VENEZIA. LE IMPORTAZIONI CERAMICHE TRA XII E XIII SECOLO

Documenti analoghi
Marta BOTTOS. Materiali di età medievale e moderna

Sandrino Luigi MARRA. Le ceramiche del Castello di Gioia Sannitica (Ce)

IL MUSEO DELLA CERAMICA A. TAFURI a cura di Irma Pastore

Ceramiche medievali e postmedievali nei contesti archeologici della Sardegna

III. I VETRI. BAUMGARTNER, KRUEGER 1988, p

CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA CERAMICA INVETRIATA VENEZIANA TIPO SANTA CROCE, XIII SECOLO di FRANCESCA SACCARDO

ARCHEOLOGIA MEDIEVALE CORSO Claudio Negrelli

Verucchio: classificazione tipologica degli anelli in osso 1

Villaggio romano a Colamarina (Sant'Angelo d'ischia)

ALTRA CERAMICA GRAFFITA BIZANTINA DALLA LAGUNA VENETA

Palermo antica. Pignatta troncoconica Necropoli Punica di Palermo, scavi 1967, tomba 4 H cm 9,9 Diam. cm 11,2 N.I

3. LA CERAMICA SPAGNOLA DA MENSA NEI CONTESTI O NEI RECUPERI ARCHEOLOGICI

Pozzo B: I MATERIALI [185] Ceramica acroma

LUCCA: LA FABBRICA DI CERAMICHE DI PORTA S. DONATO ( circa)

LA CERAMICA A VERNICE NERA. Le principali produzioni e la loro evoluzione cronologica

8. I MATERIALI CERAMICI POSTMEDIEVALI Post-medieval ceramic material

Valutazione del rischio archeologico Località Stocchetta, Brescia 2012

Indagini archeologiche nella chiesa arcipretale di Bondeno (FE)

Monterotondo Marittimo (GR). La Rocca degli Alberti

ARCHEOLOGIA MEDIEVALE CLAUDIO NEGRELLI. Castelli tardoantichi 2

GIOIELLI DI CARTA LA COLLEZIONE ANGELINI. a passion for drawing X. MARMI

1970 Santa Maria Capua Vetere (antica Capua). Necropoli delle Fornaci. Soprintendenza archeologica delle Province di Napoli e Caserta.

OGGETTO : RECUPERO, RIUSO E RIQUALIFICAZIONE DEL CASTELLO DI CASALE MONFERRATO - 5/8 LOTTO DI LAVORI

Portico d Ottavia a Roma: scavo archeologico e restauro

REPERTI CERAMICI MEDIEVALI DAI SAGGI XX E XXI

Vaso da farmacia a corpo cilindrico

Restauro del castello di Piombino 3 dicembre 2008

SABBIONARA DI GARDA. ABITATO DELL ANTICA ETA DEL BRONZO (SCAVI 1972)

Il complesso archeologico termale e il mosaico del drago di Kaulonia

Romanina Centralità Metropolitana Municipio X Indagini archeologiche

COMUNE DI LUNANO PROVINCIA DI PESARO E URBINO REGIONE MARCHE

Visitateci sul nostro sito Internet:

n 1 ZONE ARCHEOLOGICHE TORRE CASTELLO - AZETIUM

Amiternum ricerche archeologiche dell Istitutio Archeologico dell Università di Colonia

vetro e in metallo. Nel corso di indagini condotte nel 1998 nella piazza antistante

SCAVI ARCHEOLOGICI SIENA E PROVINCIA. 5. Il chiostro della Chiesa di San Cristoforo di Luca Mandolesi, Marie-Ange Causarano

LUOGO E STATO DI CONSERVAZIONE DEPOSITO S. MARIA IN PADOVETERE COMACCHIO INTEGRO MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI FERRARA PARZIALMENTE RICOMPONIBILE

Dottoressa FRANCESCA GUANDALINI

Montelupo e la maiolica del Rinascimento

Tipologia delle Forme vascolari. Claudio Giardino

Vaso da farmacia a rocchetto

altri centri come Siena, Montalcino, Arezzo, Firenze e Montelupo.

10. I MATERIALI. VI, pp. 116 ss.; R. Francovich et alii 1978a, stanza A, strato VI p. 40 ss, ecc. 1 R. Francovich - G. Vannini 1976, strati V-V-inf-

SOMMARIO. Vorwort - Thomas Schäfer. Prefazione - Massimo Osanna PARTE I LA RICOGNIZIONE 1 PREFAZIONE 3

Ceramiche dallo scavo in Piazza Cavour a Castelfiorentino

Indagine topografica sulle aree di pertinenza dell abbazia di San Salvatore al monte Amiata nella Tuscia meridionale: secoli VI XIV

Pozzo A: I MATERIALI. Acroma depurata

CATALOGO DEL PATRIMONIO

Porcellana Ming, XIV secolo

CONTATTI COMMERCIALI E CULTURALI AD OTRANTO DAL IX AL XV SECOLO: L'EVIDENZA DELLA CERAMICA

SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA TOSCANA

delle scale che dal cortile d ingresso conducono al primo livello, l imboccatura di una fossa silo appare parzialmente coperta dal muro di tramezzo

Tarquinia, complesso monumentale : ceramica depurata acroma e a bande

Le origini Via Reale di Persia Via della Seta La destinazione finale della seta era Roma

CASTELFRANCO MUSEI UN MUSEO PER LA SCUOLA PROPOSTE DIDATTICHE PER L ANNO SCOLASTICO

Materia Descrizione dell'oggetto Quantità Epoca

Marta BOTTOS. Ceramica comune grezza

(*) Per ciascuno dei pezzi vengono presentati il disegno e/o la foto.

RELAZIONE SULL INTERVENTO DI RECUPERO DI ALCUNE SEPOLTURE DELLA NECROPOLI LONGOBARDA DI

DOCUMENTI DI ARCHEOLOGIA. Collana diretta da Gian Pietro Brogiolo e Sauro Gelichi

classe IV sezione D E. C., V. C., G. S., F. S.

PUBBLICAZIONI ISTITUTO PER LA STORIA E L ARCHEOLOGIA DELLA MAGNA GRECIA ATTI DEI CONVEGNI DI STUDI SULLA MAGNA GRECIA. anno titolo euro 60,00

CINQUE BOCCALI DI MAIOLICA ARCAICA DA UN POZZO IN PIAZZA MARCONI A BRESCELLO (RE)

oal PARCO ARCHEOLOGICO AL CASTELLIERE

Lo scavo archeologico di Poggio Colla,Valle del Mugello Un insediamento etrusco antico di 2600 anni fa

PERCORSI TURCHI A GENOVA TURCHI A GENOVA TRA SACRO E PROFANO

Procedia - Social and Behavioral Sciences 223 ( 2016 )

Veduta verso poppa con il penultimo madiere in primo piano e l'ultimo con relativi fori di biscia

ORFANOTROFIO DI SAN PAOLO

TERRITORIO, INSEDIAMENTI E NECROPOLI FRA TARDA ANTICHITÀ E ALTO MEDIOEVO

I CONTENITORI PER GRANO DESTINATI ALL'AMMASSO PUBBLICO DELLA "TERRA NUOVA"

N E Foto: da archivio

Ciao, mi chiamo Mezzettino!

Chiesa della Martorana

Accordo di verifica preliminare di interesse archeologico attività di sorveglianza archeologica VP1 4 VP1 4

II.4 I mortai in pietra

PREMESSA LO SCAVO. Fratta Nord

LO SVILUPPO DEI COMMERCI. e le Repubbliche marinare

CERAMICA VENEZIANA DALLA CITTÀ MEDIEVALE DI RODI ( ) NOTA PRELIMINARE *

LOCALITÀ TALIENTO F. 13 p PROPRIETÀ CENTOLA RELAZIONE ARCHEOLOGICA

Contrada della Civetta

III. CONTENITORI E MERCI: CIRCOLAZIONE E CONSUMO DEI MANUFATTI CERAMICI

CASTELFRANCO MUSEI UN MUSEO PER LA SCUOLA PROPOSTE DIDATTICHE PER L ANNO SCOLASTICO

CASTELLI E PAESAGGI MEDIEVALI NELL ALTA VALTELLINA

IV. I REPERTI METALLICI

ATTI DEI CONVEGNI DI STUDI SULLA MAGNA GRECIA

Elementi decorativi vegetali

Localizzazione Geomorfologia Tipologia Descrizione

Salvina Fiorilla. MANUFATTI DA UNA DISCARICA DEL CASTELLO DI MILAZZO (II Parte)

Elementi decorativi vegetali

SCHEDE DEI SERVIZI PUBBLICI P.G.T. Comune di Velezzo Lomellina (PV)

REGIONE SICILIANA. Assessorato dei Beni Culturali e dell 'Identità Siciliana. Dipartimento dei Beni Culturali e dell'identità Siciliana.

