Il prato cenni generali Per ottenere uno splendido tappeto erboso in estate, bisogna cominciare e curarlo già all inizio della primavera. Appena possibile, bisognerà cominciare con la rastrellatura delle foglie, dei rametti secchi e di eventuali detriti. Tutti i prati in questo periodo dell anno devono essere lautamente concimati per iniziare bene la fase vegetativa più intensa dell anno. Se durante l autunno è stata fatta una buona concimazione, la somministrazione primaverile faciliterà lo sviluppo dei nuovi germogli formatisi durante il tardo autunno e l inverno. Se invece la concimazione autunnale non è stata eseguita, bisogna agire più energicamente con la concimazione primaverile. Per quanto riguarda la concimazione, teniamo presente che, in generale, i tappeti erbosi beneficiano poco o nulla delle somministrazioni effettuate nella stagione calda: si può avere una temporanea intensificazione del colore verde, ma la risposta dal punto di vista vegetativo è relativamente bassa. Al contrario le infestanti vengono incoraggiate, mentre le buone graminacee diventano più sensibili alla siccità. È bene dunque limitare al minimo il quantitativo di concime da apportare in questa stagione. Questo discorso però non vale per i prati di gramigna che invece nella stagione estiva trovano le condizioni ideali per il loro sviluppo. Una tecnica utilizzata per limitare l impoverimento dei suoli ospitanti tappeti erbosi è il mulching: l erba tagliata viene lasciata sul terreno. Si è sempre detto di non lasciare sul terreno i residui di taglio perché porta all infeltrimento e al soffocamento del manto erboso, ma in questo caso non è così. Con il taglio mulching l erba viene sminuzzata dal tosaerba e lasciata cadere sul terreno solo quando è ridotta in polvere. Per
effettuare questo tipo di taglio è 1 necessario un tosaerba apposito e l erba da tagliare non deve essere né troppo alta né troppo bagnata. Pertanto nei mesi di marzo, aprile e maggio bisogna distribuire una concimazione abbondante con alte percentuali di azoto a lenta cessione, elemento maggiormente richiesto dalla vegetazione. Nei mesi di luglio e agosto il prato rallenta lo sviluppo per riprendere tra la fine di agosto e l inizio di settembre. Anche in questo periodo, tuttavia, è indispensabile mantenere a disposizione delle piantine le riserve nutritive necessarie. La primavera è il periodo più importante per lo sviluppo del manto erboso. Nel tardo autunno è necessario distribuire concimi a lenta cessione e organici che saranno pronti e disponibili all inizio della primavera successiva, ed eseguire un altra concimazione a primavera inoltrata. Quando seminare il prato La domanda più frequente che ci si pone quando si decide di seminare il manto erboso nel nostro giardino è qual è il periodo più giusto per farlo. Senza dubbio il periodo migliore è l autunno da settembre a fine ottobre, o la primavera da marzo a fine aprile prima dell arrivo del caldo in quanto sono stagioni ricche di umidità e le temperature non sono mai elevate. È da preferirsi l autunno in quanto il prato ha la possibilità di radicare bene, accestirsi e svilupparsi al meglio nella primavera successiva senza essere disturbato dalle piante infestanti che saranno presenti in numero ridotto rispetto al periodo primaverile. È da tener presente che, a seconda della fascia climatica in cui ci troviamo, si dovranno apportare delle piccole variazioni. In linea di massima, possiamo affermare che questi sono i mesi ideali in cui vanno concentrati i nostri sforzi per la preparazione del terreno alla semina.
