Scheda 6 «Territorio e Turismo sostenibile» IL TERRITORIO TERRITORIO, FLUSSI E RISORSE GREEN JOBS Formazione e Orientamento
CONSUMI NEL MONDO (materia, rifiuti, cibo) 70% dell acqua disponibile viene utilizzata in agricoltura 17% in più dell acqua oggi disponibile sarà necessaria nel 2020 per dissetare i popoli 980 m 3 annui il prelievo pro-capite in Italia 719 m 3 annui il prelievo pro-capite in Germania 425 litri di acqua al giorno utilizzati in media da un nordamericano 10 litri di acqua al giorno utilizzati in media da un africano 40 litri di acqua al giorno il diritto minimo secondo l Onu 15 TW totali di energia consumata nel mondo 37% dell energia è utilizzata dai settori: agricoltura, miniere, manifatture, costruzioni 20% dell energia è utilizzata dal settore trasporti 11% dell energia è utilizzata per il riscaldamento domestico, illuminazione e utilizzo di elettrodomestici 2.302 kwh il consumo annuo medio di energie per persona nel mondo 12.516 kwh il consumo annuo di energia per persona negli USA 436 kwh il consumo annuo di energia per persona in Africa 2
Il primo fenomeno/flusso da considerare relativamente ad un territorio è quello demografico: la struttura della popolazione si modifica e le migrazioni mescolano persone di varie culture e religioni. Anche quello finanziario è un flusso che modifica i territori, in quanto determina, ad esempio, la dislocazione delle attività economiche e produttive in un area geografica ed i relativi interventi infrastrutturali, a partire dalla logistica. Altro flusso ancora è quello turistico, con cui bisogna rapportarsi prendendo in considerazione fenomeni che vanno dall'incremento della aspettativa di vita all'andamento dei conflitti su scala globale. I grandi flussi sovra territoriali comportano un cambiamento nel modo di ragionare sul territorio, in quanto modificano la composizione sociale, il rapporto cognitivo, simbolico e tecnologico con il territorio stesso. La forte crescita demografica che caratterizza i nostri tempi ha determinato un forte cambiamento delle dinamiche economiche e un forte impulso a fenomeni migratori sia di tipo nazionale città-campagna che sovranazionale. Nell ultimo secolo i flussi indicano che lo spazio geo-politico perde peso a vantaggio di quello economico-sociale: gli Stati nazionali pesano meno dei flussi tra Stati. Se nel mondo contemporaneo tra l 800 e il 900 i migranti arrivano dall Europa e da contesti sociali evoluti, portando un bagaglio culturale e offrendo un apporto socio-economico in una società tutta da costruire, in questi decenni i migranti provengono da contesti rurali molto popolati e arrivano in contesti urbani evoluti e avanzati tecnologicamente, che offrono lavoro. Più recentemente i flussi migratori riguardano anche profili professionali qualificati che si spostano da aree sviluppate verso altre aree sviluppate e popolazioni che si spostano all interno di aree sottosviluppate, in seguito a eventi eccezionali quali guerre, carestie, calamità naturali o per offerta di lavoro. Per quest ultimo aspetto sono un esempio i lavoratori del Burkina Faso e del Mali che si trasferiscono in Costa d Avorio, quelli della Siria o dell Egitto che vanno in Giordania, quelli del Senegal che si spostano in Gambia e i lavoratori di Zambia, Malawi e Zimbabwe che scelgono il Sud Africa. La distribuzione, con riferimento allo specifico migratorio, e la redistribuzione della popolazione sulla superficie terrestre è una delle principali determinanti dei processi di differenziazione dello spazio umano e, pur indirettamente, di quello naturale. 3
Le migrazioni possono indurre profonde trasformazioni sul piano territoriale; trasformazioni che risultano tanto più significative e permeanti quanto maggiore è la dimensione demografica e l'intensità dei flussi migratori e forti e specifiche sono le relative identità culturali. L insediamento di nuove componenti etnico-culturali all interno di un predefinito contesto territoriale può innescare tre distinti processi di mutamento che possono essere così di seguito sintetizzati: - rafforzamento dell identità territoriale(effetto di territorializzazione); - indebolimento dell identità territoriale(effetto di de-territorializzazione); - creazione di una nuova identità territoriale(effetto di ri-territorializzazione). Non v è dubbio che l immigrazione possa costituire per le aree di destinazione un fattore di destabilizzazione sociale, ma come tutti i fattori di destabilizzazione, in particolari condizioni, può divenire un elemento propulsivo per l