Paleari Famiglia di probabile origine milanese; trae il cognome dal termine medioevale Palliaruis, attribuibile alla voce di origine latina Pallium - cappa-mantello, e molto meno probabilmente da palearium-pagliaio benché nei documenti monzesi del XVI sia noto un personaggio detto Pajè-pagliaio, proposta adottata dall araldica come si vede dalla loro arma gentilizia, dove il mazzetto di grano sembra voler far riferimento figurato. Tra i più antichi Paleari si fa memoria di alcuni cittadini milanesi quali Anricus que dicitur Paliarius, il quale è testimonio in un atto con riferimento a Milano 1145-1148 assieme ad un Nazarius Paliarius. Onrigonus que dicitur Paliarius è console dei negozianti di Milano tra il 1176 e il 1183. Lo stesso è tra i Consoli di Giustizia nel 1176. Nell anno 1277 compaiono un Gual[dricum] Palliarium notarium sacri palacii e presbiter qui dicitur Palliarius (manca il nome), clericus et canonicus canonica decumanorum ecclesie Sancte Marie Yemalis et
filius quondam Gelvaxii de civitate Mediolani, haberet casam suam de Carubio. Nell anno 1279 compare Albertus Palliarius filius quondam Bregonzii de civitatibus mediolani. Un Gualdricus Palliarius notarius Sacri Palatii mediolani, vive nella seconda metà del XIII secolo e ha casa in Milano. A Monza i Paleari compaiono verso il 1537 con un Joan Angelo di Pajè, abitante in el borgo de porta de Grà (zona di via Bergamo a Monza). A Lissone una famiglia Paleari arriva verso la prima metà del XIX secolo. Infatti, nel Ruolo di Popolazione del Comune di Lissone dell anno 1823 è registrata per la prima volta in Lissone come residente, proveniente da Monza, Parrocchia di S. Biagio, la famiglia di Paleari Giuseppe, figlio di??, nato a S. Biagio (di Monza, n.d.r.) nel 1781, di professione contadino; è sposato con Andreani Angiola dalla quale ha Luigi (1813), Ferdinando (1817), Giuseppa e Maria. Con loro vive anche Andreani Martina, vedova di Giovanni Paleari, (probabilmente si tratta della vedova di un fratello di Giuseppe), per un totale di 7 persone, tutti contadini. Nel 1838, due sono le famiglie Paleari registrate; quella del capostipite Giuseppe detto Pajna, il quale rimasto vedovo, vive con il figlio Ferdinando e le figlie Maria e Petronilla, per un totale di 4 persone, tutti contadini e quella di Luigi Paleari, figlio di Giuseppe detto Pajna, nato a Lissone nel 1813, di professione contadino, il quale vive con la moglie Arosio Luigia, per un totale di 2 persone, entrambi contadini. Nel 1848, nasce la Società Anonima Ferdinando Paleari e Figli, tra i primi e principali produttori e negozianti di mobili di Lissone.
Nel 1850 è presente la famiglia di Paleari Ferdinando fu Giuseppe, falegname; vive con la moglie Ferrari Carolina (1828) dalla quale ha Giuseppe nel 1847, per un totale di 3 persone. Questa famiglia viene ancora registrata nel Registro di Popolazione del Comune di Lissone degli anni 1865-1881; Ferdinando Paleari fu Giuseppe, nato a Lissone nel 1817, capofamiglia, di professione negoziante (di mobili n.d.r.) e contadino; marito di Ferrari Carolina (1827), vive con i figli: Giuseppe (1847), falegname e marito di Mussi Rosa (1855); Luigi (1855), falegname e marito di Monguzzi Luigia (1856); Isidoro (1862); Angelo Ambrogio (1864) Leonardo Lodovico (1867) Angelo (1871) Con loro vive anche il figlio di Giuseppe e Mussi Rosa, Antonio (1877) e i figli di Luigi e Monguzzi Luigia, Angela (1877), Achille (1879) e Umberto Egidio Isidoro (1881), tutti falegnami. Nel 1897, la famiglia di Ferdinando Paleari acquista dalla nobildonna Teresa Baldironi, vedova Astengo, ultima discendente di quella nobile famiglia, tutti i beni immobili, compresa la casa da nobile dove trovano residenza. In luogo del giardino e della corte rustica che ivi esistevano, viene costruito lo stabile, ancora esistente, in stile neogotico-romanico, con torretta, come proprio negozio di mobili con annesse botteghe da falegname. Negli archivi della Biblioteca Civica di Lissone è custodito un documento-intervista fatta alla signora Mariolina Paleari, ultima proprietaria della villa già Baldironi ora Paleari, negli anni 70 circa del secolo scorso, nel quale si alterna il racconto dell intervistata e i commenti dell intervistatore (ignoto). Così spiega Il corpo di fabbrica dell attuale ex combattenti era collegato con la villa e noi ragazze potevamo accedere alla parte alta della Cappella lungo un ballatoio che
