Un pensiero randagio



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Transcript:

Un pensiero randagio Marco Delugan 1 marcodelugan@soldionline.it Abstract In questo testo si descrive un ambiente di lavoro per molti aspetti inusuale, le dinamiche della sua evoluzione, i suoi pregi e i suoi difetti e, soprattutto, come questo ambiente possa contribuire allo sviluppo di nuove idee: la comunità virtuale SaperInvestire (http://www.saperinvestire.it). E stato recentemente pubblicato come post fazione del libro di Roberto Domenichini dal titolo Il metodo frattale applicato ai mercati edito da Trading Library. Le tecniche di investimento proposte nel libro, infatti, sono state sviluppate dall autore anche grazie al contributo dei partecipanti alla comunità. E la scrittura, e i processi cognitivi che stimola, il fattore creativo che caratterizza questo contributo; e il modo in cui la scrittura stessa incrocia le competenze e le abilità necessarie per investire in modo profittevole. Su questo secondo punto è stata elaborata una prima ipotesi di ricerca che si ispira al lavoro di Donald Schon. Alcuni elementi della visione della pratica professionale elaborata da questo autore sono stati applicati all interpretazione dei racconti di trading scritti da uno degli autori più seguiti della community. Introduzione 2 Il pensiero randagio, come vedrete, sarà uno dei protagonisti della storia. Michel Polanyi, uno dei più importanti epistemologi del secolo scorso, descriveva così l intuizione dello scienziato quando va a stanare le questioni importanti su cui applicarsi. Allo stresso modo, come tenterò di mostrare, si muove il pensiero del trader che va alla ricerca di un metodo di investimento profittevole. E randagio anche se in termini più umilmente pratici è stato il percorso seguito fin qui dal progetto SaperInvetire e dai suoi gestori. Non solo perché si prova e si sbaglia, ma anche perché l ambiente internet favorisce gli incontri e le scoperte casuali, e l auto organizzazione spontanea delle reti di relazione. L altra protagonista di questo capitolo sarà la scrittura. La parola scritta è, infatti, il mezzo di comunicazione più importante nelle relazioni on line, ma il processo indotto dalla scrittura, oltre alla comunicazione con gli altri, permette di richiamare e rielaborare le proprie conoscenze, anche quelle meno consapevoli, e di stimolare, nei casi migliori, la creatività. A cosa serve internet? A cosa serve internet? A molte cose che sappiamo: informarsi, comunicare, acquistare. Per ognuna 1 Breve Curriculum professionale (max 15 righe) 2 Questo articolo nasce come postfazione del libro di Roberto Domenichini. L intuizione iniziale - la visione randagia di una possibilità ancora non scoperta (Conoscere ed essere, Polanyi, Armando Editore, 1988) - viene da lì, così come gran parte dello sviluppo successivo di quell idea. Ma un contributo a questo sviluppo è venuto anche dal contesto, dall ambiente di lavoro che Roberto frequenta da quasi un anno: il progetto SaperInvestire. SaperInvetire è nato da un idea di Diego Pastorino, socio fondatore e dirigente del sito di informazione finanziaria Soldionline.it. L idea è diventata un progetto, poi finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Lo scopo del progetto è promuovere lo sviluppo di una comunità virtuale il cui centro di interesse sia il risparmio e l investimento finanziario.. Pagina 1 di 16

ha ridotto tempi e costi, aumentato quantità e velocità. E agenzia di informazione in tempo reale, posta rapidissima, sportello bancario, agenzia viaggi, mercato finanziario e altro ancora. In alcuni casi si possono fare cose che prima non si sarebbero fatte proprio perché aver ridotto i tempi e aumentato le quantità permette di farle, portando ad un cambiamento anche qualitativo, ad un passaggio di soglia, come nel caso il trading on line, ad esempio. Va bene, ma non basta. Tanti anni fa, in un paese lontano lontano Era l inizio dell era informatica, nella prima metà degli anni 70, e il progenitore del personal computer era una scatola, grande come una voluminosa radio a transistor, da cui al massimo si poteva cavar fuori il lampeggiare di quattro lucette. E se invece era il ritornello di una canzone famosa, allora era gloria eterna per l autore della stringa. Ma divenne velocemente molto di più, in un mondo, le università americane di quel tempo, caratterizzato da un forte spirito di condivisione e scambio, che ci vedeva dentro, e voleva farne, una macchina relazionale, un terminale intelligente che potesse connettere le persone. Quelle idee sono diventate cose. La rete internet è un infrastruttura relazionale! E molti la usano così, anche se in molti modi diversi. Con SaperInvestire stiamo tentando di promuovere una community finanziaria di investitori individuali, di persone, cioè, che decidono di occuparsi dei propri risparmi in prima persona. Tipi diversi tra loro, anche molto. Si va da chi si affida ad altri ma vuole capire di più, all estremo opposto dei trader lillipuziani che non potranno mai legare il loro Gulliver, ma che ci scorrazzano intorno sperando di non farsi prendere troppo presto. Saranno loro, usandolo secondo i loro bisogni e i loro desideri, a decidere il destino di questo progetto. A volte le cose avvengono per caso I pezzi sono andati insieme un po alla volta. Sia le idee, sia gli elementi dell offerta, e non sempre in questa sequenza. Nel mese di ottobre dell anno 2005 ho ricevuto dalla società per cui lavoro Informazione e Finanza, la stessa che gestisce Soldionline.it - l incarico di portare a compimento la prima fase del progetto SaperInvestire. Si trattava, in sintesi, di organizzare il materiale già prodotto e di renderlo fruibile on line, e di gestire le prime successive fasi di sviluppo del progetto. L idea iniziale prevedeva un articolazione complessa, voleva coinvolgere analisti, ricercatori, studiosi e istituzioni universitarie, operatori del mondo della finanza e risparmiatori, e costruire una comunità virtuale sui temi del risparmio e dell investimento finanziario che facesse da centro propulsore di varie attività di formazione. Con le grandi istituzioni, però, che fossero Università, Banche o Sim, non siamo riusciti a collaborare. Salvo che con l Università Vita e Salute, facoltà di Psicologia, membro dell ATS (Associazione Temporanea di Scopo) che ha contribuito alle fasi iniziali del progetto. Questione di tempo? Chissà. Forse internet, quando siamo partiti, non era ancora il loro ambiente, o forse non lo erano iniziative come quella che andavamo a proporre. Magari eravamo noi a non essere, allora e per loro, abbastanza attraenti. Pagina 2 di 16

