IL VIDEO DELL'OPERAZIONE

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SCALEA 18 dic. - LA CONFERENZA STAMPA - IL VIDEO DELL'OPERAZIONE - Lo spaccio della droga nei paesi del Tirreno cosentino. E' un po' il dopo Muto. L'operazione denominata Murales, elemento distintivo della cittadina di Diamante, punta ad individuare la geografia delle piazze di spaccio nell'area gestita dal clan cetrarese, messo in difficoltà dalle ultime operazioni Frontiera, Plinius 1 e Plinius2. L'attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Scalea, del Nucleo operativo e radiomobile, coordinati dal capitano Alberto Pinto, e della Procura di Paola, con il Sostituto Anna Chiara Fasano, si stringe in un periodo particolarmente breve, tra la metà e la fine del 2016. Ed arriva fino a qualche giorno fa, con alcuni episodi oggetto di indagine. Come spesso accade in queste occasioni, a fare la parte del leone sono le intercettazioni ambientali e telefoniche. Ma i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Scalea hanno effettuato anche una serie di riscontri diretti. Tutto il corposo materiale fa parte degli atti alla base di 25 fermi, effettuati nella notte di ieri, sul territorio del litorale tirrenico cosentino. In gran parte, Buonvicino, piccolo centro alle spalle di Diamante, cittadina turistica finita sotto la lente d'ingrandimento, insieme a Cetraro, Belvedere Marittimo, Sangineto, Acquappesa, ed altri centri, come Scalea, individuati fra le piazze di spaccio. 1 / 5

Sono numerosi gli elementi che escono fuori dall'indagine dell'operazione Murales, come il ruolo importante delle sei donne coinvolte, la presenza di una minorenne spacciatrice e consumatrice di cocaina, l'età inferiore ai 40 anni della maggior parte degli indagati, la suddivisione delle piazze di spaccio con gruppi che operavano in forma autonoma. IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA IL COMANDANTE PROVINCIALE DEI CARABINIERI OTTAVIANI Il comandante provinciale di Cosenza dei carabinieri, colonnello Fabio Ottaviani, ha ringraziato la Procura di Paola ed il Sostituto Anna Chiara Fasano: «Siamo soddisfatti di come abbiamo lavorato. E' tutto molto attuale perchè si è trattato di un'indagine lampo. Abbiamo trovato nella dottoressa Fasano un'interlocutrice attenta che ci ha immediatamente ascoltato e che ci ha portato ad un risultato frutto della stretta collaborazione fra carabinieri e procura e che rappresenta un modello che consente di dare risposte immediate sul territorio. Siamo piombati nelle case degli indagati con uno schema ormai consolidato e li abbiamo fermati tutti. Queste operazioni le facciamo per i cittadini, per restituire ai territori libertà e dignità. Il fatto che si tratti di soggetti di spessore, vicini a massimi esponenti del clan Muto di Cetraro, ci dà ulteriore soddisfazione». E' stato spiegato in conferenza stampa che è stata la pericolosità dei soggetti ad indurre la Procura di Paola ad emettere tempestivamente il provvedimento di fermo. Una pericolosità che ha trovato riscontro nei numerosi legami di amicizia e parentela con esponenti del potente clan di ndrangheta dei muto di Cetraro. 2 / 5

