Non profit: competizione e strategie di comunicazione Vincenzo Erroi Workshop del non profit Facoltà di Economia di Forlì 10 marzo 2005 Il materiale in visione è di esclusiva proprietà dell Istituto Oncologico Romagnolo
Istituto Oncologico Romagnolo COOPERATIVA SOCIALE I.O.R. IRST srl Partecipazione del 18.69% Federazione Cure Palliative Socio Fondatore
STRUTTURA I.O.R.-ANNO 2005 COLLEGIO SINDACALE N 3 Componenti CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE N 13 Componenti COMITATO MEDICO SCIENTIFICO N 8 Componenti DIREZIONE Consulenti VOLONTARIATO Punti I.O.R.: 78 Volontari: 800 Dipendenti N 28 Volontari in Servizio Civile N 1 Borsisti e collaboratori esterni 46 Infermieri 10 TOTALE 56 N.B.: Dipendenti + Borsisti/Collaboratori: Tot. 84 persone
Le attività dell Istituto Oncologico Romagnolo sostenere la ricerca scientifica; acquistare e mettere a disposizione di unità operative attrezzature tecnologicamente avanzate; assegnare borse di studio per giovani ricercatori;
Le attività dell Istituto Oncologico Romagnolo sostenere le attività di assistenza e cure palliative; realizzare campagne di prevenzione, screening e interventi volti ad informare ed educare a stili di vita più salutari.
PARTITE ATTIVE (in migliaia di euro) PARTITE PASSIVE (in migliaia di euro) 2002 2003 2004 2002 2003 2004 OFFERTE MANIFESTAZIONI ADERENTI CONTRIBUTI PUBBLICI E SIMILI FINANZIARIE 1.48 4 585 62 1.04 2 3 1.61 4 653 61 1.27 6 5 1.73 4 738 59 1.08 5 6 IRAP Settore Scientifico PROG.RICERCA CURE PALLIATIVE COSTI DONAZIONI FINALIZZATE RICERCA U.O.E.S.M./Reg. Tumori CONVENZIONI, BUDGET RESIDUI, CONV. E INC. SCIENT. EDUCAZ.SANITARIA/CONTRIBUTI SCIENT./PUBB.SCIENT 22 828 338 0 351 574 25 729 313 0 355 877 31 851 427 330 403 784 DONAZIONI/LEGATI E SIMILI 53 151 887 IRST 12 30 86 PROVENTI DIVERSI 0 69 53 TOTALE PARZIALE 1 2.125 2.329 2.912 TOTALE GENERALE 3.22 9 3.82 9 4.56 2 IRAP Settore Amm.vo PERSONALE DIP.AMM.VO 11 362 12 348 16 413 CONSULENZE 22 29 25 SPESE SERVIZI 146 148 147 SPESE AMMINISTRATIVE 135 147 150 IMPOSTE, TASSE, ONERI STRAORDINARI 2 4 55 FINANZIARIE 7 7 6 TOTALE PARZIALE 2 685 695 812 SPESE PROMOZIONALI 314 330 464 AMMORTAMENTI 275 260 226 TOTALE GENERALE 3.399 3.614 4.414 (DIFF. PASS. GEST.) -170 DIFF. ATT. GEST. 215 148 TOT. A PAREGGIO 3.229 3.829 4.562
Pubblicità comparativa nel settore Profit
Il Resto del Carlino 27 febbraio 2005
Corriere della Sera 27 febbraio 2005
NON STANNO CON LE MODELLE, NON HANNO INGAGGI MILIONARI, NON PASSANO LE NOTTI IN DISCOTECA, NON FANNO POLEMICHE, NON INSULTANO GLI AVVERSARI. EPPURE SONO LA NOSTRA NAZIONALE. IL GRANDE RUGBY DEL 6 NAZIONI IN ESCLUSIVA SU LA7. Corriere della Sera ed altri - febbraio 2005
ttp://svt.se/content/1/c6/33/29/68/svtberlusconi40stext.asx "Silvio Berlusconi controlla il 90% dei canali televisivi nazionali in Italia. Nel 2001 è diventato Premier dopo una massiccia campagna televisiva. Subito dopo un Tribunale ha decretato che lui avrebbe dovuto vendere uno dei suoi canali. A quel punto è stata cambiata la legge. SVT. Televisione libera".
e nel settore Non Profit?
