Bianca Rita Cannavò
Pensando a questa domanda certamente a ognuno di noi verrà in mente una definizione per la parola "salute". Le nostre risposte sono condizionate: dalla nostra cultura, dall'educazione che abbiamo ricevuto, dalle nostre convinzioni personali, dall'attività lavorativa che svolgiamo, dal contesto sociale in cui viviamo.
E' ovvio quindi che possiamo trovare diverse definizioni di salute, ma probabilmente la maggior parte di noi direbbe che la salute è uno stato di assenza di malattia e che, quindi, essere sano (cioè essere "in salute") vuol dire non avere malattie. Questo in parte è vero, perché di certo chi soffre per una malattia non è in salute! Ma possiamo dire che una persona che non ha una casa o un lavoro, o che è seriamente preoccupata per il proprio futuro, o che affronta una situazione familiare stressante viva veramente in salute solo perché non è malata? CERTAMENTE NO! Il concetto di salute, infatti, è molto più ampio e abbraccia diversi aspetti della nostra vita.
Fino al 1948 quindi il concetto di salute era semplice, facilmente comprensibile, basato su un affermazione negativa: nell assenza di malattie. Al termine della catastrofica seconda guerra mondiale esplose nel mondo un immenso desiderio di pace, di libertà, di sviluppo sereno e tranquillo tra le nazioni e tra i popoli che si concretizzò nell istituzione delle Nazioni Unite (ONU) con le sue varie agenzie tecniche simulanti nell insieme un supergoverno mondiale rivolto alla pace (si sostituiva alla Società delle Nazioni, istituita dopo la prima guerra mondiale per garantire la pace e per promuovere la sicurezza collettiva - 1920/ 1946).
Le 5 nazioni vincitrici del conflitto (Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti + 44 Stati firmatari) si riunirono il 26 giugno 1945 a San Francisco, il 24 ottobre 1945 emanarono lo Statuto, il 10 gennaio 1946 si svolse a Londra la 1 assemblea e la sede venne stabilita a New York. L Italia fuammessa all ONU nel 1955. Questo desiderio di pace, di equità e di giustizia sociale si concretizzò anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo (New York, 1948) Da quel complesso di idee e di fermenti scaturì anche un NUOVO CONCETTO DI SALUTE.
Nel Preambolo della Costituzione dell Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che è l agenzia tecnica dell ONU, deputata ai problemi riguardanti la salute pubblica in contatto con i Ministeri della Sanità pubblica dei vari Paesi membri dell organizzazione, fu scritto che: la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non soltanto assenza di malattie o di infermità. Il godimento del più alto standard di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razze, religione, credo politico, condizione economica o sociale. La salute di tutti i popoli è fondamentale per il raggiungimento della pace e sicurezza e dipende dalla più ampia cooperazione degli individui e degli Stati. L impegno di ogni Stato nella promozione e protezione della salute è utile a tutti. Lo sviluppo diseguale tra i Paesi nella promozione della salute e controllo delle malattie trasmissibili, rappresenta un pericolo per tutti.
Questa nuova concezione della salute venne sintetizzata nell art. 1 dello Statuto dell OMS: La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto una mera assenza di malattia o di infermità. Questa definizione ha ispirato ed ispira tutt ora in modo coerente la linea politica dell OMS ed ha orientato nel corso della seconda metà del XX secolo tutte le attività di questa agenzia tecnica dell ONU: ogni deliberazione, atto o programma, ogni dichiarazione, proposta o suggerimento dell OMS agli Stati membri (che ormai sono quasi 200) fa riferimento alla definizione contenuta nell art. 1 dello Statuto. Ciò significa che per vari decenni il nuovo concetto venne riproposto alla discussione e tuttora esso viene pienamente confermato dal punto di vista scientifico, tecnico e politico.
in Italia, negli stessi anni postbellici (dicembre 1947), veniva emanata la nuova Costituzione della Repubblica che, nell art. 32, afferma: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
L impatto del nuovo concetto di salute è stato enorme nel campo della cultura, delle scienze e delle politiche sanitarie. L affermazione positiva della salute, provocò una sorta di terremoto, si può dire, nel campo della MEDICINA che impegnata da secoli quasi esclusivamente, salvo rare eccezioni, nello studio e nella lotta contro le malattie per diagnosticarle, per curarle, per prevenirle e per prolungare la vita ai malati si trovò impreparata di fronte alla nuova prospettiva di tutelare e promuovere la salute.
