S. Basilio di Monopoli.

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S. Basilio di Monopoli. Negli anni 70 del secolo scorso era pensiero corrente fra gli storici che i frequentatori delle chiese scavate nella roccia e gli abitanti degli insediamenti rupestri fossero gente senza storia. Questa ipotesi era senza fondamento in quanto si basava sulle conoscenze diffuse sino ad allora scevre da una rigorosa ricerca in archivi e nei documenti sparsi nella regione pugliese. Dopo la pubblicazione del volume su Le chiese rupestri della Puglia e Basilicata nel 1998, elaborata insieme all amico Aldo Messina, iniziai a scandagliare i numerosi Codici editi dall Archivio Storico Pugliese e a leggere le varie storie riguardanti il territorio di Monopoli. Nel contempo raccolsi quanto più possibile materiale utile alla ricerca sulle chiese rupestri : dalle carte geografiche e catastali per raccogliere dati sulle variazioni dei toponimi e per localizzare le stesse chiese, alla documentazione storica della città e del suo territorio utile a comprenderne l evoluzione. In breve era tanto il materiale riguardante il primo feudatario normanno di Monopoli, il famoso Goffredo conte di Conversano, tanto da pensare di farne una pubblicazione a se stante. Così nel 2005 fu edito da Adda il volume Goffredo il normanno conte di Conversano in cui oltre al testo inserii ben 82 documenti riguardi, appunto, la figura del conte e quella dei suoi figli, attori normanni che hanno influito in varie vicende storiche regionali comprese tra il 1050 e il 1133, cioè sino alla formazione del regno normanno. Fu in quel periodo l occasione di vedere per la prima volta la chiesa rupestre di S. Basilio, oggi situata presso la zona industriale di Monopoli, a poca distanza dalla masseria Spina ove sono noti altri vasti complessi ipogei. Vito L Abbate ne aveva già dato notizia nel suo lavoro Insediamenti antichi e medievali lungo le lame del territorio di Monopoli (inserito in Monopoli nel suo passato 2, Monopoli 1985, pp. 7-100). L esterno e il piccolo dromos davanti all ingresso della chiesa rupestre. Un piccolo dromos quadrato è posto all esterno al fine di realizzare una parete verticale utile per iniziare lo scavo nel banco tufaceo calcarenitico con sulla destra la forma di una tomba incavata sempre nella tenera roccia. Si entra nella chiesa tramite un varco rettangolare inserito in un arco a sesto pieno leggermente incavato nella parete rocciosa. Il prospetto d ingresso è ben definito ed elegante nelle sue semplici forme.

L interno a tre navi è suddiviso da due colonne sorreggenti archi a tutto sesto formanti sei comparti; la volta è piana, alla base delle pareti verticali è ricavato un sedile. Con andamento assiale di fronte all ingresso, nella navata centrale più larga rispetto alle laterali, si apre il presbiterio a pianta rettangolare, sopraelevato rispetto all aula, con un arco a sesto leggermente ribassato quale arco trionfale. Il presbiterio culmina con un abside in cui è ricavato un altare adossato al fondo absidale. Un sedile corre sui due fianchi laterali del presbiterio. L impressione che si ha nell interno della chiesa è di ritrovarsi in un ambiente fortemente caratterizzato dalle semplici forme geometriche cadenzate da archi incrociati ortogonalmente fra loro e delimitate da pareti verticali racchiudenti lo spazio ecclesiale. Entrando l attenzione è subito attratta dall arco triofale e dal presbiterio ove è inserito l altare. La chiesa si presenta completamente aniconica e senza decorazioni, così è solo l andamento delle forme architettoniche a impreziosirla. Solo delle croci incise sui pilastri della chiesa ipogea richiamano alla sacralità del luogo. Monopoli da L Abbate. Pianta e sezione della chiesa di San Basilio di

L altare possiede un gradino posto davanti alla sua bse, un foro posto al centro del piano dell altare segnala che un tempo vi erano deposte delle reliquie. L arco trionfale con alla base il muretto, in fondo l abside rettangolare con all interno l altare addossato. Sui pilastri vi sono croci incise.

