indice U F F I C I O S TA M PA Via Pio VII, 97 10135 TORINO tel. 011-6177282 cell. 335-7662297 E-M A I L: u f f i c i o s t a m p a. t o @ c o l d i r e t t i. i t S I T O: w w w. t o r i n o. c o l d i r e t t i. i t c o l d i r e t t i C O L D I R E T T I NEWS: Inflazione, frutta e verdura più care nella Gdo che al merc a t o in regione N E W S C O L D I R E T T I P I E M O N T E : P r e z z o del latte alla stalla. Coldiretti Piemonte precisa all industria La fedeltà non si paga con un aumento di p r e z z o A S S O C I A Z I O N E R E G I O N A L E P R O D U T- T O R I L AT T E P I E M O N T E : F a c c i a m o chiarezza sull accordo sul prezzo del latte alla stalla P I E M O N T E I N F O R M A : R i c o n o s c i m e n t o Dop per la tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino a g r i c o l t u r a I L S A LVA G E N T E : Latte e ortaggi in crisi e il mercato va in tilt L A R E P U B B L I C A : E un insetticida il killer delle api I TA L I A O G G I : Aiuti in agricoltura, troppi divari tra paesi vicini AV V E N I R E : Ue, anche la tinca gobba è D o p I TA L I A O G G I : Contributi all Inail L E S P R E S S O : Il latte vola. Dalle stalle alle stelle rassegna stampa OK_COVER_RASTA2008.qxd 22 febbraio 2008
Filippo Tesio Oggetto: INFLAZIONE: FRUTTA E VERDURA PIU' CARE NELLA GDO CHE AL MERCATO Data: Venerdì, 22 febbraio 2008 11:21 Da: Coldiretti - Relazioni Esterne <relazioniesterne@coldiretti.it> Conversazione: INFLAZIONE: FRUTTA E VERDURA PIU' CARE NELLA GDO CHE AL MERCATO N. 123-22 febbraio 2008 INFLAZIONE: FRUTTA E VERDURA PIU CARE NELLA GDO CHE AL MERCATO Coldiretti: piu prodotti locali sugli scaffali dei supermercati Secondo l ultima indagine dell Antitrust i prezzi al consumo attualmente praticati dalla GDO nel comparto ortofrutticolo non sono inferiori a quelli praticati dalle altre tipologie di vendita e, in particolare, risultano sensibilmente superiori a quelli praticati dai mercati rionali e dagli ambulanti. E quanto riferisce la Coldiretti nel sottolineare che anche per favorire un contenimento dell inflazione occorre promuovere una maggiore presenza sugli scaffali dei supermercati di prodotti locali del territorio poichè le analisi effettuate hanno infatti mostrato come la distribuzione moderna, nel settore ortofrutticolo, non riesca in maniera estesa ad organizzare la propria attività minimizzando i passaggi intermedi: il ricorso all acquisto diretto dal produttore riguarda infatti soltanto il 23 per cento circa dei casi rilevati dalla Guardia di Finanza, secondo l indagine conoscitiva dell Autorità garante della concorrenza e del mercato. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un intervento necessario per ridurre la forbice dei prezzi tra imprese agricole e consumatori con la distribuzione moderna che rappresenta attualmente circa il 52 per cento delle vendite al dettaglio degli ortaggi e della frutta (49 per cento negli ortaggi e 54 per cento nella frutta), con i canali tradizionali che pesano per circa il 40 per cento. Il ruolo della distribuzione moderna è stato oggetto anche di un intervento del Parlamento Europeo che ha chiesto di valutare gli abusi di posizione dominante nel settore della grande distribuzione e di armonizzare le norme UE per contrastarli. Secondo il Parlamento Europeo - riferisce a Coldiretti - le piccole aziende, i fornitori e le imprese agricole sono minacciati dalla concentrazione dei supermercati che, sempre di più, impongono prezzi insostenibilmente bassi ai loro fornitori, mentre i consumatori rischiano una perdita di diversità dei prodotti, del patrimonio culturale e dei punti vendita al dettaglio. La volontà di valorizzare nella distribuzione commerciale la produzione locale è coerente - sostiene la Coldiretti - con l'obiettivo di favorire lo sviluppo economico generale, ma anche di assicurare una crescita sostenibile dal punto di vista ambientale per le ricadute che tali cibi hanno sul territorio. Garantire una maggiore presenza di prodotti locali non è solo un