Una nuova interpretazione della fossa del vasaio di Turona,

DIRETTRICE ORTE-CIVITAVECCHIA Tratto Monte Romano Est - Cinelli

Capitolo settimo COMMERCI E CERAMICHE

Si è da poco conclusa la undicesima Campagna di

Associazione Lombarda Avicoltori COMBATTENTE INDIANO

PREMESSA. La devozione alla Via Crucis si presenta, nel suo secolare cammino, come una delle più radicate pratiche di culto.

1^ Campagna di Agosto 2005

Transcript:

Francesca Saccardo 49 VENEZIA. LE IMPORTAZIONI CERAMICHE TRA XII E XIII SECOLO Francesca Saccardo INTRODUZIONE La ripresa di produzioni ceramiche fini, con rivestimento vetrificato, dopo i secoli bui altomedievali, si verificò nella nostra penisola intorno alla fine del XII secolo. Esempi più precoci, allo stato attuale delle conoscenze, sono attestati solo in alcuni centri dell Italia Meridionale e della S i c i l i a. Già a partire dall anno Mille, con il rifiorire dei traffici marittimi in tutto il Mediterraneo 1, nelle città marinare del nord e centro Italia, in particolare sulla costa tirrenica, era stato introdotto l uso di adornare chiese e campanili con variopinti baci - n i ceramici di provenienza per lo più islamica o bizantina. Pisa ne rimane l esempio più eclatante. Ancora incerto è il significato dei bacini infissi nelle architetture, per i quali si è ipotizzato un uso devozionale, quali ex-voto dedicati da parte di Crociati, pellegrini o mercanti al ritorno da viaggi irti di pericoli, oppure dono prestigioso offerto ai prelati, o semplicemente una moda decorativa orientale, introdotta insieme al vasellame e forse associata al trasferimento di manodopera stessa 2. Sugli edifici religiosi veneziani, curiosamente, non è mai stata trovata alcuna traccia di esotici b a c i n i, mentre si contano numerose le candide patere marmoree di fattura bizantina, a soggetto prevalentemente zoomorfo, che vennero murate sulle facciate dei palazzi patrizi soprattutto nei secoli XI-XV (SWIECHOWSKI-RIZZI 1982). Ceramiche fini d importazione relative ai secoli XII-XIII sono tuttavia emerse in discreta quantità, nell ultimo decennio, da scavi o sterri in Venezia, presso l abbazia della Misericordia 3, e in alcune isole che nei secoli XI e XII ospitarono insediamenti popolosi, pievi, ospizi per pellegrini: S. Leonardo in Fossa Mala, S. Lorenzo in Ammiana, S. Ariano in Costanziaca, S. Giacomo in Paludo. A causa dell impaludamento della laguna e, di conseguenza, per l insalubrità dell aria, questi siti decaddero e furono destinati ad uso monastico per un paio di secoli ancora, fino al definitivo abbandono intorno alla metà del Quattrocento, o nel caso di S. Leonardo, già un secolo prima (vedi infra). CERAMICHE MEDIEVALI IMPORTATE A VENEZIA I reperti ceramici provenienti dai siti sopra menzionati sfortunatamente non sono corredati da precisi dati stratigrafici, poichè le caratteristiche ambientali lagunari penalizzano l archeologia veneziana con particolari difficoltà operative ed interpretative 4. Rari, inoltre, sono stati gli scavi di tipo stratigrafico condotti fino ad oggi, nessuno dei quali ha potuto fornire dati significanti relativi ai secoli XII-XIII: nè lo scavo effettuato a Torcello negli anni 1960-61 (L E C I E J E W I C H- TA B A C Z Y I S K I 1966) 5, nè il recente scavo di S. Pietro di Castello ( TU Z Z A T O 1991), che ha permesso di recuperare migliaia di reperti dall epoca tardoantica a quella postrinascimentale, ma, purtroppo, con una lacuna cronologica corrispondente ai secoli bassomedievali. Tali attestazioni di manufatti ceramici forestieri, rivestono ugualmente un importanza notevole, in quanto forniscono dati interessanti sulla circolazione di questi prodotti, permettendo un 1 Sulla vita del mercante italiano nel Medioevo, vedi SA P O R I 1 9 9 0. 2 Nella Venezia medievale l immigrazione di artigiani qualificati veniva agevolata con particolari facilitazioni e la rapida concessione della cittadinanza (LANE 1973: 26). 3 Unico contesto dal centro storico qui considerato, vi è attestata l esistenza di un complesso monastico di frati agostiniani fin dal XIII secolo. 4 Sulle complesse trasformazioni del sottosuolo veneziano e del litorale altoadriatico, vedi DO R I G O 1983, vol.i, Parte seconda: 127-178. 5 Non sono infatti emerse evidenze di particolare rilievo ai fini della datazione delle ceramiche, che talvolta si rivela poco attendibile. Ad esempio lo strato II dello scavo I presso la chiesetta di S. Marco è datato dagli studiosi al XVI-XIX secolo, mentre tra i reperti riprodotti si osservano un frammento di Zeuxippus ware b i z a n- tina del XII-XIII secolo e numerose invetriate monocrome tardomedievali, tra le quali una rotellata, e graffite arcaiche padaned e l XIV-XV secolo (i b i d.: 13-14, figg. 4-5). Analogamente lo strato IV dello scavo II è dato all XI-XII secolo ma tra reperti si distinguono vari frammenti di graffita bizantina della fine del XII-inizi XIII secolo e un fondo di graffita veneziana a spirale-cerchio.

