106a Stagione Concertistica 15/16. Mercoledì 2. dicembre. ore 20:45. Lockenhaus on tour. Vilde FRANG violino James BOYD viola.

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Transcript:

106a Stagione Concertistica 15/16 Mercoledì 2 dicembre 2015 ore 20:45 Lockenhaus on tour Vilde FRANG violino James BOYD viola Nicolas ALTSTAEDT violoncello Alexander LONQUICH pianoforte Balázs Böröcz

Programma Lockenhaus Antonin Dvorák ř (1841-1904) Trio per pianoforte n. 3 in fa minore op. 65 Allegro, ma non troppo Allegretto grazioso Poco adagio Finale: Allegro con brio Sándor Veress (1907-1992) Trio per archi Andante Allegro molto *** Richard Strauss (1864-1949) Quartetto per pianoforte e archi in do minore op. 13 Allegro Scherzo Presto Molto meno mosso Andante Finale vivace Lockenhaus on tour è una cittadina adagiata nel cuore del parco naturale di Geschriebenstein (ai confini fra Austria ed Ungheria), dove ogni estate si riuniscono artisti di varie nazionalità per dare vita ad un piccolo-grande festival di musica da camera. L idea venne, nel lontano 1981, ad uno dei più importanti violinisti dei nostri tempi Gidon Kremer ed al suo amico Padre Josef Herowitsch, all epoca parroco di quel piccolo villaggio di mille anime. Lontani dai grandi palcoscenici e dallo star-system che solitamente li circonda, i grandi musicisti che arrivano ogni anno a Lockenhaus si riappropriano della gioia autentica di suonare insieme, di condividere l approfondimento di un brano, ma anche di scambiarsi esperienze di vita e progetti futuri in un atmosfera decisamente fuori dal mondo. Nel 2012 Gidon Kremer ha chiesto a Nicolas Altstaedt di essere il nuovo direttore artistico di Lockenhaus e da allora il giovane violoncellista ha pensato di riproporre al vasto pubblico delle stagioni concertistiche invernali il meglio di ogni edizione estiva. Lockenhaus on tour, questo il titolo del progetto che questa sera approda per la prima volta a Vicenza, è già stato proposto con enorme successo in prestigiose sale da concerto europee come Mozarteum di Salisburgo, Konzerthaus di Vienna, Musikverein di Graz e Concertgebouw di Amsterdam. Nicolas Altstaedt Violoncellista di grande versatilità, Nicolas Altstaedt è in grado di spaziare attraverso qualsiasi tipo di repertorio. Formatosi con Boris Pergamenschikow a Berlino e successivamente con Eberhard Feltz, ha vinto numerosi concorsi internazionali ed ha conquistato importanti riconoscimenti come il Borletti Buitoni Trust Fellowship nel 2009 ed il Credit Suisse Young Artists nel 2010, grazie al quale si è esibito con la Filarmonica di Vienna sotto la direzione di Gustavo Dudamel. Dal 2010 al 2012 ha fatto parte della selezione New Generation Artists della BBC. Negli ultimi anni il violinista franco-tedesco si è esibito, fra le altre, con l Orchestra della Tonhalle di Zurigo, la Sinfonica di Vienna, i Bamberger Symphoniker, l Orchestra Simon Bolivar, le Orchestre Sinfoniche delle Radio di Berlino, Stoccarda ed Helsinki e le Orchestre da Camera di Monaco, Zurigo e Stoccarda collaborando con direttori del rango di Sir Neville Marriner, Sir Roger Norrington, Sir Andrew Davis, Adam Fischer e Vladimir Fedoseyev. Attualmente è Artist in Residence alla Philharmonie austro-ungherese Haydn presso il Musikverein di Graz. Oltre ad un intensa attività in recital, Nicolas Altstaedt è ospite dei più importanti Festival di musica da camera, dove si esibisce in varie formazioni. In quest ambito è artista-ospite della Chamber Music Society del Lincoln Center di New York.

