Corso di bilancio e principi contabili Quinta lezione: Lo stato patrimoniale Prof. Alessandro Zattoni - Università Parthenope di Napoli 1
LO SCHEMA DELLO STATO PATRIMONIALE A SEZIONI DIVISE E CONTRAPPOSTE ATTIVO A. Crediti verso soci B. Immobilizzazioni I Immateriali II Materiali III Finanziarie* C. Attivo circolante I Rimanenze II Crediti* III Attività finanziarie* IV Disponibilità liquide D. Ratei e risconti A. Patrimonio netto I - IX Capitale sociale e riserve B. Fondi per rischi ed oneri C. Fondo trattamento di fine rapporto D. Debiti * PASSIVO E. Ratei e risconti
LO SCHEMA DELLO STATO PATRIMONIALE A SEZIONI DIVISE E CONTRAPPOSTE ATTIVO PASSIVO 1. Risorse controllate dall azienda... 2. risultato di operazioni svolte in passato... 3. dalle quali sono attesi futuri benefici economici... 4. e tali benefici si possono misurare attendibilmente 1. Obbligazioni dell azienda... 2. risultato di operazioni svolte in passato 3. dalle quali sono attesi futuri benefici economici 4. e questi sacrifici possono essere attendibilmente misurati
Il Framework for the preparation of financial statement: svincola l'iscrivibilità in SP di un'attività dalla proprietà giuridica, in quanto è sufficiente avere il controllo delle risorse; suggerisce che le condizioni di produzione devono rappresentare condizioni utili per l'ottenimento di futuri ricavi; definisce le obbligazioni come impegni assunti ad adottare un certo comportamento; definisce il patrimonio netto come differenza tra attività e passività.
Lo stato patrimoniale è costruito secondo uno schema a sezioni contrapposte (attivo e passivo). Lo schema, a differenza di quello previsto dalla normativa precedente, è rigido e prevede l evidenziazione di alcune categorie di voci omogenee (4 per l attivo e 5 per il passivo). Il criterio di classificazione, che in precedenza era per natura dei conti, è diventato misto naturale - finanziario (liquidità crescente tendenziale ). Le rettifiche di valore sono iscritte a diretta riduzione delle voci cui si riferiscono (ad es. le immobilizzazioni sono al netto dei fondi ammortamento).
A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti - garantisce l effettiva consistenza del capitale sociale, in quanto si tratta di "capitale sociale non versato"; - si deve indicare separatamente la parte dei crediti già richiamata (ma non ancora versata); - rappresentano solitamente crediti a breve e di conseguenza la loro classificazione al primo posto inquina il criterio finanziario.
B) Immobilizzazioni - comprende gli elementi del patrimonio destinati ad essere utilizzati durevolmente; - sono tendenzialmente impieghi che si convertono in denaro in un tempo superiore all esercizio; - la ripartizione interna a questa classe segue il criterio della liquidità crescente: - immobilizzazioni immateriali; - immobilizzazioni materiali; - immobilizzazioni finanziarie.
B) Immobilizzazioni I. Immobilizzazioni immateriali 1) Costi di impianto e di ampliamento; 2) Costi di ricerca, sviluppo e pubblicità; 3) Diritti di brevetto industriale e di utilizzazione delle opere dell ingegno; 4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili; 5) Avviamento; 6) Immobilizzazioni in corso e acconti; 7) Altre.
B) Immobilizzazioni I. Immobilizzazioni immateriali - il legislatore ha previsto alcune misure cautelative in merito alla loro iscrizione in bilancio perché tali voci possono permettere agli amministratori di modificare sensibilmente l utile di periodo; - per le voci al punto 1 e 2 sono previste grandi cautele (possono iscriversi solo con il consenso del collegio sindacale, devono essere ammortizzate in 5 anni, non distribuibilità degli utili in assenza di riserve indisponibili, informazioni nella NI e RsG); - per la voce 5 (avviamento): può essere iscritto solo se acquisito a titolo oneroso e nei limiti del costo sostenuto; è necessario il consenso del collegio sindacale; deve essere ammortizzato in 5 anni.
B) Immobilizzazioni II. Immobilizzazioni materiali 1) Terreni e fabbricati; 2) Impianti e macchinario; 3) Attrezzature industriali e commerciali; 4) Altri beni; 5) Immobilizzazioni in corso e acconti.
B) Immobilizzazioni II. Immobilizzazioni materiali - devono essere iscritti al costo storico di acquisto o di produzione; - il valore iscritto in bilancio deve essere al netto dei relativi fondi di ammortamento; - l ammortamento deve essere sistematico (costante nel tempo) e deve essere effettuato in ogni esercizio; - l ammortamento è determinato dal logorio fisico (deperimento, consumo) e dal logorio economico (obsolescenza); - se il valore del bene diminuisce sensibilmente si rende necessaria una operazione di svalutazione.
B) Immobilizzazioni III. Immobilizzazioni finanziarie 1) Partecipazioni in: a) imprese controllate; b) imprese collegate; c) imprese controllanti; d) altre imprese. 2) Crediti verso: a) imprese controllate; b) imprese collegate; c) imprese controllanti; d) verso altri. 3) Altri titoli. 4) Azioni proprie.
B) Immobilizzazioni III. Immobilizzazioni finanziarie - Le partecipazioni (titoli o diritti rappresentativi di quote di proprietà di impresa) sono comprese tra le immobilizzazioni quando sono possedute in modo duraturo; questo attributo si presume se la quota supera il 20% del capitale; valutazione al costo storico (o con il metodo del patrimonio netto); - I crediti da iscriversi sono quelli di natura finanziaria, a breve e a lungo termine; valutazione al valore di realizzazione; - La voce altri titoli include i titoli diversi dalle partecipazioni destinati ad un possesso durevole; valutazione al costo storico; - La voce azioni proprie comprende solo quelle acquisite a titolo duraturo; valutazione al costo storico.
