6. Il suo comportamento al tempo dei delitti



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6. Il suo comportamento al tempo dei delitti Per concludere questa rassegna di elementi di fatto, sui quali andranno ad innestarsi le valutazioni tecnico- giuridiche relative all imputabilità, non può mancare la descrizione di come i suoi amici e conoscenti hanno visto BILANCIA nel corso di quei sette mesi: più in generale, di quali comportamenti pubblici l imputato abbia posto in essere mentre, nel privato, consumava gli omicidi. E perfino ovvio rimarcarne l importanza: l imputato si è difeso, fin dall inizio, sostenendo di non sapere neanche lui cosa gli sia accaduto e di aver agito in preda ad una sorta di suggestione, che si impadroniva di lui non soltanto nel momento in cui eseguiva i delitti ma evidentemente già quando li deliberava, visto che per lo più si è trattato di omicidi premeditati. Assume notevole rilievo, dunque, verificare se di questa trasformazione temporanea di BILANCIA si siano mai accorti quanti lo frequentavano, per fornire un ulteriore supporto probatorio alla più delicata tra le questioni emerse nel processo: se cioè abbia realmente agito in stato di vizio parziale o totale di mente ovvero se non si tratti di un mero alibi difensivo destituito di ogni fondamento. E opportuno riportare qui cosa ha riferito BILANCIA al riguardo. Il 24 maggio dice: << A quell epoca avevo già la pistola, perché la cosa della pistola risale alla fine dell estate del 1997. Ho deciso di ricorrere a questa soluzione estrema perché faceva tutto parte di un programma che un giorno, io mi sono svegliato, ho detto voglio farla finita con la mia vita, che era una conseguenza di questi fatti che erano successi in giro per il mondo, e quindi eh... Da quel momento lì, da quando ho sentito quel discorso nella bisca, è cominciata a maturare una situazione anomala, mi ballava il... pavimento davanti agli occhi, mi sono successe delle cose incredibili... una fascia di fuoco qui sulla fronte e una qui dietro alla nuca Conseguentemente è venuto fuori che però anche questo non meritava di vivere, così come questo e quell altro che di volta in volta ho ucciso. >> Poi però, nel corso dell interrogatorio del 1 giugno, c è un netto stravolgimento di questa prima versione: << Ecco, allora lì bisogna apportare una chiara modifica. Io ho sempre sostenuto che il cosiddetto programma, se così lo vogliamo chiamare, era quello destinato a Centanaro e Parenti, questi due erano il motivo dell impulso che mi è nato in un particolare momento di un particolare giorno con la prefazione che le ho detto: prima ho deciso di farla finita con la mia vita, dopo di che ho deciso di porre termine alla vita di questi due individui. Quello che è successo dopo, le donne sui treni, i cambiavalute e questo e quell altro, non so darle una motivazione; quello che ho riferito in quel momento, io oggi potrei dire qualcosa che non è assolutamente in linea.

Quello che è successo dopo è nebbia anche per me. Non lo so, è possibile che sia stata tutta una conseguenza di pensieri che si sono accavallati, uniti a quello che è stato l impulso iniziale, che ha motivato tutto quello che era già probabilmente in un percorso di vita da zero a quarantasette anni Non so dire come mi scattava questo meccanismo, lo lasciamo agli addetti ai lavori. Io sono uscito di casa, poi il preciso intento non lo so da dove, da cosa e come è sfociato o cosa che; io so che avevo una fascia di fuoco qui sulla fronte e qui dietro nella nuca. Quando mi succedeva questo episodio io prendevo una decisione: è stato il metronotte e poco dopo, non so, c è stata una prostituta, poi ce n è stata un altra e così via. Comunque quando uscivo di casa io un mio piano ce l avevo, in qualche modo la mia decisione l avevo presa. L ho già detto, il percorso è già successo, il grave è già successo. >> BILANCIA poi delinea il suo singolare programma suicida, il cui esito avrebbe dovuto verificarsi al termine della serie di delitti: << Allora, partiamo un attimo dall inizio; abbiamo questa situazione che si produce con il Centanaro e il Parenti, chiaro? Dove io decido di porre fine alla mia vita; questa è la base di tutto, il momento in cui ho deciso di porre fine alla mia vita con tutta quella struttura che mi aveva portato a prendere questa decisione, perché non è che una mattina