Prima di procedere alla distribuzione del seme, occorre preparare il letto di semina. Per un giardino di casa in cui il suolo non si presenta eccessivamente compatto, le lavorazioni del terreno devono interessare i primi 20-30 cm. Durante questa fase si possono interrare gli eventuali correttivi e ammendanti come la calce, la sabbia, la torba e i terricci specifici, nonché tutti i concimi organici come sovescio e letame, ed una parte di quelli minerali a lento rilascio e i fosfatici. Se si vuole procedere ad una sterilizzazione del terreno contro gli insetti dannosi o funghi patogeni è possibile utilizzare, prima di effettuare le concimazioni, dei prodotti chimici specifici (alla dose riportata sulla confezione) o calce idrata (300g/mq) interrandoli leggermente. Dopo il trattamento e dopo aver aggiunto sostanza organica o concimi a lento rilascio, si deve lasciare arieggiare il terreno per circa 2 settimane avendo l accortezza di innaffiare completamente e uniformemente la superficie mantenendole umida. Queste innaffiature servono ad accelerare la decomposizione del concime e a favorire lo sviluppo dei semi delle infestanti (falsa semina). Al termine delle 2 settimane si potrà trattare il terreno con il diserbante. Se in questo frangente si sarà formata un po di crosta superficiale, bisognerà smuovere leggermente la superficie del terreno. A questo punto si potrà procedere con la scelta del seme giusto da seminare. Per facilitare lo sviluppo delle piantine ci sono degli attivatori di crescita che stimolano un veloce sviluppo delle radici accorciando i tempi di affrancamento del prato. Questi attivatori si mescolano ai semi stessi e si spargono direttamente sul terreno. In linea generale sono sufficienti 30 grammi di seme a metro quadro. Per scegliere il giusto mix di semi occorre considerare tre fattori fondamentali: - l utilizzo a cui destinare il prato - la fascia climatica in cui ci troviamo - quanto tempo siamo disposti a dedicargli. Esistono specie adatte a zone ombreggiate, altre che resistono all esposizione in pieno sole, alcune che tollerano il calpestio o che sono adatte ai tagli rasi. Conoscendo le caratteristiche delle singole specie,
possiamo facilmente individuare quello che fa al caso nostro. Le graminacee sono le più diffuse nella realizzazione del prato poiché sono rapide nello sviluppo, resistenti a tagli frequenti e rasi nonché ben resistenti al calpestio. Difficilmente il prato è costituito da un unica varietà di piante; è consigliabile miscelare i semi per poterne ottenere un miscuglio eterogeneo che possa arricchire il prato dei pregi derivanti dalle singole specie. Il loietto (Lolium spp) è una delle specie più conosciute ed utilizzate. Alla temperatura ideale germina in 5-6 giorni, dà prontamente stabilità al terreno e se mescolato ad altre specie permette loro una crescita più lenta. La poa (Poa spp.)presenta una vasta area di adattamento ad eccezione delle zone ombrose e può sopportare estremi sia di caldo che di freddo. Produce una fitta copertura verde assai uniforme e se il cespo viene danneggiato, la parte periferica sana riempie velocemente il vuoto lasciato. Essa però resiste male alle basse tosature infatti non dovrebbe mai essere tagliata ad un altezza inferiore ai 3 cm. A 32 C del suolo le radici restano vitali ma arrestano il loro accrescimento. La festuca spesso associata alla poa, ha uno sviluppo molto rapido tollera terreni anche poveri e sopporta l ombreggiamento. Non si adatta a tagli bassi al di sotto dei 3 cm e sopporta bene il calpestio. Le agrostidi (Agrostis spp) sono le classiche graminacee da tappeto fine (green). Richiedono molta umidità, non tollerano troppo l ombreggiamento e richiedono elevate dosi di azoto. La gramigna (Cynodon dactylon) ha una vasta area di adattamento, si espande rapidamente formando un tappeto denso ed uniforme. Va tosata ad altezze non superiori ai 2 cm e non è esigente in fatto di elementi nutritivi. Non sopporta l ombreggiamento. La dicondra (Dycondra repens) appartenente alla famiglia delle Convolvolacee non supera di solito i 3 cm e per questo motivo non richiede tosature. La vegetazione foltissima ricopre interamente il terreno, non richiede nè abbondanti nè frequenti innaffiature, è abbastanza rustica da resistere ad inverni rigidi, anche se teme le forti
