Qualità dei corpi idrici sotterranei

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4.10 - Qualità dei corpi idrici sotterranei La normativa italiana, così come quella UE, relativa alla tutela e alla gestione della risorsa idrica, tende in linea generale a mettere in secondo piano l analisi dello stato quali-quantitativo delle risorse sotterranee rispetto a quello delle acque superficiali, probabilmente per la maggior difficoltà di pervenire ad una buona conoscenza delle dinamiche dei flussi sotterranei, della propagazione degli inquinanti in falda e soprattutto della distribuzione dei prelievi sul territorio.. Se per la maggior parte dei paesi europei questo può essere giustificato dallo scarso utilizzo che si fa delle acque sotterranee per le attività umane, uso potabile incluso, nel nostro Paese la situazione è rovesciata, grazie alla presenza di importanti acquiferi che sostengono l xxx% della pressione antropica soprattutto per quanto concerne l uso potabile e l uso agricolo della risorsa idrica (xxx). Le acque sotterranee sono oggi sfruttate in modo sempre più massiccio, spesso senza meccanismi di controllo dovuti innanzitutto ad una scarsa conoscenza della distribuzione dei prelievi e degli scarichi sul territorio. Le acque sotterranee che si trovano ad elevate profondità possono rimanere indisturbate da effetti antropici per migliaia di anni, ma la maggior parte delle falde freatiche si trova a profondità minori e quindi entrano a far parte, lentamente ma in misura costante, di quella parte del ciclo idrogeologico nella quale sono coinvolte le attività antropiche. Le acque sotterranee possono essere soggette a due gruppi di problemi: - inquinamento dovuto a scarichi che raggiungono le acque sotterranee; - sovrasfruttamento delle falde con conseguente riduzione della portata, abbassamento dei livelli saturi ed intrusione salina nelle zone costiere. In merito alla prima categoria di problemi si può parlare di vulnerabilità delle falde collegata alla probabilità di penetrazione degli inquinanti nel corpo idrico sotterraneo che si propagano prima per percolazione dalla superficie del suolo alla superficie freatica (zona insatura), poi per diffusione all interno dell acquifero (zona satura) seguendo il moto idrico. E quindi necessario avere una mappatura di vulnerabilità che consente di avere una conoscenza del rischio idrogeologico, e di conseguenza, una corretta programmazione dell uso del suolo in funzione della tutela delle acque sotterranee. Le situazioni di massima vulnerabilità si riferiscono a suoli altamente permeabili che consentono un alto tasso di infiltrazione, a zone insature senza uno strato impermeabile (argilloso) interposto tra la superficie del suolo e quella freatica, nonché a falde a bassa profondità. Tuttavia in questi casi vanno considerati fattori di carattere geochimico, che possono agire sia attenuando l intensità del carico inquinante, sia ritardando l arrivo in falda del fronte inquinante, che fattori legati strettamente alle proprietà della falda. La Regione Lazio, con il Piano di Tutela delle Acque 2004, ha individuato le aree vulnerabili distinguendole in aree a vulnerabilità primaria e secondaria. Nelle prime sono stati istituiti vincoli di rispetto assoluto, mentre nelle seconde, vincoli di protezione. Nel territorio provinciale ricadono all interno delle aree a vulnerabilità primaria, gli apparati vulcanici di Bolsena e Vico e, all interno delle aree a vulnerabilità secondari,a di Monte Rufeno e della Tolfa fino ai Monti Cimini. L'art.120 comma 1, del D.lgs.152/06 prevede che le Regioni elaborino programmi per la conoscenza e la verifica dello stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee all'interno di ciascun bacino idrografico. Per raggiungere questo obiettivo è necessario individuare una rete di punti d'acqua significativi e rappresentativi delle condizioni idrogeologiche e antropiche, su cui compiere un periodico monitoraggio chimico e quantitativo.