economia locale e condurre ad un arricchimento del tessuto relazionale. Il problema centrale sembra tuttavia essere rappresentato proprio dalla creazione di quelle condizioni territoriali che possono favorire un effettiva integrazione tra le diverse componenti etno-socio-culturali, evitando o riducendo qualsiasi forma di conflittualità, che a livello locale non nasce tanto da contrapposizioni di ordine culturale, quanto dalla competizione per l uso delle risorse territoriali. Bisogna tuttavia considerare che l immigrazione diviene una risorsa per il territorio, quando è messa nelle condizioni di partecipare attivamente alla produzione della conoscenza e alla costruzione del capitale sociale; diversamente essa sviluppa comportamenti autoreferenziali che hanno effetti destrutturanti nel medio-lungo termine. La responsabilità della politica è dunque grande e ineludibile, e non può ridursi alla gestione dei flussi migratori, indubbiamente importante, poiché la capacità di adattamento dei territori viene in larga misura a dipendere dalla gradualità del processo di arricchimento demografico. Tra le cause determinanti flussi migratori c è il mutato quadro di divisione del lavoro mondiale: l investimento di risorse economiche in attività produttive che vanno ad insediarsi in determinate aree geografiche, come nel caso dell Est dell Europa per molte aziende italiane, cosi come nel caso di India e Cina per molte imprese occidentali, va ad incidere non solo sulla ricchezza e il territorio di arrivo, ma determina per il Paese di origine fenomeni di disgregazione sociale e di desertificazione industriale. Abbiamo così da un lato nuovi luoghi dell industrializzazione, dall altro luoghi della deindustrializzazione. 4
Nel primo caso nuovi luoghi vengono invasi dall arrivo delle industrie e devono fare i conti con il cambiamento del loro territorio: sulle sponde del Mediterraneo del Sud, in Libia, Tunisia, Marocco sono nate fabbriche che producono beni per l Europa. Minori costi del lavoro e politiche fiscali che facilitano gli investimenti in quei paesi costituiscono elementi di attrazione per le imprese occidentali, che quindi spostano le risorse finanziarie e le investono nel sud del mondo: in zone desertiche e isolate è frequente vedere industrie manifatturiere che occupano migliaia di persone, ma allo stesso tempo incidono pesantemente sul territorio. In India e Cina si verifica lo stesso fenomeno: basti vedere le trasformazioni in atto nelle aree industriali di Shenzhen, Shantou, Zhuhai nella provincia del Guandong e Xiamen nel Fujian. I tre fenomeni/flussi considerati (demografia, economia, turismo) modificano il territorio, intervenendo direttamente e indirettamente sulle sue caratteristiche fisiche e ambientali: i paesaggi sono modificati da insediamenti urbani, stabilimenti e popolazioni ed anche dal punto di vista sociale si assiste ad un cambiamento della struttura demografica e culturale della popolazione. La presenza di questi flussi comporta un cambiamento nel rapporto cognitivo, simbolico e tecnologico con il territorio: sono fattori che sempre più dovranno essere gestiti, sviluppando competenze in termini di pianificazione strategica e territoriale e competenze manageriali e professionali specifiche. Questi tre flussi sono infine collegati l uno all altro e si influenzano reciprocamente. Il flusso finanziario per esempio alimenta quello demografico: la costruzione o il trasferimento di stabilimenti produttivi in nuove aree geografiche comporta l aumento dell offerta di lavoro e quindi l attrattività di queste aree per i lavoratori. In generale la globalizzazione incentiva i flussi sovra territoriali e la maggiore circolazione di beni, persone e capitale. Di seguito viene descritto nel dettaglio come i flussi demografici, finanziari e turistici influenzano il territorio e l ambiente fino ad incidere sul turismo sostenibile. Emergono qui i temi della qualità sociale come fattore competitivo di un territorio e del benessere delle sue popolazioni, che richiede la definizione di nuovi parametri oltre il Pil tramite i quali monitorare lo stato di salute e di benessere delle società e della qualità ambientale delle produzioni di un territorio, che possono migliorare in molti casi la qualità di vita delle persone (es. biologico, 'filiera corta', produzioni certificate) e che devono garantire anche i diritti del lavoro. 5
