IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE
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- Gianpiero Caruso
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1 IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE Il presente documento, presentato in V commissione in occasione dell audizione del 23 settembre, si compone di due parti: Introduzione e riferimenti ideativi; Identificazione dei progetti di riorganizzazione e miglioramento del SSR, sulla base delle criticità evidenziate dagli stessi cittadini e rilevate con una ricerca pubblicata con il libro bianco. Con questa indagine si è studiato quello che pensano i veneti del loro SSR e quali sono gli elementi di criticità sulla base della loro esperienza. ЖЖЖЖЖ Per formulare delle proposte operative da inserire nel nuovo PSS Regionale, che guiderà la politica sanitaria della nostra Regione per i prossimi anni, abbiamo utilizzato un importante strumento fornito dalla Regione stessa: Libro bianco del Servizio Socio Sanitario della Regione Veneto Questo è risultato un rilevante mezzo di conoscenza : delle risorse in campo del nostro SSR; della loro distribuzione nei differenti ambiti territoriali; dell evoluzione demografica della popolazione; dell andamento, nei 9 anni analizzati, di quanto ai precedenti punti; della valutazione dei cittadini stessi sulla qualità percepita del sistema. L analisi dei dati di cui sopra è stata completata da un approfondimento epidemiologico sullo sviluppo ed andamento di alcune patologie nella nostra regione: Neoplasie; Malattie cardiovascolari; Malattie respiratorie; Malattie degenerative;
2 Malattie metaboliche. Infine, per elaborare una nostra proposta, abbiamo tenuto ben presenti dei principi riportati nel nostro codice deontologico e relativi: Alla centralità della persona, come presupposto fondamentale alla funzione infermieristica; All universalità del sistema; All equità all accesso alle cure, che non significa tutto a tutti; Alla libertà della scelte dei cittadini; Da queste premesse - irrinunciabili - possiamo dichiarare come l infermiere potrebbe essere una risorsa strategica per una sorta di new deal della sanità veneta. Siamo infatti convinti che dove non ci sono ulteriori risorse da investire la strada obbligata da percorrere sia quella della riorganizzazione, partendo da una chiara visione sugli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ovvero: rendere il sistema più efficiente ma anche più efficace attraverso l uso della conoscenza come potenziale intrinseco all alta qualificazione del personale presente, nelle strutture sanitarie. I servizi infermieristici delle aziende dovrebbero essere posti nelle condizioni di poter supportare quei cambiamenti organizzativi che vanno nella direzione di rendere gli infermieri pienamente attori responsabili nell identificazione degli obiettivi assistenziali, che sono di loro prerogativa e riconosciuti come propria responsabilità. I presupposti perché i Servizi Infermieristici possano operare pienamente, sono legati ad un loro idoneo riconoscimento declinato con un coerente modello organizzativo che consegni, a chi è esperto di assistenza, la possibilità di esercitare pienamente ma anche di organizzarsi in base alle esigenze assistenziali dei nostri utenti. Ciò favorirebbe anche il medico ad un pieno esercizio della sua preminente attività: quella di fare diagnosi e conseguente terapia, sapendo di poter contare su una piena applicazione del profilo professionale dell infermiere che sancisce il suo dovere a garantire le prescrizione diagnostico terapeutiche definite dal clinico.