50 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE confronto tra un importante crocevia, qual era all epoca Venezia nel panorama del Mediterraneo Orientale, ed altre situazioni cittadine della nostra penisola, evidenziando inoltre i legami economico-culturali tra la città lagunare ed i paesi di provenienza del vasellame 6. I b a c i n i architettonici delle nostre regioni settentrionali sono stati oggetto di molteplici studi, anche recenti 7. Rispetto alla situazione dell area tirrenica, il quadro delle importazioni offerto dai reperti da scavo veneziani risulta alquanto diversificato: assai esigua appare infatti la quantità di ceramiche rivestite anteriori al secolo XII 8 e di prodotti dall Islam occidentale 9. Scarsa è la presenza di ceramiche siculo-magrebine e di maioliche duecentesche dall area padana e tosco-umbro-laziale; del tutto assenti risultano le graffite arcaiche tirreniche, che pure all epoca circolavano ampiamente nel Mediterraneo ( GE L I C H I 1991a: 21-26; LA V A G N A- VA R A L D O 1986; MI L A N E S E 1 9 8 2 ). Nei contesti esaminati le ceramiche d importazione del XII secolo provengono per lo più dall area bizantina, con una netta prevalenza di graffite negli stili di Corinto (Tav.V) 10. Sono documentate anche le graffite dall area egea (Aegean Wares) e numerose Zeuxippus wares, classes I e II, ritenute fino a pochi anni fa di produzione costantinipolitana 11, databili alla fine del XII secolo-inizi del XIII. Altre ceramiche si possono assegnare a Cipro, a Salonicco e forse a centri costieri della penisola balcanica, di difficile identificazione. Queste testimonianze della assidua frequentazione veneziana degli empori bizantini rimandano ad un legame politico e commerciale di lunga data: provincia bizantina durante l Alto Medioevo, fino al 992 1 2, Venezia si era configurata come unico tramite tra il Levante e le regioni padane, dove i battellieri veneziani smistavano le preziose merci (seta, spezie, materiali tintori) risalendo, riuniti in convogli, i principali corsi d acqua 13. Tra X e XI secolo Venezia era divenuta una grande potenza navale marittima, volta a traffici commerciali con l Oriente, all inizio a carattere pacifico (vendita di schiavi e legname in cambio di spezie, olio, vino e granaglie), successivamente in difesa del predominio sull Adriatico contro i pirati dalmati, e a protezione dell impero bizantino ora contro la potenza normanna, ora contro la minaccia dei turchi. In cambio Venezia aveva ottenuto eccezionali privilegi commerciali, che presto si erano estesi, con la partecipazione alla Prima Crociata, anche ai principali porti della Terra Santa, che ospitavano fiorenti colonie veneziane. All alba del XIII secolo, con la Quarta Crociata e la spartizione dell Impero Latino d Oriente, Venezia aveva raggiunto l apice della sua potenza commerciale e marittima, con l annessione di territori, isole e città costiere di particolare importanza strategica. Nei ritrovamenti veneziani risulta sporadica la presenza di prodotti islamici orientali siriani ed iraniani, spesso così frammentari da rendere difficile una precisa attribuzione cronologica e di provenienza. Rare sono anche le ceramiche smaltate magrebine con decoro a cobalto e manganese, che ebbero grande diffusione in tutto il Mediterran e o 1 4 ; databili alla fine del XII secolo-inizi del XIII, potrebbero essere correlate al patto che Venezia contrasse nel 1205 con il sultano d Egitto Almelik-Aladil ( CE S S I 1985: 47), anche se è più probabile che rappresentino l acquisto sporadico di qualche operatore mercantile o diplomatico in viaggio nel Mediterraneo. È infine significativa la presenza di numerose 6 Non esiste alcuna prova documentaria di una vera e propria importazione a Venezia di manufatti ceramici nei secoli XII-XIII. Un recente, cospicuo rinvenimento di ceramiche pugliesi in uno sterro a Malamocco - all incirca mezzo centinaio di frammenti (quasi tutte del Tipo RMR, tra cui diverse del tipo Taranto) ( SA C- C A R D O 1991: 209), potrebbe aprire la strada a nuove ipotesi in questo senso. Attualmente non è comunque proponibile alcuna analogia con il fenomeno commerciale di grandi proporzioni che fu legato alle maioliche a l u s t r o dall area valenzana, importate nei secoli XIV-XV in vari centri della nostra penisola. Per quanto riguarda Venezia, sono noti gli articoli che ne permettevano l acquisto in deroga alle leggi protezionistiche ( MO R A Z Z O N I 1 9 5 5 : 19-20), ed alcuni documenti relativi all acquisto di intere partite di manufatti ( SP A L L A N Z A N I 1 9 7 8 ). 7 BLAKE 1978, BERTI-TONGIORGI 1981, BERTI-GELICHI 1991. Inoltre nel maggio 1993 si è svolto ad Albisola un convegno sui baci - ni ceramici: per una bibliografia aggiornata si rimanda agli Atti (in corso di stampa). 8 Nonostante i rapporti con il Levante fossero a quell epoca già consolidati. 9 I bacini andalusi a lustro metallico sono al contrario tra i più documentati sulle chiese dell area tirrenica. 1 0 Le w a r e s classificate dal Morgan nel 1942 costituiscono un riferimento per molti aspetti ancora valido, nonostante il carattere pionieristico del testo. 11 I più recenti studi hanno messo in discussione la provenienza costantinopolitana di questi prodotti. Mancando ancora, tuttavia, prove certe quali scarti di fornace, la Zeuxippus ware viene attribuita ad uno o più centri ancora sconosciuti dell area egea (MEGAW-JONES 1983: 263; MEGAW 1987: 262). 12 A tale anno si data la raggiunta indipendenza di Venezia, secondo un documento con il quale l imperatore bizantino Basilio II concedeva ai veneziani alcuni privilegi fiscali relativi al commercio marittimo, definendoli cives extranei, dunque non più sudditi (LORENZONI 1983: 413). 13 Nei primi secoli del ducato (VIII-X) i traffici si sarebbero svolti prevalentemente per via fluviale, anche se non tutti gli storici concordano su questo punto: il Cessi porta documentazione relativa all esistenza di una vera propria flotta e militare e mercantile già nel IX secolo ( CE S S I 1958: 156), seguito dal Lorenzoni (p.409 e nota 64), che contesta al Lane il ruolo relativamente passivo che Venezia avrebbe avuto nei rapporti est-ovest fino all anno 1000 ( LA N E 1 9 9 1 2 : 3). 1 4 Anche in questo caso non si tratterebbe d importazione di vasellame su vasta scala, bensì di acquisti occasionali di mercanti che battevano le rotte orientali.

Francesca Saccardo 51 protomaioliche dalla Puglia, soprattutto dei tipi prodotti a Brindisi e a Taranto, databili intorno alla prima metà del XIII secolo, epoca in cui Venezia aveva regolari scambi commerciali con i porti di Bari e Brindisi, nonchè di Otranto ( PA T T E R S O N 1991) e il grano pugliese era distribuito dalla città lagunare all intera Padania (CE S S I 1 9 8 5: 57). Le città del basso Adriatico costituivano inoltre la base per l imbarco di pellegrini e crociati e un importante scalo per i traffici mercantili con la Dalmazia. LE PRODUZIONI LOCALI A partire dalla metà del XIII secolo e, con ogni probabilità, anche qualche decennio innanzi, accanto alle ceramiche d importazione compaiono a Venezia le invetriate di produzione locale: graffita delle origini; graffita a spirale-cerchio; graffita e/o dipinta tipo S. Bartolo 15 ; ingobbiata e dipinta tipo S. Croce, a imitazione della protomaiolica (Tav.VI) 16, tipologia questa che, peraltro, si estinse nel giro di pochi decenni. La stessa sorte ebbe, all incirca un secolo più tardi, la maiolica arcaica. Prevalse infatti la tecnica del graffito, la cui nascita è stata da tempo correlata dagli studiosi allo stretto legame di Venezia con la cultura e l arte bizantina e con i suoi stessi operatori (LAZZA- RINI-CANAL 1983; LAZZARINI 1987). Fig. 1) S. Leonardo in Fossa Mala. Ceramica graffita bizantina. 1-3. Corinto, sec.xii, prima metà/metà. Nn.inv.: C1456, C1454, C1422. I SITI DEI RITROVAMENTI CERAMICI SAN LEONARDO IN FOSSA MALA Isola presso la gronda della laguna sud, ai margini del territorio sottoposto alla grossa pieve benedettina di S. Ilario, fu porto fluviale ed endolagunare. La fondazione della chiesa di S. Leonardo è attestata intorno al Mille. All inizio del XIV secolo l isola risulta, dalle fonti documentali, già spopolata. Nel 1348 fu del tutto evacuata e adibita a cimitero per le vittime della peste. Le rovine sommerse dell insediamento furono smembrate e in parte disperse durante l escavo del Canale dei Petroli. I reperti sono frutto di indagini archeologiche effettuate dall ispettore Ernesto Canal e dalla dott.sa Lidia Fersuoch ( FE R S U O C H 1995: 33-43 e 62-72). Sono presenti: ceramica d importazione ceramica bizantina: un consistente gruppo di frammenti negli stili di Corinto del XII secolo (Fig.1.1-3, vedi inoltre LA Z Z A R I N I- CA N A L 1983 tavv.ii-iv, nn.9-11, 16-17, 27, 39-43, 52; LAZZARINI-CANAL 1991, fig.1), tra i quali un bel fondo di piatto graffito del tipo f i n e s t y l e, con motivo ad intreccio su fondo embricato, entro medaglione, collocabile nel primo quarto del XII secolo (Fig.1.3) (Idem 1983 fig.2 n.9; cfr. M O R G A N 1940: 118, fig. 94; pl.xl.a), un frammento di piatto graffito con motivo a rilievo, probabilmente un soggetto biblico (Fig.1.1), e un piatto frammentario slippainted (non riprodotto; cfr. MORGAN 1940: 101, pl.xxxiia, c. e figg.77-78); diversi frammenti di Zeuxippus ware, c l a s s I I ( ME G A W 1968), databili tra l ultimo quarto del XII secolo e gli inizi del XIII (Fig.2.2-6); alcuni frammenti di graffita del tipo A e g e a n w a r e (Fig.4.1), del XII secolo, simili ai bacini del relitto di Castellorizo ( PH I L O T E U- MI C H A E L I D O U 1987 e I d e m 1991); altri hanno vetrina spessa e brillante e bordura a motivi geometrici incisi, analoga ad alcuni piatti di incised sgraffito medallion style (MO R G A N 1942: 149, fig. 124 e pl.xlviii) e a numerosi frammenti rinvenuti nella Focide ( AR M S T R O N G 1989: pl.7, 27; pl.9,12-14; pl.10, 47-48); un gruppo di frammenti di piatti graffiti (Fig.3 e 15 Le prime produzioni graffite veneziane sono state oggetto di vari studi, nell ultimo decennio: LA Z Z A R I N I- CA N A L 1983, GE L I- C H I 1984, SA C C A R D O- LA Z Z A R I N I- CA N A L 1987, LA Z Z A R I N I 1 9 8 7, GE L I C H I 1988, SA C C A R D O 1991. 16 Recentemente individuata da Sauro Gelichi, in seguito al ritrovamento presso il convento di S. Croce a Ravenna di ceramiche databili stratigraficamente intorno alla metà del XIII secolo (GE L I C H I 1993).

