UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA. Cittadella dello Sport e della Salute

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C O M U N E D I F I N A L E E M I L I A ( M O )

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA Cittadella dello Sport e della Salute Primo stralcio Realizzazione di un nuovo edificio e palestra sede del corso di laurea in Scienze Motorie Via Bambagioni 06126 - Perugia RELAZIONE TECNICA FINALIZZATA ALL OTTENIMENTO DEL PARERE DI CONFORMITÀ AI SENSI DELL ART.3 DEL D.P.R. 151/2011 Committente: Università degli Studi di Perugia Il Tecnico Ing. Carlo Fabio Piccioni Perugia, 12 novembre 2015 1

SOMMARIO Introduzione 3 Descrizione generale 4 Il progetto 4 Riferimenti Normativi 6 Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi 7 Termini e definizioni 7 Generalità 7 Classificazione del complesso destinato ad edificio scolastico 8 Caratteristiche costruttive 8 Ubicazione 8 Accesso all'area 8 Separazioni/Comunicazioni 9 Comportamento al fuoco 9 Resistenza al fuoco delle strutture 9 Reazione al fuoco dei materiali 9 Impianto fotovoltaico in copertura 10 Sezionamenti 12 Compartimentazione 12 Scale 12 Ascensori 12 Misure per l'evacuazione in caso di emergenza 12 Calcolo dell'affollamento e verifica delle vie di esodo 13 Densità di affollamento 13 Capacità di deflusso 13 Aree a rischio specifico 14 Spazi per esercitazioni 14 Servizi Tecnologici 14 Spazi per l'informazione e le attività parascolastiche 15 Impianti elettrici 15 Impianto elettrico di sicurezza 16 Sistema di allarme 16 Mezzi e impianti di estinzione degli incendi 16 Segnaletica di sicurezza 18 Norme di esercizio 19 Palestra polivalente all interno del complesso scolastico 20 Strutture, finiture ed arredi della palestra 20 Depositi 21 Impianti elettrici 21 Impianto di riscaldamento e condizionamento 22 Impianto di rilevazione e segnalazione degli incendi 22 Mezzi e impianti di estinzione degli incendi 23 Gestione della sicurezza antincendio 23 2

Introduzione Con la presente relazione si intende evidenziare le soluzioni adottate al fine di garantire la massima sicurezza contro l incendio della Cittadella dello Sport - realizzazione di un nuovo edificio universitario e palestra. In prima fase verrà predisposto solo una parte dell intero edificio (parte corso di laurea in Scienze Motorie e Sportive), mentre il secondo stralcio (parte centro CURIAMO / Medicina dello Sport) verrà completato successivamente. L opera, da un punto di vista della prevenzione incendi, è finalizzata al conseguimento di obiettivi di sicurezza della vita umana e incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente, è individuata come una serie di attività, come individuate dal DPR 151/2011: attività 67.4.C: Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 300 persone presenti attività 65.2.C: Palestra di superficie lorda in pianta superiore a 200 mq Di seguito vengono descritte le modalità di progettazione antincendio sviluppate per questa struttura scolastica, prendendo spunto dalla normativa specifica per le varie attività, nonché dalle normative di carattere generale antincendio e riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro. La presente relazione rappresenta il completamento e l integrazione degli elaborati grafici allegati, ed evidenzia le scelte progettuali riguardo la sicurezza antincendio, sulla base delle considerazioni preventive e sulle esigenze risultanti nella fase preliminare della progettazione globale della Cittadella dello Sporti dell Università degli Studi di Perugia. La relazione inizia con la descrizione architettonica del nuovo complesso, con le sue presunte destinazioni d uso e le scelte progettuali operative ed evidenzia i sistemi di protezione attiva e passiva che verranno realizzati. Le misure di prevenzione incendi, in questa fase (carichi di incendio, affollamento, ecc.), vengono stimate, a favore di sicurezza, per permettere la migliore e più completa progettazione delle misure di protezione antincendio (compartimentazioni, resistenza al fuoco, percorsi di esodo, ecc.). 3

Descrizione generale L area d intervento, di proprietà dell Amministrazione Universitaria, interessa terreni censiti al Nuovo Catasto Terreni del Comune di Perugia al foglio 253 particelle 295 e 5123 (parte) per uno sviluppo di circa 5.300,00 mq. L intervento riguarda la realizzazione di un complesso architettonico ed è articolato in tre corpi edilizi al contempo distinti e integrati: un corpo di fabbrica centrale (che ospita la sede del C.d.L.I.I. in Scienze Motorie e Sportive) e due corpi di fabbrica di testata caratterizzati ciascuno da riconoscibilità autonoma per la funzione che vi è svolta: la palestra a sud (che insieme al corpo centrale costituiscono il primo stralcio funzionale) e il centro C.U.R.I.A.MO. / Medicina dello Sport verso nord (che costituisce il secondo stralcio funzionale). Un edificio è destinato ad uffici, attività sanitaria e locali tecnici, oltre ad aule e servizi per studenti. La palestra polivalente sarà omologata per diverse attività sportive di squadra, eventualmente divisibile in due palestre. La zona si trova in una posizione di accesso alla città di Perugia ed è ben collegata sia alla rete urbana dei servizi di trasporto pubblico sia alla rete di viabilità regionale e nazionale con il raccordo autostradale Perugia Bettole, raggiungibile in tempi molto contenuti. Gli eventuali mezzi di emergenza dei VVF sono in grado di raggiungere il sito in tempo breve e l accesso rimane adeguato alle dimensioni dei mezzi VVF. Il Progetto Dal punto di vista distributivo, al complesso architettonico costituito dai tre corpi di fabbrica, si accede individualmente a ciascuno di essi sia dal sistema di parcheggi a raso (ribassati rispetto alla quota d ingresso per mitigarne l impatto anche relativamente alla vista dall interno degli edifici) sia da quello dei percorsi pedonali. I mezzi di soccorso possono avvicinarsi ed effettuare manovre fino al parcheggio adiacente all edificio; il personale ha la possibilità di sfollare facilmente verso aree adiacenti. Gli spazi dedicati al C.d.L.I.I. in Scienze Motorie e Sportive si sviluppano su un unico livello, a cui si accede, attraverso i collegamenti pedonali che provengono dal parcheggio a raso. Le funzioni presenti in questo edificio sono caratterizzate da un marcato ordine distributivo che suddivide l edificio in zone funzionali. In dettaglio all ingresso, in cui è previsto l accesso al C.E.D. e a un ripostiglio, ha origine un percorso di distribuzione anulare, che nel suo sviluppo avvolge l aula didattica principale (che può accogliere ca. 240 posti a sedere) e che consente di raggiungere le zone, da un lato, dedicate all attività didattica (in cui sono previste 1 aula da ca. 142 posti, due aule di uguale grandezza che possono accogliere ca. 96 posti a sedere ciascuna e per cui è possibile la frazionabilità in due attraverso apposite pareti mobili e 1 aula polivalente che può accogliere ca. 48 posti a sedere) e, dall altro lato, dedicate allo spazio studenti/laboratorio, e all aula docenti, ai 4

