Prevenzione Primaria
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- Amanda Napolitano
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1 Prevenzione Primaria
2 MALATTIE INFETTIVE Vaccinazioni Disinfezione Sterilizzazione Notifica e accertamento dei casi Controlli alimenti HACCP Controlli acque potabili
3 MALATTIE CRONICO- DEGENERATIVE Educazione alimentare Norme antinquinamento Lotta alla droga Campagne contro il fumo INCIDENTI E INFORTUNI Limiti di velocità Cinture di sicurezza Uso del casco Norme antincendio Campagne contro l alcool Barriere anti-rumore Divieto all uso di materiali pericolosi Protezione dei lavoratori Impianti elettrici a norma Educazione stradale
4 Prevenzione Secondaria
5 Prevenzione Terziaria
6 Fattori causali Fattori di rischio rischio PREVENZIONE PRIMARIA esposizione Non malattia malattia Malattia asintomatica PREVENZIONE SECONDARIA Bisogno di salute Non percepito Segni e sintomi Riconoscimento del malessere (bisogno di salute) Bisogno di salute Non espresso Bisogno di salute Non soddisfatto Espressione del malessere Diagnosi-terapia PREVENZIONE TERZIARIA
7 AGENTE ETIOLOGICO FASE LIBERA INCUBAZIONE MALATTIA CLINICA MORTE GUARIGIONE CRONICIZZAZIONE
8 Inizio esposizione Inizio processo patologico Comparsa segni precoci Comparsa segni e sintomi clinici Instaurarsi del processo patologico e/o esito Fase di induzione (ESPOSIZIONE) Fase di latenza (INCUBAZIONE) Decorso pre- clinico Decorso clinico tempo Indagini sui fafori di rischio nella popolazione (fumo, alcol, colesterolo, etc.) Screening di popolazione (pap- test, sangue occulto nelle feci, etc.) Diagnosi conclamata, riabilitazione Educ. sanitaria Diagnosi precoce
9 Trattandosi di contesti con alta frequenza di malattie infettive, vita media breve, scarsità di risorse e livello socio-economico molto basso, le iniziative più importanti devono contemplare le patologie infettive a più alta mortalità (notifiche, accertamenti diagnostici, isolamenti, potabilizzazione dell acqua, costruzione di servizi igienici, vaccinazioni, etc.) Le iniziative di prevenzione primaria, un tempo quasi esclusivamente limitate alle patologie infettive, negli ultimi decenni si sono estese alle malattie croniche ed agli infortuni
10 Epidemiologia (dal Greco επι= sul, δηµος= popolo e λογος= discorso, studio) L epidemiologia è la Scienza che studia la distribuzione e le cause delle patologie dell uomo Mac Mahon, 1970 E la disciplina biomedica che si occupa dello studio della distribuzione e frequenza di malattie e di eventi di rilevanza sanitaria nella popolazione. Si occupa di analizzare le cause, il decorso e le conseguenze delle malattie.
11 Scopi dell'epidemiologia determinare l'origine di una malattia la cui causa è conosciuta studiare e controllare una malattia la cui causa è sconosciuta o poco nota acquisire informazioni sull'ecologia e sulla storia naturale della malattia programmare ed attivare piani di controllo e di monitoraggio della malattia valutare gli effetti economici di una malattia ed analizzare i costi e benefici economici Per raggiungere i suoi scopi l'epidemiologia si serve della statistica, basata a sua volta sulla matematica e sulla demografia.
12 Epidemiologia descrittiva Descrive eventi sanitari come malattie, cause di morte e la presenza di fattori di rischio come, ad esempio, il fumo di tabacco, l'inquinamento atmosferico, ecc. Utilizza strumenti statistici detti misure di frequenza (tassi di incidenza o di prevalenza, rapporti) e informazioni di tipo demografico. Si pone come obiettivo quello di rispondere a domande come: "Chi si è ammalato? Dove? Quando?". L'Epidemiologia descrittiva contribuisce all'epidemiologia analitica.