Ma la rete è fitta di incroci, e questo significa possibilità di incontri inattesi. E così, anche grazie a questi, il progetto si è sviluppato nel suo ambiente naturale, tra i suoi simili, come nodo della rete e come catalizzatore di interessi e di flussi di comunicazione. Durante la prima fase di sviluppo (gennaio-luglio 2006) abbiamo proposto ai lettori articoli prodotti durante il periodo di preparazione del progetto, e cioè i due anni precedenti il varo (dicembre 2005). La redazione era in fase di formazione e di rodaggio. Anche chi gestiva il progetto stava prendendo le misure di quanto si apprestava a gestire, e nemmeno in questo prendere le misure è mancata una buona dose di casualità. Nel senso che casualmente sono arrivati libri e corsi, nuove conoscenze e opportunità di collaborazione. Non solo casualità in senso stretto. Non è stata solo fortuna, o sfortuna. Un progetto di riferimento, forse un po scolastico, ma non banale, c è sempre stato. Diciamo che sono accadute cose impreviste, che obiettivi previsti sono stati raggiunti per vie inattese, che altri non sono stati raggiunti, ma ci sono stati anche progetti che sono arrivati a destinazione per come erano stati pensati. Tutto questo ha guidato a risultati migliori delle attese, sia in termini di originalità e qualità dell offerta, sia in termini di utilizzo del sito da parte dei lettori. Intendiamoci, non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un esperimento che ci ha dato buoni indizi e soprattutto ha confermato l idea che in rete ci sia lo spazio per community finanziarie di tipo educational. Magari integrando l utilizzo di strumenti di community con modalità di formazione più strutturata, sia on line che in presenza, migliorando la funzionalità del sito, sperimentando nuove modalità di interazione, eccetera. Nella seconda fase (settembre 2006-febbraio 2007) l offerta di contenuti è diventata più strutturata e stabile. Sono partite altre nuove collaborazioni, sempre su autosegnalazione degli autori. Un ruolo importante, in questo senso, lo ha svolto la rete esterna che si è via via formata intorno a SaperInvestire. Gli autori attivi quelli che scrivono stabilmente per SaperInvestire sono, infatti, raggiungibili via posta elettronica dai lettori. Molti lettori scrivono agli autori. Alcuni lettori si conoscono su SaperInvestire e poi intrattengono relazioni private. Gli autori si scrivono tra loro. Così, col tempo, intorno a SaperInvestire si è formata una rete informale. E da questa rete esterna, luogo di scambio e di gestione della conoscenza, anche se in senso lato, sono emerse idee, ipotesi per nuove rubriche e candidati alla collaborazione. Altra evidenza di questa attitudine delle reti di relazione on line all imprevedibilità e all auto organizzazione viene dall andamento dei contributi dei lettori alla produzione di contenuti. L unico spazio disponibile, in questo senso, è stato quello dei commenti agli articoli; la possibilità, cioè, di inserire e veder pubblicate le proprie opinioni e domande su quanto scritto dall autore in fondo all articolo dell autore stesso. Per circa otto mesi non è successo quasi nulla. Poi, nel solo mese di settembre ne sono arrivati tanti quanti quelli di tutto il periodo precedente: 400. E difficile da spiegare. E, probabilmente, dato che non vediamo quello che accade nella testa dei lettori, se non in maniera indiretta, avremo sempre ipotesi molto parziali. L andamento dei commenti non ha seguito un percorso lineare, ma è cresciuto per piccole esplosioni di partecipazione avvenute intorno a specifici articoli. Pagina 3 di 16

La prima si è sviluppata intorno all articolo Analisi tecnica: scienza o arte?, di Roberto Domenichini, di cui, arrivati a questo punto, sapete già molto. Il titolo dell articolo e l argomentazione hanno scatenato critiche e complimenti; il dibattito è esploso, almeno per i ritmi precedenti, e i contributi dei lettori hanno affrontato il tema della validità e dei limiti dell analisi tecnica. Un altro balzo, ma di natura diversa, è partito dall articolo Sulle tracce del Maestro di Mario Elia, uno degli autori più apprezzati di SaperInvestire, e prima di Soldionline.it, esperto di trading e profondo conoscitore dei diversi saperi coinvolti in questa attività. L articolo riportava uno scambio via email tra Elia e un suo lettore su William Delbert Gann, uno dei più grandi e misteriosi trader della storia della finanza. La palla è stata letteralmente presa al balzo da un tal Osservatore questo è il soprannome con cui si presenta on line - fedele adepto del Maestro, che ha trasformato in breve tempo lo spazio dei commenti all articolo in una sorta di blog personale. Nella prima fase di questa conquista del territorio l Osservatore occupava lo spazio da solo, nel senso che scriveva solo lui, e scriveva molti post al giorno. Col tempo altri hanno cominciato a partecipare, arricchendolo con contributi e approcci diversi. Il tema di questo dibattito è la previsione dell andamento dei mercati finanziari secondo metodi, diciamo così, non convenzionali. Gli interventi sono di tipo strettamente previsionale o di approfondimento della parte teorica. Storia ancora diversa quella di Promotore o consulente, la dura lotta per la sopravvivenza, articolo di Roberto Domenichini, che ha un successo quasi costante dalla data della sua pubblicazione. Riguarda le due categorie professionali ricordate nel titolo, le loro caratteristiche e la loro affidabilità, quello che fanno e quanto si fanno pagare, i problemi nel rapporto con i clienti e le possibilità di collaborazione e integrazione. Il filone iniziale, quello sorto intorno ad Analisi tecnica: scienza o arte?, di tipo metodologico, continua ancora intorno ad altri articoli e ad altre rubriche. Tre filoni emersi dal basso, non del tutto da soli, ma certamente non previsti. Ed è possibile che allargando l offerta di contenuti seguendo anche questo tipo di indicazioni possano emergere altri temi di interesse per la futura comunità di SaperInvestire. Tutto questo per dire di come l evoluzione di una community dipenda in buona parte, anche se non del tutto, dalla capacità della stessa di auto organizzarsi. La responsabilità di chi, come in questo caso, la propone, è di definirne il dominio, la struttura concettuale dello stesso e il piano di pubblicazione iniziale, di normare e presidiare gli spazi di interazione in modo da arginare gli inevitabili scontri di opinione in ambiti non distruttivi, e di adattare entrambi proposta di contenuti e spazi di interazione all evoluzione della community stessa. Comunità virtuali e gestione della conoscenza Come abbiamo già visto sopra, SaperInvestire è stato creato nell ambito di un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo. La filosofia che gli ha dato forma è ben sintetizzata da questo estratto dalla presentazione del progetto consultabile sul sito e scritta da Diego Pastorino. Io sono assolutamente convinto che la vera tutela del risparmio (e dei risparmiatori) passi attraverso un informazione semplice, trasparente e indipendente rispetto a ciò che accade sui Pagina 4 di 16

