COUNSELING ADOLESCENTI



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Transcript:

SItCoR Scuola Italiana Counseling Relazionale Castelfranco Veneto - TV Tesi di diploma COUNSELING ADOLESCENTI e WEB 2.0 Diplomando: Paola Zocca Relatore: Prof. Pierfranco Murru Anno Accademico 2012/13 1

Sommario INTRODUZIONE... 3 Cap. 1 LA COMUNICAZIONE DEGLI ADOLESCENTI AL TEMPO DEL WEB 2.0... 7 1.1 - La rete come luogo di incontro ma anche di solitudine...11 1.2 L analfabetismo emotivo...13 Cap. 2 IL WEB 2.0 FUNZIONAMENTO E TIPI DI SOCIAL NETWORK...16 2.1 - Dati generali sull uso delle tecnologie - modi d uso della rete...18 Cap. 3 LA DIPENDENZA DA FACEBOOK...20 3.1 - Dipendenza dal Web progetti in Italia...26 3.2 - Ambiti di intervento del Counselor...29 3.3 - Qual è l approccio del Counselor in caso di dipendenza...32 3.4 - Counseling informativo per genitori e operatori sanitari...34 CONCLUSIONI...37 BIBLIOGRAFIA...42 Altre fonti citate...42 2

INTRODUZIONE La frequentazione e l utilizzo dei Social Network in questi ultimi anni sono diventati un fenomeno globale. Giovani e meno giovani trascorrono molte ore della loro giornata su questi siti. L interesse crescente per i Social Network, oltre ai suoi grandi vantaggi, sta creando preoccupazioni per le potenziali conseguenze sulla vita reale dei ragazzi. Ma chi sono questi nativi digitali? Il termine nativi digitali, indica i giovani nati a partire dalla metà degli anni Novanta che hanno sempre vissuto usando Internet e i nuovi media ed hanno le seguenti caratteristiche: un'identità fluida 1, che in alcuni casi si accompagna all'analfabetismo emotivo 2 ; nuove modalità di relazione, anche affettive, che hanno nei social media il loro centro; la perdita del concetto di privacy, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso; la capacità di utilizzare i nuovi media per potenziare la 1 Citato da Z. BAUMAN Modernità liquida - è la metafora della liquidità coniata da Bauman per descrivere la modernità nella quale viviamo, individualizzata, privatizzata, incerta, flessibile, vulnerabile. Internet è lo strumento elettronico, comodo e utile, che ci consente di modellare le nostre identità senza rimanere legati a una di esse. 2 Vedi par. 1.2 3

propria identità sociale e la creatività di gruppo. Nell ambito della ricerca sulle piazze reali e virtuali, ho cercato di mettere a fuoco l aspetto virtuale della comunicazione fra gli adolescenti attraverso un attività di indagine basata su interviste ad un campione di studenti dell I.T.C. Fusinieri di Vicenza. L attività principale di intervista è stata accompagnata da momenti nei quali il confronto diretto con gli adolescenti ha offerto opportunità di colloquio che hanno permesso di approfondire temi significativi ed iniziare con loro un dialogo che prima non c era mai stato. Alla fine del lavoro di raccolta dati ho ritenuto opportuno non rielaborare i questionari trascrivendo numeri e percentuali ma continuare l attività iniziata con i ragazzi attraverso l ascolto attivo 3. Le nuove tecnologie ed i Social Network non sono soltanto una questione tecnologica. Ma si inseriscono nella vita quotidiana degli adolescenti, che sono molto più abili di noi nell utilizzo, ma quali effetti possono avere sui processi di comunicazione, relazione e creazione dell identità 4? L utilizzo delle nuove tecnologie induce molti cambiamenti, cambia, per esempio, il rapporto con se stessi e soprattutto con gli altri, più diretto ma molto più mediato. Le nuove tecnologie ci promettono di incontrare molte persone ma tendono a togliere il sapore, la genuinità, l originalità e la freschezza alla relazione interpersonale 3 Vedi Genitori efficaci di Thomas Gordon, edizioni La Meridiana, 1997 4 Tratto da I social network pag. 9 - Giuseppe Riva, (2010), Ed. Il Mulino. 4

