Presentazione Questa estate ci siamo regalati un corso di Esercizi spirituali al Mericianum di Desenzano tenuti dall Autore che ha l età di uno dei nostri figli. Ora ci arriva un suo libro. È un libro fra i tanti sulle nostre scrivanie e cerchiamo di metterlo da parte. È poco corposo. Verrà il tempo di leggerlo. Eppure il titolo, insieme alle parti del testo, attirano l occhio. La storia è delicata, accattivante e ci condiziona. Ci piace e, alla fine, facciamo fatica a staccarci. Quasi quasi prende il tempo che avevamo riservato ad altre letture. Troviamo persino il tempo per farne la prefazione. Ci fa compagnia, ci viene facile parlarne, immediato confrontarci e ci rimane dentro. Il viaggio che l Autore, quasi prendendoci per mano, ci fa compiere, è scomodo, ma non spietato. La narrazione, se ben compresa, è a tratti un pugno nello stomaco, una denuncia di comportamenti normali che, al contrario, non hanno ragione d essere. Le pagine vogliono condurre ad entrare nella mente del protagonista, un ragazzo di sana e robusta costituzione, con la mente in difficoltà, ma con una intensa voglia di vivere. Questa voglia, purtroppo, non sempre è esplicitata nella sua vita. Non può? Non ce la fa? Non vuole? Forse non riesce a capacitarsi e i suoi gesti, gli atteggiamenti, le riflessioni sembrano ope- 7
rare una specie di catarsi che va a coinvolgere il lettore, giovane o adulto che sia, sul suo modo di rapportarsi con il mondo della sofferenza psichiatrica che interseca anche i ragazzi. Il testo, alla fine, fa emettere un lungo sospiro, quasi liberatorio e invita a ricominciare la lettura, perché le situazioni di indifferenza, di lontananza, di emarginazione siano riviste e rivisitate. Ci sono piaciute due sottolineature. Anzitutto è una storia di ragazzi che parla di ragazzi. Molto spesso oggi ascoltiamo lamentele, talvolta motivate, sul mondo adolescente. Ma è altrettanto vero che questo ha bisogno di stimoli ed esperienze che attraversino la vita dei ragazzi e li mettano alla prova, davanti alle loro effettive capacità. Deve essere stata davvero bella l avventura dei ragazzi e delle ragazze del Liceo classico e scientifico Vida di Cremona! Traspare dalle fresche pagine del libretto un vissuto che ha come trapassato i ragazzi i quali, nelle riflessioni contenute nelle ultime pagine, hanno fatto sgorgare pensieri spirituali molto alti, soprattutto se pensiamo che vengono dal cuore adolescente, con gli alti e bassi tipici del cammino di crescita. I ragazzi non sono stati maestri di soluzione. Si sono lasciati coinvolgere e hanno condiviso giornate e ambienti senza paura e senza sentirsi eroi. In secondo luogo è una storia d amore scritta oggi, per noi. Una storia di sacrificio e di impegno, caratteristiche di ogni rapporto che vuole essere vero. I ragazzi del Vida non sono stati volontari della sofferenza, con la pretesa di insegnare qualcosa a qualcuno. Non hanno fatto gli educatori e non si sono sostituiti ai medici nella cura dei ragazzi della neuropsichiatria infantile. Hanno vissuto da ragazzi ed è stato questo il segreto della loro testimonianza. Hanno ricevuto molto vivendo la loro condizione di adolescenti entusiasti della vita. Sono tornati arricchiti, avendo speso molto. È, dunque, una storia evangelica di amore: solo chi ama, 8
sa donare ciò che ha ricevuto e il suo talento non diviene proprietà, ma regalo per gli altri. Titolo e finale sono tutti da scoprire, dalla prima riga all ultima. Lo stile è breve, molto stringato, come del resto sarebbe la mente di un ragazzo che riesce a fare solamente piccoli pensieri, senza usare parole difficili. Gli argomenti sono quelli di un ragazzo con una mente che fatica a pensare, ma così pulita e bella da non essere per nulla invischiata nelle cattiverie, polemiche, odi e prevaricazioni che delimitano un mondo che non è suo. Tutto passa, naturalmente, nella testa dell Autore che s immedesima a tal punto da non vederlo più, se non per qualche citazione latina o per qualche commento extra testuale. Anche i disegni di Alessandro fanno compagnia, lasciando che il mondo della malattia ci attraversi con un approccio delicato e rispettoso, che penetra un vissuto solo apparentemente lontano, raccontato da episodi veramente accaduti, alcuni commoventi, altri che interrogano senza lasciare tregua, altri ancora che vogliono provocare una riflessione scevra da ogni retorica sulla malattia psichiatrica. Abbiamo materiale per riflettere. Il testo vuol dar voce a chi, spesso, voce non ha. Amplifica i bisogni, reali e concreti, di tanti ragazzi ospiti di Comunità terapeutiche e Centri diurni. Bussa anche alla nostra vita. Vuole aprirci gli occhi del cuore perché non ci assopiamo. E magari, proprio partendo dal cloroformio, arriviamo dritti a noi. Bisognosi, tutti, di rileggere paure e fragilità e così timorosi di chiedere una mano. Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini 9
Che cos è il cloroformio? «Che cos è il cloroformio?». Nessuno mi risponde. Lo richiedo. Mi guardano come straniti. È una cosa difficile? Voglio saperlo. Lo domando nuovamente, con educazione e col sorriso, ma sento dentro uno strano sentimento. Mi sto agitando. Spero di non perdere il controllo dei miei nervi. «Che cos è il cloroformio?». Gelo. Silenzio. Sorridono. Non lo sanno? Mi stanno prendendo in giro e sferro il primo calcio alla sedia che ho vicino. Perché non mi aiutano? Possono cercare un dizionario, una raccolta di parole su internet. Mi raccontano delle storielle per farmi sorridere, ma io voglio sapere la verità. La pretendo. Non riesco a vivere se non me lo dicono. Alzo la voce. Urlo. 11
«Ditemi che cos è il cloroformio!». Urlo lungamente. Mi muovo senza coordinamento. Tra poco diventerò violento. E non so cos è il cloroformio. Nessuno me lo racconta. Mi tengono ferme le gambe. Prima quella destra, poi quella sinistra. «Mi fate male». Ma so che lo fanno per il mio bene. Con la mano destra tento di liberarmi. È come se mi incatenassero. Faccio dei versi. Rido e questo li fa arrabbiare terribilmente. «Vi prego, cos è il cloroformio?». Non è importante che io lo sappia adesso. Essenziale è che le persone intorno si facciano sentire. Siano presenti e vicine. Sussurrano al mio orecchio pensieri di tranquillità. «Non preoccuparti. Riposa. Dormi». Mi massaggiano la pancia. Vogliono il mio bene. Domani sarà una nuova giornata. E mi diranno che cos è il cloroformio? 12