Eco-Recuperi srl. Gennaio 2015 rev01

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1 LINEE GUIDA GESTIONE DELLE CARTUCCE ESAUSTE Le linee guida di seguito proposte rappresentano una breve analisi dell attuale normativa vigente nel campo della gestione dei rifiuti applicata alle cartucce esauste per stampanti. Il documento prodotto da Eco-Recuperi srl si basa sull esperienza maturata in 15 anni di attività nel settore della raccolta e recupero delle cartucce esauste per sistemi di stampa destinate alla rigenerazione e non ha alcuna pretesa di esaustività dell argomento. Eco-Recuperi srl Gennaio 2015 rev01 ECO-RECUPERI S.r.l. Via Roma, Solarolo (Ra) Italia R.E.A Capitale sociale ,00 i.v.- Registro delle Imprese di Ravenna: RA P.IVA e C.F Tel Fax sales@ecorecuperi.it -

2 PRINCIPALI DEFINIZIONI RIFIUTO : qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l intenzione o abbia l obbligo di disfarsi rifiuto pericoloso : rifiuto che presenta una o più caratteristiche di cui all allegato I della parte quarta; rifiuto non pericoloso : rifiuto speciale : - Rifiuti da attività agricole e agro-industriale; - Rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo - Rifiuti da lavorazioni industriali; - Rifiuti da lavorazioni artigianali - Rifiuti da attività commerciali; - Rifiuti da attività di servizio; - Rifiuti derivanti dall attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; - Rifiuti derivanti da attività sanitarie. rifiuto urbano : - Rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; - I rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi dall uso civile, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità - Rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; - I rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private ma comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d acqua; - I rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; - I rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale. PRODUTTORE DEL RIFIUTO : (art.183 comma 1 lettera f d.lgs 152/2006) è il soggetto la cui attività produce rifiuti o chiunque effettui operazioni di pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti. Il Produttore di rifiuti è sempre colui il quale pone materialmente in essere una determinata attività dalla quale si generano rifiuti.

3 1. CORRETTA IDENTIFICAZIONE DEI RIFIUTI 1.1 Cosa significa classificare un rifiuto La classificazione di un rifiuto consiste in una valutazione che il produttore o il detentore del rifiuto ha l obbligo di fare per arrivare alla corretta attribuzione del codice di Identificazione del rifiuto (codice CER). Qualora il rifiuto sia pericoloso, è sempre il produttore che ne individua le caratteristiche di pericolo (H) nonché l idoneo impianto di recupero o di smaltimento cioè di gestione del rifiuto. La classificazione è OBBLIGO E RESPONSABILITA in capo al PRODUTTORE/DETENTORE. 1.2 Come si classificano i rifiuti I rifiuti sono classificati (art. 184 comma 1 d.lgs 152/2006): a. Secondo l ORIGINE: RIFIUTI URBANI (art. 184 comma 2 d.lgs 152/2006) RIIFUTI SPECIALI (art. 184 comma 3 d.lgs 152/2006) b. Secondo le CARATTERISITCHE DI PERICOLOSITA : RIFIUTI NON PERICOLOSI RIFIUTI PERICOLOSI 1.3 Codice CER Le varie tipologie di rifiuti sono codificate in base all elenco europeo dei rifiuti il CER di cui alla decisione 2000/532/CE e smi e riprodotto nell Allegato D del d.lgs 152/2006 e smi. Il CER costituisce una nomenclatura di riferimento comune per la Comunità Europea e ha lo scopo di coordinare e migliorare tutte le attività connesse alla gestione dei rifiuti. 1.4 Metodo per l attribuzione del Codice Europeo del Rifiuto Nel catalogo europeo i rifiuti sono identificati da codici a 6 cifre, suddivisi in tre coppie di cifre. A ciascun rifiuto viene assegnato un codice a 6 cifre. Ciascuna coppia di numeri identifica: 1. CLASSE: settore di attività da cui deriva il rifiuto 2. SOTTOCLASSE: processo produttivo di provenienza che genera il rifiuto 3. CATEGORIA: nome del rifiuto