servizi igienici di piano e ai locali per l attività amministrativa. Questi ultimi sono costituiti da un front office (aperto verso lo spazio studenti), da 2 uffici di segreteria (didattica e amministrativa) con annesso archivio, dalla presidenza e dalla sala riunioni e sono dotati dei necessari servizi igienici. Parte del percorso di distribuzione e dell area per l attività amministrativa perimetrano la corte interna a cielo libero su cui si affacciano. Gli spazi dedicati alla palestra, a cui si accede sia in maniera indipendente dall esterno sia dal C.d.L.I.I. in Scienze Motorie e Sportive, prevedono un ampio foyer longitudinale che in parte si affaccia sulla corte interna a cielo libero, oltre che adeguati spogliatoi, un servizio igienico pubblico e un magazzino in contatto diretto con l interno della palestra stessa, che può ospitare un campo di pallacanestro e/o pallavolo di dimensioni regolamentari. È possibile, inoltre, che la palestra possa essere suddivisa in due parti, ognuna con un ingresso dedicato proveniente dal foyer, attraverso una partizione mobile a pacchetto posizionata all intradosso del sistema di copertura. Per ciò che riguarda i locali tecnici dedicati alla sede del C.d.L.I.I. in Scienze Motorie e Sportive e della palestra, questi sono previsti sia al piano terra in corrispondenza di un locale dedicato, con accesso diretto dalle viabilità pedonale e carrabile, sia in copertura, a cui si accede attraverso un corpo scala posto in corrispondenza dell ingresso indipendente della palestra, all interno di uno spazio che figurativamente delimita e conclude il volume della palestra e che planimetricamente è posto sopra all area destinata al magazzino e agli spogliatoi. Gli spazi dedicati al centro C.U.R.I.A.MO. / Medicina dello Sport, previsti nel secondo stralcio, si sviluppano su due livelli. Al primo di questi si accede dai collegamenti pedonali che provengono dal parcheggio a raso e prevedono un atrio (attesa/ricevimento) da cui, attraverso un percorso di distribuzione, si accede a un ufficio, agli ambulatori, ai servizi igienici, agli spogliatoi e alla palestra. Il secondo livello, che ricalca quasi per intero il piano sottostante, prevede i locali per gli impianti tecnologici dedicati al centro C.U.R.I.A.MO. / Medicina dello Sport e risulta accessibile dalla copertura dell edificio che ospita il C.d.L.I.I. in Scienze Motorie e Sportive. 5

Riferimenti Normativi - DECRETO DEL M.I. DEL 26 AGOSTO 1992. Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica. - D.M. 10 MARZO 1998. Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro. - D.M. 30/11/1983. Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. - DECRETO DEL M.I. DEL 19 AGOSTO 1996 e D.M. 06.06.2005. Norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi - LEGGE 1 MARZO 1968, N. 186. Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici. - DECRETO LEGISLATIVO 09 APRILE 2008 E S.M.I. Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro - D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi - Circolare Ministero Interno Dip. VVF Prot. N. 1324 del 07.02.2012 Guida per l installazione degli impianti fotovoltaici - DECRETO DEL M.I. DEL 07 AGOSTO 2012 Disposizioni relative alle modalità di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151. - DECRETO DEL M.I. DEL 12 DICEMBRE 2012 Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. NORMATIVA UNI NORMATIVA CEI 6

Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi Termini e definizioni I termini, le definizioni e le tolleranze adottate per la realizzazione del presente progetto sono quelli di cui al D.M. 30.11.1983, del D.M. 10 marzo 1998, per la parte specifica dell edificio ad uso scolastico, del D.M. 26.08.1992 e per la parte specifica della palestra, del D.M. 19.08.1996 e D.M. 06.06.2005. Generalità La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio. In particolare la documentazione tecnica è composta da: A) Relazione tecnica dimostrante l'osservanza i criteri generali di sicurezza antincendio, per le attività di cui alla Scheda Informativa Generale, con l'individuazione dei pericoli di incendio la valutazione dei rischi connessi e la descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio da attuare per ridurre i rischi, in particolare la relazione tecnica contiene: - A.2.1 Individuazione dei pericoli di incendio - A.2.2 Descrizione delle condizioni ambientali - A.2.3 Valutazione qualitativa del rischio - A.2.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio) - A.2.5 Gestione dell'emergenza B) Elaborati grafici riportanti: a) Planimetria generale in scala dalla quale risultano: - l'ubicazione dell'attività - le condizioni di accessibilità all'area e di viabilità al contorno, gli accessi pedonali e carrabili - le distanze di sicurezza esterne - le risorse idriche presenti in zona - gli impianti tecnologici esterni (cabine elettriche, elettrodotti, rete gas, impianti di distribuzione gas tecnici b) Pianta dell'attività in scala pari a 1/200, recante l'indicazione degli elementi caratterizzanti il rischio d'incendio e le misure di sicurezza indicate. 7