Campagna di comunicazione IOR pubblicata sul settimanale Vita n. 40 dell 8/10/04, ultima di copertina
Vita n. 41 del 15/10/04 Dall intervista a Vincenzo Erroi: Tengo a precisare che non c è alcun motivo di risentimento verso l AIRC, che è una grande realtà che rispettiamo e da cui prendiamo anche ispirazione. Però dopo 25 anni di lavoro, tenevamo a dare un messaggio su di noi, sul nostro lavoro d eccellenza. In particolare volevamo dire ai romagnoli: non è vero che c è solo Milano, che per curarsi bisogna fare viaggi della speranza.
Un problema nuovo per l editore LA PUBBLICITA DEL NONPROFIT Vita n. 41 del 15/10/04 Ebbene si, abbiamo sbagliato. ( ) Non abbiamo né letto né, quindi valutato la pagina pubblicitaria inviataci dallo IOR, il cui lavoro, del resto, conosciamo e stimiamo da molti anni. ( ) Una comparazione, quella proposta dall inserzione pubblicitaria, con un altro, grande e stimabilissimo ente non profit: l AIRC. Come spesso capita in pubblicità, il messaggio conteneva tra l altro delle inesattezze, ed è perciò ingannevole. ( ) Riccardo Bonacina
Per favore, qui non si compara Vita n. 41 del 15/10/04 L Istituto Oncologico Romagnolo compera una pagina per paragonare le proprie attività con quelle dell AIRC. Per farlo dà cifre che non corrispondono al vero. Benedetta Verrini 2003 IOR 73% delle risorse investite nell attività istituzionale 2003 AIRC 62% delle risorse investite nell attività istituzionale (*) (*) Fonte : pagina pubblicitaria AIRC, su Il corriere della sera 7/07/04
Per favore, qui non si compara Vita n. 41 del 15/10/04 E poi, sul sostegno alla ricerca, ricordo che Airc ha finanziato progetti in Emilia Romagna come in tutte le regioni d Italia. Là, in particolare, nel 2003 sono arrivati 1.263.000 euro di fondi per 31 progetti e, nel 2004, 830.000 euro per 16 progetti. Maurizio Savi, direttore AIRC 2004 IOR investimenti diretti previsti in Romagna circa 3.000.000 2004 AIRC investimenti previsti in Romagna pari a 0,00 (fonte AIRC Notiziario Fondamentale n. 4, 1/10/04)
Il bene non ammette le logiche della concorrenza?
Vita n. 42 del 22 ottobre 2004 Pubblicità comparativa nel non profit? Discutiamone LA CONCORRENZA FA BENE AL TERZO SETTORE Su Vita n. 41, criticate la scelta dello IOR di ricorrere alla pubblicità comparativa. ( ) La vostra critica è all uso stesso della pubblicità comparativa, anzi mi sembra mettiate in discussione anche il buono che c è nella logica stessa della concorrenza ( ) La concorrenza non va demonizzata ma ricondotta al suo vero significato. La concorrenza leale stimola l innovazione e il miglioramento continuo. Magari nel Terzo Settore prevalesse una sana concorrenza! ( ) Giangi Milesi
.com del 12 ottobre 2004 La comparativa fa breccia nel non profit L Istituto Oncologico Romagnolo sfida l AIRC sulle pagine del settimanale Vita ed è subito polemica COMPARAZIONE SI o NO? Roberto Caselli, direttore creativo associato Publicis ( ) E corretto e sano opporsi per principio alla pubblicità comparativa per il Terzo Settore? Non si deve turbare il tacito e forse un po ipocrita patto di non aggressione tra Onlus? (ma, nei fatti queste si spartiscono un mercato limitato e quindi si fanno concorrenza.) Perché chi fa le cose meglio degli altri, se lo può motivare e sostenere, non lo deve dire? (Perché essendo società senza scopo di lucro sarebbero più buone delle aziende profit?) ( )
Vita n. 42 del 22 ottobre 2004 Pubblicità comparativa nel non profit? Discutiamone LA CONCORRENZA FA BENE AL TERZO SETTORE ( ) Il cosiddetto benchmark è un esercizio che facciamo continuamente quando compriamo un prodotto o un servizio. Credo che anche i donatori vogliano e abbiano il diritto di poterlo fare tra le organizzazioni che sostengono. Giangi Milesi
Vita n. del 12 novembre 2004 Comparativa Le vie della trasparenza ( ) specialmente se si tratta di organizzazioni che condividono, almeno in gran parte, gli stessi scopi, un messaggio di contrapposizione rischia veramente di confondere i sostenitori e di portare disaffezione, alla fine, verso entrambi i contendenti: ma guarda, si fanno la guerra tra di loro! Sergio Salomoni
