Arcidiocesi Brindisi-Ostuni XIII Convegno Ecclesiale Diocesano Parrocchia: popolo sacerdotale, profetico,regale a servizio del Vangelo Laboratorio IV La parrocchia: Popolo regale
Parola di Dio: Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell ingiustizia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1Cor 13,1-7) Magistero: Tutto il popolo di Dio, dunque, con l aiuto dello Spirito, ha il compito di esaminare ogni cosa e di tenere ciò che è buono (cfr 1Ts 5,21), riconoscendo i segni e i tempi dell azione creatrice dello Spirito. Compiendo tale discernimento, la Chiesa si pone accanto a ogni uomo, condividendone gioie e speranze, tristezze e angosce e diventando così solidale con la storia del genere umano.... Impegnandosi nell educazione, la Chiesa si pone in fecondo rapporto con la cultura e le scienze, suscitando responsabilità e passione e valorizzando tutto ciò che incontra di buono e di vero. La fede, infatti, è radice di pienezza umana, amica della libertà, dell intelligenza e dell amore. Caratterizzata dalla fiducia nella ragione, l educazione cristiana contribuisce alla crescita del corpo sociale e si offre come patrimonio per tutti, finalizzato al perseguimento del bene comune. (Educare alla vita buona del Vangelo, nn. 7 e 15 )
1 domanda L'icona del Sinodo ci ha ricordato che il rinnovamento auspicato per la nostra Chiesa si può realizzare, ad imitazione di Gesù, nel servizio. Quali percorsi e forme attuative possiamo individuare perché le nostre Comunità educhino alla vita buona del Vangelo, proponendo la carità come attenzione permanente "ad ogni uomo e a tutto l'uomo"?
1. Ascolto assiduo della Parola di Dio con la contemplazione e l adorazione Eucaristica per una testimonianza coerente e coraggiosa, capace di creare comunità sanante e compassionevoli, materne ed ospitali attente ai poveri e ai più deboli in un orizzonte senza confini. 2. Attenzione alla presenza di persone di altra confessione o altro credo religioso con particolare riferimento innanzi tutto alla loro integrazione sociale (il dormitorio a Brindisi, le badanti etc.) preoccupandosi anche della loro necessità religiosa attraverso lo sviluppo del dialogo culturale ed interreligioso. 3. La comunità si fa regale oltre che nell ascolto della Parola, nella formazione umana e spirituale che deve essere comunitaria pur nel rispetto dei cammini specifici di ciascun gruppo. Le piccole parrocchie possono mettersi insieme per creare percorsi di formazione comuni.
4. Demolire la facciata di cristiani accomodati per costruire il coraggio della testimonianza concreta e vera. Ascoltare i bisogni veri di tutte le persone, non essere professionisti del fare e del proporre, ma cristiani radicati in Cristo capaci di costruire relazioni veri ed accoglienti. 5. Vivere la liturgia come scuola di formazione, come sollecitazione alla Carità. Ogni comunità deve saper leggere i bisogni e le povertà del proprio territorio, assumendo l icona biblica della moltiplicazione dei cinque pani e due pesci, come provocazione allo stile della condivisione e del dono nella gratuità e nella povertà. La carità è condividere la nostra povertà dei soli cinque pani e due pesci disponibili senza appoggiarci sulla sicurezza esterna dei duecento denari che, di fatto potrebbe limitare il dialogo e il confronto con i soggetti della vita civile e sociale. 6. Le Caritas parrocchiali si arricchiscano con la presenza di figure professionali che si mettano a disposizione sperimentando il dono della gratuità.
2 domanda: La sfida educativa ci fa avvertire la necessità di educarci alla cittadinanza responsabile. "Nella visione cristiana, l uomo non si realizza da solo, ma grazie alla collaborazione con gli altri e ricercando il bene comune". Come le nostre comunità, nell'attuale crisi della società, possono inserirsi nei percorsi di attenzione ai bisogni dell'uomo, attivando canali di intesa e di collaborazione con le Istituzioni e le agenzie educative presenti sul territorio?
1. La Parrocchia, attraverso l I.C. è chiamata a mettersi in ascolto delle esigenze e dei bisogni delle diverse situazioni, entrando gradualmente in quelle famiglie che vivono situazioni particolari. Il C.P. si può fare carico in alcuni periodi liturgici particolari di creare incontri anche condominiali per l ascolto delle loro problematicità. 2. La Comunità non può essere muta ed estranea in questo momento particolare della storia ma deve farsi portavoce delle situazioni di ingiustizia (sfruttamento, immigrazione, ambiente, guerre non dette), e denunciare. L attenzione del territorio è la passione per l uomo che si fa atteggiamento di accoglienza anche alla luce della Dottrina Sociale. Farci persone di denuncia, comporta essere liberi e non ricattabili, creando legami liberi e liberanti con le istituzioni.
3. Creare un Osservatorio che sviluppi una capacità di lettura del territorio su base parrocchiale o interparrocchiale: un attività che si sviluppa orizzontalmente e secondo una pluralità di centri. Un Osservatorio che riconosca e faccia emergere le specificità della parrocchia stessa quale esempio della bellezza regale che la caratterizza. 4. Siamo chiamati a costruire un dialogo permanente con le Istituzioni, attraverso la formazione socio-politica che ci consente un impegno competente nell ascolto delle povertà sempre più incalzanti di oggi, creando persone responsabili (ponti di dialogo) per una lettura comune dei bisogni. 5. Oltre il dialogo e la relazione con le Istituzioni, è necessario favorire una vera relazione nella vicaria con un coordinamento Caritas che non può essere solo teoria, ma concretezza 6. La chiesa deve essere presenza silenziosa ma anche voce. La chiesa ha il dovere di annunciare, denunciare e rinunciare.
