Zona LPN. ...sicuri nella tormenta. numero 14 dicembre 2009. bollettino non conforme



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Transcript:

Zona LPN bollettino non conforme numero 14 dicembre 2009...sicuri nella tormenta

Pagina 2 ASSE CHE NON VACILLA: pag. 3 BUON 2010 AMATRICI IN CAMPO: pag. 4 PER IL SOCIALE COPENAGHEN: pag. 5 VINCE IL TURBO CAPITALISMO RIFUTI INGOMBRANTI: pag. 6 COME SMALTIRLI I GUERRIERI DELLA NOTTE pag. 7 DI WALTER HILL HOCKEY SU GHIACCIO: : pag. 8 REGOLE ED ORIGINI EDUCAZIONE SIBERIANA: pag. 9 ZAGOR: pag. 10 SPIRITO CON LA SCURE CANTIERE L.P.N.: pag. 11 ZonaLPN: agenzia di informazione interna a cura dell ass. cult. LPN S O M M A R I O

Pagina 3 ASSE CHE NON VACILLA: BUON 2010 Cinque attività hanno una grande portata sotto il cielo, si praticano con tre mezzi [ o con tre virtù], intendo dire che ci sono obblighi tra principe e ministro, fra padre e figlio, fra marito e moglie, fra fratelli maggiori e minori, e fra amici. Questi sono i cinque obblighi che hanno una grande portata sotto il cielo. Le tre virtù effettive sono: conoscenza, umanità, energia, e sono da praticarsi unitamente, non distaccate l una dall altra. Ezra Pound traduce il Chung Yung di Tsze Sze, nipote di Confucio. Chung Yung significa L asse che non vacilla

Pagina 4 AMATRICI IN CAMPO: PER IL SOCIALE È stato presentato domenica 20 dicembre dalle ore 16.30 il calendario 2010 Amatrici Calcio Locri denominato Tutte in campo per il sociale. Un iniziativa voluta dalla squadra di calcio a 5 femminile per contribuire alla raccolta fondi per l associazione territoriale GADCO (Gruppo Avis Donatrici Cordone Ombelicale. Il ricavato supporterà una causa sociale, a parere delle ragazze, importante, per sensibilizzare le donne in gravidanza e quindi donare il proprio cordone ombelicale. Un gesto semplice e gratuito, come sottolinea anche la presidente della Gadco, dottoressa Angela Epifanio, compiaciuta dell interesse che la squadra ha riservato alla sua associazione. Il cordone lo può donare qualsiasi donna ed è un atto che contribuirà a salvare molte vite e a diminuire molte malattie. La donazione del sangue ombelicale ha il vantaggio di non causare alcun rischio per chi lo dona (la mamma e il bambino) e può essere prelevato e conservato anche per molti anni, in modo di essere sempre disponibile al momento del bisogno. Un gesto semplice ma prezioso. Rappresenta una scelta solidale importante perché il sangue in esso presente contiene le cellule staminali identiche a quelle che si trovano nel midollo osseo (capaci, quindi, di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), che possono restituire la speranza a chi soffre di gravi malattie. Per trovare informazioni sulla donazione, i centri dove è possibile farla e la prassi da seguire, si può contattare la Gadco, che in questo periodo, sta tentando di supportare il lavoro dei ginecologi dell Asl9, dove le difficoltà sono molte ma c è la volontà degli operatori di mantenere il servizio della donazione e raccogliere i cordoni che saranno conservati nella banca di cordone ombelicale di Reggio Calabria. A sostenere questa causa sociale è stata interpellata anche l Associazione Amici di Filippo, associazione che contribuisce alla ricerca sul cancro. L idea è stata sposata in pieno dal suo presidente Francesco Diano e lo staff che hanno voluto aderire al progetto Tutte in campo per il sociale. Lo sport e il sociale, ancora una volta insieme auspicando di raggiungere la sensibilità delle persone, che potranno, dare un loro contributo per sostenere il progetto solidale. Trenta donne, dunque, che indossati gli abiti da fotomodelle hanno voluto con 12 scatti originali e divertenti, marcare il senso della donazione. Rappresentano tutti i mesi dell anno con la compagnia di piccoli bambini, il nostro futuro. Donare è lo slogan di questo Natale 2009 festeggiato insieme alla società domenica stessa in occasione della partita in casa contro la Lab Soccer 2009 (Palasport ore 18.00). Un momento che ha visto la piacevole partecipazione della scuola del infanzia del circolo di Locri che aprirà la serata con un esibizione di canti natalizi.