L uomo oggi è dunque il principale artefice del cambiamento del territorio: le sue attività superano la capacità della terra di rigenerazione/riproduzione di risorse. L'impronta ecologica ci dice che se oggi tutta l'umanità volesse vivere come vivono i 600 milioni di privilegiati del Nord del mondo, occorrerebbero 3,5 pianeti uguali alla Terra per fornire le risorse atte a sostenere i consumi associati a tale scenario. Si parla delle risorse naturali, il cui universo è articolabile in due grandi categorie: la prima comprende le risorse fisiche (abiotico), tra cui acqua, suolo, aria, combustibili fossili; la seconda è quella delle risorse biologiche (biotico), gli organismi viventi. Un aggettivo che può associarsi a risorsa è 'rinnovabile', nel caso di risorse che, in quanto cicliche o legate ai grandi cicli bio-geo-dinamici possono riprodursi ed essere sfruttate senza limiti di quantità e tempo. Il concetto di rinnovabilità comunque è relativo: il sistema Terra rigenera a volte intempi lunghi, per cui un uso eccessivamente rapidodiunarisorsapuò renderla non più rinnovabile, come nel caso delle risorse ittiche, il cui sfruttamento eccessivo ne compromette già la capacità di rigenerazione. Le risorse non rinnovabili presenti sulla Terra sono uno 'stock' caratterizzato da finitezza: minerali metalliferi, combustibili fossili, materiali lapidei, suolo. Nella storia dell umanità si sono susseguite forme sociali e rivoluzioni tecnologiche per utilizzare in modo crescentemente efficace le risorse: secondo un prevalente schema interpretativo, questo processo viene generalmente ascritto a pressioni di tipo ecologico e/o innovazioni scientifiche che hanno un andamento evolutivo di tipo lineare, da stadi più arretrati a società sempre più complesse. Secondo tale paradigma: alla fine dell ultima era glaciale pressioni di tipo ecologico causarono in Asia anteriore la transizione dei cacciatori raccoglitori a una cultura sedentaria dotata di una produzione di tipo agricolo; la vita dei cacciatori raccoglitori era caratterizzata dall insicurezza economica e la coltivazione risultava un reale progresso che sfociava nell agricoltura; si è verificato un passaggio evolutivo dal nomadismo alla sedentarizzazione alla città e allo stato; la costruzione di opere idrauliche e gli impegni nell irrigazione hanno imposto strutture centralizzate e sistemi burocratici complessi dando impulso a società elaborate e alla civiltà. Questi sistemi che s impongono come forma sociale dominante sono riconosciuti come i fattori di civiltà d innovazione tecnologica e progresso; 6
forme sociali di nomadismo o piccole comunità completamente estranee o antagoniste al modello evolutivo classico sono considerate marginali nelle grandi vicende storiche e culturali. Una delle principali cause della riscontrabile scarsità crescente di risorse per i modelli prevalenti di consumismo materialistico è da ricercare oggi nella difficoltà di affermare nuovi stili di vita e di consumo e di nuovi modelli di gestione delle risorse adeguati ad un mondo con 7 miliardi di abitanti. Si pensi che fra il 60% e l'80% delle risorse viene sprecato al termine del percorso lineare «estrazione materie prime- produzione merci - consumorifiuto». Si stima che nel 2015 il fabbisogno di acqua crescerà almeno del 20% rispetto al consumo attuale: l acqua assume così un valore politico superiore a quello del petrolio, che con il carbone ha rappresentato la fonte di approvvigionamento di energia, mentre ora gli effetti del cambiamento climatico esigono che ci si rivolga al sole e al vento come sorgenti di produzione energetica. La risposta alle emergenze globali è uno sviluppo sostenibile che soddisfi i bisogni dell attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di corrispondere ai loro. Entra così in gioco il concetto di limite del modello di sviluppo e di equità intra- ed inter-generazionale: sviluppo sostenibile è nozione di grande complessità, finalizzato a rendere compatibili le esigenze dell'economia con le ragioni dell'ambiente a livello dell'intero pianeta. La sostenibilità è da intendersi non come uno stato ma piuttosto come un processocontinuodimessaapuntodiun economiaediunasocietàbasatesu un progressivo miglioramento dei propri livelli di efficienza economica, ambientale e sociale. 7
CREDITI Materiale a cura del progetto La.Fem.Me Lavoro Femminile Mezzogiorno Italia Lavoro S.p.A. Rielaborazione a cura del progetto Increase Fonti: Symbola Fondazione per le Qualità Italiane Immagini: - Foto copertina: 1. James Monkeyyatlarge; 2. Fil.al; 3. Simada 2009 Aggiornamento Gennaio 2014 Per informazioni infolafemme@italialavoro.it servizi.prodottiformativi@italialavoro.it