Il suo profondo interesse per il repertorio contemporaneo lo porta a collaborare regolarmente con importanti compositori dei nostri giorni che gli hanno espressamente dedicato numerosi lavori. In campo discografico ha già realizzato registrazioni di grande successo (fra le quali i Concerti di Haydn, Schumann, Tchaikovsky e Gulda per l etichetta Claves). Suona un violoncello Giulio Cesare Gigli (realizzato a Roma intorno al 1770) ed un Robert König del 2012. James Boyd Riconosciuto come uno dei migliori musicisti da camera della Gran Bretagna, James Boyd è stato membro di importanti ensemble inglesi ed è molto richiesto come artista ospite da altri. Per cinque anni è stato membro del Raphael Ensemble ed è fondatore del Vellinger String Quartet. Nel 2001 ha fondato il London Haydn Quartet, che ha ricevuto e riceve grandi consensi per il suo approccio stilistico molto particolare e che si è specializzato nell esecuzione delle opere di Haydn. Le sue registrazioni dei Quartetti di Haydn per Hyperion hanno avuto grande successo. James Boyd ha suonato, come solista e direttore, con la Irish Chamber Orchestra e, in recital, si è esibito al Festival di Aldeburgo insieme a Tom Ades. La registrazione di musiche di York Bowen, effettuata insieme a Bengt Forsberg, è stata descritta dalla rivista Gramophone: un gioiello di disco!. Fra i suoi progetti più recenti sono da segnalare una serie di concerti con i Trii per archi di Beethoven, insieme a Peter Cropper e Paul Watkins. James Boyd si esibisce spesso come principale viola ospite con ensemble quali il Dunedin Consort, gli English Bach Soloists e l Arcangelo. Il violista inglese è stato co-fondatore di MusicWorks (un corso di musica da camera dedicato agli archi) e attualmente insegna all Università di Cambridge. Ha tenuto masterclass alla Juilliard School di New York, all Università di Toronto, all Università dell Indiana ed al Banff Centre for the Arts. James Boyd scrive occasionalmente articoli per la rivista Strad. Vilde Frang Nata in Norvegia nel 1986, Vilde Frang si è messa in luce giovanissima (ha debuttato con la Oslo Philharmonic a 12 anni) per la sua espressività ed una tecnica fuori dal comune. Nel 2012 le è stato assegnato il prestigioso Credit Suisse Young Artists Award e nel settembre dello stesso anno è stata invitata al Festival di Lucerna con i Wiener Philharmoniker diretti da Bernard Haitink. Tra le importanti orchestre internazionali con le quali la giovane violinista norvegese ha già collaborato spiccano la Mahler Chamber Orchestra, la London Philharmonic, la Gewandhaus Orchester di Lipsia, la St. Petersburg Philharmonic, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e la NHK Symphony Tokyo; tra i direttori, Vladimir Ashkenazy, Ivan Fischer, Vladimir Jurowski, Vasily Petrenko, Paavo Järvi, Esa-Pekka Salonen e Yuri Temirkanov. Per Vilde Frang questa stagione sarà fitta di concerti e di debutti importanti, basti pensare agli impegni con l Orchestre Philharmonique de Radio France, l Orchestre National de Belgique, la Stuttgart Radio Symphony Orchestra, la Deutsches Symphonie Orchester Berlin, la NDR Sinfonieorchester Hamburg e soprattutto la Berlin Philharmonic diretta da Simon Rattle. Come solista e membro di vari ensemble da camera Vilde Frang è già stata ospite dei Festival di Salisburgo, Verbier e Schleswig-Holstein, collaborando abitualmente fra gli altri con Gidon Kremer, Yuri Bashmet, Martha Argerich, Leif Ove Andsnes ed il Quartetto Ebène. Con il pianista Michail Lifits forma un affiatato duo che nel 2016 debutterà alla Carnegie Hall di New York. Vilde Frang registra in esclusiva per Warner Classics. Già al suo debutto discografico è stata premiata con l Edison Klassiek Award ed il Classic BRIT, ai quali si aggiungono l Editor s Choice di Gramophone, il Diapason d Or, il Deutsche Schallplattenpreis e l Echo Klassik Award. Alexander Lonquich Nato a Trier nel 1960, si è messo in luce a 17 anni vincendo il Concorso Casagrande di Terni, quell anno dedicato a Schubert. Da allora