vera e propria. Cambia il modo di concepire la quotidianità. È difficile pensare alle nostre giornate senza aprire il computer o usare il cellulare; in questo senso, la nostra esperienza quotidiana subisce dei pesanti condizionamenti, può cambiare il modo di partecipare alla vita di società. Le nuove tecnologie ci danno molte più possibilità di partecipare alla vita sociale condividendo anche luoghi virtuali, ma non è detto che questa partecipazione sia effettiva. Anche il famoso sociologo Zygmunt Bauman è intervenuto a Sarzana al Festival della Mente Sul concetto di comunità e rete, sui Social Network e Facebook. Il sociologo parte con la spiegazione del significato di ambivalenza; tra l impossibilità di decidere e la scelta tra quello che ci attrae e che ci respinge. I guai sono sempre dietro l angolo e ciò che ci seduce allo stesso tempo è sempre troppo vicino. Racconta della libertà e della sicurezza, un binomio troppo difficile da equilibrare, prima nella vita offline, poi, da un po di tempo, anche nella vita online. Bauman ci aiuta a ricordare, elementi che forse possono sembrare basilari, ma che forse qualcuno tra gli utilizzatori dei social media potrebbe aver perso di vista. La ricerca di condivisione contro la solitudine, la ricerca verso quel qualcosa a cui appartenere. Ma come riuscire a mantenere la nostra unicità, ed essere riconosciuti in qualche modo dagli altri, senza perdere la nostra libertà? Il Social media, e in particolare Facebook, dice Bauman, possiamo identificarlo con uno slogan, usato per il lancio del walkman, anni e anni fa La promessa di non essere mai soli. 5

I social media ci rendono liberi e poco impegnati verso gli altri naviganti, a differenza delle comunità vere e proprie che ci fanno appartenere a un gruppo, in modo spesso irrazionale. Le reti sociali consentono di essere off line quando vogliamo push the button e non abbiamo, impegni, relazioni, doveri. Tutto rimane al di fuori dello schermo; dove i Digital Natives hanno più difficoltà a capire la differenza tra un amico vero e un amico solo social. 6

Cap. 1 LA COMUNICAZIONE DEGLI ADOLESCENTI AL TEMPO DEL WEB 2.0 I nuovi media sono luoghi virtuali di incontro, dove i ragazzi tendono a sostituire la comunicazione e le relazioni dirette a cui noi adulti siamo abituati. La distanza fra il mondo degli adulti e quello degli adolescenti oggi è molto più netta di quanto non fosse fino a pochi decenni fa, l attuale situazione pare suggerire una incomunicabilità fra generazioni divise dall uso di tecnologie comunicative che portano gli uni a escludere gli altri dalla propria esperienza. Gli adolescenti, nel comunicare tra di loro, ricorrono spesso ad una specie di codice personale, comprensibile solo a chi conosce il loro mondo interiore e il loro universo. La necessità di comunicare è, per loro, una esigenza vitale. È, nello stesso tempo, un bisogno e una apertura, che i giovani avvertono in modo inconscio, con naturalezza e spontaneità. Il loro linguaggio, però, non sempre appare comprensibile agli adulti, i quali, il più delle volte, stentano nell attribuire un significato ai loro messaggi, ai loro atteggiamenti, ai loro silenzi. È un linguaggio particolarmente articolato tanto è vero che talune volte appare non solo tortuoso ma anche espressione di più significati. Potrebbe essere definito una sorta di codice personale, 7

accessibile solo a chi condivide e conosce il loro mondo interiore. Anche il modo di scrivere di molti teenager ha subito una rivoluzione, essi usano un tipo di linguaggio che appartiene solo al loro mondo di adolescenti e passano sempre più tempo comunicando con gli sms o con la chat, attraverso frasi brevi e dirette, con parole spesso abbreviate per semplice comodità o per esigenza di spazio. Le tecnologie allontanano più che avvicinare, principalmente perché chi ne fa uso tende a isolarsi ed inoltre anche per le differenti competenze fra genitori e figli nell uso di strumenti informatici. L indagine è stata dunque pensata come uno strumento per indagare il mondo degli studenti delle scuole superiori a livello di comportamenti e atteggiamenti dei singoli. I Social Network danno la possibilità a tutti di esprimersi, e, come dice Riva, sono un opportunità in quanto ci permettono di relazionarci con i nostri amici reali superando il principale vincolo del faccia a faccia 5 ma non sempre abbiamo degli interlocutori interessati ad ascoltare. La comunicazione mediata da computer manca degli elementi metalinguistici propri della conversazione faccia a faccia, è priva di segnali di feedback che consentano agli attori interagenti di identificare con precisione gli aspetti relazionali e sociali (Sproull e Kiesler 1986) 6. Cambia la gestione delle relazioni: persone che sono timidissime o hanno problemi a socializzare, tramite i Social Network fanno dialoghi fiume con 5 Tratto da I social network pag. 43 - Giuseppe Riva, (2010), Ed. Il Mulino. 6 Guida alla Net Economy pag. 173 - a cura di Bruno Lamborghini, Franco Angeli 8

