Sport, confronto al Cus tra i candidati al rettorato



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30 maggio Il Resto del Carlino Sport, confronto al Cus tra i candidati al rettorato I TRE candidati al ruolo di rettore dell Università di Ferrara si sono confrontati ieri per la prima volta vis a vis al Cus di via Gramicia. Ai lati dei campi da tennis e da golf della struttura sportiva, Piero Olivo, Giorgio Zauli e Francesco Bernardi hanno spiegato quali mosse, in ambito sportivo, intenderebbero mettere in atto qualora venissero eletti. Un confronto pacato, dai toni rilassati, che è però partito in salita per i tre protagonisti: nel suo intervento d apertura, il presidente del Centro Universitario Sportivo Giorgio Tosi ha, infatti, sottolineato come tutti e tre i candidati non abbiano fatto menzione del CUS all interno del loro programma elettorale. Una mancanza che ha, inevitabilmente, creato qualche imbarazzo tra i concorrenti al posto di Rettore, rei di non aver pensato ad una risorsa fondamentale, come di fatto è quella sportiva, per l ateneo estense. Su un totale di 9039 iscritti al CUS, infatti, 2403 risultano studenti universitari: numeri che collocano Ferrara al secondo posto nazionale, dopo Milano, per numero totale di iscritti ed all ottavo posto per numero di studenti universitari tesserati. Nel concreto, i tre candidati, oltre a constatare la validità e la qualità del centro di via Gramicia, hanno promesso di migliorare alcuni servizi: «La mia intenzione è quella di coinvolgere maggiormente i giovani - ha precisato Olivo -, costruendo ad esempio degli spogliatoi all interno del Polo Scientifico per permettere ai ragazzi di allenarsi fuori orario e attivando una raccolta fondi per l organizzazione di manifestazioni sportive per studenti». Pensiero di stampo medico quello, invece, rivolto da Zauli, convinto che «l attività sportiva stia alla base della prevenzione. E prevenire è l unico modo possibile per diminuire i costi sanitari». Punta, infine, sull attrattività verso l esterno Bernardi, evidenziando come «lo sport, parlando un linguaggio universale, sia lo strumento di comunicazione ideale per formare i giovani studenti e convincerli a scegliere l università ferrarese». Considerazioni che, però, non si sono tradotte in alcuna promessa di aumento di investimenti, con i candidati che hanno sostenuto che, prima di tutto, bisogna guardare alla voce «entrate». CARO CARLINO, il 27 maggio scorso mi sono recata per un prelievo del sangue alla Città della salute (niente che possa definirsi tale, ma questo è il nome che hanno deciso di dare al nuovo laboratorio analisi). Orario di appuntamento 7.45; prendo il biglietto che riporta il numero delle persone che mi precedono: 107. Il corridoio è angusto, pieno di gente, non ci sono sedie (penso agli anziani, ai bambini e alle persone disabili). Esco e mi metto nel corridoio, non c è un display che ti avvisi del numero di prenotazione. Con molta pazienza attendo il mio turno; alle ore 8.50 finalmente vedo il mio numero apparire, consegno la documentazione, faccio una prima coda per prendere le provette e un altra coda per fare il prelievo, alle ore 9.05. Ora mi chiedo, cosa è cambiato dalla vecchia sede? Nulla. Anzi, la situazione è peggiorata, i tempi di attesa si sono allungati ulteriormente: da notare che le analisi le avevo prenotate il giorno 22 aprile, con più d un mese d anticipo. C era una volta qualcosa che funzionava in città. Ora invece c è la Città della salute. Congratulazioni a chi l ha pensata! Daniela Brandoli IL PROBLEMA non è la Città della Salute in sè che, invece, come concetto generale, valorizza il vecchio ospedale Sant Anna altrimenti abbandonato a se stesso. Il problema, evidentemente, è che la «fase di rodaggio» successiva al trasloco di due tra i servizi più affollati e richiesti erogati dall azienda sanitaria di via Cassoli - Centro prenotazioni (Cup), Sportello unico e Centro prelievi - non è ancora terminato. Dopo le lamentele dei primi giorni di apertura, infatti, ale autorità sanitarie