mercati, supportata da un continuo sviluppo della conoscenza e competenza da parte tutti gli attori coinvolti nell industria finanziaria, produttori, venditori, consumatori-risparmiatori. L informazione senza la consapevolezza non è sufficiente, anzi spesso è fuorviante. La finanza è una materia molto più semplice di quanto vogliano farvi credere, e con sforzi contenuti si può imparare moltissimo soprattutto si può imparare a preservare e proteggere ciò che si ha. Sul piano operativo il progetto consisteva in questo: 1. Nella creazione di un sito "contenitore" nel quale inserire contributi di conoscenza e cultura economica e finanziaria, catalogati e organizzati in modo tale da diventare, sviluppandosi, un corpus completo e facilmente navigabile di contenuti formativi e educativi. 2. Nella creazione della comunità che avrà come obiettivo lo scambio orizzontale e circolare delle conoscenze, la possibilità di confrontare esperienze, errori e soluzioni, di fare domande e ottenere risposte. SaperInvestire, quindi, si propone, fin dall inizio, come una infrastruttura on line di apprendimento. Un tipo di apprendimento che, nel caso specifico, può contare su due modalità fondamentali: l auto istruzione, realizzata dalla libera navigazione dei contenuti proposti dalla redazione; e l apprendimento mutuato, basato sullo scambio e la condivisione, tramite parola scritta, di esperienze e conoscenze. Uno scambio che, come abbiamo visto, può avvenire sia sul sito, utilizzando lo spazio dei commenti in modo da rendere pubblico il proprio pensiero, sia attraverso scambi privati via posta elettronica. L apprendimento mutuato è un modo di apprendere alla pari [...] che si basa sull attivazione di un processo tanto naturale quanto efficace (Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Trentin, Franco Angeli, 2004). Un processo fondato sui seguenti quattro movimenti: chiedere aiuto ad altri, imparare dalle esperienze degli altri, raccontare le proprie esperienze, cercare la soluzione assieme ad altri. Per inquadrare questa idea di apprendimento prendiamo a prestito alcuni concetti dalla letteratura sul knowledge management. Ed in particolare, come vedremo, quelli di conoscenza esplicita e di conoscenza tacita. Il knowledge management (gestione della conoscenza) è un tema molto vasto. Negli ultimi decenni con questo termine si indica soprattutto una disciplina aziendale che si fonda sull idea che la conoscenza sia un fattore competitivo di grande importanza, e che la gestione consapevole delle conoscenze rilevanti per l azienda sia una funzione decisiva per la sopravvivenza e lo sviluppo dell azienda stessa. Le pratiche che vanno sotto il nome di knowledge management sono volte ad individuare, selezionare, distribuire e generare conoscenza. In senso aziendale e/o professionale, queste possono riguardare singole aziende e reti di aziende legate da rapporti di collaborazione, ma anche reti di professionisti. Ma in senso lato il kmowledge management è una pratica antichissima. Le biblioteche, ad esempio, e il loro raffinato sistema di raccolta, catalogazione, recupero e distribuzione possono essere considerate, infatti, sistemi di gestione della conoscenza. Esistono diversi approcci al knowledge management modelli interpretativi, indicazioni normative, Pagina 5 di 16

pratiche manageriali, soluzioni tecnologiche, formule organizzative - che dipendono dalla teoria della conoscenza su cui si fondano. Due tipi di conoscenza L investimento finanziario è una attività ad alta intensità di conoscenza. Come vedremo meglio in seguito, per investire bisogna conoscere le caratteristiche dei mercati e degli strumenti e le tecniche di investimento più accreditate; bisogna definire un metodo in base alle caratteristiche dei mercati e degli strumenti stessi, ma anche in base alla propria capacità di sostenere emotivamente e cognitivamente i metodi e le pratiche che si sono scelte; e sviluppare, tramite l esperienza, le capacità intuitive necessarie a adattare il metodo alle circostanze continuamente mutevoli del mercato. Serve una particolare miscela, unica, come è facile capire, per ogni investitore, di intuizione e di metodo. La conoscenza che permette al trader di operare è, per definizione, una conoscenza di tipo applicativo. Semplificando molto, secondo la visione costruttivista una delle teorie della conoscenza più influenti nell ambito del knowledge management - la conoscenza di tipo applicativo è il risultato dell incontro di elementi espliciti e di elementi taciti. I concetti di conoscenza esplicita e conoscenza tacita risalgono soprattutto al lavoro dell epistemologo ungherese Michael Polanyi che li definisce così: La conoscenza umana è di due tipi. Ciò che è descritto di solito come conoscenza quale è formulata in parole scritte, schema, o formule matematiche, è soltanto un tipo di conoscenza; mentre la conoscenza non formulata quale è quella che noi abbiamo di qualcosa che noi siamo nell atto di fare, è un altra forma di conoscenza. Se noi chiamiamo la prima conoscenza esplicita e la seconda conoscenza tacita [...] (Studio dell uomo. Individuo e processo conoscitivo, Polanyi, Morcelliana, 1973) Gli esempi classici di conoscenza tacita riguardano le capacità psicomotorie del nuotatore e del ciclista. Entrambi sanno fare, ma entrambi non sanno, di solito, spiegare come e perché lo fanno. Il nuotatore non sa che per stare a galla deve evitare di vuotare del tutto i polmoni quando espira, e deve gonfiarli più del solito quando inspira. Così come il ciclista non sa che per stare in equilibrio deve zigzagare continuamente in modo da generare una forza centrifuga che si opponga alla forza di gravità che lo tirerebbe verso il basso facendolo cadere. (Conoscenza personale, Polanyi, Rusconi, 1990) Ma, come ricordano anche Nelson e Winter, la dimensione tacita non riguarda solo le capacità psicomotorie. Si estende, invece, anche alle abilità specificamente cognitive che, come vedremo ancora in seguito, sono quelle che ci interessano. L esempio, in questo caso, riguarda la capacità di risolvere equazioni algebriche. Chiaramente gli assiomi sui numeri reali e una lista di metodi per la soluzione delle equazioni possono costituire, in un certo senso, una descrizione accurata delle capacità necessarie. Ma è altrettanto chiaro che l abile risolutore di equazioni non ha la consapevolezza cosciente di quella specifica articolazione di competenze mentre agisce. Non pensa a quelle regole, ma percepisce la possibilità di trasformazione dell espressione che ha di fronte e la realizza, facendo spesso più di una trasformazione alla volta mentre la riscrive. (An evolutionary theory of economic change, Nelson e Winter, Belknap Harvard, 1982) La generazione di nuova conoscenza, per i costruttivisti, dipende dalla capacità di ricombinare gli elementi espliciti e, soprattutto, di scoprire ed esplicitare quelli taciti. Secondo questo approccio, il ruolo centrale, nei sistemi di knowledge management, deve essere assegnato alle connessioni Pagina 6 di 16