Nella normativa attualmente in vigore in Italia (D.lgs.152/069) si identificano come significativi, gli accumuli d'acqua contenuti nel sottosuolo permeanti la matrice rocciosa, posti al di sotto del livello di saturazione permanente. La sovrapposizione dello stato quantitativo e dello stato chimico definisce lo stato ambientale del corpo idrico sotterraneo. Occorre inoltre considerare, così come previsto dalla Direttiva 927676/CEE (Direttiva Nitrati), l obiettivo di adozione di iniziative volte alla riduzione dell inquinamento delle acque causato direttamente o indirettamente da nitrati di origine agricola nonché la prevenzione di qualsiasi ulteriore inquinamento. In tal senso, la realtà del territorio provinciale, fortemente imperniata su un economia prevalentemente agricola, necessita certamente di politiche coerenti che perseguano la tutela di questa risorsa ai fini della qualità della vita, compatibilmente al mantenimento delle attività socioeconomiche della popolazione. Per ciò che concerne l inquinamento delle acque sotterranee dovuto ai nitrati di origine agricola, la Direttiva 91/696/CEE prevede la realizzazione di studi sul territorio regionale; ciò ha portato al D.G.R n.767 del 6 agosto 2004 con la quale la Regione Lazio ha designato le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola a seguito di studi condotti su tutto il territorio regionale ed, in particolare, sulle zone a rischio di inquinamento dove l attività agricola è più intensa e le caratteristiche idrogeologiche evidenziano un elevata vulnerabilità intrinseca degli acquiferi. Si considerano zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, le zone di territorio che scaricano direttamente o indirettamente composti azotati in acque già inquinate o che potrebbero esserlo in conseguenza di tali scarichi. Tali acque sono individuate, base tra l'altro dei seguenti criteri: 1. la presenza di nitrati o la loro possibile presenza ad una concentrazione superiore a 50 mg/l (espressi come NO3-) nelle acque dolci superficiali, in particolare quelle destinate alla produzione di acqua potabile, se non si interviene ai sensi dell'articolo 19; 2. la presenza di nitrati o la loro possibile presenza ad una concentrazione superiore a 50 mg/l (espressi come NO3-) nelle acque dolci sotterranee, se non si interviene ai sensi dell'articolo 19; 3. la presenza di eutrofizzazione oppure la possibilità del verificarsi di tale fenomeno nell'immediato futuro nei laghi naturali di acque dolci o altre acque dolci, estuari, acque costiere e marine, se non si interviene ai sensi dell'articolo 19. E stato in tal modo possibile individuare, a livello provinciale, le zone comprese nei comuni di Montalto di Castro e Tarquinia, nel territorio della Maremma Laziale, dove Arpalazio sta effettuando un monitoraggio sistematico dei nitrati dei pozzi già individuati.

Fig.4.10.1:- Zona vulnerabile da nitrati (Maremma Laziale Tarquinia Montalto di Castro) Fonte: Elaborazione dati PTAR 2004, Regione Lazio Definizione dell indicatore e metodologia di calcolo Per la valutazione dello stato ambientale delle acque sotterranee, ci si è basati sul D.Lgs 152/99 prevede un indice SQUAS che ne definisce lo stato quantitativo (livello di alterazione e sfruttamento) ed un indice di qualità chimica SCAS che considera sette parametri di base (conducibilità elettrica, cloruri, manganese, ferro, nitrati, solfati, ione ammonio) ed altri inquinanti organici ed inorganici. Per permettere il mantenimento della buona qualità delle acque sotterrane, destinate generalmente all approvvigionamento potabile, è necessario un accurato controllo della qualità delle stesse e degli insediamenti a rischio tramite la delimitazione delle aree di salvaguardia. Tab. 4.10.1: Classi di qualità e stato chimico per la risorsa sotterranea SCAS Stato chimico delle acque sotterranee CLASSE DI GIUDIZIO QUALITA 1 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche; 2 Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche; 3 Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione; 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti;