52 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE Fig. 2) S. Leonardo in Fossa Mala. Ceramica graffita bizantina. 1. Cipro; 2-6. Zeuxippus ware, class II. Fine sec.xiiinizi XIII. 1. d. ric.del piede:12; 2. d. del piede:5,7; 3. d. ric. 5,5; 4. d.ric. del piede:6; 5. ric.del piede 5,5; 6. ric. del piede 5,4. Nn. inv.: C 4975, C4977, C4978, C4980, C1457, C1464. Fig. 3) S. Leonardo in Fossa Mala. Ceramica graffita bizantina. 1-8. incised sgraffito, area egea, sec.xii-xiii. 1. d. ric.:25,8; 2. d. ric.:26 ca.; 3. d. ric.del piede:12 ca; 5. d. ric.:26 ca; 7. d. ric.:32 ca; 8. d. ric.:25,8. Nn. inv.: C12130, C12128, C12124, C12123, C12127, C12121, C12126, C1505. Tav.I.1, 3-4), per lo più monocromi con vetrina giallo chiara e decorazione incisa, lungo il bordo o sulla tesa, con tralci vegetali o con motivo a treccia entro banda. Già ritenuti di produzione v e n e z i a n a 1 7, a nostro avviso sono invece da attribuirsi a produzione bizantina, del tipo i n c i s e d w a r e; su alcuni di questi frammenti si osservano infatti delle tacche impresse sull orlo, piuttosto comuni in tipologie bizantine, quali la m o n o c h r o - me o la spatter painted wares rinvenute nella 17 Gli studiosi, infatti avevano osservato il grosso spessore di alcune di queste stoviglie e la loro cottura difettosa, rivelata da un largo strato grigio nella parte più interna della sezione, caratteristiche piuttosto anomale in un prodotto d importazione così fine e pregiato, com era generalmente il vasellame bizantino (LAZZARINI- CA N A L 1983, tav.viii nn.4 e 7; tav.x nn.27-28).

Francesca Saccardo 53 Fig. 4) S. Leonardo in Fossa Mala. Ceramica graffita bizantina. 1. Aegean ware, sec.xii-xiii; 2.Venezia o area balcanica, sec.xiii. 3.Venezia, graffita delle origini, sec.xiii, metà circa. 2.: d. piede 8,4. Nn. inv.: C1493, C1495, C1508. Fig. 5) S. Leonardo in Fossa Mala. 2-3. Ceramica graffita bizantina developed style fine sec.xii. 1, 4, 7-9. Area egea (?) G r e e n and brown painted ware sec.xii. 5.c e r a m i c a siculo-magrebina ingobbiata e dipinta in manganese, sec.xii, inizi. 6.ceramica ingobbiata e dipinta tipo S. Croce. Venezia, secolo XIII, metà circa. 3. d. ric.:20; 4. d. ric.del piede: 7,5; 6. d. ric.del piede:10 ca.; 7. d. ric.:24; 8. d.ric.:30 ca. Nn. inv.: C12160, C12151, C12137, C12139, C1534, C1532, C12138, C1538b, C12159. Focide ( AR M S T R O N G 1989, fig.6 n.38; fig.13 nn.62-63; fig.16 n. 26, con vetrina gialla e spessa analoga a quella dei nostri frammenti), a Cipro ( DU PL A T TA Y L O R- ME G A W 1949, pl.i, n.10 e pl.viii n.45 con analogo motivo a treccia sull esterno di un piatto ), nonchè ad Atene ( ST E V E N S O N 1 9 4 7, pl.16 n. 23). Ceramica incisa è documentata anche a Costantinopoli, a Corinto e a Sparta ma in epoca più tarda, tra XIII e XIV secolo ( PA R M A N 1987: 285, figg.8a-b e fig.10; DA W K I N S- DR O O P 1910-11: pl.xvii n.46); pochi frammenti di ceramiche di difficile identificazione provenienti presumibilmente da Cipro (Fig.2.1) o da Tessalonica; altri, anche per le ridotte dimensioni o per il cattivo stato di conservazione, non classificabili; alcune graffite dipinte a macchie verdi con vetrina incolore ed esterno grezzo (Fig.5.2-3, Tav.I.2) forse provenienti dalle regioni balcani- che, dato che Serbia e Bulgaria già nel XII secolo avevano avviato una propria produzione graffita ispirata alle tipologie bizantine ( BA J A- L O V I C H- HA D Z I- PE S I C 1975). Tra i reperti veneziani le forme prevalenti sono piatti con tesa, carenati, o scodelloni con orlo ingrossato e spigolo piatto; altre ceramiche ingobbiate e dipinte (Fig.5.1,4,8-9; Tav.I.5-8) hanno forse la medesima provenienza 1 8 o rientrano nella g r e e n and brown painted w a r e, prodotto tra i più diffusi in tutta l area bizantina ed egea fin dal XII secolo ( AR M S T R O N G 1989 per i frammenti rinvenuti nella Focide, cfr. in particolare fig.3 n.11, scodellone di forma analoga ad alcuni dei nostri frammenti), nella quale i motivi sono tracciati per lo più in verde, in rari casi anche in bruno e giallo. Talvolta il pigmento appare mescolato alla vetrina. Per alcuni frammenti 18 La forma infatti è simile, in alcuni casi, alle graffite sopra descritte, e il rivestimento, in varie tonalità di giallo, analogamente non scende sotto il bordo esterno. Questa caratteristica si riscontra, tuttavia, anche nelle prime ingobbiate e dipinte veneziane del tipo S. Croce.

54 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE (Tav.I.5 e 7) va rilevata la somiglianza con i b a c i n i di S. Cassiano in Decimo a Campiano (RA) (GE L I C H I 1984: 356-357 e tav.ii.1-2). L attribuzione risulta comunque incerta, dato che ceramica invetriata ingobbiata e dipinta fu prodotta anche nel meridione d Italia ( BE R T I- TO N G I O R G I 1981: 284 e tav.ccix-databile al primo quarto del XII secolo; DE CR E S C E N Z O e t a l i i 1992: 60-72), nonchè a Venezia stessa (v. i n f r a) ; un gruppo di piatti o bacini graffiti, frammentari (Fig. 6.2), già ritenuti veneziani ( LA Z Z A R I N I- CANAL 1983: tav.ix, nn.16-21) 19. Per essi è stata recentemente proposto il confronto con esemplari rinvenuti in Albania (GE L I C H I 1991: 25, nota 76; HO T I 1989: 220, n.7 e 10, tab.iv). Hanno decoro graffito e inciso a spiralette e linee a zig-zag sotto vetrina monocroma verde, o più spesso con pennellate di ferraccia e ramina sotto vetrina incolore o giallina, che all esterno può estendersi fino al piede. Il motivo a spiralette entro griglie incise a punta larga è presente tra l Aegean ware, nell incised sgraffito (MOR- GAN 1940, 149, fig.124) e in ceramiche rinvenute a Sparta ( DA W K I N S- DR O O P 1910-11: pl.xvii n.40). ceramica islamica orientale: pochi microframmenti (non riprodotti) con vetrina turchese e ad un fondino di scodella con tracce di decorazione in ferraccia e ramina. ceramica invetriata veneziana Fig. 6) S. Leonardo in Fossa Mala: Venezia, ceramica ingobbiata e dipinta tipo S. Croce, sec.xiii, metà circa. N.inv.:1537. invetriata monocroma verde; un gran numero di boccali a corpo globoso oppure ovoide, collo cilindrico, ansa impostata sotto il bordo. La vetrina, spessa e brillante, ricopre anche il fondo; l interno invece è grezzo, salvo qualche colatura (FERSUOCH 1995: 66; cfr. GE L I C H I 1993: 250, gruppo 4); La forma è analoga ad alcuni altri frammenti da S. Leonardo (non riprodotti) ingobbiati e dipinti in verde, paragonabili ad esemplari di produzione serba ( BA J A L O V I C H HA D Z I- PE S I C 1 9 7 5 : tav.xxva.), ma probabilmente pertinenti al tipo S. Croce, gruppo 2 (GE L I C H I 1993: 245), che si ispira, come già accennato, a forme e decori della protomaiolica 20 ; un fondo di piatto o bacino (Fig.5.6) e un frammento di boccale (collo e parte di spalla) dipinto in policromia ramina e manganese (Fig.6, Tav.I.9) del tipo S. Croce, gruppo 1 (Ibid.: 237); un gruppo di quasi una ventina di frammenti identificabili come produzione graffita veneziana delle origini ( LA Z Z A R I N I- CA N A L 1 9 8 3, t a v v. V I I I - X 2 1 ; SA C C A R D O 1991, p.212). Le ceramiche sono ricoperte da spessa vetrina verde, incolore o giallo-bruna e decorate con motivi geometrici o vegetali piuttosto grossolani entro medaglione, oppure con bande a barrette impresse direttamente sul corpo (Fig.4.3) 2 2, che ricordano la ceramica bizantina i n c i s e d - sgraffito medallion style (M O R G A N 1 9 4 2, p l. X L V I I I ) ; pochi frammenti del tipo a spirale-cerchio e S. Bartolo, graffite e dipinte. 19 Le analisi chimiche e mineralogiche su alcuni frammenti di questo genere (LAZZARINI-CALOGERO 1989, 574, VB1 e 3-4, 573 fig.1) riportano valori diversi dalle produzioni ceramiche di Atene, Corinto e Costantinopoli, ma una assegnazione di questi prodotti a Venezia appare agli stessi autori non del tutto certa, poichè the archaic Venetian sgraffito... can be only roughly distinguished by relative comparisons (Ibidem, p.583). Sarebbe auspicabile anche un confronto con analisi di scarti di fornace di ceramica medievale lagunare o di altri prodotti ceramici da regioni periferiche dell impero bizantino. 20 Cfr. ad esempio alcuni frammenti da Napoli ( VE N T R O N E- VA S S A L L O 1980, tavv.lxxxiii n. 313 e CVIII n.477). Molto simile al pezzo veneziano è un frammento di boccale da Padova (MUNARINI 1992: 104, n. 91). 21 Per alcuni tra i reperti riprodotti - quali cinque frammenti di Aegean ware (Tav. VIII.5-6; Tav. IX.15; Tav.X.25) ed altri ancora (Tav.VIII.4 e 7; Tav.X.27-28) l assegnazione a Venezia a nostro avviso non appare più proponibile. 22 Da prime analisi le argille risultano di area veneziana, il prof. Lorenzo Lazzarini vi ha infatti riscontrato pasta di fondo con forte polarizzazione di aggregato, molto ricca di illite, con massarelle di ossidi di ferro, piuttosto porosa. Scheletro sabbioso composto da quarzo angoloso, K feldspato subordinato a quarzo policristallino subangoloso. Diversi individui di plagioclasio e di chert. È stato recentemente trovato un frammento di ceramica incisa direttamente sul biscotto che ha le caratteristiche di uno scarto di fornace, anche se non si può escludere che abbia invece subito un incendio.