interpersonali in modo da facilitare l emersione e la condivisione della conoscenza tacita. E così torniamo all inizio del paragrafo precedente e quindi all apprendimento mutuato. Un pensiero randagio Cercare di capire come dovesse funzionare una virtual community per dare il meglio di sé mi portò, come abbiamo appena visto, ad incontrare la letteratura sul knowledge management. Fin dai primi approcci fu chiaro che una community poteva essere uno strumento di gestione della conoscenza e che l investitore individuale, chi decide di investire in prima persona i propri risparmi, un knowledge worker, perché investire è una attività che richiede un alto livello di conoscenza e di esperienza. Diventava importante, quindi, capire quali fossero le conoscenze e le abilità necessarie per investire in modo profittevole. Le tipologie di investitori individuali sono varie ed è più che probabile che ognuna di esse abbia necessità diverse. L idea di focalizzare l attenzione su una figura, il trader on line, è nata con l esigenza di scrivere questo capitolo come contestualizzazione del lavoro di Roberto Domenichini sulla finanza frattale, che proprio ai trader si rivolge. Le fonti per descriverlo sono state la rubrica autobiografica di Matteo Brunelli, ideata da lui e da Mario Elia, e gli scambi avuti dall autore con i lettori dei suoi articoli. Per esaminare questo racconto le sue prime nove puntate, per la precisione ho utilizzato parte della teoria della pratica professionale elaborata da Donald Schon. Semplificando molto, Schon propone una visione della pratica professionale, che chiama Riflessione nel corso dell azione, come alternativa al tradizionale Modello della razionalità tecnica. Nel modello della razionalità tecnica la pratica professionale è intesa come applicazione di tecniche, appunto, alla soluzione di problemi. Le tecniche si basano sulla conoscenza scientifica del dominio della pratica professionale in questione. Il professionista di valore è colui che è diventato esperto nell applicazione di tali tecniche. L idea della pratica professionale del modello della razionalità tecnica implica l esistenza di una conoscenza di base che sia sistematica, specialistica, solidamente definita e standardizzata il cui prototipo è la conoscenza scientifica. Implica, inoltre, una sufficiente uniformità dei problemi e delle situazioni che il professionista può incontrare e la stabilità della realtà osservata. I limiti di questo modello, secondo Schon, si incontrano quando le situazioni e i problemi affrontati sono caratterizzati da complessità, incertezza, instabilità, unicità e conflitti di valore. Quando il professionista, cioè, non si trova di fronte ad un problema dato, in qualche modo standardizzato, ma alla necessità di impostare di volta in volta il problema che si trova ad affrontare, che si fonda, a sua volta, su una realtà complessa e incerta. In casi come questi il professionista non può basarsi solo su una competenza di tipo strettamente tecnico, ma deve attingere alle capacità intuitive e alle conoscenze tacite che ha accumulato anche grazie all esperienza, e realizzare una sorta di dialogo interattivo con la situazione che si trova ad affrontare. Un dialogo che Schon ha denominato riflessione nel corso dell azione. Pagina 7 di 16

L approccio di Schon è sembrato interessante per diversi motivi. Il primo, forse il più immediato, è che i mercati finanziari sono difficilmente prevedibili. In questo senso credo che si possa affermare che l investitore assomiglia ai professionisti di cui parla Schon che si trovano ad affrontare situazioni di lavoro sempre diverse, almeno per qualcuno dei loro tratti essenziali. La necessità di far uso di capacità intuitive che, seguendo questa ipotesi, sarebbe diretta conseguenza dell instabilità dei mercati, permette poi di spostare l attenzione dalle tecniche, all abilità del singolo investitore. Secondo alcuni autorevoli studiosi, infatti, non esisterebbero rilevanze statistiche sufficienti a dimostrare la superiorità di una tecnica di analisi rispetto ad un altra. E se non è la tecnica a fare la differenza, potrebbero esserlo altre capacità, più opache e meno facilmente acquisibili delle regole esplicite delle diverse discipline e più legate all esperienza e alle capacità intuitive personali. Nel caso dell investimento finanziario, il tipo di intuizione coinvolto potrebbe essere definito come la capacità di vedere con un buon grado di probabilità la presenza di una coerenza nascosta nelle cose (Conoscere ed essere, Polanyi, Armando Editore, 1988), nell andamento di un grafico, ad esempio, nel quadro delineato da un insieme di indicatori, o nell insieme dei dati di bilancio di una azienda. L apprendista stregone Come ho accennato sopra, i materiali utilizzati per tentare una prima descrizione del modo in cui un trader definisce, nel tempo, il proprio modo di andare a mercato, sono tratti dalla rubrica L apprendista stregone di Matteo Brunelli. La storia dell apprendista stregone inizia con l intuizione di una possibilità: quella di poter valorizzare parte del proprio patrimonio in una attività che sia interessante ed emozionante, oltre che remunerativa. E si realizza come una serie ininterrotta di esperimenti sul campo. Gli elementi che andranno a formare il suo sistema di trading prenderanno corpo un po alla volta. A dargli forma non saranno solo i risultati concreti i guadagni e le perdite di borsa ma anche vincoli più sottili, ma non per questo meno efficaci, come la sostenibilità emotiva o cognitiva dei sistemi via via sperimentati. Oltre all interesse personale per l approccio adottato. Donald Schon, propone tre accezioni del termine esperimento sul campo. Tutte tre presenti nel racconto di Brunelli. La prima, la sperimentazione esplorativa, è l azione intrapresa per vedere cosa ne deriva, senza ipotesi o teorie da mettere alla prova. Risponde alla domanda: e se?. Come avviene nei primissimi tentativi dell apprendista stregone, quelli in cui decide di rompere gli indugi e si butta per vedere che effetto fa. La seconda accezione è quella che Schon chiama di verifica della mossa. In questo caso una azione viene messa in atto per capire se è funzionale al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Ad un livello di maggiore elaborazione le azioni possono implicare ipotesi e teorie da mettere alla prova. E questa la terza accezione proposta da Schon: la sperimentazione come verifica delle ipotesi. Le ipotesi messe alla prova negli esperimenti sul campo possono essere esplicite oppure implicite. Vedremo in seguito come sarà proprio la scoperta di ipotesi implicite e di altre dimensioni non tecniche dell attività di trading a segnare importanti punti di svolta nell evoluzione del sistema di trading del protagonista. Pagina 8 di 16