gente che non conoscono. C è una protezione che ci permette di nasconderci dietro un identità che non è la nostra nel contatto con gli altri. Il fatto che una serie di valori specifici del nostro essere persona siano delegati ai mezzi di comunicazione può essere preoccupante. Il rischio della dipendenza è alto, sta a noi tutti avere la capacità di discernimento per un utilizzo adeguato e non eccessivo. Questi strumenti permettono di condividere valori e comportamenti non soltanto delle mode o degli atteggiamenti; quanto si è liberi di scegliere un proprio percorso dentro la realtà virtuale? I nuovi media ci danno l impressione di un estrema libertà di movimento e di espressione; possiamo comunicare a beneficio di un pubblico vastissimo e possiamo trovare tutto quello che vogliamo. Il rischio di questa grande quantità di informazioni lo troviamo nell impossibilità di trovare realmente, in quella mole di dati ciò che cerchiamo ; una sfida caratteristica dell adolescenza è quella di trovare un identità propria. Noi siamo stati abituati a vivere in contesti particolari, come la famiglia, la scuola, l oratorio, ma non sappiamo fino a che punto i contesti in cui si incontrano oggi le nuove generazioni sono spazi di grande libertà oppure luoghi di alienazione. I media hanno un potere di suggestione che è molto efficace, finiscono per appropriarsi di spazi di educazione e di formazione che dovrebbero essere della famiglia, della scuola e delle altre agenzie educative. C è bisogno di avere nuove competenze per affrontare questa sfida, da declinare nel senso di un'attitudine a cercare insieme: serve una consapevolezza di uso 9

prima in noi e poi nei nostri ragazzi, serve una specifica competenza anche di tipo valoriale: mi serve o non mi serve quello che sto facendo? Dobbiamo provare a mettere in evidenza il sistema di valori a cui fanno riferimento questi media, anche a partire dalla rivalutazione di alcuni termini importanti come amicizia, amore, comunità, che vengono usati in modo spesso superficiale. La community, per esempio, non ha niente a che fare con l idea di comunità che abbiamo in mente noi ma indica un insieme di contatti e di identità che possono anche essere fittizie, quindi possono generare un po di confusione in una fase di crescita in cui proprio la ricerca di identità è un nodo problematico. La sfida che ci riguarda è quella di aiutare i nostri ragazzi a distinguere ciò che è utile da quello che non lo è, a sviluppare una capacità critica utile per discernere. Siamo chiamati a ritrovare il senso della comunicazione attraverso i media, sia cercando il significato del loro uso, sia imponendo noi la direzione in cui vogliamo andare, usando i mezzi di comunicazione. Bisogna passare dalla semplice ricezione alla fruizione: dobbiamo saper trarre frutto da quello che usiamo e dobbiamo riscoprire i valori fondamentali della vita per capire cosa ci si può davvero aspettare da questi nuovi media. I ragazzi hanno desiderio di capire chi sono, di trovare un identità solida 7, hanno bisogno di essere ascoltati e di potersi esprimere, hanno anche il 7 La concezione dell identità secondo ZYGMUNT BAUMAN - testo di riferimento: Intervista sull identità, Z. Bauman, Editori Laterza, Roma-Bari, 2003. 10