Francesca Saccardo 55 Tav. I San Leonardo in Fossa Mala: 1-4.Graffita bizantina, incised style; 5-8. Ingobbiata e dipinta d importazione green and brown painted ware; 9. Ingobbiata e dipinta policroma locale tipo S. Croce.

56 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE SAN LORENZO IN AMMIANA Isola della laguna nord, non distante da Torcello. Sito archeologico di estremo interesse per le vestigia di una domus romana, nel periodo altomedievale fu sede di una pieve matrice e di un castel - l u m. Dal 1185 al 1439 ospitò alcune comunità dell ordine benedettino. Negli anni 80 vi furono condotti alcuni saggi di scavo a cura dell Ispettore onorario Ernesto Canal, che hanno interessato varie sezioni dell isola (FER- SUOCH-CANAL et alii 1989; CANAL 1995: 212-221). SEZIONE 1 Si tratta di una fossa-discarica (F E R S U O C H- CA N A L et alii 1989, fig.2 ambiente K, 4-5) legata probabilmente alla prima fase di vita del convento. La datazione del nucleo più cospicuo dei reperti ceramici rinvenuti abbraccia un periodo compreso tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIV. Ceramiche d importazione : ceramica bizantina: pochi frammenti proveninti da Corinto o del tipo Zeuxippus (Fig.7.1, Tav.II.1). maiolica magrebina: del tipo con decoro dipinto a cobalto e manganese, che si data tra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo. Sono documentate due tipiche forme: scodella emisferica con tesa (analoga al frammento in Tav.IV.10) e bacino con tesa (Fig.7.2, Tav.II.2), entrambe confrontabili con i bacini del Duomo di S. Miniato (BE R T I- TO N G I O R G I 1972: 168, forma D.a; tav.vii nn.1-5), con pezzi da scavo rinvenuti in Sicilia, a Marsala ( D AN G E L O 1979, p.257, fig.a) e nei pozzi di S. Giacomo a Gela ( RA G O N A 1 9 7 9-8 0 : 100, fig.10), con i b a c i n i di alcune chiese pisane, quali S. Stefano, S. Paolo all Orto, S. Michele degli Scalzi, S. Cecilia (B E R T I- TO N G I O R G I Fig. 7) S. Lorenzo in Ammiana/1: 1. G r a f- fita bizantina Zeuxippus ware, class II, s e c. fine XII, fine - XIII, inizi. 2. Maiolica magrebina a cobalto e manganese, sec.xii, fine - XIII, inizi. 3-5. Protomaiolica tipo Brindisi; 6. Ceramica tipo RMR. Puglia o Italia Meridionale, sec.xiii, prima metà. 1.d. ric.: 22,2; 2. d. ric.:34,8; 3. d. ric.:15,3; 4. d. del piede: 6; 5. d. ric.:14,1; 6. d. ric.:18. Nn. inv.: C11297, C11216a, C11229 b-e, C11278, C11280, C11266. Fig. 8) S. Lorenzo in Ammiana/1: 1-5.Venezia.Ceramica ingobbiata e dipinta tipo S. Croce. Sec.XIII, metà circa. 6. P r o t o- maiolica o maiolica siculo-magrebina dipinta in ramina e manganese, sec.xiii, prima m e t à. 1. d. ric.:17; h.:7,5;3. d. ric.20,1; 6. d. del p i e d e : 6, 2. Nn. inv.: C11296, C11267, C11281-82, C11283-84, C11285, C11229.

Francesca Saccardo 57 Fig. 9) S. Lorenzo in Ammiana/1: Venezia. Ceramica graffita monocroma a spirale - cerchio, sotto vetrina giallobruna. Sec. XIII, metà circa. 1. d.:16,2; h.:7,2; 2. d. ric.:21,6. 1981, tavv. L.III, LI.1) e liguri, quale S. Ambrogio a Varazze ( WH I T E H O U S E 1971: 280-281 e tav.ib). ceramica islamica orientale: pochi microframmenti (non riprodotti) dalla Persia o dalla Siria, con decorazione in nero sotto vetrina turchese, o in blu su bianco, o con vetrina monocroma marrone-violacea. protomaiolica: scodella tipo Brindisi con g r i d i r o n in azzurro, nero e giallo (Fig.7.3, Tav.II.7), uno dei motivi a più ampia diffusione nel Mediterraneo sudorientale (PATITUCCI UGGERI 1979 e 1990; WHI- T E H O U S E 1979-80); fondo di scodella con giglio araldico verde-azzurro profilato in manganese (Fig.7.4, Tav.II.5), frammenti di parete di scodelle con banda a triangoli e riccioli (Fig.7.5, Tav.II.4) 23 ; fondo di scodella con mandorla grigliata (Fig.8.6, Tav.II.6), dipinta in ramina e manganese: il motivo è tipicamente magrebino ma colori e tipo di impasto inducono a pensare che si tratti di una protomaiolica. Potrebbe trattarsi anche di un prodotto siculo; scodella tipo Taranto con tracce di griglia dipinta sul cavetto (Fig.7.6, Tav.II.3). ceramica invetriata veneziana monocroma, soprattutto boccali verdi con collo cilindrico e incisioni sulla spalla (analoghi a quello riprodotto in Fig.11.3, Tav.II.11). graffita a spirale-cerchio: più di cento pezzi di piatti o scodelle (Fig.9, Tav.II.8-9), che costituiscono il più cospicuo ritrovamento di stoviglie di questo tipo finora documentato (per la varietà delle forme, si veda SA C C A R D O 1991, Tav.II); graffita e/o dipinta in verde e/o manganese tipo S. Bartolo, pochi esemplari tra cui un bel bacino piuttosto anomalo nel decoro a festoni e nella rotellatura esterna estesa fino al piede (SA C C A R- D O 1991, fig.9.45 e tav.iv.1) 24 ; una decina di frammenti di ingobbiata e dipinta in ramina e manganese del tipo S. Croce (Fig.8.1-5). Le forme sono: piatti con orlo ingrossato, arrotondato o piatto (Tav.II.10); una scodella con carenatura bassa (Tav.II.11) 2 5 ; un frammento di forma chiusa con bocca trilobata (Fig.8.5); un frammento di bordo di piatto decorato a griglia in manganese (Fig.8.2); pochi e minuti frammenti (non riprodotti) di graffita arcaica, tipologia più tarda, databile al XIV-XV secolo. 23 Il tipo di impasto, i colori e il disegno del fregio si osservano del tutto simili nella scodella con cane, in protomaiolica t i p o Brindisi, rinvenuta a S. Giacomo in Paludo (v. infra). 24 In questa scodella è presente anche del pigmento rosso, che già indusse la scrivente, nel 1990 ( SA C C A R D O 1990: 117, fig.7 a sin.) a considerare questo pezzo un prodotto meridionale, poichè il colore rosso risultava del tutto assente nelle ceramiche veneziane medievali, e tuttora costituisce un unicum nei ritrovamenti lagunari. La nuova attribuzione viene suggerita dalla conoscenza di reperti da Ravenna e da Bologna recentemente studiati da Sauro Gelichi, che ne ha appurato la provenienza veneta, dove compare, se pure sporadicamente, l uso di tale pigmento (GE L I C H I 1993: 274-275). 25 Il motivo sembra riallacciarsi a certi decori della graffita d e l l e o r i g i n i (SA C C A R D O 1991 fig.4.24 e fig.9.45), ed è documentato solo in un frammento molto simile da Lio Piccolo (inedito).