mi sono svegliato, ho detto vabbè allora voglio morire, no. Ma è maturata in funzione di tutta la serie di percorsi, ci siamo ecco, e decido di farlo in tre modi: ecco il primo, e ora ero quasi agli sgoccioli perché avevo più quattro proiettili, perché non ne avevo ancora tantissimi, eh, ne avevo solo quattro e uno era il mio, ho anche tentato di spararmi ma non ci sono riuscito; la seconda ipotesi era quella di essere catturato per strada nella maniera com è successo, però non immaginavo io così che mi saltassero addosso, immaginavo che: ah fermo stai lì ; io facevo finta, se non ce l avevo, di prendere l arma e mi avrebbero ucciso, chiaro? La terza ipotesi era che in tasca conservavo un cocktail di farmaci che mi aveva dato un medico, e pensavo che fossero idonei a darmi la morte come mi era stato detto >> Ora, ritornando al tema in esame, si è già visto a suo tempo che nessuna delle persone presenti sul posto in occasione di più di un omicidio (i coinquilini dei coniugi Solari, il cognato di Enzo Gorni, gli stessi John Zambrano e Luisa Ciminiello, il tassista di Bordighera, la titolare del ristorante di Sanremo dove BILANCIA si è recato dopo l omicidio Mileto) l ha descritto come un uomo che desse segni di un incontrollata agitazione psicomotoria. Se fascia di fuoco v era sulla fronte e sulla nuca di BILANCIA, questi dev essere riuscito a dominarla senza sforzo, se addirittura pochi attimi dopo l omicidio dei coniugi Solari ha avuto la freddezza di coprirsi il volto per non farsi riconoscere e di mettersi a fischiettare per le scale simulando noncuranza.

Ed anche nella sua memoria dev essere rimasta ben salda la traccia degli eventi succedutisi nel tempo, se è vero che ha fatto due telefonate anonime agli inquirenti (la prima al pubblico ministero di Genova per avvertire che Centanaro era stato ucciso e la seconda ai Carabinieri di Ventimiglia per stornarne le attenzioni dalla Mercedes), e che dopo l omicidio di Enzo Gorni è ritornato di fronte al di lui ufficio cambi per intimidire le edicolanti: un segno, questo, che dimostra come non abbia certo agito in stato di trance, ma piuttosto con grande padronanza della situazione. Ma nel corso del dibattimento sono emersi anche altri episodi, riferiti da persone a lui vicine, circa il modo in cui BILANCIA viveva il periodo degli omicidi, di volta in volta manifestando cinismo, indifferenza, provocazione. Sergio Quarati ha detto di averlo visto l ultima volta poco prima che fosse arrestato, dunque nel pieno della consumazione degli omicidi; gli aveva chiesto il motivo della sua sparizione nell ultimo mese e mezzo, e BILANCIA, che gli era apparso un po giù, demoralizzato, gli aveva risposto di essere stato in Francia. Aveva aggiunto nell occasione, com era già accaduto in passato anche se per importi inferiori, di aver perso una grossa cifra, sui 100 milioni di lire, e di essere rovinato, tanto che non riusciva a pagare nemmeno l assicurazione dell autovettura: un tema che, come si è già visto a suo tempo, va inquadrato nei tentativi dell imputato di dimostrare che non era stato lui ad utilizzare la Mercedes nel corso del mese di aprile del 1998, e dunque a chiamarsi fuori dagli omicidi commessi in quel periodo (supra, pag. 280ss.). Infatti, ha precisato il teste, BILANCIA all epoca girava in motorino. Se questi sono gli accadimenti riferibili all ultimo periodo, Quarati non aveva notato, tuttavia, mutamenti di rilievo nel carattere e nell atteggiamento dell amico BILANCIA durante l arco dell anno che ne ha preceduto la cattura. Era rimasto sempre un burlone ed uno sbruffone, che parlava a voce alta ed esagerava un po nel modo di comportarsi; semmai, era solo diventato più arrogante, prepotente, strafottente, ed in particolar modo più volgare; a seguito di tale comportamento era stato praticamente allontanato quasi da tutti. Comunque non gli era mai apparso come un violento, tanto che se qualcuno alzava la voce nei suoi confronti di colpo gli sembrava di vederlo a disagio; e una volta BILANCIA aveva anche ricevuto in pubblico uno schiaffo, senza nemmeno cercare di reagire. Da ultimo Quarati ha riportato un episodio saliente riguardo al periodo in questione. Per il suo lavoro di camionista, gli capitava spesso di andare all estero con il camion. Al rientro dalla Francia era solito fermarsi a fare il rifornimento in un area di servizio