Liane Maria Ledwon aloe la pianta che cura
Progetto grafico: Cinzia Chiari Realizzazione editoriale a cura di: EDIMEDIA SAS, via Orcagna 66, Firenze Testi tratti da Aloe la pianta che cura di L.M. Ledwon, Giunti 2005 Si ringraziano Samuele Canestri e Piera Marzeni de LaTuaErboristeria.it di Firenze Avvertenza Il contenuto di questo libro ha valore informativo. La scelta e la prescrizione di una terapia come di un piano dietetico spettano al medico curante, che solo può valutare eventuali rischi collaterali (quali intossicazioni, intolleranze e allergie). Notizie, preparazioni, ricette, suggerimenti contenuti in questo volume hanno carattere informativo e non terapeutico. www.giunti.it 2009 Giunti Editore S.p.A. Via Bolognese 165-50139 Firenze - Italia Via Dante 4-20121 Milano - Italia ISBN 9788844040611 Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl Prima edizione digitale 2010
sommario Prefazione 6 r La pianta che cura 9 Perché parlare di aloe? 10 Dall Antichità al Medioevo 15 La riscoperta moderna 19 La ricerca contemporanea 24 Un po di botanica 28 In casa e in giardino 32 r Uno sguardo da vicino 35 Composizione e proprietà 36 Come conservare il gel 45 I prodotti in commercio 47 Curarsi con l aloe 53 r Alcune precauzioni 54 Disturbi della pelle 55 Disturbi dell apparato digerente 63 Disturbi del fegato 65 Parassiti intestinali 72 Affezioni ginecologiche 75 Disturbi dell alimentazione 80 Affezioni vascolari 84 Altre indicazioni 91 Pronto intervento 95 Aloe e veterinaria 97 r Aloe arborescens e tumori 101 In cerca di una cura possibile 102 r Appendice 117 Mutagenesi, cancro e prodotti chimici 118 Associazioni 126 Internet e bibliografia 127
r prefazione prefazione Molti anni fa una grave malattia mi ha costretto a cambiare la mia vita. Ricordo, nel pieno di un benessere solo apparente, di essermi svegliata con il viso gonfio e sfigurato. Un incredibile spossatezza si alternava al dolore. Il primo medico al quale mi ero rivolta mi aveva visitata e aveva ottenuto tutta la mia fiducia e speranza, ma la diagnosi che aveva stilato era risultata incerta. Vedevo in lui una certa preoccupazione e mi comunicava nomi incomprensibili, letti solo in qualche pagina dell enciclopedia medica. Nonostante le cure, la mia malattia non migliorava. Analisi, visite, ore di coda per sottopormi a esami in laboratori con macchine che allora mi sembravano gigantesche. Aspettavo in corridoi pieni di gente, dove le porte si aprivano e si chiudevano senza che nessuno si prendesse cura di me. Per due anni seguitai con pellegrinaggi in diversi centri specializzati senza ottenere grandi risultati. Avevo la sensazione che una volta dato il nome alla malattia e affrontato interminabili terapie con antibiotici e cortisone, al mio fisico non rimanesse altro che un intervento chirurgico per restare a vita attaccata a una macchina. La malattia sembrava un fiume in piena che non poteva essere arrestato, né cambiato. Le cure offrivano un fragile intermezzo che pagavo a caro prezzo con reazioni allergiche e danni ad altri organi. Sapevo di essere molto grave. Attraversavo tutti gli stati d animo, dall ottimismo incosciente al delirio, pensavo a come avrei potuto togliermi la vita senza soffrire, al miracolo da ricercare in qualche luogo sacro, per approdare alla rabbia più terribile. Perché questo era accaduto a me così giovane? Anche il mio carattere cambiava; accusavo spesso chi mi stava vicino e mi arrabbiavo se qualcuno mi spronava con battute. 6