avevano assicurato che, dopo le prime giornate di avviamento, la situazione sarebbe migliorata. Prendiamo atto che non è così. Urge qualche aggiustamento per migliorare l accoglienza. La Nuova Ferrara Ci vuole più attenzione per lo sport» Come gli alunni non proprio brillanti, anche loro si sono sentiti tirare le orecchie ieri mattina nell estivo del Cus. Ci hanno scherzato su i tre candidati nella corsa al rettorato (Francesco Bernardi, Piero Olivo e Giorgio Zauli) invitati dal presidente del Centro universitario sportivo, Giorgio Tosi, a presentare i loro programmi per questa costola dell ateneo che in Italia ha i numeri per rivaleggiare con i migliori. «Nei vostri programmi - li ha garbatamente redarguiti Tosi - manca qualsiasi riferimento al rapporto tra università e Cus». I numeri, elencati dallo stesso Tosi, confermano l ottima performance del centro. Con 9.039 tesserati attivi il Cus di Ferrara vede davanti a sè solo Milano. Gli studenti iscritti sono 2.403 (il 15% circa degli iscritti di Unife), 6.200 gli esterni, altro dato che conferisce al Cus una sorta di eccellenza in Italia. Tra i tesserati ci sono anche 123 ultrasettantenni (il più anziano ha 91 anni). Gli impianti sono frequentati da 198 non docenti dell ateneo ma solo da...21 docenti. Un dato che suggerisce che in certi uffici dell ateneo lo sport fa fatica a entrare. Così sono arrivate in diretta le scuse dei tre candidati (Zauli ha anche annunciato l intenzione di tesserarsi). I pretendenti al rettorato hanno ammesso la leggerezza annotando proposte e richieste. Due le ha messe sul tavolo lo stesso presidente Tosi. Una è l apertura di tre sale studio per studenti in via Gramicia, nella sede distaccata di via Liuzzo (di recente passata sotto il controllo gestionale del Centro Universitario Sportivo) e alla Darsena di San Paolo. La seconda riguarda il finanziamento di un servizio di trasporto con navetta allestito per chi frequenta le lezioni in ateneo, collegamento che costerebbe «qualche decina di migliaia di euro all anno», ha precisato lo stesso Tosi. Che poi ai tre candidati ha consegnato un altra notizia positiva: le attività del Cus sono in buona parte autofinanziate. Piero Olivo, ex preside di Ingegneria, ha colto l occasione al balzo per annunciare che nella sede del Polo tecnologico si potrebbero realizzare docce e spogliatoi per consentire agli studenti di praticare sport senza...passare da casa. La perla Cus inoltre, hanno concordato Olivo, Zauli e Bernardi potrebbe essere sfruttata in modo molto efficace per potenziare ulteriormente la capacità attrattiva dell ateneo estense, un aspetto rilevante se inserito in un sistema di contributi che premia le università anche in base al loro appeal. Zauli, esponente della Scuola di Medicina, ha sottolineato «il valore dello sport e della prevenzione per la salute» ricordando l importanza del legame tra Cus e corso di Scienze motorie. Un attenzione particolare è stata rivolta alla notizia che l Università di Parma riconosce crediti formativi per la pratica dello sport. Bernardi, biochimico e prorettore uscente, ha ricordato di essere stato allievo di Conconi, figura di spicco per gli studi sullo sport. Unife, ha dichiarato, potrebbe avere un ruolo di co-finanziamento di alcune attività. Il consigliere comunale Alberto Bova, infine, ha chiesto la disponibilità dell ateneo a sostenere politiche di agevolazione per gli affitti mentre l assessore Simone Merli si è soffermato sulla necessità di «una legge quadro in materia che oggi non c è». Zauli: più borse di studio per i dottorati e accordi internazionali fra atenei Giorgio Zauli, 54 anni, forlivese, professore ordinario di Anatomia Umana a Unife e direttore scientifico dell Irccs materno infantile Burlo Garofolo di Trieste, ha riassunto le sue proposte in 12 pagine. La programmazione delle progressioni di carriera e dei

reclutamenti, spiega, deve essere «quinquennale». Zauli vuole incrementare il numero delle borse di studio per i dottorati di ricerca e assegnare più risorse ai ricercatori abilitati interni tenendo conto dei risultati individuali della ricerca e dell impegno didattico. Previsti premi «ex-post per i dipartimenti che hanno effettuato reclutamenti virtuosi». Nel programma di riqualificazione edilizia post-terremoto «una menzione particolare - sottolinea - meritano i laboratori presso il polo chimico e biologico dell ateneo». Agevolare la partecipazione «dei nostri ricercatori ai bandi di ricerca europei» e puntare a reperire fondi esterni (Regione ed Europa) fornendo specifico supporto organizzativo e di competenze ai docenti; incrementare il Fondo d ateneo per la ricerca scientifica. Premiare inoltre i docenti maggiormente impegnati nell attività didattica e utilizzare le commissioni