Pagina 5 COPENAGHEN: VINCE IL TURBO CAPITALISMO È difficile dire se si possa definire un fallimento annunciato. Ma alla fine il risultato è lo stesso. Annunciato o non annunciato il vertice di Copenaghen sul clima si è concluso con un (quasi) nulla di fatto. Usa, Cina, India, Brasile e Sudafrica hanno siglato un accordo che conferma, ma molto debolmente, l impegno a contenere nei due gradi centigradi l aumento della temperatura terrestre (patto che era già stato siglato durante il G8 dell Aquila) mentre si è sorvolato sul punto centrale: la riduzione dell emissione dei gas serra rinviando la discussione a tra sei mesi, quando è previsto il vertice di Bonn. Il risultato è reso meno fallimentare solo dalla riconferma che esiste un asimmetria di responsabilità tra i diversi paesi e dall impegno a trasferire una certa quantità di soldi - 30 miliardi l anno entro il 2012, 100 miliardi l anno entro il 2100 ai paesi in via di sviluppo e a economia emergente. Ma questo non è bastato agli altri Paesi, soprattutto quelli africani, che dopo aver protestato hanno semplicemente «preso atto» del patto siglato di fatto rimandandolo al mittente. L esponente del Sudan, in rappresentanza, del G77 ha paragonato l accordo tra i grandi a un Olocausto inflitto alla sua Africa. Hanno ragione loro. L accordo siglato non può bastare. Il quadro che il vertice internazionale ci offre è infatti quello di una crisi politica a tutto tondo: crisi dei rapporti internazionali, ma anche crisi strategica su come davvero affrontare la crisi ambientale che, giorno dopo giorno, sta distruggendo il pianeta in cui viviamo. La crisi internazionale si è giocata su due fronti principali: i contrasti tra Usa e Cina da una parte, lo scacco dell Europa dall altra. Fin dal suo arrivo a Copenaghen un Barack Obama molto attivo ha cercato di fare pressione sulla Cina (al momento il massimo produttore di gas serra, mentre il record pro capite resta però ancora nella mani degli Stati Uniti) a siglare un accordo che cercasse di affrontare per davvero le questioni in campo. Ma la Cina, rappresentata dal Primo ministro Cinese Wen Jiabao, non ha ceduto e a un certo punto sembrava che potesse saltare tutto. Il protagonismo degli Usa e della Cina ha messo in un angolo l Europa e questo, oltre a inficiare l esito del summit, ha comunque delle ricadute negative, perché va a indebolire una realtà politica giù risibile e incapace di andare nei consessi internazionali con una posizione forte e comune. Ma come mai Obama non è stato in grado di portare a casa di più? Il punto è che lo stesso presidente Usa deve fare i conti con la crisi e con un opinione pubblica preoccupata del futuro. E oggi il futuro è rappresentato soprattutto dal lavoro di fabbrica e da quell industria pesante responsabile delle emissione di gas serra, ma anche dello sviluppo economico che sta vivendo la Cina. Siglare un accordo sul clima al rialzo significava e significa mettere in discussione anche il modello di sviluppo, prevedere una sterzata, mettere in atto un piano anticrisi che ancora una volta non punti tutto sulle attività inquinanti e su un capitalismo turbo che non rinuncia allo sfruttamento e al profitto über alles. È impossibile? Crediamo di no. Sicuramente è necessario, pena l estinzione della vita per come l abbiamo conosciuta finora. La rivolta anche se poi rientrata nella formula prendiamo atto degli altri paesi, i Paesi cioè che non guadagnano nulla, ma perdono molto, fa sperare che qualcosa cambi e che al prossimo summit lo scontro sia maggiore e migliore sia l accordo. Ma perché questo accada occorre che cambi anche la mentalità delle persone. Che i cittadini e le cittadine di tutto il mondo sentano il problema dell ambiente non come qualcosa lontano, estraneo, che non li tocca. In realtà i mutamenti del clima e dell ecosistema in generale incidono già fortemente sulle nostre vite, ma ancora di più incideranno sulle generazioni future. E questo è un problema anche nostro. (articolo tratto da il Fondo Magazine www.mirorenzaglia.org )