gelate. È ideale per creare tappeti erbosi calpestabili in zone d'ombra o vicino a conifere. Come detto precedentemente, molto importante per la scelta del seme, è la zona climatica in cui ci troviamo. Esistono alcune specie dette Macroterme (Zoisya spp, Cynodon cactylon) che tollerano bene le alte temperature (ossia quelle comprese tra i 26-34 C) ed anche se scarsamente irrigate, donano al prato un aspetto gradevole. Queste specie però, durante gli inverni rigidi, tendono ad ingiallire e sono maggiormente soggette alle malattie. Più adatte a zone umide e fresche sono invece le Microterme che raggiungono il loro massimo stato vegetativo alle temperature comprese tra i 17-25 C e d inverno garantiscono un prato verde, ma l estate necessitano di irrigazioni costanti. Effettuata la semina, bisognerà procedere con una lieve copertura dei semi ottenuta distribuendo sulla superficie del terreno appena seminato un leggero strato di terriccio per prati. Se dopo la semina le condizioni climatiche saranno siccitose, bisognerà irrigare leggermente nebulizzando il getto d acqua onde evitare la formazione della crosta superficiale e il dilavamento dei semi anche più volte al giorno a seconda delle temperature. Può essere consigliabile fare la pacciamatura subito dopo la semina utilizzando come pacciame la segatura in modo da proteggere il seme da eventuali sbalzi termici e limitare l evaporazione superficiale. La quantità di segatura da utilizzare deve garantire alla pioggia e alla luce di raggiungere il seme. Subito dopo la pacciamatura è necessario irrigare. Dopo circa 20 giorni spunterà la prima giovane erba che potrà essere tagliata quando avrà raggiunto un altezza di circa 10 cm. Come, quando e quanto irrigare Uno dei problemi maggiori nella gestione del prato è riuscire ad impostare una corretta irrigazione. Con l irrigazione si cerca di mantenere nel terreno il contenuto d acqua necessario allo sviluppo delle piante.
Partendo dal presupposto che il quantitativo d acqua necessario di 6 l/mq, bisogna capire come e quando, innaffiando, si riescono ad ottenere i maggiori risultati. In linea di massima è consigliabile bagnare il prato nelle prime ore del giorno in quanto il terreno è più fresco e l acqua sulle foglie si asciuga con il primo sole riducendo al massimo le condizioni ideali per lo sviluppo dei funghi. Per attuare una sana tecnica irrigatoria bisogna conoscere la velocità di infiltrazione dell acqua nel terreno che dipende dalla permeabilità e dal suo contenuto di acqua. Le condizioni di un tappeto erboso sono diverse a seconda che si passa dalla superficie agli strati più profondi anche se nella maggior parte dei prati lo strato interessato dall irrigazione è per lo più preparato artificialmente e quindi abbastanza uniforme. L acqua di irrigazione appena distribuita incontra in superficie il tappeto erboso con il suo feltro e penetra quindi in un terreno mantenuto dalla vegetazione in condizioni strutturali e di porosità tali da consentire velocità di infiltrazione elevate. Il feltro soprattutto quando è costituito da materiali organici in avanzato stato di decomposizione e asciutti, tende in un primo momento, finché non si è inumidito, a respingere l acqua provocando un principio di ruscellamento. Quando l acqua ha superato il primo strato di terreno inizia l infiltrazione vera e propria il cui ritmo è determinato soprattutto dalla sofficità del terreno. L acqua nel terreno si muove passando da un punto ad un altro per capillarità in contrapposizione alla gravità che tende a portarla verso il basso. In questi movimenti l acqua può incontrare uno strato drenante grossolano a pori molto larghi che interrompe il fenomeno di capillarità creando una zona satura d acqua. Se si irriga, il rapido flusso dell acqua verso il basso viene interrotto e la velocità di infiltrazione diminuisce. Quando si prepara il substrato per l impianto di un tappeto erboso è bene disporre lo strato drenante a una profondità tale da non essere interessato dagli apparati radicali delle piantine. Per mantenere uno sviluppo ed un colore soddisfacenti del prato è importante che nella zona dell apparato radicale sia disponibile un adeguata quantità d acqua. La mancanza d acqua dà luogo a visibili