0 Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra dei valori della classe 3 SQUAS Stato quantitativo delle acque sotterranee CLASSE DI GIUDIZIO QUALITA A B C Impatto antropico nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. L estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo. Impatto antropico ridotto con moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso sostenibile della risorsa idrica sul lungo periodo. Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell uso sulla disponibilità della risorsa evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali. D Impatto antropico nullo o trascurabile ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica. Fonte: D.Lgs.152/99, Allegato 1 Il Decreto stabilisce l utilizzo del valore medio relativo ad ogni parametro considerato nel periodo di riferimento. Lo stato chimico valutato con i macrodescrittori è determinato dal parametro che ricade nella classe peggiore; nel caso di superamento del limite per uno qualsiasi dei parametri addizionali viene attribuita, indipendentemente dall esito derivante dai parametri macrodescrittori, la classe 4 o la classe 0 relativa allo stato naturale particolare. Incrociando i valori dello SQUAS e dello SCAS si ottiene infine un indice di valutazione dello stato ambientale dei corpi idrici sotterranei denominato SAAS e caratterizzato da cinque classi di qualità. Obiettivo ambientale auspicabile Raggiungere e, ove fosse già raggiunto, mantenere lo stato di qualità ambientale buono, riducendo nel tempo la concentrazione delle sostanze inquinanti; ciò è possibile agendo sulle cause degli impatti attraverso gli strumenti legislativi e con politiche di informazione e conoscenza che conducano ad una visione globale delle problematiche ambientali e ad una maturità necessaria alla gestione delle evidenze legate a questo aspetto ambientale. Attuare serie politiche di controllo e monitoraggio dei prelievi da risorsa idrica sotterranea sia in termini di lotta all abusivismo, sia in termini di gestione razionale delle concessioni di derivazioni di acque sotterranee. Evidenze riscontrate. Monitoraggio sorgenti Con DGR 18 aprile 2003 n 355 la Regione Lazio ha definito una prima rete di monitoraggio qualiquantitativo delle acque sotterranee, costituita da 73 sorgenti, di cui 22 nella provincia di Viterbo elencate nella tabella seguente e rappresentate nella seguente figura. Tab..4.10.2: Sorgenti individuate dalla Regione Lazio per il monitoraggio acque sotterranee Bacino Sorgente Comune Marta Le Vene San Lorenzo Nuovo Tevere Medio Corso Settecannelle-Respoglio Viterbo Marta Mensa Alta Viterbo Marta Mensa Bassa Viterbo

Marta Roncone Viterbo Marta Cavujole Grotte di Castro Marta San Savino alte e basse Tuscania Marta Grignano Vetralla Tevere Medio Corso Varano Nepi Tevere Medio Corso Barco Fabrica di Roma Tevere Medio Corso Barco Civita Castellana Tevere Medio Corso Cenciano-Diruto Corchiano Marta San Savino1 Tuscania Paglia Treggere Proceno Fiora Felcetona Canino Marta Fornace Blera Fiora S. Moro Cellere Marta Barano Bolsena Marta Schiavo Bolsena Mignone Acqua Bianca Oriolo Tevere Medio Corso Capita 2 Bagnoregio Tevere Medio Corso Cicella 1 Soriano nel Cimino Fonte: PTAR 2004, Regione Lazio I dati forniti dal monitoraggio ArpaLazio 2004 e 2005 relativamente alle stazioni di monitoraggio individuate, sono solo di tipo qualitativo; pertanto in questa sede ci si limiterà ad individuare la classe di qualità delle acque sotterranee unicamente sulla base dell indice SCAS.