connetteva il nostro appartamento... La servitù era domiciliata in tale corpo di fabbrica... Dalla cartolina risulta inequivocabilmente che con le ristrutturazioni novecentesche la pianta della villa, era originariamente a elle (L) e di conseguenza diversa era la conformazione dei tetti: l attuale doppia falda non rispetta infatti la situazione originaria. L ingresso alla villa dalla attuale (siamo negli anni 30 del XX secolo; le memorie della intervistata risalgono a quell epoca, n.d.r.) Piazza Garibaldi è una ristrutturazione novecentesca con parti in cemento; i due putti posti all ingresso ricordano le figure di villa Traversi a Canonica Lambro. L edificio risultava già censito dalla Soprintendenza alle belle arti (oggi soprintendenza ai beni architettonici) nel primo dopo guerra (vincolo attuato dai successivi proprietari della villa, la famiglia Reati, n.d.r.). Il Conte Baldironi (Luigi, morto suicida nel 1877. I Baldironi avevano la qualifica di Nobile non il titolo di Conte, n.d.r.) si è impiccato nel salotto della propria casa, pare avesse un amante, ed era generale di cavalleria, l eredità va alla signora Cerini di Milano. La vendita del giardino e le successioni vanno appurate. Il Cardinal Ferrari rimane colpito in una visita dalla magnificenza degli affreschi. La cucina si trovava dove è attualmente lo spigolo dell edificio costruito a ridosso di sei piani... c era un enorme camino con le panchine laterali dentro il quale si stava al caldo. I camini in marmo rosso (di Verona) sono stati divelti e venduti ad antiquari, mia sorella ne ha per caso trovati alcuni in vendita. Avremo voluto cedere la villa al comune perché ne facesse un ospizio per anziani. I mobili sono stati venduti ad antiquari. Possiedo un quadro di scuola leonardesca, gli altri quadri si trovano nella chiesa di S. Carlo. Possiede pochi mobili ma non d epoca, in stile pesante ottocentesco. I conti Baldironi erano molto amici del Re e della regina Margherita che venivano a trovarli da Monza... La camera della mamma che si trova su via Fiume al secondo piano, aveva una fascia completamente decorata su tela (nell originale è appuntato un??). Le quattro stanze al piano terra erano destinate a soggiorno; le nostre camere al piano sopra, erano molto grandi e quando andavamo a letto avevamo quasi paura. Due erano i bagni al piano sopra nella posizione degli attuali con vasche ed elementi in rame... Il giardino era molto grande, non esisteva l attuale via Fiume; esso arrivava fino al retro degli
stabilimenti Paleari (oggi via Marconi, n.d.r.), verso via Fiume in fondo, c erano i rustici dove stavano i contadini. Dove c è la cucina la madre ricordava esserci il portico, altro portico tra la villa e i combattenti. Giordana Paleari ricorda via Fiume come strada privata, due paletti rastremati con catena, solo passaggio pedonale. Il fattore Pietro tiene in gestione la proprietà. Rustico fatto costruire dal signor Paleari, anche cancello, casa del prete di fianco alla cappella Baldironi, casa dei contadini dove è l attuale Ferramenta Pagani (in piazza Garibaldi) arrivava fino alla segheria Meroni. Agli inizi del secolo XX sono registrate le famiglie di Paleari Angelo fu Ferdinando, nato a Lissone nel 1871, negoziante di mobili, possidente, abitante in via Baldironi; sposa Mariani Egidia Sofia ed emigra a Lodi nel 1822. Antonio fu Giuseppe e Mussi Rosa, nato a Lissone nel 1877, di professione industriale, possidente, vedovo di Oggioni Ildegarda e coniugato in seconde nozze con Giussani Emilia; abitano nella villa di via Baldironi ora villa Paleari, per poi emigrare a Cantù nel 1908. Dario Cesare Paleari di Leonardo Lodovico fu Ferdinando, e Garolini Anselmina, nato a Lissone nel 1895, negoziante di mobili, emigrato a Milano nel 1912. Bruno Ambrogio Francesco Paleari, figlio di Giulio Achille e Agostoni Maria, nato a Lissone nel 1911, industriale di mobili. Carlo Paleari, figlio di Giuseppe e Rivolta Antonia, nato a Lissone nel 1923, di professione impiegato; sposa a Monza Montrasio Amelia Carla nel 1952 ed emigra a Monza nel 1953. Altre famiglie Paleari non direttamente imparentate con le precedenti sono quelle di Andrea Paleari, figlio di Riccardo e Rivolta Amalia, nato a Lissone nel 1926, di professione elettricista; sposa a
Vedano Dirupati Maria Ambrogina nel 1954 ed emigra a Vedano nel 1956. Angelo Paleari, figlio di Luigi e fu Merlo Maria, nato a Biassono nel 1893, immigrato a Lissone ed iscritto nei registri anagrafici nel 1908. Carlo Paleari fu Giuseppe e Ferrero Teresa, nato a Correzzana nel 1859, di professione contadino e possidente; sposa Perego Rosa di Correzzana e ora abitano alla cascina Bini. Dal 1910 al 1914, sindaco di Lissone è il Cavalier Ragioniere Ettore Paleari. Per momentanea indisponibilità degli archivi mancano alcune famiglie che verranno presto inserite.