Pagina 6 RIFIUTI INGOMBRANTI: COME SMALTIRLI Quante volte nell andare a buttare il normale sacchetto della spazzatura, negli appositi contenitori, ci siamo imbattuti in vecchi frigoriferi, lavatrici rotte, divani sgangherati e tanto altro ancora, tante, troppo volte ed allora, perché non si possa dire io non lo sapevo, l assessorato all ambiente del nostro comune ha reso noto, modalità e luoghi di smaltimento ed una nota è giunta anche a noi, che con immenso piacere pubblichiamo, rispettare l ambiente, vuol dire rispettare noi stessi, la nostra terra, la nostra civiltà. CITTA DI LOCRI AVVISO ALLA CITTADINANZA L Assessore all Ambiente, Sanità e Innovazioni Tecnologiche Dott. Tommaso Raschellà Rende noto alla cittadinanza che le modalità di smaltimento per i rifiuti considerati ingombranti quali non possono essere riposti nei normali cassonetti di raccolta sono: 1) Nel Territorio comunale di Locri è attivo un punto di raccolta gratuito dei rifiuti domestici ingombranti, quali vecchie reti, materassi, poltrone, divani, arredi vari, frigoriferi, surgelatori, televisori, lavatrici, lavastoviglie, elettrodomestici in genere, monitor, stampanti, condizionatori, apparecchiature obsolete o fuori uso; sfalci di potatura ed erba; situato presso i locali in Contrada Basilea, di fronte al cimitero comunale. Il servizio è attivo nei giorni di Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 2) Il servizio di ritiro a domicilio gratuito dei rifiuti domestici ingombranti quali vecchie reti, materassi, poltrone, divani, arredi vari, frigoriferi,surgelatori, televisori,lavatrici, lavastoviglie, elettrodomestici in genere, monitor, stampanti, condizionatori, apparecchiature obsolete o fuori uso; contattando la società LOCRIDE AM- BIENTE al numero 0964384847. 3) Il servizio di raccolta dei rifiuti speciali a pagamento contattando la società LOCRIDE AMBIENTE al numero 0964384847.

Pagina 7 I GUERRIERI DELLA NOTTE: DI WALTER HILL È un gran film, I guerrieri della notte, tocca dirlo subito, ha dalla sua parte non solo una storia ben scritta, essenziale, ma anche uno sviluppo narrativo che mostra la bravura di un cineasta che non ha alcuna voglia di perdersi in fronzoli, inutili dettagli, noiose introspezioni, ma vuole solamente raccontare una storia, presentare ciò che accade in una notte di ordinaria follia in una città incubo come New York. Walter Hill, il regista, è qui alle prime armi, e qualche ingenuità nella direzione degli attori si nota subito, ma i difetti sono superati dalla eccezionale capacità di trasformare ogni ombra del film in un incubo, il merito di organizzare una sorta di ritorno a casa a tappe che somiglia ad una sorta di partita di baseball, dove le stazioni della metropolitana diventano le basi che i Warriors devono conquistare per sfuggire all ira di chi li ritiene responsabili di un omicidio e abbandonare quella sorta di inferno che è diventata la città. È proprio su questo equivoco che si basa la fuga dei guerrieri: accusati ingiustamente di aver ucciso un ambiguo personaggio che sobilla le piccole gang della città alla violenza, i Warriors hanno il problema di dover tornare a casa, all altro capo della città, respingendo i tranelli e gli agguati organizzati dalle altre gang. Scene memorabili: lo scontro con i giocatori di baseball, le fughe nella metropolitana, la bottiglia incendiaria che allontana i pavidi Orfani, il tranello teso da una gang formata da ragazze, e poi lo scontro finale, al termine della tremenda nottata, sulla spiaggia, alle prime luci dell alba. Dei nove Warriors, due perderanno la vita, uno sarà arrestato, ma i sei superstiti potranno andar orgogliosi di aver condotto a termine la loro battaglia. Violenza metropolitana, dunque, ancora al centro delle proposte cinematografiche, siamo alla fine degli anni settanta e questo decennio che ha avuto al suo inizio un capolavoro come Arancia meccanica, si chiude idealmente con I guerrieri della notte, che un capolavoro non è meno significativo del film di Kubrick. Il degrado della metropoli, la legge della giungla che impera di notte, i quartieri dormitorio in cui le strade sono alla mercé di chiunque quando fa buio. E poi la voglia matta dei giovani di uscire dal ghetto, di far gruppo, di dominare. Hill accenna a tutti questi temi senza mai farne menzione in un solo dialogo: ai registi di talento basta mostrare, non serve a nulla dimostrare, per fare dei buoni film.

