di temperatura ottimali in rapporto al materiale costituente il pavimento per individui scalzi.

- fibre tessili, moquette tappeti : 21,0 28,0 C - legno di pino : 22,5 28,0 C - legno di quercia :24 24,0 28,0 C - calcestruzzo : 26,0 28,5 C La presenza ed il tipo della calzatura modificano radicalmente quanto detto. La norma ISO 7730 suggerisce, per individui che occupino ambienti civili in attività sedentaria, valori di temperatura del pavimento compresi tra i 19 e i 26 C. L ASHRAE prescrive un intervallo più ampio di temperature superficiali 18 e 29 C. Attualmente per gli edifici per i quali si adotta il sistema a pavimento radiante si considera soddisfacente un range di temperatura compreso tra i 27,5 e i 29 C. Si veda la figura seguente.

100 PD (%) 10 1 5 10 15 20 25 30 35 t pavimento ( C) 40

3) Correnti d aria All interno di un ambiente confinato il movimento dell aria interna non altera il valore della temperatura dello stesso. Tuttavia questo fenomeno influisce sulla percezione che ha il corpo umano del valore della temperatura. Ciò è dovuto al fatto che l aria in movimento aumenta lo scambio termico convettivo e favorisce l evaporazione del sudore sulla pelle. Il raffreddamento non voluto di parti del corpo investite da flussi d aria non controllati costituisce motivo di discomfort. L esperienza ci dice che il grado di discomfort dipende dal valore della temperatura della corrente d aria, dalla differenza rispetto al valore della temperatura dell aria ambiente, dalla parte del corpo esposta alla corrente, dall attività attività svolta dal soggetto esposto ed al tipo di indumenti indossato.

Fanger ha elaborato un modello matematico per la determinazione degli insoddisfatti PPD parametrando il valore della velocità dell aria v, la sua temperatura T a in funzione dell intensità della turbolenza T u. L intensità di turbolenza è definita come il rapporto percentuale tra la deviazione standard della velocità ed il suo valore medio. DR = (34 T 05) 0,62 a ) (v 0,05) (0,37 v T u +3,14)

4) le disuniformità della temperatura media radiante - asimmetria radiante. La temperatura percepita dall individuo, all interno di spazi confinati, viene definita temperatura operante T o. Questa tiene conto del valore della temperatura dell aria ambiente e del valore medio radiante delle superfici che costituiscono lo spazio confinato T mr. Il bilancio energetico dell individuo è fortemente influenzato dagli scambi termici dovuti alla radiazione essendo questi regolati dalla differenza delle temperature elevati alla quarta potenza. Appare pertanto evidente l importanza di mantenere, per quanto possibile, la simmetria radiante all interno degli ambienti abitati.

Nella pratica ciò risulta di difficile attuazione in relazione alla disomogeneità dei materiali costituenti l involucro, pareti opache e/o vetrate, alla loro collocazione, all esposizione ed alla dimensione dei singoli componenti. Oltre a tali parametri, riferibili direttamente all aspetto architettonico dell ambiente, le asimmetrie radianti possono dipendere dalla presenza di sorgenti radianti ad elevata intensità, quali corpi scaldanti, sorgenti luminose, etc. L asimmetria della temperatura radiante è il parametro utilizzato per stimare la disuniformità del campo radiante.

Questo è pari alla differenza fra le temperature piane radianti misurate sulle facce opposte di una piccola superficie posizionata nel baricentro del corpo. Studi sperimentali condotti dal Fanger su soggetti esposti in ambienti a neutralità termica con asimmetrie radianti locali variabili, (es. parete verticale fredda, parete orizzontale calda), hanno portato alla definizione di una relazione fra percentuale di insoddisfatti ed asimmetria della temperatura radiante.

100 PD (%) 10 soffitto caldo parete fredda soffitto freddo 1 parete calda 0 5 10 15 20 25 Asimmetria della temperatura radiante Δt pr ( C) (C)

Norme tecniche per i campionamenti dell aria negli ambienti confinati Norma Titolo Data UNI 8728 Apparecchi per la diffusione dell'aria aria. Prova di funzionalità. feb-88 UNI EN 27726 Ambienti termici. Strumenti e metodi per la misurazione delle grandezze fisiche. UNI EN Ambienti caldi. Valutazione dello stress termico per l'uomo negli ambienti di lavoro, 27243 basata sull'indice maiuscolo WBGT (temperatura a bulbo umido e del globotermometro. UNI EN ISO 7730 UNI 12097 UNI EN 12515 Ambienti termici moderati. Determinazione degli indici PMV e PPD e specifica delle condizioni di benessere termico. Ventilazione degli edifici - Rete delle condotte - Requisiti relativi ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte. Ambienti caldi - Determinazione analitica ed interpretazione dello stress termico mediante calcolo della sudorazione richiesta. UNI EN Atmosfera nell'ambiente di lavoro - Pompe per il campionamento di agenti chimici i i con 12919 portate maggiori di 5 l/min - Requisiti e metodi di prova. UNI ENV Valutazione degli ambienti freddi - Determinazione dell'isolamento richiesto dagli ISO indumenti (EREQ). 11079 UNI EN 12599 UNI EN Ventilazione per edifici - Procedure di prova e metodi di misurazione per la presa in consegna di impianti installati di ventilazione e di condizionamento dell'aria. Atmosfera nell'ambiente di lavoro - Misurazione degli agenti chimici presenti come 13936 miscele di particolato atmosferico e vapore - Requisiti e metodi di prova. ott-95 feb-96 set-97 apr-99 set-99 gen-01 giu-01 set-01 set-01