Nelle piante saranno indicate inoltre: - le uscite di sicurezza - il verso di apertura delle porte - i corridoi di esodo - i vani scala - gli ascensori (eventuali) - le attrezzature mobili di estinzione - schemi funzionali degli impianti antincendio b) Sezioni dell'edificio in scala adeguata. L'attività sarà realizzata e gestita in modo da: - minimizzare le cause di incendio - garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti - limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno del locale - limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui - assicurare la possibilità che gli occupanti lascino il locale indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo - garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza Classificazione del complesso destinato ad edificio scolastico Il complesso scolastico, ai sensi del punto 1.2 del D.M. 26.08.1992, viene classificata come di tipo 3 in quanto si potranno avere presenze contemporanee di circa 750 persone. Caratteristiche costruttive Ubicazione (2.1 D.M. 26.08.1992) Il complesso non sarà ubicato in prossimità di attività che comportano gravi rischi di incendio e/o di esplosione. Il piano di riferimento per l edifici è la quota, definita 0, del piano dell edificio. A tale quota i mezzi dei VVF potranno accedere fino al parcheggio adiacente, quindi si potrà consentire l avvicinamento e la manovra dei mezzi di soccorso e la possibilità di rapido sfollamento verso aree adiacenti. A tal fine il parcheggio e le zone di concentrazione dei mezzi pubblici saranno situati in posizione tale da non costituire ostacolo al deflusso. Accesso all'area (2.2 D.M. 26.08.1992) Per consentire l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco, gli accessi all'area nella sua globalità avranno i seguenti requisiti: - larghezza non inferiore a 3.50 m - altezza libera non inferiore a 4.00 m - raggio di volta non inferiore a 13.00 m - pendenza non superiore al 10% 8

- resistenza al carico delle pavimentazioni carrabili tonnellate 20 (8 tonnellate su asse anteriore e 12 su asse posteriore: passo m 4.00) Separazioni/Comunicazioni (2.4 D.M. 26.08.1992) L'attività scolastica sarà distinta e separata dai locali a diversa destinazione, non pertinenti, mediante strutture di caratteristiche almeno REI 120, senza comunicazioni. L unico locale individuato è il locale tecnico, NON soggetto comunque a prevenzione incendi. Il tutto viene bene evidenziato nelle tavole grafiche allegate. Comportamento al fuoco (Punto 3 D.M. 26.08.1992) Resistenza al fuoco delle strutture (3.0 D.M. 26.08.1992) I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali saranno valutati secondo le prescrizioni legislative vigenti, prescindendo dal tipo di materiale nella realizzazione degli elementi medesimi (calcestruzzi, laterizi, acciaio, legno massicci, legno lamellare, elementi compositori) o, limitatamente al requisito R, secondo i metodi indicati dalle UNI. Le strutture portanti garantiranno resistenza al fuoco R e quelle separanti REI non inferiore a R60 per le strutture portanti e REI 60 per le strutture separanti. Nel caso specifico di aree destinate ad attività specifiche, a maggior rischio di incendio (centrali tecnologiche, depositi di carta), per cui si applica o si valuta una classe incendio superiore, si andrà ad assicurare una resistenza al fuoco secondo le disposizioni emanate nelle relative normative. I requisiti di resistenza al fuoco verranno realizzati con strutture realizzate in opera, tali da garantire i requisiti richiesti, o con pareti e controsoffitti in lastre in gesso, che dovrebbero garantire, oltre all isolamento antincendio, anche un buon grado di isolamento acustico e resistenza statica, anche in caso di urti orizzontali. Reazione al fuoco dei materiali (3.1 D.M. 26.08.1992) I materiali di arredo e rivestimento, per i quali saranno richieste particolari prescrizioni in termini di reazione al fuoco saranno installati in conformità alle prescrizioni di sicurezza di cui alla normativa vigente; in particolare i materiali installati, in tutte le aree e reparti, avranno le seguenti caratteristiche: - negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, sarà consentita l'installazione di materiali di classe 1 in ragione del 50% max della loro superficie totale (pavimenti + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti saranno impiegati materiali di classe 0. - in tutti gli altri ambienti, qualora fosse richiesto da esigenze funzionali, saranno utilizzati pavimenti di classe 2 - tutti i rivestimenti saranno di classe 1 - i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco come 9