sintomi di sofferenza. È bene ricordare che in un tappeto erboso i sintomi di sofferenza si manifestano tutte le volte che la quantità d acqua perduta dalle foglie mediante l evapotraspirazione supera la quantità assorbita dalle radici. La sofferenza si verifica anche quando c è una certa quantità d acqua disponibile che rimane nella zona degli apparati radicali. Se l apparato radicale del tappeto erboso è meno sviluppato del normale, questo non è in grado di assorbire una quantità d acqua pari a quella persa per evapotraspirazione fogliare. Un eccesso d acqua può comportare l ingiallimento del prato in quanto si ha il dilavamento dell azoto o del ferro. Un regime di irrigazione che mantenga la zona delle radici costantemente satura d acqua, limiterà la profondità di radicazione a pochi centimetri dalla superficie del suolo dove le condizioni di areazione restano buone anche in caso di eccessi idrici. In tali situazioni si ha una tendenza del tappeto a sviluppare le nuove radici nel feltro al di sopra del suolo. Pertanto se una parte considerevole delle radici si trova nel feltro, è necessario irrigare tutti i giorni o più volte al giorno. Più le irrigazioni sono abbondanti e frequenti e più si sarà costretti ad intensificarle per mantenere in vita il prato. Inoltre, ispessendo il feltro, aumenteranno le problematiche inerenti la manutenzione del prato stesso. Se l irrigazione viene fornita nella giusta misura, cioè in maniera abbondante e distanziata nel tempo, le radici penetrano più in profondità e si consente al terreno di asciugarsi un po tra un irrigazione e l altra. In un regime di equilibrata tecnica irrigatoria il prato deve essere irrigato con una quantità d acqua tale da inumidire il terreno fino a 15-20 cm di profondità. Come eliminare il muschio dal prato Un cattivo drenaggio, la carenza di micro e macronutrienti, l indebolimento dell erba e la presenza di zone d ombra che non lasciano
filtrare la luce, sono le cause, nel prato, della formazione del muschio. Il terreno in pratica, non respirando più, ne favorisce la formazione. Per eliminarlo i metodi sono diversi, ma generalmente s impiega il solfato di ferro, caustico per il muschio, che ha un azione acidificante del terreno. I risultati migliori si ottengono effettuando il trattamento in autunno. Le operazioni consistono nella rastrellatura del prato per favorire la penetrazione del solfato di ferro;distribuzione del prodotto in dose di circa 20g/mq con spandiconcime. Dopo circa un mese quando il muschio sarà secco si procede alla rastrellatura con apposito rastrello scarificatore. In alternativa si può usare una macchina arieggiatrice a lame che libera il tappeto erboso da feltro e residui organici non decomposti. La fase successiva riguarda la semina in dosi di 30-50g/mq con essenze idonee al sito. Interricciamento con terriccio sabbioso e rullatura. Una volta risolto il problema occorre avere costante cura del prato. Bisogna passare il tosaerba almeno una volta alla settimana regolando l altezza del taglio nelle zone d ombra a non meno di 5 o 6 cm di altezza di modo che il terreno possa beneficiare della luce seppur fioca. Da marzo a novembre bisogna tosare il prato con un altezza di taglio non inferiore ai 4 o 5 cm e concimare con del fertilizzante a lenta cessione durante la primavera. La sabbiatura del prato La tecnica della sabbiatura del prato eseguita con la sabbia silicea di fiume ha lo scopo di aumentare la percentuale di sabbia nello strato superficiale del prato e quindi di favorire la permeabilità idrica e ottenere il diradamento e il sollevamento dello strato di feltro vegetale. Con la distribuzione di sabbia, si può migliorare la conformazione e il livello della superficie del prato nelle zone depresse o nei luoghi dove si sono formati solchi, oltre ad aumentare la possibilità di drenaggio in zone dove si verificano eventuali ristagni idrici. Questa operazione, che non presenta particolari difficoltà tecniche, migliora il prato ornamentale risolvendo molti aspetti problematici della sua gestione. La sabbiatura annuale è raccomandabile anche per i piccoli
giardini per migliorarne l aspetto estetico. Si deve distribuire su tutta la superficie del prato almeno mezzo centimetro di sabbia in maniera omogenea in modo da favorirne la penetrazione in profondità. La manutenzione del prato Il prato, come tutto il giardino, necessita di costante manutenzione sia d estate che d inverno. I primi tagli devono essere effettuati quando le piantine hanno raggiunto un altezza di circa 5 cm con appositi tagliaerba con lame molto affilate. La tosatrice va arrotata ed aggiustata all altezza che si desidera onde evitare lo sfrangiamento delle foglie. Per un tappeto di graminacee l altezza di taglio deve essere compresa tra i 2,5 e i 4 cm. Scelta un altezza di taglio, questa va mantenuta costante durante tutta l estate. Durante l inizio della primavera il prato va tagliato frequentemente soprattutto se si presenta molto vigoroso perché, se si lascia sviluppare troppo, le corone delle piante rimarranno tenere e andranno soggette ai danni del primo sole estivo. Le modalità