Il nostro Progetto La scelta? Essere indipendente!

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1 Il nostro Progetto La scelta? Essere indipendente!, in un ottica di prevenzione della salute, si è proposto di offrire ai ragazzi del secondo anno un occasione di discussione e di riflessione all interno del gruppo classe sul tema della prevenzione alla dipendenza da sostanze stupefacenti. Abbiamo deciso di incontrare i ragazzi del secondo anno, in quanto, i dati forniti dall Istituto di Ricerca Nazionale sulla Salute e sulla Tossicodipendenza hanno stimato che il 20% della popolazione italiana dell età anni fa uso di droghe illegali, è stato stimato che 208 milioni di persone in tutto il mondo fanno uso di droghe illegali. Secondo il rapporto mondiale delle Nazioni Unite 2009 sulla droga, quella più comunemente usata è la marijuana; circa il 3,9% della popolazione mondiale dell età compresa tra i anni abusano di marijuana. I giovani, oggi, sono esposti più che mai alla droga. Un indagine fatta nel 2008 su italiani tra i 14 e i 30 anni ha trovato che il 29% faceva uso di marijuana o hashish molto spesso, e che il 14% faceva frequentemente uso di cocaina e questo uso porta facilmente alla dipendenza.

2 Gli obiettivi che ci siamo poste sono stati sostanzialmente raggiunti, in quanto, i ragazzi sembrano aver appreso una maggior conoscenza dell argomento ed una maggiore consapevolezza riguardo alle scelte personali, mostrandosi più sensibili e riflessivi; abbiamo riflettuto insieme sulle possibili problematiche di tipo sanitario, sui danni fisici e psicologici connessi alla dipendenza e sugli interventi di cura; abbiamo aiutato i ragazzi a distinguere la dipendenza psichica da quella fisica: la prima si riferisce al

3 desiderio di sperimentare gli effetti benefici legati all'assunzione della droga, la fuga dall'ansia e dal conflitto, l'evasione dalla noia; la seconda, invece, si riferisce alle modificazioni chimico-fisiche che la droga produce nell'organismo, per cui esso non può più farne a meno. Abbiamo visto insieme come la droga si inserisca nel metabolismo in modo tale da divenire essenziale per il funzionamento dell'organismo ed, inoltre, abbiamo affrontato il fenomeno dell'assuefazione e della tolleranza; infine, abbiamo riflettuto insieme su come l assenza di droga dall'organismo provochi segni e sintomi di squilibrio, di sofferenza e di alterazione funzionale, che si rintracciano nella sindrome dell astinenza, che spinge al desiderio di continuare ad assumere la sostanza. Abbiamo aiutato i ragazzi a classificare le droghe ed a pensare come una piccola quantità agisca come stimolante (aumentando l attività) e su come una quantità maggiore agisca come sedativo (arrestando l attività), ed inoltre come una dose ancora più elevata possa avvelenare o uccidere. Questo vale per qualsiasi droga, infatti, cambia solo la quantità necessaria a determinare tale effetto. In particolare, sembra che i ragazzi non abbiano la percezione del rischio data dall assunzione dei primi contatti in età minorile; per tale ragione abbiamo speso un tempo sufficientemente ampio per informarli sui danni a livello neurologico e cerebrale dati dall assunzione delle droghe alla loro età, e non sembrano affatto consapevoli dei danni irreversibili anche dopo i primi contatti di alcune sostanze, quali ecstasy. Abbiamo rilevato, inoltre, come tra gli adolescenti le sostanze stupefacenti vengano spesso utilizzate per disinibirsi, ed insieme abbiamo rintracciato le motivazioni più frequenti che spingono i giovani ad assumere le sostanze, in particolare la marjuana: per desiderio di evasione, per emulazione, per sentirsi più grandi, la noia e per affrontare le ansie di crescita.

