MODULO 4 LA GESTIONE DEI RIFIUTI CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI Progetto TESSI RELATORE dott. Marco Francese ITST J.F. KENNEDY PORDENONE 31 OTTOBRE 2014 1
NORME: GENERALITA 2
A livello europeo la legge quadro di riferimento relativa alla materia rifiuti è la direttiva 98 del 2008. Questa è stata recepita in Italia nel 2010 introducendo delle modifiche al Parte IV del Dlgs 152/2006 (cd. "Codice ambientale") in materia di gestione rifiuti. Nel luglio 2014 La Commissione Europea ha adottato una proposta di legge per rivedere la normativa europea in tema di rifiuti inclusa la direttiva quadro 98 del 2008. (DOC) 3
In Italia la normativa in vigore in materia di rifiuti è il D. Lgs 152 del 2006 (e successive modifiche ed integrazioni) che ribadisce i criteri di priorità nella gestione già individuati nella normativa previgente (D.L. Ronchi del 1997): Limitare al massimo la produzione di rifiuti e le conseguenze dello smaltimento, privilegiandone il recupero mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo o ogni altra azione finalizzata all ottenimento di materie prime secondarie, nonché all uso dei rifiuti come fonte di energia. 4
I principi nella gestione dei rifiuti art. 178, comma 2, dlgs 152/2006 Comma 3: La gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nel rispetto dei principi dell'ordinamento nazionale e comunitario, con particolare riferimento al principio comunitario chi inquina paga. 5
Le priorità nella gestione dei rifiuti art. 179 dlgs 152/2006 1. Prevenzione e riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti, in particolare mediante: lo sviluppo di tecnologie pulite, che permettano un uso più razionale e un maggiore risparmio di risorse naturali; 6
l'immissione sul mercato di prodotti concepiti in modo da non contribuire o da contribuire il meno possibile, per la loro fabbricazione, il loro uso o il loro smaltimento, ad incrementare la quantità, la nocività dei rifiuti e i rischi di inquinamento; lo sviluppo di tecniche appropriate per l'eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il recupero 7
La prevenzione della produzione di rifiuti art. 180 dlgs 152/2006 promozione di strumenti economici e consensuali (es. eco-bilanci, l'uso di sistemi di qualità, marchio ecologico ai fini della corretta valutazione dell'impatto di uno specifico prodotto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita del prodotto medesimo); 8
Impone la Gestione dei rifiuti Art. 183, comma 1, lett. d) dlgs 152/2006 «raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo delle discariche dopo la chiusura» 9
NORME: CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI IN GENERALE 10
CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI RIFIUTI URBANI Rifiuti domestici anche ingombranti provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione Rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi dai precedenti ( ) Rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade Rifiuti di qualunque natura e provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d acqua Rifiuti vegetali provenienti da aree verdi quali giardini, parchi e aree cimiteriali 11
CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI RIFIUTI SPECIALI Rifiuti da attività agricole e agro-industriali Rifiuti derivanti da attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano da attività di scavo Rifiuti da lavorazioni industriali Rifiuti da lavorazioni artigianali Rifiuti da attività commerciali Rifiuti da attività di servizio Rifiuti derivanti dalle attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi Rifiuti derivanti da attività sanitarie Macchinari e apparecchiature deteriorati e obsoleti Veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti Combustibile derivato da rifiuti Rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani 12
CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI RIFIUTI PERICOLOSI o POTENZIALMENTE PERICOLOSI Imballaggi e rifiuti di imballaggio Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) Rifiuti sanitari Veicoli fuori uso Prodotti contenenti amianto Pneumatici fuori uso CDR (combustibile da rifiuti) e CDR-Q (combustibile da rifiuti di qualità elevata) Rifiuti derivanti da attività di manutenzione delle infrastrutture Rifiuti prodotti dalle navi e residui di scarico Rifiuti di origine animale Oli usati Fanghi provenienti da processi di depurazione di acque reflue 13
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IL NUOVO SISTEMA DIGITALE A CONTROLLO REMOTO 15
PROSPETTO SINTETICO Roma, 05 febbraio 2010 16