paritetiche docenti-studenti per migliorare i corsi di studio. «Andrà ulteriormente potenziata - scrive Zauli - l offerta di corsi di laurea in lingua inglese» e incrementata «la stipula di accordi internazionali fra atenei per l attivazione di corsi di laurea o di dottorato che conferiscano titoli congiunti». Il direttore generale dell ateneo deve essere reperito tramite «avviso pubblico fra persone qualificate con ampia esperienza in amministrazioni pubbliche universitarie o enti di ricerca». Aumentare il livello di informatizzazione delle procedure amministrative, semplificare i percorsi amministrativi e valorizzare la formazione del personale tecnico-amministrativo. Sostenere il piano strategico della Scuola di Medicina e recuperare l autonomia del numero maggiore possibile di Scuole di specializzazione, riaffermare «la centralità dell università nei rapporti con le aziende sanitarie». Olivo pensa a un rettore-manager e ai rapporti con Modena-Reggio e Parma Piero Olivo, 58 anni, bolognese, ex preside di Ingegneria, ha presentato il documento di programma più lungo e articolato: 26 pagine. Il rettore «dovrà essere un manager, molto attento al bilancio e al controllo dei parametri che definiscono il fondo di finanziamento ordinario». Dovrà anche prestare «molta attenzione ai rapporti con le altre università vicine, in particolare Modena, Reggio Emilia e Parma». I punti cardinali sono «ricerca e internazionalizzazione». La Scuola di Medicina è una risorsa di «fondamentale importanza» e un suo depotenziamento rappresenterebbe un punto di non ritorno per l intero ateneo». Un progetto per Medicina è quindi una priorità e richiederà l attribuzione di «risorse dedicate». Il direttore generale dell ateneo dovrà possedere «capacità manageriale in ambito universitario e provata esperienza amministrativa». Senato accademico e Consiglio dovranno tornare ad essere il luogo di discussione delle «strategie di sviluppo universitario». I collaboratori del rettore non devono essere grandi elettori ma persone competenti. Ogni futura iniziativa didattica e formativa sarà valutata anche sulla base del rapporto costo/beneficio. Ma il corso di studi sarà valutato anche per la qualità della ricerca dei docenti e sulla capacità di attrarre studenti internazionali. Una delle azioni sarà favorire le iscrizioni degli studenti part-time. Si punterà a migliorare l accoglienza delle matricole, a facilitare la mobilità internazionale dei ricercatori e la partecipazione a consorzi interateneo per avere più chance nel reperimento di finanziamenti internazionali (incentivi per chi partecipa a progetti europei). Più didattica in lingua inglese. Eliminare i doppioni amministrativi in ateneo e spingere sull informatizzazione. Incentivi anche per il personale amministrativo. Reclutamento: promozione di ricercatori a professori associati e assunzione di giovani ricercatori ma tenendo in adeguato conto la produttività scientifica. Patrimonio: mettere a norma aule, laboratori, uffici e studi.

Bernardi rivendica i risultati di mandato Caccia ai fondi europei e regionali Francesco Bernardi, 60 anni, portuense, biochimico e prorettore vicario di Unife, ha steso le sue proposte in un documento di 15 pagine che traccia un bilancio dei risultati raggiunti negli ultimi anni, nei quali ha affiancato il rettore Pasquale Nappi. «Impegno per il reclutamento e promozione delle risorse (più di 110 promozioni/reclutamenti nell ultimo biennio)», sottolinea Bernardi. Oggi Unife «consuma il 55% di energia da fonti sostenibili». Le matricole (3.393 nel 2014/2015) sono in crescita, gli studenti provenienti da fuori provincia sono il 70.59%, da fuori regione il 57.8%. L ateneo deve favorire la trasmissione di conoscenze ed esperienze all economia del territorio e agevolare i dottorati di ricerca (svantaggiati dalla «riduzione dei fondi ministeriali»), in particolare di quelli internazionali attraverso il «sostegno finanziario all attività dei singoli». Il ricambio generazionale deve essere perseguito offrendo prospettive di reclutamento ai precari e ai ricercatori (con la promozione ad associati). Un unità di supporto dovrà agevolare la partecipazione a «bandi competitivi internazionali e nazionali». Caccia ai fondi strutturali europei e di sviluppo regionale, incentivi al personale per attrarre «ricerca commissionata». Attenzione al «ruolo» delle Scuole di Farmacia e