4 Il nostro incontro, articolato in due ore per classe, è stato caratterizzato da un alternanza di fasi: una, in cui abbiamo fornito ai ragazzi informazioni a livello teoricoscientifico, dove si è dato spazio all espressione di propri dubbi e richieste di chiarimento, ed un altra, a carattere esperienziale dove ognuno poteva riportare spontaneamente le proprie conoscenze, racconti e storie. Il dato più interessante che attinge alla consapevolezza dei ragazzi riguardo alle conseguenze date dall uso della cannabis è il cambiamento della personalità; alcuni ragazzi sembrano aver appreso tale informazione dall esperienza o dai racconti di coetanei. Ciò sembra spaventare i ragazzi e tale informazione sembra bloccare la curiosità del provare. A livello metodologico, abbiamo deciso di utilizzare delle slides e video per aiutare i ragazzi a focalizzare l attenzione su ciò che proponevamo loro e per spingerli ad una riflessione personale sulla tematica in questione. Inoltre, all inizio di ogni incontro, abbiamo spiegato alcune regole minime per la discussione, allo scopo di organizzare un Focus Groups, strumento efficace per conoscere il punto di vista di coloro che sono chiamati ad esprimere la propria esperienza, e per scambiare informazioni sull argomento in questione con tutti i componenti del gruppo, in un tempo relativamente breve. Abbiamo adottato una metodologia alternativa rispetto alla lezione frontale classica cercando di mantenere sempre alto il coinvolgimento dell intero gruppo, dal momento che riteniamo che il gruppo-classe possa essere una risorsa collettiva che funziona come contenitore emotivo; abbiamo utilizzato uno stile circolare dove tutti sono stati chiamati ad esprimersi sul tema trattato. I ragazzi sono stati stimolati alla riflessione sugli aspetti psicopatologici e clinici della dipendenza, sulle influenze dei fattori socio-ambientali e sui fattori di rischio e quelli di protezione. È stato esplicitato il circuito della dipendenza e quali danni può comportare l assunzione di sostanze dal punto di vista fisico, neurologico e psichico; inoltre, i ragazzi sono stati informati sui diversi servizi, che si occupano del trattamento delle dipendenze sul nostro territorio. Siamo rimaste colpite dall importanza che i ragazzi sentono riguardo il fatto che l incontro sia stato condotto da psicologhe sia rispetto al tema trattato sia rispetto alla loro età; dai loro pensieri

5 emerge che la figura dello psicologo rispetto a quella del medico abbia funzioni diverse: la capacità di ascolto, l abilità nel mettersi nei panni dell altro, il ricevere informazioni non solo sui danni ma anche conoscere le motivazioni consapevoli ed inconsapevoli che spingono all uso delle sostanze, la capacità di relazionarsi con gli adolescenti, la possibilità di aprire spazi di riflessione, la stimolazione verso una modalità consapevole di fronte le scelte personali e il fare esperienza della complessità dell interconnessione di pensieri, comportamenti e vissuti/emozioni. Alla conclusione di ogni incontro abbiamo somministrato un questionario per valutare l efficacia dell intervento. Dalle risposte al questionario è emerso che in tutte le classi i ragazzi hanno considerato l incontro: utile nel 97% e che ha ampliato la propria conoscenza in merito all argomento sempre nel 97% dei casi. Per quanto riguarda il quesito relativo al lavoro in classe con professionisti del settore, i ragazzi, nell 86%, si mostrano favorevoli rispetto alla figura dello psicologo, che oltre a fornire informazioni, è maggiormente interessato alla componente motivazionale e psichica, che coinvolge gli adolescenti che fanno uso di sostanze. Inoltre, i ragazzi hanno ritenuto l incontro un occasione di riflessione alla loro età (88%). In conclusione, si evidenzia che nell 88% dei casi i ragazzi hanno aumentato la propria consapevolezza riguardo alle scelte personali. Droghe Numerosità Conoscenza Utilità Riflessione Consapevolezza Psicologia

6 Droghe Percentuale Conoscenza Utilità Riflessione Consapevolezza Psicologia 88 Carlotta Passi e Federica Pricci

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