SCHEDA SISTRI FLUSSO OPERATIVO Carico dei Rifiuti Scarico dei Rifiuti Invio del tracciato Produttore Azienda di Trasporto Conducente Produttore Destinatario Conducente Il produttore inserisce il proprio dispositivo USB, si autentica e compila i campi dell Area Movimentazione: numero colli, peso da verificarsi a destino, rifiuto sottoposto a trasporto ADR, certificato analitico 1, presenza intermediario, eventuale invio dei rifiuti verso l estero, selezione del trasportatore e del destinatario L impresa di trasporto inserisce il proprio dispositivo USB, si autentica, richiama la Scheda aperta dal produttore e compila i propri campi: mezzo di trasporto, conducente, targa, rimorchio data e percorso, eventuale tratta intermodale Il conducente arriva presso il produttore, inserisce il dispositivo USB associato al mezzo nel computer del produttore, si autentica e prende in carico i rifiuti. Il produttore stampa una copia cartacea della Scheda SISTRI che sarà firmata dall autista e dal produttore. Tale copia accompagna il trasporto del rifiuto. L impresa di destinazione inserisce il proprio dispositivo USB, si autentica, richiama la Scheda e compila i propri campi: spedizione accettata e quantitativo ricevuto. Il conducente inserisce il dispositivo USB presso il destinatario, si autentica e invia i dati relativi al trasporto. Nota 1: i produttori all atto dell inserimento delle informazioni generali del certificato analitico potranno caricare nel sistema SISTRI il file del certificato stesso in formato PDF. 17
SCHEDA SISTRI La Scheda SISTRI è suddivisa in due aree: Area Registro Cronologico Area Movimentazione Rifiuto L impresa produttrice deve inserire soltanto al primo accesso i dati della produzione del rifiuto nell Area Registro Cronologico. Nel momento in cui il soggetto (Produttore, Trasportatore, Gestore) movimenta un rifiuto, la scheda SISTRI Area Movimentazione deve essere compilata esclusivamente con i dati inerenti il rifiuto secondo le seguenti modalità: produttore: numero colli, peso da verificarsi a destino, rifiuto sottoposto a trasporto ADR, certificato analitico (se richiesto), presenza intermediario/commerciante, eventuale invio dei rifiuti all Estero, selezione del trasportatore e del destinatario; trasportatore: mezzo utilizzato, conducente, targa, data della movimentazione, percorso ed eventuale tratta intermodale; gestore: spedizione accettata e quantitativo ricevuto. 18
NORME: IL SINGOLARE CASO DEI RIFIUTI PRESUNTI PERICOLOSI MA NON ANCORA CLASSIFICATI, L H14 19
COME RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA 2008/98/ce IN ITALIA VIENE EMANATO IL D.Lvo 205/2010 E SUCCESSIVE MODIFICHE CHE MODIFICA LA PARTE IV DEL 152/2006 20
2008/98 art. 3-205/2010 art. 10 Rifiuto pericoloso: ogni rifiuto che presenta una o più caratteristiche pericolose di cui allegato III (2008/98) / allegato D alla parte IV (205/2010) Sono introdotte le voci specchio (mirror entries) per alcune tipologie specifiche di rifiuto. Si tratta di rifiuti che possono essere pericolosi e non pericolosi in funzione della presenza o meno di sostanze pericolose, ed al superamento di determinati valori limite. Per distinguere le voci specchio( mirror entries ), spesso miscele, tra pericolose ( hazardous ) e non pericolose ( non hazardous ) Vengono caratterizzate e classificate mediante le 14 caratteristiche di pericolosità 21
H1 Esplosivo H2 Comburente H3 -A Facilmente infiammabile H3-B Infiammabile H4 Irritante H5 Nocivo H6 Tossico H7 Cancerogeno H8 Corrosivo H9 Infettivo H10 Tossico per la riproduzione H11 Mutageno H12 Rifiuti con un gas tossico; H13 H14 H15 Sensibilizzanti Ecotossico rifiuti che presentano o possono presentare rischi per l ambinete Rifiuti che possono dare origine in qualche modo ad un altra sostanza, con una delle caratteristiche sopra elencate. 22
INFINE OGGI IN ITALIA: LEGGE N. 28/2012 24 MARZO 2012 art. 3, comma 6, legge n. 24 marzo 2012, n. 28 " Misure straordinarie e urgenti in materia ambientale " modifica il punto 5 dell'allegato D alla Parte IV D.Lgs. n. 152/2006 I criteri di classificazione ADR 2011: accordo europeo relativo al trasporto internazionale delle merci pericolose su strada Metodi di prova conformi a linee guida OCSE come da Regolamento n.440/2008 (a cui fa riferimento anche il Regolamento n.1272/2008) In buona sostanza Si considera un protocollo usato per la sicurezza nel trasporto di merci già pericolose, mentre per le voci a specchio non è ancora detto si è molto semplificato I preparati sono diluiti considerando un composto sicuramente tossico e rischiano di non far emergere pericolo 23
MA VISTO CHE L ABBIAMO CITATA, SAPETE COS E L ECOTOSSICOLOGIA? 24
ECOTOSSICOLOGIA IL PUNTO DI VISTA DEGLI EFFETTI E NON SOLO DELLE CONCENTRAZIONI 25
MODULO 4 LA GESTIONE DEI RIFIUTI Grazie per l attenzione! Hvala za vašo pozornost! Dott. Marco Francese Telefono +390403755700 E-mail marco.francese@shoreline.it Progetto finanziato nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali Projekt sofinanciran v okviru Programa čezmejnega sodelovanja Slovenija-Italija 2007-2013 iz sredstev Evropskega sklada za regionalni razvoj in nacionalnih sredstev Ministero dell'economia e delle Finanze