desiderio di scoprire se stessi, perché ancora non sanno bene chi sono, hanno un forte desiderio di incontro e di relazione. Non dobbiamo lasciare che questi desideri evolutivi siano solo nelle mani dei media, altrimenti siamo spiazzati; consapevolezza, capacità critica e gusto non si devono spegnere, è necessaria una base etica di valori saldi, che rimangano sempre. La comunicazione deve rimanere sempre un attività fatta da persona a persona, dobbiamo mantenere la capacità di raccontarci e dirci le parole vere, quelle che ci salvano e che ci aiutano, su cui ha senso costruire il nostro percorso di vita. 1.1 - La rete come luogo di incontro ma anche di solitudine Un dato interessante sui comportamenti tra virtuale e reale è che il 47% degli intervistati asserisce di essersi incontrato almeno una volta con persone conosciute online. Non è detto che, in quelle percentuali, debbano necessariamente nascondersi comportamenti non corretti, dato che per la maggior parte dei casi potrebbe semplicemente trattarsi dell'incontro nella vita reale con l'amico dell'amico conosciuto in chat o su Facebook; tuttavia l'entità del fenomeno fa riflettere, in realtà, come l esperienza del mondo reale ci insegna, non tutte le relazioni sono amicizie 8. Il discorso delle amicizie con sconosciuti tocca un tema delicato e inquietante che presenta cifre molto alte, ma possiamo vedere la cosa anche da un altro punto di vista come è apparso sull articolo 8 Tratto da I social network pag. 93 - Giuseppe Riva, (2010), Ed. Il Mulino. 11

del Giornale di Vicenza del 27 maggio 2012 nella pagina Giovani e Social Network dove la questione di fondo è affrontare la sfida dell uso della rete in funzione educativa in modo realistico, non prevenuto e con la fiducia che la sfida valga la pena; bisogna pensare alla rete come qualcosa di fisiologico, non patologico. L altra domanda che dobbiamo porci è se è vero che i Social Network ci rendono asociali; qualche giorno fa, in autobus, osservando gli adolescenti notavo che quasi tutti erano intenti ad armeggiare con il loro cellulare, con un Ipad o altro ritrovato della tecnologia. Ho intravisto qualcuno alle prese con Facebook e non ho potuto fare a meno di sorridere notando il contrasto tra la solitudine in cui ciascuno era immerso, l estraniamento rispetto alla realtà circostante e il significato del termine social network (letteralmente rete sociale). Mi sono chiesta se davvero questo portale, e il mondo web in generale ci consentano di instaurare relazioni autentiche o se in realtà rendano ognuno di noi un po più asociale. Ho anche pensato al modo in cui si stringono relazioni di amicizia: prima su Facebook poi, in seconda battuta, nella realtà. Cosa dire poi della frase ormai consueta: Ma come mai non ti ho tra i miei amici su Facebook?, come se dichiararsi amici lì, fosse il solo viatico per un rapporto autentico. Per non parlare di quando qualcuno ci arreca un offesa: anziché cercare un confronto, lo eliminiamo immediatamente dai nostri amici del network. Ho l impressione che la realtà venga sempre più filtrata dal Web; non a caso in questi ultimi anni abbiamo assistito 12

all insorgere di una nuova patologia: la dipendenza dalla rete 9, che in alcuni casi è molto simile alla dipendenza da alcool o da sostanze stupefacenti. Internet riserva sicuramente moltissimi vantaggi ed offre la possibilità di accorciare le distanze, risparmiare tempo e reperire immediatamente una mole di informazioni sino a qualche anno fa inimmaginabile ma, come per tutte le cose, può avere delle controindicazioni legate ad un uso eccessivo. Ma perché ci si appassiona tanto al web? Perché la rete permette di vivere moltissime esperienze rimanendo comodamente a casa, quindi in un ambiente protetto e con un esposizione minima; è possibile creare un identità alternativa, magari completamente opposta a quella reale, aumentare così la propria autostima proponendosi agli altri in un modo del tutto nuovo, mantenendo però una distanza di sicurezza. Non ci si guarda negli occhi, non ci si tocca, non si ascolta la voce del nostro interlocutore, però la rete ci consente di essere ciò che vogliamo, dove e quando lo desideriamo, pur rimanendo nei pochi metri quadrati della stanza in cui è presente il nostro computer. 1.2 L analfabetismo emotivo A rendere precarie e leggere le relazioni sociali nei social network è anche un altro possibile effetto dell uso massiccio dei social media: l analfabetismo emotivo 10. Nell interazione mediata, la 9 Vedi cap. 3 10 Tratto da I social network pag. 159 - Giuseppe Riva, (2010), Ed. Il Mulino. 13