contributo alla libertà di scelta dei consumatori ma - sottolinea la Coldiretti - rappresenta anche un contributo all'integrazione delle aree commerciali con il tessuto economico, produttivo e culturale. Per raggiungere questo obiettivo l'italia - sostiene la Coldiretti - dispone peraltro di un importante riferimento normativo rappresentato dalla legge 231 dell'11 novembre 2005 che contiene una norma fortemente sostenuta dalla Coldiretti per favorire la presenza di prodotti agricoli regionali nella moderna distribuzione, attraverso accordi di filiera. La disposizione stabilisce che nelle grandi strutture di vendita e nei centri commerciali siano posti in vendita prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio delle regioni interessate in una congrua percentuale, da definire sulla base di intese di filiera, rispetto alla produzione agricola annualmente acquistata. Occorre lavorare per queste intese che - continua la Coldiretti - rappresentano un contributo al consumo responsabile legato alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela della tradizione produttiva che si va consolidando nelle scelte di acquisto dei cittadini in tutti i paesi sviluppati e che significa nuove opportunità di sviluppo per le imprese della filiera agroalimentare Made in Italy. In Italia - Pagina 1 di 2
riferisce la Coldiretti - la quota di mercato della grande distribuzione organizzata (GDO) nei generi alimentari ha raggiunto il 69 per cento mentre quella dei negozi tradizionali è scesa al 21 per cento. A livello internazionale, sempre per quanto riguarda gli alimenti, il leader della grande distribuzione organizzata è Wal Mart, con una cifra d'affari che, nel 2005, ha superato i 250 miliardi di euro. Al secondo posto, ma molto più lontano, si trova il gruppo francese Carrefour che ha fatturato "solo" 75 miliardi di euro. Seguono poi un altro americano e un gruppo tedesco Metro (circa 56 miliardi di euro). Il primo italiano - Coop Italia - si posiziona al 49 posto, con 11,5 miliardi di euro di cifra d'affari. Per quanto riguarda l'italia dopo la Coop al secondo posto si posiziona Conad (circa 8 miliardi di euro), seguito da Carrefour Italia, Interdis e Selex (tutti circa 7), da Auchan/SMA (5,7), Esselunga (5,4), Sisa e Despar (4) e C3 (3,5). COLDIRETTI - 335 8245417-06 4682487 - FAX 06 4871199 - www.coldiretti.it Pagina 2 di 2
coldiretti Piemonte Prezzo del latte alla stalla Coldiretti Piemonte precisa all industria: La fedeltà non si paga con un aumento di prezzo Il giorno 7 febbraio è stato siglato l accordo che prevedeva un integrazione di prezzo del latte alla stalla per la campagna 2007/2008. Un accordo sofferto, ottenuto anche grazie ad azioni forti sia sotto l aspetto sindacale sia per l impegno e la partecipazione degli imprenditori agricoli. Il tutto, però, non può e non deve essere vincolato a forme di ricatto o patti fedeltà per il conferimento del latte agli stessi caseifici anche per la campagna lattiero-casearia 2008/2009. Il latte è un prodotto prezioso: i proprietari sono gli allevatori che non possono sempre essere vincolati nelle forniture, nella gestione delle raccolte e nelle fatturazioni. E necessario un cambiamento radicale - affermano il presidente e il direttore della Coldiretti regionale del Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa già a partire dagli ultimi mesi della campagna in corso. Coldiretti Piemonte, quindi, considera le partite di latte dei propri associati, formalmente libere per la campagna 2008/2009. Torino, 22 febbraio 2008 con invito alla divulgazione ufficio stampa coldiretti piemonte piazza san carlo, 197-10123 torino - tel. 011.5622800 - fax 011.537017 - cell. 335.7536015 e-mail: ilaria.lombardi@coldiretti.it