58 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE Tav. II San Lorenzo in Ammiana/1: 1.Graffita bizantina, Zeuxippus ware, Class IB; 2.Maiolica magrebina a cobalto e manganese; 3-7.Protomaiolica; 8-9.Graffita locale a spirale-cerchio; 10-11.Ingobbiata e dipinta policroma locale t i p o S. Croce.

Francesca Saccardo 59 SAN LORENZO IN AMMIANA, SEZIONE 2 Adiacente al muro del convento (F E R S U O C H- CA N A L et alii 1989, fig.2 struttura E) è stata rinvenuta una canaletta fognaria in pietra con resti di tubazioni invetriate ancora in situ, che contenevano frammenti di ceramica riferibili alla fase d uso finale del monastero, prima dell abbandono nel 1439. Intorno, un area probabilmente adibita a discarica ha restituito centinaia di frammenti ceramici frammisti a resti di pasto, nella quale risultano assenti le ceramiche bizantine 2 6 e rarissime le graffite veneziane a spirale-cerchio, al contrario di quanto emerso nella prima discarica. Il nucleo principale si colloca dunque tra la fine del XIII secolo e l anno 1439. Ceramica d importazione: ceramica islamica: un fondo di forma chiusa con piede ad anello, forse un albarello, di notevole spessore, ricoperto da vetrina turchese monocroma (Fig.10.1, Tav.III.2), e vari frammenti di piatti o scodelle con decoro floreale blu su bianco (Fig.10.2-3), tutti ad impasto artificiale, prodotti in Persia o in Siria, tra la fine del XII e gli inizi del XIV secolo; un frammento di piatto completamente invetriato in verde (Tav.III.1) con tracce di motivo inciso entro banda, confrontabile con certi bacini pisani a vetrina alcalina, di produzione egiziana, databili al principio del XII secolo (BERTI- TO N G I O R G I 1981, tav.clxxxvi, in basso); il corpo ceramico del reperto è tuttavia di tipo argilloso, di colore rosa-giallastro, sicchè non si esclude una diversa provenienza. protomaiolica: diversi frammenti di scodelle tipo Taranto, decorate in rosso, ramina e manganese (Fig.10.4-8, Tav.III.3-4). Altri frammenti (non riprodotti) pertinenti a grandi boccali od orci hanno decoro in manganese associato a verde o azzurro su smalto bianco. maiolica arcaica dall Italia Centro-Settentrionale: ala di figuretta plasticata, probabilmente angelica (non riprodotta SA C C A R D O 1990: 118 fig.12b). Ceramica invetriata veneziana : Fig. 10) S. Lorenzo in Ammiana/2: 1-3.Ceramica islamica orientale ad impasto artificiale. 1. Fondo di albarello con piede ad anello, vetrina verde-azzurra. 2-3. F r a m- menti con decoro floreale blu su bianco. Persia, sec. XII- XIII. 4-8.Protomaiolica tipo Taranto, sec.xiii, seconda metà. 9.Venezia. Ceramica invetriata monocroma giallobruna. Sec. XIII, fine. 1.d. del piede 7,5; 4-5. d. ric.:15,3. Nn. inv.: C11254bis, C11255bis, C11256bis, C11274, C11268, C11269, C11273, C11270, C11252biS. in quantità molto abbondante: scodelle emisferiche o carenate, piattelli, tazzotti, boccali, prevalentemente in monocromia giallo-bruna o verde (Fig.10.9) 27. Curioso un piccolo vaso biconico frammentario, con parete scanalata, ricoperto da vetrina verde chiara (Tav.III.5); molto rare le ceramiche graffite tipo S. Bartolo; ben più numerose quelle dipinte a striature in manganese, senza ingobbio, sotto vetrina giallobruna o fulva. 26 Un unico minuscolo frammento di Zeuxippus ware proviene dall interno della tubazione fognaria. 27 Risulta ancora assai problematico distinguere i prodotti tardoduecenteschi da quelli trecenteschi; tra i pochi elementi indicativi, la copertura del fondino, che fu vietata a partire dai primi anni del 1300 perchè poteva mascherare un difetto di fabbricazione (MONTICOLO-BESTA 1896-1914, cap.i: 196).

60 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE Tav. III San Lorenzo in Ammiana/2: 1.Invetriata islamica occidentale (?) monocroma verde, con banda incisa; 2.Invetriata islamica a copertura silicea monocroma verde-azzurra, impasto artificiale; 3-4.Protomaiolica; 5.Invetriata monocroma verde locale. San Lorenzo in Ammiana/3: 6.Graffita bizantina tipo Zeuxippus, Class II, con grappa di riparazione; 7-8.Invetriata monocroma verde locale. San Lorenzo in Ammiana/4: 9.Protomaiolica; 10-11.Invetriata monocroma verde, locale, con decorazione incisa.

Francesca Saccardo 61 SAN LORENZO IN AMMIANA, SEZIONE 3 Area cimiteriale durante i secoli altomedievali, fu rimaneggiata nel tardomedioevo ( FE R S U O C H- CANAL et alii 1989, fig.2.l). Nel 1991 è stata oggetto di una campagna di scavo condotta dal prof. Giampietro Brogiolo e dal dr. Luigi Fozzati del Servizio Tecnico per l Archeologia Subacquea. I reperti provengono da strati superficiali rimaneggiati. Ceramica d importazione: ceramica bizantina: alcuni frammenti (non riprodotti) negli stili di Corinto, slip-painted e graffita; un frammento di piattello di graffita t i p o Zeuxippus, Class II, che porta ancora una grappa di riparazione in ferro (Fig.11.1, Tav.III.6); per altri frammenti (non riprodotti) di ceramica ingobbiata e dipinta in verde è dubbia l attribuzione ad area balcanica o egea, o a produzione locale. ceramica islamica: alcuni microframmenti (non riprodotti) con vetrina verde e blu (Persia o Siria); protomaiolica: un frammento di scodella (non riprodotti) con rivestimento del tutto abraso. Ceramica invetriata veneziana : frammenti di boccali e di scodelle, per lo più in monocromia verde (Tav.III.7-8), con tendenza al distacco del rivestimento. L esterno nelle forme aperte e l interno in quelle chiuse è lasciato grezzo. Il biscotto è color rosso intenso con inclusioni e vacuoli; rientrano nella Tipo S. Croce, gruppo 4; frammenti di scodelle graffite a spirale-cerchio; tre frammenti di ingobbiata e dipinta tipo S. Croce; alcuni frammenti di scodelle e bacini del più tardo tipo S. Bartolo dipinto a striature in manganese, sotto vetrina giallo-bruna. SAN LORENZO IN AMMIANA, SEZIONE 4 Vi è stato identificato un ambiente di culto, per la presenza di sepolture e resti di un pavimento in opus sectile (FERSUOCH et alii 1989: 77-78, fig. 2.V; CANAL 1995: 218-219). La maggior parte dei reperti sono databili tra il XII e la prima metà del XIII secolo. Ceramica d importazione ceramica bizantina: slip painted, da Corinto (Fig.11.2). ceramica islamica: numerosi frammenti di cui uno di spessore sottile, decorato in blu su bianco e a trafori, prodotto della Persia selgiuchide ad imitazione della porcellana cinese Song (Fig.12.2) (cfr. FEHERVA- R I 1985: 119-120 e AA.VV. 1993: 226-227, sch.113), databile al XII secolo; Fig. 11) S. Lorenzo in Ammiana 3): 1.Graffita bizantina tipo Zeuxippus ware, class II, sec. XII, fine-xiii, inizi. S. Lorenzo in Ammiana 4): 2. Ceramica bizantina i n c i s e da n ds l i p - p a i n t e d. Corinto, sec.xii, metà. 3. Venezia, ceramica invetriata monocroma verde, sec. XIII, metà circa. 1.d. 18,9; 3. d. imboccatura 9,6. Nn. inv.: Soprintendenza Archeologica, C11258 bis, C11400.