Pagina 8 HOCKEY SU GHIACCIO: REGOLE ED ORIGINI La ricerca e lo studio delle origini dell hockey su ghiaccio costituiscono senza dubbio un avventura affascinante, ma al tempo stesso complessa: fin dai tempi più antichi, i paesi con clima freddo sono stati teatro di giochi con pattini e bastoni, quindi è praticamente impossibile definire con precisione il punto di partenza dell hockey su ghiaccio moderno; storici e ricercatori hanno spesso presentato opinioni contrastanti e forse l unica certezza risiede nel fatto che l hockey non sia un invenzione estemporanea, quanto piuttosto una lunga evoluzione di giochi. È sicuramente interessante analizzare la parola HOCKEY, cercando di capirne l origine: ci sono testimonianze scritte (risalenti alla fine del XVIII secolo) in cui vengono descritte discipline su ghiaccio chiamate appunto hockey, sebbene questo termine fosse già utilizzato da diverso tempo per indicare alcuni giochi su prato. Riguardo all effettiva origine del nome Hockey, esistono alcune ipotesi: a) hockey deriva dall antico germanico hok (oppure hak), il cui significato è pezzo di metallo o legno ricurvo ; da questo termine deriva hook, gancio nell inglese moderno. b) hockey deriva dall antico francese hoquet, che significa bastone di legno ricurvo o bastone del pastore ; con hoquet si indicava anche un primordiale gioco su prato con bastoni tipico della Francia. c) hockey deriva da hoo-gee, che nella lingua dei Nativi Americani presenti in Canada significa che male!. d) nella tradizione popolare canadese, spesso vengono raccontate le vicende di un certo Colonnello Hockey, il quale a metà del XIX secolo avrebbe ideato un passatempo per i suoi soldati: il gioco di Hockey ben presto sarebbe diventato semplicemente hockey. Tuttavia, soltanto le prime due ipotesi hanno un fondamento storico, mentre le altre due sono piuttosto improbabili, soprattutto quella del Colonnello Hockey. Durata: Un incontro di hockey su ghiaccio dura 60 minuti (tre tempi - chiamati anche drittel - da 20 minuti). Poiché ogni interruzione di gioco comporta lo stop al cronometro (si gioca quindi con tempo effettivo come nel basket ad esempio), una partita dura in realtà molto più a lungo (un tempo dura in media tra i 30 e i 40 minuti). In alcune competizioni se dopo i tre tempi il risultato è ancora in parità, viene disputato un tempo supplementare di 5 minuti, con la regola della sudden death, in pratica chi segna vince. Nelle competizioni ad eliminazione diretta ed in alcuni campionati (es. NHL o campionato tedesco) se dopo il supplementare la parità permane, viene battuta una serie di 5 rigori (shoot-out), che proseguono ad oltranza in caso di ulteriore parità. Ogni squadra può usufruire di un interruzione di gioco da 30 secondi a partita (time-out). Tra un tempo e l altro c e una pausa di 15 minuti, usata per rimettere a nuovo la pista, utilizzando un apposita macchina chiamata Zamboni, che stende sul ghiaccio, rovinato dalle pattinate, un sottile strato di acqua bollente che ripristina l iniziale stato. Scopo: I giocatori usano una mazza, o bastone, (stick) che termina con una lama piatta per controllare e tirare un disco di gomma dura chiamato puck. L obiettivo di ogni squadra è tirare il puck all'interno della porta avversaria e, ovviamente, impedire agli avversari di segnare. Si può portare avanti il puck con il pattino, ma non è consentito segnare in questo modo. Vietato è anche giocare il puck col bastone alto (ossia col bastone al di sopra della spalla), è consentito però bloccarlo con la mano. I passaggi con la mano e le reti segnate con la mano non sono consentite Giocatori: Nelle competizioni maschili le squadre sono formate da un massimo di 20 giocatori più 3 portieri, in quelle femminili da un massimo di 18 giocatrici più due portieri. Una squadra non può avere più di 6 giocatori sul ghiaccio durante lo svolgimento del gioco: un portiere, due difensori, tre attaccanti. Come si gioca: Durante una partita possono esserci sul ghiaccio sei giocatori contemporaneamente. La regola prevede che siano cinque giocatori di movimento e un portiere, ma in situazioni particolari, il portiere può essere sostituito da un sesto giocatore di movimento.