La nuova concezione multidimensionale della salute suggerì un nuovo modello alla medicina, denominato bio-psico-sociale
La nuova concezione di salute allarga decisamente l area della salute umana dalla sfera del CORPO a quella della MENTE e a quella delle relazioni sociali, sollevando motivi di crisi nella Sanità Pubblica perché estende il campo di azione alle scienze psicologiche e alle scienze sociali e successivamente anche alle scienze economiche. Non ci furono difficoltà a riconoscere subito che una persona poteva avere una malattia del corpo ma, nello stesso tempo, poteva essere perfettamente sana di mente, oppure che una persona poteva essere malata di mente ma essere sana nel corpo. Si ammetteva che le scienze mentali erano relativamente giovani e che relativamente scarse erano le conoscenze psicologiche e psichiatriche rispetto alle scienze del corpo che avevano secoli di esperienze dietro di sé.
Ma l identificazione delle relazioni sociali, quali possibili cause di condizionamento della salute modernamente intesa, rappresentò un ulteriore turbamento culturale e strutturale nel campo della Sanità Pubblica. Si presenta anche la necessità di dare una nuova impostazione ai servizi sanitari e socio-assistenziali. Col nuovo concetto di salute deve nascere una nuova Sanità Pubblica che, non solo si deve impegnare nella diagnosi e cura delle malattie, ma soprattutto si dovrà impegnare nella tutela e nella promozione della salute della popolazione.
E opportuno considerare che nel periodo storico coincidente e successivo a quello in cui si affermò il nuovo concetto pluridimensionale di salute (seconda metà del XX secolo) si verificò una complessa e rapida cambiamento epidemiologico nei vari Paesi, compresa l Italia, rispetto alla quale il nuovo concetto di salute apparve adeguato. Le caratteristiche di questo cambiamento riguardavano non soltanto la patologia, ma anche altre importanti caratteristiche sociali e demografiche che possono essere così schematicamente indicate: passaggio da epidemie di malattie infettive, curabili e guaribili (broncopolmoniti, enteriti, difterite, tifo, ecc.) a epidemie di malattie cronico-degenerative (neoplasie, cardiopatie, artropatie, diabete, demenze, ecc.) con aumento delle sofferenze prolungate; invecchiamento esplosivo della popolazione che si intreccia inestricabilmente con il cambiamento anzidetto della patologia in una serie di rapporti reciproci di causa ed effetto; cambiamenti rapidi degli stili di vita e dei comportamenti (sedentarietà, alimentazione, guida spericolata di automezzi, fumo, alcol, droghe, ecc.) con relativo aumento delle malattie comportamentali; rapido aumento della patologia mentale (depressioni, ansie, angosce, anoressie, bulimie, crisi di panico, ecc.) e del disagio sociale sia giovanile che degli anziani, sempre più soli,ingombranti e consapevoli del loro tramonto.
E' chiaro, quindi, che la tutela della salute richiede il contributo non solo del settore sanitario, ma anche di tutti i sistemi, le organizzazioni e le strutture che con il loro agire influenzano il benessere dell'individuo e della comunità. LA SALUTE È UN DIRITTO UMANO FONDAMENTALE E RAPPRESENTA UNA RISORSAPER LAVITA QUOTIDIANA CHE VA DIFESAE SOSTENUTA. Per arrivare a uno stato di completo benessere una persona (o un gruppo) deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni e di modificare positivamente l'ambiente circostante o di farvi fronte; deve intraprendere, cioè, un processo di promozione della salute che la metta in grado di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla. Questi principi sono stati enunciati nella Carta di Ottawa (1986) dove si auspica che i cittadini assumano un ruolo attivo nella promozione della propria salute evitando di delegarne la tutela al sistema sanitario in modo passivo.
Bianca Rita Cannavò