Grazie per l attenzione
La Parrocchia: Popolo Regale Parola di Dio: Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell ingiustizia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1Cor 13,1-7) Magistero: Tutto il popolo di Dio, dunque, con l aiuto dello Spirito, ha il compito di esaminare ogni cosa e di tenere ciò che è buono (cfr 1Ts 5,21), riconoscendo i segni e i tempi dell azione creatrice dello Spirito. Compiendo tale discernimento, la Chiesa si pone accanto a ogni uomo, condividendone gioie e speranze, tristezze e angosce e diventando così solidale con la storia del genere umano.... Impegnandosi nell educazione, la Chiesa si pone in fecondo rapporto con la cultura e le scienze, suscitando responsabilità e passione e valorizzando tutto ciò che incontra di buono e di vero. La fede, infatti, è radice di pienezza umana, amica della libertà, dell intelligenza e dell amore. Caratterizzata dalla fiducia nella ragione, l educazione cristiana contribuisce alla crescita del corpo sociale e si offre come patrimonio per tutti, finalizzato al perseguimento del bene comune. (Educare alla vita buona del Vangelo, nn. 7 e 15 ) 1ª Domanda L'icona del Sinodo ci ha ricordato che il rinnovamento auspicato per la nostra Chiesa si può realizzare, ad imitazione di Gesù, nel servizio. Quali percorsi e forme attuative possiamo individuare perché le nostre Comunità educhino alla vita buona del Vangelo, proponendo la carità come attenzione permanente "ad ogni uomo e a tutto l'uomo"? 1. Ascolto assiduo della Parola di Dio con la contemplazione e l adorazione Eucaristica per una testimonianza coerente e coraggiosa, capace di creare comunità sanante e compassionevoli, materne ed ospitali attente ai poveri e ai più deboli in un orizzonte senza confini. 2. Attenzione alla presenza di persone di altra confessione o altro credo religioso con particolare riferimento innanzi tutto alla loro integrazione sociale (il dormitorio a Brindisi, le badanti etc) preoccupandosi anche della loro necessità religiosa attraverso lo sviluppo del dialogo culturale ed interreligioso. 3. La comunità si fa regale oltre che nell ascolto della Parola, nella formazione umana e spirituale che deve essere comunitaria pur nel rispetto dei cammini specifici di ciascun gruppo. Le piccole parrocchie possono mettersi insieme per creare percorsi di formazione comuni.
4. Demolire la facciata di cristiani accomodati per costruire il coraggio della testimonianza concreta e vera. Ascoltare i bisogni veri di tutte le persone, non essere professionisti del fare e del proporre, ma cristiani radicati in Cristo capaci di costruire relazioni veri ed accoglienti 5. Vivere la liturgia come scuola di formazione, come sollecitazione alla Carità. Ogni comunità deve saper leggere i bisogni e le povertà del proprio territorio, assumendo l icona biblica della moltiplicazione dei cinque pani e due pesci, come provocazione allo stile della condivisione e del dono nella gratuità e nella povertà. La carità è condividere la nostra povertà dei soli cinque pani e due pesci disponibili senza appoggiarci sulla sicurezza esterna dei duecento denari che, di fatto potrebbe limitare il dialogo e il confronto con i soggetti della vita civile e sociale. 6. Le Caritas parrocchiali si arricchiscano con la presenza di figure professionali che si mettano a disposizione sperimentando il dono della gratuità. 2ª domanda La sfida educativa ci fa avvertire la necessità di educarci alla cittadinanza responsabile. "Nella visione cristiana, l uomo non si realizza da solo, ma grazie alla collaborazione con gli altri e ricercando il bene comune". Come le nostre comunità, nell'attuale crisi della società, possono inserirsi nei percorsi di attenzione ai bisogni dell'uomo, attivando canali di intesa e di collaborazione con le Istituzioni e le agenzie educative presenti sul territorio? 1. La Parrocchia, attraverso l I.C. è chiamata a mettersi in ascolto delle esigenze e dei bisogni delle diverse situazioni, entrando gradualmente in quelle famiglie che vivono situazioni particolari. Il C.P. si può fare carico in alcuni periodi liturgici particolari di creare incontri anche condominiali per l ascolto delle loro problematicità. 2. La Comunità non può essere muta ed estranea in questo momento particolare della storia ma deve farsi portavoce delle situazioni di ingiustizia (sfruttamento, immigrazione, ambiente, guerre non dette), e denunciare. L attenzione del territorio è la passione per l uomo che si fa atteggiamento di accoglienza anche alla luce della Dottrina Sociale. Farci persone di denuncia, comporta essere liberi e non ricattabili, creando legami liberi e liberanti con le istituzioni. 3. Creare un Osservatorio che sviluppi una capacità di lettura del territorio su base parrocchiale o interparrocchiale: un attività che si sviluppa orizzontalmente e secondo una pluralità di centri. Un Osservatorio che riconosca e faccia emergere le specificità della parrocchia stessa quale esempio della bellezza regale che la caratterizza. 4. Siamo chiamati a costruire un dialogo permanente con le Istituzioni, attraverso la formazione socio-politica che ci consente un impegno competente nell ascolto delle povertà sempre più incalzanti di oggi, creando persone responsabili (ponti di dialogo) per una lettura comune dei bisogni. 5. Oltre il dialogo e la relazione con le Istituzioni, è necessario favorire una vera relazione nella vicaria con un coordinamento Caritas che non può essere solo teoria, ma concretezza. 6. La chiesa deve essere presenza silenziosa ma anche voce. La chiesa ha il dovere di annunciare, denunciare e rinunciare.