fisicità del corpo è sostituita da quella del medium; ciò priva il soggetto di un importante punto di riferimento nel processo di apprendimento e comprensione delle emozioni proprie e altrui con effetti che vanno dal disinteresse emotivo alla psicopatia. Con l espressione analfabetismo emotivo emozional litteracy Goleman 11 intende: la mancanza di consapevolezza e quindi di controllo delle proprie emozioni e dei comportamenti ad esse associati; la mancanza di consapevolezza delle ragioni per le quali si prova una certa emozione; l incapacità a relazionarsi con le emozioni altrui - non riconosciute e comprese - e con i comportamenti che da esse scaturiscono. Un fattore di incremento dell analfabetismo emotivo è l utilizzo massiccio dei media che favoriscono un modello di relazioni mediate, privando il soggetto di quegli script utili alla lettura e l applicazione dei comportamenti sociali. A venir meno è soprattutto la capacità di riconoscere le emozioni dell altro e, di riflesso, di comprendere le proprie; ciò in prima istanza porta al disinteresse emotivo. Sto parlando di ragazzi che comunicando spesso tramite la tecnologia hanno disimparato a riconoscere la ricchezza della comunicazione diretta (le sfumature importanti della comunicazione non verbale). Certo è che il social network 11 Intelligenza Emotiva - Daniel Goleman, Rizzoli, Milano 1996. 14

spesso facilita l espressione di sé, abbattendo il timore del giudizio immediato. Svelare se stessi ad un social network in ogni caso non offre la giusta ricompensa relazionale: l uomo è fatto di emozioni e pensieri fluidi. I pensieri e le emozioni di un adolescente sono ancor più fluidi, alla ricerca di risposte e conferme che sono frustrate dalla comunicazione mediata. 15

Cap. 2 IL WEB 2.0 FUNZIONAMENTO E TIPI DI SOCIAL NETWORK Quando parlo di Web 2.0 12, intendo quell insieme piuttosto variegato di servizi forniti attraverso Internet che rappresenta un passo avanti nell evoluzione dei siti web, verso la condivisione di informazioni fra utenti e l interazione tra utenti e siti visitati. Si tratta dunque di siti dove gli utenti non hanno la sola funzione di fruitori e destinatari di un messaggio, ma prendono parte in prima persona alla generazione dei contenuti. Come scrive Antonio Spadaro, nel web 2.0 il senso della pubblicazione è la partecipazione. Pubblicare significa partecipare, cioè condividere. Il centro di questa rete sono i contenuti scambiati all interno del Social Network 13. Nella cornice impostata da questa vaga definizione possono essere inquadrate molte applicazioni diverse, dai tradizionali forum e chat, alle piattaforme di condivisione di documenti, come Google Docs, ai sistemi wiki, come Wikipedia, ai servizi di social bookmarking 14, come per esempio del.icio.us 15, 12 Il Web 2.0 è l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un elevato livello di interazione tra il sito web e l'utente 13 Tratto da WEB 2.0 pag. 13 Antonio Spadaro, (2010), Ed. Paoline 14 Il Social bookmarking è un servizio basato sul web, dove vengono resi disponibili elenchi di segnalibri (bookmark) creati dagli utenti 15 del.icio.us è un sito web di social bookmarking per l'archiviazione, ricerca e condivisione di 16

fino ad arrivare ai siti più popolari in questi ultimi anni, ossia i social network, come LinkedIn, Netlog, Facebook e Twitter. Giuseppe Riva definisce il social network come una piattaforma basata sui nuovi media che consenta all utente di gestire sia la propria rete sociale, sia la propria identità sociale 16. Con questa etichetta si indicano quindi tutti quei servizi che permettono a gruppi di persone di connettersi fra di loro per mantenere vivi rapporti professionali, sociali o di amicizia. Generalmente entrare in una rete sociale prevede che l utente si costruisca un profilo personale, che descriva sia la persona fisica con i suoi interessi, la sua storia professionale e il suo curriculum studiorum, sia il suo ambiente virtuale (indirizzi di siti personali, indirizzi di posta elettronica); il passo successivo è quello di creare la propria rete di contatti, stabilendo relazioni con altri utenti della rete, che generalmente sono simmetriche (come nel caso degli amici in Facebook o dei contatti in LinkedIn), ma talora sono unidirezionali (come nel caso del rapporto di sequela che si instaura in Twitter, dove si può avere un follower rispetto al quale non si crea un rapporto simmetrico di following 17 ), infine, si possono sfruttare le funzioni proprie della rete in questione per dialogare con i propri contatti, semplicemente leggere che cosa fanno, condividere informazioni, collegamenti o materiali multimediali. Il cyberspazio, bookmark, creato nel 2003 da Joshua Schachter ed acquisito nel dicembre 2005 da Yahoo 16 Tratto da I social network pag. 17 Giuseppe Riva, (2010), Ed. Il Mulino. 17 Il following è quando permettiamo che qualcuno segua le nostre discussioni senza che noi seguiamo le sue. 17

