Donazione del Midollo osseo in Puglia, nascono nuovi progetti e nuove alleanze

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Transcript:

22/24 marzo 2014 24/03/14 AndriaLive.it Donazione del Midollo osseo in Puglia, nascono nuovi progetti e nuove alleanze 24/03/14 InfoOggi.it La donazione di organi: simbolo di solidarietà e buon funzionamento della struttura sanitaria Gianluca Teobaldo 23/03/14 2.0 AlessandriaNews Società "Per la vita" con l'associazione Italiana Trapiantati di Fegato 23/03/14 Sole 24 Ore Domenica Oltre il metodo Stamina: l'importanza di una sicura ed etica informazione scientifica 21/03/14 Affaritaliani.it Trapianti, arriva l'esercito. Hanno detto sì già in 3900 Emma Evangelista

lunedì 24 marzo 2014Attualità Mobilitazione delle Associazioni di volontariato Donazione del Midollo osseo in Puglia, nascono nuovi progetti e nuove alleanze Sottoscritto un protocollo d Intesa con il con il CRT Centro Regionale Trapianti della Puglia, mentre Admo Puglia ha stipulato intesa con le Associazioni di donatori di sangue Avis, Fidas e Fratres Si rinnova il Consiglio direttivo di Admo Puglia - Associazione donatori midollo osseo e cellule ematopoietiche - e si moltiplicano le idee. Sul tavolo delle questioni da affrontare non c è un Associazione dichiara Maria Stea, la neoeletta presidente di Admo Puglia ma la vita di migliaia di malati di leucemia e di altre neoplasie del sangue, di talassemia, di immunodeficienze, di disordini congeniti e di alcune tipologie di tumori solidi che aspettano un possibile donatore. Si consideri che la compatibilità tra non consanguinei è di 1 su 100.000. Per questo vogliamo che le donazioni si moltiplichino. Ad oggi il risultato raggiunto è già rilevante: sono ben 82 le donazioni effettuate in Puglia negli ultimi anni, che significa avere salvato altrettante vite. Le ultime due sono state possibili grazie a due foggiani, poche settimane fa. Sono circa 20mila le persone tipizzate nella nostra regione. Ma dobbiamo andare oltre. Promuovere la tipizzazione, ossia la caratterizzazione genetica da inserire nella Banca dati nazionale e internazionale per migliorare la ricerca di compatibilità tra donatore e ricevente, non conclude l azione di Admo Puglia, come asserisce Stea: Sul tavolo c è anche la questione di un sistema sanitario che ha bisogno delle associazioni, come la nostra, perché da solo non ce la fa a fare fronte al bisogno. Admo Puglia, infatti, è in stretto contatto collaborativo con i Poli di reclutamento in cui si raccolgono le provette dei donatori che poi sono inviate al Laboratorio di Tipizzazione Tessutale del Policlinico di Bari, sede del Registro Donatori Midollo Osseo, di Foggia, di Lecce e di San Giovanni Rotondo, laboratori con cui l Associazione collabora, perché questi preziosi doni siano schedati. Spesso l Associazione va anche oltre la promozione per colmare le deficienze del sistema. È grazie alla Federazione nazionale Admo e Admo Puglia, che sono state assunte due biologhe a tempo determinato presso il Laboratorio di Tipizzazione del Policlinico di Bari per incrementare il numero annuale di nuovi donatori pugliesi da tipizzare. Nel più breve tempo possibile ragioneremo con il direttore sanitario del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli, e con l assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile, per una possibile soluzione dello stallo a beneficio delle persone aggiunge la presidente e aggiunge Ma le questioni da affrontare con il sistema sanitario riguardano, anche, il trasporto dei campioni di sangue da tipizzare dai Poli di Reclutamento al Centro di tipizzazione di riferimento di Bari, sede del Registro Regionale Donatori Midollo Osseo. La costante ricerca di donatori interessa soprattutto i giovani, perché sono loro, da 18 a 35 anni, che possono essere tipizzati, ossia schedati nel Registro dei donatori, per poi rimanere in attesa, fino a 55 anni, di essere chiamati in caso di compatibilità. Da qui l Accordo di Admo Puglia con l Università di Bari, Facoltà di Medicina e Chirurgia, per progettare delle giornate di sensibilizzazione con gli studenti e i docenti. Ma sono in corso, anche, collaborazioni con l Aeronautica, con le Capitanerie di Porto e ne sta per partire una con la Guardia di Finanza, che prevedono degli incontri periodici di promozione della donazione. Admo Puglia, inoltre, ha sottoscritto un Protocollo d Intesa con la Fjlkam Puglia settore Judo per coinvolgere i giovani che abitualmente frequentano le palestre. A febbraio 2014 ha dato vita al gruppo Admo Bari, costituito prevalentemente da ragazzi: saranno loro che parleranno ai coetanei di donazione e si renderanno protagonisti di un progetto di partecipazione attiva alla vita della comunità. L Associazione, inoltre, è presente in moltissime scuole della regione e organizza incontri con gli studenti. In considerazione del lavoro che svolge, Admo Puglia ha sottoscritto un Protocollo d Intesa con il con il CRT Centro Regionale Trapianti della Puglia. Infine Admo Puglia ha stipulato Protocolli d Intesa con le Associazioni di donatori di sangue Avis, Fidas e Fratres, e collabora con le Associazioni Apleti, Vip, Adisco e Aido.