Gli esperimenti possono riuscire o non riuscire. I risultati possono confermare o smentire le strategie e le ipotesi fatte dallo sperimentatore. La revisione del metodo sarà imposta da risultati negativi, mentre risultati positivi spingeranno a proseguire senza dover necessariamente metter mano alle ipotesi adottate. Almeno fino a quando i risultati daranno ragione. Due degli esperimenti dell apprendista stregone sono sembrati particolarmente significativi. Vediamoli. Dopo i primi tentativi di esplorare il campo dell investimento finanziario, il nostro protagonista comincia ad elaborare strategie complesse, che incorporano ipotesi sia sull operatività in senso stretto, sia sulla sostenibilità della stessa. La prima, stando al racconto, è quella di dedicarsi allo scalping e alle operazioni intraday. La scelta, le ipotesi implicate nella stessa e come l esperienza le abbia negate sono descritte dall autore nel modo che segue. Lì per lì, l approccio ai miei occhi migliore sembrò subito quello dello scalping, o delle operazioni intraday. Mi dissi che alla fine della giornata tutto sarebbe ritornato al suo posto, avrei potuto periodicamente appianare il capitale prelevando i profitti, permettendomi di sfruttare la leva del 1000% consentita dalla sim. In questo modo mi metterò al riparo da qualsiasi avvenimento malsano potrà capitare nel globo. Cosa posso dire, solamente che sono stato fortunato. Lo scalping, o l intraday sono un metodo d investimento che non disdegno, anzi. Lo considero molto affascinante in virtù della possibilità di puntare, e far fuoco sovente; è stimolante. Nel mio caso, però, per poco non sono andato a fuoco io. Frenetiche sessioni con mouse alla mano, cercando di capire quanti titoli dovevano essere considerati contemporaneamente, come controllarli, che indicatori guardare, se il grafico o il book, per non parlare di tutte le domande alle quali non riuscivo ancora a dare una risposta. Capii dopo qualche soldino lasciato sul piatto e una forte congiuntivite, che ciò che andavo cercando era qualcosa di diverso. I risultati di questa prima strategia adottata sono quindi diversi da quelli attesi. E non solo in termini strettamente economici. Ci sono i soldi lasciati sul piatto, ma anche la difficoltà di sostenere la strategia dal punto di vista cognitivo - quali titoli seguire, quali indicatori osservare, le troppe domande senza risposta - e psicofisico: la forte congiuntivite che Brunelli sembra attribuire alla tensione accumulata in quel periodo. Dal successivo esame dalla strategia adottata emergono due elementi interessanti. [...] compresi ben presto che la possibilità di commerciare esclusivamente attraverso i segnali operativi dettati dall incrocio delle medie mobili non era sufficiente [...] mi resi conto che ero stato tutt altro che prudente, e che di ciò che avevo letto fin lì, avevo preso e fatto mio solo ciò che psicologicamente di primo acchito non mi toglieva nulla e mi faceva sognare sopra un panfilo da 40 metri [...] Lo dimostravano gli errori commessi per l ansia che mi portavo dietro in ogni singolo trade [...] Il primo passo di questo esame consiste in una riflessione sugli elementi tecnici della strategia, l incrocio delle medie mobili, mentre il secondo consiste nell esplicitazione di una componente tacita del suo approccio al mercato: [...] avevo preso e fatto mio solo ciò che psicologicamente di primo acchito non mi toglieva nulla e mi faceva sognare sopra un panfilo da 40 metri. La scoperta di questo nuovo elemento, che condizionava silenziosamente le sue scelte strategiche, gli permette di spiegare ansia ed errori, e di decidersi per una strategia più metodica e prudente. La Pagina 9 di 16