MONITORAGGIO 2004 SORGENTE COMUNE CLASSE NOTE CAPITA 2 BAGNOREGGIO 2 FORNACE BLERA 2 BARANO BOLSENA 2 SCHIAVO BOLSENA 2 FELCETONE CANINO 2 LA CONCIA CAPRANICA 2 BARCO CAPRAROLA 2 CENCIANO CORCHIANO 2 CAVAJUOLE GROTTE DI CASTRO 2 VARANO NEPI 2 fluoruri TREGGE PROCENO 2 fluoruri LE VENE I S. LORENZO 2 LE VENE II S. LORENZO 2 CICELLA SORIANO 1 S. SAVINO TUSCANIA 2 S. SAVINO ALTO TUSCANIA 2 S. SAVINO BASSO TUSCANIA 2 GRIGNANO VETRALLA 2 MENSA ALTA VITERBO 2 MENSA BASSA VITERBO 2 RESPOGLIO VITERBO 2 RONCONE VITERBO 2 SETTECANNELLE VITERBO 2 MONITORAGGIO 2005 SORGENTE COMUNE CLASSE NOTE CAPITA 2 BAGNOREGGIO 2 arsenico FORNACE BLERA 2 BARANO BOLSENA 2 SCHIAVO BOLSENA 2 fluoruri FELCETONE CANINO 2 LA CONCIA CAPRANICA 2 BARCO CAPRAROLA 2 CENCIANO CORCHIANO 0 manganese CAVAJUOLE GROTTE DI CASTRO 1 VARANO NEPI 1 TREGGE PROCENO 2 arsenico LE VENE I S. LORENZO 2 LE VENE II S. LORENZO 2 CICELLA SORIANO 1 S. SAVINO TUSCANIA 2 S. SAVINO ALTO TUSCANIA 2 conducibilità S. SAVINO BASSO TUSCANIA 2 conducibilità GRIGNANO VETRALLA 2 MENSA ALTA VITERBO 2 MENSA BASSA VITERBO 2 RESPOGLIO VITERBO 2 RONCONE VITERBO 1 SETTECANNELLE VITERBO 1 Tab. 4.10.3: Risultati campionamenti acque sotterranee 2004 e 2005 Fonte: Elaborazioni IGEAM dati ArpaLazio 2004 e 2005

Come si evince dall esame delle tabelle, il monitoraggio ha dato riscontro di una buona situazione generale che presenta uno scenario di risorsa dalle buone caratteristiche idrochimiche con impatto antropico ridotto. Il parametro che per la maggior parte delle sorgenti monitorate impedisce di raggiungere la classe 1 è per lo più costituito dai nitrati, segno di una contaminazione, seppur ridotta, della risorsa sotterranea. In alcuni casi sono stati riscontrati livelli in classe 2 di altri parametri della Tab.20 All.1 D.Lgs.152/99 che per lo più sono riconducibili alla natura vulcanica del territorio provinciale. Stesso discorso può essere fatto per gli alti valori di fluoruri, arsenico e manganese riscontrati in qualche caso. Il confronto tra i dati 2004 e 2005 mostra una situazione che sembra migliorare nel tempo per quanto riguarda la contaminazione dai nitrati; è pur vero, che i valori misurati sono spesso sulla soglia del passaggio di classe e che pertanto, oscillazioni anche piccole intorno al valore possono determinare tra un anno e l altro una differenza in termine di classificazione per la sorgente monitorata. 8.4.2 Monitoraggio nitrati Per lo studio della concentrazione dei nitrati nelle acque dolci sotterranee sono stati utilizzati i dati forniti da ArpaLazio per le campagne di monitoraggio 2004 e 2005; questi sono poi stati confrontati con quelli, già trattati, relativi a precedenti campagne nel 2002 e nel 2003. Nei grafici che seguono, sono riportati gli andamenti della concentrazione di NO3 in mg/l misurati a cadenza mensile a partire da Ottobre 2002 fino a Maggio 2003 e da Ottobre 2004 fino a Dicembre 2005 per i 12 pozzi scelti per la rete di monitoraggio nitrati. 2002 2003 2004 Codice Pozzo Comune Uso ott-02 NOV DIC APR mag-03 OTT NOV DIC VT1 Tarquinia Irriguo 43,0 47,6 43,2 49,0 VT2 Tarquinia Irriguo 41,0 48,3 39,0 3,0 47,0 5,0 15,0 24,0 VT3 Tarquinia Irriguo 26,3 28,0 43,0 2,0 VT4 Tarquinia In disuso 71,0 79,9 91,6 75,0 73,0 28,2 21,0 56,0 VT5 Tarquinia Potabile 5,0 <1 <1 2,3 1,5 VT6 Tarquinia Potabile 23,0 28,3 23,4 25,0 24,0 0,2 1,0 VT7 Tarquinia In disuso 98,0 149,9 89,4 VT8 Montalto di C. 56,0 54,2 55,3 57,3 67,0 31,7 18,0 65,0 VT9 Montalto di C. Potabile 55,0 5,6 48,5 52,9 49,0 19,4 48,0 VT10 Montalto di C. Potabile 32,0 25,6 28,2 25,2 24,0 13,2 32,0 VT11 Bomarzo In disuso VT12 Soriano Potabile 22,0 17,6 12,5 8,6 3,0 21,4 2,0 16,0 2005 Codice Pozzo Comune Uso gen-05 FEB MAR APR mag-05 GIU LUG AGO set-05 OTT NOV DIC VT1 Tarquinia Irriguo 66,0 VT2 Tarquinia Irriguo 46,0 47,0 57,0 52,6 99,0 86,0 81,0 64,0 89,0 91,0 VT3 Tarquinia Irriguo VT4 Tarquinia In disuso 11,0 75,0 97,0 95,0 71,0 149,0 78,0 62,0 3,6 82,0 92,0 VT5 Tarquinia Potabile 2,0 2,0 0,2 0,6 1,5 5,0 27,0 15,0 0,9 24,0 25,0 VT6 Tarquinia Potabile 22,0 4,0 27,0 0,5 23,0 33,0 28,0 4,0 28,0 49,0 26,0 VT7 Tarquinia In disuso VT8 Montalto di C. 52,0 72,0 3,0 31,0 81,0 89,0 8,0 3,8 VT9 Montalto di C. Potabile 48,0 51,0 56,9 37,4 26,3 55,9 55,0 54,5 64,2 7,0 7,0 65,0 VT10 Montalto di C. Potabile 2,0 27,0 88,0 3,0 16,3 38,0 61,0 39,0 2,4 52,0 1,8 45,0 VT11 Bomarzo In disuso VT12 Soriano Potabile 22,0 23,0 21,0 16,4 21,0 25,0 23,0 1,2 28,0 28,0 15,0