rivestimenti ecc. saranno posti in opera in aderenza agli elementi costruttivi, di classe 0 escludendo spazi vuoti o intercapedini - i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi, ecc.) ove presenti, saranno di classe di reazione al fuoco non superiore ad 1 - eventuali rivestimenti lignei saranno trattati con vernici omologate di classe 1 di reazione al fuoco secondo le modalità di cui al D.M. 06/03/1992 e s.m.i. Impianto fotovoltaico in copertura (Circolare M.Int. Dip. VVF Prot. N. 1324 del 07.02.2012) In copertura, come richiesto dalla normativa di riferimento vigente, sarà installato un impianto fotovoltaico di potenzialità proporzionale alla superficie dell edificio. I pannelli verranno sistemati sopra la copertura della palestra e, in seconda fase, sopra la copertura del CURIAMO. Per la posa degli stessi verranno seguite le indicazioni della Circolare VVF Prot. N. 1324 del 07.02.2012 Guida per l installazione degli impianti fotovoltaici. Gli impianti fotovoltaici non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi (DPR 151/2011), ma, nel caso specifico, l impianto fotovoltaico, in funzione delle caratteristiche elettriche/costruttive e/o delle relative modalità di posa in opera, può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio di incendio, che potrebbe concretizzarsi in termini di interferenza con il sistema di ventilazione dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori), ostacolo alle operazioni di raffreddamento/estinzione di tetti combustibili e rischio di propagazione delle fiamme all esterno o verso l interno del fabbricato. Inoltre, risulta necessario valutare l eventuale pericolo di elettrocuzione cui può essere esposto l operatore VVF per la presenza di elementi circuitali in tensione. Pertanto, gli impianti FV sono progettati e saranno realizzati e mantenuti a regola d arte (normativa e guide CEI e/o organismi di normazione internazionale). Inoltre il modulo fotovoltaico sarà conforme alle norme CEI EN 61730-1 e CEI EN 61730-2. L installazione sarà eseguita in modo da evitare la propagazione di un incendio dal generatore fotovoltaico al fabbricato nel quale è incorporato, installando l impianto fotovoltaico su strutture ed elementi di copertura incombustibili, secondo la normativa di riferimento, oppure interponendo tra i moduli fotovoltaici e il piano di appoggio uno strato di materiale di resistenza al fuoco almeno EI 30 ed incombustibile, secondo la normativa di riferimento. L ubicazione dei moduli e delle conduttore elettriche consentirà il corretto funzionamento e la manutenzione di eventuali evacuatori di fumo e calore (EFC) presenti, nonché tener conto, in base all analisi del rischio incendio, dell esistenza di possibili vie di veicolazione di incendi (lucernari, camini, ecc.). I moduli, le condutture, gli inverter, i quadri ed altri eventuali apparati non saranno installati nel raggio di 1 m dagli EFC e, in linea di principio, dai lucernari, cupoloini e simili, a meno dell individuazione di altre soluzioni nel rispetto degli obiettivi di sicurezza antincendio. 10

Inoltre, in presenza di elementi verticali di compartimentazione antincendio, posti all interno dell attività sottostante al piano di appoggio dell impianto fotovoltaico, lo stesso sarà posizionato in modo da distare almeno 1 m dalla proiezione di tali elementi, a meno del caso in cui il piano di appoggio sottostante i moduli FV sia costituito da elementi che impediscono la propagazione dell incendio nell attività per un tempo compatibile con la classe del compartimento. Non sono presenti luoghi con pericolo di esplosione nell edificio universitario. L impianto FV avrà, pertanto, le seguenti carattristiche: - esser provvisto di un dispositivo di comando di emergenza, ubicato in posizione segnalata ed accessibile agli operatori di soccorso che determini il sezionamento dell impianto elettrico, all interno del compartimento/fabbricato nei confronti delle sorgenti di alimentazione, ivi compreso l impianto fotovoltaico, nel rispetto delle norme CEI, in particolare nella norma CEI 64-8/7 capitolo 712 e Guida CEI 82/25 paragrafo 7. - non verranno installate le parti dell impianto in corrente continua, compreso l inverter, in zone classificate ai sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Allegato XLIX; - i componenti dell impianto non saranno installati in luoghi definiti luoghi sicuri né essere di intralcio alle vie di esodo; - le condizioni dei carichi sulle strutture portanti saranno verificate anche tenendo conto della presenza del generatore fotovoltaico. Al completamento dell installazione dell impianto sarà acquistita la Dichiarazione di Conformità di tutto l impianto, ai sensi del D.M. 37/2008, nonché, per impianti con potenza nominale superiore a 20 KW, sarà acquisita la documentazione prevista dalla Lettera Circolare M.I. Prot. n. P515/4101 sott. 72/E.6 del 24 aprile 2008 e s.m.i. L area in cui è ubicato il generatore ed i suoi accessori sarà segnalata con apposita cartellonistica conforme al D.Lgs. 81/08 e s.m.i. La predetta cartellonistica, resistente ai raggi ultravioletti, riporterà la dicitura: ATTENZIONE: IMPIANTO FOTOVOLTAICO IN TENSIONE DURANTE LE ORE DIURNE (..Volt) e sarà installata ogni 10 m per i tratti di conduttura. 11

In considerazione che verranno installati pannelli fotovoltaici sulla copertura dell edificio universitario, la segnaletica sarà installata in corrispondenza di tutti i varchi di accesso dell edificio. I dispositivi di sezionamento di emergenza saranno individuati con la segnaletica di sicurezza di cui al Titoolo V del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Sezionamenti (4 D.M. 26.08.1992) Compartimentazione (4.0 D.M. 26.08.1992) L edificio è stato progettato in modo da ridurre al minimo la possibilità che incendi, che si verifichino nelle aree a cui non hanno accesso gli studenti ed i lavoratori, danneggino le aree dell Università a cui hanno accesso gli stessi e gli altri utenti. L'edificio sarà suddiviso in compartimenti di superficie non eccedenti quelle indicate dalla tabella di cui al punto 4.0 del D.M. 26.08.1992 e delle altre normative antincendio vigenti di riferimento. All interno di ogni compartimento, le superfici potranno essere suddivise mediante la realizzazione di sub-comparti e saranno ciascuno delimitati da strutture e porte coerenti con il carico d incendio esistente all interno dello stesso, fermo restando le limitazioni per le aree a rischio specifico e nel rispetto delle altre indicazioni di cui alla presente relazione. Scale (4.1 D.M. 26.08.1992) L edificio si sviluppa completamente al piano terra. Le scale esterne presenti sono areate utilizzate per accedere al piano copertura in cui sono posizionate le Unità tecnologiche; la scala (unica) avrà le seguenti caratteristiche geometriche: - larghezza minima delle rampe m 1.20 - rampe rettilinee, prive di restringimenti con non meno di 3 gradini e non più di 15 - gradini a pianta rettangolare - alzata non superiore a cm 17 - pedata non inferiore a cm 30 Il vano scala è aperto in copertura e semplicemente coperto con grigliato, in modo da assicurare l'afflusso permanente di aria esterna o l'espulsione di eventuali prodotti della combustione (carico di incendio uguale a zero e accesso dall esterno del complesso scolastico. Ascensori (4.2 D.M. 26.08.1992 e D.P.R. 29/5/1963 n. 1497) Non sono presenti e non sono previsti ascensori e/o montacarichi. Misure per l'evacuazione in caso di emergenza (5 D.M. 26.08.1992) L'attività sarà provvista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti verso l'esterno. La misurazione delle uscite sarà eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo. Tutte le uscite di sicurezza saranno munite di infissi, apribili verso l'esterno e dotate di maniglioni antipanico. Le porte che si aprono verso corridoi interni utilizzati come vie di deflusso saranno realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi. 12