soluzione sarà quella di abbandonare lo scalping e di passare ad una operatività di breve-medio termine. La seconda ipotesi messa alla prova, quella che un sistema sempre più sofisticato gli avrebbe garantito risultati e tranquillità, viene descritta così. Continuavo a porre mano a tutti gli elementi che componevano il sistema, con interventi che risultavano via via più invasivi, con l intento di ottenere risultati sempre migliori, con minori perdite e con la possibilità di sfruttare sempre più i movimenti dei titoli. Questa strategia lo porta Fino allo sfinimento. Il motivo della sconfitta è nella difficoltà di sostenere da un punto di vista cognitivo la nuova strategia: Converrete con me che analizzare tutti i dati qui esposti potrebbe diventare alquanto complicato! Anche in questo caso i risultati negativi spingono il protagonista a rivedere la propria strategia. Ho allora capito, che, nonostante gli innumerevoli sforzi, occorreva piegarsi all evidenza per cui, essendo il mercato fatto di persone come me, o che non la pensano come me, era impossibile prevederne le mosse. E soprattutto ricordando che perdere in borsa è fisiologico altrimenti, se tutti guadagnassimo, non esisterebbero i mercati. La revisione lo porterà in direzione opposta, verso un metodo più semplice e sostenibile: Credo, e chiedo venia per la bontà di questa affermazione, che ai più potrà sembrare casereccia, che la semplicità paghi, eccome! Insieme ai pochi altri elementi che costituiscono il mio metodo di investimento e di cui vi ho parlato fin qui, una metodologia poco complicata è per me il miglior modo per poter essere costruttivo. Due esempi sono poca cosa rispetto alla ricchezza dell intero racconto. Chi volesse leggerlo per intero non deve far altro che andare all indirizzo http://www.saperinvestire.it e cercare nella spalla sinistra la voce L apprendista stregone, cliccarla, e accedere all indice della rubrica. Da queste prime note, però, appare chiaramente che il percorso raccontato da Brunelli non sia lineare. Sembra piuttosto caratterizzato da una sorta di pensiero randagio capace di scovare opportunità e problemi, di sperimentare scommettendo su possibili soluzioni, di deviare e tornare indietro di fronte a fallimenti inattesi. Un pensiero in grado di raccogliere e considerare conoscenze tacite e conoscenze esplicite; di utilizzare modalità razionali e intuitive; di valorizzare le dimensioni emotive e quelle cognitive; di focalizzarsi sui particolari e di osservare il problema nella sua interezza. Un pensiero che non è né casuale né deterministico, ma che cerca esplorando e sperimentando e facendosi guidare dai risultati sperimentali. La parte dell intuizione, si allargherebbe, probabilmente, se si esaminasse l operatività quotidiana. Nel racconto di Brunelli questa dimensione quotidiana è meno esplorata rispetto alla descrizione dell evoluzione del metodo. E possibile che questo sia dovuto anche al fatto che l intuizione opera durante l azione, mentre il racconto è una sorta di riflessione sull azione. E l intuizione, inoltre, è difficilmente raccontabile. Alcuni indizi sono comunque rintracciabili. E poi, per rinforzare questa ipotesi sull importanza dell intuizione nell attività di trading, ci facciamo aiutare da Renato Di Lorenzo quando afferma che per tracciare le linee di trend non c è niente che superi il potere risolutore dell occhio umano. (Guadagnare in Borsa con l Analisi Tecnica, Di Lorenzo, Il Sole 24 Ore, 1992). Se non è una capacità guidata da un innato senso per la coerenza questa! Pagina 10 di 16

Il potere di scrivere Abbiamo visto al paragrafo Un pensiero randagio come l evoluzione della strategia di trading del protagonista avvenga grazie ad una sorta di dialogo riflessivo con la propria esperienza. Un dialogo che può avvenire durante l azione o in momenti separati da questa, come riflessione sull azione. I materiali coinvolti in questo processo sono vari e di diversa natura: i risultati delle strategie realizzate; le strategie e le ipotesi che incorporano, sia esplicite che tacite; la sostenibilità emotiva o cognitiva delle strategie stesse. In Un pensiero randagio abbiamo anche visto come questo tipo di riflessione possa essere considerato come esperimento sul campo. Un tipo di esperimento diverso da quello controllato e tipico della ricerca scientifica, ma comunque dotato di propri criteri di validità. Ma perché, visto tutto questo, un investitore dovrebbe partecipare ad una comunità virtuale? Che vantaggi può trarne? La partecipazione ad una comunità virtuale è un esercizio di lettura e scrittura. Anche se si realizzano diversi modi e gradi di partecipazione, quella piena le richiede entrambe. Il primo elemento, la lettura, permette di accedere a repertori di conoscenza esplicita che riguardano l investimento. Il vantaggio che deriva dalla partecipazione, in questo senso, dipende dalla qualità e dalla varietà dei contenuti proposti. Entrambe, qualità e varietà, consentono ai lettori di migliorare e arricchire il proprio bagaglio di conoscenze esplicite e, nei casi migliori, di reinterpretare le proprie esperienze alla luce di ciò che hanno appreso. La caratteristica distintiva di una comunità virtuale, però, è l interazione via parola scritta, che non è, in questo caso, solo strumento di comunicazione, ma anche possibilità di riflessione sull esperienza e, quindi, di stimolo per l evoluzione delle proprie strategie. Scrivere è faticoso: richiede tempo, energia e, soprattutto, idee. A prima vista, inoltre, comunicare in questo modo può apparire un impoverimento della comunicazione se confrontata all interazione in presenza o in videoconferenza. Ma se si riflette sul processo indotto dalla scrittura, basato sulla formulazione delle proprie idee, sul confronto con quelle degli altri, sul riscontro e le valutazioni che provengono dagli interlocutori, ecco che il medium diventa un ottimo strumento per stimolare la riflessione, la condivisione di conoscenze, lo sviluppo del senso critico, in sintesi, la costruzione di nuove conoscenze e abilità (Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Trentin, Franco Angeli, 2004). Scrivere, allora, non diventa solo uno strumento di dialogo con gli altri, ma anche con la propria esperienza. Diventa dialogo tra esperienza e intelligenza (Parole incrociate, Crovi, Piemme, 1995) sia a livello individuale che di gruppo. Permette di conoscere altri punti di vista, altre interpretazioni, e di scoprirle all interno di un sistema di relazioni oltre che per via, diciamo così, teorica. E di percepire la complessità naturale che definisce i domini di conoscenza e le loro interrelazioni (Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Trentin, Franco Angeli, 2004). Scrivere le proprie opinioni nel contesto di un dibattito obbliga a chiarire a se stessi le proprie idee anche in relazione con quelle sostenute da altri, e stimola ad indagare la propria esperienza, a rielaborarla anche nelle sue dimensioni tacite. Pagina 11 di 16