r prefazione Nemmeno con i familiari riuscivo a comunicare perché percepivo che mi davano già per persa. Nelle ore di dormiveglia riflettevo sulla medicina moderna, sull atteggiamento positivistico dei medici o delle infermiere che spesso esprimevano dietro l apparente sicurezza anche l ombra del dubbio. Incontravo anche nobili figure pronte al sacrificio; ma proprio il fatto d essere tanto ligi alla tradizione medica non lasciava loro alternative: andare avanti giorno per giorno o ribattezzare remissione una non guarigione. Leggevo molto, e lentamente emergeva nella mia mente un esile speranza nel cercare un altra strada. Studiavo le piante officinali usate nei monasteri, testi di Paracelso e di altri famosi guaritori; entravo sempre più nel magico mondo delle piante. Goethe aveva scritto di una pianta primordiale, una Ur-Pflanze e nel XII secolo Hildegarda di Bingen aveva parlato di piante che potevano fare miracoli. E ancora, nelle fiabe che ricordavo della mia infanzia si raccontava di piante che andavano colte a mezzanotte sotto la luna piena una sola volta l anno, e che possedevano proprietà meravigliose. Sfogliavo libri esoterici, di rosacrociani, neo-esseni, antroposofi, alchimisti, ma anche testi di omeopati e spiritualisti. I medici che si occupavano di queste materie non erano pochi. Incuriosita e ormai senza speranza decisi di provare. Usavano piante per depurarmi, per sostenere il lavoro del fegato e rigenerare la flora batterica intestinale. Utilizzavo poi altre piante con il metodo di Edward Bach che nella sua floriterapia (oggi divenuta famosa) utilizzava addirittura la forza della rugiada del mattino sui diversi fiori. In alcune leggende e ricette tradizionali si parlava anche di aloe, una pianta che aveva un ruolo in quelle terapie ben prima che esistessero libri dedicati alle sue proprietà. Tutte queste letture e approfondimenti mi insegnarono a comprendere il mio corpo, ad alimentarmi in modo diverso, a tenere a bada la mia mente irrequieta con pensieri di bontà e di fiducia. Con mio grande stupore riuscii a dominare la malattia in breve tempo. Ma, un po per paura un po per passione non volevo più occuparmi di altro... Decisi così di diventare medico. La strada è stata lunghissima. 7
la pianta che cura
r la pianta che cura Perché parlare di aloe? S Pianta miracolosa, speranza contro i tumori, ma anche oggetto di business usato per prodotti che ben poco hanno di naturale. Da dove cominciare? 10 ull aloe si è scritto e detto molto; addirittura da qualche tempo il suo nome viene legato ai prodotti più svariati, dagli ammorbidenti alle creme di bellezza, tanto che viene da chiedersi «Perché parlare ancora di aloe?». La risposta non è poi così semplice, soprattutto di fronte a una grancassa che nulla ha a che fare con le proprietà terapeutiche dell aloe, note fin dai tempi antichi. Utilizzata dall uomo per millenni è stata per molte culture il simbolo stesso di guarigione e di pianta miracolosa, anche se soltanto oggi, grazie al miglioramento delle tecniche di ricerca, è possibile coglierne appieno i molti aspetti terapeutici e conoscerne i principi attivi. Ho cercato di raccogliere in questo manuale solo alcune fra le principali informazioni riguardo alle virtù terapeutiche di questa pianta che nel tempo l hanno resa famosa. D altra parte, mai come nel caso l aloe, si può dire che sia stato scritto di tutto e il contrario di tutto; e spesso a una ricerca scientifica è seguita una controtesi che, in alcuni casi, ha reso vane anche ricerche già pubblicate. Leggendo la storia di padre Romano Zago il religioso brasiliano divulgatore di una ormai celebre ricetta a base di aloe arborescens o le storie dei tanti pazienti guariti da tumori grazie all aloe, c è da domandarsi se non esistano in qualche modo due mondi paralleli che non riescono a comunicare tra loro. È un contrasto non nuovo nella storia dell umanità: le persecuzioni della stregoneria nei secoli passati sono per certi aspetti un esempio di come una casta di sapienti intendeva difendere i propri diritti e la propria posizione contro il sapere magico quanto confuso delle
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