Medicina, poli attrattivi «nazionali e internazionali», creando «network di ricerca e assistenziali focalizzati sul paziente (Care Centers) per «massimizzare i risultati in termini di competitività scientifica e capacità di attrazione clinica». Supporto al Piano strategico definito dalla Scuola di Medicina e impegno per l integrazione delle strutture di Asl e Sant Anna. Incremento dei corsi di laurea in lingua inglese. Azioni per la semplificazione burocratica; formazione e incentivi per il personale tecnico amministrativo. Edilizia: prioritario il recupero di Palazzo Gulinelli (biblioteca studi umanistici), completamento del restauro Palazzo Tassoni. Politica di accoglienza e residenzialità di studenti provenienti da altre regioni. «Troppe le lacune nel nostro ospedale» Dal 20 giugno parte anche il servizio di Guardia medica turistica sui lidi ferraresi per tutti gli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale, italiani e stranieri con tessera sanitaria europea Team. Confermato come gli scorsi anni il potenziamento del personale del Pronto Soccorso del Delta e la collocazione di defibrillatori automatici per il soccorso cardiaco sulla costa, ogni due postazioni di salvamento. Mentre è già iniziato il consueto potenziamento dei mezzi di soccorso sul litorale ferrarese (dal 1 maggio un'ambulanza a Comacchio dalle 8 alle 20, mentre dal 1 luglio un'ambulanza h24 ai Lidi Estensi e una nei fine settimana al Lido di Pomposa), al fianco del rafforzato sistema di emergenza provinciale grazie alla quinta ambulanza in attività da quest'anno nella rete di emergenza provinciale. La centrale Unica del 118 dell'area omogenea è già a pieno regime.comacchio Resta confermata per il 1º giugno la riapertura del Punto di primo intervento all ospedale San Camillo, dopo il caso scoppiato per un presunto refuso che di fatto aveva posticipato la data al 15 giugno. «Il servizio riapre con le stesse modalità dello scorso anno spiega Gianni Serra, direttore del distretto sud/est dell Asl con un medico ed un infermiere presenti 24 ore su 24 e con un operatore socio sanitario presente per 14 ore, ossia dalle 7 alle 21. Ricordo che il personale effettuerà i turni aggiunge Serra - secondo quanto previsto e concordato in sede di conferenza territoriale socio-sanitaria». La Consulta popolare per il San Camillo però, attraverso il suo presidente Manrico Mezzogori, torna a puntare il dito, evidenziando che «ci si aspettava che l Asl assicurasse la presenza di un radiologo h 24, come c è sempre stato del resto. Questo è un disservizio

bello e buono, se consideriamo che un paziente che va ad esempio alle 20 al punto di primo intervento, verrà dirottato a Valle Oppio, qualora fosse necessaria una lastra». Mezzogori, dopo aver specificato che nei soli tre mesi estivi lo scorso anno il punto di primo intervento comacchiese ha totalizzato 3mila accessi, contribuendo così a snellire l intasamento al pronto soccorso del vicino ospedale del Delta, si chiede «come mai un servizio di emergenza ed urgenza aperto per 24 ore e che fa capo al 118 e non al distretto territoriale dell Asl, non debba avere anche un radiologo per 24 ore». Tra le sue considerazioni, eccependo che la conferenza territoriale socio sanitaria sia un «organo superfluo, perché vota qualsiasi cosa decisa dal partito politico di maggioranza», il presidente della Consulta assicura che non si abbasserà la guardia. «È un controsenso che di sera e di notte si debba spedire un paziente da un punto di primo intervento ad un altro pronto soccorso, se deve fare i raggi insiste Mezzogori- e riteniamo che anche questo sia un grave spreco di denaro pubblico, dopo gli oltre 14 milioni di euro investiti per la ristrutturazione dell ospedale che, dopo l accreditamento, hanno pensato di convertire in casa della salute». La Consulta continua intanto a turnarsi, dal 25 ottobre 2013, nella sorveglianza del secondo piano della struttura ospedaliera locale, per impedire l occupazione di altri reparti con ambulatori, dopo l insediamento della medicina di gruppo. Nei giorni scorsi il sindaco Fabbri aveva anche lanciato un appello, chiedendo di ascoltare le ragioni di Comacchio e di dare risposte, così da mettere al parola fine alla occupazione della Consulta. «Comacchio resta un punto nevralgico importante - sostiene Fabbri - e non si può far finta di nulla. Mi aspetto risposte concrete da qui ai prossimi giorni».