di Imperia. Qui gli era stato detto che una colonnina di carburante era stata sequestrata perché la notte precedente era stato ucciso un benzinaio. Tornato a Genova aveva riferito la cosa ai conoscenti che come lui frequentavano il circolo Genoa Club, alla presenza dello stesso BILANCIA; e mentre raccontava l episodio, gli era sembrato che questi ascoltasse piuttosto compiaciuto, come se si facesse una risata: anzi, gli aveva chiesto per due o tre volte di ripetere i particolari della vicenda. Quarati gli aveva allora contestato che non era il caso di ridere su una persona ammazzata, e di rimando BILANCIA gli aveva detto: Sarai mica tu il serial killer

che stanno cercando? ; al che era intervenuta la ragazza del bar, che aveva detto a BILANCIA: No, sarà lei caso mai il serial killer, non lui. Luciano Sussmann ha riferito che negli ultimi sei mesi prima dell arresto di BILANCIA l aveva visto frequentare quasi tutti i giorni il Club Montecarlo a Sampierdarena, ma dai suoi atteggiamenti non aveva mai avuto il sospetto che fosse lui il killer. Poco prima del Natale 1997, mentre Sussmann ricordava all altro il povero Maurizio Parenti che un amico comune ad entrambi, BILANCIA gli aveva chiesto di non parlargliene perché ancora ne sentiva un profondo dolore, come se avesse voluto evitare l argomento. In realtà, dalle parole di profondo odio rivolte alla vittima ancora a maggio nel 1998, nel corso del primo interrogatorio da parte del pubblico ministero genovese il 14 maggio, si è visto quale dolore provasse l imputato per Parenti, definito anche da morto con espressioni infamanti: ciò a riprova dell abilità con cui ha dissimulato il proprio stato interiore nel periodo in cui ha commesso gli omicidi. La sua amica più intima, Maria Renata Carta, ha dichiarato di aver commentato a volte con lui quello che si leggeva sui giornali a proposito della serie di omicidi del mostro. Una delle ultime volte in cui si erano visti, una domenica, aprendo il giornale lei gli aveva detto che era stata uccisa un altra donna, la Rubino. Al che BILANCIA aveva ribattuto di aver comprato il giornale e di non aver letto la notizia, così se l era fatto passare da lei: ma dopo aver dato un occhiata veloce aveva detto: «Ma a me in fin dei conti che cosa me ne frega?», ed aveva tirato dritto. Sempre a proposito dei delitti sui treni aveva detto un altra volta: «Se fosse lo stesso assassino delle altre prostitute, molto probabilmente ammazza le donne sui treni per deviare le tracce, le indagini, aggiungendo: Comunque adesso non ammazzerà certo più perché si sarà trasformato: avrà i capelli lunghi, avrà i baffi, si sarà fatto biondo. Due affermazioni fin troppo significative, soprattutto la prima, sul modo in cui BILANCIA viveva quel periodo, lasciandosi andare a pensieri a ruota libera - altrimenti assai rischiosi - soltanto con l amica più fidata, e rivelandole, in sostanza, il reale movente perseguito con i due omicidi sui treni, come si è già avuto modo di anticipare. Altri commenti di BILANCIA sui fatti criminosi in esame la Carta li aveva ricevuti all inizio, dopo l omicidio dei coniugi Parenti. Lui le aveva detto che doveva essersi trattato di un fatto molto violento, in quanto l assassino doveva aver ucciso la ragazza benché questa implorasse pietà. Prendeva l episodio addirittura sotto un profilo umoristico: immaginando l accaduto, diceva che forse la vittima aveva invitato l omicida a prendere un caffè invitandolo ad entrare, e l altro in un primo tempo aveva risposto di no perché andava di fretta, talmente di fretta da entrare, sparare due colpi ed andarsene via subito. In altra occasione avevano ipotizzato insieme che l autore di tutti quegli omicidi doveva essere fuori di testa, perché chi ammazza così, senza motivo, è un pazzo. Una volta lei stessa gli aveva detto: Potresti costituirti, hanno messo una taglia di 1 miliardo: a me ne dai 100, gli altri 900 te li tieni. E lui ridendo diceva che poi

