REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Tribunale di Roma SEZIONE LAVORO Il Tribunale, nella persona del giudice designato Dott. Francesca Romana Pucci Alla udienza del 06/09/2017 ha pronunciato la seguente SENTENZA ex art. 429 comma 1 c.p.c. nella causa iscritta al N. 37659/2016 R.G. promossa da: CIRO SPAGNUOLO e ALESSANDRA GRIECO Con gli Avv.ti ESPOSITO ALDO e SANTONICOLA CIRO RICORRENTI CONTRO MIUR - UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE LAZIO - AMBITO TERRITORIALE PROVINCIALE DI ROMA RESISTENTE OGGETTO: Riconoscimento servizio pre ruolo su sostegno ai fini della mobilità ESPOSIZIONE DEI MOTIVI I ricorrenti Spagnuolo e Grieco, abilitati rispettivamente per la classe di concorso A032 e A043 ed immessi in ruolo su posto di sostegno a decorrere dal 1.9.2015, precisato di aver precedentemente prestato oltre 5 anni di servizio sempre su posto di sostegno in forza di contratti a tempo determinato, precisato di aver presentato domanda per partecipare alle operazioni di mobilità straordinaria per l a.s. 2016/2017 e rilevato che l art. 9 comma 15 dell O.M. 241/16 (poi trasfuso nella successiva ordinanza n.221/17) prevede il vincolo di permanenza quinquennale per i docenti immessi in ruolo su posto di sostegno e che, in forza delle disposizioni del CCNI mobilità ai fini del computo del quinquennio non è valutabile il servizio prestato in posizione di pre ruolo, assumendo la contrarietà di tale disposizione alla direttiva comunitaria, hanno chiesto che in via d urgenza fosse ordinato all amministrazione
resistente di consentire la partecipazione dei docenti alla mobilità considerando la domanda anche come domanda di mobilità da posto di sostegno a posto comune. Malgrado la ritualità della notifica telematica del ricorso introduttivo e del decreto di comparizione, il Miur non si è costituito. Dalla documentazione depositata in atti emerge la effettività delle allegazioni fattuali di parte ricorrente. Ai sensi dell art. 127 TU 297/94 i docenti di sostegno possono chiedere il trasferimento su posto comune dopo 5 anni di appartenenza al ruolo dei docenti di sostegno. Le o.m. relativa alla mobilità riproducono sostanzialmente tale normativa, prevedendo che il personale docente immesso in ruolo per l insegnamento su posti di sostegno può presentare domanda di mobilità solo per tale tipologia di posto per i primi cinque anni dalla decorrenza giuridica dell immissione in ruolo. Viene dunque sancito un vincolo di permanenza quinquennale sul posto di sostegno. La questione controversa concerne la valutabilità nel computo del quinquennio del servizio prestato in posizione di pre ruolo. E sufficiente al riguardo richiamare la clausola 4 dell Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato, trasfuso nella Direttiva 99/70/CE del 28 giugno 1999, che stabilisce che i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive; e che i criteri del periodo di anzianità di servizio relativi a particolari condizioni di lavoro dovranno essere gli stessi sia per i lavoratori a tempo determinato sia per quelli a tempo indeterminato, eccetto quando criteri diversi in materia di periodo di anzianità siano giustificati da motivazioni oggettive. Detta clausola è stata più volte oggetto di esame da parte della Corte di Giustizia dell Unione Europea, che ha affrontato tutte le questioni rilevanti nel presente giudizio. In particolare la Corte di Giustizia ha affermato che: la clausola 4 dell Accordo esclude in generale ed in termini non equivoci qualsiasi disparità di trattamento non obiettivamentegiustificata nei confronti dei lavoratori a tempo determinato, sicché la stessa ha carattere incondizionato e può essere fatta valere dal singolo dinanzi al giudice nazionale, che ha l obbligo di
applicare il diritto dell Unione e di tutelare i diritti che quest'ultimo attribuisce, disapplicando, se necessario, qualsiasi contraria disposizione del diritto interno (Corte Giustizia 15.4.2008, causa C- 268/06, Impact; 13.9.2007, causa C-307/05, Del Cerro Alonso; 8.9.2011, causa C-177/10 Rosado Santana); il principio di non discriminazione non può essere interpretato in modo restrittivo, per cui la riserva in materia di retribuzioni contenuta nell art.137 n. 5 del Trattato (oggi 153 n. 5), non può impedire ad un lavoratore a tempo determinato di richiedere, in base al divieto di discriminazione, il beneficio di una condizione di impiego riservata ai soli lavoratori a tempo indeterminato, allorché proprio l applicazione di tale principio comporta il pagamento di una differenza di retribuzione (Del Cerro Alonso, cit., punto 42); le maggiorazioni retributive che derivano dalla anzianità di servizio del lavoratore, costituiscono condizioni di impiego ai sensi della