62 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE diversi minuti frammenti (non riprodotti) con vetrina verde e blu (Persia o Medio Oriente), databili alla medesima epoca o poco oltre, ed un piccolo vaso, forse un albarello, (non riprodotto) con parete sfaccettata, impasto giallastro, vetrina verde chiara. protomaiolica dal meridione d Italia: una scodella tipo Brindisicon rosetta al centro e motivo a spina-pesce lungo la parete (Fig.12.1, Fig. 12) S. Lorenzo in Ammiana/4. 1. Protomaiolica t i p o R M R. Puglia sec.xiii, prima metà. 2. Ceramica islamica orientale, con decorazione incisa, traforata e dipinta in blu sotto vetrina incolore. Persia, sec. XII. 3.Venezia. Ceramica ingobbiata e dipinta in manganese tipo S. Croce, sec.xiii, metà circa. 1. d. ric.:15,9; h.7;3. d. ric. 18 ca. Nn. inv.: C11277, C11259 bis, 11288b. Fig. 13) S. Ariano in Costanziaco. 1-3.Ceramica bizantina. 1.Graffita medallion style. 2. S l i p - p a i n t e d, sec.xii, metà. 3. Aegean ware, sec.xii-xiii. 4.Venezia (?). Invetriata monocroma verde, sec. XIII, metà. 5.Venezia. Ceramica graffita e dipinta in ferraccia e ramina, sec. XIII, metà. 1.d. del piede:8,6. 2. d. ric.:22,2; 3. 4. d. ric.:13,8.5. d. ric.21, h.:6. Nn. inv.: C4984, S. A.V. 216404, C1486, S. A.V. 216395, S. A.V. 2 2 6 4 3 7.1.d. ric.:17; h.:7,5;3. d. ric.20,1; 6.d. del piede:6,2. Nn. inv.: C11296, C11267, C11281-82, C11283-84, C11285, C11229. Tav.III.9) ( PA T I T U C C I 1979: 244 fig.1; BU E R G E R 1974: 248); un fondo di scodella con scudo araldico inquartato in croce di S. Andrea, profilato in manganese e campito in rosso e bianco 2 8 (SA C C A R D O 1990, p.117, fig.11, a sx.). Ceramica invetriata veneziana : tre frammenti di boccali di fattura grossolana di cui uno (non riprodotto) a vetrina pesante color bruno verdastro; un boccale frammentario con vetrina verde oliva spessa e brillante, corpo globulare, collo cilindrico, ansa impostata sotto il collo; decoro a linee incise sulla spalla (Fig.11.3., Tav.III.11). La forma è analoga ai boccali di S. Leonardo (vedi supra), ma lo spessore in questo caso è sottilissimo e la vetrina ricopre anche tutta la superficie interna; un frammento di ingobbiata e dipinta veneziana tipo S. Croce (Fig.12.3); due fondi di piatto (Tav.III.10) con motivo a cerchi concentrici incisi intorno al cavetto, sotto vetrina verde scuro. Il colore dell impasto è rosso-mattone, tipico dei prodotti veneziani; il motivo ed il colore del rivestimento ricordano certi prodotti smaltati ed invetriati magrebini e siciliani (BE R T I- TO N G I O R G I 1981, p.227, n.277, fig.157 e tav.cl) 29 ; varie graffite a spirale-cerchio. SANT ARIANO IN COSTANZIACO Gruppo di isole della laguna Nord, abitate già nell alto medioevo. Nel 1169 a S. Ariano fu edifica- 2 8 Uno scudo araldico di eguale foggia appare su di un frammento rinvenuto nel castello di Scribla, forse emblema dei conti di Firenze, che parteciparono alle guerre del vespro tra la fine del XIII e gli inizi del XIV ( DU F O U R N I E R- FL A M B A R D- NO YÉ1986, fig.7.3). 29 Da notare l uso in cottura di distanziatori diversi dai treppiedi; che hanno lasciato un unica impronta di forma semicircolare, asportando la vetrina al centro del cavetto.

Francesca Saccardo 63 Fig. 14) S. Ariano in Costanziaco. 1-4.Ceramica islamica orientale, sec.xiii, seconda metà. 1.Siria, Tipo Raqqa, decoro in nero sotto vetrina turchese, sec.xiii, metà. 2.P e r s i a, Tipo Sultanabad, con decoro a pannelli in nero, blu e tocchi di verde, sec.xiii, fine - XIV, inizi. 1.d. max. del corpo 12,3; 2. d. ric. 24. Nn. inv.: S. A.V. 226407, 226406. to un convento di monache agostiniane, le cui fondazioni sono state individuate negli anni 1985-86 durante un saggio di scavo condotto da Ernesto Canal, (CANAL 1995: 206-210). La maggior parte dei frammenti ceramici proviene da un condotto fognario, nel quale è stata rinvenuta una moneta d argento del doge Ranieri Zeno (1253-1268). Ceramica d importazione ceramica bizantina: un frammento da Corinto, slip painted (Fig.13.2, Tav.IV.1) (cfr MORGAN 1940, Pl. XXXI a, b); Due gruppi di reperti provenienti da una raccolta di superficie, pertanto decontestualizzati: un fondo di piatto con uccello (Fig.13.1) (cfr MO R G A N 1940: pl. XLIII d), una Aegean ware (Fig.13.3) ed altre graffite bizantine di vario genere (LAZZARINI-CANAL 1991, fig.3.1-12); alcune graffite dall area balcanica, o produzione veneziana delle origini (non riprodotti, v. LAZZA- RINI-CANAL 1983 tav.viii, nn.9-10). ceramica islamica orientale: alcuni frammenti di vasi, dei quali uno a corpo cilindrico, dipinto in nero sotto vetrina turchese, ed un frammento di piatto con decoro a pan - n e l l i in blu con tocchi di verde su fondo bianco (rispettivamente tipo Raqqa e tipo Sultana - b a d, databili al XIII-XIV secolo) (Fig.14, T a v. I V. 2 ). Ceramica invetriata veneziana alcuni frammenti di tazzotti biconici (Fig.13.4, T a v. I V. 3, 6 ) 3 0, uno con ansa (unica o forse doppia) a sezione circolare, vetrina verde scura spessa e brillante. Il frammento ansato ha interno ricoperto da ingobbio e vetrina incolore. Questi manufatti si presumono di produzione locale, per il tipo di corpo ceramico e perchè manca, attualmente, ogni confronto con vasellame invetriato monocromo di sicura provenienza bizantina; la forma, tuttavia, trova riscontro con la Undecorated white ware rinvenuta a Corinto ( MO R G A N 1942: 55-56, fig 36.b e fig. 38.b); frammenti di svariate forme di invetriata monocroma: boccali a corpo globulare con spalla rigata, sul tipo di quelli rinvenuti a S. Leonardo e a S. Lorenzo in Ammiana (vedi s u p r a), oppure carenati con parete solcata (Tav.IV.4); albarelli anche miniaturistici (Tav.IV.5) ed orci con larghe anse a nastro (Tav.IV.8), peraltro documentati anche in contesti ben più tardi, di fine XIV-inizi XV secolo ( CA N A L-SA C C A R D O 1989, fig.9.41-43); un piattello frammentario di graffita affine al tipo a spirale-cerchio, ma con decoro arricchito da triangoli pendenti lungo il bordo, in policromia, evidentemente ispirato alla Z e u x i p p u s w a r e; vetrina giallo chiara, su ingobbio steso con parsimonia; esterno grezzo; biscotto di colore rosso (Fig.13.5, Tav.IV.7); vari frammenti di t i p o S. Bartolo graffita e, in maggior numero, dipinta. 3 0 Dei tazzotti di forma simile ricoperti da vetrina giallobruna, saranno comuni nell area veneta, con testimonianze anche lungo la costa nord-adriatica, per tutto il XIV secolo (cfr. SA C C A R D O et alii 1987, fig.5.53-62, tav.i.b1; BE R T A C C H I et alii 1977: 29-30 e 63 nn.8-16, nn.154-157; CO Z Z A 1988: 209-211, nn.28-31; MU N A R I N I 1992: 78 sch. n.24; LI V E R A N I 1960: 37; GELICHI 1987: 41, fig.20.10 a-c).

64 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE Tav. IV Sant Ariano in Costanziaco: 1.Ceramica bizantina slip-painted; 2.Invetriata islamica tipo Raqqa a copertura silicea turchese, impasto artificiale, decoro in nero; 3-6, 8.Invetriata monocroma verde locale; 7.Ingobbiata e graffita policroma locale. Scuola Vecchia di S. Maria della Misericordia: 9.Graffita bizantina tipo Zeuxippus, Class IA; 10.Maiolica magrebina a cobalto e manganese; 11-13.Protomaiolica.