di taglio dei mesi estivi sono decisamente diverse rispetto a quelle effettuate negli altri mesi. Durante l estate il taglio al di sotto di 4 cm per i tappeti di poa e festuca è dannoso, in quanto l erba si indebolisce lasciando spazio allo sviluppo delle infestanti. Se durante l estate il tappeto si presenta sofferente, bisogna tenere un altezza di taglio intorno ai 7 cm. Per quanto riguarda la frequenza buona regola è non lasciar crescere l erba tanto da dover tagliare più della metà dell accrescimento totale. In termini di tempo si dovrebbe tagliare ogni 5-6 giorni in condizioni ottimali di sviluppo e ogni 2 settimane nelle condizioni peggiori. Se il tappeto è costituito da gramigna il taglio deve essere più basso e ad intervalli di tempo più brevi. Buona norma è tagliare il feltro che si deposita sul prato ed arieggiare il terreno una volta al mese per dare la possibilità all acqua e alla luce di raggiungere le radici dell erba. Spesso accade che durante l inverno, visto che il prato è in riposo
vegetativo, si è portati a pensare che non sia necessario fare nulla. In realtà non è così. In questo periodo infatti bisogna provvedere a rastrellare via le foglie cadute dagli alberi per evitare che la loro decomposizione danneggi il manto erboso e che si possano creare le condizioni ottimali per lo sviluppo dei funghi patogeni. Altra cosa da fare è la concimazione, infatti è opportuno impiegare un fertilizzante a basso contenuto di azoto e molto ricco di potassio e fosforo. In questo periodo occorrerà porre attenzione ai ristagni idrici e se si dovessero creare bisognerà spargere della sabbia nei punti critici per farla assorbire. Nella stagione invernale il prato si trova in un momento di ridotta crescita vegetativa, di conseguenza saranno necessari tagli meno frequenti ma con i soliti accorgimenti, quindi una lama ben affilata e non tagliare ad un livello troppo basso, anzi alzando il taglio di pochi centimetri l erba sarà in grado di affrontare meglio i periodi freddi. Trasemina e rinnovo del prato Tra le operazioni di manutenzione straordinaria del prato particolare importanza ha la risemina (o rinnovo) del manto erboso. Le piantine del prato sono soggette al diradamento e alla formazione di cespi che rendono necessaria la sostituzione delle erbacee rinnovando la vegetazione del prato per risanare eventuali buche. La trasemina va eseguita insieme alla sabbiatura per permettere al seme di esser coperto da sabbia o torba e non essere disperso dal vento germinando con maggiore facilità. La procedura da seguire è la seguente: Prima di tutto occorre tagliare l erba in maniera uniforme a pochi centimetri di altezza. Tramite un arieggiatore o un rastrello il prato tagliato va ripulito dai residui di erba secca o muschio eventualmente presenti e va rimosso il
feltro che avrà tirato fuori l arieggiatura. A questo punto si può procedere con una concimazione a base di letame sbriciolato da spargere sul terreno e con la risemina. Il seme va distribuito in quantità di circa 20 grammi per metro quadrato di prato cercando di utilizzare semi simili a quelli precedenti, eventualmente miscelando dosi di sementi di Lolium e Festuca. Si consiglia poi di ricoprire il seme con un sottile strato di sabbia o di terriccio per prati, passare un rullo per far assorbire il seme dal terreno e annaffiare abbondantemente. Malattie fungine La maggior parte delle malattie che colpiscono i tappeti erbosi sono di origine fungina, anche se delle volte si possono riscontrare attacchi di virus e batteri. Le circostanze che possono più o meno influenzare lo sviluppo delle malattie fungine in un tappeto erboso sono numerose, ma le possiamo riunire in due grandi gruppi: quelle dipendenti da fattori ambientali e quelle dovute ad una cattiva manutenzione. I fattori ambientali che influenzano lo sviluppo e la propagazione delle malattie fungine sono: - le caratteristiche del terreno: l eccessiva compattezza e le difficoltà di sgondro incoraggiano l espansione di certe specie fungine, mentre l eccessiva scioltezza ne favorisce altre. - La temperatura: influenza tutte le funzioni vitali di un fungo. - L umidità: gioca un ruolo importante in quanto le spore dei funghi per poter germinare devono essere coperte da un sottile strato liquido. - L intensità della luce: la luce molto intensa contiene alcune infezioni fungine che si sviluppano più velocemente in condizioni di ombra in quanto le temperature sono più basse e l umidità più elevata. La cattiva manutenzione dà effetti negativi ad esempio nel caso delle tosature.