clausola 4, con la conseguenza che le stesse possono essere legittimamente negate agli assunti a tempo determinato solo in presenza di una giustificazione oggettiva (Corte di Giustizia 9.7.2015, in causa C177/14, Regojo Dans, punto 44, e giurisprudenza ivi richiamata); a tal fine non è sufficiente che la diversità di trattamento sia prevista da una norma generale ed astratta, di legge o di contratto, né rilevano la natura pubblica del datore di lavoro e la distinzione fra impiego di ruolo e non di ruolo, perché la diversità di trattamento può essere giustificata solo da elementi precisi e concreti di differenziazione che contraddistinguano le modalità di lavoro e che attengano alla natura ed alle caratteristiche delle mansioni espletate (Regojo Dans, cit., punto 55 e con riferimento ai rapporti non di ruolo degli enti pubblici italiani Cortedi Giustizia 18.10.2012, cause C302/11 e C305/11, Valenza; 7.3.2013, causa C393/11, Bertazzi). Sotto tale ultimo profilo si osserva che nel caso di specie le ragioni e le condizioni oggettive (le uniche che potrebbero giustificare una diversità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori stabili) non sussistono, sia perché in nessun modo evidenziate dal Miur, sia perché comunque la natura non di ruolo del rapporto di lavoro e la novità di ogni singolo contratto a termine rispetto al precedente non sono elementi idonei a legittimare la disparità di trattamento, né è
tale la particolare modalità di reclutamento del personale del settore scolastico e le esigenze che il sistema mira ad assicurare, trattandosi tutti di elementi esterni alla prestazione che non incidono, in quanto tali, sull incontestata identità delle mansioni e delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa svolta dai docenti assunti con contratto a termine rispetto a quelli di ruolo. Da quanto detto consegue pertanto la non conformità al diritto comunitario delle norme primarie e secondarie che impediscono di valutare il servizio prestato in posizione di pre ruolo ai fini del computo dell anzianità di servizio e, per quanto qui rileva, ai fini del computo del vincolo quinquennale di stabilità. Ciò posto, è noto che l interpretazione delle norme comunitarie è riservata alla Corte di Giustizia, le cui pronunce hanno carattere vincolante per il giudice nazionale, che può e deve applicarle anche ai rapporti giuridici sorti e costituiti prima della sentenza interpretativa. A tali sentenze, infatti, siano esse pregiudiziali o emesse in sede di verifica della validità di una disposizione, va attribuito il valore di ulteriore fonte del diritto della Unione Europea, non nel senso che esse creino ex novo norme comunitarie, bensì in quanto ne indicano il significato ed i limiti di applicazione, con efficacia erga omnes nell'ambito dell'unione (per tutte, Cass. 8.2.2016, n. 2468). Nel caso di specie sussistono tutti i presupposti individuati dalla giurisprudenza comunitaria per configurare il potere-dovere del giudice nazionale di disapplicare la normativa interna in contrasto con quella europea. La presente controversia, infatti, intercorre tra un privato ed un amministrazione pubblica e, come specificamente statuito nella sentenza appena citata (punti da 68 a 99), e ribadito da ultimo nella recentissima sentenza del 18 ottobre 2012 nelle cause riunite da C 302/11 a C 305/11, Valenza e altri, «la clausola 4 dell accordo quadro è incondizionata e sufficientemente precisa per poter essere invocata dai singoli nei confronti dello Stato dinanzi ad un giudice nazionale a partire dalla data di scadenza del termine concesso agli Stati membri per realizzare la trasposizione della direttiva 1999/70» (cfr., altresì, CGUE 15 aprile 2008, Impact, cit., punti da 56 a 68). Va dunque affermato in astratto il diritto dei ricorrenti al computo del servizio prestato in posizione di pre ruolo ai fini del vincolo quinquennale di stabilità.
E considerata la continuità didattica dei periodi di pre ruolo e di ruolo, in accoglimento del ricorso, deve dichiararsi il diritto dei ricorrenti a partecipare alle operazioni di mobilità straordinaria su tutti i posti vacanti e disponibili dell organico dell autonomia, ivi incluso il trasferimento su posto comune. Le spese seguono la soccombenza e si liquidano come da dispositivo. P.Q.M. Accoglie il ricorso e per l effetto dichiara il diritto dei dei ricorrenti a partecipare alle operazioni di mobilità straordinaria su tutti i posti vacanti e disponibili dell organico dell autonomia, ivi incluso il trasferimento su posto comune ; condanna il Miur alla rifusione delle spese di lite in favore del ricorrente liquidate in 2.000,00 oltre rimborso spese generali nella misura del 15%, cap ed iva. Roma 6.9.2017 il giudice F. R. Pucci