Comune di Tarquinia 150,0 100,0 50,0 VT1 VT2 VT3 VT4 VT5 VT6 VT7 0,0 ott-02 mag-03 gen-05 mag-05 set-05 Fig.4.10.2: Evoluzione concentrazione nitrati nel tempo Fonte: Elaborazioni IGEAM, dati ArpaLazio Comune di Montalto di Castro 150,0 100,0 50,0 VT8 VT9 VT10 0,0 ott-02 mag-03 gen-05 mag-05 set-05 Fig. 4.10.3: Evoluzione concentrazione nitrati nel tempo Fonte: Elaborazioni IGEAM, dati ArpaLazio

Comune di Soriano nel Cimino 150,0 100,0 50,0 VT12 0,0 ott-02 mag-03 gen-05 mag-05 set-05 Fig. 4.10.4: Evoluzione concentrazione nitrati nel tempo Fonte: Elaborazioni IGEAM, dati ArpaLazio L osservazione dei dati riportati mostra una situazione che cambia in maniera significativa in relazione alla zona monitorata. Nelle vicinanze del mare, nel Comune di Tarquinia, si registrano i valori più elevati di nitrati, ben al di sopra del limite di legge di 50 mg/l con picchi concentrati per lo più nel periodo tardoprimaverile, a lasciar intendere che il fenomeno possa essere causato da contaminazione da fonti agricole. I valori più elevati sono stati registrati presso i pozzi VT4 e VT7 che risultano in disuso. Stessa situazione, ma con valori minori, seppur sempre al di sopra dei limiti di legge, si ha nel Comune di Montalto di Castro. La bassa concentrazione di nitrati registrata invece nel pozzo di Soriano nel Cimino, paese che sorge su terreni di origine vulcanica, sembra far escludere che i valori anormali registrati siano in qualche modo correlabili alla natura geologica degli acquiferi. Nel complesso si ritiene che il monitoraggio confermi una situazione di contaminazione della risorsa idrica localizzata laddove la pressione delle attività umane sul comparto idrico è maggiore e dove, probabilmente, il suo controllo risulta più difficile e pertanto insufficiente. Appare necessario pertanto l avvio di politiche di severo controllo dell uso del territorio in relazione all utilizzo della risorsa idrica unitamente a vaste campagne di sensibilizzazione e coinvolgimento dei differenti stakeholders nella gestione comune di una risorsa che appartiene a tutti.