Il sistema di chiusura delle porte sarà realizzato con maniglioni antipanico, installati su ciascuna anta, che consentiranno l'apertura delle porte con semplice spinta esercitata dal pubblico su una delle ante. Le uscite di sicurezza saranno segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione. Tutta l attività sarà dotata di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli occupanti l'edificio in caso di emergenza. Calcolo dell'affollamento e verifica delle vie di esodo Il tipo, il numero, l'ubicazione e la larghezza delle uscite saranno determinate in base al massimo affollamento. Densità di affollamento - aule: numero persone effettivamente presenti - aree destinate a uffici, servizi e laboratori: persone effettivamente presenti + 20% - palestra: densità di affollamento pari a 0,4 persone / mq 680 *0,4 = 272 Si prenderà inoltre in considerazione il fatto che dal percorso di esodo a destra è di esodo anche per il personale presente in palestra (quota parte). Per la parte scolastica si prevede un affollamento pari a: Piano Persone (Uffici e sala riunioni) Piano Terra zona scuola 20 Aule 142 + 96 +96 + 222 + 32 TOTALE (persone) 608 Piano Terra palestra 272 --- 272 Piano Terra CURIAMO (II Stralcio) Totale 30 --- 30 910 persone Le aule con un numero massimo di persone presenti previsto superiore a 25, hanno le porte di accesso e uscita apribili verso l'esterno (nel verso dell'esodo) così come previsto dal punto 5.6 del D.M. 26 agosto 1992. Capacità di deflusso: Tutte le zone sono destinate a specifico uso scolastico, pertanto si considera una capacità di deflusso pari a 60 persone a modulo. Per la palestra e per il CURIAMO si considera una capacità di deflusso pari a 50 persone a modulo (per la palestra uscite minime da 1,20 m). Si avrà la seguente necessità di moduli, derivante dal calcolo effettuato con la formula: Moduli necessari = (max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano) Numero moduli necessari e lunghezza del massimo percorso: 13

Piano Max Lunghezza Moduli Adduzione Affollamento max presenti Piano terra scuola 608 + 20 30 m Esterno 13 Piano terra palestra 272 20 m Esterno 12 2 (zona Piano terra laboratori) 30 18 m Esterno Curiamo + 2 (zona palestra) Il numero dei moduli risulta sempre adeguato all affollamento ipotizzato. La larghezza totale delle uscite che immettono all aperto per ogni parte dell edificio risulta sempre superiore all affollamento massimo considerato. Aree a rischio specifico (6 D.M. 26.08.1992) Sono classificati i seguenti spazi a rischi specifico: Spazi per esercitazioni. Vengono definiti spazi per esercitazioni tutti quei locali ove si svolgano prove, esercitazioni, sperimentazioni, lavori, ecc. connessi con l'attività scolastica. Non sono presenti tali spazi. Servizi tecnologici. Gli impianti di produzione di calore saranno realizzati a pompa di calore elettrici. Non verranno utilizzati generatori di calore alimentati a combustibili solidi, liquidi o gassosi. Verrà, in fase gestionale, fatto divieto di utilizzare stufe funzionanti a combustibile liquido o gassoso, per il riscaldamento di ambienti. Gli impianti di condizionamento e di ventilazione saranno di tipo centralizzato. Nei gruppi frigoriferi saranno utilizzati come fluidi frigorigeni prodotti non infiammabili. Negli impianti centralizzati di condizionamento, i gruppi frigoriferi e le centrali di trattamento aria saranno installati in copertura, in aree dedicate. Le strutture di separazione avranno resistenza al fuoco non inferiore a REI 60. Le condotte non attraversano: - luoghi sicuri che non siano a cielo libero; - vie di uscita; - locali che presentino pericolo di incendio, di esplosione e di scoppio. L'attraversamento può tuttavia essere ammesso se le condotte sono racchiuse in strutture resistenti al fuoco di classamento almeno pari a quella del vano attraversato. Nei punti in cui le condotte attraversano strutture che delimitano i compartimenti, nelle condotte sarà installata, in corrispondenza degli attraversamenti, una serranda resistente al fuoco REI 60. Dispositivo di controllo. Ogni impianto sarà dotato di un dispositivo di comando manuale, situato in un punto facilmente accessibile, per l'arresto dei ventilatori in caso di incendio. 14