Tosature troppo basse aumentano la densità del tappeto erboso riducendo il movimento dell aria tra le singole piante e riducono la pianta ad un corto stelo e a poche foglie dimezzate che sono facile preda delle infezioni. Eccessive concimazioni azotate favoriscono una maggiore succulenza dei tessuti e quindi un più facile attacco da parte dei parassiti fungini. Il feltro è un ottimo substrato per lo sviluppo di un notevole numero di funghi parassiti quindi riducendone lo spessore, indirettamente si controlleranno le malattie. CONTROLLO PREVENTIVO: irrigare abbondantemente assicurandosi che l acqua non ristagni, garantire una buona circolazione dell aria sul tappeto erboso e nel terreno, mantenere la reazione del terreno intorno alla neutralità, non eccedere con le concimazioni azotate ed eliminare o ridurre il feltro. FUNGICIDI: sono composti chimici che vengono impiegati per distruggere il patogeno già insediato sulla pianta o per bloccarne lo sviluppo. Previcur :15ml/10l acqua ogni 15 giorni a partire dalla fine della primavera. Insetti ed altri animali dannosi Gli insetti che possono danneggiare il tappeto erboso si dividono in tre gruppi principali: - quelli che si alimentano delle radici vivendo sotto la superficie del suolo - quelli che si nutrono di foglie e steli - quelli che succhiano i liquidi vegetali della pianta. Il danno prodotto in genere consiste in un indebolimento generalizzato della vegetazione che presenta ingiallimenti, arretratezza di sviluppo e avvizzimento e scomparsa delle piante attaccate. Al primo gruppo appartengono le larve di alcuni scarabeidi, punteruoli, elateridi ecc.
Al secondo gruppo appartengono piccoli lepidotteri notturni che possono invadere i tappeti erbosi in primavera e in estate producendo danni assai gravi allo stadio larvale sulle foglie. Al terzo gruppo appartengono alcune specie di afidi, cicadelle ed emitteri. Il danno prodotto consiste in una serie di punture alle parti verdi della pianta attorno alle quali si formano delle aree necrotiche rotondeggianti. Un tappeto molto infestato si presenta giallo- rossastro. Altri animali dannosi sono e i roditori. I roditori creano dei danni meccanici alle piante e al prato costruendo le grosse gallerie sotterranee. Lotta alle infestanti Si è soliti dividere le specie in due gruppi: quelle appartenenti al tipo graminacea dette anche a foglia stretta e quelle a foglia larga. Al primo gruppo appartengono specie che rassomigliano alle buone graminacee ma non sono adatte alla formazione del tappeto erboso. Al secondo gruppo appartengono tutte quelle piante che pur essendo di famiglie diverse, possiedono foglie più o meno espanse. La distinzione in specie a foglia stretta e a foglia larga ha un importanza pratica perché gli erbicidi presentano azione selettiva e la più evidente è condizionato dal tipo di foglia. INTERVENTI AL MOMENTO DELLA PREPARAZIONE DEL TERRENO: Se durante le operazioni di preparazione del letto di semina si mantiene umido il terreno, sarà facile estirpare le giovani piantine di infestanti che si svilupperanno dai semi contenuti nel terreno. Se il terreno contiene elevati quantitativi di materiali infestanti, bisogna ricorrere all utilizzo di prodotti chimici da mescolare con il terreno. Dopo circa 2 settimane si potrà procedere con la semina. Il primo diserbo si fa dopo 4 mesi dall impianto ERADICAZIONE: è un lavoro che viene svolto manualmente prima che le erbe maturino i semi.