13 Epidemiologia analitica Indaga e cerca relazioni causa-effetto tra fattori di rischio e malattie. Cerca il nesso tra il fattore di rischio (ad es. "fumo di sigaretta ) e l'eventuale insorgenza di patologie legata ad esso (cancro al polmone, enfisema, etc.) Si pone, quindi, come obiettivo quello di rispondere alla domanda: "perché?". Gli strumenti d'indagine utilizzati dall'epidemiologia analitica sono: - gli studi di coorte (o di incidenza) - gli studi caso-controllo - gli studi trasversali (è un studio osservazionale, descrittivo)
14 Epidemiologia sperimentale Valuta l'efficacia degli interventi sanitari adottati in seguito a indagini epidemiologiche. Studi di epidemiologia sperimentale possono essere sia di tipo preventivo (ad es. la valutazione dell'effettiva riuscita di campagne di sensibilizzazione) che terapeutico (ad es. sperimentazioni sui farmaci e tecniche operatorie). Gli studi in epidemiologia sperimentale si possono effettuare a singolo cieco, a doppio cieco o a triplo cieco; rispettivamente sono così definiti gli studi per cui: 1) solo i volontari non sappiano di stare nel gruppo dei controlli o degli sperimentali; 2) anche il ricercatore non sa chi appartenga ad un gruppo e chi ad un altro (lo sa solo il supervisore); 3) ci si affidi ad un ricercatore esterno.
15 PIRAMIDI DI ETÀ DELLA POPOLAZIONE ITALIANA Piramide delle età rela,va alla popolazione residente a Palermo nel 1991 (a sinistra) e nel 2001 (a destra)
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17 Transizione epidemiologica Nella seconda metà del XX secolo si è verificata una complessa e rapida transizione epidemiologica nei Paesi Industrializzati, le cui caratteristiche riguardavano non soltanto la patologia, ma anche altre importanti caratteristiche sociali e demografiche che possono essere così schematicamente indicate: passaggio da epidemie di malattie infettive, curabili e guaribili (broncopolmoniti, enteriti, difterite, tifo, ecc.) a epidemie di malattie cronico-degenerative (neoplasie, cardiopatie, artropatie, diabete, demenze, ecc.) con aumento delle sofferenze prolungate; invecchiamento esplosivo della popolazione che si intreccia inestricabilmente con il cambiamento anzidetto della patologia in una serie di rapporti reciproci di causa ed effetto; cambiamenti rapidi degli stili di vita e dei comportamenti (sedentarietà, sovraccarico quali-quantitativo alimentare, fumo, alcol, droghe, ecc.) con relativo aumento delle malattie comportamentali; rapido aumento della patologia mentale (depressioni, ansie, angosce, anoressie, bulimie, crisi di panico, ecc.) e del disagio sociale sia giovanile che degli anziani, sempre più soli, ingombranti e consapevoli del loro tramonto.
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21 MUTATE CONDIZIONI SOCIO-CULTURALI - Maggiori conoscenze del cittadino utente e più servizi offerti anche attraverso i massmedia (ad es.strutture sanitarie che fanno marketing per attrarre clienti) - Richiesta da parte dell utenza di professionalità e di servizi sanitari di qualità (ad es. con attenzione anche ai servizi alberghieri ) - Diversa concezione del concetto di salute
22 MUTATE CONDIZIONI SOCIO-CULTURALI - Popolazione sempre più multi-etnica e sempre più anziana, (sempre meno genitori accompagnati dai figli e sempre più dalle badanti ) - Forte immigrazione: dal 2006 si raddoppia la quota degli immigrati,circa Negli ultimi 5 anni in Italia gli studenti stranieri sono passati da 4620 a e rappresentano il 6,24% della popolazione scolastica; Utile predisporre un costante inserimento di lavoratori qualificati extra-comunitari nel mondo sanitario pubblico e privato
23 Così cambierà il Paese
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