così viene definito dai ricercatori il luogo digitale dei social network, unisce alcune caratteristiche delle reti sociali tradizionali (interazione, supporto e controllo sociale) con le caratteristiche del Web (multimedialità, creazione e condivisione di contenuti) 18. 2.1 - Dati generali sull uso delle tecnologie - modi d uso della rete Quanto emerge dall indagine condotta a Bergamo da Lazzari e Jacono Quarantino, l 80,4% possiede un cellulare proprio, il 19,1% più d uno e soltanto 6 ragazzi, pari allo 0,4%, non ne hanno neppure uno; l 80,6% dichiara di possedere e usare un lettore mp3, il 13,4% di usare in sua vece il cellulare per ascoltare musica e solo il 6% si dichiara sprovvisto di un simile strumento di riproduzione audio. Il 4% non dispone di una connessione Internet a casa, il 12,1% ha una connessione a consumo e l 83,9% una connessione a tariffa fissa e uso illimitato. Per quanto riguarda la televisione, il 26,3% dichiara di vederla per meno di un ora al giorno, il 32,8% per un tempo compreso fra una e due ore, il restante 40,9% per più di due ore; rispetto all uso di Internet le percentuali passano rispettivamente al 30,3%, 40,4% e 29,3%. Prevale dunque l uso del mezzo televisivo rispetto a quello interattivo di Internet. Ma i social Network non sono utilizzati esclusivamente dai giovani; Facebook piace anche alla polizia; si è visto che le tradizionali piattaforme di comunicazione come 18 Tratto da I social network pag. 123 - Giuseppe Riva, (2010), Ed. Il Mulino. 18

giornali, TV e radio non sono canali di comunicazione efficaci con le parti più giovani della popolazione, i social media si sono dimostrati molto utili in situazioni eccezionali come gli attacchi terroristici o le calamità. In una grave crisi, i social media rappresentano un mezzo di comunicazione collaudato per tenere la gente informata senza dipendere dall'infrastruttura informatica della polizia. Il nuovo rapporto di Composite, che sta per Comparative police studies in the EU (questo il nome del progetto finanziato), Best Practice in Police Social Media Adaptation, tratta infatti, in maniera dettagliata, in che modo i social media possono essere usati per supportare il lavoro della polizia, dalla comunicazione con il grande pubblico alla redazione di profili criminali in base alle loro preferenze. I social media sono i nuovi spazi pubblici, dove la polizia deve essere presente e visibile. Una importante questione legale e procedurale per le forze di polizia è inoltre la cooperazione con provider come Facebook o Twitter, aziende private con sede all'estero sotto giurisdizione estera; tuttavia, questi sforzi sono visti come proficui in rapporto ai possibili benefici dell uso dei social media da parte della polizia soprattutto per quanto riguarda la fascia adolescenziale perché sono proprio gli adolescenti che li usano quotidianamente. 19

Cap. 3 LA DIPENDENZA DA FACEBOOK L uso eccessivo della rete può portare gradualmente alcuni individui a una restrizione delle relazioni con gli altri, in quanto l esperienza virtuale viene percepita e vissuta come più agevole rispetto alla realtà. 19 L individuo scopre con piacere una facilità di comunicazione interpersonale mai sperimentata e, in una prima fase, tende a idealizzare gli altri e se stesso, sovrastimando l importanza dei messaggi e il valore della frequenza con cui li invia e li riceve. Questa prima fase entusiastica, una vera e propria luna di miele nel social-network, tende a stemperarsi nella routine e si conclude definitivamente con le prime delusioni. Le relazioni faccia a faccia si rivelano fonte di frustrazione o la semplice conoscenza con un contatto riserva inspiegabili e inaspettate battute d arresto. Così l utente a rischio intensifica la propria presenza sul social-network alla ricerca di nuovi e più gratificanti contatti per rinnovare il piacere sperimentato all inizio. Il rischio è di perdere la dimensione del tempo e di trascorrere ore e ore al terminale, riducendo drasticamente il numero delle esperienze reali; ci si può isolare completamente dagli affetti più 19 Tratto da Nuovi adolescenti nuovi disagi - Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli, Oscar Mondadori, 2011 20

