IL COLORE ROSSO DELLE GINESTRE



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IL COLORE ROSSO DELLE GINESTRE Rappresentazione teatrale degli Alunni dell'ic di San Cipirello Esplorazione della Memoria Alle radici del Primo Maggio A.S. 2014 / 15

Narratore È il primo maggio. Un'anziana signora è ferma davanti al manifesto che ricorda l'eccidio di Portella della Ginestra. La signora legge commossa i nomi delle vittime una ragazzina la vede e le si avvicina. Ragazza Signora. Le serve qualcosa? Oggi andiamo in corte per ricordare la prima strage di stato dell'italia repubblicana e quindi le vittime di Portella della Ginestra ma forse lei ne sa più di me. Signora Oh mia cara (commossa) ricordo tutto, ogni cosa, ogni sasso, ogni urlo. Ricordo tutto come se fosse appena accaduto un tormento questo ricordo. Mi fa piacere vedere l'impegno di voi giovani che oggi in tanti siete qui a chiedere giustizia. Ragazza Ma lei era lì (incerta)? Lei si trovava nel luogo dove è stata consumata la strage del '47? Signora Si ero li, a portella. E una parte di me è rimasta li, è morta insieme agli altri. Oggi però vedo te e penso che almeno il ricordo non morirà mai. Ragazza Lei che pensa? Come sono andate le cose? Signora Io la mia idea me la sono fatta da subito il punto è che su questa strage non fu ma stata fatta giustizia e che i mandanti sono rimasti impuniti. La memoria ci aiuterà ad essere persone migliori.

Voce fuori campo: Giorgio Cusenza 42 anni e Filippo Di Salvo 48 anni Giorgio: Buongiorno compà, come va? Filippo: Compà tutto bene... E tu con il lavoro? Giorgio: Mah, per il momento non ci possiamo lamentare. Filippo: Per me le cose non vanno tanto bene. La terra non rende niente. Giorgio: Vedrai le cose cambieranno. Per oggi pensiamo alla festa. Andiamo a Portella. C'è un bel po' di strada da fare. Filippo: Chissà chi terrà il comizio oggi! Giorgio: Non so di preciso, ho sentito parlare di un certo Renda. Filippo: Comunque, chiunque parli la cosa importante è che oggi si fa festa e non si lavora. Giò, ma tu lo sai come è nata questa festa? Giorgio: Come è nata non lo so, ma so che è stato il medico Nicolò Barbato a istituire il raduno dei lavoratori a Portella. Filippo: Cosa porti con te nella bisaccia? Giorgio: Non so. L'ho travata pronta stamattina, e tu? Filippo: Un po' di pane fresco, del caciocavallo e vino. Giorgio: Bene, andiamo. Voce fuori campo: Francesco Vicari (23 anni) e Castrenze Intravaia (29 anni) Francesco: Che stanchezza! Castrenze: Su cammina, stiamo arrivando. Francesco: È che questo sole in salita mi distrugge! Castrenze: Non ti lamentare, oggi è festa. Pensa al sole con la zappa in mano, ti pare meglio? Francesco: Hai ragione, oggi finalmente è un giorno di riposo! Castrenze: Si dice che ci sarà tanta gente a Portella e, compà, chissà quante femmine! Francesco: Femmine! Ma io ho la fidanzata! Castrenze: La fidanzata? E chi è questa fortunata? Francesco: Oggi, se ci sarà, te la faccio conoscere, è così bella! Castrenze: Sono contento per te. Ormai sei un uomo ed è ora che pensi a farti una famiglia!

Voce fuori campo: Madre e Vincenzina (8 anni) Madre: Vincenzina è tardi e dobbiamo andare a Portella Vincenzina: Arrivo mamma, sono pronta. Ma cosa ci andiamo a fare a Portella? Madre: È la festa del lavoro, non si va a lavorare e ci riposiamo. Papà non lavora, i tuoi fratelli nemmeno e andiamo a fare la mangiata a Portella con tutti gli amici e i parenti. Vincenzina: Mangeremo cose buone? Madre: Certamente! E se ci sono le bancarelle ti compro un giocattolo Vincenzina: Andiamo mamma, non vedo l'ora di arrivare. Già mi piace questa Portella. Mamma: Ci saranno i botti? Madre: Sì, tesoro. In tutte le feste importanti ci sono i botti. Voce fuori campo: Margherita (47anni) e il marito Margherita: Su ragazzi, andiamo, oggi è un giorno di festa e si va a Portella. Il mulo è pronto? Marito: Sì, forza si parte. Margherita : Oggi finalmente mi riposerò, sai che fatica ogni giorno, andare dietro ai ragazzi, la casa, il bucato, la cucina, le galline...hai preso la bisaccia con le cose da mangiare? Marito: Sì, ma cosa ci hai messo dentro? Margherita: Pane, formaggio, olive e un dolce che ho preparato ieri. I ragazzi saranno contenti! Marito: L'acqua passiamo a prenderla alla fontana. Margherita: Su andiamo, la strada è lunga. Pensi che il mulo ce la farà? Marito: È vecchio, ma fino a Portella ci arriva. Margherita: Andiamo, il corteo sta per partire. Voce fuori campo: Giovanni Grifò (12 anni) Giuseppe Di Maggio (12 anni) Serafino Lascari (14 anni) Giovanni: Ciao ragazzi, finalmente il 1 maggio! Si va a Portella, chissà quanta gente! E chissà quante belle ragazze! Giuseppe: Sempre a pensare alle ragazze tu! Giovanni: E certo non le vediamo mai! E poi, scambiare due parole è impossibile. Hanno

sempre le madri o le sorelle maggiori di guardia! Oggi speriamo che riesco a parlare con Maria. Serafino: E chi è questa Maria? Giovanni: Una che mi piace. So che andrà a Portella, più tardi te la faccio vedere. Serafino: La mia ragazza non viene, i suoi non vanno a Portella. Dicono che ci vanno solo i Comunisti. Ma non capisco, la festa del lavoro dovrebbe riguardare tutti i lavoratori. Giovanni: I grandi sono strani. Hai ragione, tutti dovrebbero festeggiare la festa del lavoro. Giuseppe: E noi da grandi faremo in modo che la festa del lavoro sia per tutti, comunisti e non. Ma adesso andiamo, altrimenti faremo tardi. Voce fuori campo: Giovanni Megna 18 anni e Vito Alotta 19 anni Giovanni: Buongiorno, sei pronto? Gli amici ci aspettano per il corteo. La bandiera l'ho presa ieri sera alla Camera del Lavoro. Quant'è bella, rossa come il sangue di tanti che hanno combattuto e sono morti per la libertà e per i diritti dei lavoratori. Vito: Hai ragione, oggi per noi è un giorno di festa perché tanti uomini sono morti in scontri e battaglie durante le lotte operaie. Giovanni: Per fortuna è tutto finito! La festa dopo il ventennio fascista è stata ripristinata e noi possiamo festeggiare. Vito: Certo ancora la lotta contadina si scontra con la mafia, che fa gli interessi dei padroni. In questi anni quanti sindacalisti, sindaci, segretari socialisti e comunisti sono stati uccisi in tutta la Sicilia! Giovanni: Su andiamo, non rattristiamoci in questa giornata di festa! I compagni ci aspettano e il corteo sta per partire. Vito: Andiamo. (si sente l'inno dell'internazionale comunista e poi gli spari) E svanirono i loro sogni, loro ideali, le loro speranze... Non dimentichiamoli!