10 gennaio Patti di collaborazione per l amministrazione condivisa dei beni comuni: un nuovo paradigma di governance urbana

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10 gennaio 2019 Patti di collaborazione per l amministrazione condivisa dei beni comuni: un nuovo paradigma di governance urbana 1

Il paradigma partecipativo di governance urbana mette a sistema 4 fattori. Gli ambienti urbani Cittadini attivi Gruppi informali Associazioni riconosciute Fondazioni la co-decisione Amministrazione comunale Le nuove opportunità di valorizzazione Spazi e ambienti urbani, pubblici, sia del Comune che di altre pubbliche amministrazioni, o anche di privati, si trasformano in luoghi ai quali una comunità, mediante la sua cura, assegna un nuovo significato: beni comuni. 2

Questo modello di governance assume due premesse: gli spazi individuati come beni comuni devono essere destinati a funzioni di interesse generale e alla pubblica fruizione, gli interventi dei cittadini non sostituiscono attività ricomprese nei programmi dall amministrazione comunale, ma sono aggiuntive e migliorative. Si realizzano allora due finalità fondamentali: I cittadini e l amministrazione comunale si pongono, in termini politici e giuridici. in una relazione paritaria, con la quale si viene ad una decisione congiunta sulle finalità pubbliche da realizzare negli spazi urbani; I cittadini attivi si prendono cura diretta degli spazi e degli ambienti, con la collaborazione dell amministrazione comunale; in tal modo si creano relazioni di comunità, nuove reti sociali, nei luoghi urbani interessati. 3

Questo modello ha bisogno di un quadro semplice e chiaro di regole, che, sulla scia dell esperienza pilota del Comune di Bologna (2014), è costituito dal «regolamento per l amministrazione condivisa dei beni comuni urbani» Lo strumento giuridico per attivare questo rapporto con i cittadini attivi è il «patto di collaborazione»; oggi sono 180 i comuni che hanno adottato il regolamento, e altri 80 ne hanno avviato l approvazione (fonte: Labsus.org) Il Comune di Milano ha deciso di pervenire al regolamento mediante un percorso induttivo di costruzione normativa, partendo dalla pratica. Con la deliberazione n. 461/2018, la Giunta Comunale ha approvato la sperimentazione dei patti di collaborazione, per un anno, in vista della redazione e approvazione del regolamento, con scadenza marzo 2019. 4

Cosa è possibile fare con i patti di collaborazione: Interventi di cura, singoli o ripetuti; Attività di gestione continuativa; Interventi di rigenerazione, cioè che recuperano il bene a condizioni adeguate di funzionamento; Associare tra loro le attività precedenti. Come si vede, la tipologia delle attività può essere molto varia, e di conseguenza i patti di collaborazione danno luogo a una variegata tipologia sul piano giuridico, questo è un interessante fattore di complessità. 5

Il regolamento, che verrà presentato al Consiglio Comunale a breve, ha tratto insegnamento non solo dalle esperienze condotte nel percorso di sperimentazione tuttora in atto, ma anche da esperienze già consolidate. Nell ambito degli spazi verdi Milano ha una storia di gestioni condivise ricca e di successo: senza pretese di completezza, vanno ricordati il progetto ColtivaMI per lo sviluppo di orti urbani su aree comunali con enti no profit (2012), il progetto analogo per le aree non comunali (2016), la realizzazione del giardino condiviso in via S. Faustino (2016) sull area di una diversa pubblica amm.ne, per non parlare del Parco - giardino condiviso di via Segantini (ex Sieroterapico 2014), ben noto. Desidero ricordare ancora l intervento di rimozione del vandalismo grafico presso il parco Baden Powell (2018), ad opera delle maestranze di una multinazionale, in volontariato d azienda. Anche i plessi scolastici hanno conosciuto e conoscono attività di cura da parte dei genitori attivi, per interventi sia di micro che di macro scala; inoltre hanno beneficiato del contributo offerto dalle risorse umane di alcuni complessi aziendali, ancora in chiave di volontariato d azienda. 6

Nell ambito delle esperienze maturate nel periodo di sperimentazione, o in avanzata fase di elaborazione, si segnalano: L intervento di rigenerazione di via Abbiati (M. 7 S. Siro) in forma di tactical urbanism di concerto con la Direzione Mobilità; Il programma di rimozione periodica del vandalismo grafico presso il terminal autolinee di Lampugnano (M. 8) di concerto con un soggetto privato; I programmi di cura e gestione dell area verde di Largo Balestra (M. 6), del parco Oreste del Buono (M.4), delle aree verdi di via Mompiani (M. 4) di concerto con la Direzione Urbanistica Area verde e Arredo urbano; Il programma di cura e gestione di un area pedonale in via De Castillia (M. 9) Il programma di attivazione di 15 biblioteche di condominio, aperte alla popolazione, in svariati municipi, di concerto con la Direzione Cultura Area biblioteche. 7

Altre proposte di collaborazione sono ancora in fase di approfondimento, perché più complesse. Di questo genere sono le proposte di rigenerazione, che comportano investimenti in opere edilizie. Giova osservare che tutte le attività in rassegna puntano alla rivitalizzazione di contesti urbani decentrati. La sperimentazione in corso ci ha indicato che Milano, per l amministrazione condivisa dei beni comuni, può contare su alcuni elementi di successo: Una vastissima popolazione di cittadini attivi, gruppi informali, associazioni, che un quadro di regole semplici e adeguate può promuovere e sospingere a a fare sistema, a crescere nelle ambizioni e nei risultati; Una cospicua presenza di soggetti, come le fondazioni, ai quali in un quadro normativo congeniale offre un orizzonte chiaro per il sussidio mirato delle politiche pubbliche per i cittadini attivi e i beni comuni; Una amministrazione comunale che si rinnova, nei suoi moduli operativi, per favorire la collaborazione con i cittadini. 8