la sua carriera concertistica è stata un susseguirsi di successi in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. La sua intensa attività lo ha visto impegnato con direttori quali Abbado, Sanderling, Koopman, Holliger e Minkowski. Con Sándor Végh e la Camerata Salzburg Lonquich ha instaurato un rapporto molto speciale tanto che ancora oggi il pianista tedesco è ospite regolare della Camerata nella veste di direttore-solista. Musicista versatile ed aperto a sempre nuove esperienze, Lonquich ha anche un intensa attività cameristica nell ambito della quale ha avuto modo di collaborare con molti protagonisti del panorama musicale dei nostri giorni. Nel 2003, con la moglie Cristina Barbuti, ha dato vita ad un duo pianistico che ha riscosso successo in Italia, Austria, Svizzera, Germania e Norvegia. Lonquich ha al suo attivo numerose registrazioni discografiche fra le quali sono da ricordare quelle dedicate a Mozart, Schumann e Schubert (EMI) e poi quelle, più recenti, per l etichetta ECM. Nel ruolo di direttore-solista collabora regolarmente con l Orchestra da Camera di Mantova (con la quale ha realizzato un progetto sull integrale dei Concerti di Mozart), con l Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l Orchestre des Champs Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Dalla stagione 2011/12 collabora come direttore-solista con l Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Per la sua attività concertistica e discografica Lonquich ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale quali il Diapason d Or, il Premio Abbiati ed il Premio Edison. Ai numerosi impegni concertistici, il pianista tedesco affianca un intenso lavoro in campo didattico con masterclass e collaborazioni stabili con l Accademia Pianistica di Imola, l Accademia Musicale Chigiana e la Hochschule für Musik di Colonia.

La crisi dei 40 anni, l esuberanza dei 20 Se è vero che fra il poker di quartetti composti da Dvořák nell arco di 15 anni l ultimo il Dumky viene considerato un capolavoro assoluto, è altrettanto vero che il terzo (in fa minore) si pone come un opera di pregevolissima fattura e degna di altrettanta fama. Composto nei primi mesi del 1883 ed eseguito per la prima volta nell ottobre dello stesso anno, il lavoro venne alla luce in un periodo particolarmente travagliato della vita del suo autore. Giunto alla boa dei quarant anni, Dvořák si trovava a dover prendere una decisione che sarebbe risultata fondamentale per la sua futura carriera professionale. Da un lato l amico e pigmalione Brahms lo stava esortando a lasciare la Boemia per trasferirsi a Vienna, capitale mondiale della musica, dove avrebbe potuto ottenere prestigiose e ben remunerate commissioni; dall altro lo fermava l attaccamento per l amatissima Praga e per la musica tradizionale delle sue terre d origine. Andare a cercar fortuna a Vienna e abbracciare definitivamente il sinfonismo germanico gli appariva come una specie di tradimento nei confronti della sua cultura, soprattutto popolare. La morte della madre contribuì ad accentuare la crisi esistenziale; una crisi che non trovò soluzione nemmeno con la nascita del figlio Antonín e le belle notizie che il suo Stabat Mater stava ottenendo enormi consensi di pubblico e critica a Londra. È in questo travagliato frangente che Dvořák trova la forza (e forse la profonda ispirazione) per creare alcune pagine intrise di struggente lirismo. Fra queste il Trio in fa minore, che non a caso ebbe una gestazione di qualche mese (mentre, in genere, il compositore boemo era solito terminare i suoi lavori da camera in due-tre settimane) e che non riporta alla fine del manoscritto la consueta dicitura Bohu Diky (Grazie a Dio). Anche Sándor Veress si trovò ad affrontare una decisione difficile intorno ai quarant anni. Soffocato dai diktat della cultura staliniana, nel 1949 all età di 42 anni il compositore ungherese decise di emigrare in Svizzera, paese che gli consentì di esprimersi liberamente, di insegnare (per molti anni fu titolare