Dispositivi automatici termostatici. Gli impianti a ricircolo di aria saranno di potenzialità inferiore a 20.000 mc/h e saranno provvisti dei necessari dispositivi di sicurezza come indicato dalla normativa di riferimento. Impianti centralizzati per la produzione di aria compressa. Non presenti. Spazi per l'informazione e le attività parascolastiche Aula con capienza superiore a 100 persone Aula da 222 posti ed aula da 142 posti. Le aule possiedono un numero di uscite con numero di moduli adeguato all affollamento massimo. I locali sono ubicati fuori terra e con capienza superiore a cento persone. Le aule comunque non verranno adibite a manifestazioni non scolastiche. È presente anche una palestra per attività didattiche e sportive della Struttura scolastica, accessibile, tramite separazione antincendio, anche dalla struttura scolastica. Si rimanda a capitolo specifico, in quanto l impianto sportivo, ricompreso al punto 65 dell Allegato I al D.P.R. 151/2011, possiede superficie lorda in pianta superiore a 200 mq; per lo stesso verranno seguite le disposizioni di cui al D.M. 18 marzo 1996 (Norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi) coordinato con le modifiche e le integrazioni introdotte dal D.M. 6 giugno 2005. Autorimesse. Non presenti Spazi per servizi logistici Mense. Locali destinati alla distribuzione e/o consumazione dei pasti. Non presenti. Dormitori. Non presenti Impianti elettrici (7 D.M. 26.08.1992) Gli impianti elettrici dell'attività saranno realizzati in conformità alla legge 01/03/1968, n. 186 e nel rispetto delle norme CEI di riferimento. La struttura sarà munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata, che permetta di togliere tensione all'impianto elettrico dell'attività; tale interruttore sarà munito di comando di sgancio a distanza, posto nelle vicinanze dell'ingresso o in posizione presidiata. In particolare, ai fini della prevenzione degli incendi, gli impianti elettrici: avranno caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione o possibilità di intervento individuate nel piano della gestione delle emergenze tali da non costituire pericolo durante le operazioni di spegnimento; non costituiranno causa primaria di incendio o di esplosione; non forniranno alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il compartimento al fuoco della membratura sarà compatibile con la specifica destinazione d uso dei singoli locali; saranno suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell intero sistema (utenza); disporranno di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e riporteranno chiare 15

indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza sarà attestata con la procedura di cui al D.M. n. 37/2008 e relativi regolamenti di applicazione. Impianto elettrico di sicurezza Il complesso sarà dotato di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella ordinaria. L'impianto elettrico di sicurezza alimenterà le seguenti utilizzazioni, strettamente connesse con la sicurezza delle persone: - illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo che garantisce un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux a 1 metro di altezza del piano di calpestio delle vie di esodo - impianto di diffusione sonora e/o impianto di allarme L'impianto elettrico di sicurezza avrà inoltre le seguenti caratteristiche: - il tempo di intervento della illuminazione di sicurezza sarà inferiore a 0.5 secondi - nessuna apparecchiatura elettrica sarà collegata all'impianto elettrico di sicurezza - l'alimentazione dell'impianto di sicurezza potrà inserirsi anche con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale - l'autonomia della sorgente di sicurezza non sarà inferiore ai 30 minuti - il dispositivo di ricarica degli accumulatori sarà di tipo automatico e consentirà la ricarica degli stessi in tempi inferiori a 12 ore Saranno installate lampade singole del tipo autoalimentato con tempo di ricarica inferiore a 12 ore. Sistema di allarme (8 D.M. 26.08.1992) L'attività sarà munita di un sistema di allarme in grado di avvertire tutto il personale presente, in caso di pericolo. Il sistema di allarme avrà caratteristiche atte a segnalare il pericolo agli occupanti di tutta la struttura. I dispositivi manuali di attivazione del sistema di allarme saranno posti in zone presidiate o facilmente accessibili durante il funzionamento dell'attività, in particolare lungo le vie di esodo e in luoghi presidiati; i dispositivi saranno installati sottovetro in contenitore ben segnalato. L'impianto sarà a servizio dell'intera attività. Per il sistema di allarme sarà previsto un impianto di altoparlanti. Il funzionamento del sistema di allarme sarà garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale per un periodo non inferiore a 30 minuti. Mezzi e impianti di estinzione degli incendi (9 D.M. 26.08.1992) Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi saranno realizzati a regola d'arte. Estintori. L'attività sarà dotata di un adeguato numero di estintori portatili. Gli estintori saranno di tipo approvato, ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile e 16

distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e si troveranno: - in prossimità degli accessi - in vicinanza di aree di maggior pericolo Appositi cartelli segnalatori ne faciliteranno l'individuazione, anche a distanza. Caratteristiche tecniche: - disposti 1 ogni 200 mq di pavimento, o frazione - capacità estinguente non inferiore a 13A - 89B In caso di locali con prescrizioni specifiche (locali tecnici), in cui sono previsti estintori dedicati o un numero di presidi antincendio diverso da quanto sopra esposto, si fa riferimento alle normative specifiche di riferimento. La disposizione degli estintori è facilmente evidenziata dai grafici allegati. Impianto idrico antincendio. Sarà presente un impianto idrico antincendio e gli idranti correttamente corredati saranno: - distribuiti in modo da consentire l'intervento in tutte le aree dell'attività - collocati in ciascun piano - dislocati in posizione facilmente accessibile e visibile. Appositi cartelli segnalatori ne agevoleranno l'individuazione a distanza. La rete sarà corredata di valvole di intercettazione per isolare, in caso di necessità, una parte dell impianto; la loro collocazione ed il loro numero permetteranno un razionale compromesso tra l obiettivo di isolare agevolmente parti dell impianto per le verifiche periodiche e le manutenzioni, evitando di porre fuori servizio l intera protezione, e quello di non introdurre il rischio di una sicurezza inferiore a causa della manomissione abusiva o dolosa di questa valvole. Dette valvole saranno del tipo con indicatori di posizione e saranno bloccate nella posizione di esercizio con mezzi e sigilli idonei. Tali impianti hanno l obiettivo di rendere disponibile l acqua antincendio con caratteristiche idrauliche efficaci per il primo intervento sull incendio, il suo controllo e la sua estensione, da parte di squadre professionali di VV.F. e delle squadre aziendali specificatamente addestrate. L'impianto idrico antincendio sarà costituito da una rete di tubazioni, con montanti disposti nei vani scala. Da ciascun montante, in corrispondenza di ogni piano, sarà derivato, con tubazione di diametro interno non inferiore a DN40 mm, un attacco per idranti DN 45. La rete di tubazioni sarà indipendente da quella dei servizi sanitari. Le tubazioni saranno protette dal gelo, da urti e, qualora non metalliche, dal fuoco. L'alimentazione idrica sarà in grado di assicurare l'erogazione ai 3 idranti idraulicamente più sfavoriti, di 120 l/min cad., con una pressione residua al bocchello di 1.5 bar per un tempo di almeno 60 min. Da prima analisi, l'impianto idrico antincendio sarà alimentato direttamente da fornitura dell acquedotto comunale; in caso di insufficiente fornitura comunale, verrà predisposta 17