4 1.5 La classificazione dei rifiuti Per attribuire il corretto codice ad un rifiuto è utile procedere definendo prima la Classe e Sottoclasse così come segue: PRIMA FASE: identificare la fonte o l attività produttiva che genera il rifiuto consultando i Titoli da 01 a 12 o da 17 a 20 SECONDA FASE: se nessuno dei codici dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 si presta per la classificazione, occorre esaminare i capitoli 13, 14, 15 TERZA FASE: se nessuno dei codici risulta adeguato, occorre definire il rifiuto utilizzando i codici di cui al capitolo 16. QUARTA FASE: se un rifiuto non è classificabile neppure mediante i codici del capitolo 16, occorre utilizzare il codice 99 (rifiuti non specificati altrimenti) preceduto dalle cifre del capitolo che corrisponde all attività identificata al precedente punto. 1.6 I codici a specchio e la classificazione dei rifiuti pericolosi Esistono dei codici cer definiti a priori che identificano in modo inequivocabile l origine e la natura del rifiuto come non pericoloso (esempio imballaggi in plastica). E però più spesso trovarsi di fronte a codici cer a specchio ovvero quando uno stesso rifiuto può essere identificato con una coppia di codici CER aventi la medesima definizione, di cui uno non pericoloso e l altro pericoloso contrassegnato da asterisco *. In tal caso siamo di fronte ad un potenziale rifiuto pericoloso per cui occorre stabilire se è pericoloso oppure no e quale codice CER attribuirgli. Nel caso in cui sia un rifiuto pericoloso occorre verificare quali sono le eventuali caratteristiche di pericolo. La classificazione dei rifiuti pericolosi si basa: - sull ORIGINE: il rifiuto viene classificato pericoloso in quanto tale, perché la pericolosità è insita nello stesso ed in particolare deriva dalla sua origine sostanzialmente riconducibile al fatto che questi rifiuti presentano una o più delle caratteristiche di pericolo di cui all Allegato I alla parte IV del d.lgs 152/06; - sul CONTENUTO DI SOSTANZE PERICOLOSE: sono identificati pericolosi con riferimento specifico o generico a sostanze pericolose in esso contenute, solo se le sostanze raggiungono concentrazioni tali (ad esempio % rispetto al peso) da conferire al rifiuto una o più delle caratteristiche di pericolo di cui all Allegato I alla parte IV del d.lgs 152/2006. La norma vincola la verifica del possesso o meno di tali caratteristiche al fatto che le sostanze

5 pericolose superino nei rifiuti determinate concentrazioni. Allo stato attuale solo per alcune caratteristiche di pericolo (H3,H4,H5,H6,H7,H8,H9,H10,H11) sono previste concentrazioni limite che non possono essere superate mentre per le altre caratteristiche di pericolo (H1, H9, H12, H13, H14, H15) non sono ancora previste soglie minime. 1.7 La caratterizzazione dei rifiuti La caratterizzazione di base consiste nella determinazione delle caratteristiche dei rifiuti, realizzata con la raccolta di tutte le informazioni necessarie per uno smaltimento finale in condizioni di sicurezza (da DM 27sett2010). Indipendentemente dalla destinazione del rifiuto, il produttore/detentore ha l obbligo di eseguire la caratterizzazione del rifiuto nel caso vi sia la potenzialità di pericolo per la salute e l ambiente. A fini di caratterizzare correttamente i rifiuti con codice a specchio è necessario produrre specifica relazione d analisi che richiami quanto segue: a. Definizione del processo produttivo da cui deriva il rifiuto e delle sostanze o preparati utilizzati nel processo produttivo b. Verificare l etichetta della sostanza o preparato utilizzato nel ciclo produttivo. L'etichetta contiene informazioni che permettono di identificare immediatamente i principali rischi. I rischi più gravi sono infatti segnalati da simboli, e precisati da specifiche FRASI DI RISCHIO R e da CONSIGLI DI PRUDENZA S c. Verificare le schede di sicurezza (SDS) delle sostanze o dei preparati. La scheda di sicurezza deve contenere i seguenti 16 PUNTI INFORMATIVI: 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa 2. Composizione/informazione sugli ingredienti 3. Identificazione dei pericoli 4. Interventi di primo soccorso 5. Misure antincendio 6.Provvedimenti in caso di dispersione accidentale 7. Manipolazione ed immagazzinamento 8.Protezione personale/controllo dell'esposizione 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche

