PRESENTAZIONE DEL PRIMO REPORT DEI DATI OSPOWEB



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Transcript:

PRESENTAZIONE DEL PRIMO REPORT DEI DATI OSPOWEB Povertà rilevate dai centri di ascolto parrocchiali aderenti al progetto "Centri di ascolto in rete" nell anno 2013 In ascolto per costruire comunità La Caritas Diocesana di Mazara del Vallo al fine di promuovere una maggiore conoscenza dei bisogni presenti nel nostro territorio, ha realizzato un progetto, nell'arco dell'anno 2013, per mettere in rete i centri di ascolto (CdA), per sostenere, in maniera più efficace e organizzata, la raccolta dati relativi alle famiglie o alle singole persone in difficoltà che si rivolgono ai CdA. A tal fine, è stato attivato, in quattro foranie della Diocesi di Mazara del Vallo, quelle di Mazara del Vallo, Partanna, Salemi, Pantelleria, il progetto Centri di ascolto in rete che tramite la formazione degli operatori e l utilizzo comune del software OSPOWeb, hanno messo in rete i dati rilevati dai CdA. La finalità principale del progetto, non è stata naturalmente quella della semplice raccolta dei dati, ma dell'analisi e successivamente della riflessione sui dati raccolti, della valorizzazione dei CdA quali luoghi di osservazione privilegiati del territorio, mantenendo fede all'obiettivo fondamentale del progetto, ossia dare sempre la precedenza all' ascolto della persona nel rispetto della dignità umana; la rilevazione dei dati rimane infatti necessaria ma pur sempre secondaria rispetto alla persona reale, che è e rimane il cuore del progetto stesso. La raccolta sistematica dei dati rilevati ha consentito l'elaborazione di un primo report diocesano contenente i primi dati raccolti, dati che serviranno a rendere visibili le povertà presenti nel territorio e a riflettere insieme su possibili tentativi di risposta efficaci. Don Giacinto Leone Direttore Caritas di Mazara del Vallo

I dati rilevati nel territorio diocesano si riferiscono ad un campione di 1.280 utenti dei CdA parrocchiali suddivisi per foranie nelle percentuali indicate nel seguente grafico: FORANIE E COMUNI COINVOLTI: Forania di Mazara del Vallo ( Comune di Mazara del Vallo) Forania di Partanna (Comune di Partanna, Poggioreale, Salaparuta e Santa Ninfa) Forania di Salemi (Comune di Salemi, Gibellina e Vita) Forania di Pantelleria (Comune di Pantelleria)

Con l'aiuto di tabelle e grafici, elaborati sui dati raccolti nei Centri di Ascolto interessati, si cercherà ora di comporre una breve lettura delle povertà rilevate nel nostro territorio. Tab. 1 - Principali caratteristiche delle persone che si rivolgono ai CDA Caritas della Diocesi. Anno 2013 (% sul totale delle persone) Caratteristiche Percentuale % Italiani 74,6 Donne 57,3 Separati o divorziati 10,0 Vedovi o vedove 9,0 Coniugati 63,0 Ha figli 77,8 Ha un domicilio 99,0 Ha un lavoro 3,7 È disoccupato 48,7 Casalinghe 27,5 Pensionati 10,9 Analfabeti/nessun titolo di studio 13,3 Dalla lettura dei dati relativi alle caratteristiche delle persone accolte nel 2013 nei CdA della Diocesi, si nota che nonostante sia molto rilevante la presenza di una fascia di popolazione autoctona, anche la percentuale degli stranieri è molto significativa. Si riscontra una maggiore frequentazione da parte della popolazione femminile che però non indica in modo automatico una maggiore problematicità delle donne rispetto agli uomini, in quanto nell ambito dei CdA la donna si fa portavoce dei bisogni dell intera famiglia, non si tratta di donne che vivono da sole ma come si vede dall'alta percentuale dei coniugati, vive in nuclei familiari. Il dato del grado d'istruzione evidenzia che una buona percentuale è ripartita fra quanti posseggono la licenza media inferiore (33%) e la licenza elementare (26%). Attraverso la colonna della percentuale cumulata è possibile rilevare che il 69% degli utenti dei CdA ha un basso capitale formativo (titolo di studio pari o inferiore alla licenza media). Questo dato contrasta con le raccomandazioni dell Unione Europea e gli obiettivi dell Europa 2020 che indicano nel possesso di un livello di istruzione uguale o superiore all istruzione professionale uno dei requisiti per la prevenzione della caduto in stato di povertà. Il panorama degli assistiti dei CdA della nostra Diocesi rivela un'alta percentuale di disoccupati (48,7%). Non trascurabile ci sembra il dato relativo alle casalinghe (27,5%) così come quello dei pensionati (10,9%). Dai dati appare subito evidente l'alta percentuale di assistiti che hanno figli (77,8%).