Pagina 9 EDUCAZIONE SIBERIANA N. LILIN - EINAUDI 20,00 È uscito da pochi mesi ed è già un caso editoriale, se non altro per le 40 mila copie già vendute. Parliamo di Educazione siberiana, esordio letterario benedetto da una casa editrice di prima fascia come Einaudi del 28enne Nicolai Lilin. Ce ne occupiamo perché, nonostante sia un opera scritta in italiano, Lilin è nato e cresciuto nell ex Unione Sovietica, più esattamente in Transnistria, una striscia di terra posta fra la Moldavia e l Ucraina, nel 1990 autoproclamatasi indipendente e che come tale si comporta, sotto la protezione russa, nonostante mai sia stata riconosciuta come tale dalla comunità internazionale. Ma se Bender, la città natale di Lilin, si trova nel sud della Transinistria, non lontano dal Mar Nero, i suoi avi, la formazione ricevuta, credenze e antipatie, tutto è legato all etnia a cui appartiene, quella degli urca siberiani, popolazione vittima come tante altre delle deportazioni staliniane della prima metà del novecento ma al cui nome sono generalmente legati sinistri racconti. Ed è di questa formazione che narra Educazione siberiana : come lo stesso Lilin ammette in una recente intervista a Fiammetta Cucurnia su Venerdì di Repubblica, lo scrittore-protagonista ha volutamente mantenuto quella percezione degli eventi e dei personaggi, per certi versi fiabeschi, per altri ingenui, che è rimasta al sé stesso bambino e poi adolescente, senza preoccuparsi di raccontare una storia capovolta, in cui i criminali sono i buoni e i tutori dell ordine diventano gli odiati nemici da uccidere o umiliare. Ne è venuto fuori un racconto letterariamente godibile (pazienza per le critiche di mistificazioni e ricostruzioni storiche fantasiose) e per molti aspetti eccezionale. Tale è certamente il bagaglio di esperienze accumulate da Lilin nei suoi primi sedici anni di vita, trascorsi all interno di una comunità che viveva di attività criminali e che preparava le nuove generazioni a proseguire su quella strada, educandole con norme rigide e piuttosto complesse. Usi e costumi degli urca siberiani, così come accade a tante altre minoranze assaltate dal tempo e da nuovi nemici, stanno rapidamente scomparendo. Grazie a Lilin, possiamo dire, non tutto andrà perduto per sempre, come lacrime nella pioggia... Quel modo di vedere sé stessi e il mondo esterno che era proprio di uomini abituati a vivere in galera più che in libertà, e di donne abituate ad aspettarli, sopravvivrà almeno nelle pagine del suo libro, in cui registri diversi: affetto, malinconia, umorismo, rendono lieve l incombere dell inevitabile fine drammatica, per chi la vive di un epoca. Eccezionale è anche il fatto che uno scrittore in erba, dallo stile ancora grezzo e dall italiano imperfetto, trovi un editore del prestigio di Einaudi a pubblicarne l opera prima. Il suo modo di scrivere, d altronde, è intrigante e suscita simpatia: ci è piaciuto molto l uso della digressione, dell andar fuori tema, che Lilin fa a piene mani per tratteggiare, come piccole matrioske, nuove storie e personaggi all interno del filo narrativo principale. Nicolai Lilin, il cui prossimo romanzo sulla guerra in Cecenia, a cui ha preso parte durante la leva fra le fila dell esercito russo, è in previsione per il 2010. Lilin è in Italia da solo sei anni, vive a Cuneo e di professione fa il tatuatore, e anche questo rientra nell eccezionalità del suo personalissimo caso. Al lettore, poi, lasciamo il piacere di scoprire come e perché egli abbia imparato l arte del tatuaggio e quale sia il nesso con l educazione siberiana ricevuta o, altrimenti, saperne di più seguendo il link sotto riportato: www.nicolaililin.com (articolo di Marcello Brignone tratto da russianecho.net)