6 12. Informazioni ecologiche 13. Osservazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla normativa 16. Altre informazioni d. Verifica tramite analisi di laboratorio in grado di stabilire la pericolosità del rifiuto in base alle concentrazioni di sostanza pericolosa contenute nelle sostanze o preparati. Ove l analisi non possa essere effettuata, la valutazione delle concentrazioni/proporzioni pericolose dovrà essere svolta con gli strumenti descritti dal punto a al punto c. L analisi della caratterizzazione risulta fondamentale specialmente nel caso in cui si verifichi la declassificazione del rifiuto da pericoloso a non pericoloso: la scelta del produttore deve essere documentata e dimostrata in caso di controlli da parte degli organi di vigilanza ( inversione dell onere della prova )

7 2. CORRETTA IDENTIFICAZIONE DELLE CARTUCCE ESAUSTE 2.1 Dal Ronchi al Testo Unico Ambientale: identificazione del codice CER delle cartucce Il d.lgs 22/97 Decreto Ronchi e il conseguente decreto attuativo DM 5 FEBBRAIO 1998 definiscono per la prima volta l attività di recupero svolta su questa tipologia di rifiuto. Tale norma tecnica all Allegato I punto riporta la Tipologia gruppo cartuccia toner per stampante laser, contenitori toner per fotocopiatrici, cartucce per stampanti fax e calcolatrici a getto d inchiostro, cartucce nastro e lo identifica con i seguenti codici: [200104] altri tipi di plastica se l origine è DOMESTICA (rifiuti urbani) [080309] toner per stampa esaurito compreso le cartucce se l origine è PROFESSIONALE (rifiuti speciali). Inoltre definisce le caratteristiche del rifiuto contenitore in materiale plastico e/o metallico con tracce di toner o di inchiostro o di nastro inchiostrato Con la transcodifica del 2002 (Dec 2000/532/CE) alle cartucce esauste vengono attribuiti i codici cer caratteristici degli imballaggi (150102, , ) inquadrando la cartuccia come un imballaggio in materiale misto (plastica e parti di componenti metalliche) e nello specifico: [150106]: imballaggi in materiali misti Con un unico codice CER si classificavano sia le cartucce di origine domestica che di origine professionale. Nel 2006 viene applicata un ulteriore transcodifica che porta alla definizione dei codici cer attualmente ancora in uso: [080318] toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alle voci * [160216] componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce *. Con questa transcodifica viene meno l identificazione del rifiuto urbano da quello speciale in quanto entrambi i codici riportati sono specifici per i rifiuti derivanti da attività professionale.

8 2.2 Identificazione del corretto codice CER per le cartucce esauste e i materiali di stampa Per identificare correttamente il rifiuto oggetto della presente trattazione si ripercorre la procedura di classificazione così come illustrata al paragrafo 1.5. PRIMA FASE: individuazione della fonte da cui si origina il rifiuto. Il processo in gioco è il PROCESSO DI STAMPA che può essere svolto dai più comuni strumenti di stampa quali Stampanti laser, Stampanti a getto d inchiostro, Fotocopiatori, Stampanti ad aghi Tale processo ha ampia diffusione non solo in ambito professionale (qualsiasi attività professionale che abbia un ufficio) ma anche in ambito domestico. Tra i più comuni rifiuti derivanti dal processo di stampa vi sono:

9 Non essendovi una Classe specifica per il PROCESSO DI STAMPA dalla quale derivano le cartucce esauste, si opta (per esclusione) per la CLASSE 16: Rifiuti non specificati altrimenti nell elenco cer. SECONDA FASE: individuazione della specifica fase di lavorazione dell attività produttiva da cui si origina il rifiuto. Non vi sono specifiche fasi di lavorazione, in quanto il dispositivo di stampa termina la propria funzione nel momento in cui esaurisce la polvere di toner contenuta nelle cartucce laser piuttosto che l inchiostro contenuto nelle cartucce ink-jet. L unica Sottoclasse appropriata (16.02) è quella che rimanda alla apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso quali le stampanti e fotocopiatrici. SOTTOCLASSE 1602: scarti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche TERZA FASE: classificazione del rifiuto, individuando la sua descrizione specifica Il più corretto codice da attribuire alle cartucce esauste è quindi: Cer componenti rimossi da apparecchiature fuori uso diversi da quelli di cui alla voce * Come è emerso già al paragrafo 2.1 con la transcodifica del 2006 si è aperta una duplice possibilità di classificazione: la normativa introduce a fianco del codice CER componenti rimossi da apparecchiature fuori uso anche il codice toner per stampa esauriti. Quest ultimo codice, a parere della scrivente, non è corretto e l assunto è facilmente dimostrabile ripercorrendo le fasi della classificazione. PRIMA FASE: individuazione della fonte da cui si origina il rifiuto. La CLASSE 08 identifica i rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e inchiostri per stampa. Il processo che origina questa tipologia di rifiuto è strettamente connesso ad attività che producono vernici, inchiostri per la stampa, smalti nulla centra con la cartuccia esausta. SECONDA FASE: individuazione della specifica fase di lavorazione dell attività produttiva da cui si origina il rifiuto. La sottoclasse identifica i rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di inchiostri per stampa e quindi rifiuti allo stato fisico liquido nulla centra con la cartuccia esausta.

10 TERZA FASE: classificazione del rifiuto, individuando la sua descrizione specifica La categoria identifica toner per stampa esauriti quindi un rifiuto allo stato fisico polverulento (il toner è una polvere finissima classificata come nanopolvere ) e derivante da processi di produzione di prodotti per la stampa nulla centra con la cartuccia esausta. Occorre quindi distinguere tra il contenuto e il contenitore (cit. Paola Fico Edizioni Ambiente 2008): - se il rifiuto che si deve smaltire è la cartuccia o un componente del sistema di stampa allora il rifiuto è il contenitore costituito da parti in plastica, in metallo e tracce di polvere di toner allo stato fisico solido non polverulento; - se il rifiuto che si deve smaltire è solamente polvere di toner allora il rifiuto è il contenuto costituito da una miscela di sostanze allo stato fisico polverulento Concludendo: con il codice si identifica la polvere di toner ovvero una polvere finissima contenente particelle di carbone, ossidi di ferro e resina mentre con il codice si identifica la cartuccia rimossa dalla stampante in quanto esausta. Rimane comunque sempre in capo al produttore del rifiuto la corretta identificazione del proprio rifiuto e la corretta attribuzione del codice CER. 2.3 Pericolosità o non pericolosità delle cartucce esauste Entrambi i codici CER discussi sono codici a specchio ovvero prevedono l esistenza del codice nella forma pericolosa. Cer * Toner per stampa esauriti contenenti sostanze pericolose Cer Toner per stampa esauriti diversi da quello di cui alla voce * Cer * Componenti rimossi da apparecchiature fuori uso contenenti sostanze pericolose Cer Componenti rimossi da apparecchiature fuori uso diversi da quelli di cui alla voce * L eventuale pericolosità sta nella polvere di toner contenuta all interno delle cartucce. Al fine di identificare correttamente il rifiuto oggetto della presente trattazione e stabilirne l eventuale pericolosità si ripercorre la procedura di caratterizzazione così come illustrata al paragrafo 2.7.