La chiesa di S. Basilio di Monopoli venne donata nel 1090 dal conte Goffredo di Conversano e signore di Monopoli all arcivescovo di Brindisi-Oria Godino al fine di ottenere l esenzione vescovile per il monastero femminile di Santa Maria Vetere voluta da sua moglie Sighelcaita. Poco dopo la chiesa con i suoi beni e pertinenze venne ceduta dall arcivescovo. Anni dopo, quando all arcivescovo Godino successe Bailardo ci fu una lite creata dal prelato che si rivolse al Papa Onorio II contestando l esenzione del monastero brindisino di S. Maria Vetere. Bailardo sosteneva che essendo stata ceduta la chiesa di S. Basilio dal suo predecessore veniva a cadere l esenzione del monastero. Per risolvere la questione il papa fece convenire in concilio a Brindisi con la presenza di Pietro diacono Cardinale Legato, Formoso vescovo di Lecce, Ambrosio abbate di S. Stefano di Monopoli, Arnono priore del Santo Sepolcro di Brindisi e Adelardo priore di Tutti i Santi. Ascoltarono le ragioni di Bailardo e quelle del monastero difeso e rappresentato direttamente dalla contessa Sichelgaita e giudicarono a favore del monastero benedettino di S. Maria e lo stesso arcivescovo fece redigere un privilegio di conferma delle esenzioni del monastero sottoscritto da tutti i presenti ( Della Monaca, Memoria historica, p.354). Ricostruzione del centro storico di Monopoli e del suo antico porto interrato da D. Capitanio, Il porto scomparso, in Monopoli nel suo passato n. 4, 1988. Le palline nere indicano la presenza di strutture rupestri: 2 forse S. Giovanni a Potto Aspro, 3 S. Nicola a Porto Aspro, 5 S. Maria Amalfitana, 8 grotte, 9 S. Martino al Carbonaro, 10 grotte di S. Martino, 11 Madonna del Soccorso, 19 S. Leonardo. Altri documenti fanno conoscere gli aspetti rupestri di Monopoli anche nel centro storico della città.

Da un testamento del 1054 apprendiamo l esistenza della chiesa di S. Nicola di Porto Aspro. Il magister Mele di Monopoli, figlio di Martino di Bari, dispose che la chiesa di S. Nicola da lui costruita avesse alcuni sui terreni siti vicino a Monopoli e a Triggiano,; che i sacaerdoti o monaci potessero usare l acqua di una cisterna e che i suoi eredi liberassero ed esentassero la sua chiesa dalla giurisdizione degli ordinari: adlibertare ecclesia ipsa quandocumque ic episcopus essere debes. (Morea n. 42, pp. 93-96). Poi, nel 1140, la chiesa di S. Nicola di Porto Aspero risulta essere posta sotto l obbedienza del monastero di S. Benedetto di Conversano. Una serie di documentai testimoniano che intorno a questa chiesa vi erano abitazioni rupestri. Resti del cimitero, di cui si hanno notizie documentarie nel CDB, vol. XVII p. 132 in nota, adiacente al monastero di S. Nicola in Porto Aspro. Sono celle sotterranee, affrescate da pitture venute alla luce il 20.4.1954 con numerose tombe. Gli affreschi raffigurano: una Madonna in trono con Bambino in braccio benedicente alla greca, sul lato sinistro del petto una farfalla e ai piedi a sinistra cinque devoti, un uomo con barba, una donna e tre giovanetti, un S. Andrea e due altri santi non identificati, uno dei quali recante un cartiglio con la scritta in sei righi, a grossi caratteri goticizzanti: ASTNENCIA-ET PACI-ENCIA V-INCIT DE MONES. Le pitture comparivano eseguite in diverse epoche, dall VIII al XIV secolo, notizie fornite dal dr. A.N. Pipoli ispettore onorario di Monopoli nel 1964. Oggi sono visibili le tracce nell area archeologica accanto alla biblioteca Comunale. A poca distanza era la chiesa di San Giovanni in Porto Aspro, chiesa rupestre con pitture affumicate. Cfr. Indelli p. 28.3. S. Pietro de Trochata o Troccia o Troccica, era una chiesa rupestre esistente dentro la città sotto il convento di S. Domenico e oggi nota con il titolo di Madonna del Soccorso. Indelli p. 143.

La tradizione storica monopolitana vuole che nel 1059 un gruppo di marinai amalfitani per ringraziamento di un scampato naufragio fecero costruire una chiesa dedicata alla Madonna su una chiesa rupestre preesistente formante l attuale cripta della basilica romanica sita nel centro storico cittadino. S. Angelo Monialium cum jure Parochiali et Canonico Cathedratico. Chiesa rupestre. In un atto del 1112 viene detta di S. Michele Arcangelo. Era posta accanto al giardino del monastero di S. Leonardo.

S. Matteo all Arena. Viene ricordata nella Bolla papale del 1180 con il nome di S. Matteo de Porta Nuova. Situata nel fossato, lato rivolto a Sud, questa chiesa rupestre ha subito varie vicissitudini con l amputazione della parte d ingresso. Rimane intatta la zona absidale con la sua decorazione pittorica ove è, fra l altro, rappresentata la Dormitio Virginis. Gli affreschi sono stati restaurati con tanta pazienza da Nori Meo Evoli.

Intorno a S. Matteo erano, sempre in ambiente rupestre, la chiesa di S. Giuliano, distrutta agli inizi del 1500, e quella dedicata a S. Nicola. Franco dell Aquila Fotografie dell autore (di Martino Cazzorla S. Leonardo e S. Matteo all Arena). Puglia In-Difesa 1.11.2016