Il dibattito stesso può generare nuove domande e nuovi tentativi di risposta, oltre che rendere disponibili elementi di conoscenza già provati dall esperienza. Indizi della validità di queste brevi note sul potere di scrivere vengono da alcuni scambi via posta elettronica - tanto per restare in tema avuti con Domenichini e Brunelli. Avevo chiesto loro di descrivere come l aver partecipato al progetto SaperInvestire avesse contribuito all evoluzione delle loro capacità e dei loro metodi di trading. Il tema centrale del lavoro di Domenichini per SaperInvestire è stato, fino ad oggi, l utilizzo della scienza frattale come strumento di trading, mentre Brunelli ha redatto un diario pubblico delle sue esperienze di investitore. La risposta di Domenichini ha evidenziato, in particolare, l importanza dello scambio di opinioni con i lettori sugli elementi espliciti e tecnici della questione: sul significato e le possibilità di utilizzo in senso predittivo del coefficiente di Hurst, su quali potessero essere gli strumenti di analisi tecnica più adatti ad essere incrociati con Hurst, sulla scelta delle medie mobili e del cross su queste da utilizzare; l importanza, cioè, come lui stesso mi ha scritto, dell interazione tra le sue intuizioni, quello che leggeva su SaperInvestire e altrove, e gli scambi pubblici e privati con i lettori. La rubrica di Brunelli è meno tecnica di quella di Domenichini. I suoi testi, come discorso autobiografico, coinvolgono anche altre dimensioni. Lui stesso definisce terapeutico l aver scritto per SaperInvestire: mi ha permesso di consapevolizzarmi di diverse cose, sopratutto della direzione nella quale era assolutamente necessario lavorare. E questo non solo grazie alla scrittura, ma anche all interazione con i lettori e, soprattutto, con Mario Elia, che gli ha consentito, inoltre, di approfondire diversi aspetti dell attività di trading dal punto di vista operativo. Entrambi gli autori, quindi, sembrano aver realizzato un processo creativo. Il primo incentrato su elementi espliciti e finalizzato alla definizione di un nuovo metodo; mentre il secondo ha permesso all autore di rivisitare e riordinare la propria esperienza, e ridefinire, anche grazie a questo, le sue strategie operative. Visioni (per ora) lontane SaperInvestire è stato, fino ad oggi, un piccolo esperimento. Abbiamo tentato di giocare nuove carte, nuove per noi, che non avevamo giocato prima. Abbiamo dovuto imparare la teoria e tentare di applicarla. I risultati sono stati lusinghieri, sotto certi aspetti, ma hanno anche evidenziato alcuni punti di debolezza del progetto. Il grafico che segue mostra l andamento mensile della pagine viste. I valori assoluti non sono stati riportati. I dati mensili sono infatti il risultato di stime fatte su serie storiche parziali, che coprono periodi non sovrapposti, e calcolate con strumenti diversi. Hanno valore come indicatori della tendenza evolutiva del fenomeno osservato. Pagina 12 di 16

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Il grafico permette di definire l esistenza di due microcicli. Il primo va da gennaio a luglio 2006. Agosto è un mese di vacanze ed è difficile interpretarne i dati. Il secondo ciclo va da settembre 2006 a febbraio 2007. I due periodi corrispondono probabilmente a due diversi modi di utilizzare il sito da parte dei lettori/partecipanti. Nel primo periodo il sito è stato esplorato, con tempi di permanenza e pagine viste per visitatori unici piuttosto alti. Gran parte dell offerta consisteva nella riproposizione di articoli già presenti nell archivio e prodotti nella fase di preparazione del progetto. La redazione era in via di formazione e di rodaggio. Come in ogni esplorazione il territorio da esplorare si riduce un po alla volta. Così, dopo il picco di marzo, le pagine viste sono andate via via calando. Nel secondo microciclo la modalità di partecipazione è cambiata. Tra gennaio e agosto i contributi della community che nel caso di SaperInvestire consistevano in testi scritti spediti a commento degli articoli pubblicati erano stati circa 50 al mese. Solo in settembre ne sono arrivati 400. Oltre a leggere, quindi, i lettori cominciavano a trasformarsi in partecipanti. Su questo aspetto dell attività della community i dati disponibili sono invece solidi e rilevanti anche da un punto di vista quantitativo. I dati dei mesi successivi a settembre, fino a febbraio 2007, sono presentati nella seguente tabella. Settembre 400 Ottobre 691 Novembre 578 Dicembre 358 Gennaio 457 Febbraio 345 A settembre ha ricominciato a crescere anche il numero delle pagine viste. A quel tempo la redazione era cresciuta e con questa la quantità e la qualità dei contributi proposti ai lettori. L offerta era maggiormente strutturata rispetto al periodo precedente. Pagina 13 di 16

Cosa possono voler dire questi numeri? Per quanto si può capire dai pochi dati a disposizione, le due fasi sembrano abbastanza ben delineate, sia in termini di caratteristiche dell offerta e che di modalità di fruizione, e corrispondono a quelle che nella letteratura sulle virtual community vengono indicate come fase di lancio e fase di crescita. Entrando nei dettagli, però, non troviamo un quadro altrettanto chiaro, ma l indicazione di nuove questioni. I contributi della community superano di molto quelli della redazione 470 commenti contro 44 articoli nuovi al mese, in media - e questo, stando alla letteratura sull argomento, potrebbe essere interpretato come un segno importante di vitalità della stessa. Se consideriamo, però, che di fronte ai 470 commenti medi mensili stanno, ogni mese, circa 50.000 visite - dato, questo, abbastanza credibile - allora scopriamo che solo nell 1% dei casi la visita corrisponde ad un atto di partecipazione. Non molto, quindi. Come elemento positivo, invece, possiamo notare che si stanno formando tre gruppi di lettori/partecipanti di circa 10/15 persone l uno, con alcuni che partecipano a più gruppi, che alimentano tre diverse direzioni di indagine: sono tre piccoli nuclei di community. Sono dati misti, come si vede, e mi è difficile darne un interpretazione univoca. Anche perché non ho ancora trovato, nella letteratura sull argomento, degli standard di riferimento utili ad inquadrare la questione nella sua specificità. Le luci e le ombre aiutano, però, a sottolineare alcuni dei punti di forza e di debolezza del progetto. Il punto debole di una comunità on line è proprio quello di essere solo on line. E in un caso come quello di SaperInvestire, che vorrebbe diventare un occasione di reale apprendimento, l essere solo on line diventa un punto debole di rilevante portata strategica. La definizione precisa dell obiettivo del progetto SaperInvestire potrebbe essere quello di promuovere lo sviluppo di una Rete di pratica, perché l investimento è un attività che ha importanti conseguenze sul reddito e sul patrimonio e non un semplice interesse, e proporre uno spazio di formazione vuol dire, in questo caso, mettere in atto processi che, se funzionano, vanno ad incidere sul modo di praticare l investimento. Per evidenziarne i punti di forza e di debolezza, il concetto di Rete di pratica viene solitamente confrontato con quello di Comunità di pratica. [...] la comunità di pratica sono caratterizzate da gruppi di persone fra loro strettamente coese e che si conoscono molto bene l un l altra. Esse alcune volte lavorano insieme e comunque mantengono fra loro uno stretto legame attraverso la condivisione delle pratiche. I membri di tali comunità basano la loro comunicazione prevalentemente sull interazione in presenza con un levato grado di reciprocità, condividendo, contribuendo, supportandosi a vicenda, in modo naturale, senza che questo venga percepito come un onere aggiuntivo per il proprio lavoro. Le reti di pratica, invece, rappresentano comunità blandamente connesse, nelle quali la maggior parte dei membri non si conoscono fisicamente. (Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Trentin, Franco Angeli, 2004). Il concetto di comunità di pratica si è sviluppato nel campo delle teorie sociali dell apprendimento, teorie che sottolineano l importanza dell esperienza e del coinvolgimento attivo, e del contesto sociale e relazionale all interno del quale l apprendimento avviene come elementi fondamentali per Pagina 14 di 16