3 Proposta degli infermieri per il Piano Socio - Sanitario Regionale per l area ospedaliera AREE DI MIGLIORAMENTO E RIORGANIZZAZIONE IDENTIFICATE DAI CITTADINI PROPOSTE OPERATIVE (VEDI LIBRO BIANCO) 1. Garanzia di continuità assistenziale infermieristica per gli utenti/pazienti dimissibili dalle strutture ospedaliere per acuti NON in grado di essere assistiti a domicilio 2. Adeguatezza dei livelli di assistenza infermieristica nelle strutture ospedaliere in termini di appropriatezza, efficienza ed efficacia dei servizi offerti a. Creazione di strutture, a conduzione infermieristica, che garantiscono l assistenza e le prescrizioni terapeutiche a. Aggregazione di utenti/pazienti per intensità assistenziale e pregnanza terapeutica b. Identificazione di standard di riferimento per le aree di cui al punto precedente c. Implementazione di progetti di formulazione di PDTA d. Gestione diretta del personale infermieristico e di supporto da parte dei Dirigenti Infermieristici dell area ospedaliera attraverso una riorganizzazione che prevede una linea diretta con il Direttore Aziendale del Servizio Infermieristico. 3. Riduzione/eliminazione dei tempi di attesa per gli utenti che accedono al pronto soccorso e che necessitano di prestazioni NON complesse a. Riorganizzazione dell attività del pronto soccorso ed istituzione di percorsi alternativi e sicuri per gli utenti con codice bianco con coinvolgimento diretto del personale infermieristico nella loro gestione. 4. Aumento del livello di sicurezza delle sale operatorie e garanzia di continuità assistenziale attraverso una a. Riorganizzazione delle attività infermieristiche nelle sale operatorie identificando nuovi ruoli per gli infermieri di
4 completa presa in carico dell utente durante il percorso perioperatorio 5. Garanzia di una idonea assistenza infermieristica agli utenti delle strutture residenziali (RSA, case di riposo ) a forte valenza sanitaria. riferimento per gli utenti/pazienti nel pre e post intervento a. Previsione di funzioni di audit infermieristico in quelle strutture autonome dove è presente, perché necessario, una funzione infermieristica b. Identificazione di una batteria di indicatori per monitorare il livello delle prestazioni infermieristiche ed i relativi risultati 6. garanzia di una pari opportunità di soccorso in situazioni di emergenza a. organizzazione della funzione del 118 con una struttura organizzativa unica a valenza regionale Proposta degli Infermieri per il Piano Socio - Sanitario Regionale per l area territoriale AREE DI MIGLIORAMENTO E RIORGANIZZAZIONE IDENTIFICATE DAI CITTADINI PROPOSTE OPERATIVE (VEDI LIBRO BIANCO) 7. Adeguatezza dei livelli di assistenza infermieristica nelle strutture territoriali, in termini di appropriatezza, efficienza ed efficacia dei servizi offerti a. Aggregazione di utenti pazienti per livello di cronicità b. Identificazione di standard di riferimento per le aree di cui al punto precedente
5 8. garanzia di continuità delle cure dopo la dimissione ospedaliera e prima del rientro al proprio domicilio, in raccordo con l ADI c. Gestione diretta del personale infermieristico e di supporto da parte dei Dirigenti Infermieristici dell area territoriale, attraverso una riorganizzazione che prevede una linea diretta con il Direttore del servizio infermieristico aziendale d. Erogazione di un effettiva continuità assistenziale nell arco di 24 ore per 7 giorni la settimana, con la presa in carico del paziente a. degenza a gestione infermieristica, destinata a soggetti appartenenti alle fasce più deboli della popolazione assistiti dal proprio MMG, nella fase post acuta di dimissione dall ospedale, oppure affetti da riacutizzazioni di malattie croniche che non necessitano di terapie intensive o di diagnostica a elevata tecnologia e che non possono, per motivi sia di natura clinica che sociale, essere adeguatamente trattati a domicilio 9. presa in carico della persona con malattia cronica a. attivazione di ambulatori di assistenza infermieristica specialistica, per l ipertensione grave, diabete mellito, scompenso cardiaco, insufficienza respiratoria in BPCO, ictus, etc (in collegamento con i MMG o specialisti ospedalieri) 10. garanzia di una omogenea distribuzione dell offerta sul a. creazione di strutture a conduzione infermieristica che territorio di strutture residenziali sanitarie 11. rimodulazione degli standard assistenziali nelle residenze 12. garanzia erogazione di servizi assistenziali a tutti i cittadini garantiscono assistenza ed educazione terapeutica a. verifica dei livelli di complessità nel sistema delle residenze per anziani b. introduzione dell infermiere con competenze specialistiche avanzate (master I livello) a. definizione del rapporto abitanti/ infermieri nei servizi territoriali con particolare riferimento all ADI
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