una vasca di accumulo opportunamente dimensionata (stima eventuale 22 mc). In tal caso l impianto idrico antincendio sarà alimentato da stazione di pompaggio composta da elettropompa e motopompa alimentata a gasolio in servizio automatico in caso di mancanza di alimentazione elettrica; l elettropompa avrà alimentazione elettrica da linea preferenziale esterna indipendente dalle altre utenze elettriche e dal quadro elettrico generale. Gli idranti UNI 45 saranno collocati in modo che, pur in presenza di interferenze, ogni punto dell edificio venga a trovarsi a non più di cinque metri dalla lancia di erogazione. Appositi cartelli segnalatori agevoleranno l individuazione a distanza. Gli idranti saranno corredati rispettivamente da una tubazione flessibile lunga 20 m di lancia con bocchello da 12 mm. Le lance degli idranti saranno di tipo regolabile per il frazionamento o nebulizzazione. Impianto di rivelazione incendi Limitatamente agli ambienti o locali il cui carico d'incendio superi i 30 kg/mq, sarà installato un impianto di rivelazione automatica d'incendio. Non previsto. Segnaletica di sicurezza (10 D.M. 26.08.1992) Sarà installata cartellonistica di emergenza conforme al Titolo V del D.L.vo 81/08 e s.m.i. ma anche alle indicazioni della norma UNI EN ISO 7010:2015, avente il seguente scopo: - avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte - vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo - prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini della sicurezza - fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza, o ai mezzi di soccorso o salvataggio - fornire altre indicazioni in materia di sicurezza Sarà segnalato l'interruttore di emergenza atto a porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività. Saranno apposti cartelli indicanti: - le uscite di sicurezza dei locali - gli idranti - gli estintori posizionati all'interno dei locali Saranno installati cartelli di: - divieto - avvertimento - prescrizione - salvataggio o di soccorso - informazione nei posti interni o esterni in cui è ritenuta opportuna la loro installazione. 18

Norme di esercizio (12 D.M. 26.08.1992) A cura del titolare dell'attività (in collaborazione con la Ripartizione Tecnica dell Università degli Studi di Perugia) sarà predisposto un registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi all'efficienza degli impianti elettrici, dell'illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e di controllo, delle aree a rischio specifico e dell'osservanza della limitazione dei carichi d'incendio nei vari ambienti dell'attività. Tale registro sarà mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte dell'autorità competente. Sarà predisposto un piano di emergenza e saranno fatte prove di evacuazione, almeno due volte nel corso dell'anno. Le vie di uscita saranno tenute costantemente sgombre da qualsiasi materiale. È fatto divieto di compromettere l'agevole apertura e funzionalità dei serramenti delle uscite di sicurezza, verificandone l'efficienza prima dell'inizio delle attività. Le attrezzature e gli impianti di sicurezza saranno controllati periodicamente in modo da assicurare la costante efficienza. Nei locali ove vengono depositate o utilizzate sostanze infiammabili o facilmente combustibili è fatto divieto di fumare o fare uso di fiamme libere. I travasi di liquidi infiammabili non saranno effettuati se non in locali appositi e con recipienti e/o apparecchiature di tipo autorizzato. Nei locali della struttura non saranno depositati e/o utilizzati recipienti contenenti gas compressi o liquefatti. I liquidi infiammabili o facilmente combustibili e/o le sostanze che possono comunque emettere vapori o gas infiammabili, potranno essere tenuti in quantità strettamente necessarie per esigenze igienico-sanitarie e per l'attività didattica e di ricerca in corso. Al termine dell'attività didattica o di ricerca, l'alimentazione centralizzata di apparecchiature o utensili con combustibili liquidi o gassosi sarà interrotta azionando le saracinesche di intercettazione del combustibile, la cui ubicazione sarà indicata mediante cartelli segnaletici facilmente visibili. Negli archivi e depositi, i materiali saranno depositati in modo da consentire una facile ispezionabilità, lasciando corridoi e passaggi di larghezza non inferiore a 0,90 m. Eventuali scaffalature risulteranno a distanza non superiore a m 0,60 dall'intradosso del solaio di copertura. Il titolare dell'attività provvederà affinché nel costo della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza, avvalendosi, per tale compito, di un responsabile della sicurezza (Servizio di Prevenzione e Protezione dell Università di Perugia), in relazione alla complessità e capienza della struttura scolastica ed in considerazione della presenza della palestra, impianto sportivo di dimensioni superiori a 200 mq. 19

