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OMELIA DI PASQUA Abbiamo ascoltato nel Vangelo che Maria di Màgdala và al sepolcro per piangere ed esprimere il proprio dolore e affetto a Gesù. Tutti i quattro evangelisti parlano delle donne che vanno al sepolcro il primo giorno della settimana e Maria di Magdala recandosi al sepolcro osserva che la tomba è vuota. Essa sulla base di ciò che ha visto crede che il corpo di Gesù sia stato portato via. Nella preoccupazione per il corpo di Gesù manifesta il suo amore per lui. Allora inizia un'affannosa ricerca per sapere chi ha preso il corpo di Gesù e dove si trova. Vorrei porre attenzione su questo aspetto fondamentale perchè chi va al sepolcro e trova la tomba vuota non pensa alla resurrezione di Gesù. Quindi Maria e i discepoli non si aspettavano la resurrezione di Gesù. Essi vivono la 1

notte del dolore e pensano a un furto del corpo di Gesù. Grazie all annuncio di Maria Maddalena Pietro e l'altro discepolo vanno al sepolcro. Pietro dopo il rinnegamento è ancora paralizzato nel suo amore e c èra voluta la Maddalena per scuoterlo. Essa era una donna che aveva continuato ad amare Gesù anche se ormai era morto. Giovanni è l unico a sottolineare che la visita al sepolcro delle donne avviene quando era ancora buio (Gv 20,1). L evangelista usa spesso nei suoi racconti un linguaggio simbolico e questo particolare del buio è importante. Il buio fisico corrisponde al buio del dolore e della fede. Chi non ha mai visto il sole non può sapere che cosa succede quando la notte si allontana, l orizzonte si rischiara e le cose prendono forma. I discepoli si trovano in una condizione di buio dopo la morte di Gesù e la tomba vuota è il primo segno ma solo le apparizioni renderanno tutto chiaro e manifesto. La notte spirituale in cui i 2

discepoli erano immersi sta per lasciare il posto all esperienza di fede nella resurrezione. Allora possiamo comprendere che questo particolare della visita quando era buio indica che le tenebre della morte vanno via quando si crede alla luce della resurrezione di Cristo. Al mattino avviene un radicale cambiamento, la luce della fede rende visibile tutto quello che la notte del peccato nasconde. E' stupenda questa coraggiosa ricerca dei discepoli che vanno al sepolcro. Per comprendere questo prendiamo in considerazione il verbo vedere che troviamo nel brano che abbiamo letto. L evangelista Giovanni usa tre tipi di verbi per indicare vedere: blepô, theôreô e horaô. Blepô indica un vedere come visione materiale: è riferito sia a Maria Maddalena che si ferma a vedere solo la pietra del sepolcro (v. 1) sia al discepolo che era corso velocemente e aveva visto solo i teli di lino (v. 5). Theôreô indica un vedere materiale più attento : è applicato a Pietro che osserva attentamente i teli di lino e il sudario (v. 6). Il verbo Horaô indica una visione approfondita che si apre alla fede: è il verbo usato dall evangelista per il discepolo che Gesù amava, del quale si dice: vide e credette (v. 8). Questi verbi indicano il processo crescente di maturazione della 3

fede che è avvenuto nei discepoli. Dovremmo lasciarsi coinvolgere dalla loro meraviglia che è insieme stupore e domanda. Tutti gli evangelisti sono concordi nel riferire che la Scrittura aiuterà a comprendere il significato più profondo, illumina la mente e i cuori dei discepoli. In effetti, una delle domande che più angustiano l'esistenza dell'uomo è proprio questa: che cosa c'è dopo la morte? A quest'enigma la Pasqua ci permette di rispondere che la morte non ha l'ultima parola, perché a trionfare alla fine è la Vita. E questa nostra certezza non si fonda su semplici ragionamenti umani, bensì su uno storico dato di fede: Gesù Cristo, crocifisso e sepolto, è risorto con il suo corpo glorioso. Gesù è risorto perché anche noi, credendo in Lui, possiamo avere la vita eterna. Da questa alba di Pasqua una nuova primavera di speranza investe il mondo. Da quel giorno la nostra risurrezione è già cominciata, perché la Pasqua non segna semplicemente un momento della storia, ma l'avvio di una nuova condizione. Gesù è risorto non perché la sua memoria resti viva nel cuore dei suoi discepoli, bensì perché Egli stesso viva in noi. Senza la resurrezione la passione di Gesù apparirebbe come un 4

evento drammatico, negativo, come una tremenda sconfitta, una fine senza speranza. Invece essa mostra il valore della passione e la vittoria dell amore. Determinanti saranno gli incontri con il Risorto perchè i discepoli diventeranno capaci di comprendere la Scrittura ( Gv 2,22 ), interpretare quanto essa dice su Gesù ( At 2,24-31; At 13,32-37 ) e annunziare che l evento della resurrezione era inserito nel disegno salvifico di Dio. ( 1 Cor 15,4 ; Lc 24,25-27.44-46 ). Tutto questo avviene come dono di Dio e solo la fede in Gesù Cristo ci rende consapevoli di questo meraviglioso intervento divino. Gesù risorto vive una condizione nuova e per incontrarlo l unica strada è la sua presenza nella Chiesa e in ogni uomo che segue la sua coscienza in modo retto. Senza l'opera di Cristo non esiste nessuna salvezza. 5