La donazione di organi: simbolo di solidarietà e buon funzionamento della struttura sanitaria 24/03/2014, 14:58a cura di Gianluca Teobaldo CATANZARO, 24 MARZO 2014 - Un donatore moltiplica la vita. È questo il titolo dell incontro tenuto sabato mattina presso il salone Ameduri del Liceo Classico P. Galluppi tra il dottore Luigi Lombardi direttore della Struttura complessa di Nefrologia, Dialisi e Dipartimento di Medicina Generale dell Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio, la dottoressa Elisabetta Macrina, coordinatrice Donazioni e Trapianti per la Calabria, Pasquale Scarmozzino del Comitato Regionale Aned (Associazione Nazionale Dializzati e Trapiantati) e gli studenti dell ultimo anno del liceo, voluto dall Azienda Ospedaliera locale in collaborazione con l Aned e il Centro Regionale dei trapiantati. «Perché l evento donazione ha detto la dottoressa Macrina nel corso del suo intervento è ricco di valenza positiva non solo per il messaggio di solidarietà che contiene ma anche per la testimonianza di un buon funzionamento della struttura sanitaria». L iniziativa, che rientra nelle manifestazioni organizzate in occasione della Giornata Mondiale del Rene in programma il 13 marzo, ha voluto sensibilizzare le coscienze dei giovani studenti sulle malattie renali, soprattutto quelle latenti, e sull importanza della donazione perché Ciascuno vale per quello che fa a favore degli altri. Scoprire la malattia in anticipo significa, infatti, non solo evitare al paziente la dialisi, o quanto meno ritardarla il più possibile, ma soprattutto risparmiare perché un paziente dializzato costa in media 50 mila euro l anno. Una malattia, quella renale, che oggi rappresenta un rilevante problema di salute pubblica, basti pensare che in Italia ci sono circa 50 mila dializzati mentre 9.000 sono i nuovi pazienti ogni anno. 5 milioni sono, invece, gli italiani che a causa di una ridotta funzionalità dei reni rischiano complicanze cardiovascolari, dialisi e trapianto, ma sono più del doppio, circa 13 milioni, i connazionali che soffrono di malattie renali a vari livelli di gravità. «Solo nel 2014 ha evidenziato il dottore Lombardi nel mondo ci sono stati oltre 2 milioni e mezzo di dializzati. Ogni anno 160/170 individui per milione di abitanti finiscono in dialisi mentre 1400 sono i pazienti in Calabria. Nella sola struttura del Pugliese ha continuato Lombardi 80 sono i pazienti in dialisi con casi cronici mentre 140 hanno una insufficienza renale probabile». Si stima che il 7-10 per cento della popolazione mondiale abbia un danno renale, ma spesso non ne sia a conoscenza, perché i reni sono organi che non mostrano i sintomi della malattia, finché non risultano irrimediabilmente danneggiati. In questi casi, il rischio di sviluppare un insufficienza renale è elevato e lo è ancora di più quello di sviluppare, in concomitanza di un danno renale moderato, una malattia cardiovascolare invalidante o mortale.