Palestra polivalente all interno del complesso scolastico (D.M. 18.03.1996 e s.m.i.) La palestra polivalente sarà omologata per diverse attività sportive di squadra, eventualmente divisibile in due palestre. Per la realizzazione dell impianto sportivo verranno seguite le norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi di cui al D.M. 18 marzo 1996 con le modifiche e le integrazioni introdotte dal D.M. 6 giugno 2005. Non sarà prevista la presenza di spettatori. L impianto sarà ubicato completamente al piano terra. Per l accesso all area si rimanda e si conferma quanto indicato nell accesso all area di cui al punto 2.2 D.M. 26.08.1992 precedentemente citato. Palestra spazio di attività sportiva. La capienza dello spazio di attività sportiva è pari al numero di praticanti e di addetti previsti in funzione delle attività sportive. Lo spazio di attività sportiva è collegato agli spogliatoi e direttamente all'esterno. Sistema di vie di uscita. L'impianto sarà provvisto di un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base alla capienza in funzione della capacità di deflusso e dotato di almeno due uscite. Sarà garantito l'esodo senza ostacoli dall'impianto. La larghezza di ogni uscita e via d'uscita deve essere non inferiore a 2 moduli (1,20 m); la larghezza complessiva delle uscite deve essere dimensionata per una capacità di deflusso non superiore a 50 (1,20 m ogni 100 persone). Le caratteristiche delle porte inserite nel sistema di vie di uscita ed i relativi serramenti saranno conformi alle disposizioni normative vigenti. Per l impianto al chiuso e per gli ambienti interni la lunghezza massima delle vie di uscita non sarà superiore a 40 m. Per uscire dall impianto non sono presenti scale. Strutture, finiture ed arredi della palestra (art. 15 D.M. 18.03.1996 e s.m.i.) La struttura dell impianto sportivo sarà realizzata secondo le disposizioni riguardanti le costruzioni sismiche, compresa la resistenza al fuoco delle strutture e delle pareti di compartimentazione, Nell impianto e per gli ambienti interni le caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali impiegati saranno le seguenti: a) negli atri, nei corridoi di disimpegno, nelle scale, nelle rampe e nei passaggi in genere, è consentito l'impiego di materiali di classe 1 (o equivalente) in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimenti + pareti + soffitti + proiezione orizzontale delle scale). Per la restante parte sarà impiegato materiale di classe 0 (non combustibile); b) in tutti gli altri ambienti è consentito che i materiali di rivestimento dei pavimenti siano di classe 2 (o equivalente) e che i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce e gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1 (o equivalente); c) ferme restando le limitazioni previste alla precedente lettera a) è consentita l'installazione di contro soffitti nonché di materiali di rivestimento posti non in aderenza agli elementi costruttivi, 20

purché abbiano classe di reazione al fuoco non superiore a 1 (o equivalente) e siano omologati tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco. Le pavimentazioni delle zone dove si praticano le "attività sportive", all'interno dell impianto sportivo, sono da considerare attrezzature sportive e quindi non necessitano di classificazione ai fini della reazione al fuoco; non è consentita la posa in opera di cavi elettrici o canalizzazioni che possono provocare l'insorgere o il propagarsi di incendi all'interno di eventuali intercapedini realizzate al di sotto di tali pavimentazioni. I lucernari debbono avere vetri retinati oppure essere costruiti in vetrocemento o con materiali combustibili di classe 1 (o equivalente) di reazione al fuoco. Depositi (art. 16 D.M. 18.03.1996 e s.m.i.) Sarà presente un locale, di superficie non superiore a 25 m, destinato a deposito di materiale combustibile; le strutture di separazione e le porte dovranno possedere caratteristiche almeno REI 60 ed essere munite di dispositivo di autochiusura. Il carico di incendio sarà limitato a 30 Kg/mq. La ventilazione naturale non sarà inferiore ad 1/40 della superficie in pianta; eventualmente, si provvederà alla aerazione meccanica con portata di due ricambi orari, da garantire anche in situazioni di emergenza, purché sia assicurata una superficie di aerazione naturale pari al 25% di quella prevista. In prossimità delle porte di accesso al locale sarà installato un estintore di capacità estinguente non inferiore a 21 A. Non sono previsti depositi di sostanze infiammabili; eventualmente saranno ubicati al di fuori del volume del fabbricato. Potranno essere detenuti, all'interno del volume dell'edificio, in armadi metallici, dotati di bacino di contenimento, prodotti liquidi infiammabili strettamente necessari per le esigenze igienicosanitarie. Impianti elettrici (art. 17 D.M. 18.03.1996 e s.m.i.) Gli impianti elettrici dell'attività saranno realizzati in conformità alla legge 01/03/1968, n. 186 e nel rispetto delle norme CEI di riferimento. La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza sarà attestata con le procedure di cui al D.M. 37/2008 e regolamenti di attuazione. In particolare, ai fini della prevenzione degli incendi, gli impianti elettrici: non costituiranno causa primaria di incendio o di esplosione; non forniranno alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il compartimento al fuoco della membratura sarà compatibile con la specifica destinazione d uso dei singoli locali; saranno suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell intero sistema (utenza); disporranno di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e riporteranno chiare 21

indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. Il sistema utenza disporrà dei seguenti impianti di sicurezza: - illuminazione - allarme - rilevazione - impianti di estinzione degli incendi. L alimentazione di sicurezza sarà automatica ad interruzione breve (< 0,5 sec) per gli impianti di segnalazione, allarme ed illuminazione e ad interruzione media (< 15 sec) per gli impianti idrici antincendio. Il dispositivo di carico degli accumulatori sarà di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza consentirà lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l'autonomia minima viene stabilita per ogni impianto come segue: - segnalazione e allarme: 30 minuti; - illuminazione di sicurezza: 60 minuti; - impianti idrici antincendio: 60 minuti. Gli impianti al chiuso e gli ambienti interni saranno dotati di un impianto di illuminazione di sicurezza. L'impianto di illuminazione di sicurezza dovrà assicurare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita. Saranno installate lampade singole del tipo autoalimentato con tempo di ricarica inferiore a 12 ore. Il quadro elettrico generale sarà ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall'incendio per consentire di porre fuori tensione l'impianto elettrico dell'attività. Impianto di riscaldamento e condizionamento. Si rimanda a quanto riportato nel paragrafo dell attività scolastica (6 D.M. 26.08.1992) Impianto di rilevazione e segnalazione degli incendi L'attività sarà munita di un sistema di allarme acustico in grado di avvertire i presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. I dispositivi sonori avranno caratteristiche e sistemazioni tali da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti dell'impianto sportivo o delle parti di esso coinvolte dall'incendio. I dispositivi manuali di attivazione del sistema di allarme saranno posti in zone presidiate o facilmente accessibili durante il funzionamento dell'attività, in particolare lungo le vie di esodo e in luoghi presidiati; i dispositivi saranno installati sottovetro in contenitore ben segnalato. Il funzionamento del sistema di allarme sarà garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale per un periodo non inferiore a 30 minuti. 22