toccava a lui stare per degli anni in carcere. Poi, l ultima volta che BILANCIA era andato a cena a casa sua, c erano anche tre amici dalle caratteristiche fisiche più o meno somiglianti a quelle dell identikit riportato dai giornali, ed avevano passato la serata schernendosi l uno con l altro e dicendosi reciprocamente di essere il killer. Sullo stesso argomento, la Carta ha riferito che BILANCIA, non appena pubblicato l identikit, le aveva detto: Ma non ci assomiglio neanche un po?, e lei: Ma veramente no, non gli somigli proprio. Lui di rimando le aveva detto: Beh, ma allora non somiglio proprio a nessuno, e lei: Probabilmente se non gli assomigli non sei certo lui ; il dialogo serrato mostra velatamente come l imputato volesse quasi farsi rassicurare dall amica circa la difformità delle proprie sembianze rispetto all identikit, avvertendo in tutta la loro intensità i rischi che stava correndo in quel periodo. E quali fossero le sue intenzioni, al di là degli intenti di suicidio propalati nel corso degli interrogatori, pare dimostrato da un ultimo riferimento della Carta: la donna aveva saputo, alla fine di aprile, che BILANCIA voleva andare a fare un viaggio, tanto che l uomo aveva telefonato ad un agenzia per chiedere se c era un volo per una località che la teste non ha ricordato. Più in generale, la teste ha concluso dicendo di non aver notato alcuna sostanziale alterazione nei comportamenti tenuti da BILANCIA nel periodo compreso tra la fine dell estate 1997 e la tarda primavera del 1998. Laura Lunetta ha infine riportato un significativo episodio verificatosi nel poliambulatorio dell Ospedale San Martino, dove lei appunto lavora. La mattina in cui BILANCIA s era presentato, poco prima della sua cattura, a chiedere informazioni per il certificato necessario ai fini del rinnovo della patente, come s è accennato poc anzi, l aveva salutato affettuosamente perché non lo vedeva da molto tempo. Gli aveva prenotato la visita neurologica, da lui regolarmente effettuata senza che questa denotasse problemi di sorta, e poi gli l aveva invitato a ritornare se avesse avuto bisogno di qualcosa. Infatti BILANCIA era poi tornato, e lei l aveva accompagnato in varie divisioni presso le quali chiedeva di essere visitato; era molto ansioso sul proprio stato di salute in quanto doveva partire in tutta urgenza per Miami, dove avrebbe dovuto aprire un casinò, e quindi voleva accertarsi di star bene. Due o tre giorni prima della cattura, nell occasione cui si riferisce l aneddoto più eloquente, erano andati a bere l ennesimo caffè al bar dell ospedale, e lei aveva coinvolto una dottoressa che lavora in un altro reparto. Terminata la consumazione, erano rimasti fuori dal bar a chiacchierare per un po. Qui BILANCIA, sebbene alla presenza di una donna che ha appena conosciuto, è stato ancora più spinto del solito. All inizio si è limitato a consigliarle i metodi sicuri per vincere al casinò. L amica della Lunetta, un tipo alla mano, all inizio ha mostrato di stare al gioco; poi, ad un certo punto, BILANCIA le ha detto: Sì, però poi dopo mi dovrete ringraziare. E subito dopo, rivolto alla dottoressa: Ce l hai un tappeto in casa? Perché poi, dopo, ti ci devi inginocchiare. E la donna, molto scherzosamente, gli ha detto: Guarda che sono sposata felicemente, quindi sarà difficile. E lui: Eh, tutte, tutte, prima o dopo tutte vi inginocchierete.

Durante il discorso, peraltro, Walter - come lo chiamava anche la Lunetta - si è anche vantato, con una certa disinvoltura, di possedere una pistola, ma le due donne non hanno fatto troppo caso alla circostanza. Fino agli ultimi giorni, quindi, l imputato scherza con l identikit, con la caccia al mostro, con il possesso della pistola. Da un lato, con chi meglio lo conosce, cerca di distogliere l attenzione dalla Mercedes, ostentando la mancanza perfino delle poche centinaia di migliaia di lire necessarie a pagarne il rateo dell assicurazione; dall altro, con chi ha appena conosciuto o ha con lui rapporti più superficiali, non rinuncia ai consueti atteggiamenti di spavalderia giungendo addirittura a vantarsi del possesso della pistola, sicuro com è che degli estranei non potrebbero mai ricondurre la sua persona a quella del killer ormai braccato dagli investigatori. Quel che più conta ai fini del suo stato psichico, comunque, è che da tutti gli elementi di fatto finora riportati non ne emerge uno solo dal quale risulti che BILANCIA abbia in qualche modo rimosso od inconsciamente ignorato le terribili azioni criminose di cui si andava macchiando: anche nei suoi scherzi con la Carta, con Quarati, con la Lunetta, la realtà degli omicidi non è altro da sé, ma è presente con estrema lucidità nella mente dell imputato, che riesce addirittura a farne oggetto di battute di spirito.