Norme tecniche per i campionamenti dell aria negli ambienti confinati Norma Titolo Data UNI CEI ISO 31-4 UNI EN ISO 7726 UNI EN ISO 9886 UNI EN ISO 10551 UNI EN ISO 12894 UNI EN 13202 Grandezze ed unità di misura - Calore. Ergonomia degli ambienti termici - Strumenti per la misurazione delle grandezze fisiche. Valutazione degli effetti termici (thermal strain) mediante misurazioni fisiologiche. Ergonomia degli ambienti termici - Valutazione dell'influenza dell'ambiente termico mediante scale di giudizio soggettivo. Ergonomia degli ambienti termici - Supervisione medica per persone esposte ad ambienti molto caldi o molto freddi. Ergonomia degli ambienti termici - Temperature delle superfici di contatto calde - Guida per stabilire nelle norme di prodotto i valori limite della temperatura delle superfici mediante la EN 563. Filtri aria a particelle per alta ed altissima efficienza (HEPA e ULPA) - Classificazione, di t i t UNI EN 1822-11 prove di prestazione e marcatura. UNI EN 12619 UNI EN 13098 Emissioni da sorgente fissa - Determinazione della concentrazione in massa del carbonio organico totale in forma gassosa a basse concentrazioni in effluenti gassosi - Metodo in continuo con rivelatore a ionizzazione di fiamma. Atmosfera nell'ambiente di lavoro - Linee guida per la misurazione di microrganismi e di endotossine aerodispersi. dic-01 gen-02 gen-02 gen-02 gen-02 feb-02 mag-02 giu-02 lug-02

Norme tecniche per i campionamenti dell aria negli ambienti confinati Norma Titolo Data UNI EN 13205 UNI EN ISO 16017-11 UNI CEI EN 45544-3 UNI CEI EN 45544-4 UNI CEI EN 45544-1 UNI EN 13649 UNI EN 13284-1 Atmosfera nell'ambiente di lavoro - Valutazione delle prestazioni delle apparecchiature di misura della concentrazione di particelle aerodisperse. Aria in ambienti confinati, aria ambiente ed aria negli ambienti di lavoro - Campionamento ed analisi di composti organici volatili mediante tubo di adsorbimento / desorbimento termico/cromatografia gassosa capillare - Campionamento mediante aspirazione con pompa. Atmosfere nei luoghi di lavoro - Costruzioni elettriche utilizzate per la rilevazione e misura dirette di concentrazioni di gas e vapori tossici - Prescrizioni sulle prestazioni per apparecchiature utilizzate per la misura di concentrazioni molto superiori ai valori limite. Atmosfere nei luoghi di lavoro - Costruzioni elettriche utilizzate per la rilevazione e misura dirette di concentrazioni di gas e vapori tossici - Guida alla scelta, installazione, uso e manutenzione. Atmosfere nei luoghi di lavoro - Costruzioni elettriche utilizzate per la rilevazione e misura dirette di concentrazioni di gas e vapori tossici - Prescrizioni generali e metodi di prova. Emissioni da sorgente fissa - Determinazione della concentrazione in massa di singoli composti organici in forma gassosa -Metodo mediante e carboni attivi e desorbimento e o con solvente. Emissioni da sorgente fissa - Determinazione della concentrazione in masa di polver in basse concentrazioni - Metodo manuale gravimetrico. UNI EN Qualità dell'aria - Emissioni da sorgente fissa - Metodo manuale per la determinazione 13211 della concentrazione di mercurio totale. lug-02 lug-02 lug-02 lug-02 set-02 ott-02 gen-03 feb-03

Norme tecniche per i campionamenti dell aria negli ambienti confinati Norma Titolo Data UNI EN 1751 UNI EN 14956 Ventilazione degli edifici - Dispositivi per la distribuzione dell'aria - Prove aerodinamiche delle serrande e delle valvole. Qualità dell'aria - Valutazione dell'idoneità di una procedura di misurazione per confronto con un'incertezza di misura richiesta. mar-03 gen-04

INDICE DI SCHARLAU Scharlau K.; anno di pubblicazione: 1950 Condizioni al contorno: -assenza di vento Parametri fisici studiati: 1) l umidità relativa; 2) la temperatura dell aria. T =(- 0003 c 0.0003 UR 2 )+ ( 0.1497 UR ) - 7.71337133 (per disagio invernale) T c = ( - 17.089 Ln ( UR ) ) + 94.979 (per disagio estivo) R 2 = 0.9848 T c -T aria = ΔT=>f(IS) Con: UR = umidità relativa; T c = temperatura critica

INDICE DI THOM Thom E.C. and Bosen J.F; anno di pubblicazione: 1959 Condizioni al contorno: -assenza di vento Parametri fisici studiati (come da relazione): DI = 0.4 ( Ta + Tw ) + 4.8 Con: Ta = temperatura di bulbo asciutto; Tw = temperatura di bulbo umido.

INDICE DI TEMPERATURA EQUIVALENTE Bründl W. and Höppe P; anno di pubblicazione: 1984 Condizioni al contorno: - Parametri fisici studiati (come da relazione): T eq = T a + m (r 2.326 T a )/(cp + m cw ) con T a = temperatura dell aria ambiente ( C); r = calore latente di vaporizzazione dell acqua cp = calore specifico dell aria a pressione costante cw = calore specifico dell acqua

INDICE TERMOIGROMETRICO Kyle W.J.; anno di pubblicazione: 1994 Condizioni al contorno: Parametri fisici studiati (come da relazione): THI ( C) = T a ( 0.55 0.0055 UR ) (T a 14.5 ) Con: T a = temperatura t dell aria ( C); UR = umidità relativa (%).