Non basta volere il bene: bisogna anche saperlo fare
Pubblicato su Vita 14 gennaio 2005
Pubblicato su Corriere della Sera 8 dicembre 2004
Dal sito del CORRIERE DELLA SERA - SPORTELLO CANCRO Curioso. Qualche tempo fa sfoglio "Vita", il settimanale del non profit, e mi imbatto nientemeno che in una pubblicità comparativa: un'associazione per la lotta contro il cancro mette a confronto i suoi bilanci con quelli di un'altra, dimostrando che fa di meglio. Sospettavo che l'ipocrisia italiana avrebbe colpito subito, e ho tenuto d'occhio il numero successivo: una sfilza di lamentele basate sul fatto che tutti fanno comunque del bene, e perciò è inutile fare a gara. Mah, il discorso attacca di sicuro, di fronte al popolino. Ma dico: sappiamo bene quanti soldi girano nel settore no profit,e mi sembra - come dire - un po' "peloso" nascondere che c'è qualcuno che lavora un po' meno bene di altri. Se i tempi fossero maturi, il confronto servirebbe all'opinione pubblica per stare in guardia, senza farsi imbambolare semplicemente da chi può fare più pubblicità e scegliendo con più attenzione a chi donare (io, personalmente, do sempre un occhio ai bilanci prima di fare genericamente "del bene", e li confronto con criteri di esame forniti online dalle autorità nazionali di controllo del settore, come quella tedesca, che è sempre stata all'avanguardia). E poi, comunque, non mi tolgo dalla testa l'idea che un po' di concorrenza migliorerebbe il servizio, perchè tutti sarebbero sollecitati a "stare al passo" in maniera pubblica e dunque più vincolante. Naturalmente non si tratta di arrivare alla diffamazione:ma per evitare questo ci sono già leggi molto rigide. Però mi pare che tanti non la pensino così. La mia unica perplessità, ripeto, è che l'opinione pubblica non sia pronta e prenda questi confronti solo come una cosa "antipatica". Lei, dottore, è sicuramente in contatto con tante di queste associazioni e ne conoscerà molto meglio di me tanto le virtù quanto i vizi. In più, non è uomo di facili moralismi, come ha più volte dimostrato. Che ne pensa, dunque - sotto il profilo della trasparenza e sotto quello dell'impatto mediatico - della pubblicità comparativa per il cosiddetto "terzo settore"? Gianni Rossi - 2005-02-07 10:59
Dal sito del CORRIERE DELLA SERA SPORTELLO CANCRO Re: pubblicità - Veronesi - 2005-02-07 12:21 Caro Signor Rossi, non sono un esperto di tecniche di comunicazione e quindi sull utilizzo della pubblicità comparativa non posso dare un parere competente: su questo argomento la mia opinione vale quanto la sua. Sono però assolutamente consapevole delle "virtù" dell associazionismo no profit, in particolare delle associazioni impegnate nel sostegno della ricerca contro il cancro e nella diffusione della prevenzione oncologica. Sono moltissime in Italia
Trasparenza del mercato e tutela del Cittadino: Cittadino Consumatore: OK Cittadino Donatore:???
Roberto Caselli Comparazione si o no? Penso che il donatore, come il consumatore, abbia diritto ad essere informato anche con i mezzi della pubblicità comparativa. Poi, ci penserà il carattere stesso dello strumento, che deve essere applicato nel modo più rigoroso, a limitarne l uso, esattamente come sta succedendo nel mondo delle aziende profit. Ma senza ipocrisie. Senza considerarsi la parte buona del mercato. Senza soprusi. In chiara e aperta concorrenza.
Diamoci un metro: 65/35 Se le risorse economiche raccolte, ad esempio, da un Associazione che si occupa di finanziare la ricerca sul cancro, non vengono spese almeno per il 65% direttamente per sostenere la ricerca (borse di studio, acquisto di attrezzature scientifiche, assistenza ai malati, ecc.) significa che nella gestione (restante 35%) c è qualcosa che non funziona, direttamente proporzionale alla quota sotto il 65% o sopra il 35% di cui sopra. La struttura mantiene se stessa?
Pubblicata sul n. 52 di Vita Un numero da solo è semplicemente un numero
INSERZIONE NON PUBBLICATA accostato ad un altro, diventa una misura.
L autoreferenzialità non basta più: per una competizione corretta sono necessarie trasparenza e regole condivise