la qualità dello stesso. In termini di gestione della conoscenza le comunità di pratica possono essere viste come uno strumento o, meglio, uno spazio sociale di raccolta, distribuzione e generazione di conoscenza. Le reti di pratica sono comunità on line o almeno anche on line che si caratterizzano per avere un interesse distintivo di tipo professionale. Come abbiamo visto dalla citazione proposta sopra, la differenza principale tra comunità di pratica e rete di pratica è il fatto che le persone non si conoscono e non hanno relazioni in presenza. E questo ha due conseguenze importanti per lo sviluppo di una rete di apprendimento. La prima è la mancanza di trust, della fiducia negli altri che viene dalla conoscenza e dalla frequentazione in presenza. Questo non favorisce gli scambi, che sarebbero invece la fonte più importante di innovazione, anche per una comunità on line. La seconda è la mancanza del lavoro concreto in comune. Questo, oltre a non permettere lo scambio di conoscenza a livello tacito, possibile solo in presenza, rende molto più problematica la trasformazione dei novizi in membri a pieno titolo (L apprendimento situato, Leave e Wenger, Erickson, 2006). Entrambe contribuiscono a spiegare il livello quantitativo e qualitativo della partecipazione. I commentatori sono pochi rispetto ai solo lettori, quindi, perché le persone non si conoscono direttamente, non sanno chi sta loro di fronte, e per questo non sentono un livello di appartenenza al gruppo tale da indurli a condividere idee ed esperienze. I commenti sono pochi ma quasi sempre di livello alto. Questo, da un lato, è positivo perché un dibattito di buon livello può fungere da attrattore di nuovi lettori. Ma, per un altro verso, può significare che solo i bravi scrivono. E se solo i bravi scrivono, può voler dire che il passaggio di conoscenza resta solo tra chi già ce l ha e quella che passa oltre questa cerchia non è sufficiente a ridurre il gap cognitivo tra esperti e novizi. Nessuno dei due limiti appena elencati può essere del tutto superato, ma se ne possono arginare gli effetti negativi. Per aumentare il trust, il capitale sociale della comunità, una possibilità è quella di far crescere il tasso di realtà nelle relazioni virtuali, consentendo, ad esempio, la partecipazione ai soli iscritti, e permettendo solo iscrizioni non anonime, come avviene in The Well (http://www.well.com/), una delle più famose community on line del mondo, attiva dal 1985. L iscrizione a The Well è a pagamento. Per aumentare il livello di fiducia nella comunità stessa, su The Well non ci sono intrusioni pubblicitarie e viene garantito agli iscritti che nessuna informazione sul loro conto verrà venduta ad altre aziende. Così che il tutto assume alcuni dei tratti di una comunità reale. La questione dell estensione degli scambi e del coinvolgimento dei meno esperti richiede probabilmente l utilizzo di strategie di formazione più strutturate di quelle adottate fino ad oggi, di veri programmi di e-learning, ma anche di formazione d aula, e la loro integrazione con gli strumenti di community. L aumento di competenza, e di fiducia, potrebbe portare ad un incremento degli scambi e arricchire, di conseguenza, anche la dimensione collaborativa dell apprendimento. Dalla mancanza di scambi in presenza deriva una terza importante questione, quella dei tipi di conoscenza gestibili on line. Abbiamo visto al paragrafo Il potere di scrivere come l interazione Pagina 15 di 16

via parola scritta permetta di rielaborare la propria esperienza e di arricchire la propria pratica di investimento, e come tutto questo possa coinvolgere sia gli elementi espliciti della conoscenza che quelli taciti. Rispetto ad una Comunità di Pratica, dove le persone praticano assieme, in una Rete di Pratica non è possibile lo scambio di conoscenza a livello tacito, quel tipo di scambio, per semplificare, che si realizza con l osservazione diretta e con l imitazione dei modi di fare dei colleghi più esperti. E questo vuol dire avere di fronte un confine invalicabile. Non è chiaro cosa stia al di là di quel confine, ma è molto probabile che uno dei fattori più importanti, il potere risolutore dell occhio umano, la capacità di intuire coltivata dall esperienza, non siano trasferibili con gli strumenti e negli spazi frequentabili on line. Il punto di forza del progetto è il suo stesso dominio. L investimento finanziario, per chi lo pratica, è un interesse forte spesso accompagnato da una spiccata propensione alla ricerca di nuovi mercati, strumenti e metodi. Gli investitori individuali chi gestisce in prima persona i propri risparmi, inoltre, per motivazioni diverse, economiche, politiche, culturali, stanno crescendo sia in termini qualitativi che quantitativi. E, secondo alcune ricerche sul tema, cominciano ad esprimere bisogni di apprendimento più raffinati che in passato. Quali sono, quindi, le visioni lontane del titolo di questo paragrafo? Forse, semplicemente, che si può tentare. Una Rete di Pratica, e cioè mettere assieme delle persone in modo utile attraverso internet, generando un tipo di utilità che vada ad incidere sulle loro pratiche concrete, è possibile. Non bastano certamente le forze che abbiamo messo in campo fino ad oggi. Servono un lavoro migliore sulla parte on line, una maggiore definizione della comunità, dei diritti e dei doveri dei partecipanti e dei vincoli di accesso, per dare maggiore realtà alle relazioni; e serve una nuova integrazione con altri strumenti on line, come l e-learning, e con modalità di relazione del mondo reale, come il corso d aula e il libro di carta. Pagina 16 di 16