Toccante l intervento del signor Scarmozzino, trapiantato a sua volta ed emblema della vita che ritorna, emblema del dono e quindi dell importanza della donazione.

"Per la vita" con l'associazione Italiana Trapiantati di Fegato In ricordo di Franco Pettazzi, primo presidente delegazione Aitf di Alessandria, lunedì 24 marzo il ritrovato gusto per la vita di chi riceve un organo ALESSANDRIA - La comprensione e la consapevolezza della donazione è un profondo gesto gratuito verso più persone sconosciute che saranno grate per tutta la vita per il dono ricevuto : questa frase, del dottor Franco Pettazzi, fondatore della delegazione alessandrina Aitf Onlus, l associazione italiana trapiantati di fegato, riassume lo spirito di un convegno che nasce per ricordare il suo impegno verso la cultura della prevenzione e della donazione e che avrà al centro il ritrovato gusto per la vita. E proprio perché chi riceve un organo torna a riappropriarsi della propria esistenza, la tavola rotonda, in programma lunedì 24 marzo ad Alessandria, si intitolerà Per la vita. L appuntamento è nella sala conferenze dell Associazione Cultura e Sviluppo in piazza De Andrè 76 dalle 19 alle 22.30. L incontro, organizzato da Aitf Alessandria in collaborazione con la sezione provinciale Aido e il supporto del Csva, avrà un taglio divulgativo per avvicinare la popolazione a una tematica, quale la donazione di organi, che può apparentemente sembrare lontana dai problemi quotidiani ma che rappresenta l unica speranza di futuro per moltissime vite. Il convegno, alla luce della sua importanza sociale, ha ottenuto il patrocinio di Comune di Alessandria, Comune di Quattordio, Provincia di Alessandria, Centro Regionale Trapianti Regione Piemonte e Valle d Aosta, Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Al, Asl Al, Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, Associazione Italiana Donne medico sezione Alessandria - ed è sostenuto dal Csva, il Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Alessandria. Il 24 marzo aprirà i lavori il vescovo di Alessandria Guido Gallese, che affronterà l aspetto del dono dal punto di vista etico e morale, quale atto gratuito, di alto valore umano e cristiano. A seguire, Anna Guermani, responsabile del Coordinamento Donazione e Prelievi della Regione Piemonte e Valle d Aosta, tratterà, con la chiarezza che le è propria, come funziona il sistema delle donazioni in Italia. Sistema che è regolato da una serie di leggi, decreti, normative e direttive europee che garantiscono trasparenza e qualità in quest ambito. Dopo una breve pausa buffet, sarà poi la volta di Franca Bo, psicologa, consulente l Aitf che parlerà dei progetti di prevenzione e che segue, principalmente, i percorsi della psiche del malato e del trapiantato di fegato. Le conclusioni del dibattito saranno affidate a Renato Balduzzi, già ministro della Salute, presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali: a lui il compito di parlare del modello Italia e delle scommesse che è necessario intraprendere nei confronti della buona sanità nel nostro Paese. La giornalista Alessandra Dellacà modererà questi momenti di riflessione, che hanno lo scopo di dar voce a Aitf, associazione che ha la sede nazionale a Torino (lì è nata nel 1988 ad opera dei primi trapiantati di fegato piemontesi ed è presieduta da Carlo Augusto Maffeo) e che, grazie alle sue delegazioni e ai suoi volontari, lancia un messaggio quotidiano di speranza: oggi il trapianto non è più un utopia e non è riservato ad un élite. Purtroppo però, i dati parlano chiaro, il numero di organi disponibili è molto basso rispetto alle necessità: esiste ancora un forte divario tra la quantità di pazienti