Pagina 10 ZAGOR: SPIRITO CON LA SCURE Il suo vero nome è Patrick Wilding, ma gli indiani lo chiamano Za-gor-te-nay, Lo Spirito con la Scure. Sulla Vecchia Frontiera americana della prima metà del Diciannovesimo secolo, Zagor si batte per mantenere la pace, proteggere le tribù indiane e dare la caccia ai criminali. Figlio di un ufficiale dell esercito ritiratosi a vivere da pioniere nei boschi del Nord-Est, Patrick Wilding vede morire i genitori a opera di una banda di indiani Abenaki guidati da Salomon Kinsky. Raccolto da uno strano filosofo vagabondo che si fa chiamare Wandering Fitzy e che gli fa da maestro, il ragazzo cresce desiderando la vendetta. Quando riesce ad attuarla, scopre, però, che il padre era stato a sua volta un massacratore di indiani e comprende la relatività dei concetti di Bene e di Male. Questo lo spinge a trasformarsi (complice una famiglia di saltimbanchi, i Sullivan, che ne curano il look ) in Za-gor-te-nay o, più brevemente Zagor: una sorta di giustiziere sempre pronto a schierarsi con i deboli e gli oppressi, rossi, bianchi o neri che siano. Presa dimora in una capanna costruita su un isolotto circondato dalle sabbie mobili, in una palude della foresta di Darkwood, Zagor inizia la sua opera pacificatrice, mitizzato dagli indiani che lo credono uno spirito immortale e rispettato dai bianchi che ben ne conoscono le capacità. Vestito del suo inconfondibile costume rosso dalla foggia indiana, con il simbolo dell Uccello Tuono sul petto, combatte per la Giustizia, usando la pistola, ma soprattutto una scure di pietra che maneggia con incredibile maestria. Agile, forte e atletico, Zagor sfrutta queste sue doti per far credere di essere un messaggero di pace del Grande Spirito. Non è un solitario e arrogante giustiziere: al contrario! Leale e generoso, nonché dotato di un animo vagabondo, Zagor ha numerosi amici ed è pronto ad accorrere, accompagnato dal fedele amico Cico, dovunque ci sia bisogno di lui. E guai ai malvagi che sentono echeggiare il suo grido di battaglia! Con questi elementi che mescolano abilmente Tarzan, Davy Crockett e l Uomo Mascherato, Sergio Bonelli, con lo pseudonimo di Guido Nolitta, ha dato il via, nel 1961, a una saga tuttora in evoluzione, che ha saputo conquistare i favori di un numeroso pubblico, grazie anche alla varietà delle storie che, partendo da una ambientazione western da Vecchia Frontiera e garantendo sempre e comunque abbondanti dosi di avventura, spaziando dai temi horror a quelli fantascientifici, dalla magia al giallo. Il personaggio è stato creato graficamente dall abile mano di Gallieno Ferri. I suoi amici: Cico (il suo nome completo è Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales) è il migliore amico di Zagor e suo principale compagno d avventure. Buffo, grassottello, pasticcione nato, lo si direbbe un assistente improbabile per un eroe come Zagor. Ma nonostante sia tutt altro che coraggioso, Cico