La presenza di figli aumenta il rischio di scivolare in condizione di povertà, specialmente nelle famiglie numerose anche a motivo delle insufficienti politiche sociali a sostegno della famiglia nel nostro Paese Un'altissima percentuale (99%) ci rivela chiaramente che gli assistiti dei CdA vivono in un'abitazione. Anche tra gli stranieri, sia quelli provenienti dai Paesi dell'est Europeo che quelli del Nord Africa, il fenomeno dei senza dimora è basso perché arrivano nella nostra Diocesi avendo già un riferimento di altri connazionali Grafico 1 - Utenti per macrovoci di bisogno. Anno 2013. (Valori % sul totale degli utenti) I bisogni delle persone ascoltate sono molto diversi tra di loro, non solo per le loro caratteristiche, ma anche per le modalità che hanno portato alla loro nascita. I tipi di bisogno che emergono con maggior forza dall'ascolto delle persone accolte nei CdA della nostra diocesi nel 2013 riguardano l'impossibilità a far fronte a spese di prima necessità (59%) ed ancora problemi di occupazione e ricerca di un lavoro (20%) presentati maggiormente dalle donne. Per gli stranieri inoltre si aggiungono anche i bisogni riguardanti la loro situazione di immigrati (5%).

Grafico 2 - Utenti per macrovoci di interventi. Anno 2013. (Valori % sul totale degli interventi) Le domande di aiuto formulate dalle persone accolte riguardano per il 77,6% interventi di beni e servizi materiali. Sul totale di tali interventi il 90% è costituito da interventi di viveri e vestiario. A questi dati devono essere aggiunti coloro che richiedono sussidi economici (17,9%) che, frequentemente rispondono all'esigenza di avere il denaro sufficiente per pagare bollette per la fornitura di servizi di prima necessità come luce e gas, oppure per l'acquisto di prodotti per l'infanzia. Gli interventi di aiuto in relazione ai problemi di occupazione - lavoro e alla situazione alloggiativa risultano essere ampiamente inferiori rispetto all incidenza percentuale dei bisogni manifestati. Tale dato in buona parte rinvia alle aspettative maturate dalle persone nei confronti del tipo di aiuti e servizi che possono ricevere dai CDA della Caritas

Approfondimento qualitativo: la percezione dei testimoni privilegiati Considerato che il presente lavoro è stato realizzato in via sperimentale per la prima volta nella nostra diocesi, molte sono state le difficoltà di inserimento dei dati specialmente per quanto riguarda la corretta interpretazione dei valori da inserire nel sistema informatico. Ciò premesso, tenuto conto che il dato quantitativo potrebbe essere poco rispondente alla reale composizione del campione di povertà osservato nei CDA della nostra Diocesi, abbiamo intervistato un gruppo di circa 12 persone, testimoni privilegiati, in riferimento ad ogni parrocchia coinvolta nel progetto. I testimoni privilegiati sono stati parroci (n. 10), operatori pastorali (n.111) e testimoni privilegiati del territorio (n.59). In totale sono state intervistate n. 180 persone. A tutti sono state consegnate due griglie con una classificazione di tipi di povertà / disagio, chiedendo di indicare attraverso una scala Lickert (che contemplava 4 livelli : "per niente presenti" - " poco presenti" - "abbastanza presenti" - "molto presenti"), Il dato qualitativo che è emerso è alquanto interessante. Riguardo le situazioni di povertà/disagio individuate nel territorio parrocchiale emergono principalmente i problemi di occupazione - ricerca di un lavoro (17%), vengono confermati i problemi economici (14%), già rilevati dall'analisi dei dati quantitativi precedentemente analizzati, e a seguire vengono individuate problematiche abitative (12%), problemi di salute (10%) e dipendenze (10%). In riferimento alla seconda griglia, se si analizzano le informazioni rilevate riguardo le persone e le famiglie che i testimoni privilegiati incontrano in parrocchia, emerge con il 20% il dato riguardante la povertà/problemi economici ed a seguire le problematiche familiari per il 18% mentre viene confermato l'ordine delle altre categorie di povertà precedentemente indicate, anche se secondo livelli di presenza quantitativamente inferiori. La necessità delle collaborazioni pastorali e istituzionali L esperienza e i dati rilevati nei centri di ascolto ci mostrano come oggi sia molto più facile diventare poveri e quanto questo fenomeno non sia più riconducibile ad alcune categorie di persone fragili ma investa trasversalmente diverse categorie di persone e nuclei familiari. La complessità dei problemi presentati necessita di una risposta quanto più possibile competente e sinergica tra le diverse realtà pastorali e laiche del territorio. Siamo ben consapevoli di non individuare una novità ma un metodo che oggi è ancora più necessario e che ci ricorda il dovere che abbiamo come comunità cristiana di attivare tutte le reti possibili per aiutare chi si trova in difficoltà. Solo comunità in comunione sapranno costruire percorsi di autentica testimonianza della carità, capaci di essere lievito e fermento per il territorio. Per questo motivo è importante valorizzare ed educare la Caritas parrocchiale, organismo pastorale con il compito di animare tutta la comunità alla carità. Solo così il servizio dell'ascolto potrà contribuire a costruire comunità. La valorizzazione della comunità La comunità è una risorsa fondamentale spesso trascurata nei percorsi di soluzione del disagio rilevato. Attraverso il Centro di ascolto il territorio diventa luogo di promozione di reti di solidarietà che sostengono ed accompagnano le persone alla ricerca di risposte adeguate. È molto utile che i Centri di ascolto si rapportino con i servizi sociali del territorio in termini di sussidiarietà, cercando di evitare di porsi con uno stile di supplenza.