11 a. Definizione del processo produttivo da cui deriva il rifiuto e delle sostanze o preparati utilizzati nel processo produttivo. Come già precedentemente analizzato, il processo da cui derivano i rifiuti oggetto della trattazione è il PROCESSO DI STAMPA che può essere svolto dai più comuni dispositivi di stampa quali Stampanti laser, Stampanti a getto d inchiostro, Fotocopiatori, Stampanti ad aghi Tale processo non provoca sulla cartuccia alcuna modifica di tipo fisico o meccanico: al termine del processo la cartuccia può presentare tracce/residui di polvere di toner, ma le restanti componenti saranno rimaste intatte. b. Verificare l etichetta della sostanza o preparato o prodotto utilizzato nel ciclo produttivo. Occorre verificare, al momento dell acquisto, se la confezione della cartuccia riporta frasi di rischio e/o consigli di prudenza. c. Verificare le schede di sicurezza (SDS) delle sostanze o dei preparati o del prodotto. Occorre verificare, al momento dell acquisto della cartuccia, la scheda di sicurezza obbligatoriamente contenuta nella confezione del prodotto oppure richiederne copia al commerciante. Se nella confezione esterna sono riportate frasi di rischio allora la scheda di sicurezza riporterà tutte le specifiche di pericolosità e le modalità per il corretto utilizzo per la salute e l ambiente. Ai fini della caratterizzazione del rifiuto, nella scheda di sicurezza occorrerà verificare il punto 13 riportante le Osservazioni sullo smaltimento. Se la confezione non riporta alcuna etichetta allora anche la scheda di sicurezza non riporterà nessuna descrizione di pericolo. d. Verifica tramite analisi di laboratorio in grado di stabilire la pericolosità del rifiuto. Qualora il produttore lo ritenga opportuno e necessario può far svolgere una verifica analitica sulla cartuccia esausta. La caratterizzazione delle cartucce come rifiuto NON PERICOLOSO in realtà è facilmente dimostrabile senza dover ricorrere alle analisi chimiche di laboratorio, ma facendo riferimento alle caratteristiche riportate nelle SCHEDE DI SICUREZZA DEL PRODOTTO e analizzando le % in peso della cartuccia a inizio e fine vita. 1. Dall'analisi delle SCHEDE DI SICUREZZA (SDS) emergono le seguenti informazioni: "Composizione/informazioni sugli ingredienti" (PT1): la scheda riporta le concentrazioni (% in peso) dei componenti utilizzati per la polvere di toner. Talvolta i produttori non dichiarano per intero la composizione perché coperti dal brevetto ( confidencial ).

12 I principali componenti elencati nei vari modelli di cartucce dalle case produttrici sono: - Stirene - Nero Fumo Identificazione dei pericoli (PT3): non si segnalano frasi "R" di pericolo. Nelle schede di sicurezza il produttore della cartuccia dichiara e certifica che il prodotto NON è PERICOLOSO. "Informazioni ecologiche" (PT12): la scheda non riporta gli eventuali effetti ambientali. "Considerazioni sullo smaltimento" (PT13): viene classificato come rifiuto non pericoloso. 2. Dall'analisi delle % in peso emergono le seguenti considerazioni: E stato verificato che una cartuccia laser nuova pesa mediamente 900gr di cui 200 gr di polvere di toner e circa 700 gr di componenti plastiche e metalliche. E stato verificato su un campione di 102 tonnellate di cartucce a fine vita che la % di polvere di toner presente è uguale al 10%. Componenti della cartuccia esausta % Plastica 43% Ferro 33% Alluminio 14% Polvere di toner 10% Pertanto, una cartuccia toner, giunta al termine del suo ciclo di vita pesa mediamente 700gr e contiene solamente un residuo di polvere di toner pari a 1-2gr. Concludendo: se la cartuccia esausta è classificata dai produttori prima della commercializzazione come PRODOTTO NON PERICOLOSO, se il PROCESSO DI STAMPA al quale è soggetta la cartuccia non produce alcuna trasformazione di tipo fisica o meccanico, allora è conseguenza logica che la cartuccia esausta (ormai priva della polvere di toner) NON E' UN RIFIUTO PERICOLOSO e si può pertanto escludere la possibilità di utilizzare un codice CER pericoloso.

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