segue Zagor dovunque, come un vero amico fedele: qualche volta lo ha tolto dai guai, ma più spesso, con la sua sbadataggine, ce lo ha cacciato! È l elemento comico della saga, protagonista di esilaranti gag. Cico può essere considerato la versione messicana in carne e ossa di Donald Duck, dotato di una sfortuna cieca e di una fame atavica. Tonka, fratello di sangue di Zagor, è l audace e saggio capo dei Mohawk, al fianco del quale lo Spirito con la Scure ha combattuto minacce che mettevano in pericolo l'intera Darkwood, fin dal primo incontro fra i due, quando insieme sventarono la congiura di un gruppo di profittatori bianchi che si facevano credere gli dei degli Irochesi. I trappers Doc Lester e Pablo Rochas, protagonisti di allegre bevute ed epiche scazzottate nel corso dei rendez-vous di primavera,, fanno parte anch essi dei fedeli amici di Zagor, pronti a tutto per lui. Amici come Satko, avvocato Cherokee laureato che difende in tribunale la causa degli indiani; come Lupo Grigio, capo Comanche in lotta contro i Texas Rangers; come Manetola, capo Seminole in rivolta contro l'esercito Usa; come Liberty Sam, lo schiavo nero fuggiasco; come il capitano Honest Joe, che solca i mari del nord con la sua nave mercantile; come Lord Fraser, il coraggioso esploratore artico...ma nelle sue avventure marinare Zagor si accompagna soprattutto alla ciurma della Golden Baby, la baleniera di Capitan Fishleg, un saggio lupo di mare dai capelli bianchi che comanda un variegato e pittoresco equipaggio di avventurieri: Zarkoff, Ramath, Tarawa, Orsovic, Virginia (nipote del capitano e con un debole per Zagor). Non tutti gli amici di Zagor sono eroici e integerrimi come quelli citati. Una caratteristica della serie è l esistenza di molte figure incerte tra il Bene e il Male. Tra gli amici di questo tipo possiamo mettere Guitar Jim, il rapinatore menestrello che gira per il West con una pistola nascosta nella chitarra, e Andrew Cain, fanatico cacciatore di mostri e di stregoni, che combatte i Demoni della dimensione segreta dell Oltremondo e i maghi negromanti della terra africana di Kush. Altri amici ancora sono sospesi tra il serio e il faceto. Possono essere protagonisti di avventure serie, ma, proprio come Cico, anche di siparietti comici destinati ad alleggerire la tensione.

CANTIERE LPN: ATTIVITA MILITANTE Pagina 11 LPN LOCRIPATRIANOSTRA SONO DISPONIBILI I NUOVI ADESIVI, INFO AL SOLITO INDIRIZZO: locripatrianostra@libero.it SONO DISPONIBILI LE NUOVE FELPE TARGATE LPN, TAGLIE S, M, L, XL PER SAPERNE DI PIU : locripatrianostra@libero.it 9 GENNAIO 2010 ORE 18:00 PALAZZO NIEDDU DEL RIO LOCRI LPN E LIETA DI PRESENTARE CONTROSTORIA DELLE CALABRIE DI ULDERICO NISTICÒ È in arrivo il secondo numero di PUNTO D IMPATTO (SARÀ PRESENTE L AUTORE)

Tra una botta che prendo e una botta che do tra un amico che perdo e un amico che avrò che se cado una volta una volta cadrò e da terra, da lì m'alzerò