Francesca Saccardo 65 SAN GIACOMO IN PALUDO Isola della laguna Nord, situata ad Est di Murano. Nel 1146 il doge Orso Badoer concesse di costruire un ospizio per pellegrini dedicato a San Giacomo. Nel 1238 l isola venne affidata a monache cistercensi che ne ingrandirono le strutture originarie. Dal 1440, in seguito al trasferimento delle ultime due monache rimaste al convento di S. Margherita a Torcello, l isola conobbe alcuni decenni di abbandono. Successivamente fu utilizzata a fasi alterne dai Frati Minori conventuali di S. Maria Gloriosa dei Frari, fino alla demolizione delle strutture avvenuta durante la occupazione austriaca. Sondaggi eseguiti nel 1984-88 a cura dell ispettore Ernesto Canal hanno fatto emergere reperti ellenici, romani, altomedievali (AA.VV. 1988: 39-42), nonché tardomedievali, rinascimentali e moderni (Ibid.: 43-68). Ceramica d importazione ceramica bizantina: un frammento di graffita da Corinto (Ibid.: 49, n.11); uno di Zeuxippus Ware. protomaiolica pugliese: un frammento di tipo Taranto e una scodella quasi integra del tipo Brindisi, gruppo I (PA T I- T U C C I UG G E R I 1979 e 1990; SA C C A R D O 1990: 109) con raro soggetto zoomorfo: cane o lupo con la testa rivolta all indietro, dipinto in verde azzurro e profilato in manganese, con tocchi di giallo (Fig.15) (I b i d.: 52-53, nn.17-18) (cfr. con i bacini pisani in BE R T I- TO N G I O R G I 1 9 8 1, t a v. C L X ) 3 1. maiolica arcaica dall area umbro-laziale: un beccuccio di panata databile alla fine del XIII secolo (Ibid.: 54, n.19; cfr. anche MAZZUCA- TO 1976). Ceramica invetriata veneziana un piatto carenato con piccola tesa, tornito grossolanamente, con vetrina verde solo all interno come i frammenti di forma aperta da S. Leonardo e S. Lorenzo 3 (vedi. supra) databile, a nostro avviso, intorno alla metà del XIII secolo; un albarello frammentario (I b i d.: 49 e 46, n.9 e n.2) con vetrina verde chiara e rattoppo originale applicato a crudo, all esterno, sul fondo; svariati frammenti di piatti, scodelle e tazzotti (I b i d.: 47-48, nn.4-8) in ceramica invetriata monocroma giallo-bruna; frammenti di graffita a spirale-cerchio ed una scodella con raro motivo a conchiglia di S. Giacomo graffita entro medaglione (I b i d.: 50 e 52, Fig. 15) S. Giacomo in Paludo. Protomaiolica t i p o B r i n d i s i, decorata in azzurro, manganese e ferraccia, sec.xiii, prima metà. d. 13,8; h.6,6. N. inv. C11104. n.12 e n.16), probabilmente ispirato alla protomaiolica; ceramica tipo S. Bartolo dipinta in ferraccia e ramina su ingobbio (Ibid.: 49, n.10). SCUOLA VECCHIA DELLA MISERICORDIA, Alla chiesa, già denominata di S. Maria in Val Verde, nel XIII secolo fu annesso un complesso monastico di frati agostiniani, comprendente un priorato, un convento ed un ospedale; nel 1310 vi fu affiancata una Scuola a carattere assistenziale. Nel 1985 lo scavo per l interramento di una caldaia nel giardino, oggi prospiciente al Laboratorio scientifico della Soprintendenza, portò alla luce abbondante materiale ceramico tardomedievale (SA C C A R D O-LAZZARINI-CANAL 1987). Ceramica d importazione ceramica bizantina: graffita tipo Zeuxippus, class IA (Fig. 16.1, Tav.IV.9). maiolica magrebina: un frammento di scodella emisferica con tesa e un piccolo frammento di bacino (non riprodotto) decorati in cobalto e manganese (Fig.16.3, Tav.IV.10), del tutto analoghi per forma e tipologia a quelli rinvenuti a S. Lorenzo1). 31 La banda a triangoli e riccioli che corre sotto il bordo della scodella è uguale a quella, fortemente abrasa, che orna alcuni frammenti, simili anche per forma ed impasto, da S. Lorenzo in Ammiana (Tav.II.4).

66 CERAMICHE, CITTÁ E COMMERCI NELL ITALIA TARDO-MEDIEVALE Fig. 16) Scuola Vecchia di Santa Maria della Misericordia. 1.Graffita bizantina Z e u x i p p u s w a r e, class IA, con vetrina verde pallido, sec. XII, fine-xiii inizi. 2-3. Maiolica magrebina dipinta rispettivamente in ferraccia e manganese/ cobalto e manganese.sec. XII, fine-xiii inizi. 4-6. Protomaiolica e affini: 4. t i p o RMR; 5. decorata in azzurro e manganese tipo Brindisi (?). Puglia, sec.xiii; 6. decorata in bruno ferr a c c i a. 1. d. del piede: 7,5. 3. d. ric.: 18. 4. d. ric.: 15. 5. d. del piede: 5,5. 6. d. ric. del fondo: 22. Nn. inv.: C10225, C10444, C10241, protomaiolica fondo di scodella tipo Brindisi con giglio araldico in azzurro e manganese (Fig.16.5, Tav.IV.12); frammenti rispettivamente di scodella e di catinello tipo RMR (presumibilmente da Taranto e da Lucera) (Fig.16.4 e 6, Tav.IV.11, 13); frammento decorato in ferraccia e manganese (Fig.16.2), per il quale non si esclude anche la provenienza dal Magreb. maiolica arcaica dall Italia Centrale: fondo di boccale ad alto piedistallo, con rivestimento completamente abraso (non riprodotto, SA C C A R D O- LA Z Z A R I N I- CA N A L 1987, fig.11 n.217b). Ceramica invetriata veneziana (non riprodotta Ibidem, pp.190-208) graffita a spirale-cerchio e tipo S. Bartolo, dipinta in manganese o ramina, raramente su ingobbio. L invetriata monocroma giallo-bruna o verde appare databile al tardo XIII-XIV secolo. CONCLUSIONI Il ritrovamento a Venezia di notevoli quantità di ceramiche d importazione dei secoli XII e XIII riveste una particolare importanza se si considera l estrema rarità dei prodotti islamici occidentali ed orientali e della protomaiolica nei contesti archeologici di tutta l area nord-orientale della nostra penisola. Vasellame bizantino è attestato nel Veneto da sporadiche presenze a Padova e a Bassano (rispettivamente CA N D I A N I et alii 1980, MU N A R I N I 1990, p.12), mentre cittanova, l antica Heraclia, è stato recentemente rinvenuto un cospicuo gruppo di ceramiche decorate negli stili di Corinto 3 2. La cronologia delle ceramiche d importazione, come si è già osservato, rispecchia la situazione storica dell epoca: l organizzazione coloniale, i domini acquisiti da Venezia nel Levante e le intense relazioni politiche, diplomatiche e mercantili con il Vicino ed il Medio Oriente 33. È un epoca di grandi spostamenti e di scambi non solo commerciali, ma anche culturali e religiosi, quali pellegrinaggi, traslazione di reliquie, emigrazione di prelati 34. Ma fu soprattutto il fenomeno delle Crociate a favorire la circolazione del vasellame ceramico, sia da Oriente verso Occidente, che in direzione opposta. Secondo le più recenti ipotesi, rilevante sarebbe stata il ruolo dei mercanti ed operatori commerciali veneziani nella distribuzione, in alcuni siti crociati e della Grecia, di vasellame sia di produzione veneziana che di provenienza pugliese, forse destinato non solo ad un consumo locale da parte degli occidentali, ma ad un vero e proprio commercio (GE L I C H I 1 9 9 1 b : 204, con bibliografia relativa al problema). Non sarebbe dunque casuale riscontrare tra i reperti da scavo veneziani la medesima associazione di tipologie ceramiche attestata in alcuni contesti bizantini e del Levante (Tavv.V-VIII). Sono infatti presenti, in quantità decrescente: - ceramica veneziana invetriata monocroma, 32 Si tratta di ceramica grezza, islamica (microframmenti) e soprattutto di graffite e/o dipinte prodotte a Corinto, provenienti da un saggio di scavo condotto sotto la direzione della dott.sa Pierangela Croce Da Villa, della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto. I reperti sono in corso di studio da parte di Vincenzo Gobbo e della scrivente. 33 Relazioni che il governo veneziano si prodigo a mantenere per garantirsi i privilegi commerciali e la via d accesso con la Persia e l estremo Oriente (CESSI 1985: 41, 63, 78, 99, 102). 3 4 Accanto a Gerusalemme, Roma e Costantinopoli, le città-santuario si moltiplicarono in tutto l Oriente mediterraneo, dall Egitto, all Asia Minore, alla Siria ( CA R D I N I 1991: 19-20).