ASSOCIAZIONE REGIONALE PRODUTTORI LATTE PIEMONTE Torino, 22 febbraio 2008 COMUNICATO STAMPA Facciamo chiarezza sull accordo sul prezzo del latte alla stalla del Piemonte campagna 2007/08. L accordo revisionato recentemente (il 7 febbraio scorso), dopo una dura trattativa che ha visto i produttori di latte mobilitati, prevede l impegno, da parte dell industria, di erogare aumenti per un cifra complessiva di 385,5 /1000 lt + IVA, di cui una parte già fatturati nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2007 e la parte residua, e più consistente, da pagare tra gennaio, febbraio e marzo 2008. Gira voce in questi giorni che alcuni industriali piemontesi intendano utilizzare tali aumenti per obbligare i produttori al conferimento anche dopo il 31 marzo prossimo, ovvero condizionare l erogazione degli stessi alla continuità di fornitura. A tal proposito ribadiamo in termini perentori che non accetteremo alcuna costrizione che, in questo caso, avrebbe il sapore del ricatto. I produttori di latte chiedono trattative trasparenti e non condizionate da vincoli, che chiaramente vanno a limitare fortemente la capacità e il potere negoziale della parte agricola a vantaggio della controparte industriale. L unico vero strumento dei produttori è la disdetta dei contratti che genera la facoltà di togliere il latte al caseificio. Se si annulla tale possibilità non vi è trattativa. Ma se vi è chi, giocando con le parole, intende strumentalizzare gli accordi a proprio beneficio e privare i produttori di un loro diritto non vi è più neanche fiducia e correttezza nei rapporti interprofessionali. con preghiera di pubblicazione e diffusione Via Livorno, 60 presso ENVIRONMENT PARK -10144 Torino Tel. 011/22.58.391 Fax 011/22.58.408 - e-mail: segreteria@produttorilattepiemonte.com
COMUNICATO STAMPA Riconoscimento DOP per la tinca gobba dorata Del Pianalto di Poirino Torino, 21 febbraio 2008 La tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino ha ottenuto dalla Commissione Europea il riconoscimento come DOP (Denominazione di Origine Protetta), grazie alla firma del regolamento che verrà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea. La nuova DOP va ad aggiungersi al consistente elenco di prodotti certificati del Piemonte: le altre DOP (costituite da 9 formaggi: Bra, Castelmagno, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano, Toma Piemontese, Gorgonzola, Grana Padano, Taleggio; il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese e i Salamini alla Cacciatora), le IGP (Nocciola del Piemonte, Mortadella di Bologna, Castagna Cuneo, Salame Cremona), i 370 Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), le 13 DOCG e le 44 DOC per il settore vitivinicolo. La tinca è un pesce di acqua dolce, che appartiene alla famiglia dei ciprinidi ed è caratteristica dell area del Pianalto, un vasto altipiano di terre argillose, che comprende 24 comuni delle Province di Torino, Asti e Cuneo, estendendosi dal Roero verso la pianura del Po. L allevamento di questa specie avviene in stagni di origine artificiale, scavati in invasi dal caratteristico colore rosso, che sembrerebbe essere la causa dei riflessi giallo-oro che danno la denominazione di tinca dorata. La produzione, attestata sin dal XIII secolo, ha ottenuto la creazione di un marchio di qualità ed è stata presentata nel 2000 al Salone del Gusto di Torino come presidio Slow Food. La tinca dorata è particolarmente apprezzata per la carne soda, non grassa e dal gusto delicato. E un nuovo importante riconoscimento afferma l assessore regionale all Agricoltura Mino Taricco che si aggiunge ai numerosi e notissimi prodotti certificati del Piemonte, e ha il merito di valorizzare un prodotto peculiare di un area, quella del Pianalto, che sta lavorando con grande impegno per la valorizzazione del territorio ma anche per la salvaguardia del patrimonio ittico e ambientale della zona. L attività svolta dagli Enti e dalle associazioni territoriali, anche con il supporto della Regione, potranno avere ricadute positive per lo sviluppo del turismo e della promozione territoriale. Valentina Archimede Ufficio stampa Giunta Regionale Uff. stampa Assessore all Agricoltura, tutela della fauna e della flora Mino Taricco 011 4324101 334 6219155 - valentina.archimede@regione.piemonte.it