in lista di attesa e i trapianti effettuati annualmente. Secondo le statistiche riportate dal Ministero della Salute e dall Aido, in Italia al 30 giugno 2013 erano 8564 i pazienti in lista d attesa per un organo: di questi, 6507 aspettavano un rene, 947 un fegato. I tempi medi di attesa per i primi sono di oltre 3 anni, mentre per i secondi si parla di 2 anni circa, con una percentuale di mortalità, per chi è in lista, rispettivamente dell 1,3% e dell 8%. Vogliamo promuovere un convegno per la città - ha affermato Lucia Lo Vetro, attuale presidente delle delegazione Aitf di Alessandria - che renda omaggio alla figura di Franco Pettazzi. Lui, trapiantato di fegato, nel 1999 si è presentato alla sede Aido e ha espresso la volontà di fondare, anche ad Alessandria, un associazione di riferimento per le persone che erano in attesa di questa preziosa ghiandola o di quelle che, ricevutala, avevano bisogno di essere seguite e sostenute nel percorso di riabilitazione. Il suo desiderio è stato fatto proprio dalla Sezione Provinciale Aido, nella persona della sua presidente, Graziella Giani, che da subito ha ospitato la nascente associazione. La presidente Aitf ricorda, infine, che l Italia è seconda in Europa per numero di trapianti effettuati e la qualità degli interventi risulta tra le migliori al mondo. Centro di riferimento è l ospedale San Giovanni Battista, meglio conosciuto come Le Molinette di Torino dove, nell agosto scorso, si è raggiunta la quota di 2.500 trapianti di fegato dal 1990: si tratta di un record europeo rimarcato dal professor Mauro Salizzoni, il quale da vent anni alla guida dell équipe che richiama pazienti da ogni parte d Italia - ha però sottolineato come questo polo della salute paghi le difficoltà di strutture ormai obsolete che nell arco di pochi anni rischiano di mettere in crisi anche l eccellenza piemontese. Ci sono poi gli aspetti legati alla droga, all alcool, alla convivenza con la malattia. Un convegno di sicura rilevanza - sottolinea Franco Giordano, presidente del Csva, che essendo in linea con la nostra mission di promozione del volontariato e di una moderna e quanto mai necessaria cultura della solidarietà, ci ha visti da subito pronti a offrire tutto il nostro sostegno. Se oggi la comunità, locale e non solo, ha sempre più una corretta conoscenza in merito a tematiche in ambito sociosanitario, spesso molto complesse come quella della donazione di organi, il merito è proprio del volontariato e dell impegno delle Associazioni, Aitf e Aido in primis, che, con costanza, sviluppano progetti di informazione e sensibilizzazione rivolti alle diverse fasce della popolazione, riservando spesso una particolare attenzione ai giovani e giovanissimi, ossia a coloro che avranno il compito di scrivere il futuro: della società e della solidarietà. È fondamentale spiegare alle nuove generazioni quanto sia importante prendersi cura di se stessi - hanno commentato Paolo Filippi e Carlo Massa, rispettivamente presidente e assessore al Volontariato della Provincia di Alessandria - è doveroso ringraziare i volontari Aitf che, unitamente a quelli dell Aido, sono a disposizione in tutti gli ambienti e in special modo nelle scuole dove tengono incontri per avvicinare i giovani alla cultura del dono. Quella del 24 marzo sarà una buona occasione, dunque, per confrontarsi su una tematica che ha bisogno di essere divulgata, affinché sia sempre più chiaro che, oggi, proprio il trapianto di organi, tessuti e cellule permette di curare in modo efficace numerose gravi malattie: ecco perché decidere di donare gli organi è un atto di maturità e generosità, espressione di sensibilità e solidarietà, segno di evoluzione dei valori sociali e indice di civiltà.