cari, smettere pian piano di uscire di casa, mettere a repentaglio gli impegni più importanti della propria vita, lavoro compreso. Individui con diagnosi da dipendenza da internet hanno raccontato di aver preso giorni di malattia in modo da non allontanarsi dal proprio computer ed essere continuamente connessi. Oltre alla dipendenza da social network sono state identificate anche dipendenze da gioco d azzardo, da siti pornografici, da videogames e dalla ricerca compulsiva di informazioni (information overload). Quando la dipendenza è instaurata determina una relazione inversa tra numerosità degli amici in lista e il senso di alienazione e solitudine percepiti nella vita reale. Più è intensa l attività online, meno è concreta e partecipata l esperienza emotiva nelle relazioni faccia a faccia. Il dipendente da Facebook può trasporre lo stile di comunicazione efficace sul social-network, fatta di frasi brevi e di commenti estemporanei nell interazione reale, rendendosi per questo inconsapevolmente inadeguato. Un esempio di questa trasposizione è l utilizzo deliberato del telefono cellulare per aggiornare in diretta il profilo Facebook in situazioni sociali. Il dipendente da Facebook sembra non distinguere l identità pubblica in rete dall identità privata, sente il bisogno di alimentare costantemente la prima a detrimento della seconda. Se non esisto su Facebook, non esisto. La paura che la propria identità si dissolva, se non impressa nella Rete, spinge ad intensificare l attività online in una spirale di dipendenza e di progressiva 21

alienazione dall esperienza concreta della realtà. L utilizzo compulsivo del social-network può interferire sullo studio o sul lavoro e può complicare notevolmente il raggiungimento di obiettivi. I sentimenti di inadeguatezza e il vissuto depressivo che risulta dalla vita reale induce il dipendente da Facebook a rifugiarsi sempre di più nell avatar (immagine scelta per rappresentare la propria utenza in community). In breve tempo la friendship addiction (amico dipendenza) motivata dal bisogno di accrescere l autostima e le relazioni sociali, produce l effetto contrario: la persona è confinata in un cimitero virtuale di volti indifferenti e in una solitudine sospesa ai fili degli esili rapporti virtuali. Nell ansietà dell isolamento sociale sostanziale, anche se non apparente, il dipendente da Facebook spesso è vittima di pensieri persecutori (gli altri mi vogliono ridicolizzare, mi vogliono danneggiare) o di riferimento (gli altri parlano di me, scrivono frasi riferite a me) che possono raggiungere le dimensioni schiaccianti della rimuginazione ininterrotta e della paranoia. Con l'utilizzo dei Social Network già molte persone mostrano segni sempre più seri ed invalidanti di dipendenza, con sintomi di tolleranza (assuefazione), ovvero la necessità di stare collegati e/o aggiornare i contenuti personali della propria pagina sempre di più ad ogni nuova connessione per raggiungere la medesima sensazione di appagamento; sintomi di astinenza, cioè la sperimentazione di intensi disagi psico-fisici nel caso non ci si colleghi per un certo periodo; ed infine sintomi di Craving, 22

ovvero la presenza sempre maggiore di pensieri fissi e di forti impulsi verso come e quando connettersi. I sintomi della dipendenza da Facebook si possono riassumere in: sintomi psichici; tristezza, preoccupazione, indifferenza, apatia, indecisione, inibizione nelle relazioni sociali reali, diminuita capacità attentiva e mnemonica, pessimismo, idee di rovina o di catastrofe imminente, auto-svalutazione, senso di colpa, sospettosità nei confronti degli altri sintomi psicosomatici; insonnia con risvegli notturni immotivati caratterizzati dal pensiero delle relazioni o delle attività online, affaticamento cronico, annebbiamento della vista o sensazioni di visione anomala, emicranie, senso di oppressione al petto, nausea e disturbi dell alimentazione. Sul piano dei comportamenti, alcune modalità sono spie da dipendenza da social-network: connettersi più volte al giorno e più volte nelle stesse ore; pensiero rivolto costantemente alle attività sul profilo; interrompere il lavoro o lo studio per aprire la schermata del social-network; possedere e aggiornare più di un profilo; continuare l attività su Facebook anche durante i pasti; sentirsi tesi e nervosi se non si può accedere al socialnetwork perché senza connessione; 23