della cattedra di composizione al Conservatorio di Berna) ma che di fatto lo trattò sempre come uno straniero: riuscì infatti ad ottenere la cittadinanza elvetica solo nel 1991, pochi mesi prima di morire. Personaggio che appartiene quasi alla contemporaneità (dalla sua morte ci separano solo 23 anni), Veress è l anello di congiunzione fra i compositori ungheresi dell Otto-Novecento (Bartók e Kodály, che furono suoi insegnanti) e la generazione dei Ligeti e dei Kurtág, che furono suoi allievi. Il Trio per archi del 1954 presenta da un lato dei chiari riferimenti al patrimonio musicale ungherese (in special modo alle opere da camera di Bartók), dall altro dimostra l emancipazione di Veress verso un linguaggio nuovo che abbraccia le astrazioni moderniste e le tecniche del serialismo già precedentemente sperimentate in Hommage à Paul Klee per due pianoforti e orchestra (1951) e nel Concerto per pianoforte, archi e percussioni. In quel 1949 nel quale Veress decise di lasciare il suo Paese natale, nella vicina Baviera moriva all età di 85 anni Richard Strauss (nulla a che vedere con gli Strauss dei valzer), compositore ancor oggi ingiustamente relegato fra i minori del Novecento. Sull onda di un grande movimento di riscoperta di questo autore tardoromantico, placate anche le ultime polemiche su una sua presunta adesione al nazismo, il Teatro Comunale di Vicenza in questa stagione ci offre l opportunità di conoscere tre suoi gioielli giovanili: la Burleske per pianoforte e orchestra (eseguita da Alexander Lonquich nel concerto inaugurale della stagione sinfonica), il poema sinfonico per grande orchestra Don Juan (in programma il 4 aprile, sempre nell ambito della stagione sinfonica) e questa sera il Quartetto in do minore per pianoforte e archi. Si tratta di un lavoro, strutturato in quattro movimenti, che chiude la prima giovanile fase compositiva di Strauss nella quale sono evidenti i riferimenti a due autorevoli maestri Schumann, ma soprattutto Brahms mostri sacri del passato studiati e analizzati in profondità dal giovane compositore bavarese sotto gli attenti insegnamenti di Hans von Bülow. Da loro Strauss aveva assorbito, fra le altre cose, l arte del contrappunto, che viene qui adottata a piene mani inserendo, tuttavia, molti elementi di novità, soprattutto nelle frasi melodiche e nell intensità dinamica. Eseguito per la prima volta a Weimar nel dicembre del 1885, il Quartetto in do minore fu accolto con molto calore dalla critica e dal pubblico dell epoca e da allora fa parte del repertorio di tutti i grandi quartetti d archi del panorama internazionale. Domenica 13 dicembre alle ore 17 presso la Chiesa dei Servi di Vicenza l Orchestra del Teatro Olimpico e la Schola San Rocco, in collaborazione con la Società del Quartetto, sono le protagoniste del Concerto di Natale offerto alla città dalla Fondazione Cariverona. In programma il Kyrie in sol minore per coro e orchestra RV 587 di Vivaldi, la Sinfonia in sol minore di Antonio Rosetti e i Vespri solemni per San Pietro Orseolo orchestrati da Baldassarre Galuppi. Ingresso libero su invito, che si può ritirare presso la sede della Società del Quartetto (Vicolo Cieco Retrone, 24) i giorni 9, 10, 11 dicembre dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 17 e presso gli uffici della Fondazione Cariverona (Via San Francesco, 41) il giorno 9 dicembre dalle ore 10:30 alle 13 e dalle ore 15 alle 17. LUNEDì 21 DICEMBRE ore 20:45 IL PROSSIMO CONCERTO I PICCOLI MUSICI coro di voci bianche musiche di Britten, Mendelssohn e brani natalizi della tradizione inglese Biglietti: INTERO euro 20 / RIDOTTO OVER65 euro 15 / RIDOTTO UNDER30 euro 10,60

La 106 a Stagione Concertistica della Società del Quartetto è realizzata grazie a main sponsor sponsor PAOLO MARZOTTO PARTNER SUPPORTER ENTI ISTITUZIONALI Per le attività culturali SOCIO MEDIA PARTNER AIAM Associazione Italiana Attività Musicali Il servizio TAXITEATRO70 è svolto in collaborazione con COMUNE DI VICENZA Assessorato alla Comunità e alle famiglie