LA SODDISFAZIONE DEL SOSTITUTO ANNA CHIARA FASANO Il sostituto procuratore Anna Chiara Fasano a conclusione dell'attività dei carabinieri, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato gli aspetti principali dell'attività di indagine: «Veloce, ma nello stesso tempo molto impegnativa». Per questo ha ringraziato per la professionalità, l'arma dei carabinieri, la Compagnia ed il Nucleo operativo di Scalea. «Si è trattato di indagini complesse, formate da una serie considerevole di attività di natura tecnica, con intercettazioni quotidiane di tipo ambientale e telefonico, con riscontri sul territorio. E' una rete di distribuzione di sostanze stupefacenti come: cocaina, ma anche di droghe leggere, hashish e marijuana. L'operazione Murales è durata circa quattro mesi». Le posizioni dei 25 fermati sono diverse fra loro. Oltre al reato legato allo spaccio delle sostanze stupefacenti, viene contestata l'estorsione aggravata ai danni di uno degli stessi indagati. «Importante ha detto il Sostituto Fasano è la presenza femminile di sei indagate su un totale di 25. Una presenza costante e anche particolarmente attiva. Non solo nell'attività di fiancheggiamento nei viaggi di trasporto e nell'occultamento, ma anche nella cessione singola dello stupefacente». I rilevamenti Gps hanno permesso di corroborare i viaggi fatti dal gruppo criminale per l'approvvigionamento. Ci sono episodi di rifornimento, oltre che a Cetraro, nel cosentino, anche a Rosarno nel reggino. «Le attività di indagine proseguono su altri aspetti ha detto Anna Chiara Fasano che al momento non vengono resi noti». La scelta del fermo è un aspetto importante. «Quando si tratta di reati riguardanti la materia della sostanza stupefacente ha detto il Sostituto è sempre necessario agire con una certa velocità. Durante l'attività di captazione è emerso un dato fondamentale: l'arma è riuscita a sventare un importante furto che si stava preparando ai danni di un supermercato. Agire con velocità è un elmento fondamentale». Il Pm Fasano ha posto in evidenza anche l'utilizzo di una ragazza minorenne per il trasporto, ma anche assuntrice di cocaina. IL VIDEO DELL'OPERAZIONE 56 CAPI DI IMPUTAZIONE 3 / 5

Sono in tutto 56 i capi di imputazione contestati ai venticinque indagati. Diversi episodi, ma tutti di indagini recenti effettuate nell'anno in corso fino a quella più vicina dei primi giorni di dicembre. Da qui, la definizione di indagine lampo. Nei capi di imputazione vengono analizzate, in gran parte storie di cessione e di approvviggionamento di sostanze stupefacenti, ma anche un episodio legato alle armi, un'estorsione e l'impiego persino di una minorenne per l'attività di spaccio. In particolare, l'episodio di estorsione preso in considerazione dalle indagini viene fuori proprio dai crediti per la cessione di stupefacenti vantati dal gruppo. L'ACQUISTO E GLI SPOSTAMENTI CON LA DROGA Fra le vicende prese in considerazione, per esempio, vi è quella dell'acquisto, nel mese di ottobre, di sostanza stupefacente nella provincia di Reggio Calabria. Cocaina che doveva essere smerciata nell'alto Tirreno cosentino. I due corrieri erano stati arrestati a Cetraro con l'aggravante che i fatti erano riferiti ad un ingente quantitativo di droga. Vi è un episodio in cui la droga viene caricata su un'automobile e nel tragitto da Cetraro a Belvedere vie è un costante contatto telefonico con una staffetta per eludere eventuali controlli dei carabinieri. E poi, l'impiego di una delle donne coinvolte per spostare la droga da Belvedere Marittimo a Buonvicino. In un'altra occasione la cocaina, per un valore di circa 650 euro, era stata nascosta nel reggiseno della stessa donna coinvolta. Sono narrati altri episodi particolari. L'acquisto di cocaina per 3.500 euro avvenuto da uno degli indagati mentre era sottoposto al regime degli arresti domiciliari ed indossava il braccialetto elettronico. In gran parte dei casi analizzati si evince come le donne coinvolte, e questo è stato sottolineato anche durante la conferenza stampa, nascondessero la droga nelle parti intime, in modo da evitare i controlli dei carabinieri, soprattutto lungo le strade del Tirreno. Negli ultimi giorni, i primi del mese di dicembre, è stata individuata anche una minorenne alla quale era stata consegnata la sostanza stupefacente da nascondere durante il tragitto all interno degli indumenti. Cocaina che in parte doveva essere consumata dalla stessa giovane. 4 / 5

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