C) Attivo circolante I. Rimanenze II. Crediti III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV. Disponibilità liquide La suddivisione interna rispetta il principio della liquidità crescente (dalle rimanenze alle disponibilità liquide). L attivo circolante contiene anche voci a medio-lungo termine.
C) Attivo circolante Le rimanenze si suddividono in: 1) materie prime, sussidiarie e di consumo; 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; 3) lavori in corso su ordinazione; 4) prodotti finiti e merci; 5) acconti. 1), 2) e 4) sono valutate al minore tra il costo di acquisto (con il metodo FIFO, LIFO e costo medio ponderato) o di produzione e il valore di realizzo. 3) sono valutati in base ai corrispettivi maturati con ragionevole certezza.
C) Attivo circolante I crediti si suddividono in: 1) verso clienti; 2) verso imprese controllate; 3) verso imprese collegate; 4) verso controllanti; 5) verso altri. Si tratta di crediti di funzionamento per i quali va espressa separatamente la parte relativa agli importi esigibili oltre l esercizio successivo. Devono essere iscritti al presumibile valore di realizzazione.
C) Attivo circolante Le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono quelle detenute per un breve periodo, soprattutto per scopi speculativi o per temporanee eccedenze di liquidità. Sono valutate al minore tra il costo di acquisto (calcolato con il metodo LIFO, FIFO o CMP) e il valore di mercato. L ultima classe è rappresentata dalle disponibilità liquide.
D) Ratei e risconti Si tratta di: - ricavi di competenza dell esercizio realizzabili in esercizi successivi; - costi sostenuti nell esercizio ma di competenza degli esercizi successivi. La differenza tra un risconto pluriennale e un costo pluriennale è che il primo varia in ragione del tempo; si pensi alla differenza tra un maxicanone di leasing o il disaggio di emissione e le spese pubblicitarie capitalizzate.
A) Patrimonio netto LO STATO PATRIMONIALE E un valore unico ed inscindibile suddiviso nelle seguenti parti ideali: - Capitale (valore versato più aumenti gratuiti); - Riserva da sovrapprezzo azioni; - Riserve di rivalutazione; - Riserva legale (1/20 utile fino al raggiungimento di 1/5 del capitale); - Riserva per azioni proprie in portafoglio; - Riserve statutarie; - Altre riserve (facoltative, per versamenti soci, etc.); - Utili (perdite) portati a nuovo; - Utile (perdita) dell esercizio.
B) Fondi per rischi e oneri LO STATO PATRIMONIALE Questa classe accoglie solo rischi ed oneri di natura determinata. Possono essere di due tipi: - accantonamenti per passività certe (fondi spese future); - accantonamenti per passività la cui esistenza è probabile (fondi rischi). Comprendono tra gli altri i fondi: - per trattamento di quiescenza ed obblighi simili (agenti, co.co.co.); - per imposte (con importo o data indeterminata, es. contenzioso); - altri fondi (garanzia prodotti, manutenzioni cicliche, etc.).
D) Debiti LO STATO PATRIMONIALE 1. obbligazioni (valore nominale); 2. obbligazioni convertibili (valore nominale); 3. debiti verso banche; 4. debiti verso altri finanziatori; 5. acconti; 6. debiti verso fornitori; 7. debiti rappresentati da titoli di credito (cambiali passive); 8. debiti verso imprese controllate; 9. debiti verso imprese collegate; 10.debiti verso controllanti; 11.debiti tributari; 12.debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale; 13.altri debiti (verso amm. e sindaci, verso soci per div.).
L ultimo comma dell art 2424 c.c. prescrive che in calce allo stato patrimoniale devono risultare le garanzie prestate ( ) e gli altri conti d ordine. Si tratta di: - garanzie come fideiussioni, avalli, etc.; - beni di terzi presso la società (ad es. merci c/lavorazione); - impegni (ad es. per acquisti); - rischi (ad es. cambiali scontate).
La classificazione dello Stato patrimoniale indicata nel c.c. si discosta in numerosi punti da una pura classificazione finanziaria, secondo la quale: - le attività vanno espresse secondo il criterio della liquidità decrescente (liquidità immediate, differite, disponibilità, immobilizzazioni immateriali, immob. materiali, immob. finanziarie); - le passività vanno espresse secondo il criterio della esigibilità decrescente (passività correnti, pass. consolidate, capitale netto). Infatti: - i crediti verso i clienti (a lungo e a breve) sono compresi nella voce C); - i debiti sono tutti compresi nella voce D).
SECONDO LO IASB Lo IAS 1 (Presentation of financial statements) non fornisce uno schema analitico di SP, ma solo un contenuto minimo (discrezionalmente integrabile dagli amministratori) e alcune regole di comportamento: le attività e le passività devono essere inserite nella classe corrente se sono destinate ad essere realizzate (attività) o estinte (passività) nel corso del normale ciclo operativo dell'azienda, anche se la loro naturale scadenza è superiore ai 12 mesi; se sono estranee al ciclo operativo tipico la distinzione tra correnti e non correnti consiste nella previsione della loro realizzabilità/estinguibilità entro i successivi 12 mesi; richiede la distinta evidenza degli investimenti immobiliari e la netta separazione dei crediti/debiti commerciali da quelli finanziari.