Lettori: n.d. Diffusione: n.d. 23-MAR-2014 da pag. 28

Trapianti, arriva l'esercito. Hanno detto sì già in 3900 ESCLUSIVO. Dal Policlinico militare del Celio parte la campagna Difendi la Patria. Dai valore alla vita per promuovere la cultura della donazioni di organi, cellule e tessuti del personale militare. Ad Affaritaliani.it il capitano di fregata Filippo La Rosa Venerdì, 21 marzo 2014-10:50:00 di Emma Evangelista Donare gli organi è una questione di patriottismo se ad essere chiamati in causa sono i militari. Il perché lo racconta ad Affaritaliani.it il capitano di fregata Filippo La Rosa, organizzatore del terzo seminario per operatori del settore sanitario militare che prende vita dal Policlinico militare del Celio. Difendi la Patria. Dai valore alla vita, è lo slogan della campagna che promuove la donazione di organi nelle Forze Armate e nasce da una joint venture dei Ministeri Difesa e Salute per sostenere la cultura della donazione di organi, cellule e tessuti del personale militare. Come nasce questa iniziativa? Il vero promotore di questa iniziativa è Giampiero Maccioni, oggi ufficiale dell'unuci (Unione Nazionale Ufficiali in congedo d'italia), che ha vissuto in prima persona l'esperienza del dono grazie ad un trapianto di cuore. A qualche hanno dall'operazione ha deciso di impegnarsi per sostenere questa battaglia di civiltà sostenendo la diffusione della cultura della donazione all'interno delle Forze Armate e promuovendo un protocollo di intesa siglato tra i ministeri Difesa e Salute tre anni fa. Perchè i militari dovrebbero sottoscrivere l'autorizzazione? La donazione è sinonimo di generosità e spirito di servizio nei confronti dell'altro: queste sono le caratteristiche principali che distinguono i militari. Sostenere e mettersi a disposizione del Paese significa proprio questo. Dunque è sicuramente un terreno fertile per diffondere l'iniziativa. Possiamo continuare a difendere e dare valore alla vita altrui anche quando potremmo non essere in grado di deciderlo con le nostre facoltà. Essere donatore di organi, di tessuti e di cellule significa essere generosi per sempre. Quanti hanno aderito finora? Fino a giugno 2013 abbiamo registrato 3900 adesioni sia tra il personale militare che civile appartenente alla Difesa. Tutti però possono sottoscrivere l'atto di impegno e si può scaricare dal sito del Ministero della Salute la carta del donatore ed una informativa completa www.trapianti.ministerosalute.it. Per esprimere il consenso si può compilare il modulo on line su http://www.difesa.it/approfondimenti/valorevita/. Quale invece lo scopo dei seminari organizzati annualmente? Oggi siamo alla terza edizione del seminario in collaborazione col centro nazionale trapianti, l'ispettorato Generale della Sanità Militare (Sezione Formazione Specialistica e delle Professioni Sanitarie) e l'associazione Italiana Donazione Organi e lo scopo primario è promuovere la cultura della donazioni soprattutto tra coloro che sono già operatori del settore affinchè a loro volta possano creare una rete e fare eco all'iniziativa in modo da trasferire conoscenze e iniziative dal centro alla periferia. I seminari annuali che si svolgono al Celio sono il punto di partenza per nuove iniziative che stiamo organizzando sul territorio. la novità di quest'anno è stata la collaborazione con il Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa che hanno partecipato all'evento formativo e che da sempre sono un pilastro importante della sanità militare e, sono sicuro, saranno una cassa di risonanza molto proficua per questa iniziativa. evo dire che quest'anno abbiamo riscosso una buona partecipazione e sicuramente il momento più commovente è stata la testimonianza di Maccioni.

Cosa si aspetta dai partecipanti ai corsi? Saranno la nostra cassa di risonanza: sono stati investiti di un incarico per diventare una pietra miliari all'interno delle caserme per sostenere la cultura della donazione.